Elliott, il Drago Invisibile

Cambio di Staff

Il 1977 è un anno molto importante per la Disney Company, perché costituisce un vero e proprio spartiacque tra passato e futuro. Escono infatti sul grande schermo tre pellicole fondamentali per la storia degli studios: Le Avventure di Winnie the Pooh, riproposizione dei tre mediometraggi sull'orsetto precedentemente usciti, e adesso riuniti in una director's cut definitiva, e Le Avventure di Bianca e Bernie, ultimo film d'animazione interamente concepito dalla vecchia guarda dei nine old men. Chiude il trittico il bizzarro Pete's Dragon, un musical a scrittura mista che nelle intenzioni doveva raccogliere il testimone di quelle grandi produzioni di qualche anno prima, come Mary Poppins (1964) e Bedknobs and Broomsticks (1971).

A dire il vero, l'idea per Pete's Dragon aleggiava agli studios da vent'anni. In origine si trattava di un breve racconto scritto da Seton I. Miller e S.S. Field e mai pubblicato, di cui Walt si aggiudicò i diritti nel corso degli anni 50. Inizialmente si voleva usare questo materiale come base per un episodio della serie televisiva antologica Disneyland. L'idea tuttavia si perse per strada, per riaffiorare solo dopo la morte di Walt in forma di lungometraggio a scrittura mista. Alla fine degli anni 70 però molte cose sono cambiate agli studios, e il film non può più contare sugli stessi talenti che avevano lavorato su Mary Poppins e Bedknobs and Broomsticks, come il regista Robert Stevenson, lo sceneggiatore Bill Walsh e i grandissimi Sherman Brothers, compositori dei precedenti musical disneyani. La regia di Pete's Dragon viene quindi curata da Don Chaffey, mentre la colonna sonora si deve ad Al Kasha e Joel Hirschhorn. A dirigere l'animazione troviamo invece Don Bluth, che all'epoca si pone come erede della tradizione dei nine old men.

Il Senso della Misura

Pete's Dragon è ambientato agli inizi del 900 e segue le peripezie di un orfanello, Peter (Sean Marshall), in fuga dalla sua crudele e grottesca famiglia adottiva, i Gogan. Il piccolo arriva nella cittadina immaginaria di Passamaquoddy, e fa amicizia con la guardiana di un faro, Nora (Helen Reddy) e il suo vecchio padre Lumpy (Mickey Rooney). A fargli da angelo custode è il simpaticissimo Elliott, un drago animato che si esprime in un linguaggio incomprensibile ed è capace all'occorrenza di rendersi invisibile. Sebbene per questioni di budget lo screen time di Elliott non sia moltissimo, il personaggio è il fulcro degli eventi. C'è chi non crede nella sua esistenza, chi incolpa Peter dei danni che provoca, e chi invece è interessato a impadronirsene, come il Dr. Terminus (Jim Dale), ciarlatano di Passamaquoddy. Grazie all'aiuto di Elliott, l'orfanello riuscirà ad affrancarsi dai suoi persecutori e iniziare una vita con la sua nuova famiglia. Sebbene il lungometraggio ricalchi in tutto e per tutto la formula dei grandi musical disneyani a scrittura mista, Pete's Dragon sfigura in confronto ai suoi predecessori.

Per tutte le due ore di durata è possibile infatti riscontrare svariate ingenuità narrative e molti stilemi oggi assai datati. L'alta qualità dell'animazione e l'ottima colonna sonora riescono a compensare nei limiti del possibile i problemi di storytelling, ma l'impressione che rimane al termine della visione è che questo valido materiale avrebbe potuto essere organizzato decisamente meglio. Uno dei problemi più grossi è la componente live action: i personaggi umoristici come i Gogan, il Dr. Terminus, il suo assistente e persino il vecchio Lumpy tendono a gigioneggiare troppo, dando alla loro recitazione una sfumatura grottesca e puerile. Questa mancanza di misura si avverte un po' in tutto il film, ricco di sequenze ridondanti e incapace di valorizzare la sua pur bella colonna sonora. Le sequenze musicali infatti risultano troppo lunghe, e anziché snellire la storia la appesantiscono cadendo in alcuni errori piuttosto elementari: i personaggi che cantano, ad esempio, sono spesso oggetto di inquadrature statiche che tolgono naturalezza all'insieme. Insomma, la mancanza di quel perfetto equilibrio narrativo che era invece prerogativa di Walt e della sua cerchia di artisti, si fa sentire fin troppo.

