[Hayao Miyazaki] Il Mio Vicino Totoro

Hayao, Isao e tutto il baraccao. L'Oriente a regola d'Arte dove fare amicizia con streghette, strani esserini e maiali volanti, ed incontrare castelli fra le nuvole e mondi microscopici.
  • Ricordo che dal 7 gennaio è disponibile in dvd.
    Due edizioni, come al solito: disco singolo o doppio.
    Nella doppio disco stavolta, oltre al solito storyboard completo, c'è un video risalente al 1988 che presenta il film assieme a Una tomba per le lucciole (che in Giappone esordì in abbinamento con Totoro).
  • Lol ho optato per la monodisco dal momento che la doppio ha contenuti speciali che non valgono la pena. Però anche la mono ha una qualità di stampa della cover che è da stampante!
  • Davvero? Io ho la doppiodisco, e dentro la custodia la seconda copertina è identica a quella della monodisco. Non so, a me non pare così terribile, come qualità di stampa. Più che altro ho trovato veramente brutti i menù e i loro effetti...
  • Uno dei migliori film dello studio Ghibli e uno dei migliori film d'animazione in assoluto. Il Mio Vicino Totoro è un elogio alla bellezza della natura e all'incanto infantile, un film che tutti i bambini di oggi (ma anche gli adulti) dovrebbero vedere, abituati ormai a crescere in un mondo estremamente materialista e cinico. Un film che ci sprona a credere nei sogni e nella “magia”, quasi una specie di Pinocchio made in Miyazaki. Bellissimi i disegni della campagna giapponese immersa nella natura, bellissima la caratterizzazione dei personaggi, bellissime le canzoni che entrano in testa in un baleno per la loro immediatezza. I ritmi della narrazione sono piuttosto lenti ma questo è un elemento che tradisce la vera anima di quest'opera che elogia i tempi di vita di campagna, ben lontani dalla frenesia della città. Il ritmo lento poi, sommato al fatto che non c'è un vero elemento negativo o antagonista, dona un atmosfera di levità e di pace che difficilmente qualsiasi altro film, d'animazione e non, riesce a trasmettere. Non a caso tutte le volte che lo vedo mi mette di buon umore e, una volta finito, torno alle cose della mia giornata canticchiando felice la canzoncina di Totoro.
    Ultima modifica di Lightning il domenica 24 gennaio 2010, 03:23, modificato 1 volta in totale.
    "L'umanità deve porre fine allo spoiler, o lo spoiler porrà fine all'umanità."

    Facebook
  • Lightning ha scritto:torno alle cose della mia giornata canticchiando felice la canzoncina di Totoro.
    sì, è una droga... è da quando l'ho visto al cinema che la canticchio almeno una volta al giorno... e da quando ho la colonna sonora, la canticchio in giapponese, peggio di Ponyo :D
    “DISCUSSIONE, NON RECENSIONE!”

    :solly:
  • Con vergognoso ritardo, finalmente l'ho visto anch'io.
    E ne sono rimasto conquistato, anche se all'inizio temevo di no :P : quella marcetta dei titoli di testa e l'animazione che l'accompagnava proprio non mi sono piaciute, mi hanno leggermente straniato e faticavo ad appassionarmici.
    Poi è iniziato il film vero e proprio.
    E allora sì che si è iniziato a ragionare. Sfondi bellissimi e animazione di classe per una storia poetica e lenta, ma nel senso buono del termine. Non è un lento nel senso di strascicato, di allungato e pesante, è semplicemente un tempo narrativo più calmo, di quiete, dove lo spettatore può accogliere serenamente la storia e i personaggi.
    E' vero quanto dice Grrodon e altri in questo thread, nella storia succede pochissimo: è il racconto di alcune giornate normalissime delle due bambine protagoniste. Certo, c'è la parte di dramma dovuta alla madre in ospedale, ma è anche vero che quando la vediamo è sempre sorridente, segno che si sta riprendendo e quindi ulteriore nota positiva.
    Mi è molto piaciuto il carattere forte e solare di Satsuki, che solo nell'occasione del climax si incrina, non a caso nella scena più commovente e tesa. Così anche la timidezza parzialmente risolta del ragazzino invaghito di Satsuki.
    Ma ovviamente non si può non elogiare quel capolavoro estetico che è Totoro, un animalettone coccoloso e sonnacchioso pronto a intervenire in difesa degli abitanti della sua campagna, e che fa il paio splendidamente col il Gatto-bus.

