Le Giovani Marmotte Q.U.E.S.T.I.O.N.E. D.I. G.E.R.G.O.

Triplo Compleanno

Nel 1997 Don Rosa celebra, non solo il compleanno editoriale di Paperone, ma anche quello di Qui Quo e Qua, nati sessant’anni prima nelle tavole domenicali di Taliaferro, prima di apparire nel corto Donald's Nephew. L’artista del Kentucky realizza una storia di sedici tavole con l’obiettivo di raccontare l’ennesimo retroscena mai narrato dell’epopea papera: l’arruolamento dei nipotini nel glorioso corpo delle Giovani Marmotte.

La storia è strutturata come un lungo flashback, arricchito con una cornice al presente in cui vediamo Paperino tornare con la mente ai fatti di qualche anno prima, uno stratagemma narrativo analogo a quanto già in atto nelle appendici della Saga e nella futura storia celebrativa su Archimede Pitagorico. Don applica la sua collaudatissima ricetta, mescolando insieme continuity interna, epopea paperopolese e delicati sentimenti, e il risultato è decisamente felice: la storia risulta gustosa e non particolarmente appesantita dall’esigenza donrosiana di spiegare razionalmente tutti i fatti barksiani.

Da Monelli a Cervelli

La ricostruzione donrosiana delle origini scoutistiche dei nipotini ha in sé uno strato metanarrativo. L’autore usa le Giovani Marmotte per giustificare la trasformazione di Qui, Quo e Qua dai dispettosi fanciulli combinaguai di un tempo ai dotti generali plurimedagliati che lui stesso utilizza nelle sue storie. Va detto che questo cambiamento non è mai stato davvero netto nelle storie di Carl Barks. L’artista dell’Oregon utilizzava i paperini a convenienza, mutandone il temperamento a seconda delle esigenze narrative: le tenpages erano ideali per scontri indiavolati pieni di gag slapstick, mentre le avventure più lunghe si prestavano alla loro versione più seria.

Don Rosa, fan di questo secondo genere di storie, usa così il corpo delle Giovani Marmotte come ispirazione per i ragazzi, inquadrandoli in una struttura più ampia, fatta di competizioni e desiderio di conoscienza. L’arruolamento dei paperotti si inscrive pienamente nella mitologia paperopolese e infatti la loro prima missione consiste nel ritrovamento del legname che componeva l’originale Forte Paperopoli, smantellato da Paperone per far posto al Deposito. Rosa riempie ovviamente la storia di citazioni e riferimenti, collegandosi alla Saga, a Sua Maestà De Paperoni e trovando pure spazio per un cameo di Ted Osborne e Al Taliaferro, artisti che furono determinanti nella creazione del terzetto.

L'Irrequieto Paperino

Don Rosa ci mostra anche il quartier generale delle GM, già visto ne I Guardiani della Biblioteca Perduta e ne Le Carte Perdute di Colombo, ironizzando per tutto il tempo sulle arzigogolate gerarchie scoutistiche e sugli spassosi acronimi di cui lo stesso titolo della storia costituisce un esempio. Se già Barks aveva individuato nei modelli di Baden-Powell un bersaglio per fare della satira sociale, Don iperbolizza i generali gradassi, la voglia di medaglie e un certo sclerotico formalismo, ma senza mai sminuire l’importanza dell’organizzazione.

Dal lato opposto dello spettro vi è Paperino, simbolo di chi non vuole farsi incasellare da nessuno, troppo libero e irrequieto per stare alla mercé di regole illogiche e riti stantii. Nella storia lo vediamo correre a perdifiato, arrabbiarsi, litigare con chiunque ma sempre per il bene dei ragazzi e per evitare loro ciò che è toccato a lui. Perché, seppur questa storia non lo espliciti, per Don Rosa il papero è una figura socialmente emarginata, e così il regalo migliore che possa fare ai suoi nipoti è proprio quello di un’educazione appropriata, in grado di prevenirne l’isolamento. Emblematiche quindi le scene del salvataggio, che ricorda quello di Ritorno a Xanadu e il finale, in cui Paperino si riconcilia con il presente e con la sua dimensione più appropriata: zio serio e responsabile, nonostante le sue intemperanze sociali.

di Amedeo Badini Confalonieri - Il fumetto è sempre stato la sua grande passione, sotto forma prima di un rassicurante Topolino a cadenza settimanale, per poi inoltrarsi nel terreno filologico-collezionistico. Questo aspetto critico gli ha permesso di apprezzare altri autori, da Alan Moore a Jeff Smith, e soprattutto di affinare la curiosità verso tutta la nona arte del fumetto. Disney è il suo primo campo, ma non disdegna sortite e passeggiate in territori vicini. Scrive di fumetto e di cinema anche per il settimanale Tempi, per Lo Spazio Bianco e per il Papersera.

di Valerio Paccagnella - Laureato in lettere moderne, è da sempre un grande appassionato di arti mediatiche, con un occhio di riguardo per il fumetto e l'animazione disneyana. Per hobby scrive recensioni, disegna e sceneggia. Nel 2005 fonda “La Tana del Sollazzo”, piattaforma web per la quale darà vita a diverse iniziative, fra cui l'enciclopedico The Disney Compendium e Il Fumettazzo, curioso esperimento di critica a fumetti. Dal 2011 collabora inoltre anche con Disney: scrive articoli per Topolino e Paperinik, e realizza progetti come la Topopedia (2011), I Love Paperopoli (2017) e PK Omnibus (2023).

Scheda tecnica

  • Titolo originale: The Junior Woodchucks W.H.A.D.A.L.O.T.T.A.J.A.R.G.O.N.
  • Anno: 1997
  • Durata:
  • Storia:
Nome Ruolo
Don Rosa Disegni; Storia