Bongo e i Tre Avventurieri

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Bongo e i Tre Avventurieri (Fun and Fancy Free) porta avanti il filone dei package film, ovvero i film a episodi prodotti da Walt Disney nei turbolenti anni 40. La sua struttura è molto diversa dal precedente Musica Maestro (1946): non si tratta infatti di una compilation di segmenti musicali, ma di due storie di media lunghezza combinate insieme. Questo particolare formato narrativo nasceva da esigenze logistiche: il secondo conflitto mondiale aveva infatti privato Disney delle risorse umane ed economiche necessarie a mettere insieme un lungometraggio tradizionale, per cui l'unica alternativa era trovare il modo di aggirare l'ostacolo. Mickey and the Beanstalk era un progetto sul quale lo studio lavorava dalla fine degli anni 30. In quel periodo il personaggio di Topolino iniziava ad accusare i primi sintomi di quel calo di popolarità che l'avrebbe presto portato a un rapido declino. Alcuni artisti dello staff proposero così a Walt di dedicargli un lungometraggio, ispirato alla celebre favola Jack and the Beanstalk, sulla scia del gran successo di Biancaneve e i Sette Nani (1937). Sebbene Disney fosse inizialmente riluttante all'idea, diede comunque il via al progetto, che entrò in produzione con il titolo The Legend of Happy Valley. L'idea di Walt era quello di farne una pellicola a budget ridotto, allineandosi al filone iniziato con Dumbo (1941).

Lo scoppio della guerra e il tremendo sciopero degli animatori in quegli stessi giorni tuttavia ne danneggiarono irrimediabilmente la produzione. I lavori rimasero a lungo sospesi, e al momento di riprendere in mano il progetto si preferì ridimensionarne il respiro, portandolo ad una durata di mezz'ora e trasformandolo nel segmento di un package film. Fra il materiale tagliato sono sopravvissuti alcuni storyboard che ci mostrano Topolino ricevere i fagioli magici dalle mani della regina Minni, o in una versione alternativa addirittura dal Gatto e la Volpe di Pinocchio (1940). Sebbene questa nuova versione della storia dovesse essere in un primo tempo abbinata a Il Vento tra i Salici, in un secondo momento si preferì invece optare per Bongo, un altro progetto che aveva seguito lo stesso percorso produttivo. Basata su Little Bear Bongo, una breve storiellina scritta da Sinclair Lewis e apparsa su Cosmopolitan, la vicenda di questo orsacchiotto avrebbe inizialmente dovuto essere proprio un prequel di Dumbo, ambientato nello stesso universo narrativo del circo Casey Jr. Tali idee però non riuscirono a concretizzarsi, e anche Bongo venne così retrocesso da normale lungometraggio a spezzone di un film antologico. Il titolo scelto per la pellicola, Fun and Fancy Free, suggeriva al grande pubblico di considerare il film come un momentaneo stacco dalle ansie e preoccupazioni che la Seconda Guerra Mondiale si era lasciata dietro.

Il Ritorno del Grillo Parlante

A far da maestro di cerimonie per le scene di collegamento fra i due segmenti, venne scelto il Grillo Parlante (Jiminy Cricket) di Pinocchio (1940). Per quanto possa sembrare strano veder estrapolato un personaggio del genere dal suo universo narrativo di partenza, all'epoca allo studio molte idee andavano in quella direzione. Walt era però contrario per natura a questo tipo di operazioni, e finì per limitarle a poche eccezioni. Il Grillo si rivelò particolarmente adatto al ruolo di presentatore, e in futuro la sua carriera proseguì in modo analogo. Per Fun and Fancy Free venne richiamato in servizio Cliff Edwards, il suo originale doppiatore, e si dedicò al Grillo un considerevole screen time, creando animazione di raccordo dalla durata assai superiore rispetto alla media del periodo. In questi interstitials vediamo il Grillo parlare al pubblico mentre gironzola per una casa, che si scoprirà essere quella di Luana Patten, la giovanissima attrice di punta dello studio. Nella prima metà l'abusivo Jiminy usa un giradischi per far ascoltare ad un orsacchiotto di peluche e a una bambolina la storia di Bongo, narrata da Dinah Shore. Nella seconda parte, invece, il Grillo raggiunge la piccola Luana al party organizzato dal ventriloquo Edgar Bergen, il quale le racconterà la storia di Topolino e il Fagiolo Magico. Sebbene siano indubbiamente artificiose, queste scenette regalano varietà e movimento al film, dissimulandone la natura episodica. Va inoltre notato come Walt cercasse di ottenere la massima attenzione mediatica su queste produzioni, utilizzando come narratori o cantanti alcuni importanti personalità del momento, tra i quali Bergen o la Shore.

