I Sogni di Grrodon

Il popolo del pianeta Sollazzo e la sua orbita: siti satellite, ricorrenze, fiere ed eventi felici (e non)... Insomma tutto ciò che riguarda non solo il topic ma NOI, le meravigliose persone umane!
  • Che belli, i crossover.
  • Ma hai anche sognato chi poi cercava la casa a Lucca? Perché se succede davvero dobbiamo star pronti...

    PS. Tranquillo Lorè, ce le tocchiamo noi pe te :P
  • Eddy ha scritto:PS. Tranquillo Lorè, ce le tocchiamo noi pe te :P
    Grazie :P

    Comunque il punto è che vede troppo Fringe.

    (e io troppo poco, ok, lo so)
    Lorenzo Breda
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    If you couldn't find any weirdness, maybe we'll just have to make some!
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  • Grande Breda, il nostro altruistico eroe! :clap: :asd:
    Eddy ha scritto:Ma hai anche sognato chi poi cercava la casa a Lucca? Perché se succede davvero dobbiamo star pronti...
    Lol, ecco la vera preoccupazione in caso accadesse l'evento del sogno :P
    Eddy ha scritto:PS. Tranquillo Lorè, ce le tocchiamo noi pe te :P
    Be', secondo certa cultura popolare gli ha pure allungato la vita, il Grrò :)
    Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
    Osservate l'orrendo baratro su cui è affacciato l'universo! ... senza spingere...

    LoSpazioBianco.it: nel cuore del fumetto!

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  • No, non nel senso che sembra. Non come la morte di Breda. Stanotte ho sognato che la morte era una tipa e io la facevo MIA. Ero davanti ad un albero di Natale e lei era venuta a portarsi via della gente, e io notavo che era proprio figa. Ma parecchio. Così la conquistavo, e stavamo insieme. Solo che al momento di scegliere se io sarei dovuto diventare inumano o umanizzare lei mi accorgo che c'è qualcosa che non va. Che nel mondo muore gente a cazzo e ingiustamente solo perché LEI pensa troppo al lavoro e fa gli straordinari nel tempo libero. Allora sdegnato dalla cosa, decido di chiudere con lei. E mi sveglio.
  • Guardati The Hogfather, cosí poi sogni pure sua nipote.
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  • OK, tocca a me. Una ventina di noi andavano a Lucca. Era la villa panariellica del primo anno. Arriviamo tutti in massa, ma Panariello non lo avevamo avvertito. Si altera un po', ma ci accoglie.
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  • Questa notte ho vissuto un'avventura che vale la pena trascrivere.

    Mi trovo a voler verificare la bellezza della quinta stagione di Fringe, di cui tutti ne stanno parlando come una cosa sconvolgente. Allora mi catapulto letteralmente nella serie, in uno scenario in cui Olivia e un Presunto_Peter ricordano avvenimenti precedenti con un breve riassunto: "Ehi, ricordi che non dovevamo fare quellacosa? Altrimenti ci ritroveremo trasformati in un ORRIBILE MOSTRO!".

    Ma i due spavaldi avanzano e fanno quellacosa per chissà quale motivo, e compare una gigantesca nuvola di fumo che offusca la visione. Dopo essersi placata, scorgo solo delle scarpe fumanti, come se i due si fossero disintegrati. Vedo tutto ciò attraverso una finestrella di una graziosa casetta in cui mi trovo dentro. In quel momento accanto a me compare Bertoni di pikappiana memoria che recita un altro ruolo, in questo caso la comparsa utile a spiegare allo spettatore cosa cacchio sta succedendo. E mentre sto ascoltando, con un brusco scatto Olivia appare alla finestra facendoci cagare in mano. Sembra spaesata, distante. Bertoni consiglia a tutti di scappare, anche se non mi rendo bene conto del perché. Comincio a uscire di casa, e nel frattempo mi accorgo che Olivia è riuscita a fare il giro del giardinetto della casa, ed è praticamente sull’uscio. Bertoni lancia un incantesimo potteriano per bloccare il suo passaggio ma fallisce, e quando si avvicina si vede costretto ad ucciderla.

    Ma qualcosa va storto.

