[Cartoon Saloon] The Secret of Kells

Dallo slapstick di Chuck Jones alla stop motion firmata Aardman passando per il manierismo donbluttiano, le varie risposte del mondo occidentale a chi identifica l'animazione con gli studi Disney.
  • Ooh, questo sí che è un debutto coi controfiocchi! :D
    Pangur Ban ha scritto: Non lasciatevi spaventare dal tipo di animazione, si tratta di un film che ha meritato la candidatura all'Oscar ricevuta nel 2010 (battutto da Up della Pixar e in concorrenza con l'altrettanto valido Coraline e la porta magica).
    L'animazione non mi aveva spaventato affatto. L'idea di animare delle miniature mi affascina sin dai tempi in cui vidi Jurij Norštejn animare delle icone nel suo Seča pri Keržence. Ciò detto, anch'io mi ci sono buttato dopo aver visto il nome di Coulais. ;)
    Pangur Ban ha scritto: Da noi è ancora inedito ma non credo di poter inveire troppo contro i nostri "strateghi" delle sale cinematografiche visto che io stesso gli ho dato una chance solo perchè attirato dal nome di Bruno Coulais, il compositore della colonna sonora (e autore tra l'altro anche di quella di Coraline).
    Al termine della visione sono invece rimasto soddisfatto non solo dalle musiche, di cui non dubitavo, ma anche dalla storia.
    Considerato che gli anzidetti "strateghi" ci hanno messo vent'anni per solo considerare l'ipotesi di fare arrivare Miyazaki nei nostri cinema, non mi stupisco piú di niente.
    Pangur Ban ha scritto: Ho letto che l'abbazia di Kells fu fondata proprio da un tale Cellach, già arcivescovo di Armagh e che la tradizione vuole il libro essere stato cominciato da quel Columba d Iona tanto mitizzato dai monaci amici di Brendan. Egli fu un monaco guerriero, poi fatto santo, vissuto dal 521 al 597. Spesso viene confuso con San Colombano (542-615) e a riprova di questo, mentre i doppiatori lo chiamano giustamente "Columba", nei sottotitoli italiani viene scritto "Colombano". Va beh, peccato veniale.
    Gli stessi sottotitolatori l'hanno poi riconosciuto, ma ormai avevano fatto. Considerato il mazzo che si fanno ogni volta per proporre cose che altrimenti ci sogneremmo, direi che non possiamo certo lamentarci, infatti.
    A tal proposito mi sono permesso di correggerti la traduzione della canzone di Aisling, comunque. ;)
  • Una recensione davvero curiosa,lo ammetto. Prima o poi lo devo vedere questo film.
  • E vedi mo' che ne hai già convinto uno? :D
    Aggiungo che, i casi della vita, nel 2010 uscí anche uno degli audio della Big Finish sull'Ottavo Dottore, The Book of Kells, in cui il Dottore di McGann rivede il Monaco dell'episodio The Time Meddler, dei tempi di Hartnell. Poi libro a parte la storia non c'entra una mazza col film d'animazione, ma era giusto segnalarlo. :P
  • Il film penso sia ben sceneggiato e recitato. Superato l'impatto iniziale con l'animazione inconsueta, prende abbastanza.
    Zangief ha scritto:A tal proposito mi sono permesso di correggerti la traduzione della canzone di Aisling, comunque. ;)
    Giusto, così è più scorrevole.

