[Hayao Miyazaki] Laputa: Il Castello nel Cielo
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Due anni dopo Nausicaa esce Tenkû No Shiro Rapyuta, primo lungometraggio miyazakiano prodotto dopo la formazione dello studio Ghibli. E le differenze si sentono, visto che a differenza di Nausicaa, che nel complesso soffriva di una certa lentezza narrativa, Laputa - Il Castello nel Cielo, pur non tradendo lo stile miyazakiano, presenta una sceneggiatura assolutamente perfetta, che tiene desta l'attenzione dall'inizio alla fine. Laputa è senza dubbio uno dei lungometraggi più sobri e concisi di Miyazaki, privo di metafore troppo ardite e divagazioni narrative che ingannano lo spettatore facendogli prestare attenzione dove non dovrebbe, e quindi più universale di altri suoi più recenti prodotti. Laputa è una storia dal sapore verniano che si articola essenzialmente in due parti, una di indagine e una di viaggio, della durata di un'ora ciascuna. Le tematiche sono come al solito quelle care al regista, alcune viste in sue precedenti creazioni, altre alla loro prima e non certo ultima apparizione: l'ambientazione per esempio, quell'Europa parallela in cui la tecnologia si è evoluta per mezzo di macchinari volanti o a vapore, setting che ricorrerà poi in Kiki - Consegne a Domicilio e Il Castello Errante di Howl. E poi c'è l'onnipresente volo, che qui è un po' l'elemento principale di una narrazione a base di aerei, dirigibili, castelli volanti, alianti e pietre antigravità. Un volo, visto però come hobby estemporaneo da praticarsi occasionalmente e non come stile di vita, almeno a giudicare dalla condanna verso la civiltà di Laputa, colpevole di aver rinunciato allo stile di vita terreno, e di aver peccato di superbia elevandosi al cielo. E' quindi l'affetto per la natura, gira e rigira, a costituire la morale della storia, quello stesso rapporto uomo-natura visto in Nausicaa e che sarà alla base di Principessa Mononoke. E la riproposizione di elementi noti, non si ferma alle tematiche ma tocca anche i personaggi, o meglio le tipologie a cui appartengono. Oltre alla gradevolissima citazione degli scoiattoli/volpe visti in Nausicaa, potremmo dire che ogni protagonista rievoca in qualche modo quanto già visto in passato, a partire dai due bambini Pazu e Sheeta, versione aggiornata di Conan e Lana. I due rievocano la storica coppia di Conan, sia fisicamente (sono indistinguibili, giusto leggermente meno caricaturali), che caratterialmente, con una lei più innocente e candida che mai e un lui vagamente innamorato e desideroso di proteggerla. E poi ci sono i cattivi, che come da tradizione miyazakiana, non solo non sono tutti totalmente malvagi, ma spesso e volentieri sul finale si rabboniscono, mutando ruolo: è il caso della ciurma di pirati, governata da una matrona, contrappunto comico del film, che avrà modo di esprimere buona parte del grottesco umorismo miyazakiano nella scena della rissa in città in cui omacci barbuti si prendono a pugni strappandosi le camice. Olre all'umorismo è però presente anche una buona dose di pathos, garantita da un villain terribilmente sadico che rievoca - anche se non fisicamente - il perverso Lepka di Conan.
Il comparto grafico è assolutamente superiore a quello di Nausicaa. Il budget è più alto e si vede subito, sia in una miglior scelta di colori, più cinematografici di quelli di Nausicaa. Le animazioni sono più curate e l'appeal dei disegni pure, sia nei singoli personaggi, che negli spettacolari fondali. E poi ovviamente c'è una colonna sonora da favola, in cui un Hisaishi non ancora del tutto libero dai sintetizzatori riesce però a raggiungere notevoli livelli sinfonici con brani imponenti come La Ragazza che Venne giù dal Cielo, Il Castello nel Cielo e la canzone dei titoli di coda, Trasportando Te, su testi dello stesso Miyazaki.
