I Tre Lupetti

Piovono Porcellini

Nell'anno in cui le Silly Symphony rinunciano alla loro natura autoconclusiva, intensificando l'uscita di sequel e cortometraggi derivativi, non può certo mancare un nuovo capitolo dell'epopea che diede inizio a questo boom. Three Little Pigs (1933) aveva infatti dimostrato come fosse possibile realizzare personaggi accattivanti benché destinati ad un solo impiego. La canzone Who's Afraid of the Big Bad Wolf? aveva inoltre contribuito a infondere fiducia nei cuori degli americani, stremati dalla Grande Depressione. Il suo grande successo aveva portato Disney a realizzare The Big Bad Wolf (1934), a metà strada tra un seguito e un crossover con la fiaba di Cappuccetto Rosso. Da quel momento in poi la carriera di questi personaggi decolla incontrollabilmente. Nel 1936 troviamo infatti Ezechiele e i tre porcellini come ospiti speciali in alcuni cortometraggi celebrativi. In Mickey's Polo Team il lupo cattivo entra nella squadra di polo di Topolino, Paperino e Pippo per sfidare le più grandi star di Hollywood, mentre i porcellini appaiono in tribuna, seduti insieme a Shirley Temple. In Toby Tortoise Returns, invece, i protagonisti di The Tortoise and the Hare (1935) si sfidano ancora una volta sul ring, e ad arbitrare l'incontro è proprio Gimmi, il porcellino saggio. È in questo contesto che troviamo il terzo cortometraggio ufficiale del ciclo, il bellissimo Three Little Wolves.

Al Lupo! Al Lupo!

È noto che Walt Disney non avesse in simpatia i sequel. È famosa, del resto, la sua posizione in merito: non ci si poteva superare ripetendosi. Per far fronte alle numerose richieste, senza svilire la formula delle Silly Symphony, ne aveva realizzato uno, The Big Bad Wolf, rendendo i tre porcellini ospiti di un'altra fiaba non ancora adattata. Non era il caso di sprecare cartucce, quando si poteva realizzare la versione Disney di Cappuccetto Rosso, insomma. Lo stesso avviene qui, anche se questa volta tocca alla celebre favola di Esopo conosciuta come “Al lupo, al lupo!” essere reinterpretata. Timmi e Tommi, i due porcellini frivoli, vengono calati nel ruolo dei falsi allarmisti, mentre Gimmi sarà la vittima dei loro scherzi. Ovviamente la vicenda esopica è solo accennata, mentre il focus del cortometraggio è tutto sull'ennesimo esilarante scontro con Ezechiele, che questa volta è attorniato da un terzetto di infidi lupetti. I tre personaggi diventeranno da questo momento in poi un elemento costitutivo di questo microcosmo, e riappariranno anche in seguito, sia su schermo che nei fumetti. Questo terzo cortometraggio mostra una decisa evoluzione rispetto ai due precedenti. I porcellini hanno adesso un volto più espressivo, con gli occhi leggermente più grandi. Lo stesso vale per la resa cromatica e lo stile degli sfondi, sempre più curati. Inoltre l'universo narrativo dei tre porcellini si arricchisce di un nuovo punto di riferimento, la tana di Ezechiele, uno scenario cupo ma d'atmosfera, che vediamo qui per la prima volta.

Sferzante Ironia

Three Little Wolves dimostra un netto miglioramento anche sotto il profilo umoristico. Si ricorda molto volentieri la scena d'apertura, che vede Ezechiele esibirsi davanti alla prole in una sorta di parodia della canzone popolare tedesca Schnitzelbank, sfoderando un perfetto accento teutonico, mentre enumera i diversi modi di cucinare il maiale. Alcuni storici del cinema hanno voluto vedere in questa scenetta un'ironica allusione alla minaccia del nazismo, che all'epoca stava sorgendo in Germania. Non si risparmiano momenti maliziosi, come quando i due sciocchi porcellini vengono fatti prigionieri dal lupo travestito da Bo Peep, e arrossiscono pensando alle intenzioni della pastorella. Ma è senza dubbio l'elaborato marchingegno costruito da Gimmi, il “Wolf Pacifier”, a costituire l'apice umoristico del cortometraggio: attirato con l'inganno al suo interno, Ezechiele viene afferrato, strapazzato e umiliato in ogni modo, sottoponendosi ad una tortura organizzata come una catena di montaggio. Oltre a costituire l'ennesima, felice, applicazione di quello humor disneyano basato sulla meccanica, la sequenza dell'ammansitore si dimostra addirittura dissacrante nel suo utilizzare in modo geniale il tema di Who's Afraid of the Big Bad Wolf? come sottofondo musicale, mentre il lupo viene malmenato.