    Bertoni, impietosito, lancia un "Abra Cadabra" al posto del mortale "Avada Kedavra", come a spaventarla per farla scappare. Io capisco che quel suo attacco di pietà è stato un azzardo, e mentre corro gli faccio notare con un urlo agitato di aver usato l'incantesimo sbagliato. Non faccio in tempo a fare il giro per andarmene che mi accorgo che l'innocente e spaesata Olivia nel frattempo ha assunto le agghiaccianti sembianze di una specie di Medusa-Grifone, con le ali da angelo della morte e occhi infuocati che lanciano un raggio che disintegra il povero Bertoni.

    Comincio a correrre come un pazzo, e mi rendo conto che ci sono almeno due partner di avventura non meglio definiti che mi seguono, anch'essi impauriti dall’apocalittico mostro. Mentre corro all'impazzata mi rendo conto di due cose: che il tragitto che sto percorrendo è una strada di Battipaglia che conosco molto bene, e che la Rowling ha creato davvero un colpo di scena inaspettato nella sua saga.

    Cosa? La Rowling? Ma non stavo guardando Fringe? Boh, ditelo al caffellatte notturno che mi ha fatto fare 'sto trip. Fattostà che Bertoni adesso è automaticamente diventato Lord Voldemort, creando la retcon delle retcon del Mondo dei Sogni. Mentre fuggo come un forsennato diretto a un punto della stradina dove so esserci piazzata la macchina di uno dei due compagni, rifletto su come il cattivo principale di una saga tanto famosa sia stato fatto fuori da un mostro così inaspettatamente (e nonostante stessi sporcando di paura liquida le mie mutande, non potevo che essere ammirato dalla voglia di osare della scrittrice).

    Arriviamo all’auto, e come missili entriamo al suo interno cercando di scappare. Ma la presenza del Mostrolivia si fa sentire e ordino alla tipa accanto a me (che finalmente scopro avere un volto: nientemeno che Rory Gilmore) di lanciare un incatesimo protettivo alla vettura. Rory riesce all’ultimo secondo a lanciare un Incanto Patronus e la macchina risulta così a prova di bomba atomica. Sì, un Incanto Patronus. Nella mia testa sarà risuonato come una specie di Incanto Protectus o qualcosa del genere, sta di fatto che la minaccia è apparentemente sparita, do un bacio sulla guancia alla salvatrice per ringraziarla e con il guidatore ancora avvolto nel mistero ce ne andiamo fischiettando lasciando che l’automobile ondeggi con noi in una rassicurante inquadratura finale dall’alto.

    Ah, sì: ricordo inoltre che mentre andiamo penso che la quinta stagione di Fringe sarà davvero pompa.
    Tanto per ricollegarmi con l’inizio.


    Da oggi non guarderò più l'agente Dunham con gli stessi occhi.
    Ultima modifica di Vito il sabato 17 novembre 2012, 01:01, modificato 1 volta in totale.
    Immagine Immagine Immagine
  • Vito ha scritto:Da oggi non guarderò più l'agente Dunham con gli stessi occhi.
    Non ne sarei così sicuro.
  • .
    Ultima modifica di Mason il mercoledì 01 maggio 2013, 20:53, modificato 1 volta in totale.
    <Grrodon> Sì ma a 15 anni è troppo vecchia
  • Allora, ecco qua un sogno fatto pochissimo tempo fa:
    Siamo io e due miei amici, che, camminando per un borgo medievale con Asterix e Obelix (versione fumetto, non film) arriviamo alla fine di questa via. Lì c'è una casetta in legno su due piani, stupenda, dove abitano Asterix e Obelix (ora versione film!) e io penso: "Toh, una citazione nella citazione della film!". Cosa vuol dire? Non so...
    Poi chiedo a Asterix e Obelix (versione film) come fanno ad assomigliare ai due personaggi del fumetto (che intanto sono scomparsi) quando recitano: allora Asterix si tira le alette dell'elmo e diventa come il personaggio del fumetto, mi fa una linguaccia e corre nella sua graziosa casetta ridendo. Ma allora, io e i mie due amici capiamo che dobbiamo andare su una collina, dove la mia prof di Geografia sta spartendo una cinquantina di ragazzi e ragazze nelle case del borgo che avevamo passato prima. Un mio amico (Daniel), viene messo nella bellissima casetta di Asterix e Obelix, e tutti a urlargli: "Fortunato! Fortunato!". L'altro mio amico (Giorgio) scompare. Alla fine rimaniamo io, un ragazzo che non ho mai visto e le ragazze. Allora io dico: "Voglio stare con quel tipo lì!". La prof acconsente, ma lui va in un castello, dove lo vogliono far diventare un soldato addestrato, con dei goblin verdi crudeli. Allora io mi dispero e piango: "Noooo! Non voglio!" E via dicendo...Allora resto sulla collina, mi lasciano solo, nel freddo e nel buio. Dopo due giorni terribili, viene la mia prof di Geografia, che dice: "Va bene, Luca, vai nella Tana dei Goblin Rossi" (notare il riferimento a "La Tana del Goblin", noto sito di giochi di ruolo, che frequento). Ma io quando vedo dove dovrò alloggiare, mi vien da piangere, perchè è una piccola caverna orribile. Ma quando entro scopro che c'è un cunicolo interno, dove vivono tre goblin rossi, che mi offrono il thè, ma soprattutto c'è il mio amico Giorgio! E, oltretutto, scopro che le pareti sono tappezzate di Topolini, di Tex e di Zagor! Stacco un Tex, mi metto su una poltrona rossa, e con il buon thè dei Goblin Rossi, incomincio a leggere!
  • .
    Ultima modifica di Mason il martedì 06 maggio 2014, 19:14, modificato 1 volta in totale.
    <Grrodon> Sì ma a 15 anni è troppo vecchia
  • Ora che me lo sono ricordato e l'ho postato sul Papersera, devo scriverlo anche qui.

