[Sylvain Chomet] L'Illusionista

Dallo slapstick di Chuck Jones alla stop motion firmata Aardman passando per il manierismo donbluttiano, le varie risposte del mondo occidentale a chi identifica l'animazione con gli studi Disney.
  • Mi aspetto moltissimo da questo film di Chomet, e le immagini non deludono affatto.

    Er... però, purtroppo, Chomet non ha mai vinto l'Oscar, ma ha avuto "solo" la nomination nel 2003, con Koda Fratello Orso e Alla ricerca di Nemo (vincitore).
  • E fu nominato anche per la miglior canzone. Due nomination, mica cotica!
    Anch'io aspetto impazientemente il nuovo film di Chomet, visto che l'argomento è intrigante, e se ne parla da tempo ma ancora non ci avevano fatto vedere quasi niente (e ora queste immagini :sbav: )
    “DISCUSSIONE, NON RECENSIONE!”

    :solly:
  • Ma queste immagini sono davvero fantastiche!
    Non vedo l'ora di vedere qualche spezzone video per avere un'idea più completa.
  • Mi sono reso conto di aver abbandonato questo topic, poverino.



    I miei amici francesi (maledetti loro che l'hanno già visto) dicono che è anche meglio di Appuntamento a Belleville. Intanto quel geniaccio di Nanni Moretti che lo distribuirà in Italia ha deciso di farlo uscire sotto Natale; in mezzo a cinepanettoni, Rapunzel e Dreamworks vari, immagino quante sale vorranno prenderlo...
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  • Aaaaargh, vade retro tentatore!

    Non vedrò nulla che non sia un trailer :cazz:
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  • Allora ti dico solo che sì, credo che qui siamo oltre Belleville. Attendo con ansia che arrivi Natale.
  • Lo stai dicendo a un fan sfegatato di Tati, per me è quasi come se la Pixar decidesse di fare un film muto basato su un copione mai realizzato da Charlie Chaplin :P
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  • Spostata la data d'uscita e stavolta ufficializzata anche dai trailer italiani: 29 ottobre.
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  • Con ben una settimana di anticipo, è uscito il trailer italiano.
    Con cotanta campagna promozionale, non oso immaginare in quante migliaia di sale uscirà il film.

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  • A Lucca, ok?
  • Grrodon ha scritto:A Lucca, ok?
    Pensi ci sia? Qualche dubbio lo ho.
    Lorenzo Breda
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  • Io ci spero, alla peggio ripieghiamo su Cattivissimo Me.
  • no, non scherziamo. A Lucca dobbiamo vedere questo. Ci sono cinque cinema, uno DEVE dare L'illusionista!
    Sennò andiamo a Pisa.
    Al limite (ma deve essere un limite ben lontano) guardiamo Ga'hoole, definito "Il Signore degli Anelli coi gufi"
    “DISCUSSIONE, NON RECENSIONE!”

    :solly:
  • Cinque cinema a Lucca? :D

    A me sa tanto che ad essere ottimisti arriverà in una ventina di sale in tutta Italia ;_;
    Comunque se una delle sere di Lucca rimango libero da impegni me lo vado a vedere se c'è in zona Pisa o anche Firenze, eventualmente potrò offrire 2-3 posti in macchina se qualcuno vorrà aggregarsi.
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  • Non è più vicina Viareggio, per dire?
    Lorenzo Breda
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  • Voi di Lucca alla fine lo avete visto? Sul computer ho letto che in Toscana lo davano solo al cinema City di Firenze.
    Se non ci siete riusciti attenti ai piccoli SPOILER che farò in questo piccolo commento.
    Io l'ho visto domenica. Davvero molto bello.
    E' più realistico e melanconico rispetto ad Appuntamento a Belleville, anche se non mancano i momenti comici e i personaggi surreali e più sopra le righe (tra cui una comparsata di una nostra vecchia conoscenza :D ). Comunque ciò che domina l'intero film è un profondo senso di tristezza e disillusione.
    Le cose che mi hanno colpita di più sono la figura del ventriloquo e la magnifica scena finale con le luci della città che si spengono progressivamente, così come si spengono le speranze e le illusioni dei protagonisti.

    Da non perdere la scena dopo i titoli di coda. ;)
    A volte ho paura a guardare le sue opere. Paura di quella loro perfezione assoluta. Sembra che quest'uomo non conosca solo la magia di ogni mezzo tecnico, ma sappia anche agire sulle corde più segrete dei pensieri, delle immagini mentali e dei sentimenti umani. Sergej M. Ejzenstejn su Walt Disney
  • Tigrotta ha scritto:Voi di Lucca alla fine lo avete visto? Sul computer ho letto che in Toscana lo davano solo al cinema City di Firenze.
    Non visto, a Lucca. Né lo vedrò mai, visto che non c'è una sala che lo proietti nel raggio di 200km...
    “DISCUSSIONE, NON RECENSIONE!”