    Un piccolo squarcio poetico dove alla gioia del raccontare storie si sostituisce la meraviglia del raccontare emozioni e sentimenti in un'immobile ma magica estate. Bella l'ultima scena, che racchiude l'essenza di Totoro, e belli i titoli di coda compresa la bellissima canzone.
    E adesso mi chiedo come ho fatto a vivere senza aver mai visto prima questo film.
    Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
    Osservate l'orrendo baratro su cui è affacciato l'universo! ... senza spingere...

    LoSpazioBianco.it: nel cuore del fumetto!

    SEGUI LOSPAZIOBIANCO SU:
    Twitter | Facebook
  • Musica ottima e personaggi deliziosi (anche se le bambine alla lunga sono seccanti). Che cosa manca? La storia, dato che nel film non succede nulla.
    Per molti è un pregio, e seguire le allegre giornate della famiglia nella campagna, i volteggi di Totoro, il vento che canta e la natura che parla sono tutti aspetti
    piacevoli, ma non mi convincono a rivederlo una seconda volta.

    O forse no perchè, nonostante la sua assoluta calma, la serenità di spirito rende questo film un vero toccasana per l'animo. Sognare di correre con il Gattobus o di volare su di una trottola col dolce Totoro è un deisderio stupendo. E questo ce lo può donare solo un maestro come Myazaky e tutto lo studio Ghibli.
    Totoro porta su di sè tutto il candore e la purezza di un mondo dimenticato e forse perduto, idelaizzato e per questo melanconico. Ma è anche la felicità, rappresentata da quel suo sorriso indimenticabile.

    Un film formidabile nella sua leggerezza, più breve di Kiki e a mio parere più piacevole, che sulle noti dolci di una ballata felice ti porta per mano
    verso desideri e sogni che sapevi di avere, ma che non avevi mai espresso con così tanta forza e purezza.
  • E dopo essere MORTI DENTRO con La Tomba per Lucciole, ecco una bella dose di spensieratezza con Totoro. Con questo rewatch l'ho decisamente rivalutato: non che prima lo considerassi un brutto film, ma un paio di passaggi mi avevano abbastanza annoiato. Riaffrontandolo con la consapevolezza dei toni e del suo stile narrativo l'ho apprezzato molto di più, adorando com'è ovvio le scene trasognate e la loro atmosfera, ma anche e soprattutto il rapporto semplice ma perfetto tra le bambine e i loro genitori ed il rispetto e la considerazione che gli adulti in generale sembrano avere per il mondo dell'infanzia. Tra le scene preferite, il mitico Gattobus e la suggestivissima scena della danza per la crescita degli alberi. Non c'è trama, è vero, ma non lo definirei un film leggero: con i suoi silenzi e le sue atmosfere, ha una sottile aura di sacralità, un quid inafferrabile ed affascinante che si nasconde dietro il faccione sorridente dello spiritello della foresta.
  • Segnalo che da oggi è disponibile il BD! Con dentro una featurette su Totoro E una Tomba per le Lucciole!

    Immagine
  • Che bello che abbiano tenuto quella cover! :-)
  • Lol bella è bella, ma c'è la bambina crasi, che è un falso storico :P
  • E' comunque la locandina originale del film, che uscì così per il film completo, indi non si riuscirebbe mai a convincersi che sia altro che "quanto si più adatto" si possa usare per il film. ^^

    Infatti, per me, più che "bella" la copertina, è "bello" il fatto che abbiano usato quella copertina. :-)

    Comunque (scusa se sono il solito rompino) la piccola non può dirsi 'crasi', perché non è nata dalla fusione di Satsuki e Mei, sono Satsuki e Mei che sono nate da quella bambina originaria. Indi è il contrario di una crasi: non è lei la fusione delle due, sono le due che nascono per disgiunzione da lei. :D
  • Hai ragione, allora chiamiamola scrausa, che facciamo prima.

