[Ralph Bakshi] Il Signore degli Anelli
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Ralph Bakshi, famoso regista negli anni ‘70 e ’80, è noto soprattutto per aver introdotto il genere del cartone animato per adulti con il film Fritz il gatto, ma è anche conosciuto dai fan tolkeniani per aver realizzato la prima trasposizione cinematografica dell’opera più famosa del loro autore preferito, “Il Signore degli Anelli”. In realtà il film era tra i progetti della Warner (che avrebbe poi distribuito il film di Bakshi) sin dagli anni ’50, ma lo stesso Tolkien aveva bocciato il lavoro perché semplificava eccessivamente la sua opera. Anni dopo lo sceneggiatore Boorman si era occupato di una revisione, abbastanza… particolare. Tra alcune delle scene che stava progettando cito la più famosa, dove Frodo prima di guardare nello specchio a Lothlorièn, doveva farsi Galadriel. Fortunatamente Bakshi si introdusse nel progetto proponendo una sceneggiatura più aderente al libro. Tuttavia, non tutto andò come il regista israeliano aveva previsto. La Warner Bros. non ritenne soddisfacenti i guadagni del film (che si ferma a circa metà delle “Due Torri”, secondo libro della trilogia), non realizzando il seguito pattuito. In più ci fu il malcontento del pubblico, che si sentiva tradito e imbrogliato, arrivando ad accusare Bakshi di non aver voluto finire il film. In realtà anche lui non era d’accordo sul titolo del film, che riteneva truffaldino, tanto da combattere fino all’ultimo, senza successo, per aggiungere sulla locandina “Part One”. Da allora il film è diventato bersaglio di lodi e critiche, soprattutto dopo l’uscita della trilogia adattata da Jackson. Con questo commento voglio mettere in luce le mie opinioni personali sui pregi e difetti di questo atipico film.
Parlare della storia in sé per sé è ormai superfluo, visto che dopo la trilogia di Peter Jackson tutti conoscono l’avventura dell’hobbit Frodo, che parte per un lungo viaggio per sbarazzarsi dell’anello dell’oscuro signore Sauron. Ma nel 1978 questo mondo non era così familiare agli occhi del pubblico, al quale non viene minimamente spiegato cosa sia uno hobbit o perché Aragorn si ritrovi da una scena all’altra una spada intera quando prima ce l’aveva spezzata. Inoltre, anche i dialoghi soffrono dello stesso problema. Essi sono ricopiati dal libro, ma se da un lato possono fare la gioia dell’appassionato, chi non sa niente de “Il Signore degli Anelli” non può che restare confuso. Ad esempio in una delle prime scene Frodo e Gandalf fanno una lunga chiacchierata di come il mondo stia andando a rotoli a causa di Sauron, quando scoprono Sam a origliare che sostiene di aver sentito parlare tra le altre cose di elfi quando i due non ne hanno fatto minimamente parola. In più il personaggio di Gandalf, che nella versione di Jackson è un mago, ma allo stesso tempo un simpatico vecchietto, qui perde quasi tutta la sua empatia con il pubblico per colpa delle battute assegnategli che servono solo a fare riassunti e a mandare avanti la storia. Lo spettatore disinformato deve quindi stare molto attento a tutto ciò che viene detto, perché difficilmente verrà ripetuto. Di certo la maggiore fedeltà al libro è un punto a favore per questa trasposizione animata, infatti personaggi quali Frodo e Aragorn ne guadagnano rispetto alla recente versione live-action. In particolare Frodo, della cui debolezza molti si sono lamentati nei film di Jackson, qui torna ad avere il suo lato coraggioso, soprattutto nella scena del guado. Nel film, infatti, Arwen non fa alcuna comparsa (e neanche Glorfindel) lasciando la parte del leone, come nel libro, al povero Frodo. Anche Galadriel qui sembra più gentile verso i suoi ospiti al contrario della freddezza (e della radioattività) che ha nella versione di Jackson. Un personaggio che però ci rimette molto nel film è Sam Gamgee. Non so come a Bakshi sia potuto venire in mente di trasformare il povero Sam, che ne “Il Ritorno del Re” si dimostrerà l’eroe della situazione, in un infermo mentale. In alcune scene può essere davvero fastidioso da quanto strilla o non riesce a capire. Il motivo della sua metamorfosi è quello di fare da spalla comica, visto che qui Merry e Pipino, al contrario della versione di Jackson, hanno invece il ruolo di compagni scanzonati, ma non buffoni, che avevano nel libro.
