Star Wars: Episodio I - La Minaccia Fantasma

L'Epopea Capovolta

La saga di Star Wars è sicuramente un pezzo di storia del cinema. Non certo per la qualità delle singole pellicole che ne fanno parte, quanto per lo straordinario effetto che tale corpus ha avuto nel suo insieme. Si può infatti dire che nel corso degli anni la space opera nata dalla mente di George Lucas abbia acquisito presso il pubblico un significato tale da tramutarsi in un fenomeno difficilmente gestibile anche per il suo stesso creatore. Quella che nella testa di Lucas è sempre stata creta da rimodellare di continuo, per i suoi fan ha invece assunto i contorni di una vera e propria religione, fatta di dogmi ed elementi intoccabili. Era inevitabile quindi che col tempo si andasse a creare un robusto muro tra le due parti, dovuto alla palese inconciliabilità di queste due visioni. Fondamentale in questo processo di allontanamento fu la creazione della cosiddetta trilogia prequel, che ebbe inizio nel 1999 con l'arrivo nelle sale de La Minaccia Fantasma, concepito da George Lucas come ideale apripista per l'intera epopea.

La scelta senza precedenti di rielaborare Star Wars trasformandolo in un'esalogia che spostasse l'attenzione verso la figura di Darth Vader si rivelò una mossa interessante, pur con tutte le implicazioni che questo comportava, prima fra tutte l'ordine di uscita non cronologico dei vari episodi. Che Lucas avesse in mente per Star Wars un'operazione di questo tipo era noto da tempo, benché le sue dichiarazioni spesso fossero state vaghe e contraddittorie. Si sapeva infatti che dopo il grande successo riscosso da Una Nuova Speranza (1977), George aveva esteso notevolmente i confini della sua galassia, immaginando antefatti e retroscena che sarebbero dovuti prima o poi essere raccontati. Altre volte l'autore disse di voler realizzare dei film che, al contrario, proseguissero la storia, ma senza mai arrivare a concretizzare la cosa. L'indizio più importante che il futuro della saga andasse ricercato nel suo passato era invece la peculiare numerazione delle pellicole già esistenti, i cui titoli di testa rivelavano essere gli episodi IV, V e VI.

Era chiaro che prima o poi sarebbe arrivato il momento di affrontare anche questa fantomatica prima metà della storia, ma ci vollero diversi anni prima che Lucas decidesse di mettersi al lavoro. Nel frattempo furono i numerosi romanzi e fumetti, che prodotti sulla scia dei film originali ne sfruttarono il più possibile la licenza, a tenere vivo l’amore per Star Wars. Il successo dei libri scritti da Timothy Zahn o dei fumetti della Dark Horse aveva incoraggiato Lucas a tornare a esplorare la galassia lontana lontana, tanto più che con il progredire della tecnologia e l'arrivo della CGI adesso la sua fantasia avrebbe potuto finalmente sbizzarrirsi senza limitazioni. George decise quindi di mettere mano alla saga dirigendo in prima persona gli episodi I, II e III e occupandosi inoltre di rielaborare i film precedenti con delle Edizioni Speciali (1997) che potessero armonizzarli maggiormente a ciò che la sua Lucasfilm aveva in serbo per gli anni a venire.

La Politica di George Lucas

Nel riconfigurare la saga come la storia della caduta di Anakin Skywalker, questo primo film ne individua l'origine proprio nel desertico pianeta Tatooine. In uno scenario ben noto agli appassionati, il piccolo schiavo Anakin (Jake Lloyd) viene trovato e coinvolto negli eventi dal maestro Jedi Qui-Gon Jinn (Liam Neeson) e dal suo allievo Obi-Wan Kenobi (Ewan McGregor). A far da cornice a tutto questo è l'invasione del pianeta Naboo ad opera della Federazione dei Mercanti, un atto puramente simbolico compiuto per protestare contro la nuova tassazione sulle rotte mercantili. Quello che a prima vista potrebbe sembrare un conflitto di poco conto, è in realtà orchestrato dal Signore dei Sith Darth Sidious (Ian McDiarmid) allo scopo di creare uno scandalo per poter prendere il potere in Parlamento. Siamo negli anni della Vecchia Repubblica, in cui gli Jedi sono numerosi e lavorano come diplomatici al servizio della pace, ma è anche un'epoca instabile: il benessere ha infatti portato a una decadenza dei costumi, aprendo la strada alla corruzione e indebolendo così il vecchio ordine. George Lucas mise momentaneamente da parte i toni più scanzonati e decise di alzare notevolmente il registro della sua narrazione, nel tentativo di restituire a quell'epoca la sua aura leggendaria ed evolvere così il proprio linguaggio cinematografico. Innumerevoli appassionati della saga rimasero sconcertati da questo radicale cambio di approccio, bollando La Minaccia Fantasma come uno dei film più deludenti della storia del cinema.

