Zio Paperone - Una Lettera da Casa

L’Estrema Sintesi di un’Epopea

Tre anni dopo aver suggerito l’origine templare della dinastia papera in La Corona dei Re Crociati, Don Rosa sente che è arrivato il momento di affrontare la seconda parte di quella vicenda, mantenendo la promessa fatta all’epoca. Ma l’autore del Kentucky è ormai a fine carriera, e col passare del tempo ha ormai affrontato storie via via più complesse, spesso incrociando più esigenze narrative in una sola. E così sceglie di realizzare qualcosa di ancora più importante di un semplice seguito di una caccia al tesoro.

Il sottotitolo della storia è L’Altro Segreto del Vecchio Castello e sottintende la volontà di Don Rosa di fare di questo racconto il sequel della prima storia avventurosa che Barks aveva realizzato con tutti e cinque i paperi del suo cast principale. E non è finita qui. Una Lettera da Casa rappresenta una tappa ancor più fondamentale del viaggio creativo di Don Rosa. In questo continuo gioco al rilancio che è stata l’epopea di Paperone da lui narrata, siamo arrivati al capolinea definitivo: Don spedisce Paperone in Scozia, a cercare il tesoro dei templari… in casa propria. E fa in modo che questa esperienza porti Paperone al confronto definitivo con il suo passato, la sua famiglia e con sé stesso. Non è un caso che Una Lettera da Casa venga da molti lettori considerato il capitolo 12bis della Saga: pur non facendone parte più di qualsiasi altra storia di Don Rosa è qui che viene saldato l’ultimo e definitivo debito narrativo.

Il Tesoro dei Templari

Una Lettera da Casa è una delle storie più belle di Don Rosa. Rappresenta la summa del suo lavoro, delle sue passioni e delle sue ossessioni di autore, il tutto in ben trentaquattro tavole ricchissime di eventi, umorismo e sentimenti. L’artista del Kentucky tira le fila di quindici anni di carriera, inserendo tutti i suoi temi preferiti: la caccia al tesoro, la Storia, i sentimenti di Paperone, il lavoro di Carl Barks e ovviamente il suo innato desiderio di rompere i numerosi tabù del fumetto disneyano, parlando di morte, religione… e servizi igienici. Questa gran quantità di elementi viene tenuta assieme da una sceneggiatura briosa ed emozionante.

Le prime tre tavole della storia costituiscono il prologo della vicenda. E’ la prima volta dai tempi della Saga che Don Rosa pospone le sue meravigliose quadruple title card, ma qui la scelta si rivela vincente per alleggerire la narrazione successiva. Viene fatto un rapido excursus storico sull’ordine templare, vengono sintetizzati gli eventi della Corona dei Re Crociati, ma soprattutto Don Rosa ci ripresenta il villain della vicenda, quel Monsieur Molay a capo del consiglio internazionale della Valuta, assistito dal suo sottoposto Monsieur Materasso. In questo modo viene un po’ stemperata la pesantezza che è ormai parte della cifra stilistica di Don: la caccia al tesoro del castello che ne deriverà sarà incentrata più sulla risoluzione di enigmi meccanici che sulla componente storica.

Matilda

Il cuore della storia è però costituito dal ritorno sulla scena di Matilda De Paperoni, una delle due sorelle con cui Paperone aveva rotto i rapporti nell’undicesimo capitolo della Saga. Vedere vivo e vegeto un personaggio legato alla dimensione passata della mitologia papera è una scelta inaspettata: l’albero genealogico donrosiano è infatti formato in primis da personaggi impossibilitati ad agire nelle storie ambientate al presente, e che dall’editore Egmont vengono considerati ufficiosamente trapassati. Matilda invece torna in qualità di custode in incognito del castello di famiglia, interagisce con Paperino e i nipotini, e mostra un certo risentimento verso Paperone.

