[Makoto Shinkai] Your Name

Rin Taro, Otomo, Satoshi Kon e tutto ciò che faticosamente fuoriesce dal Giappone. Film dei Pokémon compresi.
  • http://www.ilsollazzo.com/articoli/rece ... your-name/

    Tanto per cominciare ecco l'articolo che il nostro sito dedica al film, scritto da Iry. Mica fuffa.

    Poi ecco il mio commento caldo al film:

    DOVETE VEDERLO PORCA VACCA SENNO' SCIOLGO NELL'ACIDO IL VOLTO DELLE BAMBOLE CON CUI GIOCAVATE DA PICCOLI

    Ecco invece il commento freddo:

    Maestoso, in ogni aspetto. La trama è un ingranaggio perfetto, che nasconde una sorpresa dopo l'altra, e il modo in cui questa trama ci viene raccontata è così accattivante che in brevissimo si riesce a empatizzare coi personaggi. C'è tanta ma tanta freschezza, dinamismo e "energia", dovuta anche all'utilizzo della musica, che danza con la storia in modo virtuoso, grazie anche ad alcuni montaggi/videoclip particolarmente riusciti.

    E' anche molto sperimentale nel modo in cui la storia stessa si dipana. Ogni volta che sembra di essere giunti alla fine di una fase...scopriamo che il film ha ancora molto da raccontare, in un continuo rilancio che però non brucia mai il proprio potenziale. E di film giapponesi che rimangono vittime del proprio ipertrofico storytelling in questi anni ne abbiamo visti. Qui invece c'è la più totale e completa padronanza del mezzo.

    Non è un film adolescenziale. Non è un film frivolo. C'è un sacco di ciccia e di gravitas, anche se magari a prima vista potrebbe non sembrare. Ma soprattutto ci sono le emozioni, che escono dalle fottute pareti... senza però raggiungere la melensaggine.

    Tanta raffinatezza e una narrazione che oserei definire di frontiera.

    Vi risparmio il pippone sul fatto che questo genere di cinema non dovrebbe essere così di nicchia, e che i colossi di hollywood blabla... anzi no, non ve lo risparmio, perché stiamo vivendo una distopia, ultimamente. Con una Disney che ricopia sé stessa in live action e che anche con l'animazione sembra voler andare sempre più sul sicuro, è bello vedere che da qualche parte c'è ancora chi ha voglia di usare il mezzo per raccontare cose nuove. Si impari.
  • Sottoscrivo, davvero bello.
    Musiche jpop molto orecchiabili, paesaggi pazzeschi (che belli anche i disegni a matita!), splendidi momenti dinamici e altri deliziosamente lenti, una trama ben congegnata, ma soprattutto personaggi molto coinvolgenti (imho).
    Vedendo il film ho anche ripercorso mentalmente la filmografia di Shinkai, da Lei e il suo gatto fino a Il giardino delle parole e in Your name non solo ci sono richiami e sfumature più o meno volute di questi film, ma c'è come una sorta di punto d'arrivo. In ogni film Shinkai parla di distanza, di comunicazione interpersonale e di relazioni cercando di provare a "toccare" l'animo dell'altro, e in Your name quel tocco c'è ed è, secondo me, ancora più forte che nelle opere precedenti.
    Un'altra cosa che ho notato è la "giapponesità" del film, come se Shinkai nel percorso da La voce delle stelle a Your name abbia tirato fuori sempre più cose da se stesso e dall'ambiente in cui vive, ed ecco i tanka, gli inglesismi, le ricette (e.g. l'omurice) e i conbini in "5cm" e in "kotonoha" per arrivare ai kataware doki, ai riferimenti a musubi, al sake, ai treni strapieni, i cartelli stradali e tanto altro, tutte cose che aiutano a contestualizzare e a rendere la storia più vicina al pubblico, in primo luogo quello di riferimento, e poi quello straniero che si trova a fare un po' il turista tra grattacieli, usanze, parole, paesaggi autunnali, ciliegi in fiore e così via.
    5 cm al secondo, Il giardino delle parole e Your name formano la mia triade preferita di Shinkai, un leitmotiv di argomenti che si dipana non solo nelle singole narrazioni ma anche tra queste, un po' come un filo rosso che le lega tra loro.

    "Io faccio storie su adolescenti perché ho delle questioni irrisolte risalenti a quel periodo della mia vita nonostante ora abbia 40 anni"
    cit.


    Forse è vero che alcune cose si potevano fare meglio, come il rapporto padre-figlia, o approfondire di più il rapporto tra i due protagonisti, però a me personalmente non importa perché è stato davvero emozionante, contenutisticamente buono e poi, forse anche per merito del messaggio a sorpresa iniziale, viene da pensare: chissà se da qualche parte nel mondo o magari dietro l'angolo c'è quella persona che aspetti... come si chiamerà?

    Intervista a Makoto Shinkai: click1
    Luoghi del film: click2
    Intervista a un ragazzo italiano che ha lavoro nello staff del film: click3
  • Buonasera a tutti,

    il film è molto bello e concordo sul concetto di "giapponesità". Probabilmente su quest'ultimo aspetto hanno influito non poco le prossime Olimpiadi di Tokyo. Qualsiasi cosa è un buon motivo per promuovere la capitale dei prossimi giochi sportivi...

    Qualità eccelsa del film, ma inferiore rispetto a quel capolavoro di perfezione - narrativa e stilistica - che è "Il giardino delle parole". Il formato nel quale si esprime al meglio l'arte animata di Shinkai è e rimane il cortometraggio, il cui breve minutaggio rende meno "pesante" per lo spettatore medio alcune tematiche care al regista (come l'amore a distanza e le continue riflessioni fuoricampo dei protagonisti).

    Ma la giovane età del regista mi fa ben sperare per il futuro...
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