  • Fun and Fancy Free (Bennie Benjamin, George David Weiss) - La canzone che accompagna i titoli di testa è sicuramente una delle meno memorabili della pellicola. Le parole invitano lo spettatore alla spensieratezza, cercando di regalare al film una coesione tematica che chiaramente non è possibile ottenere. Le sonorità sono del tutto allineate allo stile della musica di quegli anni, rendendo il tutto decisamente datato.
  • I'm A Happy-Go-Lucky Fellow (Ned Washington, Eliot Daniel) - La simpatica canzone con cui il Grillo si presenta al pubblico, spiegando il suo stile di vita improntato all'ottimismo mentre gironzola per la casa. Si tratta di una sequenza davvero efficace: Jiminy ci mostra i catastrofici titoloni dei giornali, ritratto di un'America ancora molto scossa dal recente conflitto, ricordandoci però che, a dispetto delle nostre secolari paure, il mondo non è ancora finito. Il brano era stato composto in origine proprio per Pinocchio, e successivamente scartato. Il suo recupero in occasione di Fun and Fancy Free si rivela vincente.

Bongo: La Storia

La storia di Bongo è decisamente semplice, e particolarmente adatta ad un pubblico di bambini. Si tratta della favola di un orsacchiotto da circo dalle molteplici abilità, il cui unico vero sogno è riscoprire la propria natura selvaggia. L'ambientazione circense è poco più di un pretesto e ben presto viene abbandonata in favore degli scenari naturalistici che costituiranno il vero setting della vicenda. È del tutto comprensibile quindi che ogni collegamento con l'universo di Dumbo sia stato rimosso, per concentrarsi sul cuore della storia, che vede Bongo nell'affannosa ricerca di un'identità nella sua nuova vita allo stato brado. La struttura del segmento segue quella dei normali lungometraggi animati, sia pur con le dovute proporzioni.

Dopo la sua fuga dal circo, Bongo si ritrova a vagare per i boschi cercando di risvegliare i suoi istinti più sopiti, e andando incontro a numerose difficoltà. La narrazione entra nel vivo solamente dopo l'incontro con l'orsacchiotta Lulubelle, a cui seguirà la sfida contro il brutale Lumpjaw per il dominio del branco, che Bongo vincerà facendo ricorso proprio a quelle peculiarità apprese nella sua precedente esistenza. Non si tratta certamente di uno dei lavori disneyani più elaborati, anzi, la sua linearità è ben distante dalla complessità narrativa che ritroveremo in segmenti quali Il Vento tra i Salici, eppure come sempre l'approccio scelto funziona, dimostrando la consueta abilità disneyana nello storytelling. La narratrice Dinah Shore si occupa di raccontare la storia, e cantarne anche le canzoni, collezionando così la sua seconda collaborazione disneyana dopo il segmento Two Silhouettes in Musica Maestro.

Bongo: L'Arte e la Musica

Sebbene uno dei motivi che spinsero Walt a ridimensionare il progetto Bongo fosse un comparto grafico non all'altezza di un vero lungometraggio animato, è indubbio che il segmento abbia molto da offrire a livello visivo. Sono infatti presenti dei fondali paesaggistici davvero stupendi, e lo stesso character design di Bongo e Lulubelle, sul quale lavorarono Les Clark e Art Babbitt si rivela piuttosto interessante. I due orsi infatti, pur non rinunciando ad un look molto tenero, sfoggiano una spiccata espressività, cosa solitamente atipica per i personaggi considerati “carini”. Degno di nota è anche il buffissimo e minaccioso Lumpjaw, le cui movenze esagerate si devono alla felice matita di Ward Kimball. La colonna sonora del segmento si compone di tre canzoni, tutte eseguite da Dinah Shore.