    Ci sono voluti vent'anni, un po' di Oscar e Orsi dorati, più l'eco degli apprezzamenti in Paesi come la Francia per sdoganare (un po') i film Ghibli. The Secret of Kells invece come lungometraggio animato appartiene alla stessa specie de L'Illusionista ma un po' perchè, a differenza di quest'ultimo, bisognava fare la fatica di doppiarlo, un po' perchè già all'estero aveva incassato poco, nessuno deve esserserla sentita di distribuirlo in Italia. E poi la storia, il tipo di disegno, tutto così lontano dal comune cartone cinematografico comico-ipercitazionista...
    Era spacciato in partenza!
  • Eccomi qua, un'altra adepta. Ero molto incuriosita da Song of The Sea e dopo aver letto i commenti entusiastici qui sul precedente film di Moore, mi sono decisa a recuperarlo.
    Che dire, l'ho trovato bellissimo davvero! Lo stile piatto, con l'assenza di prospettiva tipica del medioevo, ma ricco di dettagli degli sfondi mi ha rapita, così come la caratterizzazione dei personaggi, che con pochi tratti riescono ad essere invece molto espressivi. La recitazione e i movimenti poi hanno una fluidità accattivante e comunicativa.
    La storia non è da meno, avvincente e ricca di significati secondo me. La lotta tra luce ed oscurità, evidenziata dai colori delle scene (e dei personaggi), l'ho interpretata come un elogio della conoscenza e della cultura che è l'unico modo per sconfiggere la violenza e il male del mondo.

    Consigliatissimo davvero da parte mia :)
  • Visto!
    E ne sono ammirato ed estasiato. Una magnificenza che parte dagli occhi per arrivare alla testa e, infine, colpire dritto al cuore.
    • Gli occhi. La resa estetica di questa pellicola è una... resa estatica, direi! A cominciare dagli sfondi, particolareggiati e quasi miniati, per arrivare ai personaggi, che nella loro figura già incarnano perfettamente il loro carattere e i propri attributi. L'esempio più lampante è chiaramente l'Abate, zio del protagonista, che con la sua figura assurdamente allampanata e magrissima rende perfettamente l'idea austera del suo ruolo... non a caso, quando verso la fine del film emergerà il suo lato più umano, anche la figura piegata dall'età sarà rappresentata in modo più morbido.
      Nota di merito infine per Aidan, che nella barba e nell'aspetto delle mani mi ha ricordato molto Preston B. Whitmore di Atlantis, e il cui aspetto è senz'altro adatto a quello di saggio mentore.
      Altro personaggio che spicca è Aisling che, tanto in versione umana quanto in forma di lupo, sa essere aggraziata e misteriosa. Cioè, io di questo frame mi sono innamorato:
      Immagine

      Molto bella la stilizzazione generale, che si acutizza con intelligenza in alcuni momenti topici; a tal proposito, il drammatico momento dell'invasione vichinga nell'abbazia di Kells è resa in modo tanto duro quanto quasi sussurrato dalle immagini, dove tutto viene comunicato solo dalle silhouette e dal rosso diffuso
      L'animazione poi è armonica e fluida, ed è un piacere da ammirare.
    • La testa. Il significato che Daria attribuisce a The Secret of Kells ce lo vedo anch'io. Anche senza sapere dell'esistenza storica del libro, di cui vengo a conoscenza grazie all'interessante post introduttivo di Pangur Ban, la "morale" che ho visto nella pellicola è proprio quella dell'importanza del sapere, della diffusione della conoscenza (tramite quindi anche i libri e la scrittura) contro il male e la barbarie. E il fatto che per poter vergare il Libro serva avere un cristallo appartenuto ad un'entità che è Male puro aumenta ulteriormente il simbolismo.
    • Il cuore. Al di là di momenti commoventi come l'Abate ferito e la conquista dell'abbazia, è l'atmosfera generale dell'opera ad avermi toccato nei miei sentimenti, ad avermi coinvolto ed emozionato: nella ostinata curiosità del protagonista, nelle contorte emozioni di Aisling, nei sentimenti dell'Abate per il nipote, con il quale è duro solo per un eccessivo senso di protezione, e in tanti piccoli tocchi, non ultima la commovente canzone di quando Pangur Ban si trasforma in spirito per rubare la chiave.
    Non mancano, dulcis in fundo, alcuni momenti simpatici e divertenti, forniti soprattutto dal gruppetto di monaci di Kells.
    Insomma, un gran bel film, sicuramente consigliato e sicuramente da rivedere alla prima occasione.
    Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
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