Topolino e Pluto Corridore

Di Nuovo le Corse

Ancora una volta Gottfredson, dopo una storia avventurosa, ne realizza un’altra dal sapore urbano e dai ritmi più rilassati. Si torna nuovamente nel mondo delle corse, già esplorate nella vicenda di Piedidolci, solo che questa volta non si parla più di ippica, bensì di competizione canina. La vicenda parte da premesse molto semplici: Topolino decide di fare del suo cagnolone un brillante cane da corsa. La storia è quanto mai d’attualità, dal momento che all’epoca l’America aveva da poco legalizzato le corse dei cani, con l’intenzione di creare posti di lavoro durante la Grande Depressione.

E’ notevole la caratterizzazione di Mickey, mai così tenero e infantile, perso nel suo desiderio di trasformare Pluto in qualcosa che non è. Non si tratta di vuota ambizione, ma genuina intenzione di non farsi mettere i piedi in testa da nessuno, a partire da Orazio e Pippo che lo prendono bonariamente in giro per tutta la storia. Il rapporto tra Topolino e Pluto è davvero molto bello, e si vede quanto amore Mickey abbia per il suo segugio.

Un Registro Più Alto

La storia non è tuttavia incentrata solo su Pluto, il cui ruolo è quasi esterno. Dopo una prima umiliazione, Topolino si prenderà infatti a cuore le sorti economiche del funzionario che gli aveva permesso di gareggiare, il signor Fibbietti (Shoebuckle), usando Pluto come “allenatore” per il cane dell’anziano signore. A differenza della storia con Piedidolci, più umoristica e slapstick, qui qualcosa è differente: c’è un maggior senso di umanità, e qualche pennellata di melodramma. Lo stile grafico di Gottfredson sta evolvendo in una direzione meno caricaturale e questo è evidente dal design di Fibbietti, di cui si riesce a intuire tutta la vulnerabilità.

L’ambientazione risulta a dir poco sordida, e Topolino ben presto si troverà in balia di dilemmi morali e tentativi di corruzione da parte di allibratori disonesti, che vorrebbero spingerlo a boicottare Fibbietti per favorire il proprio cane. Molto bello inoltre il finale in cui Pippo finge di scazzottare l’amico per far correre più veloce Pluto. La sceneggiatura di Ted Osborne mostra bene i dubbi di Topolino, costretto a fare il doppio gioco con i truffatori e a non rivelare troppo al povero Fibbietti, indebolito dai reumatismi. Il ritratto che Gottfredson dà dell’ambiente è molto preciso e il linguaggio usato è a dir poco maturo, anticipando le meraviglie che vedremo a partire dal prossimo ciclo, Topolino Giornalista, in cui l’atmosfera noir inizierà a intravedersi sempre più e la qualità del lavoro di Floyd raggiungerà il punto di non ritorno.

di Valerio Paccagnella - Laureato in lettere moderne, è da sempre un grande appassionato di arti mediatiche, con un occhio di riguardo per il fumetto e l'animazione disneyana. Per hobby scrive recensioni, disegna e sceneggia. Nel 2005 fonda “La Tana del Sollazzo”, piattaforma web per la quale darà vita a diverse iniziative, fra cui l'enciclopedico The Disney Compendium e Il Fumettazzo, curioso esperimento di critica a fumetti. Dal 2011 collabora inoltre anche con Disney: scrive articoli per Topolino e Paperinik, e realizza progetti come la Topopedia (2011), I Love Paperopoli (2017) e PK Omnibus (2023).

di Amedeo Badini Confalonieri - Il fumetto è sempre stato la sua grande passione, sotto forma prima di un rassicurante Topolino a cadenza settimanale, per poi inoltrarsi nel terreno filologico-collezionistico. Questo aspetto critico gli ha permesso di apprezzare altri autori, da Alan Moore a Jeff Smith, e soprattutto di affinare la curiosità verso tutta la nona arte del fumetto. Disney è il suo primo campo, ma non disdegna sortite e passeggiate in territori vicini. Scrive di fumetto e di cinema anche per il settimanale Tempi, per Lo Spazio Bianco e per il Papersera.

Scheda tecnica

  • Titolo originale: Pluto the Racer
  • Anno: 1934
  • Durata:
  • Storia: ,
Nome Ruolo
Floyd Gottfredson Disegni; Storia
Ted Osborne Storia