Archimede Pitagorico in Il Pifferaio Magico di Paperopoli

Restaurando Barks

Nel 1966 Barks abbandona il disegno, per dedicarsi esclusivamente alle sceneggiature e all'attività di pittore ad olio. Negli anni che precedono la sua morte lascerà in giro una serie di lavori incompleti e di soggetti appena abbozzati. Se è soprattutto l'artista olandese Daan Jippes a completare con uno stile uniforme tutte queste incompiute, anche Don Rosa ci mette del suo, firmando questa particolarissima storia. Si tratta di una breve con Archimede Pitagorico, personaggio con cui Barks aveva creato numerose perle in quattro tavole.

L'autore dell'Oregon aveva realizzato a matita le prime tre pagine di una storia destinata ad un one-shot monografico sull'inventore, abbandonando il tutto perché non sapeva più come procedere, oltre ad essere terrorizzato all'idea di disegnare un'infinità di bambini e topolini. Una sfida, questa, perfetta per Don Rosa, il quale riceve quest'incarico dalla Gladstone, salvo poi proporre il risultato alla Oberon, firmando così la sua seconda e ultima storia da autore completo per l'etichetta olandese.

Topi, Topi Ovunque!

Paperone chiede ad Archimede un rimedio per scacciare via i topi, il quale non trova di meglio che inventare un irresistibile formaggio che li attiri dall'altro lato del fiume. Assolutamente gustosa la gag in cui si svela che il tecnologico risolutore di problemi di Archimede non è altri che Edi chiuso dentro una scatola. Dopo questa introduzione di Barks, scatta l'invasione di roditori da parte di Don Rosa, che si diverte a riempire le vignette di brulicanti esseri pelosi. Ma ancor più divertente è l'approccio flemmatico e disincantato di Archimede, che ad ogni disastro risponde con una soluzione ancor più disastrosa.

Don Rosa sa come proporre il personaggio, azzeccando lo stile e la psicologia donatagli dal suo creatore, e anche l'interazione con Paperone appare del tutto sinergica e speculare, in un rapporto consumatore - cliente. Al solito vengono inserite alcune maestose quadruple, come quella che chiude la storia, e sono inoltre presenti alcuni inside joke, come la fugace apparizione di Pico de Paperis o il cameo di un piccolo Mickey Mouse tra i topolini. Da notare inoltre il tocco tutto donrosiano dello specificare che il palazzo schizzato da Barks nelle prime tavole non è altro che un deposito secondario, salvo poi spostare la scena alla Collina Ammazzamotori. In conclusione, la storia si rivela piacevole, caotica, ma dinamica e ben ritmata, un delizioso omaggio al lavoro incompiuto di Barks di tanti anni prima.

di Amedeo Badini Confalonieri - Il fumetto è sempre stato la sua grande passione, sotto forma prima di un rassicurante Topolino a cadenza settimanale, per poi inoltrarsi nel terreno filologico-collezionistico. Questo aspetto critico gli ha permesso di apprezzare altri autori, da Alan Moore a Jeff Smith, e soprattutto di affinare la curiosità verso tutta la nona arte del fumetto. Disney è il suo primo campo, ma non disdegna sortite e passeggiate in territori vicini. Scrive di fumetto e di cinema anche per il settimanale Tempi, per Lo Spazio Bianco e per il Papersera.

di Valerio Paccagnella - Laureato in lettere moderne, è da sempre un grande appassionato di arti mediatiche, con un occhio di riguardo per il fumetto e l'animazione disneyana. Per hobby scrive recensioni, disegna e sceneggia. Nel 2005 fonda “La Tana del Sollazzo”, piattaforma web per la quale darà vita a diverse iniziative, fra cui l'enciclopedico The Disney Compendium e Il Fumettazzo, curioso esperimento di critica a fumetti. Dal 2011 collabora inoltre anche con Disney: scrive articoli per Topolino e Paperinik, e realizza progetti come la Topopedia (2011), I Love Paperopoli (2017) e PK Omnibus (2023).

Scheda tecnica

  • Titolo originale: The Pied Piper of Duckburg - da un'idea di Barks
  • Anno: 1990
  • Durata:
  • Storia:
Nome Ruolo
Don Rosa Disegni; Storia