Pippo e il Ballo

Le Inibizioni di George

Gli ultimi due corti della serie di Pippo portano ancora avanti il filone dell'uomo medio George Geef, mostrandocelo non nel suo consueto ambito familiare, bensì in una dimensione più intima e solitaria. Si potrebbe addirittura mettere in dubbio che il pippide di How to Dance sia proprio lui, e infatti ad un certo punto, come se nulla fosse, gli spunta brevemente in testa il tradizionale cappello di Pippo. Eppure nel corto ci si continua a riferire al protagonista con il nome di George Geef, togliendo ogni dubbio sulla questione dell'identità. In apertura di questo ennesimo How To è presente un altro excursus storico, in cui si spiega allo spettatore il ruolo che la danza ha ricoperto per il genere umano nel corso dei secoli. Viene detto senza mezzi termini che tale attività nasce da pulsioni animali che l'uomo si porta dietro sin dalla preistoria, e che al giorno d'oggi in alcuni individui queste inclinazioni si sono oramai inibite. Si prende in esame quindi il caso di George che, da perfetto uomo medio, vive la sua incapacità di danzare con una certa vergogna, e lo si segue attraverso la sua trasformazione in ballerino, grazie alla solita carrellata di sketch irresistibili.

Pompieri e Cavernicoli

Nell'ordine, troviamo George alle prese con un manuale di passi di danza e poi con un manichino usato come partner artificiale. Il più divertente è quello in cui lo vediamo iscriversi ad una scuola di ballo e un delirante montaggio ce lo mostra intento a imparare le danze di ogni paese, subendo metodi di apprendimento ben poco ortodossi. Bisogna segnalare inoltre che nello short è presente un gustoso easter egg: l'orchestrina dei pompieri che suona nel finale altro non è che una caricatura dei Firehouse Five Plus Two, gruppo jazz che all'epoca annoverava fra i suoi componenti due membri dei nine old men, Ward Kimball al trombone e Frank Thomas al piano. La band partecipò realmente alla colonna sonora del corto, venendo regolarmente accreditata nella title card, come successo con altre famose guest star come Harry Howen e Rafael Mendez. A dir poco perentorio è il giudizio sulla società umana che si ha nel finale: quando George tenta di muovere i suoi primi passi come ballerino diplomato viene infatti sommerso da una bolgia di persone che danzano ammucchiate, e una carrellata all'indietro ci rivela la perfetta corrispondenza di questa scena con l'immagine degli uomini primitivi vista in apertura. Forse dopotutto non siamo cambiati poi così tanto...

di Valerio Paccagnella - Laureato in lettere moderne, è da sempre un grande appassionato di arti mediatiche, con un occhio di riguardo per il fumetto e l'animazione disneyana. Per hobby scrive recensioni, disegna e sceneggia. Nel 2005 fonda “La Tana del Sollazzo”, piattaforma web per la quale darà vita a diverse iniziative, fra cui l'enciclopedico The Disney Compendium e Il Fumettazzo, curioso esperimento di critica a fumetti. Dal 2011 collabora inoltre anche con Disney: scrive articoli per Topolino e Paperinik, e realizza progetti come la Topopedia (2011), I Love Paperopoli (2017) e PK Omnibus (2023).

Scheda tecnica

  • Titolo originale: How to Dance
  • Anno: 1953
  • Durata:
  • Produzione: Walt Disney
  • Regia: Jack Kinney
  • Storia: ,
  • Musica: Joseph S. Dubin
  • Animazione: Ed Aardal, George Nicholas, John Sibley
Nome Ruolo
Ed Aardal Animazione
Bruce Bushman Layout
Claude Coats Fondali
Walt Disney Produttore
Joseph S. Dubin Musica
Blaine Gibson Effetti d'Animazione
Dick Kinney Storia
Jack Kinney Regista
George Nicholas Animazione
Milt Shaffer Storia
John Sibley Animazione