Elliott, il Piatto Forte

I difetti della componente live action di Pete's Dragon non si riflettono minimamente nell'animazione. Anzi, si può sicuramente dire che il personaggio di Elliott sia il punto di forza dell'intera pellicola. I precedenti lungometraggi in tecnica mista, pur mostrando di frequente attori in carne ed ossa recitare a stretto contatto con personaggi disegnati, preferivano confinare le porzioni animate in sequenze specifiche, che costituivano quasi degli episodi estrapolabili dal resto del film. Si ricordano a questo proposito i segmenti con Fratel Coniglietto in Song of the South (1948), la passeggiata all'interno dei quadri di Bert in Mary Poppins (1964) e ovviamente la straordinaria partita di calcio tra animali, presente in Pomi d'Ottone e Manici di Scopa (1971). In Pete's Dragon invece Elliott è una presenza costante per tutto il lungometraggio, pur concedendosi un numero limitato di apparizioni. Del suo design è responsabile il veterano Ken Anderson, mentre spetta a Don Bluth dirigerne l'animazione. A Elliott vengono inoltre conferiti alcuni tratti che ricordano i draghi orientali, tradizionalmente considerati figure positive.

Va ricordato che in quella fase della storia dello studio, i nine old men se ne erano ormai andati, e il testimone era stato raccolto in via del tutto provvisoria da un gruppo di animatori fra cui spiccava proprio Bluth. Buona parte di questi artisti, appartenenti alla “generazione 1.5” dell'animazione Disney, avrebbero poi seguito Don Bluth dopo il suo abbandono, lasciando il futuro dello studio nelle mani della seconda generazione di artisti. Elliott è quindi il primo personaggio Disney concepito e animato senza l'aiuto dei nove vecchi. Nel team di animatori che se ne occuparono è possibile scorgere alcune figure chiave della squadra di Bluth come Gary Goldman e John Pomeroy, ma anche alcuni futuri capisaldi dello studio come Ron Clements, Dale Baer, Don Hahn e soprattutto il leggendario Glen Keane. La commistione fra i diversi stili di questi artisti emergenti riuscirà piuttosto bene, dando modo a Elliott di sfoggiare un design classico ma una recitazione moderna e ricca di verve, che lo candiderà a diventare uno dei personaggi più riusciti della filmografia Disney.

Una Colonna Sonora Ipertrofica

Come si è visto, la colonna sonora di Pete's Dragon valorizza e nel contempo danneggia il film. Le canzoni scritte da Al Kasha e Joel Hirschhorn sono sicuramente valide, ma vengono spesso inserite all'interno della narrazione in modo approssimativo. I numeri musicali inoltre hanno una durata sproporzionata alla loro reale funzione narrativa, concedendosi spesso reprise eccessivamente lunghi. Non è un caso quindi che il lungometraggio sia stato nel corso degli anni pesantamente editato in occasione delle sue svariate edizioni cinematografiche, televisive e home video. Versioni più lunghe o più brevi del film si sono avvicendate, e addirittura in molti stati europei il film non è mai arrivato in edizione integrale, nemmeno dopo il passaggio al formato blu ray.

