La Carica dei 101

La Soluzione di Ub

Tra la fine degli anni 50 e l'inizio degli anni 60 l'animazione Disney stava passando un brutto momento. La produzione regolare di short si era ormai interrotta, e l'ultimo lungometraggio animato, La Bella Addormentata nel Bosco (1959), non era riuscito a ripagare i suoi altissimi costi di produzione. Lo studio era stato purtroppo colpito da un'ondata di licenziamenti, e il futuro stesso di questa forma d'arte era stato messo in forse. Walt Disney aveva infatti confidato a Eric Larson di star valutando l'idea di chiudere il reparto animazione, malgrado fosse l'ultima cosa al mondo che avrebbe voluto. La soluzione venne trovata da Ub Iwerks, che era stato socio di Walt agli albori dello studio. Dopo un decennio di distanza in cui aveva tentato di mettersi in proprio, negli anni 40 Ub era tornato in Disney per occuparsi non più di animazione ma di effetti speciali. L'idea di Iwerks consisteva nel puntare tutto sul processo Xerox, tecnica di sua invenzione che consentiva di fotocopiare direttamente sulle cel gli schizzi degli animatori, saltando la costosa fase d'inchiostrazione. Il sistema era stato sperimentato con successo l'anno precedente nel breve Goliath II (1960), e si poteva quindi applicare senza problemi anche a un lungometraggio. L'animazione Disney era salva.

Il primo film di questo nuovo corso venne adattato da un romanzo della scrittrice inglese Dodie Smith, The Hundred and One Dalmatians (1956), di cui Walt si era assicurato i diritti qualche anno prima. A differenza della bizzosa Pamela L. Travers, la cui condotta avrebbe creato molti problemi durante la realizzazione di Mary Poppins (1964), la Smith si comportò in modo opposto, iniziando con Walt un carteggio entusiasta. La scrittrice arrivò ad affermare di aver scritto il libro nutrendo la segreta speranza che Disney ne potesse trarre un film, e accolse di buon grado le modifiche apportate alla sua opera, ritenendole migliorative. Sebbene da un po' di anni non fosse più coinvolto come prima nella realizzazione di film animati, Walt Disney partecipò a ogni riunione sulla stesura della storia. Per la sceneggiatura però decise di dare carta bianca a Bill Peet, artista che negli ultimi tempi si era distinto come storyman di punta in corti e mediometraggi disneyani, inclusi Ben and Me (1953) e lo stesso Goliath II. Il film divenne così il primo lungometraggio animato Disney a essere sceneggiato da una sola persona. La regia venne invece affidata per l'ultima volta a un team: se ne occuparono Hamilton Luske, Clyde Geronimi e il grande Wolfgang Reitherman, che avrebbe diretto i successivi film completamente da solo.

Dalla Commedia all'Azione

All'inizio degli anni 60 l'animazione Disney volta pagina anche sul fronte dei contenuti. Fiabe e favole vengono messe da parte, considerate non più appetibili per il pubblico, e si preferisce invece focalizzarsi su storie di animali, commedie leggere e racconti contemporanei. Si tratterà di un cinema dal taglio molto diverso, più prosaico, e La Carica dei 101 è il perfetto apripista per questa svolta. Racconta infatti di un bizzarro rapimento di cuccioli dalmata avvenuto nella Londra dei giorni nostri, da parte dell'annoiata miliardaria Crudelia De Mon, desiderosa di trasformarli in una pelliccia. La componente poliziesca però viene introdotta solo dopo che lo spettatore è stato fatto entrare nella storia: nella prima parte del film vediamo infatti formarsi il nucleo familiare dei protagonisti, composto dai cani dalmata Pongo e Peggy (Perdita) e dai loro padroni Rudy (Roger) e Anita. L'animazione Disney tocca vette inedite di intelligenza e arguzia mentre ci mostra passo passo l'evolversi della vita sentimentale di Rudy da single a sposato, il tutto dal punto di vista di Pongo, protagonista e voce narrante. La routine coniugale delle due coppie, l'arrivo della cucciolata, la presa in giro dei palinsesti televisivi che allietano le serate della famigliola, si tratta di materiale mai visto fino a quel momento nei lungometraggi disneyani. Il cinema animato di Walt è ormai entrato nell'età del disincanto, lasciandosi alle spalle l'approccio “idilliaco” di Biancaneve e i Sette Nani (1937) e delle Silly Symphony e abbracciandone uno più concreto e sferzante.

