[Hiromasa Yonebayashi] Quando c'era Marnie

Hayao, Isao e tutto il baraccao. L'Oriente a regola d'Arte dove fare amicizia con streghette, strani esserini e maiali volanti, ed incontrare castelli fra le nuvole e mondi microscopici.
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    :D
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    Lorenzo Breda
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    Sbavo immensamente. Questo film è UGUALE al libro. Le battute sono quelle, tali e quali. Ed esce oggi e mi tocca aspettare fino a martedì... argh.
  • E ancora non ho potuto leggerlo...
    Lorenzo Breda
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  • Non si sa ancora quando uscirà in Italia, spero presto.

    Non so se leggere il libro prima o dopo la visione del film.
  • Immagine

    È piuttosto difficile tornare dal cinema e riuscire a spendere quattro parole fatte per bene su un film come Omoide no Marnie. Soprattutto se, come il sottoscritto, si sono passati mesi dopo la lettura del libro originale a immaginarsi come sarebbe potuto esserne l’adattamento animato. Ancora piú difficile è farne una recensione obiettiva quando si è consapevoli che la scimmia ha da lungo tempo superato il livello di guardia e dopo la prima visione si è scatenata implorandone una seconda e poi un’altra ancora :asd:
    Il film si apre su Sapporo, in Hokkaidō. Anna è una giovane introversa malata di asma, convinta di non avere possibilità di aprirsi al suo prossimo e di farsi amiche, e soprattutto – a causa di un malinteso – che la sua madre adottiva Yoriko si prenda cura di lei solo in quanto pagata per farlo. Dopo un accesso di asma, il medico consiglia una vacanza in un luogo dove l’aria sia buona, e Yoriko spedisce Anna dai coniugi Setsu e Kiyomasa Ōiwa, in una cittadina marina dell’Hokkaidō orientale. Nonostante il calore della coppia, Anna non sembra volersi fare amiche le ragazze del luogo, preferendo passare le giornate a disegnare i paesaggi; in particolare attrae la sua attenzione la villa abbandonata dall’altra parte della spiaggia paludosa, che visita durante un momento di bassa marea e in cui però si addormenta risvegliandosi coll’acqua alta, per venire poi recuperata dall’anziano Toichi con la sua barca. Durante il ritorno, ad Anna pare che le luci della villa si accendano... E crede di immaginarsi una ragazza bionda dietro una delle finestre, pettinata da un’anziana nutrice. In seguito a uno scatto d’ira verso una delle sue coetanee durante una festa, Anna fugge verso la spiaggia, e vede una barca lasciata apparentemente abbandonata. La prende e si dirige alla villa, dove ad attenderla c’è Marnie. Le due diventano subito amiche, e concordano di lasciare all’oscuro le rispettive famiglie della cosa. Anna si rende conto che può incontrare Marnie solo in determinati momenti, e infatti un giorno incontra un’anziana pittrice, Hisako, che le confessa che vuole finire il quadro della villa prima che la ristrutturino completamente. Anna si reca davanti alla villa di giorno e vede una bambina poco più giovane di lei, Sayaka, che dalla finestra della stanza che fu di Marnie le chiede se Marnie non sia lei, dato che ha letto il suo diario... È a questo punto che il film diverge lievemente dal libro (ambientazione a parte, of course), anticipando l’amicizia di Anna con Sayaka/Priscilla a poco prima della sparizione di Marnie anziché dopo, e presentando prima il personaggio di Hisako/Gillie; personaggio che cosí conosciamo in maniera piú naturale rispetto al libro dove invece lascia molto una sensazione di deus ex machina messo lì apposta per far capire all’ultimo cosa sia accaduto. Perché qualcosa è accaduto, ed esattamente come nel libro non viene spiegato né il come né il perché. Il che è parte del fascino dell’opera, a mio modesto avviso, oltre naturalmente agli splendidi disegni e alle musiche di Takatsugu Muramatsu. Non era per niente facile rendere su schermo l'evoluzione che subisce Anna, "sbloccata" nelle sue insicurezze grazie all'ajuto dell'apparentemente frizzante e disinibita Marnie, ma la recitazione dei personaggi è un qualcosa di sublime e che rende immediatamente comprensibile tutto quello che avviene nel loro intimo. Yonebayashi ha fatto un perfetto centro, e se lo chiedete a me chiarisco subito: il film è un capolavoro. Ecco, l’ho detto. E Miyazaki può starsene tranquillo in pensione, ché Yonebayashi ne è un degno erede; per fortuna non uguale al maestro. C’è solo da sperare che il botteghino premî questo film, perché se lo meriterebbe.
  • Trailer in inglese:

    Lorenzo Breda
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  • Tra le cose che vale la pena menzionare, il brano che Marnie canticchia ad Anna quando la prende per mano e balla con lei al chiaro di luna, e che poi OVVIAMENTE torna quando si capisce chi era realmente Marnie, è Recuerdos de la Alhambra di Francisco Tárrega Eixea, uno dei più famosi brani di chitarra classica, composto nel 1896. Che non solo ci sta bene perché AHEM [spoiler]rientra temporalmente nella plausibilità che Marnie lo conoscesse[/spoiler]; ma anche perché, proprio come l'Alhambra cambiò proprietario dai Mori agli Spagnoli, così la villa di Marnie passa a Sayaka... sottile, devo dire. :D
  • Zangief ha scritto:Immagine

    È piuttosto difficile tornare dal cinema e riuscire a spendere quattro parole fatte per bene su un film come Omoide no Marnie. [...]
    Grazie per la bella recensione. :-)

    Di mio il film devo ancora vederlo, ma ne ricevo ottime sensazioni.

