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A-1 Pictures: Welcome to the Space Show

Inviato: lunedì 30 maggio 2011, 23:06
da Rebo
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Avrei voluto dire che questo è uno dei film d'animazione più straordinari mai visti negli ultimi anni. Avrei voluto, e sino ad un terzo del film ne ero sinceramente convinto... Poi, ho scoperto che mi stavo sbagliando. Welcome to the Space Show ha infatti un potenziale immenso: fa venire le vertigini solo immaginare che cosa ne sarebbe uscito in mani più capaci. Invece, alla fine, è solo un simpatico film per bambini, meravigliosamente visionario nella regia quanto incredibilmente sciocco nella storia.

Dietro a questo fallimento di lusso c'è un trio che si fa chiamare Besame Mucho (e vorrei sapere il perché...): il regista Koji Masunari, lo sceneggiatore Hideyuki Kurata ed il produttore Tomonori Ochikoshi, coadiuvati dal character designer Masashi Ishihama. Finora, si erano occupati esclusivamente di televisione: tra le loro opere, la serie del 2005 Kamichu!, a suo tempo notata per la buona qualità dell'animazione e per le strampalate idee visive e narrative, accostate da molti a quelle di Hayao Miyazaki: si trattava di una vicenda in cui una ragazzina delle medie si ritrovava, senza motivo, i poteri di una dea, e come tale diventava oggetto di venerazione tra i suoi compagni di classe, ricevendo inoltre la capacità di vedere e conoscere tutte le altre divinità sue "colleghe". Kamichu! era ricca d'immaginazione, anche se un po' stucchevole, a volte, nel design dei personaggi e nel sentimentalismo, oltre che terribilmente ingenua in molti passaggi: problemi uguali a quelli di Welcome to the Space Show, che nel 2010 segnò il debutto di Besame Mucho al cinema.

Il film, dall'eccessiva durata di due ore e sedici minuti, parte con una bizzarra scena d'azione, tra due alieni ed una strana creatura fiammeggiante; dopodiché, passa ad introdurre i cinque bambini protagonisti della futura vicenda, che si ritrovano assieme per passare una settimana in "campo estivo": d'accordo con i loro genitori, dovranno dimostrare di essere in grado di badare a se stessi. Durante il primo giorno, si imbattono in uno strano cane ferito, che si rivelerà poi essere un alieno: Pochi (in italiano sarebbe né più né meno che "Fido"...), giunto sulla terra per "studiare le piante". Grato ai ragazzi, che lo hanno soccorso, Pochi si offre di esaudire un loro desiderio. La scelta cade sulla possibilità di fare un bel viaggio: detto fatto, Pochi li porta sulla Luna.

Da qui inizia il delirio.Il film procede con un affastellamento vertiginoso di immagini e contesti difficili da descrivere, ma che sono ingrado di lasciare senza parole per la sontuosità e la ricchezza. È un turbine psichedelico caramelloso, ma, devo dire la verità, affascina. L'universo costruito da Masunari ha una profondità ed una complessità visiva che, senza esagerare, rivaleggiano con quelle di Star Wars (forse consapevolmente, viste le molte trovate alla John Williams nella musica di Yoshihiro Ike). Lasciando perdere i riferimenti miyazakiani piuttosto evidenti (specialmente a Totoro, nella prima parte del film), Welcome to the Space Show a mio avviso deve molto anche allo stile Pixar, in più di un momento, con vaghe suggestioni provenienti da Monsters &Co. e Wall-E. Ma non si tratta di scimmiottamento passivo: il risultato ha un sapore unico, e totalmente spiazzante.

Solo che tutta questa fantasmagoria sta al servizio di una storia che non regge. L'approfondimento dei caratteri dei protagonisti non è svolto male, per quanto non sia niente di trascendentale: il problema è che c'è troppa carne al fuoco, affastellata continuamente senza uno scopo. Un critico ha scritto che il film pare raccontare alla maniera di un bambino piccolo: "E poi succede questo... e poi succede quest'altro...". Non ha tutti i torti. All'inizio, il disorientamento che ne risulta si sposa bene con la follia delle immagini: l'assurdità del tutto ha un che di onirico. Dopodiché, ci si rende conto che la faccenda è piuttosto inconsistente: e cascano le braccia quando ci si trova di fronte al combattimento finale col cattivone di turno che lotta declamando il suo diabbbbbolico piano, spiegando cose mai accennate prima nella vicenda.

Infine, la conclusione è questa: se avete voglia di un'esperienza visiva entusiasmante e fuori dal comune, da ammirare a cervello spento, guardatelo. Da questo punto di vista mi sono divertito tantissimo. Se invece cercate una storia profonda, ben costruita e soddisfacente, evitatelo come la peste.

Curioso il fatto che la canzone del film sia interpretata da Susan Boyle.

Ecco un paio di video. Il secondo è spacciato come trailer, ma in realtà si tratta dei primi 20 minuti di film.