    :solly:
  • Immagine Immagine
    Alla fine degli anni '50, un anziano illusionista si rende conto che i suoi spettacoli non sono più apprezzati dal pubblico, catturati dal fenomeno del rock'n roll; per trovare un nuovo mercato si trasferisce a Londra, ma anche nella capitale inglese è costretto ad esibirsi solamente in pub e in piccoli teatri. Un giorno incontra una giovane ragazza che rimane incantata dai suoi trucchi e decide di seguirlo; il mago si prenderà cura di lei quasi come una figlia, accettando anche alcuni compromessi lavorativi pur di ottenere il necessario per mantenerla...

    Il copione del film è stato scritto dal celebre mimo francese Jacques Tati nel bel mezzo della sua carriera, ma mai realizzato; un incidente alla mano gli rese infatti impossibile interpretare un'illusionista come il film richiedeva, anche a seguito di un corso di prestidigitazione che aveva seguito appositamente. Alcuni teorici del cinema affermano però che il vero motivo per cui Tati non portò mai sul grande schermo questo film è che sia un'opera troppo personale, con la quale avrebbe esposto pubblicamente i propri sentimenti come non era costretto a fare continuando a interpretare il buffo Monsieur Hulot. Il mimo per coltivare la sua carriera ed esercitare la propria arte aveva infatti dovuto sacrificare tempo alla famiglia perdendosi buona parte della crescita della figlia, cercando di compensare la sua assenza con dei regali; allo stesso modo l'illusionista tenta di conservare la sua relazione con la sua nuova amica, non riuscendo sempre a dedicargli le attenzioni di cui lei necessita.
    Il regista Sylvain Chomet ha avuto modo di inserire un suo personale accento autobiografico, che si aggiunge alla lontananza dai figli che condivideva: l'illusionista si trasferisce in Inghilterra, così come aveva fatto Chomet per fondare il suo studio d'animazione all'inizio della lavorazione di questo film. Per il resto il regista francese condivide buona parte delle sensazioni che contraddistinguevano il suo conterraneo, permeando l'intera pellicola con una poesia velata di malinconia che lascia però spazio a diverse risate. L'omaggio a Tati viene addirittura esplicitato quando il protagonista entra in una sala dove stanno proiettando "Mio Zio", il film d'esordio del mimo francese, ma il rimando al cinema del passato non si limita a questo: la regia di Chomet risulta insolitamente piatta (soprattutto se confrontata col dinamismo di alcune sequenze di "Appuntamento a Belleville"), con quasi tutte le inquadrature che mostrano gli ambienti frontalmente, come se si trattasse di riprese in studi di posa, esattamente come avveniva nell'epoca del muto.

    Dal punto di vista grafico il film è impeccabile, i disegni a mano sono realizzati con uno stile caratteristico che trasmette alla perfezione l'aspetto più artigianale dell'animazione tradizionale, una tecnica che viene sempre più accantonata in favore della computer grafica. Lo stesso si può dire per la colonna sonora composta dallo stesso Chomet, in grado di sottolineare l'atmosfera malinconica scaturita dal lento declino di maghi, giocolieri, acrobati, ventriloqui ed altri artisti che si vedono accantonati all'improvviso; una tematica che tra l'altro appare quanto mai attuale nella cultura odierna, dove il mondo dello spettacolo è messo in disparte dalle istituzioni.
    Si può dire che quanto rimane del film al termine della visione non è la trama, in realtà piuttosto semplice come avveniva nell'epoca del muto, ma i delicati momenti che si riescono a costruire all'interno della vicenda; i due protagonisti non godono di una caratterizzazione che gli permetta di sostenere l'intera pellicola, con molti quesiti che rimangono insoluti sulla loro personalità. In particolare il rapporto tra l'illusionista e la ragazza che lo segue è presentato in maniera ibrida, al punto che non è mai troppo chiaro se si possa considerare una sorta di rapporto padre-figlio o se da una delle parti ci sia un desiderio amoroso nei confronti dell'altro.

    Non si può dire che la Sacher Film abbia puntato molto su questa pellicola, nonostante la eco che aveva ottenuto "Appuntamento a Belleville" nel nostro Paese: il film ha potuto contare su una striminzita compagna promozionale cominciata a pochi giorni dall'uscita nei cinema italiani, con una distribuzione limitata a soli 20 cinema su tutto il territorio nazionale. A questo si aggiunge una quasi totale assenza di adattamento: come ormai tradizione per Chomet il film è quasi interamente privo di dialoghi, ma quelle poche battute o singole parole bofonchiate dai personaggi non sono state nemmeno doppiate in italiano. Nulla che danneggi pesantemente la comprensione del film a chi non comprende la lingua, ma è comunque un sintomo di quanto poco impegno sia stato riversato in un'opera che di sicuro si meritava più riguardo.
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