[Shorts] Mickey Mouse

E' lo studio d'animazione più antico ma anche il più vitale. Tutto comincia da qui, e continua ancora oggi portando l'arte dell'animazione verso nuove frontiere. La mancanza di un nome riconoscibile ha portato per anni il grande pubblico a confonderne le opere con quelle delle altre filiali Disney, ma adesso tutto è cambiato. Benvenuti nel Canone Disney.
  • 1932


    Topolino e la Caccia all'Anatra (The Duck Hunt)

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    Inizia il 1932 per Topolino, un anno che lo vede ancora in bianco e nero mentre la sua serie gemella, Silly Symphonies passa al colore. Per stare al passo non bastano più i balletti ma bisogna cominciare ad evolversi, ed ecco quindi un balzo di qualità non da poco un po' in tutti i campi. Questo corto ad esempio dovrebbe essere il normalissimo corrispettivo di The Moose Hunt, con Topolino e Pluto a caccia, ma pur conservando un discreto numero di Plutate è migliore, per via del ritmo e della musica classica usata in dosi massicce. Dopo un po' di gag Topolino finirà appeso a uno stormo di anatre che lo trasporterà in giro fino a farlo finire, gag piuttosto ricorrente, dentro una calzamaglia di flanella. Divertente, anche se il meglio per quest'anno verrà di lì a poco. Qui.


    The Grocery Boy

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    Se c'è un motivo per cui a differenza dei loro mille rivali dell'epoca Topolino e Minni sono rimasti, è per il loro avere una marcia in più. Dietro le gag impossibili nascondono comportamenti plausibili e in cui possiamo identificarci sia pure dopo un secolo: sono personaggi vivi. Basta vedere l'intro di questo cortometraggio con Topolino droghiere che fa una consegna a domicilio a casa di Minni: l'interazione tra i due è veramente da Oscar, sia al telefono che poi dal vivo. Il modo in cui lei gioca a fare la ritrosa, se la tira ma sotto sotto è lusingata dalle impertinenze di Topolino è veramente notevole e porta il feeling di questi personaggi ad un livello assolutamente superiore a quello a cui si è abituati. Gli scambi di battute brillanti, la gestualità sono di livello tanto alto da far perdonare una parte finale un po' più sottotono col solito disastro combinato da Pluto. Inoltre, in tutto questo va notato che il setting Topoliniano è ormai mutato: l'urbanizzazione ha infine raggiunto, sia pur lentamente, pure le campagne teatro delle prime avventure di Topolino. E da qui in poi non sarà più tutta campagna. Qui.


    The Mad Dog

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    Il geniale spunto da cui parte il corto è l'equivoco generato dal fatto che Pluto durante un bagno inghiotta il sapone, e poi inizi a correre per la città tutto schiumoso, facendo credere a tutti di avere la rabbia. Vedere ogni cittadino, minoranze etniche comprese, prendersela con Pluto, inseguirlo, tirandogli cose non ha prezzo, ed è interessante anche che il tutto finisca al cospetto di quello stesso accalappiacani (un Pietride chiamato Dan) che in parecchie tavole domenicali del periodo aveva dato del filo da torcere a Topolino. Qui.


    Barnyard Olympics

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    Queste olimpiadi rurali hanno ben poco di "barnyard", dopo il balzo in avanti urbanistico compiuto due corti fa, e l'aggettivo è infatti alla sua ultima apparizione nei titoli della serie. La storia, che ormai è un elemento quasi sempre presente, vede Topolino gareggiare contro un gattone, in svariati sport che compongono una specie di pentathlon a quattro discipline con i suoi amici nel pubblico ad incoraggiarlo. Tra il vociare indistinto si inizia a delineare una strana risata, è Pinto Colvig, che con i suoi "Yuk! Yuk!" sta per lanciare una nuova stella. Qui.


    La Rivista di Topolino (Mickey's Revue)

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    Ecco un concertino di Topolino, come molti se ne videro nei due anni trascorsi. Ma stavolta c'è una differenza, la voce di Pinto Colvig già intrasentita in Barnyard Olympics viene qui attribuita a un personaggio, un canide bipede con barbetta e occhiale, perfetto rappresentante di quei campagnoli sempliciotti (hillbillies) della vecchia America. Esordisce così in maniera davvero irresistibile Pippo, che di lì a poco assumerà il nome di Dippy, e già da subito monopolizza le attenzioni creando un filo conduttore all'interno di un corto che altrimenti sarebbe strutturato a "numeri musicali". Le sue risate sguaiate che disturbano gli altri spettatori si sentiranno persino nei credits finali, inaugurando una tradizione di personalizzazione dei titoli di coda che continua ancora oggi. Benvenuto Pippo! Qui.


    Musical Farmer

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    Quello che parrebbe un remake dell'ingenuo The Plow Boy è invece l'attestazione definitiva del mutamento avvenuto quest'anno nei cartoni di Topolino. Se prima l'ambientazione rurale permeava ogni corto, adesso che la città ha raggiunto Topolino, la fattoria viene considerata un setting a parte, da sottolineare in quanto eccezione. Ecco qui infatti un utilizzo massiccio di elementi "campestri", come Topolino che coltiva il campo o l'ambiente pettegolo del pollaio, dove le galline si invidiano tra loro per aver fatto l'uovo più grosso. Divertente in tutto questo pure Topolino che insinuatosi in uno spaventapasseri spaventa Minni a più riprese, ma è in definitiva la sottotrama del pollame a monopolizzare le attenzioni. Qui.


    Mickey in Arabia

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    Divertente corto che mostra quanto a quel tempo animazione e fumetto procedessero di pari passo. Certo, con trame diverse, ma tematiche e ispirazioni visive assai simili come dimostra la storia a strisce di Gottfredson Topolino e il Paese dei Califfi, uscita un paio d'anni dopo, in cui il Capitano Radimare spedisce Topolino e Pippo in Arabia, e appare un cammello molto particolare che si ubriaca con l'acqua. Questi elementi visivi vengono introdotti già qui, anche se la storia è ovviamente diversa e vede Minni venir rapita da un Pietro Gambadilegno in versione predone del deserto. E' il ritorno del Topolino avventuroso, che non si vedeva da un po' di tempo in animazione, visto che ultimamente ci si era concentrati più sul descrivere i mutamenti sociali dell'America di quel tempo. Divertente e pure politically uncorrect visto che gli arabi vengono ritratti come africani. Qui.


    L'Incubo di Topolino (Mickey's Nightmare)

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    In questo meraviglioso corto viene ripresa pari pari la situazione che vede Topolino attorniato da monelli dispettosi, vista in Mickey's Orphans, in cui però erano gattini, e che si vedrà più avanti quando il gruppetto di Topolini ingestibili verrà tirato spesso in ballo. Si può dire che questa è quindi la vera prima apparizione degli orfani anche se nel corto sono tutt'altro che orfani come dimostra la gustosissima cornice: in un'atmosfera notturna che il bianco e nero non fa altro che valorizzare, Topolino dice le sue preghierine (tradotte in italiano benissimo, con notevole cruccio di chi possiede il Treasures dove i doppiaggi italiani sono assenti) e si mette a letto dove sogna l'insognabile per un personaggio Disney. Nel sogno infatti sposa Minni e va ad abitare con lei, ricevendo carrettate e carrettate di figli. Che poi il resto del corto siano solo gag è una cosa perfettamente perdonabile dopo un contorno così spiazzante, ed infatti il corto è uno dei più diffusi e apprezzati di questo periodo, caratterizzato spesso e volentieri da una certa rarità nel reperimento del materiale. Qui.


    Trader Mickey

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    Accusare di razzismo un innocente "Mammy!" inserito in un contesto simpatico e poi dimenticarsi di inserire un corto del genere nel vault, la sezione proibita e scottante presente in molti Treasures, non può che essere stato un fatale errore di Leonard Maltin. Perché vedere Topolino andare a far affari in Africa e capitare in un villaggio di cannibali con la voce di Pippo, da abbindolare con paccottiglia varia non può che essere uno shock per l'America benpensante di questo tempo, quando poi per evitare di finire cucinato Topolino improvviserà un numero musicale e i selvaggi si metteranno a utilizzare gli strumenti musicali al contrario sottolineando la loro ignoranza, ci si chiede come sia possibile che la serie dei Treasures dopo un fatto simile non sia stata stoppata molti anni fa. Ad ogni modo passato lo sconcerto ci si ritrova davanti ad un corto divertentissimo, politically uncorrect ma assolutamente favoloso. Qui.


    The Whoopee Party (The Whoopee Party)

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    Un'altra festa che coinvolge gli amici di Topolino. La migliore di tutte direi, sin dall'inizio che ci mostra situazioni più realistiche del solito, come ad esempio il gruppetto degli uomini che prepara il buffet, il seguente assalto ai tramezzini, i canti e i balli condotti urlando quel "whoopee!", che dà il titolo al corto. Ma non ci sono solo tramezzini e titoli bislacchi a renderlo memorabile, ma anche la seconda apparizione di Pippo, qui ringiovanito e perfettamente integrato nel gruppo di Topolino, insieme a Minni, Clarabella, Orazio e Patrizia, che tra una mattata e una risata sguaiata monopolizza le attenzioni, pur comparendo poco. Divertente anche la polizia che arriva alla fine per sedare il baccano mentre invece finisce per integrarsi alla perfezione. Insomma, un corto allegro che pur presentando canti e balli non li fa minimamente pesare, ora che sono inseriti in un contesto evoluto. Qui.


