Tutti in Scena!

La Costante Disneyana

Nell'ultimo secolo molti hanno cercato di codificare le regole che potessero definire lo spirito Disney, fallendo clamorosamente. Novant'anni di storia sono tanti, e in questo lungo periodo il marchio è stato associato ai prodotti più disparati, rendendo difficile stabilire una costante. Eppure una regola d'oro c'è, che ci portiamo avanti sin dal tempi di Walt: andare sempre avanti, ma nel rispetto della tradizione. La storia disneyana è la storia della ricerca di un giusto compromesso tra antico e moderno, studiando il modo migliore per ottenere quel delicatissimo equilibrio che permetta ai prodotti con questo marchio di diventare dei veri e proprio classici universali. Nel 2012 l'uscita del rivoluzionario corto Paperman, realizzato con una tecnica d'animazione ibrida, capace di fondere insieme computer grafica e disegno a mano, sbalordisce il pubblico, dandoci il punto di vista dei Walt Disney Animation Studios sullo spinoso problema della rivalità tra le due tecniche. Ma ancora prima che lo scenario cinematografico metabolizzi questa rivoluzione, ecco che i WDAS l'anno seguente propongono Get a Horse!, bizzarro cortometraggio che pone in relazione le due tecniche in modo ancora diverso e assolutamente originale. E non è l'unica sua particolarità, dal momento che il corto in questione segna il ritorno sul grande schermo del Mickey Mouse dei Walt Disney Animation Studios, nel suo primo cortometraggio ufficiale da molti anni a questa parte.

Un Topo WDAS

Per capire il significato di questo ritorno di Topolino nelle mani dello studio che l'ha inventato bisogna ripercorrere le tappe più importanti della sua carriera. Dopo i ruggenti anni 30, il Topo era andato incontro ad un lento declino. Il mondo del dopoguerra non aveva più bisogno dell'entusiasta eroe del New Deal, e così furono proprio i suoi stessi comprimari a scalzarlo dai cuori di un pubblico sempre più disincantato: nel 1953, con il corto The Simple Things, la serie venne brutalmente interrotta. Ci vollero ben trent'anni e una nuova generazione di animatori per far vivere a Topolino delle nuove avventure sul grande schermo: il capolavoro Canto di Natale di Topolino (1983), il delizioso Il Principe e il Povero (1990) e l'adrenalinico Topolino e il Cervello in Fuga (1995) costituirono un ritorno in grande stile per il caro vecchio Mickey Mouse. Eppure, se escludiamo il breve cameo in Fantasia 2000, gli studios non toccarono più il personaggio di cui furono i creatori.

Un Topo TV

Topolino però non sparì davvero dalla circolazione. Il buon Mickey venne invece ereditato dai reparti televisivi, pronti ad impiegarlo in una moltitudine di progetti diversi. Uscirono infatti alcuni lungometraggi direct to video a lui intitolati, come il delizioso I Tre Moschettieri e due film a tema natalizio. Vennero inoltre realizzate alcune serie televisive con lui protagonista: la deliziosa Mickey Mouse Works, la bizzarra House of Mouse e infine la svilente serie prescolare Mickey Mouse Clubhouse. Quest'ultima causò a Topolino un danno d'immagine notevole, collegandolo per anni ad un prodotto dal target basso e invalidando quell'idea di intrattenimento per tutti tanto cara a Walt. Ci voleva un forte scossone per togliersi di dosso questa cattiva fama. Neanche a farlo apposta, fu proprio dalla Disney Television che questo scossone arrivò. L'arrivo della recente serie di corti televisivi animati in flash fu un vero e proprio shock: i personaggi vennero ridisegnati con uno stile più moderno e nel contempo ispirato agli anni 30, e l'umorismo era qualcosa di veramente nuovo. Moderni, dinamici, irriverenti ma nel contempo rispettosi dei personaggi, questi corti televisivi aiutarono Topolino a risalire la china nel corso del 2013, stimolando un po' di sana rivalità anche dalle parti dell'hat building. Potevano i WDAS restare a guardare mentre qualcun'altro rilanciava il loro personaggio?

Antico per Finta

Fu proprio quando venne proposto ai WDAS di dare qualche idea ai loro colleghi del reparto televisivo all'opera sulla nuova serie, che la regista Lauren MacMullan decise invece di fare di testa sua, proponendo a John Lasseter di realizzare Get a Horse!. Esattamente come nella serie di corti televisivi, anche qui il modello di riferimento di Topolino sarebbe stato quello anni ‘30, amatissimo dalla MacMullan per la sua freschezza. Lo scopo sarebbe stato camuffare il più possibile il cortometraggio, spacciandolo per un corto antico, ritrovato fortuitamente in una collezione privata. Per ottenere l'effetto vintage si è infatti cercato di riprodurre il più possibile lo stile fatto di cerchi e tubi di gomma, tipico di Ub Iwerks, mentre con dei filtri speciali è stata appositamente invecchiata la pellicola, in modo da aumentare l'illusione. Il corto è stato fatto precedere dal classicissimo Minni's Yoo-Hoo, tema musicale che apriva ogni episodio della gloriosa serie, e il doppiaggio è stato affidato a… Walt Disney! Questa si è rivelata l'impresa più ardua. Walt aveva doppiato Mickey lungo tutta la prima fase della sua carriera, per cui c'era una gran disponibilità di suoni e vocalizzi già campionati, ma per ottenere alcune esclamazioni completamente nuove come Red? è toccato lavorare di fino, mixando e combinando altri suoni. Responsabile dell'animazione tradizionale presente nel corto è il veterano Eric Goldberg, già animatore del Genio di Aladdin, della Rapsodia in Blu in Fantasia 2000 e uno degli ultimi numi tutelari del disegno a mano rimasti ai WDAS. Goldberg ha riportato sulla scena Topolino e Minni così come apparivano nel 1928, aggiungendo al cast anche Orazio, Clarabella e ovviamente Pietro Gambadilegno, il quale, sbraitando l'esclamazione del titolo contro il carrozzone su cui danza e balla la gang di Topolino, li invita a farsi da parte, cercando di sorpassarli con la sua primitiva automobile.