Fortunatamente in Italia questo lungometraggio è riuscito ad arrivare, pur con più di un decennio di ritardo, per merito di una Buena Vista non ancora tiranna, che l'ha dotato di un doppiaggio di buon livello, facendo però andare rapidamente fuori catalogo il dvd, che ora purtroppo raggiunge prezzi spropositati.
Tenku no Shiro Laputa è il primo film d'animazione prodotto dallo Studio Ghibli, nato dalle ceneri dello Studio Topcraft e formatosi attorno alla figura del regista Hayao Miyazaki, dopo il successo di Kaze no Tani no Nausicaa (Nausicaa nella Valle del Vento).
Ispirandosi all'isola volante dei Gulliver's Travels di Jonathan Swift e riprendendo i canoni tradizionali della narrativa avventurosa, Miyazaki racconta la vicenda dei giovani Pazu e Sheeta, che unisce l'ambientazione "realistica" (e vagamente "neorealistica") di una società di minatori ottocentesca (dimostrazione di un'attenzione e di una simpatia per i lavoratori che discendono dalla formazione ideologica socialista del regista) a bizzarre macchine volanti e straordinari scenari fantastici; non mancano reminiscenze dai lavori precedenti di Miyazaki (Sheeta ricorda i personaggi di Lana della serie Mirai Shonen Conan e Hilda del film Taiyo no Oji - Hols no Daiboken, i robot sono simili a quello visto in un episodio di Lupin III). L'impostazione "morale" del film ripresenta alcune delle tematiche care al regista, dall'antimilitarismo alla sfiducia in una scienza priva di umanità, ma ha il suo limite in una certa schematicità di fondo e nella stucchevole bontà dei suoi personaggi. Ciò che maggiormente risalta in Tenku no Shiro Laputa è una performance formale di altissimo livello, basata su una calibrata alternanza di azione e quiete: rocambolesche scene d'azione, che mettono abilmente a frutto il fascino dei "disegni in movimento", sono inframmezzate a momenti lirici di grande suggestione, dotati di un'intensità emotiva che si fa sempre più forte man mano che la vicenda prosegue. Un secondo dualismo è alla base dell'impostazione scenico-iconografica del film (frutto di una straordinaria immaginazione visiva), che si sposta tra il cielo e il volo (un leit-motiv ricorrente nelle opere di Miyazaki) e la terra e l'attività umana. L'attenta direzione di Miyazaki e la sua esigenza nei confronti dello staff conferiscono al film una cura grafica fuori del comune, dando vita a disegni notevolmente eleganti pur nella sobrietà del tratto e a fondali dettagliatissimi e dotati di una grandissima capacità di suggestione; le evocative musiche di Joe Hisaishi contribuiscono in modo determinante all'atmosfera delle varie scene senza mai risultare intrusive.