Il lato tecnico del film è maestoso per l'epoca. Le scene realizzate con l'animazione tradizionale sono ben curate, tranne qualche eccezione. Infatti, molte sequenze sono state girate col rotoscope per avere dei movimenti più realistici. Se da un lato questo è vero ci si ritrova molto spesso davanti ai personaggi che assumono movenze manieristiche e abbastanza irreali, in pieno contrasto a ciò che la Disney c'ha abituato. Altre scene, soprattutto quelle di battaglia, sono girate in live-action e poi ricolorate aumentandone il contrasto. Ciò può risultare straniante, soprattutto per i protagonisti, completamente disegnati che si trovano a interagire con personaggi dai tratti più confusi e realistici. Gli orchi, in particolare, sono sempre realizzati con questa tecnica che li rende delle macchie scure dai tratti quasi irriconoscibili. Aggiungeteci che in qualche scena sembrano indossare maschere da gorilla e il gioco è fatto! Bakshi è riuscito ad ottenere le scene d’azione più confuse della storia del cinema!!! Ma poi non avevano deciso di fare un cartone perché in live-action avrebbe richiesto troppe comparse in costume? È un controsenso! C’è da dire, però che dalla sua Bakshi ha dei combattimenti più realistici, rispetto a Jackson, dove non esita a mostrarci la cruda violenza. Riguardo sempre ai nemici, i cavalieri neri sono un’altra comparsa particolare nel film, infatti dopo essere stati umiliati alla locanda di Brea si tolgono il mantello, mostrando i loro “volti”. A prima vista mi hanno ricordato Darth Fener senza maschera. Il loro design singolare ha poi modo di mostrarsi nuovamente durante la fuga di Frodo verso il guado, arricchendo la scena con svarioni visivi che fanno sembrare il tutto come un’allucinazione. Parlando di design bizzarri bisogna citare Aragorn, che sembra un nativo americano, Boromir, che indossa vesti vichinghe, ed Elrond, che ha l’abbigliamento di un perfetto console romano. Fortunatamente questi strani accostamenti non vanno ad intaccare più di tanto questi personaggi sul lato caratteriale. In più c’è da dire che il “nano” Gimli in questa versione non è poi così basso, visto che con Legolas si passeranno 10 centimetri.
Infine il film è caratterizzato da alcuni errori e cambiamenti che affliggono il doppiaggio italiano. Il primo tra tutti è che i nani (eccetto che durante il consiglio di Elrond) vengono definiti Silvani (letteralmente abitanti dei boschi), creando un effetto buffo specialmente per le miniere di Moria che vengono definite come il loro regno. A parte questo ritroviamo varie omissioni, come l’assenza dell'appellativo Multicolore riferito a Saruman. Parlando proprio di Saruman, la versione italiana ha il pregio di non ereditare la scelta di chiamare il mago Aruman, nata in origine per non far confondere il pubblico con l’altro avversario Sauron. In compenso quasi tutti i nomi delle città sono in Inglese e ci ritroviamo vari nomi pronunciati male quali Baggin, invece di Beggins e Gollam, invece di Gollum. Per fare un accenno alla colonna sonora si può dire che non c'è niente di memorabile a parte il tema principale, molto pomposo che accompagna il titolo, ma avrà poi modo di ricomparire di volta in volta nelle scene successive.
Peter Jackson l’ha definito un tentativo ambizioso, è di sicuro lo è. Il regista ne restò impressionato da ragazzo e si può chiaramente vedere che molte scene dei film recenti sono state prese di peso dalla versione di Bakshi, in particolare il finale de "Le Due Torri" in cui proprio come nel film d'animazione troviamo la vittoria al Fosso di Helm e Gollum che conduce gli hobbit da Shelob. Di certo il film ha molti punti in cui cala il ritmo (eccessive scene con gli orchi nella seconda parte) ma per i fan del libro può essere molto gradevole avvicinarsi a questa versione senza dubbio più fedele e, come direbbe Grrodon, con “quel perversissimo fascino vintage in puro stile anni '80”.
Interessantissimo! Ma questo è l'unico film animato sul Signore degli Anelli? Perché lo conoscevo ma non sapevo si fermasse a Le Due Torri... Comunque direi che una visione la merita, secondo me il fantasy animato bene, rende troppo.
