[Gorō Miyazaki] La Collina dei Papaveri

Hayao, Isao e tutto il baraccao. L'Oriente a regola d'Arte dove fare amicizia con streghette, strani esserini e maiali volanti, ed incontrare castelli fra le nuvole e mondi microscopici.
  • E bravo Goro.

    [CUT]
    Ultima modifica di Rebo il venerdì 14 settembre 2012, 20:29, modificato 1 volta in totale.
  • Ecco quattro clip dal film, sottotitolate in francese.




    Ed un'intervista a Goro Miyazaki al Festival di Toronto, in inglese... Altro che tregua! Goro definisce pubblicamente suo padre "a pain in the ass" ( :asd: ), e racconta di assurdi episodi di persecuzione durante la lavorazione del film... Goro doveva andare a nascondersi per poter lavorare allo storyboard da solo, evitando così l'invadente genitore che continuava a chiedere ossessivamente dove si fosse cacciato suo figlio.
    Nell'intervista Goro chiarisce anche alcuni punti rilevanti, a proposito delle differenze tra il suo cinema e quello di suo padre. Interessante anche un suo onesto commento su Gedo Senki: un'esperienza "non particolarmente utile", a suo dire...

  • A quanto pare, il film sarà nei cinema italiani solo ed esclusivamente martedì 6 Novembre.

    Fonte: http://ghiblitalianblog.tumblr.com/post ... -6-11-2012

    Scelta alquanto discutibile devo dire, è vero che è un film poco appetibile per il pubblico italiano ma almeno una settimana potevano lasciarlo. Spero cambino idea.
    A volte ho paura a guardare le sue opere. Paura di quella loro perfezione assoluta. Sembra che quest'uomo non conosca solo la magia di ogni mezzo tecnico, ma sappia anche agire sulle corde più segrete dei pensieri, delle immagini mentali e dei sentimenti umani. Sergej M. Ejzenstejn su Walt Disney
  • Io spero che il Cinema dei Piccoli, un covo di fan Ghibli qui a Roma, lo tenga un po' di piú. Gli ho mandato una mail :P
    Lorenzo Breda
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    If you couldn't find any weirdness, maybe we'll just have to make some!
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  • Il Cinema dei Piccoli, mini-cinema a Roma in villa Borghese, dove di solito vedo i Ghibli, mi ha scritto che proietterà il film il 6 novembre, per poi replicarlo quotidianamente dall'8 per almeno una settimana. Gli orarî non sono ancora noti, ma lo saranno dal primo novembre sul loro sito web. Insomma, chi è in area romana ha qualche opportunità in piú per goderselo sul grande (non enorme, ma vabbè :P) schermo.
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  • Appena visto.
    Il film in sé è un gradevole film intimista su di una storia d'amore che nasce nel contesto della situazione scolastica giapponese del 1963, e giusto per quello è interessante - ma poco altro. Qualche guizzo s'intravede, ma francamente si attesta sul "carino".
    Il problema è che c'è l'adattamento di Cannarsi, che lo rende anche inascoltabile.
    Non è possibile ogni volta sentire subordinate prima delle principali ("Che fossi tu ad issare le bandiere io non lo sapevo!"), udire adolescenti esprimersi col verbo piú ricercato anziché quello colloquiale ("Devo recarmi dalla nonnina!"), cogliere i personaggi nell'atto di usare orride italianizzazioni dei saluti e dei titoli con cui i giapponesi si rivolgono agli altri (tra cui lo stesso "nonnina", in italiano ai limiti del ridicolo, o il mitico "Vi auguro un buon giorno", CAZZO, BUONGIORNO E BASTA NON ESISTE IN CANNARSESE?), e riuscire a sentire tradotto ciò che normalmente non si traduce (il sempreverde "pare che", ripetuto per giunta ogni volta che nell'originale compare, in ispregio al tradizionale odio italico per le ripetizioni).
    Qualcuno dovrebbe far presente al Ghibli la situazione, ma ho come l'impressione che se si è arrivati a questo punto se ne fottano; o siano capaci di dargli pure ragione, boh.
  • Più che altro temo che non si rendano conto dei disagi, essendo giapponesi. Dove c'è da imporre impongono infatti, vedi la cosa dei titoli internazionali. Anche perché il pubblico a cui si rivolge Lucky Red credo apprezzi Cannarsi.
  • Visto anch'io martedì.
    Mi è piaciuto, e molto. E non è poco, visto che non sono mai andata pazza per le storie d'amore adolescenziali a sfondo scolastico. La trama è molto semplice, ma non annoia, e sa alternare sapientemente momenti allegri (alcune scene sono davvero buffe) con altri decisamente più seri. Mi ha colpito la colonna sonora, sia per le sonorità diverse rispetto agli altri film Ghibli che ho visto, sia per la numerosa presenza di canzoni. L'ultima (usata anche nel trailer), in particolare, è davvero molto bella.
    A volte ho paura a guardare le sue opere. Paura di quella loro perfezione assoluta. Sembra che quest'uomo non conosca solo la magia di ogni mezzo tecnico, ma sappia anche agire sulle corde più segrete dei pensieri, delle immagini mentali e dei sentimenti umani. Sergej M. Ejzenstejn su Walt Disney
  • Visto oggi.