Nella sua seconda parte La Carica dei 101 rompe ogni equilibrio che da sempre ha caratterizzato la formula disneyana e sceglie di sbilanciarsi sul genere action. Il rapimento dei cuccioli e il successivo salvataggio da parte di Pongo e Peggy, che per recuperarli attraverseranno le campagne inglesi, si svolgono in una macrosequenza che occupa una fetta considerevole della pellicola. Questa seconda parte d'azione si contrappone nettamente alle dinamiche comedy della prima metà, ricordando moltissimo la struttura narrativa che avranno in futuro i film Pixar, ricalcati proprio su questo modello. Ad aumentare lo straniamento è il fatto che per la prima volta in assoluto l'animazione disneyana prende le distanze dal genere musical: sono presenti un paio di canzoni, ma rimangono in secondo piano e non scandiscono affatto le fasi della storia come un tempo. Questa svolta poliziesco/avventurosa è sicuramente originale e moderna, ma finisce per appesantire un po' la seconda metà del film. Non mancano però anche qui i motivi d'interesse: poche sequenze sono geniali come il “telegrafo del crepuscolo”, il sistema utilizzato dai cani per comunicare a lunghe distanze. Infine, il fatto che gli animali delle zone limitrofe sfoggino con fierezza soprannomi e titoli da gerarchia militare rende l'idea della cura con cui gli artisti Disney hanno cesellato questa società parallela canina.

Ridefinire la Linea

La Carica dei 101 appartiene a quella gloriosa fase della storia Disney in cui i nine old men sono ancora tutti presenti al reparto animazione. Se si esclude Ward Kimball e ovviamente Wolfgang Reitherman, che qui ricopre il ruolo di regista, i vari Les Clark, Eric Larson, John Lounsbery e Milt Kahl sono tutti coinvolti nella realizzazione della pellicola. Discorso a parte meritano Frank Thomas e Ollie Johnston, che in virtù della loro stretta amicizia si ritrovano qui ad animare due personaggi tra loro strettamente connessi: Pongo e Peggy. Infine troviamo Marc Davis assegnato a Crudelia De Mon, uno dei villain disneyani più importanti di sempre. Questa zitella isterica e sguaiata, apparentemente composta ma capace di lasciarsi andare a comicissimi scatti di rabbia, avrebbe segnato la consacrazione della carriera di Davis come animatore, tanto da suscitare l'invidia di Milt Kahl che, molti anni dopo, nel tentativo di superare in bravura l'amico, avrebbe dato vita a un personaggio analogo, Medusa, in The Rescuers (1977). Crudelia rappresentò anche l'uscita di scena di Davis dal reparto animazione, dato che da quel momento in poi Walt decise di riciclarne il talento come imagineer per Disneyland. Anche gli altri personaggi umani del film sono assolutamente degni di nota. Walt Disney decise di fornire, ancora una volta, agli animatori dei riferimenti live action da usare come modello per capire cosa avrebbe potuto funzionare sullo schermo e cosa no. Inizialmente gli artisti furono scontenti di ciò e si sentirono limitati dalla cosa, ma successivamente capirono le ragioni economiche alla base di questa scelta. Anziché farsi ingabbiare da questo sistema lo cavalcarono, portando le interazioni fra personaggi a un livello di credibilità ancora superiore.