    Come dialogavo con un caro amico anche lui reale amante dell'animazione giapponese, nel caso di Arrietty la sensazione era che il neoregista animatore Yonebayashi stesse seguendo una sceneggiatura non sua, su un progetto non suo, "imparando" la regia oltre alla "messa in scena" delle singole scene di cui curava i disegni principali (sakuga/genga). In Marnie sembra invece che la personalità del regista si mostri eccome. La cosa affascinate, per me, è che vi ritrovo un sottile afflato comune al mio amato Ged Senki... ma al femminile.
  • "Quando Marnie Era Qui" uscirà al cinema in Italia dal 12 al 15 settembre.

    Qui trovate la notizia per intero.
    A volte ho paura a guardare le sue opere. Paura di quella loro perfezione assoluta. Sembra che quest'uomo non conosca solo la magia di ogni mezzo tecnico, ma sappia anche agire sulle corde più segrete dei pensieri, delle immagini mentali e dei sentimenti umani. Sergej M. Ejzenstejn su Walt Disney
  • Bello che in metà dei siti che parlano della notizia riportino la trama... del romanzo, con tutti i nomi inglesi. La stampa italiana... :asd:
  • Gente, la bellezza.

    Con i romani (Eos, Gianduja, Eddy ed io) e Zangief, sabato ci siamo visti Marnie. Avevo evitato di vederlo finora per quest'occasione, che comprendeva proiettore e schermo, e ho fatto bene: merita di essere visto con tutti i crismi.

    È un adattamento praticamente perfetto, e non era proprio banale: il materiale del libro è ottimo, ma ad essere portato al cinema rischiava di sembrare tedioso in alcune parti e con passaggi troppo improvvisi in altre.

    Yonebayashi ha fatto un sapiente lavoro di rimescolamento delle vicende del libro, compenetrando le due parti che lo compongono. L'effetto è che si arriva a capire il "mistero" che permea il film un po' piú velocemente che leggendo il libro, ma con molta piú naturalezza e godendoselo appieno.

    I personaggi sono caratterizzati alla perfezione, Marnie col suo entusiasmo che lascia trapelare una vita meno facile di quel che sembra, e Anna perfetta nell'interpretare il suo sentimento totalizzante per la prima amica della sua vita. Persino la mimica concorre nel dare spessore a ogni singolo personaggio, compresi quelli che sono secondari o fanno addirittura da sfondo (tutti ripresi dal libro: si riconoscono anche personaggi mai presentati).

    La vicenda è stata spostata in Hokkaidō, l'isola piú settentrionale del Giappone, che offre un'atmosfera molto simile alla contea di Norfolk, ambientazione del libro. Tale atmosfera è resa alla perfezione, ed è bellissimo per chi ha letto il libro vedere animarsi quegli scenari che aveva potuto immaginare cosí bene.

    La colonna sonora, di Takatsugu Muramatsu, è perfettamente parte dell'atmosfera data dai disegni.

    È un vero peccato che lo Studio Ghibli abbia dovuto interrompere la produzione, dopo la realizzazione di un simile capolavoro.
    Lorenzo Breda
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  • LBreda ha scritto: Con i romani (Eos, Gianduja, Eddy ed io) e Zangief, sabato ci siamo visti Marnie.
    Invidia. Vi saluto dal Buckinghamshire rosicando a più non posso. :ciao:
    A volte ho paura a guardare le sue opere. Paura di quella loro perfezione assoluta. Sembra che quest'uomo non conosca solo la magia di ogni mezzo tecnico, ma sappia anche agire sulle corde più segrete dei pensieri, delle immagini mentali e dei sentimenti umani. Sergej M. Ejzenstejn su Walt Disney
  • Da domani a mercoledí, nei cinema. Solita formula idiota dell'evento speciale.

    Traduzione del buon Manuel, adattamento di Cannarsi.