Da un articolettoche avevo scritto qualche anno fa
Ispirandosi all'isola volante dei Gulliver's Travels di Jonathan Swift e riprendendo i canoni tradizionali della narrativa avventurosa, Miyazaki racconta la vicenda dei giovani Pazu e Sheeta, che unisce l'ambientazione "realistica" (e vagamente "neorealistica") di una società di minatori ottocentesca (dimostrazione di un'attenzione e di una simpatia per i lavoratori che discendono dalla formazione ideologica socialista del regista) a bizzarre macchine volanti e straordinari scenari fantastici; non mancano reminiscenze dai lavori precedenti di Miyazaki (Sheeta ricorda i personaggi di Lana della serie Mirai Shonen Conan e Hilda del film Taiyo no Oji - Hols no Daiboken, i robot sono simili a quello visto in un episodio di Lupin III). L'impostazione "morale" del film ripresenta alcune delle tematiche care al regista, dall'antimilitarismo alla sfiducia in una scienza priva di umanità, ma ha il suo limite in una certa schematicità di fondo e nella stucchevole bontà dei suoi personaggi. Ciò che maggiormente risalta in Tenku no Shiro Laputa è una performance formale di altissimo livello, basata su una calibrata alternanza di azione e quiete: rocambolesche scene d'azione, che mettono abilmente a frutto il fascino dei "disegni in movimento", sono inframmezzate a momenti lirici di grande suggestione, dotati di un'intensità emotiva che si fa sempre più forte man mano che la vicenda prosegue. Un secondo dualismo è alla base dell'impostazione scenico-iconografica del film (frutto di una straordinaria immaginazione visiva), che si sposta tra il cielo e il volo (un leit-motiv ricorrente nelle opere di Miyazaki) e la terra e l'attività umana. L'attenta direzione di Miyazaki e la sua esigenza nei confronti dello staff conferiscono al film una cura grafica fuori del comune, dando vita a disegni notevolmente eleganti pur nella sobrietà del tratto e a fondali dettagliatissimi e dotati di una grandissima capacità di suggestione; le evocative musiche di Joe Hisaishi contribuiscono in modo determinante all'atmosfera delle varie scene senza mai risultare intrusive.
Da un articolettoche avevo scritto qualche anno fa
Dal 22 dicembre in Blu-ray Disc, con doppiaggi in francese, tedesco, coreano, cantonese e mandarino e sottitoli in inglese, giapponese, francese, coreano, cantonoese e mandarino.
Da notare l'assenza della traccia audio inglese, probabilmente per via del fatto che quel doppiaggio era stato realizzato specificamente per gli USA, con una colonna sonora completamente riarrangiata da Hisaishi.
Sugli extra non si sa ancora niente, a parte i soliti trailer e storyboard.
Lo stesso giorno uscirà anche il Blu-ray Disc del film di Takahata My Neighbors, the Yamadas.
Da notare l'assenza della traccia audio inglese, probabilmente per via del fatto che quel doppiaggio era stato realizzato specificamente per gli USA, con una colonna sonora completamente riarrangiata da Hisaishi.
Sugli extra non si sa ancora niente, a parte i soliti trailer e storyboard.
Lo stesso giorno uscirà anche il Blu-ray Disc del film di Takahata My Neighbors, the Yamadas.
questa grafica dei Blu-ray suggerisce che è bene comprarli tutti, perché di qui a poco si potrà avere una figherrima collezione Ghibli in Blu-ray. Però io vorrei limitarmi al solo Miyazaki. Faccio male?
“DISCUSSIONE, NON RECENSIONE!”
Sì, fai male, perché alcuni dei migliori film Ghibli sono di Takahata
La grafica è eccezionale. E poi, finalmente dei blu-ray che non devono avere confezioni BLU a tutti i costi.
Mi scoccia però che Ponyo non abbia questa grafica.
La grafica è eccezionale. E poi, finalmente dei blu-ray che non devono avere confezioni BLU a tutti i costi.
Mi scoccia però che Ponyo non abbia questa grafica.
Magari quando avranno finito di ristampare tutta la filmografia e toccherà di nuovo a Ponyo gli daranno questa veste.
speriamo che non escano in Blu-ray alloraRebo ha scritto:Sì, fai male, perché alcuni dei migliori film Ghibli sono di Takahata
“DISCUSSIONE, NON RECENSIONE!”
Il 25 Aprile tutti al cinema, mi raccomando.
Ho visto giusto ieri questo film meraviglioso. Se Nausicaa mi aveva appassionato ma anche lasciato un po' perplesso, qui Miyazaky e lo Studio Ghibli fanno un lavoro magnifico. Il volo è reso sempre in maniera meravigliosa, ma sono gli sfondi e le apparecchiature a brillare particolarmente.
I personaggi risultano abbastanza tondi, specialmente gli amabili pirati. Ma è la coppia di protagonisti a brillare, per simpatia e candore. E non si può provare simpatia per Fazu, davvero brillante.