Molte furono le scelte del regista pesantemente criticate, tanto da ritenere la pellicola un vero e proprio tradimento nei confronti dello spirito originale della saga. Il principale capro espiatorio fu la figura di Jar Jar Binks, uno dei primissimi personaggi realizzati interamente in digitale, che rappresentò un tentativo piuttosto maldestro di Lucas di alleggerire l'atmosfera inserendo una spalla comica. L'idea era quella di omaggiare un certo tipo di cinema dei tempi andati, dando al goffo Jar Jar un ruolo alla Stepin Fetchit, attore nero specializzato in ruoli macchiettistici e stereotipati. La scelta si rivelò sicuramente inadeguata al tono della pellicola, ma non meno goffa di altre precedenti creazioni dello stesso Lucas: gli scontati siparietti dei droidi comprimari o gli stessi Ewoks erano infatti piuttosto in linea con la pochezza umoristica di Jar Jar. Un altro elemento di scontento fu l'introduzione dei midi-chlorian, organismi microscopici che vennero additati come un patetico tentativo di spiegare scientificamente la Forza, rovinando quindi la componente mistica della saga. Anche in questo caso le critiche furono prive di fondamento: i midi-chlorian infatti altro non erano che un tramite e non spiegavano in alcun modo il grande mistero, ma solo la maggior predisposizione di certi individui alla Forza.

In realtà La Minaccia Fantasma è tutt'altro che un film perfetto, ma i suoi problemi stanno altrove. Innanzitutto non bisogna dimenticare che il fenomeno Star Wars aveva assunto contorni incredibili, generando un tale hype da rendere assolutamente impossibile ripagare l'attesa. Soprattutto se si considera la direzione che Lucas intendeva intraprendere, opposta alle aspettative di chiunque. Far tornare Star Wars cambiandone completamente i presupposti, il cast e il registro narrativo, dopo sedici anni di fremente attesa fu un atto coraggioso ma anche folle. George Lucas forzò la mano al suo pubblico, spostando l'attenzione dalle allegre scorribande ribelli alle austere aule del Parlamento e imbastendo un fitto intrigo politico difficilmente comprensibile. Il vero errore del regista fu tutto qui: non capire che una tassazione delle rotte mercantili e uno scandalo burocratico non erano affatto il punto di partenza ideale per immergersi nella vicenda. L'inizio de La Minaccia Fantasma è infatti quanto di più disorientante si possa proporre a un pubblico generalista: un bombardamento di complesse informazioni esposte in modo confuso e inefficace. È solo in un secondo momento, con l'arrivo a Tatooine che le cose cambiano e si comincia a entrare in sintonia con la storia che Lucas intende raccontare. Una storia non priva di contenuti intelligenti.

Da Naboo a Coruscant, Passando per Tatooine

Sotto il profilo artistico La Minaccia Fantasma offre alcune ambientazioni mozzafiato, che ampliano parecchio l'immaginario della saga, caratterizzato fino a quel momento da un sapore decisamente decadente. Dovendo esplorare un passato glorioso, il team di Lucas aggiunse alla mitologia di Star Wars il romantico pianeta Naboo, in cui rifluirono ispirazioni di ogni tipo, dall'art noveau all'architettura vittoriana. Il pianeta di origine della regina Padmé Amidala (Natalie Portman) e del popolo dei Gungan risente inoltre dell'influsso europeo, italiano in particolare, dal momento che molte scene furono girate alla Reggia di Caserta (e nell'episodio successivo al lago di Como). A rendere possibile buona parte delle meraviglie del film fu l'uso della nuovissime tecniche di Computer Grafica, vero e proprio passepartout per concretizzare finalmente le fantasie di George Lucas. Tra alieni, creature divertenti e i minacciosi mostri che infestano gli abissi del pianeta Naboo, si può dire che La Minaccia Fantasma sia stato un film pionieristico e uno dei primi a utilizzare in modo realistico e convincente la tecnica d'animazione inventata dalla Pixar.

