[Hiromasa Yonebayashi] Arrietty: Il Mondo Segreto Sotto il Pavimento

Hayao, Isao e tutto il baraccao. L'Oriente a regola d'Arte dove fare amicizia con streghette, strani esserini e maiali volanti, ed incontrare castelli fra le nuvole e mondi microscopici.
  • Se per te frasi come
    "quel che gli umani faranno da qui innanzi, per sondarlo approfonditamente, non sarà troppo tardi!"
    sono fresche e scorrevoli, e perfettamente integrate sulla bocca di un ragazzino di 14 anni, allora sei un clone del C4nn4rsi o del suo abominevole entourage ;)
    La mia gallery su Deviant Art (casomai a qualcuno interessi =^__^=)
  • FaGian ha scritto:Se per te frasi come
    "quel che gli umani faranno da qui innanzi, per sondarlo approfonditamente, non sarà troppo tardi!"
    sono fresche e scorrevoli, e perfettamente integrate sulla bocca di un ragazzino di 14 anni, allora sei un clone del C4nn4rsi o del suo abominevole entourage ;)
    È ovvio che se me lo fai notare adesso io ti dirò di no... Il problema è notarle mentre si guarda il film, cosa che finora non ho fatto. Per questo dicevo: o al cinema sono rincoglionita oppure le mie nozioni di italiano standard sono in regresso a favore del cosidetto "antiparlato" di tulliodemauriana memoria.
    :asd:
  • Visto a Lucca con Isa, Grrodon e Icnarf. Bellissimo.

    Storia pittoresca e semplice semplice, mi è parso di vedere 3-4 scene in tutto il film. Musica invadente E PER QUESTO ottima, e un Cannarsi sfottibile il giusto ("ho finito a rompermi una gamba" :asd:). Arrietty BELLISSIMA, mentre il bambino malato mi è parso anonimo e troppo freddo, ma forse è stato anche per via del doppiaggio monocorde e inespressivo.
  • Facciamoci del male.



    Ah, parlando di farci del male, secondo l'ineffabile dialoghista della versione italiana, stando a quanto detto a Lucca, la pronuncia corretta del nome sarebbe Àrrietty. :ops: Ho capito che un giapponese pronuncerebbe il titolo Kariguràshi no Àrrietty... Ma il nome è anglosassone, non giapponese. Nel doppiaggio come lo dicono? Spero non sia arrivati a tanto.
  • Ovviamente con l'accento sulla a.
  • :cazz:

    Non è possibile, stiamo degenerando oltre il degenerabile. A questo punto, se anche le parole straniere devono mantenere la pronuncia alla giapponese, mi chiedo come mai nella versione italiana di Porco Rosso Gina non chiami il protagonista Màruko.

    Se proprio si voleva mantenere una pronuncia "sbagliata", perché all'interno di un doppiaggio in una lingua diversa dall'inglese, si poteva allora farla sbagliata "all'italiana": Arriètty, detto così com'è scritto. Sarebbe stato molto più razionale: il giapponese "sbaglia" secondo la sua lingua, l'italiano sbaglia altrettanto, ma a suo modo. Chi mai in Italia leggerebbe Àrrietty?

