[Isao Takahata] Omohide poroporo

Hayao, Isao e tutto il baraccao. L'Oriente a regola d'Arte dove fare amicizia con streghette, strani esserini e maiali volanti, ed incontrare castelli fra le nuvole e mondi microscopici.
  • Io so solo che a un certo punto si sente il Pippero.
  • Episodio gradevolissimo del percorso di viaggio all'interno delle opere dello Studio Ghibli. Certo, passare da Miyazaki a Takahata significa fare un salto non da poco, ma non vuol certo dire che il passaggio non sia ben ripagato: Takahata è narrativamente lentissimo, riflessivo, verboso, introspettivo, talvolta quasi maniacale nella sua ricerca del massimo realismo di situazioni e comportamenti. La trama quasi non esiste, a meno che non si voglia considerare trama la mini-vacanza di Taeko che impiega cronologicamente le due ore del film. Sotto la lente di Isao, invece, è la quotidianità della vita, quella di semplici, piccoli episodi, che quasi sembrano fini a sé stessi, riletta e rianalizzata a posteriori come ad essere sfruttata alla ricerca di una via di maturazione.
    For now I've lost everything,
    I give to you my soul.
    The meaning of all that I believed before
    escapes me in this world of none.
    I miss you more

    (Genesis, Afterglow)
  • Omohide poro poro, arriverà anche in Italia!
    Topic sul GhibliForum: http://www.studioghibli.org/forum/viewt ... =21&t=3842

    Il mio Ghibli preferito! Yuhu!! :)
  • Il completista che è in me, ringrazia! :D
  • Oh, davvero una bella sorpresa questo film.
    Dei lungometraggi di Takahata avevo visto, finora, solo La Storia della Principessa Splendente e, al netto di qualche eccesso cannarsiano nell'adattamento, apprezzai la maggiore chiarezza e semplicità narrativa di Isao rispetto al visionario ma più caotico Miyazaki ed Omohide Poro Poro non ha fatto che confermare quella prima impressione. Certo, il prezzo da pagare è una certa lentezza nei ritmi che, a quanto pare, sembra essere un elemento caratteristico dello stile del regista, ma a far da contrappeso, specie nella prima parte, vi è la capacità di Takahata di riuscire a cogliere dettagli quasi impercettibili della realtà e di riuscire a trasporre su pellicola le suggestioni di determinate atmosfere (in questo senso, ho adorato la sequenza all'alba dell'arrivo di Taeko in stazione e del suo viaggio in macchina, capace di immergere lo spettatore nello scenario del primo mattino). Dal punto di vista della trama, sostanzialmente non succede quasi nulla: il momento di crisi del film pare un po' eccessivo, specie in virtù di un rapporto tra i personaggi che non sembra evolvere più di tanto nel corso della storia e che può lasciare un po' freddini. Ma, più che sulla scelta di Taeko, l'intera pellicola verte sulla "Pioggia di Ricordi" del titolo, proposta come un flusso di coscienza della protagonista e che racconta episodi spesso autoconclusivi e tra loro slegati, ma che, proprio in virtù della loro semplicità, forniscono uno spaccato di vita in cui è facile immedesimarsi. E, d'altronde, pur avendo un andamento "schizofrenico", come scriveva Portamantello, c'è da dire che la mente umana funziona in questo modo e la rievocazione dei ricordi è, in fondo, quasi sempre frammentata e disordinata.
    L'animazione è su ottimi livelli, ma l'assenza del tocco miyazakiano si avverte, specie nel character design di Taeko, che si discosta leggermente da quello tipico dei personaggi femminili ghibliani, optazndo, come l'intero comparto grafico del film, per una resa maggiormente fotorealistica che, in una pellicola del genere, fatta di agricoltura, contadini e lavoro nei campi risulta ottimale, salvo, però, lasciare spazio ad una certa stilizzazione durante i flashback.
    Insomma, una storia di vita comune raccontata in maniera semplice ma suggestiva, che rende scorrevoli e piacevoli le quasi di due ore di durata del film.

    Solo due appunti finali:

    1 - Le fossette sul volto di Taeko mentre sorride sono assolutamente inquietanti :P

    2 - La sequenza finale [spoiler]con la scolaresca di ragazzini che accompagna Taeko[/spoiler] mi ricorda qualche altra scena di un altro film Ghibli, che però al momento mi sfugge.
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