    Touchdown Mickey (Touchdown Mickey)

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    Una buffa partita di rugby che Topolino gioca contro una squadra di gattoni simili a Gambadilegno. Nella sua schiera non sono i presenti i suoi amici, come invece avverrà in Mickey's Polo Team, ma al massimo un maialone obeso che si potrebbe identificare con Patrizio (Percy). I suoi amici sono infatti tra il pubblico, mentre Pippo fa il cronista. Ed è l'unica gag davvero memorabile questa, perché come un perfetto demente Pippo ride continuamente spiccicando pochissime parole di senso compiuto, suscitando non poca ilarità nello spettatore, che dopo tre apparizioni ha ormai imparato che il personaggio è una garanzia di intrattenimento. E curiosamente sarà proprio lui che deterrà il primato di "partite pazze", quando la sua serie personale inizierà a occuparsi proprio di questo. Qui.


    The Wayward Canary

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    Topolino visita Minni portandole in regalo un canarino. Seguono canti e balli, finché dalla gabbietta esce un nugolo di microcanarini che cominciano a fare il bagno nell'inchiostro. Seguono Pluto e un gatto che li rincorrono e Topolino e Minni che cercano di sedare il disastro. Tutto questo annoia non poco, facendo di The Wayward Canary un cartone poco interessante e un forte passo indietro di fronte alle recenti meraviglie. Si ricorda volentieri ovviamente solo l'interazione iniziale tra i due fidanzatini, recitata come sempre ottimamente. Qui.


    Il Ragazzo del Klondike (The Klondike Kid)

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    Questa ambientazione di paperoniana memoria ci regala un racconto in costume davvero fine e di grande atmosfera, che come al solito è valorizzato dai toni di grigio del bianco e nero. La trama non si discosta molto dallo schema del rapimento di Minni ad opera di Gambadilegno (qui chiamato Pierre) con successivo salvataggio visto nei vari Gallopin' Gaucho, The Cactus Kid o Mickey in Arabia, ma qui è l'atmosfera che si respira a rendere tutto visivamente prezioso. Tutta la parte iniziale con la marmaglia che nel saloon si diverte, con tanto di donnacce che ballano ai tavoli e cameo di Pippo è assolutamente fantastica, come anche la sparatoria al buio che avviene dopo l'arrivo di Pierre. Bello l'approccio tra Topolino e una Minni più povera e derelitta che mai. Un po' meno originale la fase di inseguimento con Pluto che viene dopo ma comunque uno dei migliori corti di sempre, ispirato tra l'altro alle atmosfere di quel Topolino e i Due Ladri che in quello stesso periodo Gottfredson stava raccontando sulle pagine dei quotidiani. Qui.


    Mickey's Good Deed

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    Questo secondo corto natalizio di Topolino è un vero capolavoro. Tanto per cominciare è uno dei pochi corti ad avere una vera e propria trama che non si regge unicamente sulle gag, ma a parte questo è pure una gran bella trama, piena di sentimento, che vede un Topolino povero in canna (effetto della Grande Depressione?) costretto a vendere Pluto ad una ricca famiglia per far felice un bambino capriccioso e viziato, con lo scopo di guadagnare quel tanto che basta per regalare un bel natale a una famiglia di poveracci. Curioso che in questa storia Babbo Natale non esista quando diventerà poi un personaggio Disney a tutti gli affetti, sia nei fumetti che in animazione. La contrapposizione tra le due famiglie è umoristicamente fulminante, la prima con giocattoli inutilizzati ovunque, la seconda con tanto di foto di padre galeotto e lisca di pesce che nuota nell'acquario. Bellissime poi alcune scene come Topolino che si separa dolorosamente da Pluto e poi lo rimpiange, e il ricongiungimento insperato tra i due, sotto la stella di Natale. E davvero liberatoria la musica che parte quando il grosso porcello ricco capisce che l'unica cosa di cui suo figlio ha davvero bisogno è una sonora ed educativa sculacciata. Fantastico sotto ogni aspetto. Qui.


    1933


    Impresa di Costruzioni (Building a Building)

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    Inizia il 1933, l'anno in cui la serie di Topolino fa un ulteriore balzo di qualità consegnandoci una manciata di corti indimenticabili, tutti più o meno dotati di una vera e propria trama, musiche originali, e tanta bella caratterizzazione. Building a Building ne è un perfetto esempio: nato come remake del corto di Oswald Sky Scrappers di cui vengono riprese moltissime scene, è però talmente ricco di contenuti e così ben ritmato da brillare di luce propria. In un'America che cerca di rialzarsi dalla depressione e che si inurba sempre più Topolino fa l'operaio in un cantiere di cui Pietro è il capo, insieme a lui c'è Minni, la venditrice di box lunches, come già la gattina Sadie prima di lei. E qui si iniziano a sentire le positive influenze della serie gemella, le Silly Simphony che in questi anni stanno subendo un'evoluzione considerevole: la musica inizia a predominare anche nei Mickey Mouse, non più con balletti riempitivi, ma con canzoni vere e proprie canticchiabili e che rimangono davvero impresse. In questo caso abbiamo la simpaticissima Box Lunch cantata da Minni che apre e chiude il corto con un reprise davvero indimenticabile, dopo che Topolino si licenzia e si mette in affari con Minni. Qui.


    Topolino e lo Scienziato Pazzo (The Mad Doctor)

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    Un capolavoro dopo l'altro: ecco Topolino alle prese con la tematica horror a base di scheletri e case stregate già vista in Haunted House. Un corto così inquietante e angoscioso che la Disney stessa ne ha ostacolato la diffusione nel corso degli anni, compiendo un vero crimine data la qualità di esso. Che non si limita solo alle atmosfere, ma anche alla storia e ai personaggi: è infatti presente una figura incappucciata (archetipo di Macchia Nera?) che una notte rapisce Pluto costringendo Topolino a partire per il salvataggio, tolto il mantello il dottore del titolo si rivela essere lo sterotipo del cattivo dei film horror del periodo, a cui si ispira anche Topolino e Orazio nel Castello Incantato, la storia a strisce pubblicata in quel periodo sui quotidiani. Tra uno scheletro e un progetto di mutilazione alla fine Topolino si ritroverà sul suo letto, come in Mickey's Nightmare. Va curiosamente fatto notare che il corto ha ispirato uno dei livelli del videogioco Mickey Mania e che il villain del titolo è presente anche nel cast di Epic Mickey. Qui.


    Mickey's Pal Pluto

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    Chi ricorda il cortometraggio vincitore dell'Oscar Lend a Paw del 1941 in cui un Pluto geloso e attorniato dai due lati della sua coscienza salva un gattino che fino a poco tempo prima aveva osteggiato? Ecco, questo cortometraggio ne è l'archetipo, dal momento che trama e battute sono le stesse e le uniche differenze, colore e stile a parte, sono la presenza di Minni e il fatto che non ci sia un solo gatto ma una manciata di cuccioli. Detto questo, e apprezzato il fatto che ci sia una trama, va segnalato che il carattere di Pluto viene ulteriormente definito e il suo nome compare nel titolo. L'angioletto e il diavoletto con le sue sembianze oltre che nel remake torneranno pochi anni più tardi nel meno riuscito Mickey's Elephant. Qui.


    Mickey's Mellerdrammer

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    In questo fantastico corto la gang di Topolino mette in scena quello stesso spettacolo che l'anno precedente aveva introdotto la lunga storia a strisce Topolino e i Due Ladri: La Capanna dello Zio Tom. Ovviamente in conclusione non verrà rubato l'incasso come nel fumetto, ma avverrà un invasione di campo causata da alcuni cani e gatti. Ma al di là di questa conclusione abusata il corto sprizza intelligenza e bellezza da ogni fotogramma, visto che vede Topolino e la sua banda interpretare determinati ruoli, recitando su un palcoscenico con una certa enfasi che ne mette a nudo la personalità. Topolino interpreta il doppio ruolo dello Zio Tom e di Topsy, mentre Minni fa Eva, i migliori sono però Orazio e Clarabella, da sempre figure comiche ed esagerate il primo nei panni del negriero cattivo baffuto Simon, e la seconda in quelli melodrammatici di Liza, in cui la si potrà sentir parlare, cosa inedita dati i soliti muggiti che connotano il personaggio. Irresistibile nel suo consegnarci i personaggi al loro meglio, il corto è notevole anche per altri due motivi: la presenza di Pippo qui nel ruolo del tecnico di scena e soprattutto la prima apparizione tra il pubblico di una gallina grassa e culturalmente parlando un po' snob, dotata di un cappello con una grossa piuma. Qui ancora molto animalizzata, il personaggio ricorrerà in seguito, scoprendosi cantante lirica: si tratta proprio di Chiquita, utilizzata oggi come amica di Paperina, ma a quel tempo componente ufficiale della gang di Topolino. Qui.


