The Little House

Sulla Scia di un'Automobile

Con The Little House viene portato avanti quel discorso sull'arco vitale degli oggetti di uso comune, che aveva trovato ottima espressione nel precedente Susie the Little Blue Coupe. I due corti sono veramente molto affini, solo che questa volta l'oggetto della narrazione è una bella casetta di campagna, opportunamente antropomorfizzata: le finestre diventano così gli occhi, il naso è il pomello della porta, mentre le scalette si muovono come delle labbra. Questa volta non si tratta però di una storia originale, ma di un adattamento di un libro preesistente, l'omonimo The Little House (1942) di Virginia Lee Burton. Ancora una volta i credits vengono organizzati su due schermate, segno del cambiamento dei tempi: il regista è lo storico Wilfred Jackson, mentre all'animazione troviamo nomi notevoli come Marc Davis e Les Clark, entrambi appartenenti al gruppo dei nine old men. Come sempre il narratore è il collaudatissimo Sterling Holloway, ormai ospite fisso nei corti di questo filone, capace con il suo tono sporco e ovattato di infondere personalità alle vicende raccontate.

I Guai del Progresso

La storia della piccola casa procede sulla falsariga di quella di Susie, ereditando dal predecessore buona parte della sua anima malinconica. Vediamo infatti un secolo di storia americana vissuta con gli occhi della casetta, sin dal giorno in cui viene abitata da una coppietta di sposi che arriva in carrozza. La vita della casa trascorre con serenità, fino a quando la città comincia a erodere la campagna, andando a invadere il suo territorio. Inizierà così per la graziosa magione un triste declino, stretta tra ville, palazzi e grattacieli sempre più arroganti e altezzosi. Sebbene la casetta vada lentamente in rovina, riesce comunque a resistere molto meglio rispetto ai palazzi che le sorgono attorno e che vengono invece immancabilmente distrutti da incendi e palle demolitrici. C'è una cosa da dire sul progresso, ed è che progredisce sempre dice il candido Holloway ad un certo punto, quando vediamo venir smantellati i palazzi che fino a poco prima si facevano beffe della protagonista. La morale è chiaramente che le cose davvero belle non muoiono mai davvero, e quindi anche stavolta c'è un lieto fine: la casetta viene infatti prelevata e riportata su una collinetta in campagna, pronta ad accogliere una coppietta identica a quella che l'aveva abitata un secolo prima.

Mary Blair all'Ennesima Potenza

Come Susie, anche The Little House viene prodotto sotto la direzione artistica di Mary Blair, giunta qui al suo ultimo cortometraggio. La pittrice riesce a imporre il suo particolare stile in maniera ancora più evidente: le linee sghembe, la sua colorazione a chiazze e l'effetto collage sono elementi fondamentali della sua arte e trovano in The Little House piena espressione. Si notano inoltre diverse trovate grafiche davvero interessanti, fra cui le ruspe che agli occhi della casetta appaiono come dinosauri, o le virtuosistiche antropomorfizzazioni di edifici e architetture, difficilissimi da rappresentare. Come si è visto, saranno proprio cortometraggi come Susie e The Little House, con la loro narrazione in salsa agrodolce della vita degli oggetti inanimati, ad ispirare fortemente John Lasseter, e di conseguenza l'intero immaginario pixariano. Cortometraggi prodotti dal suo studio come Luxo Jr. (1986), Red's Dream (1987) e persino l'intera epopea di Toy Story dimostreranno di aver appreso molto bene la lezione. Impossibile infine non ripensare a The Little House, nel vedere nelle prime scene di Up (2009) l'idilliaca casetta di Carl Friedricksen stretta nella morsa del progresso, ma ancora intatta malgrado tutto.

di Valerio Paccagnella - Laureato in lettere moderne, è da sempre un grande appassionato di arti mediatiche, con un occhio di riguardo per il fumetto e l'animazione disneyana. Per hobby scrive recensioni, disegna e sceneggia. Nel 2005 fonda “La Tana del Sollazzo”, piattaforma web per la quale darà vita a diverse iniziative, fra cui l'enciclopedico The Disney Compendium e Il Fumettazzo, curioso esperimento di critica a fumetti. Dal 2011 collabora inoltre anche con Disney: scrive articoli per Topolino e Paperinik, e realizza progetti come la Topopedia (2011), I Love Paperopoli (2017) e PK Omnibus (2023).

Scheda tecnica

  • Titolo originale: The Little House
  • Anno: 1952
  • Durata:
  • Produzione: Walt Disney
  • Regia: Wilfred Jackson
  • Storia: ,
  • Basato su: The Little House di Virginia Lee Burton
  • Cast: Sterling Holloway
  • Musica: Paul Smith
  • Animazione: Les Clark, Marc Davis, Clair Weeks
Nome Ruolo
Les Clark Animazione
Claude Coats Fondali
Bill Cottrell Storia
Marc Davis Animazione
Walt Disney Produttore
Sterling Holloway Cast (Narrator)
Ray Huffine Fondali
Wilfred Jackson Regista
Virginia Lee Burton Storia Originale (The Little House)
Bill Peet Storia
Thor Putnam Layout
George Rowley Effetti d'Animazione
Paul Smith Musica
McLaren Stewart Layout
Clair Weeks Animazione