Il look del film è profondamente influenzato dalla nuovissima tecnica Xerox. La mancata inchiostrazione dava modo ai disegni di conservare la spontaneità delle smatitate degli animatori. Gli artisti ebbero modo di portare direttamente sullo schermo il loro lavoro, senza alcun filtro o mediazione, ma mostrando al pubblico tutta la sana sporcizia dei loro bozzetti, completi di linee di costruzione o segni indefiniti. Con maggiore o minore intensità questo nuovo stile sarebbe stato portato avanti per ben tre decenni, prima di essere rimpiazzato all'inizio degli anni 90 dalla cristallina pulizia del CAPS, il nuovissimo sistema di composizione digitale delle immagini brevettato da una giovane Pixar. Per adeguarsi al nuovo stile, il direttore artistico Ken Anderson escogitò un sistema per dare anche ai fondali del film un look abbozzato. Gli sfondi vennero dipinti rappresentando gli oggetti presenti sulla scena come delle sagome colorate, su cui poi sarebbero state sovrapposte le linee di contorno, in modo da non farle combaciare del tutto. Questo stile modernista e volutamente sciatto non piacque a Walt. Il lavoro sul film aveva preso una direzione del tutto diversa dall'ideale estetico che Disney portava avanti sin dagli anni 30, fatto di atmosfere fiabesche e scenari sfarzosi. Il dispiacere per aver deluso il suo capo accompagnò Ken Anderson per molti anni, e fu solo durante l'ultima visita di Walt allo studio prima di morire, che i due si riconciliarono e Anderson capì che era stato finalmente “perdonato” per quello che aveva fatto ai dalmata.

Il Musical Accantonato

Come si è visto, le canzoni questa volta non rappresentano il fulcro del film. La Carica dei 101 rompe per la prima volta una delle regole basilari della narrativa disneyana, scegliendo di rinunciare alla classica struttura musical. Se questo possa considerarsi un pregio o un difetto è da discutere, ma sicuramente costituisce un precedente per il cinema animato Disney. Il film non è però del tutto privo di canzoni: ce ne sono un paio e portano la firma di Mel Leven, che in quegli anni si stava affermando come compositore agli studios. Sua era la colonna sonora del mediometraggio Noah's Ark (1959) e del film live action Babes in Toyland (1961), il che significa che il suo nome in quel periodo costituiva una valida alternativa a quello dei fratelli Sherman. Il duo avrebbe successivamente preso le redini della tradizione musicale disneyana di quegli anni, lasciando in ombra Leven, il quale continuò comunque a scrivere canzoni per cartoni animati del calibro di Scrooge McDuck and Money (1967) e It's Tough to Be a Bird (1969). A firmare la partitura strumentale troviamo invece il collaudato George Bruns, già compositore di diverse colonne sonore disneyane nel decennio precedente. Bruns era riuscito in Sleeping Beauty (1959) a piegare al suo stile addirittura la musica di Tchaikovsky, e negli anni successivi si sarebbe occupato delle strumentali di ogni singolo film animato uscito dallo studio.

  • Cruella DeVil - È paradossale che una pellicola che prende clamorosamente le distanze dalla tradizione musicale disneyana debba buona parte del suo successo proprio ad una delle proprie canzoni. Questo brano è diventato una vera e propria hit nella storia Disney, e nel corso dei decenni è stato oggetto di numerosi remix e cover. La sequenza che la ospita è però degna di nota di per sé. A cantarla è Rudy, compositore di professione, che presenta in anteprima alla famiglia il suo ultimo pezzo, ispirato alla nevrastenica ex compagna di scuola della moglie. Non si tratta solo di uno spunto originale, ma tutta la messinscena mostra i grandissimi progressi degli artisti nella personality animation: Rudy si diverte infatti a stuzzicare Anita, facendo il buffone e flirtando con lei in maniera assolutamente credibile.
  • Kanine Krunchies Jingle - Questa più che una sequenza musicale è una divertente gag, che prende in giro i jingle pubblicitari televisivi. I Kanine Krunchies sono i cereali per cani che fan da sponsor alla serie televisiva di Fulmine (Thunderbolt), che i cuccioli di Pongo e Peggy seguono con passione. Sia la serie tv in questione, traboccante di cliché, sia lo stacco pubblicitario che la accompagna, dimostrano la spiccata vena ironica degli animatori.
  • Dalmation Plantation - Ancora una volta si tratta di una canzone intradiegetica, in quanto viene narrativamente giustificata all'interno della realtà del film. Il brano accompagna l'ultima scena, in cui Rudy annuncia il suo progetto di aprire un allevamento di cani dalmata, componendo una canzone a tema. Si tratta di uno stacco musicale brevissimo, una semplice strofetta, che però regala al film un magnifico finale corale.