Oltre la Quarta Parete

È solo quando Pietro afferra Topolino e lo scaraventa contro lo schermo, rompendo letteralmente la quarta parete, che il trucco viene svelato. Mickey approda dall'altro lato… a colori e in CGI, e da quel momento in poi si scatena un putiferio di creatività: separati dalla quarta parete, Topolino e Pietro si danno battaglia ricorrendo a trucchi di ogni tipo, in un continuo crescendo di follia. CGI e animazione tradizionale si scambiano di posto, l'intero cast fa continuamente avanti e indietro tra i due lati dello schermo, strapazzandolo di continuo e giocando con lo stesso formato panoramico. Si tratta quindi di un magnifico virtuosismo meta-cinematografico, un vero e proprio dialogo tra le due tecniche di animazione, messe finalmente faccia a faccia. Per supervisionare l'animazione CGI è stato chiamato Adam Green, già noto ai WDAS per aver lavorato a Bolt e Ralph Spaccatutto. Il lavoro svolto da Green è magnifico nella sua semplicità: di certo la sua CGI non ha la sofisticatezza dell'animazione umana vista in Rapunzel e Frozen, ma è una perfetta trasposizione tridimensionale dello stile minimalista e gommoso tipicamente Iwerksiano.

Tutti in Scena, per Davvero

Get a Horse! è stato presentato in anteprima ad Annecy, dove è stata colta l'occasione per amplificare in grande stile lo scherzetto alla base del progetto, annunciando il ritrovamento di quello che in origine era il quarto corto di Topolino, uscito nel 1928 e da collocarsi tra Steamboat Willie e The Barn Dance. La regista si è spacciata come restauratrice, e il pubblico non ha potuto fare a meno di stupirsi quando, grazie alla stereoscopia, si è trovato di fronte all'inaspettato colpo di scena. L'ottimo successo di critica e di pubblico è poi continuato qualche mese dopo con l'uscita ufficiale nelle sale abbinato a Frozen, confermando l'ottima abitudine, iniziata con La Ballata di Nessie e continuata con Paperman, di sfruttare l'uscita nei nuovi lungometraggi come vetrina per queste piccole perle, come da anni fa la Pixar. La carriera cinematografica del figliol prodigo Mickey Mouse, tornato protagonista di un corto WDAS dopo ben diciott'anni, sembra non fermarsi qui. All'hat building qualcos'altro bolle in pentola. Che sia arrivato il momento di lasciarsi alle spalle esercizi di stile e nostalgie per iniziare una nuova stagione di avventure?

di Valerio Paccagnella - Laureato in lettere moderne, è da sempre un grande appassionato di arti mediatiche, con un occhio di riguardo per il fumetto e l'animazione disneyana. Per hobby scrive recensioni, disegna e sceneggia. Nel 2005 fonda “La Tana del Sollazzo”, piattaforma web per la quale darà vita a diverse iniziative, fra cui l'enciclopedico The Disney Compendium e Il Fumettazzo, curioso esperimento di critica a fumetti. Dal 2011 collabora inoltre anche con Disney: scrive articoli per Topolino e Paperinik, e realizza progetti come la Topopedia (2011), I Love Paperopoli (2017) e PK Omnibus (2023).

Scheda tecnica

  • Titolo originale: Get a Horse!
  • Anno: 2013
  • Durata:
  • Produzione: John Lasseter, Michele Mazzano, Dorothy McKim
  • Regia: Lauren MacMullan
  • Storia: , ,
  • Musica: Mark Watter
  • Supervisione dell'Animazione: Eric Goldberg, Adam Green, Suzan Kim
Nome Ruolo
Alberto Abril Animazione
Dale Baer Animazione
Audrey Bagley Supervisione Look
Rachel R. Bibb Supervisione Cleanup
Paul Briggs Storia
Andrew Chesworth Animazione
Patrick Danaher Animazione
Anthony De Rosa Animazione
Kaori Doi Supervisione TD Lighting
Russ Edmonds Animazione
Mario Furmanczyk Animazione
Krysztof Fus Supervisione TD Simulation - Personaggi
Minor Gaytan Animazione
Eric Goldberg Supervisione all'Animazione 2D
Adam Green Supervisione all'Animazione 3D
Andy Harkness Production Design
Mark Henn Animazione
John Kahwaty Supervisione TD Rigging
Suzan Kim Supervisione Animazione Tecnica
Bert Klein Animazione
Dave K. Komorowski Supervisione TD - Personaggi
Nancy Kruse Storia
Alex Kupershmidt Animazione
Mattew Kümmer Animazione
John Lasseter Produttore Esecutivo
Chelsea Lavertu Supervisione Look
Lauren MacMullan Regista
Michele Mazzano Produttore Associato
Dorothy McKim Produttore
John Murrah Supervisione Effetti Speciali
Robert Neuman Supervisione Stereoscopia
Raymond S. Persi Storia
Katherine Reihman Supervisione TD Lighting
Mark Watter Musica