Star Wars: Episodio V - L'Impero Colpisce Ancora

La Retcon di George Lucas

In seguito al grandissimo successo dello Star Wars originale, George Lucas si ritrovò a fare i conti con una realtà decisamente più grande rispetto a quella a cui era abituato. La sua Lucasfilm era diventata una società indipendente mentre l'Industrial Light and Magic si era imposta all'attenzione del mondo come uno dei migliori reparti effetti speciali sulla piazza. Oberato dagli impegni dirigenziali che la sua nuova posizione richiedeva, George si ritrovò quindi costretto a rinunciare alla regia del film successivo, mettendolo nelle mani del regista Irvin Kershner che era stato suo insegnante alla USC School of Cinematic Arts. Ciò non significa che Lucas trascurò il film. Il suo interesse nei confronti del progetto era alle stelle e lo dimostra la decisione di investirvi nuovamente tutto il denaro appena guadagnato. La realizzazione del film tuttavia non fu semplice nemmeno stavolta, dato che Kershner aveva un modo di lavorare molto distante da quello di Lucas. Inoltre, proprio in quei mesi, la produzione venne funestata dalla morte di Leigh Brackett, la sceneggiatrice a cui George aveva affidato il film.

L'autore non era comunque contento del lavoro svolto dalla Brackett fino a quel momento e decise quindi di metterci mano personalmente, scrivendo numerose bozze che potessero soddisfare la sua visione. A portare a termine il lavoro di sceneggiatura fu poi Lawrence Kasdan, che aveva già lavorato con Lucas al primo film di Indiana Jones e si sarebbe in seguito occupato anche degli episodi successivi di Star Wars. Fu proprio in questo periodo che iniziò a farsi strada nella testa di Lucas l'idea che Darth Vader non fosse solo l'antagonista della saga, ma il vero padre di Luke e Leia, e che dietro il suo scafandro nero si nascondesse una backstory degna di essere raccontata. Seppur in maniera vaga, cominciavano a definirsi alcuni capisaldi della continuity lucasiana: i poteri Sith dell'Imperatore, il fatale duello fra Anakin e Obi-Wan in uno scenario lavico e molto altro ancora. Insomma, i principali snodi di trama che si sarebbero visti nei prequel, affondano le proprie radici proprio nella la lavorazione dell'Impero Colpisce Ancora.

Oltre al clamoroso twist familiare, Lucas decise di dare al film un finale aperto, che potesse fare da cliffhanger per l'episodio successivo. Questa fu sicuramente una sorpresa per il pubblico dell'epoca, meno smaliziato di oggi e poco abituato ad una narrazione continuativa. Una sorpresa ancora più grande fu quella di trovare nei titoli di testa la dicitura “Episodio V”, senza che la cosa avesse la benché minima spiegazione. La pellicola uscita tre anni prima d'altronde si intitolava soltanto Star Wars e non presentava alcuna forma di numerazione. Non che Lucas non ci avesse provato, tuttavia la Fox aveva giudicato troppo bizzarro e disorientante questo suo vezzo, impedendo che alla sua prima uscita pubblica Una Nuova Speranza venisse contrassegnato come quarto episodio. Adesso che era nettamente aumentato il suo potere decisionale Lucas fu indeciso se considerare L'Impero Colpisce Ancora il secondo o il quinto film, ma alla fine optò per l'ultima soluzione, trasformando Star Wars nell'epopea capovolta che oggi conosciamo.