Un altro scenario completamente nuovo per la saga fu Coruscant, pianeta interamente occupato da un'unica immensa città, che funge da capitale del governo galattico. Per quanto possa sembrare poco in linea con lo stile della saga, questa ambientazione metropolitana era in qualche modo già presente nell'immaginario lucasiano. Quello a cui George usava riferirsi come Centro Imperiale venne infatti battezzato Coruscant dallo scrittore Timothy Zahn in occasione dell'uscita della Trilogia di Thrawn, la serie di romanzi che nei primi anni 90 si erano assunti l'onere di narrare il prosieguo della vicenda. Sebbene Lucas non abbia mai prestato attenzione a quello che un tempo veniva conosciuto come Expanded Universe, decise di preservare il nome “Coruscant” e adottarlo quindi per questi nuovi film. In tutto questo è bene ricordare che una piccola anteprima di Coruscant era già stata inserita nell'Edizione Speciale 97 de Il Ritorno dello Jedi, nella carrellata finale in cui si vedono i pianeti in festa per la caduta dell'Impero. A Coruscant possiamo finalmente vedere alcuni degli elementi che diventeranno iconici nell'epoca dei prequel, come i Jedi riuniti in consiglio oppure l'immenso Parlamento della Repubblica con tanto di seggi fluttuanti, uno spettacolo assolutamente visionario.

Infine non si può certo dimenticare la massiccia presenza di Tatooine e della città mercantile di Mos Espa, teatro di uno degli eventi centrali del film, ovvero l'affacciarsi del piccolo Anakin sugli eventi. Si tratta di una parentesi lunga più di un'ora, un vero e proprio film nel film, in cui vengono ripresentate le atmosfere sporche e decadenti che avevano fatto la fortuna di Una Nuova Speranza tanti anni prima. Non si parla più di politica, trattati e crisi diplomatiche ma di schiavi, astronavi da riparare, mercanti maneggioni e corse clandestine. È l'occasione per rivedere alcune creazioni lucasiane d'annata come Jabba the Hutt, i predoni Tusken o i Java, insieme ad altre nuove di zecca come il pilota Sebulba o l'irresistibile schiavista Watto, fortemente ispirato al Fagin presente nell'Oliver Twist di Dickens. In questa fetta di pellicola è possibile ritrovare buona parte dell'atmosfera scanzonata dello Star Wars delle origini, ma non solo: è proprio qui che si gettano le basi del sinistro futuro di Anakin, mostrando tutto il dolore scaturito dalla sua condizione di schiavo e il difficile distacco dalla madre Shmi Skywalker (Pernilla August), personaggio umile ma dalla grandissima dignità.

Il Duello dei Fati

Sebbene George Lucas avesse cambiato moltissime cose nell'approcciarsi a questa nuova trilogia, la musica di Star Wars rimase saldamente in mano al grandissimo John Williams. Non era assolutamente pensabile rinunciare al compositore che aveva regalato alla saga quella sua inconfondibile impronta: lo stile fortemente sinfonico di Williams aveva infatti reso evidente già nel 1977 che Star Wars non era semplice fantascienza ma piuttosto un fantasy a tema spaziale, dai toni fortemente epici. Nella colonna sonora de La Minaccia Fantasma molti brani provenienti dal passato vennero dunque preservati, fra cui il Tema della Forza o quello principale, pronto a irrompere ancora una volta nei trionfali titoli di testa. Notevole è inoltre l'utilizzo della musica da parte di Williams come mezzo per migliorare lo storytelling, pilotando le emozioni dello spettatore con suggerimenti ben precisi. Il fatto che da sempre i personaggi più importanti abbiano un tema personale è indice dell'efficacia di questo modo di narrare. Uno dei punti notevoli della partitura è ad esempio il Tema di Anakin, un motivetto dolce e apparentemente generico, che però nasconde un “lato oscuro”: se lo si ascolta con attenzione si noterà che ad un certo punto le note iniziano a farsi sinistre accennando in maniera molto sottile a quelle della Marcia Imperiale, un allusione al triste futuro del personaggio.

Vale la pena di ricordare inoltre quello che a tutti gli effetti viene considerato il più importante fra i brani composti appositamente per la pellicola, ovvero il Duel of Fates. Sicuramente uno dei capolavori di Williams, questo pezzo accompagna le fasi salienti del combattimento tra i due Jedi protagonisti e il taciturno Darth Maul (Ray Park), uno zabrak addestrato alle arti dei Sith dal misterioso Darth Sidious. È grazie a Maul che il pubblico venne portato alla scoperta del termine “Sith”, che fino a quel momento non era mai stato apertamente menzionato nei film ma solo nei relativi adattamenti cartacei. Lo zabrak trovò rapidamente la sua fine al termine del duello, lasciando scontenti molti appassionati che lo ritenevano una figura ricca di potenziale... almeno fino alla sua miracolosa resurrezione avvenuta per mano dello stesso Lucas all'interno della serie animata The Clone Wars (2010). Williams volle dare a questo primo epico scontro con le spade laser un'atmosfera religiosa, e dunque scelse di fare un grande uso dei cori per aggiungere solennità alla scena. Il risultato fu maestoso e il Duel of Fates divenne uno dei suoi brani più amati, tanto da essere riutilizzato in vari modi anche nei due film successivi.