Infine le musiche tratteggiano bene le atmosfere, trascinandoti in una corsa contro il tempo continua. Il ritmo serrato è uno dei punti forti, insieme alla cara poetica miyazakiana del trionfo della natura sull'uomo. Perchè, nonostante i Laputiani abbiano cercato di abbandonare la Terra, i semi continuano a germogliare a Primavera, mentre i pigliamosche volano in cielo. Fantastico.
I personaggi risultano abbastanza tondi, specialmente gli amabili pirati. Ma è la coppia di protagonisti a brillare, per simpatia e candore. E non si può provare simpatia per Fazu, davvero brillante.
Infine le musiche tratteggiano bene le atmosfere, trascinandoti in una corsa contro il tempo continua. Il ritmo serrato è uno dei punti forti, insieme alla cara poetica miyazakiana del trionfo della natura sull'uomo. Perchè, nonostante i Laputiani abbiano cercato di abbandonare la Terra, i semi continuano a germogliare a Primavera, mentre i pigliamosche volano in cielo. Fantastico.
1) Hanno cominciato a fare i trailer come la Disney, ovvero mettendo musiche del piffero.
2) Aeropietra, signori.
Non era meglio "aerofagia"?Rebo ha scritto:Aeropietra, signori.
Rende meglio quello che sto pensando adesso
La mia gallery su Deviant Art (casomai a qualcuno interessi =^__^=)
Davvero molto bello. Le tematiche sono quelle classiche care a Miyazaki, e anche i personaggi sanno un po' di già visto (impressionante la somiglianza dei due protagonisti con Conan e Lana) ma ciò nonostante sono molto simpatici e accattivanti, formidabili i pirati dell'aria e la loro vispa leader. La storia è semplice e ben articolata al tempo stesso e si segue con piacere. La mia scena preferita è senza dubbio l'arrivo a Laputa. Molto bella la colonna sonora.
A volte ho paura a guardare le sue opere. Paura di quella loro perfezione assoluta. Sembra che quest'uomo non conosca solo la magia di ogni mezzo tecnico, ma sappia anche agire sulle corde più segrete dei pensieri, delle immagini mentali e dei sentimenti umani. Sergej M. Ejzenstejn su Walt Disney
Oh per la cronaca, poi è uscito il BD, lo stesso giorno di quello di Howl. Che dire? Che ho potuto ascoltare per la prima volta il riadattamento di Cannarsi e mi fanno male le orecchie. Avete presente quella sensazione triste di quando un amico va a fare un viaggio e torna cambiato? Ecco, adesso Laputa non si fa più chiamare Laputa, e i protagonisti parlano in cannarsese stretto. E c'è un punto ridicolissimo in cui i due protagonisti hanno un lungo scambio di battute e questo avviene del tutto involontariamente IN RIMA.
Quanto al resto, i contenuti sono i soliti (storyboard, trailer) in più un making of girato all'epoca che risulta caruccio. Mentre il master video purtroppo rispetta la politica dei restauri miyazakiani che dovrebbe aver colpito anche Nausicaa: grana che permane e cel che in un sacco di punti ha dei visibilissimi tremolii. Le ragioni le spiegò già Rebo, all'epoca, ovvero per dare al film quell'effetto fintamente vintage, preferendo la resa che avevano i disegni trasposti su pellicola, piuttosto che le cel "pure". Discutibile, imho. Ma come si suol dire, questo passa il convento. Ricatto cmq. Anche perché il film l'ho sempre trovato uno dei più riusciti di Miyazaki.