Beh guarda la Rankin Bass ha fatto due special televisivi basati uno su "Lo Hobbit" e l'altro su "Il Ritorno del Re". Quest'ultimo lo realizzò per "completare" l'opera di Bakshi, ma ovviamente il design dei personaggi non è lo stesso e la storia di Frodo e Sam riprende da Cirith Ungol, lasciando nel limbo Shelob. Considera però che entrambi cercano di rendere le opere di Tolkien apprezzabili anche dai bambini molto piccoli ridicolizzando il tutto e infarcendo il film di canzoni inutili. Aggiungici poi che non hanno mai avuto un doppiaggio italiano e capirai perché non li consiglio più di tanto. Riguardo ad altri fantasy in tecnica tradizionale, a parte Taron ci sarebbe un certo Wizards, sempre di Bakshi fatto nel '77. È inedito in Italia, quindi non so se merita o meno.
Sicuramente è da vedere, non aspettatevi troppo. Ha un certo fascino però.
Il film fu fatto probabilmente sotto acidi vista la psichedelicità dello stesso.
L'animazione spesso si perde nella confusione generata dal mischiotto tra personaggi disegnati male e comparse brutte.
Ad un certo punto la storia comincia a venir tagliata a caso (finì il budget) e la frase finale è un controsenso completo.
E...
In Italia non è mai arrivato perché era un film tv, e i film d'animazione per la tv non arrivano in Italia...
Il primo gli valse un'ottima accoglienza da parte della critica ma non è eccezionale. Ha dei tratti interessanti quando in un futuro fantasy post cataclisma un mago utilizza la propaganda nazista per incitare il suo esercito. Alcuni dei personaggi sono incredibilmente insulsi, come quello femminile che serve sol per fanservice e inine senza ragione alcuna si innamora del mago.
Dopo ISdA Baskhi provò a lanciarsi senza successo nuovamente sul fantasy ma stavolta in prospettiva howardiana. Il barbarismo è effettivamente ben reso, ma si nota l'eccessivo uso di riprese di attori dal vivo.
Il film è principalmente famoso per le generosissime forme della (co-)protagonista, a cui chiaramente gli animatori dedicarono tutto il loro sforzo creativo e animatoriale.
Non bastò per far sì che il film andasse bene al botteghino.
L'animazione spesso si perde nella confusione generata dal mischiotto tra personaggi disegnati male e comparse brutte.
Ad un certo punto la storia comincia a venir tagliata a caso (finì il budget) e la frase finale è un controsenso completo.
E...
In realtà Lo Hobbit di Rankin Bass è a mio parere spesso migliore di quello peterjacksoniano. Guardate che lo hobbit è anche in parte un libro per bambini ed è colmo di canzoni (non le hanno inserite a caso, son tutti testi tolkieniani!)SOLLAZZATORE-404 ha scritto:Beh guarda la Rankin Bass ha fatto due special televisivi basati uno su "Lo Hobbit" e l'altro su "Il Ritorno del Re". Quest'ultimo lo realizzò per "completare" l'opera di Bakshi, ma ovviamente il design dei personaggi non è lo stesso e la storia di Frodo e Sam riprende da Cirith Ungol, lasciando nel limbo Shelob. Considera però che entrambi cercano di rendere le opere di Tolkien apprezzabili anche dai bambini molto piccoli ridicolizzando il tutto e infarcendo il film di canzoni inutili. Aggiungici poi che non hanno mai avuto un doppiaggio italiano e capirai perché non li consiglio più di tanto
In Italia non è mai arrivato perché era un film tv, e i film d'animazione per la tv non arrivano in Italia...
Bakshi fece Wizards e Fire and Ice, oltre al Signore degli Anelli.Riguardo ad altri fantasy in tecnica tradizionale, a parte Taron ci sarebbe un certo Wizards, sempre di Bakshi fatto nel '77. È inedito in Italia, quindi non so se merita o meno.
Il primo gli valse un'ottima accoglienza da parte della critica ma non è eccezionale. Ha dei tratti interessanti quando in un futuro fantasy post cataclisma un mago utilizza la propaganda nazista per incitare il suo esercito. Alcuni dei personaggi sono incredibilmente insulsi, come quello femminile che serve sol per fanservice e inine senza ragione alcuna si innamora del mago.
Dopo ISdA Baskhi provò a lanciarsi senza successo nuovamente sul fantasy ma stavolta in prospettiva howardiana. Il barbarismo è effettivamente ben reso, ma si nota l'eccessivo uso di riprese di attori dal vivo.
Il film è principalmente famoso per le generosissime forme della (co-)protagonista, a cui chiaramente gli animatori dedicarono tutto il loro sforzo creativo e animatoriale.
Non bastò per far sì che il film andasse bene al botteghino.
Zampe di gallina! Nient'altro che zampe di gallina! (Anacleto, La spada nella roccia)
L'albero genealogico dei film Disney
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