Il Pippo Intermedio

Una porta di casa si apre e un pippide si accascia stremato sul pavimento, dopo una dura giornata in ufficio. Il suo abbigliamento è radicalmente diverso dal solito: indossa un normale cappello di feltro e una giacchetta, mentre il suo volto conserva traccia dei cambiamenti apportati nell'ultimo anno. Insomma, l'apertura di Hold That Pose è in tutto e per tutto identica a quella di Goofy Gymnastics (1949), con tanto di animazioni riciclate. Il motivo probabilmente è da ricercarsi nella volontà di creare un nuovo tormentone per la serie, che sta imboccando la strada della satira e che d'ora in avanti si focalizzerà sul logorio della vita moderna. Portabandiera di questa svolta sarà l'uomo medio George Geef, alter ego di Pippo che, a partire dal 1951, lo sostituirà completamente. I corti che precedono l'arrivo di George ci mostrano un “Pippo intermedio”, che ha le caratteristiche di entrambi i personaggi, rendendo meno brusco il passaggio di consegne. In Hold That Pose, ad esempio, Pippo conserva la goffa mimica, l'atteggiamento trasognato e persino la sua storica canzoncina The World Owes Me a Living, tuttavia i suoi abiti rivelano che non siamo di fronte ad un disadattato, ma ad un essere umano perfettamente integrato nella società.

No, Non è Humphrey

Anche qui la voce narrante consiglia a Pippo di praticare un hobby per rilassarsi, solo che questa volta non si tratterà del body building, bensì della fotografia. Hold That Pose è dunque uno dei primissimi How To non sportivi, benché non si discosti troppo dal vecchio modello. Fra le cose su cui si ironizza c'è il gran numero di accessori richiesti per farsi un'attrezzatura professionale, tanto da far passare in secondo piano la macchina fotografica stessa. C'è poi uno sketch in cui vediamo Pippo caricare il rullino in una camera oscura, e infine la divertentissima prova sul campo, che si tradurrà in un inseguimento con un grosso orso feroce. Quest'ultima sequenza si rivelerà il consueto gioiello di umorismo, in cui lo slapstick raggiungerà vertici di demenzialità considerevoli. Come sempre infatti, nel corso dell'inseguimento vedremo la belva di turno non prendersi per niente sul serio, facendo finire il tutto a tarallucci, vino e pacche sulle spalle. Il luna park che fa da sfondo al loro rincorrersi è lo stesso in cui lavorava Paperino in Straight Shooters (1947), mentre l'orso in questione è stato considerato da alcuni storici del cinema una prova generale per il personaggio di Humphrey. Si tratta chiaramente di un grosso abbaglio, visto che il grizzly è graficamente e caratterialmente diversissimo dal tenero e impacciato Humphrey.

di Valerio Paccagnella - Laureato in lettere moderne, è da sempre un grande appassionato di arti mediatiche, con un occhio di riguardo per il fumetto e l'animazione disneyana. Per hobby scrive recensioni, disegna e sceneggia. Nel 2005 fonda “La Tana del Sollazzo”, piattaforma web per la quale darà vita a diverse iniziative, fra cui l'enciclopedico The Disney Compendium e Il Fumettazzo, curioso esperimento di critica a fumetti. Dal 2011 collabora inoltre anche con Disney: scrive articoli per Topolino e Paperinik, e realizza progetti come la Topopedia (2011), I Love Paperopoli (2017) e PK Omnibus (2023).

Scheda tecnica

  • Titolo originale: Hold That Pose
  • Anno: 1950
  • Durata:
  • Produzione: Walt Disney
  • Regia: Jack Kinney
  • Storia: ,
  • Musica: Paul Smith
  • Animazione: Ed Aardal, Hugh Fraser, John Sibley
Nome Ruolo
Ed Aardal Animazione
Jack Boyd Effetti d'Animazione
Walt Disney Produttore
Hugh Fraser Animazione
Dick Kinney Storia
Jack Kinney Regista
Ed Levitt Fondali
Milt Shaffer Storia
John Sibley Animazione
Paul Smith Musica
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