Il Pupazzo Carismatico

Sono passati tre anni dalla distruzione della Morte Nera e da allora l'Alleanza Ribelle ha continuato la sua lotta contro l'Impero di Palpatine. Luke (Mark Hamill), Han (Harrison Ford) e Leia (Carrie Fisher) hanno vissuto insieme numerose avventure e le loro scorribande sono e saranno narrate in una moltitudine di romanzi e storie a fumetti, prodotti nell'arco di svariati decenni. Dagli eventi descritti nelle opere relative al nuovo canone scopriamo come Vader sia venuto a conoscenza della vera identità del misterioso pilota che annientò la Morte Nera e stia cercando disperatamente di ritrovarlo. Questa sua ricerca ossessiva costituisce il tema principale de L'Impero Colpisce Ancora. L'azione prende dunque la mosse dalla nuova base dell'Alleanza Ribelle nel mondo ghiacciato di Hoth, che i protagonisti sono costretti ad evacuare in seguito ad una spettacolare battaglia contro le truppe di Vader. Da quel momento in poi le strade di Luke e dei suoi amici si separeranno, portandoli a intraprendere avventure differenti, che convergeranno solo nell'ultimo atto sul pianeta Bespin. Seguendo un intelligente gioco di parallelismi, questa stessa struttura a doppio binario si avrà anche ne L'Attacco dei Cloni (2002), secondo episodio della serie e capitolo centrale della trilogia prequel.

L'Impero Colpisce Ancora è sicuramente il lungometraggio più cupo del trittico originale, dato che ci mostra principalmente i ribelli in fuga dal nemico: l'intenzione di Lucas e dei suoi collaboratori era quella di avvicinare il film al secondo movimento di una sinfonia, in cui la spensieratezza dell'inizio viene meno e ci si prepara al gran finale. Pur trattandosi di un capitolo di passaggio, questo quinto episodio è considerato da molti il migliore dell'intera esalogia lucasiana. Ciò non è strano se si pensa all'eccezionale densità di elementi degni di nota, tra scenari meravigliosi, sequenze iconiche e nuovi carismatici personaggi. Si tratta inoltre di un film decisamente più maturo rispetto al predecessore e la cosa traspare dai dialoghi, profondi e ricchi di contenuto. Tale caratteristica si riscontra soprattutto nella storyline dedicata a Luke, che lo vede partire per il misterioso pianeta Dagobah, alla ricerca di Yoda (Frank Oz). Questo piccolo grande personaggio è sicuramente una delle punte di diamante di Star Wars: nato dalla stessa fucina creativa che diede i natali ai Muppet, Yoda è “solo” un pupazzo, ma possiede un carisma e un'espressività da fare invidia a molti colleghi in carne ed ossa. Le scene in cui addestra Luke ad usare la Forza impartendogli le sue perle di saggezza sono ad oggi fra le più memorabili di tutta la saga, in grado di scaldare il cuore anche degli spettatori più refrattari all'immaginario starwarsiano.

La storyline di Han e Leia prosegue invece su toni più scanzonati. Ford continua a fare un gran lavoro sul suo personaggio, improvvisando dove possibile e diventando ancora una volta il vero mattatore del film: celebre è il “Ti amo” pronunciato da Leia quando teme di perderlo, al quale lui risponde con adorabile arroganza “Lo so”. Il suo avversario di tutto rispetto è il cacciatore di taglie Boba Fett, figlio di quel Jango che apparirà ne L'Attacco dei Cloni (2002): già presente nella porzione animata del disastroso Star Wars Holiday Special (1978), viene qui reso un personaggio intrigantissimo, a dispetto del suo miserevole screen time. Altro grande istrione è il carismatico Lando Calrissian (Billy Dee Williams), amministratore di Cloud City su Bespin. Inizialmente Lucas aveva pensato di fare di lui un clone scampato alle famigerate Clone Wars, ma fortunatamente preferì trasformarlo in un vecchio amico di Han. I trascorsi da contrabbandiere e la sua adorabile mascalzonaggine ne avrebbero fatto un degno contraltare per Harrison Ford, raddoppiando quindi la componente ironica della pellicola. Infine non si può non citare la drammatica conclusione del film: la scelta di lasciare in sospeso il destino di Han Solo fu sicuramente inconsueta e coraggiosa, mentre la scioccante scena in cui Vader rivela a Luke di essere suo padre venne tenuta segreta fino all'ultimo, facendosi in seguito ricordare come uno dei più importanti colpi di scena della storia del cinema.