  • The Happiest Home in These Hills - Il numero musicale di apertura vede protagonisti i Gogan, che ballano e cantano mentre cercano Peter fuggito nei boschi. La canzone è musicalmente molto valida e ha un testo ironico, ma la messinscena è fin troppo grottesca e l'effetto è stucchevole. Inoltre come biglietto da visita per il film non funziona bene, e non stupisce che la canzone sia stata completamente rimossa nella versione oltreoceano della pellicola.
  • Boo Bop Bop Bop Bop (I Love You, Too) - Questo tenero brano presenta la bizzarra amicizia tra Elliott e Peter, che duettano nelle campagne dopo essere sfuggiti ai Gogan. La canzone è davvero piacevole e la sequenza è stupenda, avvalendosi della straordinaria animazione Disney. Purtroppo però si tratta dell'unico numero musicale in cui Elliott è in scena. Nelle canzoni successive sarà sempre assente oppure invisibile.
  • I Saw a Dragon - In questa festosa sequenza il vecchio Lumpy arriva allarmato alla taverna per dire a tutti di aver visto un drago, facendosi prendere in giro e dando inizio ad un numero musicale molto lungo. L'entrata in scena di Nora dimostra che nelle intenzioni questa sequenza doveva costituire la presentazione dei personaggi, ma il suo ruolo viene meno nella seconda parte, quando si trasforma in una lunga danza fine a sé stessa. Nelle edizioni europee è presente solo la prima metà.
  • It's Not Easy - Il tenero duetto tra Peter e Nora ha una funzione narrativa molto precisa: far conoscere tra loro i due personaggi. Musicalmente si tratta di un brano molto valido, e questa volta anche la messinscena funziona, dato che i due non si limitano a cantare e basta ma continuano nel mentre a svolgere le loro attività: Nora prepara Peter per andare a letto, e la canzone assume quindi il ruolo di una dolce ninna nanna.
  • Passamaquoddy - L'arrivo in città del ciarlatano Dr. Terminus e del suo assistente Gnocco (Red Buttons) è descritto con toni comici e caricaturali, e viene quindi accompagnato da una lunga sequenza musicale in cui il truffatore cerca di riconquistarsi la fiducia degli abitanti di Passamaquoddy, un tempo truffati da lui. Jim Dale è un bravo attore e la sua mimica è formidabile, ma il film non è in grado di limitarne la gigioneria e l'effetto è ancora una volta stucchevole. Anche questa sequenza è stata abbondantemente accorciata nelle edizioni europee del film.
  • Candle on the Water - Musicalmente siamo di fronte al vero capolavoro del film. Questa dolce canzone che Nora dedica al suo amore disperso per mare è sicuramente il brano più potente della colonna sonora di Pete's Dragon. È un peccato che la sua infelice collocazione l'abbia portato ad essere brutalmente tagliato nelle edizioni europee. La sequenza infatti non si incastra molto bene con il resto della narrazione, e consiste in una serie di inquadrature statiche di Nora che canta rivolta verso il mare. In alcuni paesi la canzone è stata però recuperata, andando a sostituire il medley presente nei lunghi titoli di testa del film.
  • There's Room for Everyone - Questa bella canzone è un po' il sintomo dei problemi del film. Rientra tra i brani che sono stati fortemente accorciati nelle successive edizioni, facendo così perdere il senso della scena che vede Nora portare Peter a scuola e coinvolgere strada facendo gli altri bambini del paese. Nelle edizioni europee mancano le coreografie e non si capisce bene da dove arrivino i bambini e come mai siano al seguito di Nora. Inoltre il brano costituisce una sorta di “doppione” della successiva Brazzle Dazzle Day, rivelando la mancanza di equilibrio che permea tutto il film.
  • Every Little Piece - Al Dr. Terminus e al suo assistente tocca un secondo brano, in cui illustrano allo spettatore il loro piano. Anche questa sequenza non si sottrae ai problemi che attanagliano il film. La canzone è troppo lunga, tanto da esser stata dimezzata nelle edizioni europee, inoltre i due si esibiscono con canti e balli... all'interno di uno spazio minuscolo, dando alla scena un sapore claustrofobico e accentuandone la stucchevolezza.
  • Brazzle Dazzle Day - Una bella sequenza musicale il cui scopo è far toccare alla narrazione il punto più alto, prima di iniziare la discesa verso il finale. Il terzetto composto da Peter, Nora e Lumpy pulisce il faro con coreografie davvero simpatiche, mentre la telecamera si permette riprese ardite e inquadrature aeree spettacolari. Anche i tagli questa volta sono minimi.
  • Bill of Sale - Tornano in scena i Gogan per un secondo numero musicale in cui reclamano il possesso di Peter. La canzone è orecchiabile, ma la sequenza risente degli stessi problemi di quella d'apertura, risultando fin troppo grottesca e venendo di conseguenza accorciata nelle edizioni europee.