  • Lazy Countryside (Bobby Worth) - È la canzone trasognata che accompagna l'allegro vagabondare di Bongo, a poche ore dalla sua ritrovata libertà. All'interno dell'episodio svolge bene il suo compito, ma appare irrimediabilmente datata a causa delle sue sonorità tipicamente anni 40.
  • Too Good to be True (Buddy Kaye, Eliot Daniel) - La romantica sequenza astratta durante la quale Bongo e Lulubelle capiscono di essere fatti l'uno per l'altra, è sicuramente una festa per gli occhi. Tuttavia anche questa volta non si può certo dire che il brano sia riuscito a resistere alla prova del tempo, date le sue sonorità antiquate.
  • Say it with a Slap (Buddy Kaye, Eliot Daniel) - A differenza degli altri due brani spiccatamente melodici, abbiamo qui un pezzo davvero trascinante, in cui la Shore viene accompagnata da un coro. Si tratta della deliziosa coreografia degli orsi, grazie alla quale lo spettatore (e Bongo con lui) apprende che le loro effusioni avvengono a suon di ceffoni. Si tratta di un dettaglio narrativo molto importante, vera e propria chiave di volta della vicenda. Il branco di orsi inoltre anticipa per certi versi le ridicole movenze che avrà qualche anno dopo il gruppo di plantigradi di cui farà parte il personaggio di Humprey.

Topolino e il Fagiolo Magico: La Storia

Questo divertente adattamento della celebre fiaba del Fagiolo Magico riporta sul grande schermo il mitico trio composto da Topolino, Paperino e Pippo, dopo alcuni anni di assenza. Il motivo di questo ritorno “fuori tempo massimo” è chiaramente la lavorazione travagliata della pellicola, che trasforma quella che avrebbe dovuto essere la celebrazione definitiva del gruppo di amici, in una nostalgica reunion. Sarà questa la prima e ultima volta che il terzetto apparirà in un lungometraggio animato risalente alla golden age, prima della recente ripresa dei personaggi da parte dei reparti televisivi. Per l'occasione la fiaba viene rimpolpata con nuovi elementi: il setting diventa Valle Felice, un piccolo paradiso che viene colpito da una terribile carestia, a causa del furto di un'arpa magica. Topolino, Paperino e Pippo si dividono il ruolo di Jack e vengono calati nei panni dei tre poveri contadini che partiranno all'avventura, imbattendosi nel responsabile di tutto, il gigante Willie. Rispetto ai classici cortometraggi di breve respiro, il registro è chiaramente più alto: il campo d'azione dei tre si allarga notevolmente e l'esperimento funziona molto bene, producendo alcune sequenze davvero memorabili.

Si ricorda ad esempio l'ironica scena del “banchetto” iniziale, in cui i tre sono costretti a dividersi un unico fagiolo e una fetta di pane così sottile da sembrare carta velina, facendo uscire di senno Paperino. E non si può certo dimenticare la bellissima scena ambientata in notturna, in cui il fagiolo cresce distruggendo la loro casetta e portando a volteggiare tra le sue spire i loro tre corpi addormentati. Una nota stonata è rappresentata dalla cornice narrativa. Le sequenze di raccordo con Luana Patten, Edgar Bergen e i suoi due celebri pupazzi Charlie McCarthy e Mortimer Snerd non si limitano a introdurre la storia, ma la interrompono di continuo, risultando un po' invasive. Le battute del candido Mortimer e del cinico Charlie spesso sono divertenti, ma i loro siparietti non superano la prova del tempo, apparendo fin troppo grotteschi per uno spettatore moderno. Topolino e il Fagiolo Magico non ha nemmeno una vera e propria sequenza finale: l'azione viene interrotta all'apice del suo climax, e il gigante Willie finisce per irrompere nella casa di Bergen in cerca di Topolino, salvo poi continuare a vagare per Hollywood. È possibile che la scelta di concludere Fun and Fancy Free con questo surreale escamotage, derivi proprio da una mancanza di “materia prima” e che tra le sequenze animate riarrangiate per la pellicola mancasse il finale.