    Topolino Menestrello (Ye Olden Days)

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    Ecco un vero racconto in costume, ambientato nel medioevo, con ben cinque anni di anticipo dal capolavoro The Brave Little Tailor. Ed è un ritratto buffo anche se sotto sotto un po' inquietante di quei giorni antichi, in cui si pensava solo a gozzovigliare, vedere duelli e combinare matrimoni d'interesse. All'inizio del corto appare una pergamena che assegna ai personaggi i vari ruoli, e ovviamente oltre a Minni principessa e a Topolino menestrello è notevole che come rivale di Topolino si sia scelto Pippo, ancora chiamato Dippy Dawg e lontano da quella connotazione completamente positiva che avrebbe avuto in seguito. Interessante poi che l'arricciamento della carta renda illeggibile il nome dell'attore che interpreta il re, una figura buona e cattiva allo stesso tempo, come i tanti re del periodo, capace di sembrare un temibile Pietro quanto un affettuoso gattone, a seconda dell'umore, ma che in realtà altro non sembra che la versione animalizzata dei vari pancioni in voga nel periodo nelle Silly Simphony come King Cole, o Babbo Natale. Il collegamento alle Silly non è l'unico visto che il cartone sembrerebbe quasi farne parte, visto il suo esser quasi completamente cantato, ma in realtà il tutto rientra nel feeling fiabesco e ricco che un po' tutta la produzione Disney ha in questo periodo. Veramente bello. Stranamente il Treasure uscito in italia riporta come titolo italiano Topolino Menestrello, quando il corto - per giunta doppiato molto bene in italiano - era già presente in versione colorizzata come extra del dvd di Robin Hood con il titolo di Laggiù nel Medioevo. Qui.


    The Mail Pilot (The Mail Pilot)

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    Un doppio filo lega i corti di questo periodo alle strisce che uscivano sui quotidiani ad opera di Floyd Gottfredson, dato che in quel tempo la sezione fumetti era una sottosezione dell'edificio principale in cui si realizzava l'animazione. E infatti questo è forse il corto più gottfredsoniano di tutti dato che il suo stesso titolo è identico a quello della storia pubblicata in quei mesi, Topolino Pilota Postale, in cui Topolino faceva la conoscenza di Setter e Musone arruolandosi nell'aviazione come pilota postale e rispolverando la sua passione delle origini verso gli aeroplani. E il meccanismo di citazione funziona anche al contrario visto che tre anni dopo l'aereo con le ali a pipistrello che Gambadilegno sfoggia qui sarebbe poi stato riutilizzato nella mitica Topolino e il Mistero dell'Uomo Nuvola. Oltre a tutto questo il corto è apprezzabile sia per la connotazione palesemente avventurosa, che incornicia questi come i veri anni ruggenti del Topo, che per il bellissimo inno dei piloti postali che viene più volte ripreso lungo tutta la durata. Qui.


    Mickey's Mechanical Man

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    Da notare che in questo periodo di grazia per il Grande Topo anche il corto più debole dell'anno sia comunque dotato di una trama, cosa che in passato e pure in futuro molti corti si rifiuteranno di avere. Qui Topolino allena un robot per sconfiggere un gorilla in un incontro di boxe. C'è una storia, c'è interazione molto interessante tra Topolino e Minni, c'è una piacevole canzoncina che viene cantata all'inizio da Topolino e c'è un espediente narrativo, che a quei tempi deve aver stupito il pubblico ma che ha resistito male al passare degli anni: il robot infatti impazzisce se sente suonare il clackson della macchina di Minni e sarà proprio questo inconveniente a fargli vincere l'incontro. Niente di memorabile rispetto agli altri, ma che annata, gente! Qui.


    Serata di Gala (Mickey's Gala Premiere)

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    Questo corto, come anche Mickey's Polo Team, Broken Toys, Mother Goose Goes Hollywood e The Autograph Hound è un po' particolare perché parodizza le stelle del cinema dell'epoca. Il pretesto è un sogno (il terzo!) che fa Topolino, in cui immagina che alla premiére di un suo cortometraggio intervengano tutte le maggiori stelle del panorama cinematografico Hollywoodiano. Questo tipo di operazioni sono sempre rischiose perché spesso e volentieri secolarizzano il cortometraggio rendendolo a breve scadenza, ma qui la cosa è fatta con un certo buon gusto visto che vengono tirati in ballo attori così celebri che la maggior parte di loro sono ancora riconoscibili. Appaiono oltre ai soliti Laurel & Hardy, Chaplin e fratelli Marx, anche Greta Garbo, Clark Gable, e soprattutto il citatissimo in quel periodo Jimmy Durante, con cui Topolino duetterà l'anno successivo nella sequenza animata del lungometraggio The Hollywood Party. Veramente godibile come documento dell'epoca, è anche la prima occasione in cui una canzoncina scritta ad hoc sostituisce l'ormai anziano Minnie's Yoo Hoo, che troverà il modo di venir ripreso in maniera intradiegetica quando il pubblico assisterà alla proiezione del cortometraggio fittizio Gallopin' Romance in cui Topolino in groppa ad un Orazio tornato quadrupede, dopo aver inscenato il solito balletto salverà Minni dalle grinfie di Gambadilegno. Pure autoironico, quindi. Qui.


    Il Primo Amore (Puppy Love)

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    E' proprio con questo corto che viene abolito dopo quattro anni di onorato servizio il glorioso Minnie's Yoo Hoo, prima di lasciare il posto a una serie di sigle sempre diverse, lasciando la serie senza più un tema ufficiale. Topolino non avrà più una sua canzone personale fino agli anni '50 quando in tv partirà la mitica marcetta del Club di Topolino. Per il resto è veramente un anno musicale per Topolino in cui sembra che ogni suo corto offra una nuova canzoncina orecchiabile: è la volta di Puppy Love inno all'amore tra ragazzi che i due intonano durante una visita primaverile. Veramente una bella canzoncina che era stata pure ben tradotta in italiano, ed è quindi un peccato che sia andata persa per via dell'incuria di chi ha realizzato l'edizione nostrana del Treasure. Ma ci sono altri due motivi che rendono notevole questo corto, oltre alla sua bellezza: il primo è che Minni e Topolino a un certo punto LITIGANO. Un litigio vero, nato da un equivoco e che ovviamente viene risolto nel finale, ma comunque la prima volta che si vede una "seria" disarmonia tra i due (se escludiamo le primitive scaramucce in Plane Crazy e The Barn Dance) con tanto di solenni addii, di cui il corto stesso si burla prendendoli come screzi giovanili. Il secondo punto notevole è che il casus belli è una marachella combinata da Pluto con Fifì, la cockerina di Minni che esordisce qui nel ruolo di amorazzo plutesco. Il personaggio, volubile e alquanto irritante, tornerà in seguito nel corso degli anni 30 fino a mettere su una vera e propria cucciolata con Pluto, salvo poi essere rimpiazzata dalla bassottina Dinah nei decenni successivi. Qui.


    The Steeple-Chase

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    Ed ecco sparire per sempre il Minnie's Yoo Hoo, che nella versione sopravvissuta di questo corto è stato rimpiazzato dallo stesso tema che avrà la serie di Paperino, anche se la sostituzione appare molto posticcia. Ad ogni modo si continua a procedere di pari passo con le strisce di Gottfredson, visto che questo corto è il corrispettivo della contemporanea Topolino e Piedidolci Cavallo da Corsa. Le atmosfere e le fattezze dei personaggi sono quelle, anche se l'unico rimpianto è che manchi proprio Piedidolci che così rimane sprovvisto di un'apparizione animata che meritava. La storia vede Topolino fare il fantino su un cavallo che si ubriaca e quindi viene messo fuori uso per la gara, il problema è che un vecchio colonnello invalido amico di Topolino ha puntato il suo ultimo "bottom dollar" su di lui e rischia di finire sul lastrico. Topolino inscena quindi una truffa a fin di bene travestendo i suoi due servi neri (con la voce di Pinto Colvig!) da cavallo e correndo su di loro per salvare il colonnello. Si apprezza il pretesto di trama, anche se poi il cartone è una normale corsa buffa. Bello, ad ogni modo. Qui.


    The Pet Store (The Pet Store)

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    Il corto che tre anni dopo avrebbe ispirato Topolino e lo Struzzo Oscar. E infatti nel negozio di animali in cui Topolino va a fare il garzone è possibile intravedere pure uno struzzo, mentre il proprietario, di nome Tony sembra proprio quel Tony Dinero che avrebbe cercato di approfittarsi di Topolino anni dopo. Però questo sterotipo di italianità è qui ritratto in modo assai bonario ed è ciò che rende il corto un vero capolavoro. Perché oltre a un'introduzione in cui Tony affida il lavoro a Topolino e il suo ritorno alla fine, il resto si svolge in sua assenza e Topolino, con Minni che passa di lì, si ritroverà a badare al gorillone Beppo. La qualità delle gag di questa parte centrale non può nulla contro i pochi secondi di screen time di questo meraviglioso personaggio che cantando "iiio sono contento, sempre ridente trallalallà" non potrà che far morire dal ridere qualsiasi spettatore che si approcci al corto senza aspettarsi di trovare delle frasi in italiano. E quando poi alla fine Tony torna cantando a squarciagola "e adesso vado a travagliare un pooooo', Maria mia, che allegriiiiiia" l'effetto si ripete. Miracoloso. Qui.