    P. S. ovviamente dico tutto ciò secondo quanto mi detta il buon senso. Conosco la pronuncia inglese del nome, immagino una pronuncia logica "all'italiana". Dettagli più minuti sulle regole fonetiche del giapponese potrebbero tranquillamente sfuggirmi.
  • Rebo ha scritto:Dettagli più minuti sulle regole fonetiche del giapponese potrebbero tranquillamente sfuggirmi.
    Per quel poco che ne so (ma potrei sbagliarmi), in giapponese non dovrebbe esistere un accento tonico come in italiano, quindi Cannarsi ha semplicemente cannato (no pun intended) la pronuncia inglese.
    Ma del resto non mi avrebbe stupito se avesse fatto veramente un ragionamento del genere: lui è quello che in una serie ambientata in Italia voleva mantenere i nomi italiani sbagliati dai giapponesi (Amadeo, Gioseffo...) .
  • Rebo ha scritto:Chi mai in Italia leggerebbe Àrrietty?
    Ehm, io. Non ho mai letto Arriètty, anzi lo trovo anche parecchio brutto.
    ::S:
  • Avevo un conto aperto, con questo film. A Lucca, infatti, ho trollato tutti paccando la cinemata comune pur non avendo ancora visto il film, e preferendo investire quell'ora e mezza per girare per gli stand della fiera.
    Ma non ero in pace con me stesso, per questa cosa, il mio non aver visto Arrietty mi lasciava un piccolo vuoto dentro. Ma come fare, ormai tutti i cinema che frequento l'avevano tolto, una volta tornato da Lucca, e recuperarlo in modalità casalinga non sarebbe stata la stessa cosa.
    In soccorso, mi viene il cinemino del mio paese, che nel suo essere monosala, comunale e con possibilità di trasmettere i film con una media di un mese dopo l'uscita, non ha mai disdegnato di passare film d'animazione, in qualche modo. Così ha fatto anche per Arrietty, che veniva trasmesso oggi pomeriggio alle 16.30. E basta.
    Ne ho approfittato, e anche se da solo ne ho approfittato e mi sono recato al mio cinemino.

    Mamma mia, che bel film. Non sono un gran conoscitore di Ghibli, anche se ho sempre in progetto di fare un grande recupero, ma al di là di questo non posso che ammettere di essere stato colpito da quest'opera. Dolce, commovente e placida nella tranquillità che scaturisce dalla narrazione e dai movimenti. Per quanto il dramma e l'angoscia non manchino, specie quando verso il finale gli eventi precipitano, il racconto viene illustrato sempre con questa calma estrema, che pare filtrata dall'atteggiamento che Sho ha verso la vita a cusa della sua malattia.
    Proprio Sho risulta veramente ben tratteggiato: molto umano, sì, ma anche fortemente disincantato e disilluso. Al contrario, fa da controcanto Arrietty che pur vivendo una situazione per alcuni versi simile (quella della perdita, insomma) è dotata di un piglio molto più vivace e propositivo, che la spinge ad esplorare e a rischiare, financo a disobbedire agli ordini del padre.
    La relazione fatta di detti e non detti, di fiducia e allerta tra Arrietty e Sho è raccontata in modo riuscito, molto dolce e malinconico, tanto che nel dialogo finale tra i due mi sono riscoperto a commuovermi come non succedeva da parecchi mesi al cinema. E' stato molto toccante, e ricco di sfumature.
    A corredo di tutto questo, condivido le parole di Rebo riguardo l'attenzione ai rumori, che costruiscono un tappeto sonoro importante ai fini dell'atmosfera. Discordo col Rebo, invece, sulla colonna sonora: a me è piaciuta, trovo che la melodia oltre che carina sia funzionale all'atmosfera del racconto e quindi non fuori luogo. Insomma, non mi ha dato la sensazione di canzoni appiccicate a delle scene.
    Per quanto riguarda il doppiaggio cannarsiano, devo dire che mi aspettavo peggio. Ho riso di gusto solo alla battuta
    quel che gli umani faranno da qui innanzi, per sondarlo approfonditamente, non sarà troppo tardi!
    e a quella dello zucchero "che a metterlo nel tè è tanto buono" :rotfl: Lì e forse in un altro paio di punti la forzatura era evidente, in effetti, ma in generale pensavo davvero a chissà quali inenarrabili nefandezze.

    Bello che nella sala semideserta una bambina dietro di me si dimostrasse una buona conoscitrice dello Studio Ghibli :)

    Insomma, sono contentissimo di aver potuto vedere questo film al cinema, e contento anche di aver dato i soldini al cinemino della mia città che ha sempre dimostrato di avere un occhio di riguardo per l'animazione e l'ho sempre cagato pochissimo. Da adesso ho deciso che per i film d'animazione che non ho l'occasione di andare a vedere nella settimana di uscita mi dirigo da loro appena lo proiettano, ecco! A partire dall'altro film che ho trollato sempre a Lucca, quel Tintin che qui manderanno la settimana prima di Natale :)
    Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
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  • Come al solito mi accingo a riesumare vecchi argomenti!