Topolino e il Fagiolo Magico: L'Arte e la Musica

Si può dire che è in questo episodio che Topolino vive il suo ultimo ruolo da eroe dell'intera golden age disneyana. Lo scarto temporale fra il concepimento del progetto e il suo arrivo nelle sale è considerevole, e così il pubblico ritrova un Topolino al massimo della forma, proprio in un momento in cui il personaggio sta invece perdendo il suo smalto. Il film segna il debutto alla voce di Topolino del rumorista dello studio Jimmy McDonald, dato che Walt non è più adatto al ruolo a causa dei troppi impegni e del suo falsetto danneggiato dalle sigarette. Ad animare Topolino troviamo Fred Moore, mentre Pippo e Paperino vengono assegnati rispettivamente a Wolfgang Reitherman e Ward Kimball. Il gigante Willie tocca a John Lounsbery mentre dell'Arpa si occupa Les Clark. Per quanto riguarda la musica, le canzoni vengono scritte da mani diverse, tra cui spicca il collaudato Paul Smith e... Bill Walsh, tuttofare dello studio che ritroveremo al fianco di Floyd Gottfredson nelle strisce di Topolino, e poi ancora come sceneggiatore di molte pellicole live action.

  • My, What a Happy Day (Bill Walsh, Ray Noble) - La canzone di apertura con cui ci viene presentata Valle Felice e il personaggio dell'Arpa è sicuramente uno dei momenti più frizzanti dell'episodio, pieno di umorismo e di estrosità tipiche della miglior animazione disneyana.
  • Eat Until I Die - Quella che è probabilmente la sequenza musicale migliore è ricavata dalle note della celeberrima canzone napoletana Funiculì Funiculà, scritta nel 1880 per celebrare l'inaugurazione della prima funiculare del Vesuvio e in seguito ripresa da compositori del calibro di Nikolaj Rimskij-Korsakov e Richard Strauss. A cantarla è Pippo, che sfoggia una voce da cantante lirico mentre pregusta insieme a Paperino la mangiata che li attende. Si tratta di una scena breve ma straordinaria, un manuale di umorismo e di ottimo utilizzo dei personaggi.
  • Fee Fi Fo Fum (Paul J. Smith, Arthur Quenzer) - L'allegra e brevissima canzone con cui il gigante Willie si presenta al pubblico è un altro momento musicale simpaticissimo. Il personaggio che gli artisti tratteggiano non è certo il classico villain, ma una figura piuttosto bonaria. Dietro la sua prepotenza c'è un atteggiamento più infantile che realmente malizioso, e non è strano che Willie sarebbe stato ricordato in futuro come un personaggio fondamentalmente positivo.
  • My Favorite Dream (Bill Walsh, Ray Noble) - Si tratta del brano che l'Arpa intona per addormentare il gigante e permettere a Topolino di salvare i propri amici. È sicuramente una scelta originale quella di commentare l'azione con una canzone trasognata e rilassante. A dispetto dalla sua natura melodica il pezzo appare ancora oggi piuttosto fresco e piacevole.

L'Intromissione di Pico

Il film non fu un gran successo, ma il suo discreto risultato al botteghino convinse lo studio a proseguire in quella direzione. Un paio di anni dopo infatti uscì nelle sale l'ultimo dei package film, Le Avventure di Ichabod e Mr. Toad (1949), dalla struttura analoga a Fun and Fancy Free. In quel caso però si preferì un approccio più sobrio e meno pacchiano, creando delle sequenze di raccordo minimali e molto lontane dai festosi e ammiccanti interstitials di Bongo e i Tre Avventurieri. I package film nel corso degli anni andarono incontro a frequenti mutilazioni, e i loro segmenti furono spesso distribuiti singolarmente. Lo smembramento toccò ovviamente anche a Fun and Fancy Free, le cui due parti circolarono molto spesso in modo indipendente in tv o in home video. Sebbene Bongo fosse facilmente estrapolabile, Topolino e il Fagiolo Magico rappresentava però un problema, data la presenza invadente delle sequenze con Edgar Bergen, Luana Patten e i pupazzi. L'ostacolo venne aggirato nel 1963, in concomitanza con la messa in onda del segmento all'interno della serie tv antologica Walt Disney's Wonderful World of Color nella quale a far da maestro di cerimonie c'era il professor Pico de Paperis, insieme al suo insetto assistente Herman. Gli animatori riuscirono a confezionare abbastanza animazione di raccordo per rimpiazzare sistematicamente ogni intervento di Bergen e dei suoi pupazzi con i siparietti di Pico, riuscendo con questo trucco a rendere fruibile il segmento di per sé.