    Topolino nella Terra dei Giganti (Giantland)

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    Ed ecco il primo incontro di Topolino con un gigante, nettamente in anticipo su The Brave Little Tailor e Fun and Fancy Free. E' l'occasione per adattare in animazione la relativa storia di Gottfredson in tavole domenicali che vedeva Topolino vivere un'avventura di stampo palesemente fiabesco, ispirata al fagiolo magico. Molte gag su Topolino che finisce in bocca al gigante e che si nasconde nel cibo avranno modo di ripetersi negli anni, ma il corto è notevole oltre che per la sua splendida colonna sonora, anche per essere una sorta di parte uno di una bilogia in cui Topolino intrattiene un gruppo di topini, che dovrebbero essere gli orfani che ricorreranno in seguito, raccontando in seguito poi anche la fiaba di Gulliver. Ovviamente mettendo sé stesso come protagonista e inventando bufale. Qui.


    1934


    Shanghaied

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    Se l'iconografia tradizionale, alimentata da fiotti di storie di Paul Murry, ci consegna spesso e volentieri l'immagine di Gambadilegno vestito da capitano è per via della storia a strisce di Gottfredson Topolino Contro il Pirata e Contrabbandiere Gambadilegno, a cui questo corto si ispira parecchio. E' infatti un corto molto particolare che si svolge tutto durante una battaglia tra un Topolino mai così avventuroso e un Gambadilegno mai così specificatamente sé stesso. Si inizia in medias res quando con un colpo di scena si scopre che non si sa bene per quale motivo Topolino e Minni sono legati e prigionieri della sua nave: Gambadilegno fa il gradasso con Topolino e ci prova spudoratamente con Minni prima di venir sconfitto a suon di botte e con lui tutta la sua ciurma. Un tipo di azione veramente gustoso che abbatte le differenze tra animazione e fumetto, regalandoci uno scorcio di cosa sarebbe potuto diventare il mondo Disney con una sinergia maggiore tra questi due media. E Gambadilegno vestito da capitano fa decisamente la sua porca figura. Si segnala in tutto questo la gag del solletico al fondoschiena, che ricorre spesso in questi anni ma che non viene mai esaltata tanto come in questo cortometraggio. Qui.


    Topolino e le Zanzare (Camping Out)

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    Altro stupendo corto, che mette in scena il quartetto di amici composto dalle due coppie, che un po' come in The Beach Party si fanno la loro scampagnata venendo disturbati da un fattore esterno, che in questo caso sono le zanzare in campeggio. Solo che a differenza di quel che si potrebbe prevedere il tutto non va a parare in semplici gag slapstick minimaliste ma in una vera e propria guerra combattuta con mezzi imprevedibili. Le gag da guerra d'insetti già viste in The Spider and the Fly vengono qui approfondite e migliorate (il nugolo che assume diverse forme ad esempio), e il risultato è una bomba comica che non solo non annoia mai ma dà modo ai personaggi di mettersi in luce come mai prima d'ora. Ed è anche l'ultima volta che vedremo questa distribuzione, visto che da qui in poi si inizierà a cercare per Topolino nuovi partner e nuovi espedienti, che culmineranno l'anno prossimo con la creazione del trio. Ed è un vero peccato se si pensa che un Orazio spaccone così attivo, difficilmente l'avremmo visto più. Qui.


    Playful Pluto

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    Ecco nascere la plutaggine, intesa come pantomima slapstick. Gli storici del cinema concordano nel considerare questo corto il punto di partenza di un tipo di umorismo che sarebbe durato più di un decennio, in particolare con la gag della carta moschicida. Pluto aiuta Topolino a fare lavori in giardino, ma ben presto ne accadranno di tutti i colori, e sfileranno sullo schermo un sacco di gag slegate tra loro che avranno come unico scopo quello di burlarsi del povero cane, qui frustrato come non mai. Ed è la pena che si prova per lui ad essere il massmo catalizzatore di risate, specialmente quando si raggiunge il clou, con Pluto che cerca di liberarsi dall'appiccicataggine dei fogli di carta moschicida: Pluto rimane attaccato, poi solleva la testa, pensa, guarda in camera, sbuffa, si gira, rimane attaccato di nuovo e via così, corto dopo corto, decennio dopo decennio, finché questo tipo di meccanismo (firmato Norman Ferguson) non verrà a noia. Per adesso è però ancora divertente, anche se non si capisce bene che ruolo possa avere Topolino in tutto questo. Qui.


    Gulliver Mickey (Gulliver Mickey)

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    Topolino racconta una fiaba ad un nugolo di topini, atto secondo. Eh già, ecco il seguito di Giantland dove stavolta a venir narrata da Topolino è una versione del racconto del viaggio a Lilliput di Gulliver, che lo vede protagonista. Ovviamente è una bufala, come si scoprirà nel finale, ma il corto è molto interessante specialmente dal punto di vista grafico, con un Topolino gigantesco che deve vedersela con un gruppo di umanoidi microscopici, per poi ingaggiare una furiosa battaglia con un grosso ragnone dal volto simile a quello di Pietro. Poi le gag e la trama in sé per sé non sono questo granché, ma rimane pur sempre uno dei corti più visionari di Mickey Mouse. Qui.


    Mickey's Steamroller

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    Sorpresa delle sorprese ecco fare capolino dopo tanti corti dal suo abbandono il classico Minnie's Yoo Hoo, che a sette cortometraggi dall'abbandono del bianco e nero, viene a salutare per un'ultima volta questa mitica fase della filmografia Topoliniana. Ma il corto è particolare anche per un altro motivo, ovvero che dal nugolo di topini che Topolino si ritrovava a intrattenere negli scorsi corti vengono estratti due singoli personaggi e si ha così la storica prima e ultima apparizione cinematografica dei nipotini Morty e Ferdie, i nostri Tip e Tap, qui ritratti con le loro vestine infantili tipiche delle tavole domenicali e il loro temperamento fintamente tenero ma in realtà assai spietato, visto che rubano la schiacciasassi di Topolino per portare scompiglio in città. Interessante notare che i due riconoscano Topolino come loro zio, chiamandolo con l'affettuoso appellativo. Anche se ha un canovaccio abbastanza scontato il corto è molto interessante per due altri motivi: la bellissima scena tra Topolino e Minni, davvero unica, con lui che le fa leggere delle frasette d'amore per sentirgliele pronunciare a tradimento, e soprattutto la colorazione: siamo agli sgoccioli della fase in bianco e nero, e c'è molta voglia di virtuosismo alla Disney, ecco quindi venir colorato con differenti scale di grigio ogni singolo elemento, dando al corto un look veramente "pieno". Qui.


    Spettacolo di Beneficenza (Orphan's Benefit)

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    Ed ecco i topini rimoltiplicarsi e beccarsi il definitivo appellativo di orfani, in questo corto che dopo tanti anni di personaggi li fa sfilare uno per uno sfoggiando il cast Disneyano nel modo più completo e ricco possibile. E' infatti qui che avviene lo storico incontro tra Topolino e un Paperino dalle zampe nere, qui tornato al bianco e nero dopo l'esordio in The Wise Little Hen. Questo trapianto al cast degli standard characters avviene con successo, e Paperino dopo aver sfoggiato al suo esordio la voce paperosa e il tormentone "Oh boy!", viene qui arricchito di un temperamento collerico e di un modo di arrabbiarsi e di agitare i pugni che rimarrà nella storia del personaggio. Ovviamente a farlo arrabbiare penseranno proprio gli orfani, che lo derideranno mentre cercherà di recitare Mary Had a Little Lamb e Little Boy Blue, intervenendo a più riprese tra un numero e l'altro. Ma anche se storico per questi motivi il corto è molto importante anche per altri: il primo dei quali è il creare lo storico triangolo Clarabella, Orazio e Pippo, inserendo come intruso quest'ultimo in un appassionato balletto a tre. La figura di Pippo, specialmente nell'animazione scalzerà Orazio anche in campo amoroso, venendo spesso e volentieri (anche erroneamente) associato a Clarabella. E infine ecco un altro personaggio sotto i riflettori, dopo la fugace apparizione in Mickey's Mellerdrammer, ecco Chiquita (Clara Cluck) diventare definitivamente antropomorfa ed esibirsi, come farà anche in Mickey's Amateurs e in Mickey's Grand Opera in un chioccesco assolo, come cantante lirica. Da segnalare il fatto che il corto si aggiudicherà un remake nel 1941, dove verrà ricolorato, ridisegnato con le nuove fisionomie dei personaggi, ed eliminato l'ormai datato riferimento a Jimmy Durante che fa Paperino durante la sua prima esibizione. Qui.


    Mickey Plays Papa

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    Le nuove colorazioni in scala di grigio con riflessi neri creano un effetto davvero spettacolare nell'incipit di questo corto, con una figura incappucciata e ammantellata che si aggira nei dintorni della casa di Topolino. E infatti l'atmosfera generale e tutta la prima parte del corto sono davvero indimenticabili, e pare di essere già in fase lungometraggistica da tanto che è curata l'animazione e la resa pittorica del tutto. Il peccato è che dopo queste premesse incredibili il corto scenda un bel po' quando ci si accorge che altro non è che l'ennesimo remake del tema dell'orfanello da intrattenere (qui chiamato Elmer e con piedi umani!), visto sia in Alice's Orphan che in Mickey's Orphans, infatti le gag diventano piuttosto banali verso la fine, con Pluto mattatore, e l'unica cosa che davvero si ricorda sono le imitazioni che Topolino fa, prima di Charlie Chaplin e poi del solito Jimmy Durante. Un peccato. Qui.