Quanto al resto, i contenuti sono i soliti (storyboard, trailer) in più un making of girato all'epoca che risulta caruccio. Mentre il master video purtroppo rispetta la politica dei restauri miyazakiani che dovrebbe aver colpito anche Nausicaa: grana che permane e cel che in un sacco di punti ha dei visibilissimi tremolii. Le ragioni le spiegò già Rebo, all'epoca, ovvero per dare al film quell'effetto fintamente vintage, preferendo la resa che avevano i disegni trasposti su pellicola, piuttosto che le cel "pure". Discutibile, imho. Ma come si suol dire, questo passa il convento. Ricatto cmq. Anche perché il film l'ho sempre trovato uno dei più riusciti di Miyazaki.
Poco da dire qui, si tratta di uno dei miei film preferiti di sempre. Cioè dai, velivoli strambi a profusione, un'antica civiltà, i pirati dell'aria... come si fa a non adorare questo film? Una storia classica ma narrata benissimo, ottime tanto le numerose scene d'azione quanto quelle di quiete riflessiva (su tutte quella sotterranea e la visita tristissima ai robottoni morti). L'unica pecca si potrebbe trovare nel villain, che è un po' generico sia nella provenienza che nelle motivazioni. Ma si tratta davvero del classico pelo nell'uovo e non può essere neanche considerato in vero difetto, considerando come la trama faccia leva proprio sulla degenerazione dell'essere umano di fronte ad un potere che è andato oltre la sua stessa comprensione.
Ieri ho finalmente visto questo film, senza dubbio il migliore del regista grazie alla coerenza della trama ( l'unico dove la voglia di appisolarmi non prevale su quella di concludere la visione ). Ah c'è solo una cosa che mi è sfuggita, quand'è che la ragazza perderebbe le trecce? Perchè alla fine ha i capelli corti?
Questo film ha tutto, ottimi protagonisti, ottima trama, sequenze avventurose da "sballo", musiche coinvolgenti e dei "cattivi" che rappresentano anche l'aspetto comico, che meraviglia! I pirati poi sono stati veramente una piacevole sorpresa, anche se qualcosa mi diceva all'inizio che quella befana grottesca avrebbe poi giocato un altro ruolo.
Il vero cattivo per quanto abbia un aspetto piuttosto banale e dimenticabile è riuscito perfettamente nel suo intento di attirarsi i migliori sguardi di disgusto, specialmente dopo aver rivelato la sua vera identità. Inquietantissimo quando parla della distruzione di Sodoma e Gomorra.
Il robot giardiniere mi ha ricordato Wall-E, è l'unico "sopravvissuto" e continua a fare il suo lavoro. La tomba dove mette i fiorellini rosa chissà di chi è.
Ahahah mi viene ancora da ridere per alcune frasi assurde, alcune non avevano neanche un significato logico, dovevi proprio sforzarti per afferrare il concetto, ottimo adattamento, sembrava di sentire il pretendente grasso di Merida, quello che non riesce a capire nessuno.
Qual è il nome della pietra, non è aeropietra? Sono curiosa!
Voto: 10+ ( avrebbero dovuto prendere spunti da questo per Atlantis )
Questo film ha tutto, ottimi protagonisti, ottima trama, sequenze avventurose da "sballo", musiche coinvolgenti e dei "cattivi" che rappresentano anche l'aspetto comico, che meraviglia! I pirati poi sono stati veramente una piacevole sorpresa, anche se qualcosa mi diceva all'inizio che quella befana grottesca avrebbe poi giocato un altro ruolo.
Il vero cattivo per quanto abbia un aspetto piuttosto banale e dimenticabile è riuscito perfettamente nel suo intento di attirarsi i migliori sguardi di disgusto, specialmente dopo aver rivelato la sua vera identità. Inquietantissimo quando parla della distruzione di Sodoma e Gomorra.
Il robot giardiniere mi ha ricordato Wall-E, è l'unico "sopravvissuto" e continua a fare il suo lavoro. La tomba dove mette i fiorellini rosa chissà di chi è.