    La cosa pessima è che il primo commento che viene uscendo dalla sala è "il peggior Cannarsi di SEMPRE".

    E ciò è il male. Ha rovinato completamente la fruizione di un'opera. Il testo è scritto in una lingua inesistente. Il problema non sono tanto i vari nonnina quanto le costruzioni delle frasi. Non c'è una frase, nemmeno la piú corta, che sia costruita in maniera ragionevole.

    Cercando di fare la dovuta tara, però, è un film davvero grazioso. Si può paragonare ai film piú famosi di Miyazaki padre per quanto riguarda il narrare una vicenda che resta aperta e che non ha la classica struttura inizio-svolgimento-fine, e a me questo tipo di narrazione piace davvero molto. Non riesce però ancora a trasmettere emozioni in maniera naturale quanto il padre, pur sapendo far ridere e commuovere.

    Belli gli sfondi e le ambientazioni, il Quartier Latin è uno spettacolo concettuale, oltre che grafico. Belli anche i due protagonisti, caratterizzati abbastanza bene da saper trasmettere messaggi anche senza parlare.

    Notevoli le musiche, e sí, come dice Tigrotta, il non avere le sonorità Hisaishiane sorprende, ma lo fa piacevolmente.

    Siamo anni luce avanti a I Racconti di Terramare, e ciò rende Miyazaki jr. un personaggio assai promettente.
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  • Ovviamente la cosa dell'adattamento ha fatto sanguinare le orecchie di molti, e la cosa si è tradotta in un nuovo attacco contro Cannarsi, stavolta più competente e articolato delle altre volte. Ecco qui. Noterete che stavolta il dissenso è veramente tanto, e i detrattori aumentano. Ma anche le convinzioni, ormai granitiche, di chi sta dall'altra parte e soprattutto la cecità di chi lo sostiene per partito preso. Quel che mi preoccupa è che Cannarsi è dialetticamente invincibile, visto che a chiunque gli faccia notare la cattiva resa del tutto lui risponde che è bene che sia male.
  • Ora do un'occhiata. Comunque non c'è speranza alcuna che lui cambi. Perché lui già sa di avere torto, appunto. Semplicemente gli piace cosí. Dovrebbe accorgersene qualche superiore o lo Studio Ghibli.

    Ah, c'è un'altra cosa, per cui chiedo consiglio a Zangief. La protagonista si chiama Umi. Umi vuol dire (o suona come) "Mare", in giapponese, e questo lo sapevo già e non viene spiegato. Spesso, Umi viene chiamata Mer, "Mare" in francese, dai compagni che sono palesemente francofili.

    Mi è sembrato molto strano dare per scontato questo doppio nome dato al personaggio, che posso cogliere io e pochi altri (trovandola anche una cosa assai carina), mentre lo spettatore medio rimane interdetto. La domanda per Zangief è: quanto è ovvio per un giapponese che Mer significhi Umi? La francofilia è cosí diffusa?
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  • Se avessi letto il link che ti ho appena messo avresti trovato la risposta subito.
    Secondo Cannarsi non è ovvio in italiano come non è ovvio in giapponese.
  • Quindi sostanzialmente ha fatto effettivamente bene a non renderlo ovvio. Strana scelta del Ghibli, comunque.
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  • LBreda ha scritto:Ora do un'occhiata. Comunque non c'è speranza alcuna che lui cambi. Perché lui già sa di avere torto, appunto.
    No no.
    Lui pensa di avere ragione, altro che.
    LBreda ha scritto: Ah, c'è un'altra cosa, per cui chiedo consiglio a Zangief. La protagonista si chiama Umi. Umi vuol dire (o suona come) "Mare", in giapponese, e questo lo sapevo già e non viene spiegato.
    Vuole proprio dire Mare. Usano lo stesso kanji, non un composto di altri che risulta in un'omofonia come spesso fanno coi nomi.
    LBreda ha scritto: Spesso, Umi viene chiamata Mer, "Mare" in francese, dai compagni che sono palesemente francofili.