    Qui una mia recensione.
    Lorenzo Breda
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  • Spero di riuscire a vederlo qui in estrema terronia T_T
  • Io l'ho visto oggi e l'ho trovato stupendo: domani scrivo qualcosa di meno niubbo e più simile ad una recensione...
  • Come anticipato ieri ho trovato questo film stupendo, anche migliore dell'opera di esordio del suo regista: ottima costruzione psicologica di ambedue le protagoniste ([spoiler]che, oltre alla parentela, hanno anche in comune un passato di dolore per quanto reagiscano all'opposto[/spoiler]) e credibile e ben costruito il loro rapporto d'amicizia. Ottima anche la sceneggiatura per quanto io non sia riuscita a leggere il romanzo originale e quindi non posso fare i paragoni, in compenso è ben calibrata e non raggiunge certi eccessi che rischiavano di far apparire certe scene fin troppo "patetiche". La regione di Hokkaido tratteggiata in questo film l'hanno resa molto bene, forse può anche rivaleggiare con "Princess Mononoke" per quanto riguarda i fondali; d'atmosfera anche la colonna sonora e anche la ripresa di "Recuerdos de la Alhambra" [spoiler]quando Anna capisce che Marnie era sua nonna[/spoiler] anche se io ci sono rimasta colpita non tanto per la fine sottigliezza evidenziata da Zangief ma perchè [spoiler]Anna ricollega la musica canticchiata da Marnie quando ha danzato con lei con la ninna-nanna che canticchiava Marnie nonna[/spoiler]. Anche perchè io ammetto di restare molto colpita quando un film dà certi messaggi e in questo ci ho rispecchiato un forte "racconto di formazione" per quanto riguarda Anna: [spoiler]non solo la sua amicizia con Marnie la porta a migliorare caratterialmente ma riesce anche a riconciliarsi con il suo passato e a comprendere che lei non è mai stata abbandonata (o almeno io ho interpretato così la scena del sogno che ha quando è febbricciante)[/spoiler]. Estremamente ingiusto che qua in Italia prodotti del genere li trattino così... -_-
  • Visto.
    L'ho trovato un buon film, in alcuni momenti semplice, in altri più strutturato.
    Va bene così.

    Warning: spoiler a caso!

    Al di là dei disegni e delle animazioni, ci sono alcune cose che mi hanno colpito.
    Inizialmente alcuni deja vù con Evangelion:
    Anna: “Io sono brutta, stupida, cattiva … io, mi detesto!” (qualcosa di simile)
    Shinji: “Io, mi odio. Sono un vigliacco, un codardo, un vile, un debole.”
    Anna: “Marnie, come hai potuto tradirmi!” (qualcosa di simile)
    Shinji: “Kaworu, mi hai tradito, hai tradito i miei sentimenti.”

    Ci sono poi alcune sfumature nella caratterizzazione di Anna che secondo me la rendono molto credibile. Un esempio è quando dice una cosa del tipo “come hanno osato morire i miei genitori e mia nonna” .. una frustrazione irrazionale resa benissimo; o anche la scontrosità nel sentirsi sola/diversa in compagnia, come la scena del parco giochi o della festa di Tanabata.
    Non so, mi è sembrato reso molto bene.

    Le cose che però mi sono piaciute maggiormente sono le varie inquadrature alle mani, mani che si toccano e si stringono, o mani che cingono una spalla, o ancora gli abbracci, soprattutto quello di Anna verso Marnie, da quando muove il passo con determinazione alla conclusione.
    Tutto molto ovvio, ma mi è piaciuto molto. Un altro passaggio è quando Anna ricorda che deve andare più o meno alla stessa ora “oh, è tardi”... mi ha ricordato il “per esempio se tu vieni tutti i pomeriggi alle quattro...”.
    Anche Marnie, quando inizialmente ha detto ad Anna che era contenta dei vestiti e dei party, la cosa mi puzzava, ed infatti non era affatto contenta, mancavano i legami con i genitori.
    Mi è piaciuto, anche se ammetto che a tratti mi è parso un po' teatrale/enfatico, però secondo me questo sottolineare l'importanza dei legami, anche se in modo piuttosto semplice, lo rende un buon film. Su quest'ultima parte di “semplicità”, vorrei aggiungere una piccola nota.
    La risoluzione di Anna, più che psicologica, mi è parsa più “sensoriale”, con Marnie ha trovato quell'esempio di una persona con la quale stava bene, si sentiva bene e tanto bastava. Poi con Sayaka, se inizialmente l'interesse era per via di Marnie, Anna si è aperta perché comunque ci si trovava bene.
    Una risoluzione sensoriale direi, non un qualcosa di maturato razionalmente. Certo, è altresì ovvio che ci sia anche la risoluzione del trauma con il sentirsi una ragazza indesiderata, dopo che Anna mette a posto i vari tasselli della "biografia di famiglia", però credo che soprattutto ci sia la questione sensoriale di cui sopra. Se inizialmente Anna considerava l'amore della zietta un derivato dei soldi, e quindi il suo prendersi cura lo sentiva viziato, la presenza e il prendersi cura disinteressato da parte di Marnie, era l'esempio di cui necessitava.

    Insomma un ultimo, per ora, film Ghibli che a tratti ha quella semplicità di Conan-il ragazzo del futuro o di Laputa, e a tratti risulta più strutturato nelle caratterizzazioni.

    Per il momento, "Arrivederci Studio Ghibli", o se sarà definitivamente così, va bene uguale.

    @ LBreda, ho letto la tua recensione e l'ho apprezzata particolarmente!

    @ Capitano Amelia: "non solo la sua amicizia con Marnie la porta a migliorare caratterialmente", secondo me con questa frase hai sintetizzato molto bene: l'importanza dell'esempio.

    Un saluto!
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