    Il Cane Rapito (The Dognapper)

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    L'accoppiata Topolino e Pippo è opera di Floyd Gottfredson che la sperimenta nei fumetti, ma prima del trio non ha alcuna corrispondenza nell'animazione, tantevvero che il partner che viene affibbiato qui ad un Topolino poliziotto altri non è che Paperino, ancora con le zampe nere. Il corto però è molto particolare perché oltre a ritirare in ballo la Fifì di Puppy Love qui rapita in quanto cagnolina vincitrice di un concorso, e quindi inserita in una specie di trama ad ampio respiro, viene ripreso Gambadilegno come antagonista, in perfetta tenuta da criminale cittadino, con bombetta e bretelle. Non passerà molto tempo che a questa tenuta venga aggiunta la veste lunga con cui lo vedremo in Mickey's Service Station e in Topolino Giornalista l'anno prossimo. Ma intanto si può certo dire che le strisce di Topolino in questi anni facciano un bel balzo di qualità e la loro fama spinga a creare corti in cui Gambadilegno non fa solo il villain generico ma assume le stesse pose e identità viste nei fumetti. Come Shangaied anche questo corto quindi consiste in un lungo combattimento pieno di gag (a cui Paperino partecipa evolvendo il proprio ruolo) in cui alla fine il grasso gattone verrà messo fuori gioco. E' una delle ultime volte in cui potremo vedere nei corti il Gambadilegno ufficiale, prima che le sue sembianze tornino ad essere ususpate dalla marea di nemici generici che i personaggi incontreranno. Qui.


    Topolino Eroe del West (Two-Gun Mickey)

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    In un periodo in cui le strisce di Gottfredson pubblicano Topolino e il Bandito Pipistrello, l'animazione non si fa scappare l'occasione per consacrare definitivamente il west nell'epopea del Topolino cinematografico, dopo qualche timido tentativo nei corti scorsi. E qui si ha un signor racconto in costume, con una Minni che gioca a fare l'indipendente ignorando le attenzioni del pistolero irriverente Topolino, prima di farsi maldestramente notare in città da un Gambadilegno bandito. Questo innesca una serie di cose che rendono questo corto un ulteriore progresso nell'animazione Disney: c'è trama, c'è interazione tra i personaggi molto interessante, c'è una buona dose di parlato anche ironico con Gambadilegno che irride spesso e volentieri Minni e c'è una sparatoria, forse la miglior scena d'azione concepita nel periodo e che vede protagonista Topolino. Anche graficamente siamo ad un livello superiore, oltre al nuovo stile pittorico su scala di grigi, ricco di ombreggiature, anche sfondi e ambientazioni si fanno più complessi e la telecamera viene messa in punti poco convenzionali per dare spettacolarità alle scene. E pure durante la zuffa tra i due nemici si avranno delle particolarissime zoomate, che appagheranno l'occhio di chi guarda, anche a distanza di molti anni. Insomma un corto completo e che conclude degnamente l'ultimo anno di solo bianco e nero della carriera di Mickey Mouse. Qui.
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    1935


    Mickey's Man Friday

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    Siamo piuttosto distanti stilisticamente dal Topolino e Robinson Crusoe, storia a strisce che nel 1939 avrebbe lanciato il Topolino dagli occhietti moderni, questo corto è più un erede di quel Trader Mickey in cui Topolino se la vedeva con dei cannibali. Certo è che Topolino ripercorre ugualmente le gesta di Robinson Crusoe in una prima parte in cui salva un indigeno e lo chiama Venerdì, per farsi poi aiutare a costruire un fortino nella giungla. E' la parte migliore, ricca di quello humor meccanico Disney in cui con mezzi astrusi si riesce ad ottenere comodità tecnologiche tutte moderne, e il personaggio di Venerdì è veramente simpatico. La seconda parte è tutta incentrata sulla guerra buffa che scaturisce dall'assalto dei cannibali al fortino di Topolino e la sua conseguente fuga, e in questo il corto sa un po' di già visto, ma tutto sommato è un bel modo di salutare l'arrivo di una nuova importante svolta nella carriera di Topolino. Qui.


    Il Concerto Bandistico (The Band Concert)

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    E siamo al Capolavoro, ad uno dei punti più alti dello humor Disneyano di sempre. Con l'avvento del colore Topolino perde un po' il suo ruolo centrale per arricchirsi di comprimari che sempre più gli soffieranno il ruolo. L'orchestrina che Topolino cerca con molta frustrazione di dirigere ne è un esempio: di primo impatto ricorda moltissimo quella di The Barnyard Concert ma in realtà non è affatto composta da figure anonime ma da personaggi amati e ben conosciuti. Sono infatti presenti Pippo, Orazio, Clarabella (e persino un probabilissimo Percy Pig) e soprattutto Paperino, che da intruso cerca in tutti i modi di inserirsi suonando il flauto. E siamo alla prima delle numerose genialate del corto, con un Topolino che cerca affannosamente di far eseguire l'overtoure del Guglielmo Tell all'orchestra, quando questa viene involontariamente distratta da Paperino, che la tenta con una musichetta ben più popolaresca, la cara vecchia Turkey in the Straw. Vedere in che modo geniale i due brani riescano inaspettatamente a travasare l'uno dell'altro è solo uno dei tanti motivi per cui venerare questo corto: un altro è senza dubbio quella bellissima lezione di stoicità data da Topolino e soci quando arriva una terribile tromba d'aria che li solleva e loro in mezzo ad avversità d'ogni tipo cercano ugualmente in tutti i modi di portare a termine il concerto. Geniale dal primo all'ultimo secondo, senza neanche una gag debole, probabilmente uno dei corti più riusciti di sempre e un ottimo modo per celebrare l'avvento del colore. Meraviglioso. Da segnalare che da qui viene introdotta la sigla e il nuovo logo dei corti a colori di Topolino, con il faccione su sfondo solare giallo. Qui.


    Stazione di Servizio (Mickey's Service Station)

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    Anche se si ritorna provvisoriamente al bianco e nero, si progredisce ugualmente perché è qui che viene creato il trio: Topolino, Paperino e Pippo diventeranno amici affiatati, pronti a cimentarsi in lavori di ogni tipo e a regalare al pubblico i migliori corti del periodo. Topolino viene relegato a gag sicuramente più ordinarie rispetto a quelle deliranti di Pippo e alla pantomima di Paperino ed è sicuramente l'inizio della fine per il suo ruolo di mattatore, ma non si può non riconoscere quanto questi cortometraggi abbiano dato all'animazione Disney. Curiosamente Paperino torna al bianco e nero e quindi alle zampe nere dopo averle avute arancioni nel corto precedente. La figura comica per eccellenza del corto è però Gambadilegno, che in quel periodo giocava a fare il gangster nelle strisce di Gottfredson che componevano Topolino Giornalista, e che qui ci appare vestito uguale, con quel lungo cappotto, sigaro e bombetta, pronto a minacciare il trio, qui nelle vesti di meccanici, di morte certa se in meno di dieci minuti non riusciranno a sistemare lo strano cigolio della sua macchina che inspiegabilmente emette il motivetto di Yankee Doodle. E questa cosa di per sé è deliziosamente assurda, e veramente divertente, specie perché il motivetto viene replicato fino alla paranoia, in ogni situazione e nei posti più assurdi, prima di scoprire che si tratta semplicemente [spoiler]di una cavalletta[/spoiler]. In questo unico corto in bianco e nero del trio si sperimenta inoltre il trucchetto di fare interagire i personaggi solo in certe scene, riservando poi a ciascuno di loro delle gag a solo. Veramente geniale. Qui.


    Mickey's Kangaroo

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    Ecco un corto ispirato alle tavole domenicali del periodo in cui Topolino allenava un canguro per un incontro di Boxe: qui il canguro appare con lo stesso design, e arriva per posta a Topolino anticipando l'elefante Bobo dell'anno successivo. Anche qui Topolino cerca di allenarlo per la boxe, ma il vero protagonista del corto è un Pluto nuovamente geloso che cerca di sbarazzarsi dell'intruso, scoprendo che porta con sé pure un cucciolo. Alla fine le gag sono abbastanza banalotte, e in mezzo a tanto splendore il corto ne risente un po' passando per minore, è però interessante perché scopriamo la vera voce di Pluto, dal momento che pur non parlando, ci sono varie scene in cui guarda in camera e confida al pubblico i suoi pensieri ostili nei confronti dei nuovi arrivati. Un corto un po' sottotono per essere un degno addio al bianco e nero, che da qui in poi verrà definitivamente abbandonato. Qui.


    Topolino Giardiniere (Mickey's Garden)

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    Da qui in poi la serie di Topolino diventa definitivamente a colori, e lo fa con un corto assolutamente inquietante e disturbante. Topolino nel cercare di disinfestare il giardino da un invasione di insetti, finirà intossicato dal suo stesso insetticida e sognerà insieme a Pluto di avere a che fare con una versione gigante degli stessi. E qui inizia l'incubo vero e proprio, con insetti che lo inseguono e lo spaventano in ogni modo, sfoggiando un design assolutamente spaventoso. Uno svarione visivo fatto di cervi volanti che si credono Tarzan, di ragni ubriachi, di vermi beffardi, bruchi ruggenti e lucciole divoratrici di Pluto. Da segnalare che nel 2010 l'ottimo Andrea "Casty" Castellan ha dedicato una sua storia, Topolino e i Mostri in Giardino, a questo corto, ispirandosi a livello puramente concettuale ma elaborando una trama molto diversa. Qui.


