E' passato esattamente un anno da quando Eddy, ospite a casa mia, mi fece conoscere questo film. Un'ora di visione che cambiò il mio modo di vedere il cinema d'animazione, e che quest'anno ha goduto di una replica speciale in quel di Lucca insieme alla gang del Sollazzo nella panariellosa Tana.
Non poteva a mio parere mancare un topic su tale
Dinosauri (meglio noto come Dinosauri Antropomorfi dalle Voci Ambigue) è un film della Dingo Pictures, casa di produzione tedesca specializzata, come altre sordide realtà similari, nella ripresa di temi, personaggi e storie di film d'animazione più noti, realizzati dai colossi Disney, Pixar e DreamWorks, per realizzare film a basso costo di qualità nettamente inferiore. O meglio, privi di qualunque elemento assimilabile al termine "qualità".
Dinosauri Antropomorfi dalle Voci Ambigue è l'esaltazione, il simbolo di questo particolarissimo modo di fare: disegnato da cani, animato peggio, colorato con i pennarelli Giotto mostra subito la sua scarsezza immonda dal punto di vista tecnico ed estetico. I dinosauri protagonisti sono un incrocio di razze diverse, sembrano disegni usciti dai miei quaderni, semplicistici e senza la minima ricerca o sforzo. Gli altri animali, nel nostro caso l'uccello che fa da spalla e il narratore, sono ancora peggio, in un inquietante mix tra pennuti reali e visti in un qualche trip.
Ma se dal lato dell'animazione - che, è bene precisare, seguendo i sogni di John Lasseter è rigorosamente in 2D, a occhio forse anche 1D - c'è solo da versare lacrime e sangue, non siamo messi molto meglio dal punto di vista della storia. Che c'è, è ben presente, pare pure pensata... e, a ben pensarci, è la cosa migliore tra quelle che compongono la pellicola. Per quanto rimanga un obbrobrio inconcepibile. E questo dà la cifra stilistica del film nel suo complesso.
La trama infatti vede il dinosauro protagonista, il ragazzino Tio (la cui nascita è rappresentata in modo veramente grandioso, Simba vatti a nascondere!), alle prese coi problemi tipici della ggggioventù, tra genitori severi e amicizie pericolose, che alla fine rimarrà coinvolto in un disastroso evento come l'eruzione di un vulcano. La storia sarà incentrata allora sul suo viaggio alla ricerca dei genitori perduti, in compagnia dell'uccellaccio e di Oro, il maestro petulante. Scritta così pare anche filare, la storia, pur in tutta la sua enorme banalità e scopiazzatura, ma presenta così tante insensatezze che si trovano nei dettagli - ma non solo! - che fa davvero pensare che tra gli autori ci siano o le proverbiali scimmie che battono le zampe sulle tastiere di 10 computer o gli sceneggiatori visti in Boris. Ma neanche loro, nella finzione dissacrante della serie tv, arrivavano a tanto, figuriamoci.
Ma il fattore per cui questo film è diventato famigerato verso una certa nicchia di spettatori, il punto che tanto ha divertito Yotobi nella sua recensione, la cosa che mi ha conquistato subito durante la prima visione un anno fa, la causa scatenante delle risa dal primo all'ultimo minuto durante la proiezione lucchese è il doppiaggio.
Più volte, su questo forum come in lidi simili, il tema del doppiaggio è stato oggetto di discussioni, diatribe, riflessioni. Ma mai come in Dinosauri Antropomorfi dalle Voci Ambigue il doppiaggio "italiano" è davvero protagonista dell'opera, parte integrante del suo successo underground. Molte le ipotesi che riguardano la natura di tale lavoro: dai rumeni senza permesso di soggiorno agli immigrati ricompensati con un panino in nero, dai troll più giganteschi della storia a professionisti che... be', vorrei davvero incontrare dal vivo! Alcuni sostengono che siano solo in due a fare tutte le voci, altri che un risultato del genere si può ottenere solo con molto molto alcool, e molte molte droghe. Qualunque sia la verità, il doppiaggio italiano di questo film è qualcosa di epico, che obbliga lo spettatore (ignaro o meno di ciò che sta per sentire) a ridere a crepapelle dall'inizio alla fine. Non si salva un personaggio che è uno dalla "parlata ambigua" che ha portato alla rititolazione della pellicola da noi. Uno "sgnaulamento" continuo di voci dissonanti, stridule, con cadenze assurde e forzate, e ovviamente rigorosamente fuori sincrono con l'animazione, in maniera tanto reiterata da far sembrare la cosa voluta, una trollata fatta apposta per divertire i nerd.
L'insieme di questi orrori porta al risultato finale, un insulto al buon gusto di qualunque spettatore, un orribile zibaldone di colore, suoni, voci, scene assurde e fuorvianti, disegni da asilo... un inferno a basso costo e zero pretese che ci si dovrebbe solo vergognare a concepire, figuriamoci a produrre, realizzare e mettere in commercio.
Una delle pochissime opere che sovvertono le magistrali parole di Anton Ego in Ratatouille: stavolta, l'opera è talmente mediocre (anzi, siamo ben al di sotto della mediocrità) da avere meno anima della recensione che la definisce tale; e questo senza modestia e senza tema di smentita.