Si segnalano inoltre nel finale due reprise di I Saw a Dragon e Brazzle Dazzle Day. Va infine sottolineato il ruolo avuto nella realizzazione delle strumentali dal grande Irwin Kostal, che già si era occupato dei musical a scrittura mista prodotti in precedenza, e che in seguito avrebbe lavorato alla musica di Mickey's Christmas Carol (1983).

Taglia e Cuci

In definitiva Pete's Dragon è un film pieno di ingredienti validissimi, ma cucinati insieme senza la perizia che contraddistingueva lo studio ai tempi di Walt. Più di ogni altra cosa, è il film che dimostra come durante gli anni 70 agli studi Disney si fosse preservato il know how solo per quanto riguardava l'animazione, lasciando invece il live action senza una vera e propria guida. Il film non fu un flop, e ricevette persino due nomination agli Oscar per la colonna sonora e in particolare per la canzone Candle on the Water, ma non ricevette un unanime consenso dalla critica. Lo stesso Leonard Maltin affermò che a salvare il film fosse quasi unicamente la sua componente animata, in grado di compensare le debolezze del live action. A rendere ben chiaro che qualcosa nella produzione non era andato nel verso giusto fu il grandissimo numero di tagli a cui il film venne sottoposto nelle sue successive edizioni. Pete's Dragon venne accorciato e allungato svariate volte in modi sempre diversi, tentando di mascherare in qualche modo le sue debolezze strutturali e arrivando ad essere presentato al pubblico in una versione “quasi integrale” solo nell'edizione home video uscita in USA.

Dopo questo film la scrittura mista venne messa da parte per undici anni, riaffiorando solo nel 1988 in occasione del bizzarro Chi Ha Incastrato Roger Rabbit?, la cui impostazione sarebbe stata ben diversa dai grandi musical degli anni 60 e 70, considerati oramai un capitolo chiuso. Il personaggio di Elliott divenne tuttavia iconico, riuscendo a travalicare i confini della sua pellicola di origine. Non stupisce quindi che, durante il boom dei remake, la Disney Company abbia messo in cantiere una nuova versione del film (2016), questa volta priva di canzoni e di animazione tradizionale, lasciando l'onere di animare un Elliott in CGI alla Weta, anziché ricorrere agli storici Walt Disney Animation Studios.

di Valerio Paccagnella - Laureato in lettere moderne, è da sempre un grande appassionato di arti mediatiche, con un occhio di riguardo per il fumetto e l'animazione disneyana. Per hobby scrive recensioni, disegna e sceneggia. Nel 2005 fonda “La Tana del Sollazzo”, piattaforma web per la quale darà vita a diverse iniziative, fra cui l'enciclopedico The Disney Compendium e Il Fumettazzo, curioso esperimento di critica a fumetti. Dal 2011 collabora inoltre anche con Disney: scrive articoli per Topolino e Paperinik, e realizza progetti come la Topopedia (2011), I Love Paperopoli (2017) e PK Omnibus (2023).

Scheda tecnica

  • Titolo originale: Pete's Dragon
  • Anno: 1977
  • Durata:
  • Produzione: Jerome Courtland, Ron Miller
  • Regia: Don Chaffey
  • Supervisione dell'Animazione: Ken Anderson, Don Bluth
Nome Ruolo
Ken Anderson Supervisore all'Animazione
Don Bluth Supervisore all'Animazione
Don Chaffey Regista
Ron Clements Animazione
Jerome Courtland Produttore
Bob Davies Animazione
Gary Goldman Animazione
Bill Hajee Animazione
Joe Hale Layout
Chuck Harvey Animazione
Glen Keane Animazione (Elliott the Dragon)
Ron Miller Produttore
Cliff Nordberg Animazione
John Pomeroy Animazione