[Enzo D'Alò] Pinocchio

Dallo slapstick di Chuck Jones alla stop motion firmata Aardman passando per il manierismo donbluttiano, le varie risposte del mondo occidentale a chi identifica l'animazione con gli studi Disney.
  • molto probabilmente sono un'anima semplice o solo uno che ci capisce poco... ma io l'ho visto e non mi è dispiaciuto affatto, i disegni sono molto belli, la storia è quella e alla fine rende bene l'idea. Sarà che poi io sono un appassionato di Pinocchio e lo colleziono in tutte le salse, ma sinceramente preferisco di gran lunga questo Pinocchio al Pinocchio Disney vestito da tirolese.
    Sarà che poi Mangiafuoco cattivo "non se po' vede'".
  • C'è una sottile differenza tra il "Pinocchio Disney vestito da tirolese" e questo aborto creativo: il primo è cinema di livello altissimo, il secondo è un'accozzaglia di scene malconcepite e recitate peggio, che sembrerebbe infantile anche a un bambino di 5 anni. Del Pinocchio di D'Alò si salva solo il look degli sfondi, il resto è pessimo cinema d'animazione.

    Per favore non lasciamo che la presunta fedeltà ad un testo originale (testo che tra parentesi nel 2013 mostra un bel po' la corda), ci annebbi il giudizio a tal punto.
  • ovviamente io esprimo la mia opinione da profano e semplice "cliente" ma a me non pare proprio che il libro di Pinocchio ora nel 2013 mostri "un bel po' lo accorda" anzi lo trovo assolutamente attuale e coerente... magari l'attuale produzione di libri mostrasse la corda come il Pinocchio di Carlo Lorenzini. Sinceramente come "tematiche" mostra più la corda il Pinocchio Disneyano, per quanto concordo che sia ottima animazione.
    Mia figlia ha 9 anni e non lo ha trovato infantile.
  • A 9 anni si tende a bere un po' di tutto, il gusto lo si può però educare. E una volta raffinato il gusto ci si accorge che un film come il Pinocchio di D'Alò, se si escludono gli sfondi di Mattotti, non ha assolutamente nulla che non rasenti il dilettantesco. Sceneggiatura, dialoghi, canzoni, umorismo, tutto è un enorme lista di situazioni rappresentate in modo narrativamente goffo, puerile, indeciso. Perfettamente in linea con qualsiasi altra sua produzione, dall'ingiustamente osannata Gabbianella all'irritante Opopomoz.

    Non è assolutamente il caso di confrontarlo con quello che è forse uno dei massimi apici dell'arte Disney.

    Riguardo al Lorenzini, chiaramente rispetto l'immaginario, l'arguzia di alcune trovate e via dicendo. Pinocchio è stato potente, ha suggestionato un po' tutti. Ma a livello narrativo la prova del tempo non la passa mica, in ogni sua parte tradisce la sua natura di racconto a puntate, portato avanti senza alcuna pianificazione. E a volte sperando che il lettore si dimenticasse di alcuni fatti: ecco quindi contraddizioni a palate, personaggi che spuntano fuori in forme sempre diverse, resurrezioni inspiegabili, episodi riempitivi infilati a casaccio. Chiaramente all'epoca non si pensava nemmeno che qualcuno poi se lo sarebbe letto daccapo per bene, e comunque si esigeva molto meno, considerando con una certa semplicioneria la letteratura infantile. C'era arguzia, ma poca attenzione alla coerenza.

    Ecco, una cosa tipo Guido Martina.
  • Pinocchio è stato fatto, pensato e voluto a puntate e più volte Collodi sperava di farlo finire perchè non lo sopportava. Ma il successo di pubblico lo obbligava a continuare contro voglia. Si vede questo? certo in parte è ben evidente. Toglie qualcosa al fatto che questo libro è un capolavoro assoluto e che rappresenta anche la realtà attuale molto meglio di quello che fanno testi che partono con molte più pretese? No. Resta un capolavoro assoluto.
    Il fatto di come è "nato" poco conta, anche Čajkovskij odiava il suo schiaccianoci e lo considerava la sua cosa peggio riuscita eppure tutti lo considerano il suo capolavoro, anche Shakespeare faceva le sue opere mescolando canovacci di storie già conosciute per fare veloce e portarle in teatro "per campà" eppure sono capolavori... cosa pensa e fa l'autore molto spesso non coincide con quello che poi dirà/farà la critica o il pubblico... sia da un verso che dall'altro... anche lo stesso Disney considerava Fantasia il suo capolavoro (e sono assolutamente d'accordo) ma quando uscì nelle sale fu snobbato dal pubblico.

    Detto questo quindi non concordo con quanto dici sul libro di Pinocchio... per quanto riguarda il film di D'Alò... non lo considero un capolavoro ma nemmeno l'obrobrio descritto qua. Come anche le critiche a Rodari che personalmente adoro... ma forse siamo proprio su target diversi... voi troppo alti mentre io volo basso.
  • Guarda, sulla cosa di dissociare l'intenzione con la resa mi trovi d'accordo. Però il punto del mio discorso è che la resa del romanzo Pinocchio risenta dei problemi dell'intenzione. Ricordo che io pur amandolo da bambino rimanevo perplesso di fronte ad alcuni passaggi, ad esempio. E' per questo motivo che lo ritengo leggermente superato. In fin dei conti dai tempi di Pinocchio la narrativa anche infantile è progredita molto (basti pensare alla complessa strutturazione di roba come Harry Potter), poche cose sono veramente intoccabili e resistono alla prova del tempo. E il romanzo di Collodi mostra i suoi acciacchi, è innegabile. Oggi nessuno si sognerebbe mai di strutturare una storia in quel modo, perché per fortuna siamo andati avanti, abbiamo fatto progressi, riusciamo a progettare storie in modo più organico e soprattutto il lettore si aspetta di più. Ai tempi di Collodi non ci si aspettava certo che il bimbo cogliesse contraddizioni e incoerenze nel testo. E se anche lo faceva lo si zittiva perché tanto erano "fiabe per fanciulli".

