[Hayao Miyazaki] Kiki: Consegne a Domicilio

Hayao, Isao e tutto il baraccao. L'Oriente a regola d'Arte dove fare amicizia con streghette, strani esserini e maiali volanti, ed incontrare castelli fra le nuvole e mondi microscopici.
  • Nah, una fotografia cosí sparata l'ho già vista in parecchie produzioni nipponiche dell'ultimo decennio. A mio parere dà una sensazione di artificioso che può starci bene o meno, a seconda dei casi. Finché c'è Miike che ti fa Yattaman funziona da dio, per dire. Qui... boh, vedremo.
  • Del resto trasporre in live-action un soggetto quanto meno "principalmente noto" per una sua versione animata è sempre difficile. E' il classico caso da "come fai, sbagli". Qualcuno storcerà comunque il naso. Perché i due media sono molto diversi, e se l'immaginario collettivo è già 'colonizzato' da uno dei due, l'altro parrà sempre inadeguato. Per la serie: ho visto al cinema il film di Gyakuten Saiban. Ed è stato molto... surreale. ^^
  • Primo film dello Studio Ghibli che recupero dopo la visione di Howl di parecchio tempo fa. E sono un po' deluso.

    Ora, io Howl me lo ricordo pochino, ma se quello era stato un film che rammento mi avesse fatto esclamare, alla fine "Bel film... anche se non c'ho capito un cazzo. Ma bel film", questo è decisamente comprensibile e lineare ma... mboh, meh. Non saprei bene cosa non mi abbia catturato esattamente.

    Sarà che sento decantare Miyazaki in lungo e in largo come l'angelo che si erge contro il Demonio-Disney, e la sua presunta infantilità (specialmente da molti invasati del Ghibli Forum), sarà che quindi mi aspettavo fantomatiche narrazioni adulte, ma non ci ho trovato nulla di ciò, nulla più che un grazioso film adatto ad ogni tipo di utenza (e quindi sì, anche un po' infantile in certe occasioni), e che a tratti mi ha vagamente annoiato. Sarà anche che esco fresco fresco dalla visione dell'illuminante Wolf Children, e il paragone non va certo a favore del ghibliano. Saranno tante cose, insomma.

    Di positivo, molto, ho trovato i personaggi, pressoché tutti: deliziosi, realistici, si fa presto a empatizzare. Di negativo, soprattutto, l'orrida commistione fra un'ambientazione tipicamente europea e una recitazione dei personaggi tipicamente giappionese. Una roba che ho trovato fastidiosa. Preferisco o tutto leziosamente nipponico, o tutto crudamente occidentale.
    Animazioni e disegni degli sfondi stupendi, meno invece il character design. Si sentono gli anni che si porta sulle spalle (ma non è una grossa pecca, si sentono anche osservando Biancaneve, se è per questo).

    L'adattamento italiano non mi è piaciuto in più punti.

    Nel complesso film piuttosto carino, ma lontano da tutta quella decantata magnificenza che mi aspettavo.
    For now I've lost everything,
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    escapes me in this world of none.
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    (Genesis, Afterglow)
  • L Vertighel ha scritto:Sarà che sento decantare Miyazaki in lungo e in largo come l'angelo che si erge contro il Demonio-Disney, e la sua presunta infantilità (specialmente da molti invasati del Ghibli Forum), sarà che quindi mi aspettavo fantomatiche narrazioni adulte, ma non ci ho trovato nulla di ciò, nulla più che un grazioso film adatto ad ogni tipo di utenza (e quindi sì, anche un po' infantile in certe occasioni), e che a tratti mi ha vagamente annoiato.
    Miyazaki è un narratore per l'infanzia, lui si è sempre ritenuto tale e sempre dichiarato tale. Chiunque dica il contrario non conosce Miyazaki Hayao, o la sua opera. ^^;

    I film di MIyazaki Hayao si rivolgono a un pubbblico che va dal bambino, al ragazzino, al ragazzo - come età. Con qualche rara eccezione.

    Porco Rosso: era nato come un cortrometraggio, poi "esploso in mano" al regista, che lo definiva per questo "pericoloso" (come film).
    Kaze Tachinu: che si rivolge a un pubblico un po' più adulto, direi tipicamente un pubblico di universitari, come età.

    Tolti questi due, i due film "non per bambini" di Miyazaki Hayao sono l'Alpha e l'Omega, ovvero Nausicaä e Mononoke Hime. Questi due sono film 'per ragazzi', tipo scuola superiore, liceo.

    Credo di aver postato anche qui stralci del 'draft' del progetto originale di Miyazaki. Majo no Takkyuubin nasce e resta un film per bambine nei primi anni dell'adolescenza. Certo che ha momenti infantili. Non ha nulla di particolarmente adulto, se accetti che parlare a delle ragazzine non significhi parlare a delle ritardate. Quindi, il discorso che ognuno ha una sua capacità, un suo talento, e che bisogna mettero in atto diventato produttivi nella società va bene per le ragazzine. Il discorso che quello che ti divertivi a fare da bambino quando poi da adulto lo fai come lavoro diventa spoetizzato e persino oneroso, al punto da non riuscire più a farlo, va bene per le ragazzine.

    Temo però che ormai siamo così abiutati a una logica di pedagogia filostatunitense in cui il male e le brutture e anche semplicemente la banale difficolta della vita vadano oscurate ai bambini che dei contenuti simili, rintracciabili in tutta una tradizione di letteratura per l'infanzia europea, facciano OMG gridare a una fantasmagorica adulità del soggetto. Non è così. Non è mai stato così. E Ariel alla fine muore e diventa schiuma del mare, perché non ha neppure un'anima.
  • Ehm... sì, ok. Ci ero arrivato anch'io, eh, mi è bastato guardare il film per capire che fosse per tutti, e in particolare indirizzato a un pubblico giovane. Ma vedi, è che ci rimani un po' dopo che senti il fan medio dire "Mi piace Miyazaki perché non è Disney, e quindi non è per bambini".
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    (Genesis, Afterglow)
  • Ci sono un sacco di stupidi luoghi comuni, specie tra gli 'integralisti', che poi integralisti non sono, perché per esserlo davvero dovrebbero prima conoscere bene quello di cui si è 'integralista'.