Va ricordato che Mel Leven in origine aveva scritto un discreto numero di canzoni per il film, ma questo materiale venne accantonato quando si decise di rinunciare alla solita formula. Infine, sotto il profilo musicale non si può fare a meno di ricordare la diretta citazione alla Silly Symphony Springtime (1929), le cui immagini vengono trasmesse dalla televisione nella sequenza in cui i cuccioli sono a Villa De Mon, prigionieri dei due ladruncoli Orazio e Gaspare.

Sequel, Remake e Spin-Off

Sin dai suoi strampalati e fantasiosi titoli di testa, era evidente che La Carica dei 101 non avesse alcuna intenzione di adeguarsi ai canoni del cinema animato già codificati, bensì di offrire al pubblico qualcosa di completamente nuovo. Gli spettatori rimasero colpiti da una storia dal taglio così diverso, narrata con uno stile che non si era mai visto. Le stilizzazioni e l'animazione limitata viste nei cortometraggi del decennio precedente e lo stile fortemente “angolare” già assaporato in Sleeping Beauty avevano sottilmente spianato la strada a questo nuovo modo di intendere l'arte dell'animazione, rieducando progressivamente il gusto del pubblico. I risultati al botteghino furono ottimi, e considerati i bassi costi di produzione dovuti al processo Xerox, l'animazione disneyana si garantì ancora una volta un futuro. Nei successivi tre decenni si proseguì su questo solco, continuando a focalizzarsi sulle commedie con animali e perfezionando sempre di più l'arte dell'animazione, che ora poteva finalmente tornare a risplendere, libera da filtri o limitazioni.

Come ovvio, la Company dopo la morte di Walt pensò bene di sfruttare il potenziale dei dalmata, cercando più volte di reinterpretarne la storia in versione live action. Si ricorda a questo proposito la Crudelia De Mon interpretata da Glenn Close in 101 Dalmatians (1996) e 102 Dalmatians (2000), quella di Victoria Smurfit nella quarta stagione del serial Once Upon a Time, e il film incentrato su di lei concepito durante la recente ondata di remake dei classici Disney. Per quanto riguarda invece il fronte animato, il franchise non poteva non finire sotto la giurisdizione dei reparti televisivi che, nel 1997, ne hanno tratto una serie tv e qualche anno dopo addirittura un “cheapquel”, il discreto 101 Dalmatians II: Patch's London Adventure (2003), incentrato sulle peripezie del cane/attore che interpreta Fulmine. Questo emulo di Rin-Tin-Tin sarebbe stato scelto nel 2015 dall'animatore veterano Floyd Norman come soggetto per un cortometraggio speciale, prodotto da una speciale unità dei WDAS e destinato ai contenuti speciali del Blu-Ray de La Carica dei 101. Nei suoi due minuti di durata, The Further Adventures of Thunderbolt mostra l'ideale prosieguo dell'episodio visto dai cuccioli in tv nel classico originale, e costituisce un gradevole e sentito omaggio alla gloriosa tradizione disneyana.

di Valerio Paccagnella - Laureato in lettere moderne, è da sempre un grande appassionato di arti mediatiche, con un occhio di riguardo per il fumetto e l'animazione disneyana. Per hobby scrive recensioni, disegna e sceneggia. Nel 2005 fonda “La Tana del Sollazzo”, piattaforma web per la quale darà vita a diverse iniziative, fra cui l'enciclopedico The Disney Compendium e Il Fumettazzo, curioso esperimento di critica a fumetti. Dal 2011 collabora inoltre anche con Disney: scrive articoli per Topolino e Paperinik, e realizza progetti come la Topopedia (2011), I Love Paperopoli (2017) e PK Omnibus (2023).