Hoth, Dagobah e Bespin

Tante sono le meraviglie visive offerte da L'Impero Colpisce Ancora. Ancora una volta viene coinvolto il concept artist Ralph McQuarrie, che aveva impostato lo stile generale della serie nel 1977, e al suo fianco è presente il matte painter Harrison Ellenshaw che già aveva lavorato a Una Nuova Speranza. Si tratta del figlio di quel Peter Ellenshaw che aveva dipinto gli sfondi di alcuni dei più bei film Disney come Mary Poppins (1964) e Pomi d'Ottone e Manici di Scopa (1971). Anche Star Wars non rinuncia quindi al look pittorico di quei classici del cinema e in questa occasione sfoggia un gran numero di fondali dipinti, utili a immergere lo spettatore nelle atmosfere sognanti della galassia lontana lontana. Sebbene sia l'unico episodio della saga in cui non appare in alcun modo il desertico Tatooine, ci sono moltissime location in più a compensarne l'assenza, una più affascinante dell'altra. Della trilogia originale questo è infatti il capitolo più variegato, in cui troviamo ben tre pianeti nuovi di zecca.

Il primo è il ghiacciato mondo di Hoth, popolato da creature affascinanti come i Tauntaun o i pericolosissimi Wampa, protagonisti di un assalto alla base ribelle che venne poi tagliato dal film. Hoth è il teatro dell'intero primo atto in cui vediamo la famosa battaglia contro l'Impero e i suoi camminatori meccanici: i bipedi AT-ST e i quadrupedi AT-AT, creazioni decisamente originali e ispirate a giganteschi pachidermi. La porzione dedicata a Yoda è invece ambientata nel cupo Dagobah, uno scenario misterioso e intrigante, in cui la Forza è particolarmente potente. La backstory del luogo sarebbe stata narrata da Lucas trent'anni dopo, al momento di dedicare alla serie tv The Clone Wars (2010) il suo ciclo conclusivo. In quegli episodi vediamo infatti Yoda scoprire il pianeta sotto la guida dello spettro di Qui-Gon Jinn, con l'obiettivo di imparare a mantenere intatta la propria coscienza dopo la fine della sua esistenza terrena. Infine non si può certo dimenticare la Cloud City amministrata da Lando Calrissian nei cieli di Bespin, un pianeta gassoso in cui prevalgono le tonalità arancioni e rosate. Si tratta di uno scenario variopinto e accattivante, capace di dare all'occhio dello spettatore un po' di luce dopo tanta cupezza. Lucas non era però soddisfatto della resa estetica del film del 1980, e così in occasione delle successive edizioni modificò le sequenze a Bespin, ampliandole e rendendole assai più ariose, con l'ausilio della moderna CGI.

Il livello tecnico raggiunto al giorno d'oggi dagli effetti speciali dell'Industrial Light and Magic non deve far dimenticare lo splendido lavoro artigianale fatto sui pupazzi del film, fra cui spicca il già citato Yoda. George Lucas infatti aveva sempre avuto una grandissima stima del team di quel fabbricante di sogni che era Jim Henson. All'epoca purtroppo non fu possibile coinvolgere direttamente Henson nella pellicola, tuttavia l'artista, ricambiando la stima, prestò alla produzione uno dei suoi migliori marionettisti. Si trattava di Frank Oz, già animatore di Miss Piggy e Fozzie, che si occupò di dare voce e anima a Yoda. Dagobah venne costruita su misura per permettere a Oz di muovere Yoda nel miglior modo possibile, dandogli la struttura di un teatrino sopraelevato. Come si è visto, il lavoro sul personaggio fu impressionante: il volto del piccoletto venne modellato per richiamare quello di Albert Einstein mentre le sue fattezze dovevano ricordare quelle di un folletto. L'ottimo risultato conseguito diede motivo alla Lucasfilm di avviare con la società di Jim Henson quella proficua collaborazione che avrebbe portato più tardi alla creazione di Labirinth (1986).