    Tipicamente, lo sprezzo che gli appassionati di animazione giapponese hanno verso l'animazione americana. Questa è una stupidata da psiche prim'adolscenziale, quando si afferma la propria 'personalità' per negazione/avversione dell'altro - e lo stesso con i 'gruppi', quindi 'io sono quello di catoni giapponesi' -> 'i cartoni americani sono tutti schifo'.

    Ma questi sono ragionamenti infantilmente sciocchi, e ignoranti. Ci sono filmati in cui Miyazaki, Ootsuka e altri 'mostri sacri' dell'animazione giapponese dicono candidamente la verità che è evidente sotto gli occhi di chiunque abbia occhi per vedere e cervello per intendere: che il Giappone ha sin da principio ricevuto a poi praticato l'animazione come "una cosa americana". Che tutto l'anime boom voleva i prodotti animati dovessero avere 'titoli stranieri' (quindi, per i giapponesi, occidentali) - perché quelle erano le cose fighe che il pubblico voleva, da cui la "sfida" che furono Tonari no Totoro e Hotaru no Haka, che nessuno da principio voleva produrre (in specie il primo dei due).

    Non occorre ricordare che Tezuka Osamu vide Bambi al cinema 60 (sessanta) volte, e ne fu folgorato. Non occorre che sia Tomino Yoshiyuki a dire che il suo tanto celebrato Tetsuwan Atom, alla fine, era sempre Mickey Mouse che l'aveva fregato (ma di mezzo c'era Bambi, e anche un po' di Betty Boop). Si può anche dire che Miyasan e Pakusan sono sempre stati un po' filoeuropeisti, e amavano la Francia, Il re e l'uccello ovvero La pastorella e lo spazzacamino (wow, Prevert!) e Edith Piaf (soprattutto Pakusan) e cose. Sono tutte cose vere.

    Ma ciò che torreggia su tutto è la semplice verità che l'arte umana è 'contaminatio + variatio', e sì, le idee nel Novecento giravano anche a cavallo del pacifico, prima e dopo le bombe e i raid, e poi dopo ancora così è stato ancor più. Ovviamente non voler comprendere, riconoscere e accettare tutto questo non è integralismo, è cecità. E' ottusità.

    Non vorremmo prendere sul serio e trovarci a dover confutare posizioni evidentemente ottuse, no? :-)

    Col che, tra Giappone e Stati Uniti ci passa l'oceano e una storia lunga 2000 anni, quindi ovviamente Leo non è Bambi, e Simba non è Leo - nelle più o meno evidenti contaminazioni vicendevoli, avanti e indietro.

    Trovo sempre un po' buffo chi 'grida allo scandalo del plagio', infatti. Se il problema fosse quello, tanto varrebbe leggere solo i tragici greci, no? :-)
    Ultima modifica di Shito il mercoledì 12 marzo 2014, 16:51, modificato 3 volte in totale.
  • Oh, applausi. Volevo rispondere in maniera analoga, ma ieri ero un po' incasinato. Non avrei saputo dirlo meglio.
    Lorenzo Breda
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    If you couldn't find any weirdness, maybe we'll just have to make some!
    Hobbes, Calvin&Hobbes

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  • :oO:

    :adore:
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    (Genesis, Afterglow)
  • Con tutto che *personalmente* Majo no Takkyuubin aka Le consegne espresse dalla strega è il mio film preferito tra quelli di Miyazaki Hayao (che mi piacciano comunque tutti da 'molto' a 'moltissimo'), perché a mio dire è quello davvero più educativo, nonché il più 'realistico', in così tanti modi. Senza trascendere assolutamente quello che è: un film per fanciulline soprattutto. Nulla di male in questo. ^^

    LBreda: se l'avessi scritto tu, il post, per lo meno avresti evitato tutti gli orrendi refusi di cui generalmente inzeppo i miei. Ho cercato di correggerne poi quanti più. Mi scuso.
  • Rivisto recentemente. Che dire, tra i film miyazakiani disimpegnati è quello che preferisco, preceduto solo da Porco Rosso. Le atmosfere cittadine dal sapore europeo sono davvero belle e la vicenda, pur essendo piuttosto minimalista, è assolutamente deliziosa nel proporre spaccati di vita quotidiana, pur mostrando personaggi di contorno dagli atteggiamenti fin troppo gentili e disponibili. Ciò che mi lascia perplesso è, tuttavia, il finale. La sequenza del dirigibile ha il suo senso nel far reagire la protagonista alla sua condizione di disagio, ma il suo inserimento risulta un po' forzato, specie in un film in cui l'azione ha un ruolo limitato. Inoltre la faccenda stessa della perdita dei poteri non è molto chiara. Può simboleggiare il passaggio dall'infanzia all'età adulta, ma il motivo del loro recupero non è poi così chiaro e, dunque, non si capisce bene cosa abbia appreso Kiki della loro gestione, il ché dovrebbe essere il punto fondamentale della seconda parte del film. Naturalmente, non è un elemento che rovina la visione, trattandosi di una pellicola basata prevalentemente sulle suggestioni e, come già detto, le atmosfere delle ambientazioni. D'altronde, la chiarezza narrativa non è qualcosa che ci si può aspettare in un'opera di Miyazaki :P
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