Dai Tre Lupetti a Lupetto

In corrispondenza con l'uscita di questo terzo short, i porcellini giunsero finalmente sulla carta stampata, occupando una lunghissima sequenza di tavole domenicali, la decima della serie a fumetti delle Silly Symphony. Il ciclo The Further Adventures of the Three Little Pigs, firmato da Ted Osborne e Al Taliaferro, si sarebbe protratto infatti per ben trentadue settimane, raccontando al suo interno tre storielle distinte, e lasciando il passo molto tempo dopo ad una sequenza di tavole dedicata a Paperino. Queste pagine a fumetti, in cui il lupo agiva ancora al fianco dei suoi tre figlioletti, avrebbero costituito una svolta importante per la carriera di questi personaggi, che da questo momento in poi entrarono nella storia del fumetto disneyano. Le gesta di Ezechiele e soci si spostarono qualche tempo dopo sui comic book, dove un gruppo di sceneggiatori decise di sostituire il trio di cuccioli malandrini con un quarto figliolo, Lupetto, decisamente buono e in contrasto col padre. Questa dinamica avrebbe dato alle vicende un'ulteriore spinta, che avrebbe assicurato decenni di storie a fumetti. Three Little Wolves non fu però l'ultima apparizione dei tre porcellini sul grande schermo: un quarto e ultimo cortometraggio venne prodotto nel 1939, The Practical Pig, dopodiché il cast venne messo a riposo, concedendosi sporadiche apparizioni di tanto in tanto nell'animazione di propaganda, nella sigla del Mickey Mouse Club (1955) e in una speciale sequenza animata realizzata appositamente per il lungometraggio non disneyano Cri Cri El Grillito Cantor (1963). Infine nel 2001, nel cortometraggio televisivo Li'l Bad Wolf, realizzato nell'ambito della serie tv celebrativa House of Mouse, anche Lupetto avrebbe finalmente raggiunto il resto del cast per la sua unica apparizione animata.

di Valerio Paccagnella - Laureato in lettere moderne, è da sempre un grande appassionato di arti mediatiche, con un occhio di riguardo per il fumetto e l'animazione disneyana. Per hobby scrive recensioni, disegna e sceneggia. Nel 2005 fonda “La Tana del Sollazzo”, piattaforma web per la quale darà vita a diverse iniziative, fra cui l'enciclopedico The Disney Compendium e Il Fumettazzo, curioso esperimento di critica a fumetti. Dal 2011 collabora inoltre anche con Disney: scrive articoli per Topolino e Paperinik, e realizza progetti come la Topopedia (2011), I Love Paperopoli (2017) e PK Omnibus (2023).

Scheda tecnica

  • Titolo originale: Three Little Wolves
  • Anno: 1936
  • Durata:
  • Produzione: Walt Disney
  • Regia: Dave Hand
  • Storia: ,
  • Basato su: "Il Ragazzo che Gridò Al Lupo" di Esopo
  • Cast: Alice Ardell, Billy Bletcher, Pinto Colvig, Leon Le Doux
  • Musica: Frank Churchill
  • Animazione: Norman Ferguson, Eric Larson, Fred Moore, Bill Roberts
Nome Ruolo
Alice Ardell Cast (Little Pig, Little Wolf)
Billy Bletcher Cast (Big Bad Wolf)
Frank Churchill Canzoni ("Who's Afraid of the Big Bad Wolf?"); Musica
Pinto Colvig Cast (Practical Pig)
Bill Cottrell Storia
Walt Disney Produttore
Esopo Storia Originale ("Il Ragazzo che Gridò Al Lupo")
Norman Ferguson Animazione
Dave Hand Regista
Ferdinand Huzsti Horvath Layout
Bob Kuwahara Storia
Eric Larson Animazione
Leon Le Doux Cast (Little Wolf)
Fred Moore Animazione
Mique Nelson Fondali
Bill Roberts Animazione