[MadHouse/Mamoru Hosoda] Summer Wars
Inviato: domenica 14 marzo 2010, 12:40
A tre anni dal bellissimo La Ragazza che Saltava nel Tempo, MadHouse riprova la strada del film d'animazione "estivo", riunendo la pregevole squadra di creativi costituita dal regista Mamoru Hosoda, dalla sceneggiatrice Satoko Okudera e dal character designer Yoshiyuki Sadamoto. Più estivo di così non si può: uscito il 1° agosto 2009, il nuovo lavoro di Hosoda esibisce apertamente la parola "Summer" nel titolo, ha una protagonista di nome Natsuki (indovinate cosa vuol dire "natsu"...) ed è per l'appunto ambientato in una splendida estate campestre giapponese, descritta con la luminosità e la vividezza che già si erano viste nell'estate de La Ragazza che Saltava nel Tempo, la quale a sua volta riportava in vita certe estati Ghibli degli anni '90, quelle di Whisper of the Heart e di Only Yesterday, ad esempio.
L'anno della storia del film non è però il 2009, bensì il 2010: Summer Wars, infatti, proprio come La Ragazza che Saltava nel Tempo, è una storia di fantascienza. Una fantascienza tuttavia "di prossimità", in cui sono protagoniste le tecnologie a noi oggi familiari, di cui si immaginano sviluppi ancora inesistenti. Nello specifico, in Summer Wars si tratta di OZ: un social network dalle funzioni virtualmente illimitate, che oltre a consentire la comunicazione multimediale via internet da persona a persona, tramite un colorato sistema di avatar, funziona da infrastuttura per ogni attività che si appoggi al web, dal controllo dei semafori alla gestione di arsenali militari. È proprio da OZ che Summer Wars prende le mosse: i primi cinque minuti di film, quasi interamente in CG, introducono in dettaglio le funzioni del social network. Hosoda ne approfitta per andare a recuperare le sue tendenze più "pop", quelle in linea con lo stile visivo del Superflat, la corrente artistica postmoderna inventata da Takashi Murakami che gioca con gli stereotipi dell'estetica commerciale giapponese, un po' aderendovi e un po' criticandoli. Del resto, nel 2003 Hosoda aveva collaborato proprio con Murakami nella realizzazione della pubblicità Superflat Monogram, per Louis Vuitton.
Chi si aspettava un nuovo La Ragazza che Saltava nel Tempo, rimane dunque decisamente spiazzato. In effetti, Summer Wars è un film sensibilmente differente dal suo predecessore, per quanto con quest'ultimo condivida lo stile dell'animazione, come si nota nelle sequenze che descrivono il mondo "reale". Mondo dove avvengono questi fatti: Kenji Koiso, diciassettenne nerd che praticamente "vive" in OZ ed è capace di calcoli mentali di difficoltà inaudita, riceve una strana proposta dalla ragazza più carina della scuola, Natsuki Shinohara: trascorrere con lei una villeggiatura presso la grande tenuta di campagna della sua famiglia. Ciò porta il disorientato Kenji a contatto con gli innumerevoli parenti di Natsuki, capeggiati dalla vigorosa novantenne Sakae Jinnouchi, la bisnonna della ragazza. Quando i due giovani si trovano finalmente di fronte all'anziana signora, Natsuki scopre le sue carte. Presenta infatti Kenji come suo fidanzato, per assecondare un desiderio di sua bisnonna. L'imbarazzatissimo interessato, timido e imbranato, decide di prestarsi all'umiliante gioco. Ben presto, tuttavia, le cose si complicheranno in maniera assolutamente imprevedibile. Entrerà infatti in gioco... una potentissima intelligenza artificiale chiamata Love Machine, che, prendendo possesso di OZ, scatenerà il caos più totale a livello planetario. Per un'incredibile serie di coincidenze, Kenji e la famiglia di Natsuki non saranno estranei a queste catastrofi. Prenderà così l'avvio una serie di assurde "battaglie" combattute tra mondo reale e web, durante le quali ciascuno degli squinternati membri della famiglia Jinnouchi avrà modo di avere un proprio ruolo di rilevanza non secondaria.
Summer Wars è un virtuosismo, a livello di sceneggiatura e non solo. Parte come una commedia di equivoci sentimentali, ma finisce per svilupparsi in un complesso film corale, in cui nonostante la quantità di personaggi in gioco (ben trenta, e tutti caratterizzati ottimamente!) e la latente macchinosità del discorso relativo al web, tutto fila liscio a livelli d'intrattenimento e di ritmo elevatissimi. Si rimpiangerà, forse, il tratteggio psicologico più minuzioso de La Ragazza che Saltava nel Tempo (che rimane comunque opera superiore), e ci si potrà lamentare un poco per le molte sequenze in CG (ma d'altronde come descrivere il mondo di OZ, altrimenti?) e forse anche per il più diffuso utilizzo di stereotipi figurativi dell'animazione comica giapponese (dalle deformazioni dei volti al sangue dal naso, che però -specialmente nella scena finale- è utilizzato in maniera non completamente scontata, quasi autoironica), ma nel complesso credo che non si possa non vedere in Summer Wars una conferma del talento di Hosoda (che di nuovo propone una regia studiatissima, fatta di simmetrie e composizioni equilibrate) e dei suoi collaboratori. Spero vivamente che questo trio non si sciolga e che MadHouse proponga presto un nuovo capitolo di questa serie di "blockbuster estivi di qualità" (un nuovo genere?), contrassegnati dall'ormai celebre nuvolone bianco sul cielo azzurro, troneggiante sui ricchissimi fondali dipinti a mano.
P. S. La musica è anch'essa di buona qualità. Non vi sono trovate geniali come quella dell'utilizzo delle Variazioni Goldberg di Bach ne La Ragazza che Saltava nel Tempo, ma Akihiko Matsumoto fa un lavoro che funziona molto bene come commento al film. All'ascolto, si rimane un po'interdetti nell'incontrare certi brani elettronico/commerciali banalotti e un po' fracassoni (ispirati ad OZ), ma durante la visione di Summer Wars anche questi momenti filano via benissimo. Per il resto, la musica ha molti momenti sinfonici dagli stili molto diversi, che vanno dall'operetta (si vedano i titoli di testa), a classiche epicità hollywoodiane, a momenti che ricordano la partitura per Princess Mononoke di Hisaishi. Il commento corale alla scena madre del film, ambientata in OZ, è poi sinceramente emozionante, nonostante i cliché.