Le Radici dell'Oscurità

Per quanto possa risultare paradossale, il film che il mondo elesse come uno dei peggiori di sempre ebbe un risultato al botteghino davvero notevole. I suoi incassi diedero alla Lucasfilm la sicurezza per completare il progetto, muovendosi su quel solco che George aveva tracciato e che l'avrebbe molto presto condotto su un binario sempre più controverso. Conclusi i lavori su La Minaccia Fantasma iniziarono infatti quelli sul secondo episodio, L'Attacco dei Cloni (2002), che arrivò soltanto tre anni dopo, ricevendo a sua volta critiche molto aspre. E sempre a proposito di operazioni considerate discutibili tra i puristi, anche La Minaccia Fantasma venne sottoposto ad alcuni ritocchi in occasione delle successive edizioni in DVD e in Blu-Ray. Molte scene ambientate a Tatooine relative alla corsa con i Pod Racer vennero infatti estese e arricchite di gag, e persino il personaggio di Yoda, che nel 1999 era stato riportato in scena tramite un pupazzo molto diverso da quello usato alle origini, venne rimpiazzato da una versione digitale che lo rendesse omogeneo a quello del secondo e terzo episodio. L'insistere nel portare avanti le sue politiche revisioniste alienò George Lucas sempre di più dal resto del mondo, al punto che ogni sua azione dagli anni 90 in poi venne ritenuta offensiva nei confronti del suo precedente operato.

Eppure, nonostante i suoi terrificanti scivoloni, Lucas ne La Minaccia Fantasma aveva iniziato un discorso niente affatto banale su cosa fosse realmente questo fantomatico lato oscuro e in che modo riuscisse a mettere radici nell'animo umano. Dopo tanti anni di opere fantasy in cui il male veniva dipinto in modo stereotipato, con Signori Oscuri nati dalle tenebre e altri cliché, Lucas ci aveva mostrato come all'inizio di un tale processo potesse semplicemente esserci la paura e la sofferenza, e in questo caso l'angoscia di un bambino che ha bisogno della mamma. Lo stesso Ordine Sith, il cui credo consisteva nel trarre energia proprio da questa rabbia e frustrazione, si era dimostrato una creazione particolarmente ispirata e un modello davvero intelligente di antagonismo, tanto che avrebbe meritato che l'autore ne svelasse direttamente la backstory, anziché lasciare questo lavoro sporco all'Expanded Universe. Se George Lucas avesse scelto di concentrarsi maggiormente su questo ottimo materiale, dando meno spazio alle beghe di Naboo, probabilmente avrebbe alleggerito di molto il terribile fardello caduto sulle spalle di questo sfortunato primo episodio.

di Valerio Paccagnella - Laureato in lettere moderne, è da sempre un grande appassionato di arti mediatiche, con un occhio di riguardo per il fumetto e l'animazione disneyana. Per hobby scrive recensioni, disegna e sceneggia. Nel 2005 fonda “La Tana del Sollazzo”, piattaforma web per la quale darà vita a diverse iniziative, fra cui l'enciclopedico The Disney Compendium e Il Fumettazzo, curioso esperimento di critica a fumetti. Dal 2011 collabora inoltre anche con Disney: scrive articoli per Topolino e Paperinik, e realizza progetti come la Topopedia (2011), I Love Paperopoli (2017) e PK Omnibus (2023).

Scheda tecnica

  • Titolo originale: Star Wars Episode I: The Phantom Menace
  • Anno: 1999
  • Durata:
  • Produzione: George Lucas, Rick McCallum
  • Regia: George Lucas
  • Storia:
  • Cast: Pernilla August, Kenny Baker, Ahmed Best, Anthony Daniels, Oliver Ford Davies, Jake Lloyd, Ian McDiarmid, Ewan McGregor, Liam Neeson, Frank Oz, Natalie Portman, Hugh Quarshie
  • Musica: John Williams
Nome Ruolo
Pernilla August Cast (Shmi Skywalker)
Kenny Baker Cast (R2-D2)
Ahmed Best Cast (Jar Jar Blinks (voice))
Gavin Bocquet Production Design
Anthony Daniels Cast (C-3PO (voice))
Oliver Ford Davies Cast (Sio Bibble)
Jake Lloyd Cast (Anakin Skywalker)
George Lucas Produttore Esecutivo; Regista; Storia
Rick McCallum Produttore
Ian McDiarmid Cast (Senator Palapatine)
Ewan McGregor Cast (Obi-Wan Kenobi)
Liam Neeson Cast (Qui-Gon Jinn)
Frank Oz Cast (Yoda (voice))
Natalie Portman Cast (Queen Amidala / Padmé)
Hugh Quarshie Cast (Captain Panaka)
John Williams Musica