    Bella cover anche secondo me, cmq. :asd:
  • L'ho rivisto ieri in onore dell'uscita del BD.
    Non so perchè ma mi sembra sempre di vederlo per la prima volta. Di nuovo la sua freschezza ha saputo trasportarmi gentilmente in quei lontani luoghi passati, dove ogni cosa è genuina. Ogni volta mi sorprende l'enorme entusiasmo di quelle due bambine, la più grande che fa tutto con estrema gioia e dedizione ( anche prendere un pò d'acqua al fiume o pulire i pavimenti ) e la più piccina che come tutte le sorelle minori cerca di imitare la sorellona e la segue ovunque. Poi c'è l'entusiasmo della nonnina che subito prende a cuore la situazione della famiglia e l'entusiasmo dei genitori, anche loro mi sembrano due bimbi, così sereni e pieni di speranze.
    Una delle mie scene preferite è quella in cui la nonnina dona alle piccole i "tesori" del suo orto, la trovo così semplice, così bucolica, mi sono sentita in estate (come in quei momenti in cui sento la perfezione della natura, la gioia delle piante e degli insetti, la vita nel suo massimo splendore, ma allo stesso tempo mi rammarico sapendo che quell'istante passerà e non sono riuscita a percepirlo nella sua interezza, a capirlo fino in fondo) purtroppo poi questa scena meravigliosa finisce con l'arrivo del telegramma e le emozioni umane si mostrano con tutto il loro peso, la paura, il senso di solitudine di sopraffazione e tutto sfocia con la sparizione di Mei. Il finale è la parte più movimentata di tutto il film, tra l'ansia per il sandalo nello stagno ( chissà a chi altri apparteneva ) e la corsa sul Gattobus.
    Mi chiedo sempre come sarebbe stato il film con una sola bambina.
  • Visto anche questo. Decisamente, decisamente carino, mi è piaciuto davvero.

    Quoto chi dice che la trama praticamente non esiste. E in fondo è giusto che sia così. Miyazaki non vuole raccontare una storia, vuole raccontare dei personaggi, e raccontare un suo pensiero tramite loro (pensiero che, diciamocelo, è un po' sempre lo stesso nei suoi film, ma qui era all'inizio e lo fa in maniera ottima).
    Di solito, i film cosiddetti "character driven" mi piacciono se i character sono fatti bene. Qui non si può dire assolutamente che siano fatti male, però ho trovato le due bambine quasi insopportabili nel loro essere decisamente... bambine! Almeno fino al momento della "crisi" di storia, e quindi della (piccola) assunzione di responsabilità. Soprattutto la sorella maggiore, sembra in diversi frangenti avere la stessa età della più piccola. Chissà, forse è un effetto voluto per dimostrare quanto poi sia lei che debba risolvere la situazione nel finale, e maturare per prima, perché da sorella maggiore ne ha il dovere, diciamo.

    Bellissimi come sempre i disegni. Sempre il solito il chara-design, ma ormai c'ho fatto il callo.

    Volevo solo aggiungere una cosa:
    DeborohWalker ha scritto: ...in Giappone questo film è uscito assieme a Una Tomba per le Lucciole... Le due storie sono abbastanza simili...
    Non concordo molto con questo. Le bimbe di Totoro rappresentano due bimbe qualunque, attraverso i cui comportamenti si narra un qualcosa. Sono loro il fulcro, anche se prendendo altre due bimbe a caso probabilmente il film funzionerebbe lo stesso.
    Ne Una Tomba per le Lucciole è più o meno la stessa cosa, è vero, ma lì i due personaggi secondo me sono solo simbolici, ed è la storia che ruota loro attorno che conta. Cioè, non sono loro stessi ad essere importanti (come le due bimbe), è ciò che accade loro ad esserlo, e il modo in cui il mondo che li circonda li tratti. In Totoro contano i personaggi, in Grave of... gli avvenimenti.
    For now I've lost everything,
    I give to you my soul.
    The meaning of all that I believed before
    escapes me in this world of none.
    I miss you more

    (Genesis, Afterglow)
  • Passo a esporre alcuni fatti. Per fatti intendo verificate dichiarazioni degli autori.