    Entro in edicola per acquistare il primo Topolino pubblicato da Panini, e quando lo trovo, un enorme spillato con il titolo stilizzato come se fosse una testata superoistica, diventa mio per 1 Euro e 80 centesimi. Dentro alla prima pagina leggo un'editoriale in tutto e per tutto simile a quelli della De Poli, ma a quanto pare la direttrice è cambiata.

    L'argomento principale dell'editoriale è la storia di apertura, disegnata da Cavazzano e scritta da Grrodon come autore esordiente (assurdo); nell'articolo, l'autrice sbandiera bellamente il fatto che conosce Grrodon di persona, sottolineando come sia un bravo ragazzo (assurdo).

    C'era pure qualcosa di strano nella storia, ma mi sa che erano troppe assurdità da ricodare.

    Ah, era una lunga di Topolino e Pippo.
    <Grrodon> Sì ma a 15 anni è troppo vecchia
  • Rispolvero l'egocentricamente nominato topic per raccontarvi delle mie vicende della scorsa notte, che vedono tutti voi sul palcoscenico. Tranne Mason.

    La Tana del Sollazzo al gran completo si raduna in una grande magione stile Resident Evil, ma senza zombie, per la visione di un ciclo del Terzo Dottore. A pensarci questo non garantisce l'assenza di zombie, ma comunque. Assistiamo alle gesta di Pertwee dal vivo, seguendolo mentre cerca di recuperare i risparmi sottratti ad una povera famiglia ebrea. Risolto il fattaccio torniamo in villa e io, Valerio, Vito, Isa, Breda, Bramo, Eddy e altre figure indistinte ci scambiamo impressioni sugli episodi, che perlopiù consistono in sguardi di disfacimento. Mentre cerchiamo di farci una ragione di ciò che abbiamo appena visto sentiamo provenire dall'esterno la risata di Zangief: affacciati alla finestra lo vediamo irriderci, mentre con grazia pattina piroettando sulla superficie gelata del laghetto della villa, assistito da Aurora e Dadda che volteggiano al suo fianco.

    WUH-UH-UUUuUuUuH...
  • Sìiiii io che volteggio! Sono leggiadra e non goffissima XD

    Molto bello comunque, molto bello.
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    <Grrodon> Sì ma a 15 anni è troppo vecchia
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    E' la grande serata, quella della Celebrazione (di cosa non lo so). Io e tutti quelli che conosco, inclusi gli amici del liceo, del web e chi più ne ha più ne metta, ci avviamo in un gigantesco auditorium mentre molti di noi vengono chiamati su un palco per ricevere premi e riconoscimenti, tipo il Nobel per il miglior rutto, quello per la miglior chiacchierata, e altre amenità.

    Un mio amico, il secchione della mia classe, però, continua a ripetermi sottovoce che c'è una cosa che devo assolutamente fare: andare in bagno per recuperare "i led rossi". Inizialmente lo ignoro, ma lui insiste più e più volte, e alla fine obbedisco. Lascio l'anfiteatro e mi dirigo verso la toilette, seguendo un gruppo di miei amici del liceo, tra i quali figura anche Dapiz. Giunto nei bagni inizio a cercare questi fantomatici "led rossi", senza successo alcuno. Alla fine decido di fregarmene e torno al mio posto a mani vuote, incurante delle proteste del cervellone.