I personaggi del film ebbero in futuro delle carriere di tutto rispetto. Luana Patten continuò ad apparire nelle successive produzioni live action dello studio al fianco di Bobby Driscoll, mentre Edgar Bergen con Charlie e Mortimer divenne protagonista pochi anni dopo dello special One Hour in Wonderland, la prima produzione televisiva firmata da Walt Disney. La televisione regalò anche al Grillo Parlante un brillante futuro, facendo di lui il titolare di una serie di cortometraggi a sfondo educativo trasmessi all'interno del Mickey Mouse Club. Nei panni del Fantasma dei Natali Passati il Grillo venne ripreso più tardi nel capolavoro Mickey's Christmas Carol (1983), e proprio in quell'occasione si ebbe anche il ritorno del gigante Willie. Il corpulento bambinone venne graficamente reinterpretato da Glen Keane e reso decisamente più saggio per poterlo calare nel ruolo del Fantasma del Natale Presente. Il cast di Bongo invece non venne più utilizzato in modo significativo e cadde rapidamente nell'oblio, mentre il terzetto composto da Topolino, Paperino e Pippo si sciolse, per ricompattarsi solo di recente, grazie al prezioso apporto dei reparti televisivi. I tre sarebbero infatti tornati a collaborare nelle nuove serie tv e avrebbero conosciuto la propria consacrazione con un delizioso lungometraggio direct to video a loro dedicato, I Tre Moschettieri (2004), che restituì loro quello screen time che nel 1947 si erano visti brutalmente dimezzare.

di Valerio Paccagnella - Laureato in lettere moderne, è da sempre un grande appassionato di arti mediatiche, con un occhio di riguardo per il fumetto e l'animazione disneyana. Per hobby scrive recensioni, disegna e sceneggia. Nel 2005 fonda “La Tana del Sollazzo”, piattaforma web per la quale darà vita a diverse iniziative, fra cui l'enciclopedico The Disney Compendium e Il Fumettazzo, curioso esperimento di critica a fumetti. Dal 2011 collabora inoltre anche con Disney: scrive articoli per Topolino e Paperinik, e realizza progetti come la Topopedia (2011), I Love Paperopoli (2017) e PK Omnibus (2023).

Scheda tecnica

  • Titolo originale: Fun and Fancy Free
  • Anno: 1947
  • Durata:
  • Produzione: Walt Disney
  • Storia: , , , ,
  • Cast: Edgar Bergen, Cliff Edwards, Billy Gilbert, Anita Gordon, Charlie McCarthy, Clarence Nash, Luana Patten, Dinah Shore, Mortimer Snerd
  • Musica: Eliot Daniel, Paul J. Smith, Oliver Wallace
  • Supervisione dell'Animazione: Les Clark, Ward Kimball, John Lounsbery, Fred Moore, Wolfgang Reitherman
Nome Ruolo
Art Babbit Animazione
Edgar Bergen Cast (Edgar Bergen, Charlie McCarthy, Mortimer Snerd)
Jack Boyd Effetti d'Animazione
Homer Brightman Storia
Jack Campbell Animazione
Les Clark Animatore principale
Claude Coats Fondali
Don Da Gradi Layout
Eliot Daniel Musica
Walt Disney Produttore
Phil Duncan Animazione
Cliff Edwards Cast (Jiminy Cricket)
Hugh Fraser Animazione
Billy Gilbert Cast (Willie the Giant)
Anita Gordon Cast (Singing Harp)
John Hench Layout
Hugh Hennesy Layout
Ray Huffine Fondali
Ralph Hulett Fondali
Ub Iwerks Effetti Speciali
Ward Kimball Animatore principale
Hal King Animazione
John Lounsbery Animatore principale
Brice Mack Fondali
Charlie McCarthy Cast (Charlie)
Fred Moore Animatore principale
Clarence Nash Cast (Donald Duck, Cat)
Lance Nolley Storia
Ken O'Brien Animazione
Kendall O'Connor Layout
Tom Oreb Storia
Luana Patten Cast (Luana)
Harry Reeves Storia
Wolfgang Reitherman Animatore principale
Art Riley Fondali
George Rowley Effetti d'Animazione
Ted Sears Storia
Ben Sharpsteen Direzione di Produzione
Dinah Shore Cast
John Sibley Animazione
Paul J. Smith Musica
Mortimer Snerd Cast (Mortimer)
Ed Starr Fondali
Harvey Toombs Animazione
Oliver Wallace Musica
Judge Whitaker Animazione
Al Zinnen Layout