    Mi è sembrato molto strano dare per scontato questo doppio nome dato al personaggio, che posso cogliere io e pochi altri (trovandola anche una cosa assai carina), mentre lo spettatore medio rimane interdetto. La domanda per Zangief è: quanto è ovvio per un giapponese che Mer significhi Umi? La francofilia è cosí diffusa?
    Piú di quanto per un italiano lo sia che "umi" significhi "mare", ovviamente. Anche perché i giapponesi sono il triplo di noi. Comunque la fascinazione nipponica per l'Europa è elevata, ma di certo non sono la maggioranza coloro che sanno cogliere il riferimento. Mi risulta che nel manga di Sayama fosse Kitami Hokuto (nell'anime divenuta Hokuto Miki), la dottoressa che lascia la casa dopo la laurea, a spiegarle come si pronunciava il suo nome in francese, e che da allora tutte le abitanti della casa avessero preso a chiamarla cosí. Mi dovrò riguardare il film in giapponese (che ancora mi manca, l'ho visto prima in italiano) per fare caso alla faccenda - che comunque dubito venga spiegata anche lí: Cannarsi rende tutto in nippoliano, ma rende TUTTO, almeno. Se non c'è in italiano, non c'è neanche in originale. Almeno questo particolare l'ha reso bene... :P
  • Interessante... leggo solo ora dei nuovi scempi cannarsici. Non sono riuscito a stargli dietro, negli ultimi mesi.

    Per quel che mi riguarda, mi ha perso. Da oltre un anno, non mi pongo più il problema di andare al cinema a vedere i nuovi Ghibli targati Lucky Red. E non compro nemmeno i blu-ray italiani.
  • L'ho visto. Premettiamo che per riuscire ad averlo in BD sono dovuto andare a Milano, visto che qui a Padova non è stato manco distribuito se non in DVD.
    Comunque è una piccola meraviglia. Mi è davvero piaciuto molto, e ciò è successo malgrado il peggior Cannarsi di sempre.
    Con questo film Goro saluta le fantasie paterne e abbraccia uno stile più verista, raccontandoci della nascita di una storia d'amore adolescenziale sullo sfondo di un Giappone che sta cercando di ripigliarsi. In fin dei conti il film racconta poco o nulla, dove la peggior cosa che possa capitare è un malinteso ma esattamente come Totoro è qui che sta il suo punto di forza. Semplice, comunicativo e niente affatto vuoto di contenuto, direi che è uno dei film ghibli che più si avvicina al metodo occidentale, sfoderando una regia davvero dinamica e scattante, con frequenti canzoni, che dettano il ritmo di questa deliziosa favola realistica. E i ragazzi recitano molto bene, suscitano emozioni, anche se nel loro "invasamento attivista" risultano buffi. Ma è un'ilarità che non li svilisce, visto che ci vengono mostrati ingenui, idealisti e pare che Goro faccia loro "pat pat, che bravi ragazzi ^^" con una benevolenza quasi paterna.
    Insomma, bene così. Da qui in poi Goro è il futuro dello studio per quanto mi riguarda, visto che il suo film dice più e meglio di Arrietty, che pure si portava dietro alcuni manierismi Myazakiani con recitazioni un po' eccessive. Di certo I Sospiri del Mio Cuore ha un gemellino adesso.
  • Amato al cinema, ed amato ancora di più in blu ray, ho sempre sostenuto Goro (anche pensando di essere l'unico) fin da Terramare, e non ha deluso! Se qualcuno è interessato, ne ho fatto una rece (tra le mie prime XD) qui-> http://ghiblitalianblog.tumblr.com/post ... coquelicot
  • Axel8 ha scritto:ho sempre sostenuto Goro (anche pensando di essere l'unico)
    Tranquillo, c'è anche Gualtiero :beer:












    ...e io, dai.
  • Valerio ha scritto: Tranquillo, c'è anche Gualtiero :beer:
    ...e io, dai.
    LOL, i know XD
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