Un anno di Panini… e siamo ingrassati!

Manca ancora qualche settimana alla data esatta del primo anniversario dellaPanini Comics come licenziataria dei diritti di distribuzione dei fumetti Disney in edicola.
Ma ci piace giocare leggermente d’anticipo riflettendo fin d’ora sull’impatto che l’editore modenese ha avuto sulla gestione delle testate Disney italiane, considerando che nel settembre dello scorso anno ci si ritrovava a dire tutto e il contrario di tutto, in ansiosa attesa dello storico passaggio di testimone da The Walt Disney Company Italia a Panini.

Se ci si concentra su Topolino, testata ammiraglia del parco-riviste Disney che popolano le edicole, non si riscontrano particolare differenze con l’andamento precedente all’arrivo della Panini: il settimanale ha continuato la linea editoriale che da qualche anno contraddistingue la gestione della direttrice Valentina De Poli, con grande attenzione all’attualità, alla società, agli eventi e – per quanto riguarda i fumetti – agli autori e alle loro idee.
Ci sono stati alti e bassi, ma sia nei casi più fortunati (come il grande successo delritorno di PK) sia nelle situazioni meno brillanti l’impressione è che il nuovo editore non sia intervenuto direttamente nell’impostazione della rivista.

La vera svolta palpabile offerta da Panini Comics sta nel sistema delle raccolte:ristampe di prestigio che raccolgono insieme una serie di storie facenti parte di un ciclo particolare, o anche volumi tutti dedicati ad un singolo autore.
Da Lucca Comics dell’anno scorso in avanti abbiamo visto svariate operazioni del genere: dai volumi “bianchi” dedicati a Silvia Ziche alla ristampa in formato lussuoso di Moby Dick, da una testata per collezionisti come Uack! alla riproposta aggiornata della raccolta di storie noir scritte da Tito Faraci con Topolino protagonista.
La strategia della Panini è chiara: riprendere e valorizzare quanto di valido e significativo passa sul settimanale, ristampandolo in modo unitario e con tutti i crismi, ad uso del lettore da fumetteria e dell’appassionato di lungo corso.

La Panini riscopre in questo modo quella fascia di lettori che seguono lo scenario fumettistico disneyano, esattamente come i fan dei comics americani. Non è un caso quindi che l’editore modenese stia mettendo in pratica lo stesso tipo di iniziative che ha sviluppato nel corso degli anni con la gestione delle ristampe e dei volumi relativi al fumetto Marvel, di cui è sempre detentrice dei diritti per l’Italia.
Ma è con il prossimo mese che la strategia diventa ancora più scoperta: con le due principali fiere autunnali infatti verranno varate collane-ombrello con titoli comeDefinitive Edition, Legendary Collection, Platinum Edition, che fanno chiaramente il verso ai vari Omnibus, Absolute e quant’altro contraddistingua le edizioni “assolute” di alcuni cicli di storie supereroistici.

Inutile dire che tale strategia è da salutare con il più positivo degli atteggiamenti: l’approdo in fumetteria di tutte queste edizioni non fa rispondere ad una domanda forse da tempo sottesa, ma mai soddisfatta. La Panini ha aperto un canale storicamente estraneo al fumetto Disney e poi ha creato dei prodotti ad hoc che potessero trovarsi bene in quell’ambiente.

È questa la vera eredità che raccogliamo da un anno di gestione Panini.