    Per quanto riguarda D'Alò, fidati, non serve volare alto per accorgersi della sua incapacità di gestire la regia. Basta un confronto diretto con una qualsiasi opera Disney, fatto a mente fredda.
  • Ok capisco quello che dici sulla narrativa, ma il confronto con harry potter non regge. ma a prescindere dal valore "assoluto" che uno possa cercare di dare alle opere, va detto che harry potter è stato pensato e strutturato si da subito per essere 7 romanzi, uno per ogni anno scolastico, e la storia era già di per sè omogenea e strutturata per condurre lì dove doveva condurre (e nonostante questo ci sono di WTF grandi come una casa nel 5o libro che secondo me ha un po' "cappellato") mentre il problema di Pinocchio è proprio per come nasce ad episodi.
    Ma come tutte le grandi opere ha più strati di interpretazione, da bambino te ne freghi abbastanza delle incongruenze, crescendo da ragazzetto le noti tutte e ti stonano, da grande capisci quello che può voler dire e riacquista tutto il suo splendore.

    Allora anche io ho adorato gli sfondi di Mattotti e lui mi piace sempre, anche io non apprezzo particolarmente la recitazione che è la stessa cosa che trovo carente nella gabbianella e il gatto e in opopomoz, ma devo dire che a me non sono dispiaciuti nemmeno questi due quindi forse il problema è proprio mio.

    Che di base non ci sia confronto con la roba Disney... beh non posso che essere d'accordo ma devo dire che tranne poche eccezioni di disney mal riusciti niente è confrontabile con essi.... almeno nel mio cuore.
  • ElCero ha scritto:harry potter è stato pensato e strutturato si da subito per essere 7 romanzi, uno per ogni anno scolastico, e la storia era già di per sè omogenea e strutturata per condurre lì dove doveva condurre (e nonostante questo ci sono di WTF grandi come una casa nel 5o libro che secondo me ha un po' "cappellato") mentre il problema di Pinocchio è proprio per come nasce ad episodi.
    Certo, ed è proprio qui che sta la grande differenza. Al giorno d'oggi una strutturazione del genere per certe opere è possibile: è possibile curarle, pensarle in un certo modo perché abbiamo fatto dei progressi culturali notevoli nella tecnica narrativa, nel linguaggio e nel concepire una storia in maniera da raggiungere target anche molto diversi, tutti progressi che si sono ripercossi poi anche sulle pretese del pubblico. Motivo per cui Pinocchio al giorno d'oggi ci sembra una storia visionaria (di fantasia Collodi ne aveva a pacchi), ma narrativamente sconnessa.

    Per fare un esempio: all'epoca una storia Disney di Guido Martina, pur con tutte le sue falle logiche e buchi di sceneggiatura, diventava un classico istantaneo, e ci fa ancora un sacco ridere. Ma oggi una sceneggiatura come le sue non passerebbe mai il vaglio redazionale. Barks invece funzionava, funziona e probabilmente funzionerà ancora a lungo. Prova del tempo superata, e al 100%.
    anche io non apprezzo particolarmente la recitazione che è la stessa cosa che trovo carente nella gabbianella e il gatto e in opopomoz, ma devo dire che a me non sono dispiaciuti nemmeno questi due quindi forse il problema è proprio mio.
    Guarda, l'intoccabilità della Gabbianella mi ha sempre infastidito, a fronte di un film con scene, dialoghi, animazioni e colori veramente orrendi. Questi ultimi poi sono terrificanti, sembrano fatti con brutti evidenziatori. E il design dei topi è tremendo. Opopomoz è meglio, senza dubbio, ma pecca di ridondanza, gigioneria gratuita, e una pessima ma proprio pessima gestione dell'elemento umoristico. Film così andrebbero vietati perché fanno fare al cinema d'animazione dei passi indietro drammatici. Vanno contro a tutto ciò che Walt e il suo staff hanno cercato di fare per sdoganare quest'arte.
  • se vanno vietati questi però ne vanno vietate quintalate di altri film.
    detto tra noi anche mucche alla riscossa, e li andrebbero pure menati quelli che lo hanno fatto. :rotfl:
  • Dipende cosa si intende per altri film. Un film può essere brutto, sconosciuto e innocuo. D'Alò ha rappresentato per l'Italia degli anni 90 una deriva culturale in campo animato. Una posa, un imbruttimento, e a livello artistico ha fatto danni, falsando la concezione che si dovrebbe avere dell'animazione come mezzo.

    Quanto a Mucche alla Riscossa, ti rimando al thread apposito. Solo che sei proprio sicuro di voler menare gente come Alan Menken, Will Finn e Mark Henn? :P
  • Per me la VERA animazione italiana resta quella di Cavandoli e Bozzetto :p


    sono vecchio dentro... ed anche fuori. ;_;
  • No, Cavandoli e Bozzetto sono da inchini, altro che vecchi dentro. Padronanza VERA dei tempi comici e animazione espressiva, anche se fatta con pochi mezzi. Il tutto in ossequio anziché in contrasto con il cinema Disneyano, tantevvero che la stessa figlia di Disney ha voluto omaggiare Bozzetto dedicandogli una mostra al museo del padre.
  • meno male se mi parlavate male anche di loro mi cancellavo dal forum :D
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