    I Pompieri di Topolino (Mickey's Fire Brigade)

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    Il secondo corto del trio è pure meglio del primo, e prende il tema dei pompieri già visto in The Fire Fighters portandolo a livelli di eccellenza assoluta. Ecco un Pippo per l'ultima volte con le sembianze alla Dippy, dal momento che in On Ice verrà sottoposto a un restyling, ecco un Paperino nuovamente con le zampe arancioni e soprattutto ecco una sequela di gag irresistibili, scandite con un ritmo veramente ammirevole: Pippo che viene preso a pugni dal fumo, che crede di star salvando i mobili della casa buttando tutto nell'inceneritore, il lavandino otturato che lancia i dadi e fa sette sono solo alcuni degli esempi della comicità di questo corto che esplode pesantemente nel finale con l'entrata in scena di una mucca simile a Clarabella che canta nella vasca da bagno inconsapevolmente e che scambia i suoi salvatori per ladri, riempiendoli di botte. Da applausi una volta di più, anche solo per il corto che insieme a The Band Concert vanta forse il climax finale migliore. Qui il corto in versione originale, la versione italiana con le comicissime urla di Clarabella non è presente.


    Pluto e il Giorno del Giudizio (Pluto's Judgement Day)

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    Ed ecco un altro capolavoro, che si prende gioco del povero Pluto, inserendolo in un contesto onirico assolutamente terrificante. Il senso di colpa di Pluto per il trattamento riservato solitamente ai gatti, gli fa sognare di essere messo sotto processo da un tribunale di gattacci dal design simile a quello di Tom & Jerry, durante il suo giorno del giudizio. E tecnicamente parlando siamo dalle parti dell'eccellenza, con sfondi assolutamente suggestivi e setting assai angoscioso. La strada che lo separa dal monte scolpito a forma di gatto dove si terrà il processo, è piena di alberi scolpiti a forma di gatto come se fossero anime imprigionate, e una volta in tribunale appariranno figure via via più inquietanti come il pubblico ministero, simile a un demonio, o i testimoni spettro da lui torturati quando erano in vita. Oltre a tutto questo va ricordato che il corto è quasi del tutto cantato in rima, come se si trattasse di una Silly Simphony. Veramente fantastico. Qui in versione originale, l'italiano, presente nel Treasure, è assente su youtube.


    Pattinare, che Passione! (On Ice)

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    Un interessante corto corale in cui tutto il cast, pattinando sul ghiaccio, avrà modo di mettersi in mostra, una vera e propria rarità visto che all'infuori di spettacoli e concertini è insolito vedere impiegato un tale numero di personaggi. A parte Orazio e Clarabella, liquidati con un cameo in apertura, il corto segue prima Topolino e Minni che flirtano pattinando, per passare poi a Pippo che riciclerà una vecchia gag del gatto Julius vista in Alice's Fishy Story in cui proverà a pescare usando come esca del tabacco, per poi stordire i pesci che saliranno in superfice per sputarlo. Da notare che è qui che vengono introdotte alcune caratteristiche del Pippo definitivo, come il mento più pronunciato, i vestiti, un atteggiamento più tontolone e meno borderline, inoltre è qui che Pinto Colvig passerà a Pippo la canzoncina "The World Owes Me a Living" nata l'anno precedente per The Grasshopper and the Ants, in cui doppiava la cavalletta. Si può quindi affermare che sia con questo corto che avviene il passaggio tra la fase Dippy e la fase Goofy. Infine ecco Paperino e Pluto, i due personaggi slapstick per eccellenza che riempiono gli ultimi minuti di corto, prima del bel finale corale, con delle gag più deboli. Tutto sommato quindi un corto molto interessante, anche cromaticamente visto che lo scenario del laghetto invernale è assolutamente ben reso. Qui la versione in italiano mentre qui quella originale, restaurata.


    1936


    La Squadra di Polo di Topolino (Mickey's Polo Team)

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    In un periodo in cui Topolino sale sempre più nell'apprezzamento del pubblico ed è ormai considerato una vera star è ormai lecito farlo incontrare davvero con le stelle del cinema, apparse tralaltro poco prima nella Silly Simphony Broken Toys. C'era già stata un'occasione in Mickey's Gala Premiére che si era però rivelata essere solo un sogno: qui è tutto "realtà" e il pretesto per questa enorme rimpatriata è una partita di Polo che vede schierate due squadre, quella delle star composta da Stan Laurel, Oliver Hardy, Charlie Chaplin e Harpo Marx, e quella di Topolino composta oltre che da lui, anche da Paperino, un Pippo già chiamato The Goof, e soprattutto da Ezechiele Lupo che si unisce ai comuni standard characters. Le Silly Simphony vengono quindi crossoverate con il mondo di Topolino e quello di Hollywood e sarà quindi facile con un simpatico gioco di rimandi e strizzatine d'occhio riconoscere tra il pubblico molte facce conosciute come i tre porcellini, accompagnati da Shirley Temple, o una Clarabella che ci prova con Clark Gable. E' presente anche Max Leprotto che in quello stesso anno avrebbe rinverdito i suoi fasti con un sequel del suo cortometraggio d'esordio. Ma ovviamente non sono i soli: nascono qui gli inside joke, quelli che si possono riconoscere solo con un fermoimmagine e infatti saranno numerose le scene di massa in cui ci si potrà divertire a riconoscere gli orfani, Zozzo Bill, Jenny Wren, Pluto e Fifì, i coniglietti pasquali, il topino volante, la gallinella saggia e persino Re Mida e i pinguini innamorati. Insomma una festa per gli appassionati in cui molti personaggi si mettono in mostra con i loro più celebri atteggiamenti tipo il Lupo che usa il suo potente soffio per spingere avanti la pallina sulle note del suo tema musicale, Max Leprotto che sfodera la sua celebre risata, Laurel e Hardy che danno vita a una gag che sembra esser stata presa di peso dalle loro comiche. Interessante notare che Pippo, dopo i passi avanti nel look compiuti in On Ice venga qui leggermente deevoluto, forse per una maggior riconoscibilità, forse per via della lavorazione contemporanea. Ad ogni modo un buon cortometraggio, che riesce a sfruttare la formula vip senza invecchiare troppo, facendosi perdonare un po' di humor gratuito e un po' riempitivo nelle numerose gag slapstitck della partita. Qui


    Picnic per gli Orfanelli (Orphan's Picnic)

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    "E' una bella giornata, per fare una scampagnata! Una stretta di mano, e cantiamo con amooor!" è il simpatico quanto demenziale inno buonista che Paperino e Topolino, qui nuovamente in coppia dopo The Dognapper fanno cantare al gruppo di orfani apparentemente innocenti che vengono stavolta portati a fare un picnic. Possiamo qui vedere un Paperino in forma e assai espressivo, simbolo di una maturazione grafica che sta arrivando anche se non mancheranno alcune marce indietro nei prossimi corti. E possiamo anche vedere come Paperino con le sue gag slapstick rubi completamente la scena a Topolino, litigando con i monelli e cercando di evitare ogni loro tiro birbone. Un canovaccio che si ripeterà, anche se con minor violenza, due anni dopo, con l'arrivo di Qui, Quo e Qua. Tuttavia salvo le parti parlate in cui i piccini si scusano per finta e canticchiano l'inno a mo' di sbeffeggio, il corto non offre molto e le varie gag si fanno dimenticare piuttosto in fretta. Qui.


    Topolino Direttore d'Orchestra (Mickey's Grand Opera)

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    Topolino dirige un'orchestra ancora una volta, come già più volte in passato, anche se i risultati non sono certo gli stessi di The Band Concert salvo un timido tentativo di replicarne lo schema quando inizia la musica: il vero punto focale del corto è un'altro e cioè l'opera che viene inscenata da un Paperino leggermente deevoluto e Chiquita (alla sua terza apparizione e qui per la prima volta a colori) nel ruolo dei cantanti e Pluto in quello di disturbatore. In questo il corto può essere equiparato maggiormente ai vari Orphan's Benefit e Mickey's Amateurs, anche se a numero singolo. L'elemento più affascinante rimane però il terzetto canoro che si va a formare nel finale tra Pluto, Paperino e Chiquita in cui guaiti, chiocciamenti e starnazzamenti danno vita a una cacofonia davvero comica, che sarà ripresa anche in The Reluctant Dragon, nella celebre scena in cui Clarence Nash e Florence Gill duettano. Qui.


    Attraverso lo Specchio (Thru the Mirror)

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    Cosa c'è di meglio per un rilancio del personaggio di Topolino che togliergli di mezzo quei comprimari che tendono sempre più spesso a rubargli la scena e proiettarlo in un mondo magico e avventuroso? La reinterpretazione della carrolliana avventura di Alice in un mondo in cui gli oggetti sono animati con protagonista Topolino riesce eccome, e Topolino, come all'inizio del decennio, riesce col suo trascinante ottimismo a metter su uno spettacolo niente male, fatto di balletti e di irreverenti "furti di regina" che scateneranno le ire del re delle carte. La guerra e l'inseguimento che ne scaturiranno verranno vissuti da Topolino con il consueto entusiasmo dei vecchi tempi, aggiornato ovviamente alle migliorie estetiche del periodo. E c'è pure un cameo di Re Nettuno! Insomma uno dei migliori dell'anno, con un contributo di Carl Barks che in quel periodo era stato assunto come gagman agli studios. Fantastico. Qui.