Ahahah mi viene ancora da ridere per alcune frasi assurde, alcune non avevano neanche un significato logico, dovevi proprio sforzarti per afferrare il concetto, ottimo adattamento, sembrava di sentire il pretendente grasso di Merida, quello che non riesce a capire nessuno.
Qual è il nome della pietra, non è aeropietra? Sono curiosa!
Voto: 10+ ( avrebbero dovuto prendere spunti da questo per Atlantis )
Ti sono sfuggite DUE cose, allora, perché sono due gli spari con cui Muska le fa saltare una treccia dopo l'altra.Icnarf ha scritto:Ieri ho finalmente visto questo film, senza dubbio il migliore del regista grazie alla coerenza della trama ( l'unico dove la voglia di appisolarmi non prevale su quella di concludere la visione ). Ah c'è solo una cosa che mi è sfuggita, quand'è che la ragazza perderebbe le trecce? Perchè alla fine ha i capelli corti?
Sottoscrivo tutto.Questo film ha tutto, ottimi protagonisti, ottima trama, sequenze avventurose da "sballo", musiche coinvolgenti e dei "cattivi" che rappresentano anche l'aspetto comico, che meraviglia! I pirati poi sono stati veramente una piacevole sorpresa, anche se qualcosa mi diceva all'inizio che quella befana grottesca avrebbe poi giocato un altro ruolo.
Il vero cattivo per quanto abbia un aspetto piuttosto banale e dimenticabile è riuscito perfettamente nel suo intento di attirarsi i migliori sguardi di disgusto, specialmente dopo aver rivelato la sua vera identità. Inquietantissimo quando parla della distruzione di Sodoma e Gomorra.
A me è Wall•E che ha ricordato lui, alla prima visione; be', lui e Corto Circuito...Il robot giardiniere mi ha ricordato Wall-E, è l'unico "sopravvissuto" e continua a fare il suo lavoro.
Lassa perde, guarda. Ancora mi frulla per quel "masaka" di Pazu quando Sheeta gli lascia capire che vuole usare la formula di distruzione. In italiano reso con "non è possibile" quando in questo caso è decisamente un "non vorrai mica...?", al piú un "ma parli sul serio?".Ahahah mi viene ancora da ridere per alcune frasi assurde, alcune non avevano neanche un significato logico, dovevi proprio sforzarti per afferrare il concetto, ottimo adattamento, sembrava di sentire il pretendente grasso di Merida, quello che non riesce a capire nessuno.
Hikōseki, "pietra volante". Come l'adatti, l'adatti male, anche se nel suo primo adattamento Cannarsi aveva utilizzato "gravipietra"; a me suonava meglio, ma vabbe', fossero questi i problemi...Qual è il nome della pietra, non è aeropietra? Sono curiosa!
E pensa che c'è chi ritiene che l'abbiano fatto anche troppo... Dopotutto non è un mistero che Nadia sia nato come un rifacimento seriale di Laputa, e viste le accuse di plagio verso la Disney proprio nei confronti di Nadia...avrebbero dovuto prendere spunti da questo per Atlantis
Come ho fatto a non accorgermene... adesso capisco perchè dice poi " la prossima volta colpirò un orecchio"Ti sono sfuggite DUE cose, allora, perché sono due gli spari con cui Muska le fa saltare una treccia dopo l'altra.
Nadia ha molti punti in comune in effetti (ed è una delle migliori serie mai esistite), Atlantis riprende alcune cose da Nadia ma in generale non funziona niente (personaggi, ritmo narrativo, stile etc.)E pensa che c'è chi ritiene che l'abbiano fatto anche troppo... Dopotutto non è un mistero che Nadia sia nato come un rifacimento seriale di Laputa, e viste le accuse di plagio verso la Disney proprio nei confronti di Nadia...
Veramente Fushigi no Umi no Nadia non è un rifacimento seriale di Tenkuu no Shiro Laputa.