La Marcia Imperiale

Dato che buona parte del successo di Una Nuova Speranza era dovuto proprio alle trionfali musiche di John Williams, di certo Lucas non si sognò di perdere un così eccelso collaboratore e così decise di confermarlo anche per il sequel. L'Impero Colpisce Ancora sfoggia quindi una colonna sonora di tutto rispetto, che porta avanti la tradizione sinfonica per cui è famosa l'epopea di Star Wars. Buona parte dei temi della saga vengono ripresi, come quello Principale, quello della Forza e ovviamente il Leila's Theme, trasformato nel motivo d'amore che accompagna la relazione con Han Solo. Sono presenti inoltre moltissimi nuovi brani, fra i quali si ricorda la vanagloriosa melodia del Lando's Palace o il bellissimo crescendo dello Yoda's Theme, capace di illuminare con le sue note la mente di Luke, e di spalancargli un portone su quello che sarà il suo destino. Il tema in questione verrà ripreso più volte in futuro, accompagnando i momenti migliori di Yoda anche nel corso della serie tv The Clone Wars.

L'Impero Colpisce Ancora segna però la prima apparizione di quello che viene considerato forse il più importante brano musicale di tutta la saga di Star Wars, secondo solo al Main Theme: la bellissima Marcia Imperiale. Si tratta di un pezzo orecchiabile e dirompente, capace con le sue note prepotenti di funzionare benissimo sia come tema dell'Impero, che come quello dello stesso Vader e più in generale del Lato Oscuro. Da questo momento in poi ogni apparizione del tetro personaggio verrà accompagnata dalla Marcia Imperiale, che tornerà sia nel sesto episodio che nella trilogia prequel. Sarà proprio nei nuovi episodi che Williams dimostrerà le sue doti di narratore, arrivando nel corso dei tre film a usare il motivetto in maniera via via più esplicita, man mano che Anakin compie il drammatico percorso che lo trasformerà in Darth Vader. Anche all'infuori della saga il brano verrà citato più e più volte, entrando ben presto nell'immaginario collettivo, tanto da far quasi dimenticare la sua assenza nel quarto episodio. A questo proposito, se ne ricorda il brillante utilizzo in uno spot della Volkswagen, in cui lo vediamo accompagnare le imprese immaginarie di un bambino.

Diventare una Saga

L'Impero Colpisce Ancora costituisce una vetta qualitativa all'interno della serie di Star Wars, di cui probabilmente è davvero l'episodio più riuscito. Di certo è con questo film che la favola di George Lucas si trasforma in una vera e proprio saga, acquisendo il background e la profondità narrativa necessarie a reggere il confronto con altre opere epiche. Il mito della Forza, ad esempio, viene qui arricchito di nuovi particolari, che ne aumentano il fascino, andando a rimpolpare in modo cospicuo le spartane nozioni date nel film precedente. Il pubblico ne rimase favorevolmente impressionato e gli incassi furono altissimi, anche se nettamente inferiori al predecessore. A rivelarsi piuttosto scettica sul film fu la critica, che lì per lì non apprezzò la mancanza di compiutezza della pellicola. La storia raccontata non aveva un vero inizio né un vero finale e per quelli che erano gli standard dell'epoca la cosa non poteva che essere un difetto. Per non parlare poi della confusione scaturita dalla dicitura “Episode V” nei titoli di testa. Col tempo e con l'evolversi del linguaggio cinematografico queste caratteristiche diventarono invece sintomo di ottima scrittura seriale e così L'Impero Colpisce Ancora venne rivalutato, fino ad arrivare alla situazione attuale in cui è considerato un vero e proprio cult.

Il salvataggio di Han Solo costituirà la missione che i ribelli intraprenderanno all'inizio de Il Ritorno dello Jedi (1983), creando un robusto legame fra il quinto e il sesto episodio, laddove Una Nuova Speranza rimaneva invece un po' isolato. È interessante come questo modello narrativo per il quale Lucas venne criticato all'epoca sia poi stato riproposto anche in altre importanti saghe cinematografiche prodotte successivamente. Molti franchise blasonati come Matrix o Pirati dei Caraibi avrebbero concluso in modo analogo i loro secondi capitoli, bloccando l'eroe di turno in un limbo dal quale i suoi amici dovranno andarlo a recuperare nel terzo. Il desiderio di George Lucas di aumentare la coesione della sua saga non risparmiò a L'Impero Colpisce Ancora un certo numero di modifiche, apportate a partire dall'Edizione Speciale del 1997. Si è già visto come la Cloud City di Lando sia stata decisamente migliorata e lo stesso vale per i veicoli della Battaglia di Hoth, perfezionati e privati di quel fastidioso contorno nero dovuto alla sovrapposizione delle immagini. Fece arrabbiare i fan l'aggiunta di alcune inquadrature di un wampa che all'inizio del film tiene prigioniero Luke nella propria tana: nella versione originale il mostro rimaneva fuoricampo, mentre adesso si vedeva chiaramente. La scelta venne da molti giudicata sacrilega e banalizzante, ma si trattava di una sovrinterpretazione, dato che questo tipo di reticenze non avevano mai realmente fatto parte della cifra stilistica lucasiana.