Scheda tecnica

  • Titolo originale: One Hundred and One Dalmatians
  • Anno: 1961
  • Durata:
  • Produzione: Walt Disney
  • Regia: Clyde Geronimi, Hamilton Luske, Wolfgang Reitherman
  • Storia:
  • Basato su: The One Hundred and One Dalmatians di Dodle Smith
  • Cast: Sandra Abbott, Don Barclay, Cate Bauer, Barbara Beaird, Marjorie Bennett, Jeanne Bruns, Tom Conway, Lisa Daniels, Lisa Davis, David Frankham, Betty Lou Gerson, Mimi Gibson, Ramsay Hill, Bill Lee, Queenie Leonard, Barbara Luddy, Mickey Maga, Sylvia Marriott, Dal McKennon, J. Pat O'Malley, Tudor Owen, George Pelling, Thurl Ravenscroft, Basil Ruysdael, Max Smith, Helene Stanley, Bob Stevens, Rod Taylor, Martha Wentworth, Mary Wickes, Frederick Worlock, Ben Wright
  • Musica: George Bruns
  • Supervisione dell'Animazione: Marc Davis, Ollie Johnston, Milt Kahl, Eric Larson, John Lounsbery, Frank Thomas
Nome Ruolo
Sandra Abbott Cast (Penny)
Hal Ambro Animazione
Ken Anderson Production Design
Ray Aragon Layout
Don Barclay Cast
Dale Barnhart Layout
Cate Bauer Cast (Perdita)
Barbara Beaird Cast (Rolly)
Marjorie Bennett Cast (Duchess)
Ted Berman Animazione
Jack Boyd Effetti d'Animazione
George Bruns Musica
Jeanne Bruns Cast (Radio Signal)
Jack Buckley Effetti d'Animazione
Colin Campbell Layout
Les Clark Animazione
Eric Cleworth Animazione
Tom Conway Cast (Quizmaster, Collie)
Lisa Daniels Cast
Basil Davidovich Animazione
Lisa Davis Cast (Anita)
Marc Davis Animatore principale (Cruella De Vil)
Al Dempster Fondali
Walt Disney Produttore
David Frankham Cast (Sgt. Tibs)
Clyde Geronimi Regista
Vance Gerry Layout
Betty Lou Gerson Cast (Cruella De Vil)
Blaine Gibson Animazione
Mimi Gibson Cast (Lucky)
Don Griffith Layout
Victor Haboush Layout
Joe Hale Layout
Ramsay Hill Cast (Television Announcer, Labrador)
Ralph Hulett Fondali
Ub Iwerks Effetti d'Animazione
Ollie Johnston Animatore principale (Perdita)
Homer Jonas Layout
Milt Kahl Animatore principale
Hal King Animazione
Sammie Lanham Layout
Dorse A. Lanpher Effetti d'Animazione
Eric Larson Animatore principale
Bill Layne Fondali
Bill Lee Cast (Roger (singing voice))
Queenie Leonard Cast (Princess)
John Lounsbery Animatore principale
Dick N. Lucas Animazione
Barbara Luddy Cast (Rover)
Don Lusk Animazione
Hamilton Luske Regista
Eustace Lycett Effetti d'Animazione
Mickey Maga Cast (Patch)
Sylvia Marriott Cast
Dal McKennon Cast (Barking Dogs)
Cliff Nordberg Animazione
Ernie Nordli Layout
J. Pat O'Malley Cast (Colonel, Jasper)
Tom Oreb Animazione
Tudor Owen Cast (Towser)
Ed Parks Effetti d'Animazione
Bill Peet Storia; Animazione
George Pelling Cast (Danny)
Ken Peterson Direzione di Produzione
Thurl Ravenscroft Cast (Captain)
Wolfgang Reitherman Regista
Anthony Rizzo Fondali
Basil Ruysdael Cast (Truck Driver)
John Sibley Animazione
Dodle Smith Storia Originale (The One Hundred and One Dalmatians)
Max Smith Cast
Helene Stanley Cast (Live Action Model: Anita)
Art Stevens Animazione
Bob Stevens Cast
McLaren Stewart Layout
Julius Svendsen Animazione
Rod Taylor Cast (Pongo)
Frank Thomas Animatore principale (Pongo)
Dick Ung Layout
Martha Wentworth Cast (Nanny)
Mary Wickes Cast (Live Action Model: Cruella De Vil)
Frederick Worlock Cast (Horace, Inspector Craven)
Ben Wright Cast (Roger)
Al Zinnen Layout