    "La tomba delle lucciole", tratto dal romanzo breve semi-autobiografico di Akiyuki Nosaka, è *nelle esplicitide dichiarazioni del regista* un fil focalizzato ESCLUSIVAMENTE sulla condotta del protagonista Seita. Takahata si è sgolato per anni a dire che *non è un film sulla guerra*. Ciò che interessava a Takahata, e che lui ha inteso rappresentare, è l'anacronistico comportamento di 'rifiuto della realtà' di Seita, che piuttosto che stringere i denti di fronte alle difficoltà del periodo fa *escapismo* per andare a 'giocare alla famiglia' con la sorellina, condannandola così a morte.

    C'è un famoso dialogo davvero illuminante tra il regista e l'autore del libro, su questo. Il punto è che per Takahata questo attegiamemto di 'rifiuto e fuga' sarebbe stato tipico per dei ragazzini dell'88, ma era incredibile ai tempi della narrazione.

    Per contro. Totoro è un film totalmente ideale, irrealistico, trasognato. E' un arcadia bucolica giapponese che non è mai esistita che nelle fantasie di Miyazaki, cosa di cui Miyazaki stesso era ben conscio. Le bimbe ideali nella campagna ideale col vicinato ideale, tutti bravi e buoni. Miyazaki, criticato al tempo per l'infantilità della sua narrazione caramellosa, dichiarò: "Se avessi dovuto fare un film realistico, avreste avuto le bambine che si trasferiscono in campagna per trovare una vecchia inacidita che strilla "non toccate le mie verdure!", e le bimbe non fanno che piangere. Ma questo sembra più il film che farebbe Pakusan".

    Conscio dell'infantile idealità delle sue storie, Miyazaki si è sempre "difeso" dicendo di non saper fare che storie così.
  • Shito ha scritto: "La tomba delle lucciole", tratto dal romanzo breve semi-autobiografico di Akiyuki Nosaka, è *nelle esplicitide dichiarazioni del regista* un fil focalizzato ESCLUSIVAMENTE sulla condotta del protagonista Seita. Takahata si è sgolato per anni a dire che *non è un film sulla guerra*. Ciò che interessava a Takahata, e che lui ha inteso rappresentare, è l'anacronistico comportamento di 'rifiuto della realtà' di Seita, che piuttosto che stringere i denti di fronte alle difficoltà del periodo fa *escapismo* per andare a 'giocare alla famiglia' con la sorellina, condannandola così a morte.
    Appena finito di vedere il film, pensai tra me: "Certo che 'sto ragazzo è stato proprio cretino, per due capricci ha voluto lasciare la casa della zia, dove magari sarebbero comunque morti lo stesso per via delle radiazioni, ma almeno avrebbero avuto un posto dove stare e non soffrire fame e malattie varie. Invece così ha messo in pericolo anche la sorella."

    Poi non lo scrissi perché credevo ancora fosse una mezza cazzata, ma a quanto vedo non lo è poi tanto.
    For now I've lost everything,
    I give to you my soul.
    The meaning of all that I believed before
    escapes me in this world of none.
    I miss you more

    (Genesis, Afterglow)
  • Non lo è assolutamente.

    L'idea di di base su cui ragionava il regista è che la possibilità di "rifiutare una realtà che non ci piace" è di per sé una cosa che nasce da un infanzia di benessere, di bambagia. Quindi, in un periodo di guerra reale, come norma questa cosa non esiste. Chi ha visto un anime come Evangelion sa che l'originale leit motif dell'autore e del personaggio protagonista era il ripetersi "non si deve fuggire" [nigecha dame da!], ovvero la difficoltà della crescita nell'accettazione di una realtà che non ci piace.

    E' interessante notare come Takahata stesso sottolineava come la reazione al film (dico: Hotaru no Haka) variasse a seconda dell'età/generazione del pubblico. I più giovani tendevano a compatire Seita ("poverino... vittima..."), i più anziani a colpevolizzarlo.

    Ma su tutto, Takahata continuava a ripetere che no, non era un film sulla guerra. Era un film su: "Ma questo ragazzo, che diamine ha combinato?" - sic.
  • Il mio vicino Totoro torna al cinema:
    http://www.studioghibli.it/il-mio-vicin ... -dicembre/
  • Torna a “Studio Ghibli”