Topolino e il Cervello in Fuga

Topolatitanze

Nel 1953 il cortometraggio The Simple Things chiuse in maniera ingloriosa la fortunata serie di cortometraggi di Topolino iniziata nel 1928. Da molti anni Mickey era ormai diventato lo spettro del personaggio che era. L'eroe del New Deal di Roosevelt, pronto a buttarsi a capofitto con giovanile entusiasmo nelle attività più disparate, si era ormai irrimediabilmente imborghesito e non rispecchiava più il pubblico americano, che dal dopoguerra in poi si identificava invece nelle più ironiche figure di Pippo e Paperino. L'avvento della televisione aveva inoltre segnato il declino della produzione cortometraggistica ad Hollywood, ponendo fine alla cosiddetta golden age dell'animazione. Gli studios di conseguenza da quel momento in poi accantonarono i corti, preferendo produrre saltuariamente dei mediometraggi da una ventina minuti, da loro chiamati featurettes. Fu proprio all'interno di due featurettes che Topolino tornò trionfalmente nelle sale cinematografiche trent'anni dopo. In Canto di Natale di Topolino (1983) e Il Principe e il Povero (1990) Topolino agiva al fianco del resto del cast degli standard characters per dare vita alla reinterpretazione in costume di due classici della letteratura. Tuttavia per vederlo tornare nuovamente nei suoi panni, e nel tradizionale formato dei corti, fu necessario attendere il 1995 e l'uscita dello strepitoso Runaway Brain.

Walt Disney Feature Animation Paris, France

Questo corto ha una certa importanza nella storia Disney perché rappresenta il primo frutto del passaggio dell'unità di Parigi da studio satellite della Disney Television a succursale francese dei WDAS. Fondato dai fratelli Paul e Gaetan Brizzi, questo studio ebbe infatti una storia piuttosto singolare: in origine lavorava su Babar ma venne presto comprato dalla company, per integrarlo alla Disney Television. Per qualche anno gli artisti francesi lavorarono con profitto alle prime serie televisive disneyane, fino a che vennero incaricati di realizzare addirittura dei lungometraggi tratti da esse. Zio Paperone alla Ricerca della Lampada Perduta fu il primo, e In Viaggio con Pippo in un certo senso il secondo. Quest'ultimo venne in realtà coprodotto dai WDAS che in quell'occasione decisero di rubare alla Disney Television questo talentuoso team, trasformandolo in una propria estensione. In Viaggio con Pippo rappresentò quindi per i Brizzi il superamento di un test, al quale seguì una totale trasformazione. Il nome dello studio divenne Walt Disney Feature Animation Paris, France e da quel momento in poi partecipò attivamente alla produzione di capolavori quali Il Gobbo di Notre Dame, Tarzan, Fantasia 2000, Atlantis e Destino. Ma per prima cosa si decise di produrre questo corto di Topolino, motivo per cui il grande Andreas Deja venne inviato da Burbank per istruire gli animatori e supervisionarne da vicino la realizzazione.

Un Kolossal in Miniatura

Pur adottando dopo tanti anni questo formato, non si può certo dire che Runaway Brain ricalchi la struttura dei corti più tradizionali, basati su una storia semplice e numerosissime gag. In meno di otto minuti la storia raccontata riesce a mantenere il respiro di un kolossal d'azione, dimostrando un'ottima capacità di gestione dei ritmi, superiore a quanto visto ne Il Principe e il Povero, la cui sceneggiatura risultava un po' compressa. In cerca di guadagno facile per festeggiare il suo anniversario con Minni, Topolino si ritrova suo malgrado nelle mani di uno scienziato pazzo che scambia il suo cervello con quello di un enorme “pietride” simile al mostro di Frankenstein. L'ovvia conseguenza è quella di ritrovarsi con un'inquietante versione ferina di Topolino, e con il vero Topolino imprigionato nel corpo di un gigantesco Gambadilegno. Dopo una corsa a perdifiato per le strade della città le cose verranno sistemate, e non mancherà l'occasione di omaggiare King Kong quando Topolino, tornato nei suoi panni, dovrà salvare Minni dal mostro, in un'esaltante sequenza d'azione sulla cima di un grattacielo. Questo puntare molto sulla trama, immergendo Topolino in un'avventura urbana dal retrogusto sci-fi, è alquanto insolito per una produzione animata, e avvicina moltissimo Runaway Brain alla dimensione fumettistica, nella quale Topolino viveva da sempre avventure di grande respiro.

Le Tue Braghette Rosse...

