Zio Paperone - Il Sogno di una Vita

Sognando la Saga

Come l’autore stesso afferma nell’introduzione scritta di suo pugno per la Don Rosa Library, questa storia nasce in circostanze molto particolari. Si tratta di una delle poche occasioni in cui Don decide di usare uno spunto inviatogli da un lettore che preferisce rimanere anonimo: i Bassotti si ritrovano a viaggiare nei sogni di Paperone, nella speranza di trovarvi all’interno la combinazione della sua cassaforte. Tuttavia, tempo dopo Don scopre che lo stesso spunto era già stato utilizzato nel film The Cell (2000) e successivamente ritrova le stesse identiche dinamiche persino in Inception (2010) di Christopher Nolan.

A prescindere da quale sia la fonte originale dell’idea, è indubbio che Rosa la rielabori a modo suo, inserendo nella storia il suo particolare approccio “scientifico”. Sebbene l’argomento stesso rifugga qualsiasi genere di razionalizzazione, Don si rivela decisamente bravo nel trasmettere quel senso di irrealtà e le dinamiche imprevedibili tipiche del sogno. Inoltre, l’autore incastra ancora una volta lo spunto all’interno del suo consueto universo narrativo: i Bassotti riescono a introdursi nel Deposito attraverso il cunicolo scoperto in Bassotti Contro Deposito e il loro rincorrersi nel sogno insieme a Paperino fornisce il pretesto per rivisitare il passato di Paperone, scorrazzando in lungo e in largo per tutta la Saga e le sue appendici.

Come Funziona?

Lo spunto è brillante, lo svolgimento brioso e veloce, al netto della sua natura autocelebrativa e di uno stile grafico via via più legnoso. Da una vignetta all’altra ci si può ritrovare scaraventati da un’epoca all’altra, avendo così una perfetta visione d’insieme dell’epopea paperoniana. Don Rosa rivisita così ben cinque capitoli originali, più due appendici, soffermandosi particolarmente sulla sequenza conclusiva di Cuori nello Yukon. Paradossalmente l’eroe della situazione è proprio il povero Paperino, che qui si ritrova a dover scacciare uno per uno i Bassotti dalla psiche dello Zione, e va incontro a gag divertentissime e paradossali. Memorabile la sequenza dell’incontro con sua madre da bambina in cui viene addirittura preso per pedofilo e malmenato da Fergus.

Don Rosa come al solito non lesina tecnicismi nel confezionare il suo “impossibile plausibile” e crea quindi un set di regole ben precise: trasmettere determinate sensazioni al sognatore aiuta a pilotare il cambio di scenario, allontanarsi da lui porta a precipitare… nello spazio bianco e quindi a uscire dal sogno e così via. Inoltre non va dimenticato che, sebbene ad ogni cambio di setting la memoria del sognatore si resetti, questo è perennemente cosciente di star rivivendo un ricordo e quindi conserva in sé le memorie aggiornate alla sua versione anziana. Certo, bisogna fare un piccolo sforzo e sospendere l’incredulità di fronte ad un mondo onirico che ripercorre fedelmente il passato del sognatore, senza nemmeno un dettaglio fuori posto, ma si tratta di una licenza puramente funzionale alla narrazione.

Sogni, non Incubi

La storia aiuta a comprendere, una volta di più, il personaggio di Paperone e come Don Rosa lo intenda. Nonostante quello che i Bassotti o Paperino possano pensare, Paperone non sogna il suo denaro, ma viaggia tra i ricordi, ritenendo la propria giovinezza una gloriosa Arcadia in cui, pur tra mille difficoltà, il suo animo si esprimeva al meglio. In una battuta ricorrente si sottolinea come il ricco papero non abbia affatto mangiato pesante: quelli non sono incubi, ma sogni. Paperino, dal canto suo, ne esce in modo positivo e, pur ficcando il becco qualche volta di troppo nelle faccende “intime” dello Zio, finisce per comprenderlo come mai prima d’ora.

Il finale della storia è emblematico. Don Rosa insiste a mostrarci l’happy ending alternativo di Cuori nello Yukon, suggerendo come il mancato chiarimento tra Paperone e Doretta sia stato determinante per sancire la loro separazione. E sebbene molti ritengano abusato questo tema da parte dell’autore, fossilizzato in una versione di Paperone nostalgica, malinconica e decisamente triste, è innegabile che il messaggio lanciato dal Don sia potente e sensato. La buffa intromissione di Paperino, la sua decisione di farsi da parte, il sorriso raggiante di Doretta e la lacrima finale che riga il volto di Paperone rappresentano un momento altissimo, in cui Don Rosa emerge come maestro incontrastato del fumetto.

di Amedeo Badini Confalonieri - Il fumetto è sempre stato la sua grande passione, sotto forma prima di un rassicurante Topolino a cadenza settimanale, per poi inoltrarsi nel terreno filologico-collezionistico. Questo aspetto critico gli ha permesso di apprezzare altri autori, da Alan Moore a Jeff Smith, e soprattutto di affinare la curiosità verso tutta la nona arte del fumetto. Disney è il suo primo campo, ma non disdegna sortite e passeggiate in territori vicini. Scrive di fumetto e di cinema anche per il settimanale Tempi, per Lo Spazio Bianco e per il Papersera.

di Valerio Paccagnella - Laureato in lettere moderne, è da sempre un grande appassionato di arti mediatiche, con un occhio di riguardo per il fumetto e l'animazione disneyana. Per hobby scrive recensioni, disegna e sceneggia. Nel 2005 fonda “La Tana del Sollazzo”, piattaforma web per la quale darà vita a diverse iniziative, fra cui l'enciclopedico The Disney Compendium e Il Fumettazzo, curioso esperimento di critica a fumetti. Dal 2011 collabora inoltre anche con Disney: scrive articoli per Topolino e Paperinik, e realizza progetti come la Topopedia (2011), I Love Paperopoli (2017) e PK Omnibus (2023).

Scheda tecnica

  • Titolo originale: Uncle Scrooge - The Dream Of A Lifetime
  • Anno: 2002
  • Durata:
  • Storia:
Nome Ruolo
Don Rosa Disegni; Storia