Cortometraggi Ghibli

Hayao, Isao e tutto il baraccao. L'Oriente a regola d'Arte dove fare amicizia con streghette, strani esserini e maiali volanti, ed incontrare castelli fra le nuvole e mondi microscopici.
  • La soluzione migliore è una sana via di mezzo, con tanta misura e buon senso. Li si mostra in esclusiva al museo per qualcosa come un anno e mezzo, e dopo li si sdogana. Semplice. Un anteprima che dura un anno e passa direi che è sufficente, piuttosto che violentare il mondo con queste masturbazioni invereconde.
  • Io, da appassionato, i corti li vorrei anche subito, con tanti saluti agli ideali artistici -che pure posso comprendere ed apprezzare in parte-.

    Temo però che in questo meccanismo non esistano compromessi. Se pubblichi uno di quei corti, automaticamente quello non sarà più un'"opera d'arte" e un oggetto da museo. Si potrebbe pensare: per ogni corto "venduto", ne facciamo uno nuovo da mostrare per oltre un anno al Museo. Ma credo sia difficile per lo Studio Ghibli concepire un'"opera d'arte" a tempo, che abbia per giunta tra i suoi scopi l'essere rimpiazzo di un bene di consumo. In effetti, così il Museo Ghibli diverrebbe un "serbatoio" di corti, più che un museo. Non se ne esce... Miyazaki, come già detto, lascia che i suoi film circolino solo perché deve dare da mangiare ai suoi collaboratori. Se no, pare di intuire, piazzerebbe tutto nel Museo -magari senza far pagare alcun biglietto d'ingresso.
  • Un'anteprima di un anno e mezzo a mio parere non sarebbe nulla. È praticamente lo stesso principio dei film cinematografici, ma con un'attesa "triplicata", nulla più.
    Capisco quell'aura che si vuole dare almeno ad alcune piccole opere, visitare il Museo Ghibli è un'esperienza arricchita dai corti Ghibli, e vedere i corti Ghibli è un'esperienza arricchita da quella sensazione di unicità e il fatto di vederli col museo Ghibli attorno a te. È un po' come può avvenire a teatro, quell'evento è racchiuso in quel confine e fa parte della magia della fruizione sapere che non potrai vederlo per altre 1000 volte come magari posso fare con Totoro.

    Alla fine anche Disney faceva qualcosa di simile coi suoi film: non li editava in home video per farli vedere in sala, e poi li faceva tornare al cinema ogni tot anni, l'unica opportunità del pubblico per rivederli.
    Poi fino a qualche anno fa evitava di venderne i diritti di trasmissioni alla televisione, così il film era qualcosa che potevi vedere esclusivamente possedendone l'home video.
    Ora invece vedremo Biancaneve in chiaro sulla Rai, è una posizione diversa, che si rivolge a un pubblico più ampio, ma personalmente non vedo in nessuno dei due estremi di questo processo il bene o il male assoluto.
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  • La politica del film al cinema ogni sette anni è una cosa che Walt faceva quando non esisteva l'home video proprio per dare modo alle nuove generazioni di non perdersi i film. Quanto ai dvd platinum/diamond/quelcheè si basano sullo stesso principio, solo che non sono sempre disponibili. Ma alla fine l'opera circola, è più rara ma può venir fruita senza problemi. Qui stiamo parlando di realizzare delle opere e negarle a qualcosa come il 70% delle persone che potrebbero essere interessate. Perché non tutti possono permettersi un viaggio in Giappone. Senza troppi intellettualismi o segoni mentali che spruzzano in ogni dove, mi sento di dire che è una cretinata.

    Ad ogni modo visto che ti piace tanto reltivizzare e parlare di altre culture, sgoditi i corti Ghibli e sappimi dire se ti sono piaciuti. :omg:
  • Per consolarci, c'è un breve documentario sulla lavorazione del nuovo corto -in cui, eccezionalmente, si vedono anche alcuni istanti del corto finito.

  • Ma guardate che questa prassi dei cortometraggi visibili solo in un luogo specifico non è una particolarità dello Studio Ghibli, ma un uso relativamente diffuso in Giappone (per esempio, anche il museo su Osamu Tezuka fa così). Quindi tutti i discorsi sulla filosofia di Miyazaki e sull'"opera d'arte" vanno a farsi benedire: è solo un mezzo commerciale per attirare gente al museo.
  • È così in molti musei, ci sono filmati realizzati appositamente, con una filosofia che si oppone a quella dell'omnipossedimento nerd; rimanendo nel campo dell'animazione l'ultimo in ordine di tempo è il corto in stop motion realizzato da Tim Burton per la sua esposizione al MoMA.
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  • RoM ha scritto:Quindi tutti i discorsi sulla filosofia di Miyazaki e sull'"opera d'arte" vanno a farsi benedire: è solo un mezzo commerciale per attirare gente al museo.
    Di sicuro, ma Miyazaki finisce per giustificarla pubblicamente anche con la storia del cinema come esperienza "unica" - ed è questa giustificazione ad essere specifica di Miyazaki e secondo me forzata, come dicevo. Il risultato finale è chiaramente lo stesso di quello dei corti del Museo Tezuka e del corto di Burton per il MoMA (che però, se è quello di cui so io,in realtà è circolato anche in internet).
  • Due corti escono dalle mura del Museo. Sono ancora lontani per noi, ma è un buon segno.

    http://blog.carnegiehall.org/2011/03/ex ... -film.html
  • Il 4 giugno debutterà al Museo Ghibli il nuovo cortometraggio Takara-sagashi ("Caccia al tesoro").

    Il film, di 9 minuti, è stato pianificato e supervisionato da Hayao Miyazaki. Non è noto il nome del regista, ma potrebbe trattarsi del "saggio" uscito dalla scuola per giovani animatori Ghibli tenuta da Miyazaki qualche tempo fa.

    Lo stile del corto prende spunto dai libri di Rieko Nakagawa e Yuriko Namawaki, che già avevano ispirato a Miyazaki la serie di spot Sora Iro no Tane ("Il seme color del cielo", 1992) ed il corto Kujiratori ("Caccia alla balena", 2001). La storia narra di Yuji, un bambino che trova un bastone contemporaneamente ad un coniglio di nome Gikku. Per decidere chi si terrà il bastone, i due si sfidano in una serie di gare (corsa, salto in lungo, sumo), ma nessuno dei due riesce a prevalere sull'altro.

    Immagine
  • E il pensionamento di Miyazaki è di nuovo finito. Dirigerà infatti Kemushi no Boro (Boro il bruco), un cortometraggio destinato ai soli visitatori del Museo Ghibli, in computer grafica 3D.

    Eggià.
    Lorenzo Breda
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  • Ma è più incoerente di...


    uhm...

    ...di Miyazaki?
  • Oh ma l'aveva detto fin dall'inizio che non avrebbe piú diretto lunghi per dedicarsi ai corti, e mo' si becca dell'incoerente?
    Glielo potrete dare quando si ributterà a fare un lungo...
  • Cosa che tanto farà al 99,99%
    Non è incoerenza, è dipendenza.
    Lorenzo Breda
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  • Lo Studio Ghibli nel corso degli ultimi anni ha realizzato tre spot pubblicitari per l'azienda alimentare Nisshin Seifun.
    Protagonista il gatto Konyara (si chiama così) disegnato da Goro Miyazaki. Regia di Katsuya Kondou.

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