    Un Rivale per Topolino (Mickey's Rival)

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    Il rilancio del Topo continua in grande stile affiancandogli un rivale: è l'occasione per introdurre Mortimer, il secondo dei tre rivali di Topolino. La figura del rivale è infatti ricorrente quando si parla di Topolino: gli altri due sono il disonesto Mr. Slicker di Topolino e il Bel Gagà e il Bubbo Rodinì di Topolino e l'Illusionista, ma nessuno dei due avrebbe avuto una carriera tale da andar oltre la storia d'esordio. Mortimer invece è diverso, viene introdotto nell'animazione e in seguito anche nei fumetti, ma nelle tavole domenicali, come personaggio ricorrente che può esser ripreso qualora servisse, viene poi utilizzato con frequenza nei comic book americani, tradotto da noi come Topesio o Ranulfo, e infine rilanciato in grande stile nelle serie Mickey Mouse Works e House of Mouse. Insomma è il rivale più riuscito, quello in cui il design dell'irritante topo dal naso all'ingiù trova la sua resa più felice.
    Questo suo cortometraggio è davvero fantastico perché riesce a riportare Topolino nel cuore del pubblico favorendone l'identificazione grazie al solito ma efficace tema del triangolo amoroso, ma non è il solo motivo: abbiamo anche un rilancio in grande stile di Minni, apparsa solo una volta l'anno precedente e di sfuggita, con una morbidezza e un design davvero unici, la trovata delle automobili animate e un sacco di belle gag che evolvono ulteriormente l'interazione tra i personaggi. L'unica cosa che lo allontana dalla perfezione è una battaglia finale con il toro forse un po' troppo lunga ma si perdona ad uno dei corti che dimostrano come Topolino abbia ancora molto da dire come personaggio. Qui.


    Il Trasloco (Moving Day)

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    Capolavoro. Un Pietro sceriffo temibile che sfratta il duo Topolino e Paperino, il duo che diventa trio subito dopo quando un Pippo venditore di ghiaccio, (ormai graficamente maturo e che canta nuovamente The World Owes Me a Living) si unisce a loro senza farsi troppe domande, la manovra delirantemente illegale con cui i tre si mettono a fregare i mobili pignorati passando dalla porta di servizio mentre lo sceriffo da fuori affigge manifesti inchiodandoli con i pugni, la reiteratissima e surreale gag del pianoforte, il ritmo serrato, la fantastica musica. Insomma uno dei corti che testimoniano una volta di più quanto fosse fertile a livello di idee e humor la seconda metà degli anni 30. Questo unico corto del trio del 1936 ci testimonia una volta di più che l'apice viene raggiunto in questi anni, e che nei decenni seguenti a prevalere saranno meccanismi umoristici meno efficaci, basati su gag simpatiche ma prive del genio graffiante che in questi anni pionieristici sta esplodendo agli studi Disney. Qui.


    Gli Alpinisti (Alpine Climbers)

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    Un corto caruccio che rimette in scena Paperino e Topolino (che a quel tempo sembrano fare coppia molto spesso in assenza di Pippo) accompagnati da Pluto nel ruolo di scalatori montani, con tutte le gag che ne conseguono. L'assenza di Pippo e della vena geniale delirante dei corti del trio si sente eccome in questa sorta di trio fittizio improvvisato, tuttavia il corto è piuttosto caruccio malgrado un certo tipo di humor slapstick un po' invecchiato che permea le sottotrame dei componenti del gruppetto. Di Paperino si apprezza il momento di ira che lo porterà a mettere fuori combattimento un muflone, mentre Pluto stavolta pluteggia meno del solito perché incontrerà un personaggio che avrà grossa fortuna nelle strips di Paperino ad opera di Al Taliferro: il san bernardo Bolivar (inizialmente chiamato Toliver, dalla storpiatura del nome Taliaferro), dallo sguardo triste e il comportamento impassibile. Il personaggio avrà un'altra apparizione questo stesso anno, nella Silly Simphony More Kittens prima di sparire dagli schermi e venir trapiantato definitivamente nei fumetti. Topolino dopo il momento di celebrità avuto grazie a Mortimer e allo specchio torna qui a ricoprire un ruolo marginale. Qui.


    Il Circo di Topolino (Mickey's Circus)

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    Quando Topolino e Paperino sono insieme spesso e volentieri il primo viene messo rapidamente da parte per far spazio alle gag slapstick del secondo, basate sui dispetti e le frustrazioni procurategli da piccole entità. Spesso questo è piuttosto noioso, come in questo corto in cui nel circo di Topolino viene dato spazio al numero di Paperino con le foche. Per tre quarti del corto si susseguono gag in cui Paperino non riesce a domare per benino le foche, e fa figuracce di ogni tipo. Poi però sul finale Topolino e Paperino si ricongiungono e gli orfani, qui alla loro ultima apparizione prima del remake di Orphan's Benefit, li sparano in aria con un cannone a fare gli equilibristi. Qui il corto si riprende non poco e finisce in modo assai divertente, pur non salvandosi completamente. Qui.


    Paperino e Pluto (Donald and Pluto)

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    Donald and Pluto rappresenta una particolarità nella classificazione dei corti: per molti è il primo cartone della serie spin-off dedicata a Paperino, per altri la serie Donald Duck parte solo con Donald's Ostrich, il quarto cortometraggio, visto che i precedenti sono tutti registrati all'anagrafe come dei Mickey Mouse Cartoon, pur non comparendovi Topolino. Quel che è certo è che il logo della versione del corto presente nel Treasures di Paperino riporta il faccione di Topolino, e pure i giornali dell'epoca riportarono un trafiletto della stessa Disney in cui Topolino, parlando in prima persona dichiarava che pur essendo strano per lui non apparire in una propria produzione, aveva preferito che i suoi due migliori amici si prendessero il merito di questo primo cortometraggio insieme. Certo è che questo corto non è di Paperino più di quanto non sia di Pluto, dal momento che è lui il motore scatenante di tutto: il suo ingoiare una calamita all'inizio creerà il leit motiv di tutto il corto, forse la gag più lunga e surreale della sua carriera. Le implicazioni di ciò sono molto divertenti, dato che il povero cane viene inseguito da ogni utensile metallico della casa, e quando poi in un secondo momento subentrerà anche un Paperino idraulico con una chiave inglese accadranno le cose più incredibili. Un corto che fa dell'eccesso la sua arma segreta per trasformare in risate momenti che in un altro contesto avrebbero facilmente potuto annoiare, e un buon inizio per la carriera solista di Paperino (quella di Pluto era già iniziata nelle Silly Simphony).


    L'Elefante di Topolino (Mickey's Elephant)

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    Due anni prima era stata pubblicata nelle strisce di Topolino la storia di Gottfredson Topolino e l'Elefante in cui Topolino era alle prese con un elefante di nome Bobo e con un Eli Squich alla sua prima apparizione. Ora esce un corto solo vagamente ispirato, visto che non solo la storia altro non è che una comune disputa da cortile con Pluto, ma l'elefante Bobo ha delle fattezze assai diverse da quelle che aveva la sua versione fumettistica, più adulta. Il fatto che Pluto sia geloso dell'elefantino appena regalato a Topolino da un maraja fa in modo che venga ripreso il tema del diavoletto consigliere, già apparso in Mickey's Pal Pluto (e che sarebbe tornato poi con questi stessi colori nel suo remake Lend a Paw). Oltre a veder Topolino ricoprire un ruolo molto marginale il corto si concentra su una tematica già vista in Mickey's Kangaroo e cioè la gelosia verso un animale esotico e con strani poteri, e ci appare piuttosto discontinuo visto che tutta la prima parte è piena di gag slapstick piuttosto noiose, e la seconda più interessante con Bobo che viene "sabotato" da Pluto, si conclude in modo bruschissimo. Qui.


    1937


    Una Pozione Combina-Guai (The Worm Turns)

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    Il 1937, l'anno di Biancaneve inizia con un cortometraggio che mostra i muscoli, per quanto riguarda disegno, colore e effetti visivi: Topolino che fa l'alchimista in laboratorio con guanti rossi è un'immagine molto suggestiva. Il tema del corto è il siero del coraggio che Topolino si diverte a sperimentare su animali sempre diversi trasformando il corto in una carrellata di ribaltamenti tra predatori e prede: la mosca che si rivolta contro il ragno, a cui segue il topo che si rivolta contro il gatto che si rivolta contro Pluto, che si rivolta contro un Pietro accalappiacani irsuto e massiccio, un meccanismo divertente e che non annoia. Simpatico e originale, e segna l'abbandono di Pietro come personaggio vero e proprio e l'inizio del suo utilizzo come figura negativa generica. Qui.