    Lui però continua a insistere che quei led sono necessari, e mi convince a seguirlo in bagno per adempiere al mio compito. E - sorpresa - in sua presenza ecco che il bagno si trasforma in un centro di controllo con un maxi computer che si rivela essere ... la sua camera. Col suo aiuto, riusciamo finalmente a trovare i led, ma è troppo tardi. Perché al momento di tornare nell'auditorium mi si para innanzi la disturbante visione di un immenso cupo roseto abbandonato. Il tempo passato alla ricerca dei led nella camera non corrispondeva al tempo reale passato all'esterno, dove invece a quanto pare sono trascorsi mesi. Quelli necessari a trasformare ogni essere umano sulla terra, eccetto noi, in rose rosse.

    E così inizia la nostra drammatica esistenza come ultimi uomini sulla terra. Mentre mi spulcio le pagine facebook di molte persone che conoscevo, per capire i loro ultimi pensieri prima dell'apocalisse delle rose, il mio amico mi dice che ha scoperto qualcosa. Tramite alcuni suoi studi di fisica quantistica ha capito che è possibile in qualche modo tentare di eludere il problema, cambiando i settaggi dell'esistenza stessa. E infatti la prima prova avviene sull'auditorium-roseto. Tramite il bagno/centro di controllo io e il mio amico bombardiamo il salone vicino, e al momento di aprire la porta... non c'è più l'auditorium/roseto ma la cucina di casa mia, così com'è sempre stata. Tutto ancora rigorosamente deserto, ma intanto è un inizio.

    Il secondo passo è riuscire a intercettare le voci delle persone, che fanno capolino dal piano di esistenza immediatamente attiguo, per riuscire a riportarle in questo piano di realtà "ripulito" dalle rose. Ma poco prima che inizi la sperimentazione mi sveglio, un po' traumatizzato, un po' sollevato ma leggermente frustrato dal non sapere come sarebbe andata avanti la storia.
  • <Grrodon> Sì ma a 15 anni è troppo vecchia
  • Onofrio Bramante in: Paccmall