In effetti, Miyazaki Hayao aveva depositato e sviluppato il progetto che poi sarebbe diventato Nadia presso la NHK, e lì l'aveva lasciato. Questo ben prima di fare Laputa.
Quando poi ha sviluppato Laputa, ha ripreso la stessa idea cambiando il soggeto di base (da Verne a Swift, dal mare al cielo), ma non i contenuti.
In seguito, la NHK, legittima proprietaria del primo progetto di cui sopra, ha proprio bandito un concorso tra studi di animazione per svilupparlo. VInse la GAiNAX, con la regia di Anno Hideaki e il design di Sadamoto yoshiyuki. Naturalmente il nuovo regista, nello sceneggiare e storyboardare la sua serie, ci mise molto del suo, ovvero tutti quei riferimenti otaku, quel gusto citazionistico e autocitazionistico che gli sono propri, insieme alla sua visione del tema generazionale e della scienza come arma a doppo taglio (vedi Crichton), etc. E ovviamente, l'immancabile desiderio di back-up delle anime degli esseri viventi.
In effetti, Miyazaki Hayao aveva depositato e sviluppato il progetto che poi sarebbe diventato Nadia presso la NHK, e lì l'aveva lasciato. Questo ben prima di fare Laputa.
Quando poi ha sviluppato Laputa, ha ripreso la stessa idea cambiando il soggeto di base (da Verne a Swift, dal mare al cielo), ma non i contenuti.
In seguito, la NHK, legittima proprietaria del primo progetto di cui sopra, ha proprio bandito un concorso tra studi di animazione per svilupparlo. VInse la GAiNAX, con la regia di Anno Hideaki e il design di Sadamoto yoshiyuki. Naturalmente il nuovo regista, nello sceneggiare e storyboardare la sua serie, ci mise molto del suo, ovvero tutti quei riferimenti otaku, quel gusto citazionistico e autocitazionistico che gli sono propri, insieme alla sua visione del tema generazionale e della scienza come arma a doppo taglio (vedi Crichton), etc. E ovviamente, l'immancabile desiderio di back-up delle anime degli esseri viventi.
Nella sua bella rassegna dei film Miyazakiani, il Dottor Manhattan ha fatto un bel commento a Laputa, che è anche il mio preferito. Merita una lettura. Godetevelo.
Lorenzo Breda
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If you couldn't find any weirdness, maybe we'll just have to make some!
Hobbes, Calvin&Hobbes
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Laputa è un bouken, un film d'avventura. Ha svariati difetti, il primo fra tutti essere il soggetto di una serie intera condensato in un film. E' quindi un film narrativamente molto pieno, probabilmente troppo.
Sarebbe davvero un film sciocchino se non fosse per una cosa che, ho notato, sfugge ai più. Ne parlavo a Catania (EtnaComics) con una ragazza che aveva scritto una tesi incentrata proprio su questo film.
Il punto di Laputa è che durante i titoli di testa scorrono le immagini che descrivono la "parabola" della civiltà di Laputa: dai primi rudimentali mulini a vento alle isole volanti, il culmine di una civilizzazione scientista che poi risulta in rovina (il vento adirato, la caduta), da cui una sorta di esodo del popolo, il ritorno alle radici terricole, sino a Gondoa, con Sheeta contadinella.
Ora, quando Sheeta e Muska si confrontano nella fu-sala-del-trono, Sheeta dice:
SHEETA E qui ci sarebbe un trono…? Qui c’è una tomba…! La tua e la mia! [...] Adesso… perché Laputa si sia estinta, io lo capisco bene…! Si trova nella Canzone della Valle di Gondoa: “Mettendo radici nel suolo… viviamo insieme col vento! Si passi l’inverno insieme coi semi… cantiamo la primavera insieme con gli uccelli!” Per quanto terrificanti siano le armi di cui si dispone… per quanto numerosi siano i poveri robot che si manovrano… vivere distaccati dal suolo non è possibile!