Tanto nella regia quanto nel comparto visivo Runaway Brain è assolutamente magistrale. Ma la cosa che stupisce di più è la bellissima interpretazione che viene data di Topolino, nuovamente nei suoi panni dopo le recenti apparizioni in costume. La versione imborghesita e vestita di tutto punto che negli anni 50 gli aveva fatto perdere l'affetto del pubblico viene messa da parte, e sotto la supervisione di Deja (che già lo animò in Chi Ha Incastrato Roger Rabbit?) si preferisce restituire a Topolino quell'atteggiamento da allegro ragazzino spensierato che aveva in passato. Per l'occasione il viso torna ad essere bianco e soprattutto tornano le braghette rosse degli anni 30, capaci di alleggerirne notevolmente il design e rendere il personaggio più scattante e giovanile, ma non per questo antiquato. La prima scena ci mostra infatti Topolino con in mano un joypad, giocare ad un immaginario picchiaduro con i Sette Nani. Questo sarà solo il primo dei numerosi inside joke ed easter eggs nascosti: il corto trabocca di gag surreali (il cervello tripartito di Topolino) e citazioni tra cui L'Esorcista e Steamboat Willie. Persino il nome dello scienziato pazzo, il Dr. Frankenollie, è un riferimento ai due grandi animatori Frank Thomas e Ollie Johnston. Questo personaggio, una bizzarra scimmia antropomorfa, è inoltre un omaggio ai tre scienziati con l'aspetto di primati visti nella celeberrima storia a strisce del 1932 Topolino e Orazio nel Castello Incantato. Sono infine presenti anche Minni, sottoposta allo stesso restyling del fidanzato, e Pluto, fedelissimo invece al suo modello più tradizionale.

Il Destino di un Topo

Runaway Brain venne abbinato negli USA alla pellicola live action Un Ragazzo alla Corte di Re Artù, mentre in Europa si preferì mandarlo nelle sale assieme a In Viaggio con Pippo, collegando questi due step della storia degli studi parigini in un unico spettacolo a base di standard characters. Il corto era riuscito in un colpo solo a svecchiare il personaggio di Topolino, ricollegandolo alle sue radici, ad esprimere tutto il potenziale del team dei Brizzi e ad avvicinare lo stile narrativo dell'animazione a quello fumettistico, troppo spesso percepito come distante. Un simile risultato non poteva non fare scuola, e infatti qualche anno dopo questa bellissima versione di Topolino venne presa a modello per il rilancio televisivo del personaggio. Voluta da Roy Disney, la serie televisiva Mickey Mouse Works (1999) metteva infatti in scena un Topolino con la stessa vitalità di quello visto in Runaway Brain, ereditando dal corto in questione sia l'abbigliamento che l'aspetto del suo villino (il volto però tornò rosa). E il revival delle braghette rosse non terminò qui: i fumetti danesi targati Egmont, i prodotti prescolari, la serie di corti televisivi diretti da Paul Rudish e persino il cortometraggio Get a Horse!, realizzato degli stessi WDAS, contribuirono a stabilizzare per Topolino questo nuovo look, restituendoci il miglior Mickey Mouse in assoluto, quello allegro e avventuroso dei suoi gloriosi anni ruggenti.

di Valerio Paccagnella - Laureato in lettere moderne, è da sempre un grande appassionato di arti mediatiche, con un occhio di riguardo per il fumetto e l'animazione disneyana. Per hobby scrive recensioni, disegna e sceneggia. Nel 2005 fonda “La Tana del Sollazzo”, piattaforma web per la quale darà vita a diverse iniziative, fra cui l'enciclopedico The Disney Compendium e Il Fumettazzo, curioso esperimento di critica a fumetti. Dal 2011 collabora inoltre anche con Disney: scrive articoli per Topolino e Paperinik, e realizza progetti come la Topopedia (2011), I Love Paperopoli (2017) e PK Omnibus (2023).

Scheda tecnica

  • Titolo originale: Runaway Brain
  • Anno: 1995
  • Durata:
  • Produzione: Allison Abbate, Pam Coats, Ron Tippe
  • Regia: Chris Bailey
  • Soggetto:
  • Musica: John Debney
  • Supervisione dell'Animazione: Andreas Deja
Nome Ruolo
Allison Abbate Produttore Associato
Chris Bailey Regista
James Beihols Supervisione Layout
David A. Bossert Supervisione Effetti Speciali
Irma Cartaya Supervisione Ink & Paint
Chris Chase Direzione di Produzione
Pam Coats Produttore Esecutivo
Dan Cooper Supervisione Fondali
Annamarie Costa Supervisione Pianificazione Scene
John Debney Musica
Andreas Deja Supervisore all'Animazione
Ian Gooding Direzione Artistica
Tim Hausen Soggetto
Dan Tanaka Supervisione Cleanup
Ron Tippe Produttore