Versione pdf scaricabile per chi vorrà leggersela un giorno senza doversi collegare a internetAvvertenze ha scritto:- Gli eventi di questa fan-fiction non si collocano molto bene all'interno della continuity di PKNA, PK<sup>2</sup>, ecc..., dato che di questi non ho letto molti numeri In linea di massima il mondo in cui accade questa storia è questo: fine di PKNA, PK2 come se non esistesse, con l'eccezione che Uno se ne è andato, ma Pk vive ancora alla Ducklair Tower.
- Ci sono varie citazioni di cose accadute in Pkna, nonchè un lieve crossover con Witch. Perdonatemi le inesattezze e le incongruenze.
- I nomi non sono mai stati il mio forte. Me ne pento.
FRAMMENTI DI PRIMAVERA
1. Il sognoIo sono Paperino, lo sfigato. E sono Paperinik, il supereroe. Ho spedito a casa loro gli alieni invasori. Ho protetto la mia eredità, la mia città e il mio ed altri pianeti dalla più o meno pericolosa feccia di ogni mondo e di ogni tempo, dalle apocalissi temporali, da politici spietati e militari mitomani. Non ho avuto paura nemmeno davanti alla Paura stessa. Dovrei essere il più forte, imbattibile, indomabile. Invece sono sopraffatto da due esseri, uno debole, l'altro etereo: una papera, e un sogno. Paperina, la papera che amo, e un sogno che mi turba.
Le ho sognate per la prima volta qualche giorno fa: cinque ragazze bellissime, lisce come il marmo. Una dominava il cielo, un'altra gli oceani, un'altra la terra e un'altra ancora i vividi e fuochi; su di esse aleggiava la più bella, dai capelli rossi come un'arancia succosa, e le governava tutte. Come per telepatia, seppi all'improvviso che erano Witch, streghe. Streghe buone, e bellissime.
Come succede spesso nei sogni, d'un tratto l'ambientazione di quella scena, con una naturalezza assurda, cambia. Le mie cinque magnifiche dame erano ora sepolte sotto chilometri di terra, intrecciando radici di querce. Io le vedo dalla superficie, vedo attraverso la crosta terrestre! E vedo i cinque giganteschi alberi, morti, spogli, ma un fremito li percorre dalla base, poiché le Witch infondevano in essi qualcosa di vitale, qualcosa destinato a sbocciare nella più grande delle meraviglie della natura. E mi svegliai. Piangevo per l'immagine di quelle cinque streghe sepolte, ma mentre le sognavo non mi turbavano a questa maniera.
Moll mi si è avvicinata stupita. L'eroe piange. Fare colazione con lei mi rimette al mondo, e per qualche giorno il mio strano sogno non invade le mie attenzioni.
Moll Hackabout è un genio. Il sistema anti-intrusione la stanò mentre cercava di violare i sofisticati computer della Ducklair Tower. Quando le apparii alle spalle, trasalì. La scioccai con qualche trucchetto dei miei, e in effetti era terrorizzata. A un certo punto uscì una voce dal suo computer, e fui io a trasalire. Una voce femminile le disse con tono ironico: “Uh-uh, è accorso il tuo eroe!”. Mentre lei cercava di spegnere la sua macchina, quasi per nascondere qualcosa, a me quel tono riportò alla mente un vecchio amico, Uno, e mi assalì la voglia di rivederlo. Tentai quello che allora mi parve stupido: chiedere a Moll se stava costruendo un robot/intelligenza artificiale/megacomputer o quello che era. Anche a lei deve esser parso stupido rispondermi di sì.
Adesso Moll lavora a tempo pieno con i grandi mezzi della Ducklair Tower per costruire il suo sogno: un'intelligenza artificiale. E io la osservo e l'aiuto, nella speranza di rivivere i bei momenti vissuti con la mia testa di silicio preferita. Ma i risultati all'inizio non erano molto incoraggianti.
Qualche giorno dopo litigai con Paperina, per i soliti stupidi motivi. Si litiga sempre per stupidi motivi. Quella notte tornai a sognare le Witch. Erano nude e languidamente appoggiate ai loro alberi, mentre tutt'intorno piccoli germogli crescevano, e già vedevo le grosse querce che sarebbero diventati. Stetti a guardarle per qualche minuto. Loro non dicevano niente, e giocherellavano coi fili d'erba che accarezzavano loro le carni. Allora mi avvicino io alla mia prediletta. Mi inginocchio al suo cospetto e le domando il nome. “Will”, mi risponde. Vinto dalla sua dolcissima voce, cado all'indietro e mi distendo anch'io sull'erba, poggiando le mie zampe palmate sulle sue cosce. Guardo il cielo, mi sento divinamente. Will parla: “Pikappa, noi non siamo solo in questo sogno. Siamo nel tuo mondo. Prenditi l'immagine di Astrakan, e ci troverai. Siamo lì ad aspettarti. Non farci attendere troppo.”
Astrakan. Cos'è? Io conosco il cappotto di Astrakan. C'entrerà qualcosa? E che intendeva per “prenditi l'immagine”? Dovevo fare una foto a un cappotto di Astrakan per avere le mie cinque streghe qui nella realtà? Queste domande mi attanagliavano, così cercai qualcosa su Internet, ma non fu una ricerca fruttuosa. Dopo aver dedicato gran parte della giornata a scoprire che cosa si potesse intendere per Astrakan, Moll mi illuminò: “Puoi chiedere a Vladuck. Lui è un reporter, magari si è occupato di qualcosa del genere”. Moll non sapeva quanto m'avesse aiutato, e che pesantissima zappata sui piedi si fosse data...
Stephen Vladuck, il Camera #9 di 00 Channel, non era in redazione, era fuori a girare un servizio. Mi ricordai di telefonargli mentre mi mettevo a letto. Gli chiesi se conosceva qualcosa di nome Astrakan. “Perché?”. La sua laconicità mi inquietava.
– Sai, ho fatto un sogno. Mi hanno detto di prendermi l'immagine di Astrakan.
– Chi te l'ha detto?
– Che t'importa? Non avevi smesso di essere curioso?
– Una volta avevo smesso... una volta... comunque io sono impegnato in redazione, ma posso riuscire a liberarmi per un fine settimana, mentre mi riparano l'esoscheletro con la telecamera. Possiamo partire venerdì.
– Partire? Per dove?
– Per Astrakan.