MUSKA Laputa non si estingue… risorgerà innumerevoli volte! Perché proprio il potere di Laputa è il sogno dell’umanità…!
In questo singolo scambio è tutto il significato del film. Gli esseri umani sono terricoli, non è la loro natura vivere separati dalla terra, ma allo stesso tempo non possono fare a meno di sognare di librarsi nel cielo, dove si trova la divinità.
E' il semplice mito di Babele, delle Piramidi, ma anche di Icaro, con un dettaglio: aspettando abbastanza tempo, per quanto 'cada e ricada', l'uomo proverà ancora e ancora a ritornare a volare. Ed è esattamente quel che dice Muska. O quel che diceva Sartre, mi pare: l'uomo è l'essere che non può evitare di sognare di essere dio.
Per banale che sia, e lo è, per un film per bambini come Laputa, fatto da un narratore per l'infanzia come Miyazaki Hayao, non è male. Per me, questo contenuto 'salva il film'. ^^
Nel 1985 Miyasan stava già vedendo, scopriamo così, il limite umano del sogno arcadico della campagna ideale. Che sarebbe giunto a piena maturazione alla fine dell'arco di Nausicaä, il manga, ovvero con Mononoke Hime.
Lo stesso identico tema torna in Kaze Tachinu, per italica bocca di Caproni. ^^
Sarebbe davvero un film sciocchino se non fosse per una cosa che, ho notato, sfugge ai più. Ne parlavo a Catania (EtnaComics) con una ragazza che aveva scritto una tesi incentrata proprio su questo film.
Il punto di Laputa è che durante i titoli di testa scorrono le immagini che descrivono la "parabola" della civiltà di Laputa: dai primi rudimentali mulini a vento alle isole volanti, il culmine di una civilizzazione scientista che poi risulta in rovina (il vento adirato, la caduta), da cui una sorta di esodo del popolo, il ritorno alle radici terricole, sino a Gondoa, con Sheeta contadinella.
Ora, quando Sheeta e Muska si confrontano nella fu-sala-del-trono, Sheeta dice:
SHEETA E qui ci sarebbe un trono…? Qui c’è una tomba…! La tua e la mia! [...] Adesso… perché Laputa si sia estinta, io lo capisco bene…! Si trova nella Canzone della Valle di Gondoa: “Mettendo radici nel suolo… viviamo insieme col vento! Si passi l’inverno insieme coi semi… cantiamo la primavera insieme con gli uccelli!” Per quanto terrificanti siano le armi di cui si dispone… per quanto numerosi siano i poveri robot che si manovrano… vivere distaccati dal suolo non è possibile!
MUSKA Laputa non si estingue… risorgerà innumerevoli volte! Perché proprio il potere di Laputa è il sogno dell’umanità…!
In questo singolo scambio è tutto il significato del film. Gli esseri umani sono terricoli, non è la loro natura vivere separati dalla terra, ma allo stesso tempo non possono fare a meno di sognare di librarsi nel cielo, dove si trova la divinità.
E' il semplice mito di Babele, delle Piramidi, ma anche di Icaro, con un dettaglio: aspettando abbastanza tempo, per quanto 'cada e ricada', l'uomo proverà ancora e ancora a ritornare a volare. Ed è esattamente quel che dice Muska. O quel che diceva Sartre, mi pare: l'uomo è l'essere che non può evitare di sognare di essere dio.
Per banale che sia, e lo è, per un film per bambini come Laputa, fatto da un narratore per l'infanzia come Miyazaki Hayao, non è male. Per me, questo contenuto 'salva il film'. ^^
Nel 1985 Miyasan stava già vedendo, scopriamo così, il limite umano del sogno arcadico della campagna ideale. Che sarebbe giunto a piena maturazione alla fine dell'arco di Nausicaä, il manga, ovvero con Mononoke Hime.
Lo stesso identico tema torna in Kaze Tachinu, per italica bocca di Caproni. ^^