La Festa di Pluto

Quell'Idiota di Topolino

Sotto la direzione di Milt Schaffer, qui alla sua unica regia disneyana, inizia la tripletta conclusiva per la serie di Topolino. Il personaggio in questi primi anni 50 se la sta passando decisamente male, dato che i suoi stessi corti altro non sono che puri pretesti per tornare a vedere sullo schermo le avventure di Pluto, rimasto invece orfano della sua serie. Il vero beniamino del pubblico è ormai il cane, mentre Mickey purtroppo è diventato un personaggio poco interessante. Il suo design ha ormai perso l'appeal di qualche anno prima, dirigendosi verso una stilizzazione poco convincente, e il suo carattere risente pesantemente del progressivo imborghesimento cui è stato sottoposto nel dopoguerra. Topolino è diventato una persona banalotta, miope e incapace di rendersi conto di quel che accade intorno a lui. È con il punto di vista di Pluto che coincide quello dello spettatore oramai, e non stupisce che in questi ultimi tre corti si scelga di perpetuare il meccanismo umoristico che vede Pluto tentare di far presente a Topolino i suoi disagi, rimanendo inascoltato. In Pluto's Party la situazione è particolarmente penosa: è il compleanno di Pluto e, credendo di farlo felice, Topolino gli organizza una festicciola in giardino, invitando un esercito di topini.

Piangere alla Propria Festa di Compleanno

Questi bimbetti sembrerebbero essere l'ideale evoluzione degli orfani che erano stati protagonisti di una manciata di corti negli ormai lontani anni 30, e che adesso sono stati graficamente adeguati al modello di Topolino. La malignità e l'aggressività di un tempo sembrano essersi esaurite, tuttavia la loro condotta scalmanata e poco gestibile finirà per rovinare letteralmente la festa a Pluto. È particolarmente triste vedere la delusione del cucciolone, scontento di ogni cosa, dal regalo alle attività organizzate, senza nemmeno aver la possibilità di lamentarsene, pena i rimbrotti del cieco Topolino. L'apice della frustrazione viene raggiunto dopo l'ultima fetta di torta, quando la masnada diserterà istantaneamente la scena e Pluto rimarrà da solo al tavolo a singhiozzare con rabbia, senza aver avuto nemmeno la sua parte di dolce. È impossibile non rimanere ammirati dall'immenso lavoro fatto su Pluto, la cui caratterizzazione ricorda proprio quella di un bambino, in lacrime per aver visto disattese le proprie aspettative. Fortunatamente alla fine Topolino comprenderà il suo stato d'animo, ponendo prontamente rimedio alla cosa e riscattandosi dalla sua miopia. Si tratterà di un breve spiraglio di sensibilità che di certo non frenerà il declino del Topo, ma fornirà una chiosa azzeccata ad uno dei cortometraggi più “malinconici” prodotti in questo periodo.

di Valerio Paccagnella - Laureato in lettere moderne, è da sempre un grande appassionato di arti mediatiche, con un occhio di riguardo per il fumetto e l'animazione disneyana. Per hobby scrive recensioni, disegna e sceneggia. Nel 2005 fonda “La Tana del Sollazzo”, piattaforma web per la quale darà vita a diverse iniziative, fra cui l'enciclopedico The Disney Compendium e Il Fumettazzo, curioso esperimento di critica a fumetti. Dal 2011 collabora inoltre anche con Disney: scrive articoli per Topolino e Paperinik, e realizza progetti come la Topopedia (2011), I Love Paperopoli (2017) e PK Omnibus (2023).

Scheda tecnica

  • Titolo originale: Pluto's Party
  • Anno: 1952
  • Durata:
  • Produzione: Walt Disney
  • Regia: Milt Shaffer
  • Storia: ,
  • Musica: Oliver Wallace
  • Animazione: Norman Ferguson, Fred Moore, Charles Nichols, Marvin Woodward
Nome Ruolo
Bill Berg Storia
Walt Disney Produttore
Norman Ferguson Animazione
Blaine Gibson Effetti d'Animazione
Fred Moore Animazione
Charles Nichols Animazione
Lance Nolley Layout
Leo Salkin Storia
Milt Shaffer Regista
Oliver Wallace Musica
Thelma Witmer Fondali
Marvin Woodward Animazione