    Sono bambino, con genitori e zii nella Mercedes di mio zio. Seguiamo, come al solito, i miei capricci e andiamo in un centro commerciale che devo andare a vedere. Siamo da qualche parte in Emilia Romagna, su una strada campagnola. Stacco. D'improvviso sono il me attuale, e ribadisco con convinzione al parentame che al centro commerciale voglio andarci da solo a piedi, perché è giusto così. Stranamente il gruppo concorda. Così li lascio lì e solo me ne vo per questa strada in terra battuta, da un lato aperta su una soleggiata (ma io ho indosso il mio solito k-way da alpinista) campagna dell'Emilia Romagna dall'atmosfera rarefatta (la strada mi dà anche la sensazione di essere una di quelle strade dalla gravità "alterata" tipo quella sulla strada fra Roma e Velletri, infatti le gambe sono subito stanche e ho le goccioline sulla fronte, che asciugo con un fazzoletto di stoffa bianco, come un borghese goffo) e dall'altra chiusa da un muro. Cammino rasente il muro per paura di essere investito. La strada sembra essere una curva perenne, e ho una costante paura che qualcuno sbuchi all'improvviso e mi metta sotto. Infatti sbuca un ragazzo in bici, che pedala a folle velocità. Mi evita, ma non mi tranquillizzo. Tempo dopo ne sbuca un altro, anche lui in bici, a folle velocità, ma questo ridacchia, perfido. Per fortuna mi evita pure lui. Sono più tranquillo. L'interminabile curva finisce e il muro si interrompe momentaneamente per lasciare spazio all'ingresso del paesotto, quel paesotto che so essere a metà del mio viaggio. Entro. Sono timoroso: speravo che fosse il classico paesotto villico, invece è una via di mezzo (in scala ridotta) fra Tokyo e Chinatown, tutta luci soffuse (non so perché ma d'improvviso è sera), locali fighetti a forma di pagoda e gente (si presume romagnola) che prende l'aperitivo e mi guarda storto, tranne una bionda vestita da barista (canottiera bianca, ombelico di fuori, shorts neri attillati. stivali). Mi sento ansioso, così salto un ruscelletto (non mi ricordo se con le ninfee o senza) e fuggo dal paesotto. Stacco. Sono arrivato al centro commerciale. E' di nuovo giorno, anzi, pomeriggio. Guardo l'ora e so che ho almeno tre ore tutte per me. Il centro commerciale si oblunga verso l'alto, e mi ricorda la Torre Nera di King (nella versione di Dylan Dog #250 Ascensore per l'inferno), ma con le vetrate del nuovo Pirellone. Entro, e sono magnificato da quel che vedo. Mi sento come il bambino di Hugo Cabret, anche se la scena (PP in basso di me con la bocca aperta e lo sguardo verso l'alto, i piani altissimi dietro) è una citazione di qualcos'altro che non mi sovviene. Comincio a girare a caso, bighellonando random. In pochi minuti quel luogo inizia a sembrarmi tutto uguale e a farmi prima pena, poi quasi schifo. Mi immalinconisco. Stacco. Sono al Bennet. Mi avvicino alle casse, deluso per non avere trovato nulla che mi interessasse. Proprio alla fine dell'ipermercato, vedo una cesta di Topolini usati, incellophanati uno ad uno e sovrapprezzati (3€ a numero). Non è una cesta vera e propria, è una specie di fontana monca di plastica dura e ghisa. Ce ne sono altre, contenenti altre cose (dvd, peluche, cioccolata, ecc.), ma quella con i Topolini mi sembra l'unica cosa bella che ho visto durante la giornata. Però non mi soffermo perché il prezzo degli albi è alto e perché so che, smucinando nel mucchio, finirei per volerli comprare tutti. Così mi ripeto che "occhio non vede, cuore non duole" ed esco dal Bennet. Mi ritrovo nel corridoio-spiazzo davanti al supermercato e dalle vetrate che danno sull'esterno del centro commerciale mi accorgo che s'è fatta sera e che è buio e tardi. Dunque devo andare via. Cerco l'uscita, seguo i cartelli, ma mi perdo e finisco nel garage. Un anziano che è impalato vicino alla porta antipanico e una tipa mi guardano male. Così torno indietro e trovo un mio vecchio compagno delle elementari vestito come il factotum di Grand Hotel Budapest. Non mi è mai stato tanto simpatico, ma stavolta è gentile e mi dà per filo e per segno le indicazioni per raggiungere l'uscita. Le seguo e finalmente raggiungo l'uscita del centro commerciale, che è posta in un angolo retto del palazzo. Apro la porta nell'angolo retto (anch'essa ad angolo retto) ed esco. Trovo il parentame e la Mercedes proprio lì davanti: sono venuti a prendermi e mi aspettano da varie ore.
    Immalinconito dalla giornata, d'improvviso mi ricordo che è uscito il nuovo numero di una iniziativa editoriale che vede la pubblicazione, all'interno di una rivista mainstream allegata ai quotidiani (il Venerdì di Repubblica, ma stampato con la carta e il formato usati dal Sette di RCS), di bi-poster (come quelli di PkGiant) dedicati ai grandi autori del fumetto. Ho già quelli di Corto Maltese (non di Hugo Pratt, di Corto Maltese), di Artibani e di Casty, e ora voglio quello nuovo, dedicato a Bramo. D'improvviso, non so come, me lo ritrovo in mano. Su un lato c'è il disegno, una Minni in forma di costellazione disegnata da Scarpa, e sull'altro la foto e la biografia di Bramo. Purtroppo, non so perché, ma il disegno è sbiadito e ha delle strisce quadricrome sopra e sotto che lo rovinano, probabilmente errori di stampa. Nonostante questo, mi sento molto contento per Bramo e voglio scrivergli per congratularmi con lui, immaginandomi già di leggere le bonarie prese in giro dei vari Valeri, Eddy e compagnia. Vado sul blog del Sollazzo, che non è un blog vero e proprio, ma un combo di blog, forum e chat sulla stessa schermata (a questo punto capisco di trovarmi di almeno un decennio nel futuro, perché in quel momento sono certo che il forum del Sollazzo diventerà così). Provo a loggarmi, ma mi s'impalla tutto (il dispositivo che uso è un tablet con la tastiera che tengo in mano come fosse un cellulare). Irritato, mi lamento che oggi non me ne va bene una, che non capisco perché a me nulla possa mai filare liscio, e mi sveglio.
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    Ottimo lavoro.
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