Don Rosa avrebbe utilizzato volentieri anche Ortensia, ma trattandosi della madre di Paperino, il personaggio gli era precluso. Così l’autore decide di inglobare parte del temperamento battagliero di Ortensia nel carattere di Matilda, giustificando la cosa attraverso il rancore che la poverina ha provato in tutti questi anni di lontananza e solitudine. Graficamente Don Rosa la invecchia, rendendola decisamente diversa dalla trasognata paperotta di un tempo. In parte la cosa è dovuta al suo personale approccio “verista”, in parte all’involuzione del suo tratto che col passare del tempo sta facendosi sempre più legnoso.

La Summa Poetica

Una Lettera da Casa è un capolavoro imperfetto: Don Rosa preso dal desiderio di portare al massimo climax ogni singolo aspetto della sua narrativa, qua e là appare affaticato. E sebbene la componente avventurosa sia consistente, ciò che veramente resta impressa è la delicatezza della vicenda familiare. Sono argomenti decisamente inediti per il fumetto Disney, eppure Don tratta con garbo la distanza e il risentimento che possono crearsi in una famiglia. Notevole la sequenza della visita al cimitero, che sottolinea i dubbi di Paperone verso un’esistenza vissuta pienamente ma forse incompresa. Il fatto che Matilda non abbia mai capito i propositi del fratello sono la spia evidente della complessità del cast donrosiano: un set di personaggi reali, nel quale Paperino e i nipotini si incastrano alla perfezione grazie al ruolo determinante avuto nella redenzione dello zio.

Il lirismo definitivo si tocca nel finale, in cui le carte in tavola vengono scombinate: la scoperta della lettera di Fergus e le sue rivelazioni spazzano via le incomprensioni tra fratelli, e aprono il cuore al lettore. Non è più questione di tesori o enigmi, ma torniamo ai sentimenti puri. Don Rosa si fa poetico e racconta qualcosa di decisamente personale, ben poco barksiano o disneyano. In quelle ultime tavole racchiude tutto il suo pensiero, esplicitando il suo talento. L'ultimo dialogo di Paperone, che si conclude nella quadrupla con i quattro cerchi, è davvero la sintesi dell'artista del Kentucky, un ideale finale di carriera. Le tre storie successive saranno opere più stanche, faticose, poco spontanee, mentre Una Lettera da Casa si rivela una vicenda imprescindibile, l'estremo omaggio ai suoi amati Paperi.

di Amedeo Badini Confalonieri - Il fumetto è sempre stato la sua grande passione, sotto forma prima di un rassicurante Topolino a cadenza settimanale, per poi inoltrarsi nel terreno filologico-collezionistico. Questo aspetto critico gli ha permesso di apprezzare altri autori, da Alan Moore a Jeff Smith, e soprattutto di affinare la curiosità verso tutta la nona arte del fumetto. Disney è il suo primo campo, ma non disdegna sortite e passeggiate in territori vicini. Scrive di fumetto e di cinema anche per il settimanale Tempi, per Lo Spazio Bianco e per il Papersera.

di Valerio Paccagnella - Laureato in lettere moderne, è da sempre un grande appassionato di arti mediatiche, con un occhio di riguardo per il fumetto e l'animazione disneyana. Per hobby scrive recensioni, disegna e sceneggia. Nel 2005 fonda “La Tana del Sollazzo”, piattaforma web per la quale darà vita a diverse iniziative, fra cui l'enciclopedico The Disney Compendium e Il Fumettazzo, curioso esperimento di critica a fumetti. Dal 2011 collabora inoltre anche con Disney: scrive articoli per Topolino e Paperinik, e realizza progetti come la Topopedia (2011), I Love Paperopoli (2017) e PK Omnibus (2023).

Scheda tecnica

  • Titolo originale: Uncle Scrooge - A Letter From Home
  • Anno: 2004
  • Durata:
  • Storia:
Nome Ruolo
Don Rosa Disegni; Storia