[Madhouse/Satoshi Kon] Tokyo Godfathers

Rin Taro, Otomo, Satoshi Kon e tutto ciò che faticosamente fuoriesce dal Giappone. Film dei Pokémon compresi.
  • Uhmm, ne ho letto pareri discordanti, vedrò di procurarmelo.
  • Il mio giudizio critico su questo film, a suo tempo, fu influenzato da certe circostanze "economiche" che ora non mi pare il caso di rivangare... :roll:

    A distanza di mesi, e con mente più lucida, mi sento comunque di riportare qui quanto di positivo scrissi nel mio primo giudizio.

    Cosa mi è piaciuto di Tokyo Godfathers:

    La caratterizzazione di base dei personaggi. Ognuno è ben individuato e dotato di spessore.

    L'ironia che pervade tutta la pellicola, anche in maniera "subliminale". C'è ad esempio una scena in cui uno dei personaggi viene picchiato da alcuni teppisti. In alto si notano due file di finestre illuminate. Facendoci caso, si nota che, mano a mano che il pestaggio procede, le finestre si oscurano in sequenza... Questo perché vorrebbero imitare le "riserve di vita" che compaiono in certi videogiochi, ovvero le barre che indicano la "salute" del personaggio. Poi quando il personaggio si rialza, un paio di finestre si riaccendono. Non mi ero assolutamente accorto di questa cosa, l'ho scoperta guardando i contenuti speciali.

    La cura nel disegno dei fondali, che talvolta raggiunge picchi di realismo quasi fotografico.

    Non mi piacquero invece certe "rigidità" un poco eccessive dell'animazione in certi momenti, e certi eccessi nelle deformazioni dei volti. Oh, be'. Non sono comunque questi dettagli che sviliscono una storia, qualora questa sia realizzata con intelligenza.

    Ah, naturalmente divertentissime le citazioni cinematografiche, una pacchia ("lo chiameremo John Doe", e "La musica va..." tanto per dirne un paio :D )

    In definitiva: lo ritengo personalmente un film più che buono, anche se non mi colpì con particolare forza.
  • A distanza di mesi, non mi trovo più d'accordo con me stesso per quanto riguarda questo film.

    In attesa infatti di vedere l'ultimo film di Kon a Venezia, "Paprika", e probabilmente di partecipare alla conferenza stampa, sto documentandomi sui passati lavori del regista. Così, ho guardato nuovamente "Tokyo Godfathers", dopo aver visto per la prima volta "Perfect Blue". Attualmente, inoltre, sto visionando la serie televisiva del 2004 "Paranoia Agent".

    Devo riconoscerlo: evidentemente qualcosa doveva aver velato il mio giudizio durante la prima visione di "Tokyo Godfathers". Perché ora mi è sembrato un film completamente diverso.

    Kon è un cineasta di tutto rispetto, dallo stile solido e dal pensiero molto originale. Gioca con taluni generi classici dell'animazione giapponese post-anni '90 senza tuttavia mai aderirvi completamente: nel momento in cui lo si crede in bilico sull'orlo del cliché, guizza via ammiccando e quasi sbeffeggiando lo spettatore. Merita attenzione: è sicuramente un regista, ora voglio scoprire se in lui c'è anche un autore.
  • Ricordo che è in edicola da oggi. E lo è in confezione separata da Panorama, quindi un edicolante non molto sveglio potrebbe dire di non averlo.
    Lorenzo Breda
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    If you couldn't find any weirdness, maybe we'll just have to make some!
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  • E finalmente lo ho visto.

    Bello. Veramente bello. Originalissimo nella trama, perfetto nel come si susseguono gli eventi. Presenta un ottimo character design, che aiuta molto la già di suo ottima caratterizzazione.

    Trovo estremamente interessante come riesca, in maniera del tutto naturale, a mescolare (e a volte addirittura sovrapporre) la comicità e la tragicità.

    Dovrò recuperare ciò che mi manca di Kon.
    Lorenzo Breda
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  • Gosh, com'è che m'era sfuggito 'sto topic? :D
    Tokyo Godfathers lo considero anch'io uno dei migliori film di animazione di sempre.
    La storia è assolutamente originale, e Kon non s'è lasciato scappare la ghiotta occasione di sfruttarla senza incorrere in cliché o banalismi vari, pericolo a cui secondo me un film del genere poteva esser soggetto. Vuoi perché dopotutto è un film "di Natale" (lo virgoletto perché non ho avuto la sensazione che fosse un "film di Natale" nel senso comune del termine, ma ho visto il Natale solo come sfondo della storia), vuoi per un'eventuale superficiale trattazione delle storie dei tre protagonisti.
    Come già detto, la caratterizzazione dei personaggi è assolutamente meravigliosa: Hana, un trans che compone haiku sotto la neve che ha, come sogno più grande, quello di essere madre; Gin, un barbone burbero e bugiardo che però non riesce a fare a meno di intenerirsi di fronte alla neonata abbandonata; Miyuki, una ragazzina cinica e sfiduciata scappata di casa. Sono tutti degli antieroi, dei maldestri perdigiorno raccontati senza sconti. Le loro storie sono assolutamente realistiche, così come le loro espressioni, le loro reazioni, i loro litigi.
    Il film è sì pregno di speranzosità, ma si tratta di una speranzosità non "buonista": ognuno ha un lato buono, dal killer al mafioso, e grazie alla piccola accade anche qualche "miracolo". I buoni sentimenti non risultano però smielati o innaturali, e ci sono anche dei momenti di incredibile lucidità, come la scena del pestaggio di Gin, l'apparizione dell'angelo che si rivela poi essere, in realtà, un trans agghindato dalle allucinazioni del barbone, e così via.
    La sceneggiatura è ottima, e i momenti più drammatici o di tensione sono ben intervallati da altri di finissima comicità ed ironia, come ad esempio la scena del tassista (che mi è piaciuta proprio tanto).
    Una menzione speciale al doppiaggio, soprattutto al doppiatore di "signorina", davvero fantastico.
    I personaggi si muovono sullo schermo con fluidità, gli sfondi sono assolutamente fotografici, i colori ben calibrati, e si avverte quasi una sensazione di "magia" guardando la neve che cade e le luci rosse del traffico, in certe scene.
    Un piccolo, raro gioiello, di come ormai se ne vedono raramente.
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