    Finalmente ho visto Arrietty e, come tutti voi, l'ho trovato veramente bello e straordinariamente leggero e poetico, pur trovando anch'io un po' avvilente che il character design sia sempre il solito.
    Ho cercato il thread in particolare per parlare dell'adattamento italiano e vedo, senza sorprese, che l'argomento è già stato sollevato...A mio parere rovina pesantemente il film sentire dei dialoghi così poco fluidi e anche cacofonici nella nostra lingua, dal clamoroso "quel che gli umani faranno da qui innanzi, per sondarlo approfonditamente, non sarà troppo tardi!" al banale "non ti dimenticherò per sempre". Il discorso dell'adattamento in un'altra lingua è sempre molto delicato, ma trovo che questo danneggi il godimento dell'opera!

    La colonna sonora invece mi è piaciuta, pur nella sua originalità!
  • Ma la tesi di Cannarsi è che essendo questa un'opera a te distante, non debba suonarti gradevole. Missione compiuta, quindi.
  • Valerio ha scritto:Ma la tesi di Cannarsi è che essendo questa un'opera a te distante, non debba suonarti gradevole. Missione compiuta, quindi.
    Lo stesso effetto lo otterrei vedendolo in lingua originale subbato.

    Per lo meno lo apprezzerei di più sapendo che un tale idiota non viene pagato per NON farmi apprezzare volontariamente un film.
    La mia gallery su Deviant Art (casomai a qualcuno interessi =^__^=)
  • Valerio ha scritto:Ma la tesi di Cannarsi è che essendo questa un'opera a te distante, non debba suonarti gradevole. Missione compiuta, quindi.
    Ah allora perfetto!
    Ma è già distante per tante altre cose! Sicuramente non sarebbe difficile trovare una via di mezzo XD
    È come dire che insensato che gente che non conosca lingua e cultura giapponese li guardi, allora non portiamoli affatto in Italia XD
  • Infatti il senso della cosa è portare l'Italiano in Giappone, non viceversa. Sia mai che si possa sporcare.
  • In base a cosa qualcuno ha deciso che il nome si Arrietty si dovrebbe pronunciare diversamente da àrrietty?

    Io feci una ricerca sulla questione, non è che andai a mio gusto.

    E no, la pronuncia àrrietty non ha nulla a che fare con una 'retrotraslitterazione' dal giapponese, dove l'accento tonico non c'è.

    La ricerca la condussi -manco a dirlo- sui testi originali di Mary Norton.

    In questi, è spiegato con non poca salacia che "benché i prendimprestito facessero vanto di avere nomi originali, erano presi in prestito anche quelli". Ovvero, tutti i nomi dei prendimprestito sono intesi come storpiature di nomi umani. Homily, ad esempio - che inglese significa omelia e che no, non ha nulla di 'Casilla' (sigh) - viene da 'Emily'. Se avessi dovuto 'tradurlo', suppongo che Omìlia (emìlia -> omìlia) sarebbe stato un buon calco. Arrietty viene da Harriet, che si pronuncia 'hær/ri/et/, senza vocali lunghe, e con accento tonico sulla prima vocale, indi Arrietty -> 'ar/ri/et/ti, nell'approssimazione fonetica italiana.

    Sul regiatro linguistico di Shou: avete provato a guardare che libro legge, questo bambino giapponese?

    Legge la Divina Commedia, in italiano ^^; - si vede nelle immagini del film.

    Il registro linguistico del film, specie per Shou e per la sua prozia, è molto 'nobiliare'. Nella 'villa' si respira un'atmosfera da borghesia del meiji (i ricordi del padre della prozia). Quanto alla famiglia di Arrietty, invece, è intenzionalmente retrò: è fatta per sembrare una famiglia sul modello sessantino giapponese.

    Tutte queste cose, pur vivide nei miei occhi, pure le discussi e confermai direttamente con lo Studio Ghibli.

    In sostanza, non credo che faccia onore a delle persone che reputo intelligenti, come molto che leggo qui, sparare critiche alla cieca fuor di presunzione basata su cosa? Sul gusto personale? Sulla sensazione non documentata? In genere, dietro alle scelte che compio, ci sono ragioni vedute e studiate, non improvvisazione e gusto personale. :-)
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