Molto più interessante invece fu il cambiamento apportato alla sequenza in cui Vader dialoga con l'ologramma di Palpatine. Il personaggio appariva qui per la prima volta nella saga, ma originariamente non veniva interpretato da Ian McDarmind, subentrato solo tre anni dopo. Lucas provvedette a inserire nella scena l'attore “giusto”, modificando il suo dialogo con Vader in modo da renderlo congruente con quanto avvenuto nella trilogia prequel. Infine non si può fare a meno di notare la modifica più vistosa apportata al film, avvenuta paradossalmente senza toccare nulla: il colpo di scena in cui Vader si rivela essere padre di Luke, passato alla storia del cinema, ad oggi non è più tale. Secondo l'ordine ufficiale degli episodi questa nozione lo spettatore dovrebbe apprenderla già nei prequel, scelta che ha attirato sull'operato di Lucas una valanga di critiche. Si tratta di una revisione discutibile, ma è possibile intuirne le ragioni proprio guardando alla fama che il colpo di scena stesso ha avuto sul pubblico, tanto da essere ormai dato per scontato e spoilerato senza ritegno in film come Toy Story 2 (2000) o Chicken Little (2005). È probabile che George abbia scelto proprio per queste ragioni di sorvolare sulla cosa, per puntare invece su altre rivelazioni molto importanti e meno in stile soap opera, come la vera identità di Sidious o la stessa caduta di Anakin, apprezzabili fruendo della saga nell'ordine canonizzato da Lucas.

di Valerio Paccagnella - Laureato in lettere moderne, è da sempre un grande appassionato di arti mediatiche, con un occhio di riguardo per il fumetto e l'animazione disneyana. Per hobby scrive recensioni, disegna e sceneggia. Nel 2005 fonda “La Tana del Sollazzo”, piattaforma web per la quale darà vita a diverse iniziative, fra cui l'enciclopedico The Disney Compendium e Il Fumettazzo, curioso esperimento di critica a fumetti. Dal 2011 collabora inoltre anche con Disney: scrive articoli per Topolino e Paperinik, e realizza progetti come la Topopedia (2011), I Love Paperopoli (2017) e PK Omnibus (2023).

Scheda tecnica

  • Titolo originale: Star Wars Episode V: The Empire Strikes Back
  • Anno: 1980
  • Durata:
  • Produzione: Jim Bloom, Gary Kurtz, George Lucas, Robert Watts
  • Sceneggiatura: ,
  • Storia:
  • Cast: Kenny Baker, Jeremy Bulloch, Anthony Daniels, Billy Dee Williams, Carrie Fisher, Mark Hamill, Peter Mayhew, Frank Oz, David Prowse, Jack Purvis
  • Musica: John Williams
Nome Ruolo
Kenny Baker Cast (R2-D2)
Jim Bloom Produttore Associato
Leigh Brackett Sceneggiatura
Jeremy Bulloch Cast (Boba Fett)
Anthony Daniels Cast (C-3PO)
Billy Dee Williams Cast (Lando Calrissian)
Carrie Fisher Cast (Princess Leia)
Mark Hamill Cast (LukeSkywalker)
Lawrence Kasdan Sceneggiatura
Gary Kurtz Produttore
George Lucas Produttore Esecutivo; Storia
Peter Mayhew Cast (Chewbacca)
Frank Oz Cast (Yoda (voice))
David Prowse Cast (DarthVader)
Jack Purvis Cast (Chief Ugnaught)
Robert Watts Produttore Associato
John Williams Musica