Prologo
E chi aveva voglia di tornare a Lucca dopo i trambusti e gli scombussolii passati? Cuori spezzati, la solita casa di Panariello trasudante ricordi, la mia ormai totale incapacità di riuscire a gestire tradizioni, tempo, relazioni sociali e acquisti in sole tre/quattro giornate. Che sbatta, che ansia e che schifo. Ecco, mi ero rovinato l'evento nerd dell'anno. Poi la nuova canzoncina di Poggi, che i Brami anticosplay tanto odiano, mi è rimasta impressa. Inferiore alla precedente, ovviamente, ma simpatica, affine a quella tradizionale, eppure diversa, nuova. E allora ho pensato che si può sempre ricominciare da capo, e rifondare l'evento Lucca, perlomeno nella propria testa. Certo, QUELLA stessa casa non era il massimo per voltare pagina, ma con un gruppo di amici e tanta buona volontà, dovevo riuscire a godermi Lucca. Perché poche storie, dovevo. E' un evento troppo importante, imperdibile, un mattoncino fondamentale nella costruzione del mio mondo personale fatto di passioni, amicizie e, ebbene sì, da quando l'anno scorso ho iniziato una piccola collaborazione con la Disney, anche lavoro. Così come quando nel 2005 mi ritrovai di fronte al fallimento mio e di Sbonk come community e decisi di rimboccarmi le maniche, sette anni dopo ho pensato bene di ricominciare a lavorare per tirare fuori qualcosa di buono, questa volta da me stesso, visto che all'esterno qualcosa di molto buono l'avevo già creato.
Primo Giorno: Le Avventure di Winnie Ragù
Gli inizi, si sa, non sono mai facili. E così dopo un viaggio in treno piuttosto scomodo, visto che non avevo il posto a sedere, arrivo a Firenze per farmi viziare dalla zietta. E pure dal solito vecchietto suo convivente che ogni anno deve morire e invece è sempre lì arzillo che parla in Toscano e che mi saluta entusiasta credendomi D'Artagnan. E qui mi investe la prima tremenda disgrazia della giornata: la zia non mi dà la mancia. Un anno di attesa buttato nel cesso! La zia si giustifica dicendo che con il piede che le faceva male non ha potuto andare in banca a prelevare, e io fingo comprensione mentre dentro di me bestemmio Barks e Gottfredson. Il pranzetto tuttavia c'è, solo che poi mi tocca prelevare al bancomat un bel po' di soldi per portare equilibrio nelle mie tasche. Nel tragitto da Firenze a Porcari provo a dare una spallata ai Topolino arretrati, anche perché è Tradizione trovare una storia particolarmente brutta da deridere a Lucca con gli altri solo che...non ne trovo! O meglio, in realtà alcune storie mediocri ci sono, ma l'andazzo De Poli è qualitativamente alto e così si fa fatica a individuare i picchi negativi. Scelgo giusto quella sul bullismo, che trovo realizzata in modo superficiale, però troppo scontento non riesco ad esserlo. Ci pensa il destino a devastarmi l'umore nel momento in cui sento un buon odorino provenire dalla mia valigia. Un odore di ragù, al vino rosso, per giunta.
Apro la valigia e vengo travolto da un oceano di sugo, nel quale i miei vestiti sguazzano e fanno capriole. Rimango in piedi a fissare lo spettacolo per cinque minuti buoni, con un espressione vuota. Uno dei barattoli si è aperto. Non rotto, erano tutti circondati dal morbido dei vestiti, ma svitato. Difetto di fabbricazione, forse. La prima cosa che faccio è provare a togliere dal mucchio i cinque barattoli ancora intatti. Poi inizio a vagare per i cessi dei vagoni in cerca di lavandini funzionanti per lavarmi le mani, e di carta igenica. Non trovo lavandini attivi, quindi mi ritrovo a scroccare salviette profumate ad una signora, il rotolo però lo trovo e allora decido di srotolarlo tutto e infilarlo nella valigia per tamponare l'emorragia temporaneamente e impedire ai vestiti di impregnarsi completamente. Poi richiudo il mostro e me lo porto appresso non appena scendo a Porcari, dribblando il solito problema delle porte che non si aprono e rischiano di imprigionarti fino alla fermata dopo. Scopro inoltre che la community non arriverà a Porcari prima di un'altra mezzora e così con lo zaino in spalla, un sacchetto colmo dei barattoli rimanenti e un trolley che ad ogni curva fa splish splosh mi siedo su un marciapiedi a leggere, con l'umore sotto le scarpe pensando alla solita banale battuta sul fatto che peggio di così può ancora andare, dato che potrebbe piovere. Piove. Però poi passano in auto due albanesi ubriachi e mi regalano una birra. Vabbè, dai.
Poi ecco il Sollazzo che arriva: Breda, ministro dei tecnicismi, Hybiscus, Bramo, ministro delle pubbliche relazioni, Vito, ministro della porchetta, Isa, Eddy, comico d'avanspettacolo, Zangief, troll ufficialmente autorizzato, e infine Tigrotta e Tyrrel, al suo esordio in live action. Una volta riuniti tutti quanti andiamo a prendere possesso della casa. Pagato Panariello e iniziate le operazioni culinarie, io mi ritrovo invece a smadonnare per lavare la valigia, tirando giù un santo del calendario per ogni granello di ragù incastrato tra le ruote. E per fortuna che ad aiutarmi trovo una Isa più coccolosa che mai e un Eddy dall'umore incrollabile, altrimenti per la depressione mi sarei infilato dentro la valigia e avrei chiuso la zip, passando la notte là. Che tanto la cena era già dentro. Infine giunge il momento di cenare, e la serata si tinge d'allegria visto che dopo tanto tempo posso finalmente tornare a sentire gli
Yuk! di Bramo, le flatulenze di Vito e Zangief che morde la risata. Bramo, tra le altre cose, si fa avanti con un'umile letterina che mi chiede di leggere e nella quale c'è una listina di fumettini da lui consigliatini che mi supplica di comprare. Il momento è commoventino, quindi appoggio la letterina vicino ai fornelli, tenendone conto per i giorni successivi.
Al momento di addormentarmi però realizzo
il vero motivo che ha portato il ragù a ribellarsi contro di me. Quella volta avevo votato Winnie Pooh.
[CONTINUA...]