Zio Paperone e i Guardiani della Biblioteca Perduta

La Grande Biblioteca

Durante la complessa lavorazione della Saga, Don Rosa realizza solo altre due storie, entrambe nate per soddisfare le richieste dei propri committenti. La prima, I Guardiani della Biblioteca Perduta, nata su richiesta della Egmont, l’editore Disney norvegese e di altri paesi nordici, viene completata in occasione dei festeggiamenti dell’Anno del Libro, ed è probabilmente una delle sue storie più famose e apprezzate. Si tratta di una caccia al tesoro “culturale” che Zio Paperone e nipoti intraprendono per trovare la leggendaria biblioteca perduta di Alessandria.

L’autore del Kentucky ancora una volta rappresenta il ricco papero, non come un superficiale tycoon, ma come un uomo colto, che sa come la ricchezza, sia materiale che spirituale, passi attraverso la conoscenza. Il concetto viene ribadito per ben ventotto tavole, ambientate tra le varie capitali culturali del vecchio continente: Alessandria d’Egitto, Istanbul, Venezia e Siviglia.

Le Origini delle Giovani Marmotte

La trama non deve quasi nulla alla mitologia barksiana, ma vive di vita propria, basandosi sugli studi che Don affronta nella biblioteca di Louisville. Zio Paperone e i nipotini, questa volta in versione Giovani Marmotte, girano il mondo seguendo attentamente le intuizioni fornite dal loro celebre manuale, ricostruendo gli spostamenti e le trascrizioni dei tomi della libreria egiziana fino a giungere ad un sorprendente finale. Detta così può sembrare una storia noiosa e nozionista, cosa che lo stesso autore pensa. Tuttavia, il rischio è scongiurato dall’alto tasso di umorismo slapstick con cui Rosa alterna le fasi didattiche: si ricordano a questo proposito la corsa sulle mine o l’acquisto incidentale di un’edicola egiziana da parte di Paperone.

Ma soprattutto, ciò che eleva la storia è il suo esito, in cui vediamo la storia dell’uomo incrociarsi con quella della dinastia papera. Don Rosa ci rivela che, passaggio dopo passaggio, l’intero patrimonio culturale alessandrino è andato a rifluire in quello che da sempre conosciamo come il Manuale delle Giovani Marmotte. Un colpo di scena indovinato che getta una luce tutta nuova sul corpo scoutistico che Barks aveva inventato per scopi puramente parodici. Rosa nel suo rivelare le origini delle GM, arricchisce la sua mitologia papera di profonda solidità storica, spiega i reali motivi dietro l’inesauribile conoscenza del manuale e approfondisce la storia della famiglia Coot, coerentemente con quanto visto in Sua Maestà de’ Paperoni e nella Saga, portando avanti mirabilmente il worldbuilding del suo universo narrativo.

Un Distratto Paperino

A fare da contrappunto a questa abbondanza di cultura viene usato, in maniera quasi grottesca, Paperino, che di fatto non partecipa alla vicenda e resta in disparte. Come nuovo guardiano del deposito, passa il suo tempo a guardare programmi spazzatura in tv, deridendo gli sforzi dei parenti alla ricerca della biblioteca. Abbiamo visto come Don Rosa abbia sempre privilegiato Paperone rispetto a Paperino: per l’autore americano, se l’anziano papero è un vero uomo, che ha vissuto nella storia, il giovane nipote vive solo nel presente, e all’occorrenza può rappresentare l’americano medio, passivo e incapace di autodeterminarsi.

Una visione certamente ristretta per Paperino, personaggio ben più sfaccettato, ma non del tutto sbagliata per come il personaggio è stato da sempre inteso in campo extra-fumettistico. L’estraneità di Paperino risulta in ogni caso divertente e funzionale alla vicenda, come del resto accade quando lo vediamo dire sciocchezze nel finale della Saga. Questo modo di utilizzare il papero porterà spesso Don Rosa ad essere accusato di sminuire la statura del personaggio. Accuse infondate, se pensiamo al finale di Zio Paperone e il Ritorno a Xanadu e a cosa l’autore negli anni successivi riserverà a Donald, rendendolo protagonista di Paperino e il Genio del Compleanno e di ben due storie a solo con gli amici José e Panchito.

di Amedeo Badini Confalonieri - Il fumetto è sempre stato la sua grande passione, sotto forma prima di un rassicurante Topolino a cadenza settimanale, per poi inoltrarsi nel terreno filologico-collezionistico. Questo aspetto critico gli ha permesso di apprezzare altri autori, da Alan Moore a Jeff Smith, e soprattutto di affinare la curiosità verso tutta la nona arte del fumetto. Disney è il suo primo campo, ma non disdegna sortite e passeggiate in territori vicini. Scrive di fumetto e di cinema anche per il settimanale Tempi, per Lo Spazio Bianco e per il Papersera.

di Valerio Paccagnella - Laureato in lettere moderne, è da sempre un grande appassionato di arti mediatiche, con un occhio di riguardo per il fumetto e l'animazione disneyana. Per hobby scrive recensioni, disegna e sceneggia. Nel 2005 fonda “La Tana del Sollazzo”, piattaforma web per la quale darà vita a diverse iniziative, fra cui l'enciclopedico The Disney Compendium e Il Fumettazzo, curioso esperimento di critica a fumetti. Dal 2011 collabora inoltre anche con Disney: scrive articoli per Topolino e Paperinik, e realizza progetti come la Topopedia (2011), I Love Paperopoli (2017) e PK Omnibus (2023).

Scheda tecnica

  • Titolo originale: The Junior Woodchucks - The Guardians Of The Lost Library
  • Anno: 1993
  • Durata:
  • Storia:
Nome Ruolo
Don Rosa Disegni; Storia