    Don Paperino (Don Donald)

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    Distribuito inizialmente come Mickey Mouse Cartoon, data la sua importanza e l'assenza di un comprimario come Pluto, Don Donald è stato rapidissimamente ribattezzato come Donald Duck Cartoon, sostituendo il logo nelle successive apparizioni del corto nelle sale e nell'home video. La sua importanza è davvero storica per ben due motivi: il primo è che vi appare per la prima volta la figura della fidanzata di Paperino, qui chiamata Donna Duck, che nella versione originale parla con una voce che è in tutto e per tutto ricalcata su quella di Paperino. Gli storici concordano quasi tutti nel considerarla un prototipo di Paperina (Daisy) ma non lo stesso personaggio, benché il suo temperamento sia pressocché lo stesso, d'altra parte però l'ambientazione messicana del corto, che è quasi in costume, sembrerebbe non dare troppo peso a questa incarnazione messicana di Paperina. Ci sono state persino occasioni in cui, fumettisticamente parlando, si è provato a ripescare Donna per affiancarla a Paperina in accesa rivalità, mentre c'è almeno un'occasione in cui le due sono state considerate un unico personaggio: si tratta della storia di Fabio Michelini e Massimo De Vita: Paperino e il Segreto della 313 in cui il corto viene citato e contestualizzato molto bene nella continuity, per via di una cosa che accade, che sarà molto importante per l'evoluzione del personaggio di Paperino. Per riconquistare la papera caliente, disgustata dal ciuchino con cui Paperino le fa visita, Paperino decide infatti di acquistare una certa automobile rossa, che si rivelerà un catorcio. Insomma, pur essendo in forse che Don Donald rappresenti l'esordio di Paperina non c'è alcun dubbio che immortali il fatidico momento in cui Paperino acquista la 313, la sua inseparabile automobile, che nei fumetti a partire dalle strisce di Taliaferro verrà utilizzata sistematicamente, mentre nei cartoni verrà inspiegabilmente fatta sparire subito dopo questo corto. Insomma, un corto storico per la continuity, in qualsiasi modo la si voglia considerare. Qui il corto in italiano, mentre qui in originale dove si può sentire Donna con la voce paperosa.


    Topolino Prestigiatore (Magician Mickey)

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    Non un cartone del Trio, anche se il trio c'è, pur non interagendo nel solito modo. Topolino e Paperino sfoderano una rivalità inedita, quando il secondo si mette maleducatamente a disturbare lo spettacolo di magia del primo. Un corto molto bello per le trovate visive originali e divertenti, e per le magie che Topolino lancia su Paperino, anche se lascia un po' straniti la connotazione tanto negativa data al rapporto tra due personaggi che rivali in realtà non lo sono mai stati. Inoltre quelli di Topolino più che giochi di prestigio fittizi sembrano proprio magia nera, e la cosa suggestiona parecchio. Si segnala che oramai il becco di Paperino è diventato corto e il personaggio è graficamente giunto a maturazione. Qui.


    Caccia all'Alce (Moose Hunters)

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    Ecco il primo dei tre cartoni del trio che escono in quest'anno e forse il meno riuscito, anche se ovviamente dichiarare meno riuscito un corto del trio significa metterlo comunque su un piano qualitativo piuttosto alto rispetto al resto. La caccia all'alce è l'occasione per mettere un po' da parte Topolino come al solito e concentrarsi sulla danza di seduzione che Pippo e Paperino travestiti da alce femmina improvvisano. Le figure degli alci innamorati sono proprio buffe, come anche le gag e la lotta finale tra i due contendenti. Qui.


    Dilettanti allo Sbaraglio (Mickey's Amateurs)

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    La nostra Corrida evidentemente doveva essere un format piuttosto celebre in America ai tempi della radio, visto che questo corto ne riprende le meccaniche in maniera pressocché perfetta. Un Topolino conduttore fa esibire in una serie di numeri musicali i componenti della sua gang un po' come avveniva nei primi corti e come più di recente aveva fatto con Orphan's Benefit. L'evoluzione dei personaggi e dello humor però si sente e infatti il corto è una sfilata di facce note veramente riuscita dove tutti danno il massimo, e c'è pure uno spazietto all'inizio per un Gambadilegno che cerca di intonare Oh Campanella (che canterà anche Pippo in Clock Cleaners ma che qui viene tradotta con Nella Vecchia Fattoria) prima di venir buttato fuori. Oltre a Pietro appare l'inedita coppia snob formata da una Chiquita alla sua quarta apparizione e una Clarabella in via d'estinzione, qui nel ruolo di pianista, con un aggiornamento grafico che la rende piuttosto formosa. E' presente ovviamente Paperino che come in Orphan's Benefit fa un po' da costante, intrufolandosi sul palcoscenico per recitare Twinkle Twinkle Little Star facendo magre figure e prendendosela col pubblico. Il meglio lo offre però Pippo con la sua orchestra semovente che gli permette di suonare contemporaneamente tutti gli strumenti con conseguenze davvero comiche. Ogni personaggio dà il suo meglio, tranne Topolino ovviamente, e offre l'ennesimo squarcio di cosa avrebbe offerto il futuro. Da segnalare che il corto nei treasures ha in italiano una musichetta diversa nei credits d'apertura, posticcia, per non dover tradurre la prima strofa della canzone cantata da Pietro. Qui.


    Invenzioni Moderne (Modern Inventions)

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    Paperino si reca al museo della scienza, in un'omaggio ai Tempi Moderni di Chaplin. Le gag sono molte, alcune anche assai divertenti, e il motivo è presto detto: fra i gagman c'è anche quel genio di Carl Barks che idea alcuni dei momenti più felici del corto come quando Paperino viene imprigionato dalla sedia da barbiere robotica che gli inverte testa e fondoschiena, con risultati comicissimi. In tutto questo è assai azzeccato il tormentone del robot maggiordomo che nei momenti meno opportuni viene a prendergli il cappello. Oltre che divertente assai interessante anche solo come sguardo al futuro ipotetico che immaginavano negli anni 30. Anche per la classificazione di questo corto valgono le stesse considerazioni fatte per il precedente, nato come Mickey Mouse Cartoon è stato poi rieditato come Donald Duck sostituendo i loghi. Ultimo cartone di questo tipo, dal prossimo in poi la serie inizierà ufficialmente. Qui in italiano mentre qui in versione originale.


    Vacanze Hawaiane (Hawaiian Holidays)

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    Un altro atipico corto corale che coinvolge Topolino, Minni, Paperino, Pippo e Pluto, in vacanza insieme sulla spiaggia di Waikiki. L'attenzione si sposta di continuo dall'uno all'altro personaggio mostrandoci le sue attività un po' come avveniva due anni prima in On Ice. E ovviamente a parte le sue ottime atmosfere il corto si può dire ben riuscito, anche se un po' altalenante a seconda di quale sia il personaggio ripreso in quel momento: stranamente oltre a Minni e Topolino, che suonano e ballano in disparte, a venir piuttosto sacrificato è anche Paperino che ha solo una gag mentre il grosso è affidato all'emergente Pluto con il suo umorismo slapstick "di ragionamento" e soprattutto alle gag di un Pippo che cerca inutilmente di fare surf. Qui.


    Pulitori di Orologi (Clock Cleaners)

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    Capolavoro. Riecco il Trio, con un pezzo da novanta, e non c'è da stupirsi che il corto sia famosissimo e tutti lo ricordino con piacere. Paperino, Topolino e Pippo inaugurano così un nuovo leit motiv, quello dei lavori strani, stavolta impegnati nella ripulitura di una orologio/grattacielo con risultati ancora una volta molto comici. Ma il motivo di un tale successo non si deve certo alla parte in cui Topolino interagisce con una cicogna, né alla litigata che Paperino sembra fare con un'enorme molla, quanto alla parte dedicata a Pippo, una delle più divertenti di sempre. La botta in testa che riceve e l'indimenticabile passeggiata sui cornicioni con un Topolino che disperato cerca di salvargli la vita è qualcosa di solo lontamente descrivile, e il finale in cui viene reiterato il tormentone dello shakerato ticchettio sui corpi dei tre poveri malcapitati assolutamente iconico. Da vedere, rivedere, amare e venerare. Qui.


    Gli Scacciafantasmi (Lonesome Ghosts)

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    E se un capolavoro non bastasse eccone un altro con protagonista il Trio. Stavolta nel ruolo degli scacciafantasmi che l'anno precedente era stato visto sulle strisce di Topolino nella Casa dei Fantasmi di Gottfredson, ultima storia del ciclo classico ad ospitare Paperino, prima che le strade si dividano. Un cortometraggio che rimase impresso enormemente nell'immaginario popolare, tanto che l'aspetto dei fantasmi burloni che invitano Topolino e i suoi amici nella loro vecchia magione è stato poi più e più volte riutilizzato anche in altri ambiti come il videogioco The Great Circus Mistery della Capcom, o la storia dello stesso Gottfredson Topolino e i Topi d'Albergo. Viene inoltre qui introdotta la marca Ajax, corrispettivo della ACME della Warner, che verrà riutilizzata anche se più di rado in ambito Disneyano fino a venir rispolverata nel nuovo millennio per i Mickey Mouse Works, dove la scena dei tre che aspettano una telefonata per intraprendere le attività più assurde sarebbe diventata ricorrente. Il corto ad ogni modo è sensazionale per il tipo di humor utilizzato e per le atmosfere davvero preziose, anche se ovviamente umoristicamente parlando la scena migliore spetta sempre a Pippo, la cui imprevedibilità lo rende sempre un passo avanti agli altri due personaggi. Anche il finale è a dir poco geniale. Va inoltre segnalato che Stefano Amborsio e Claudio Sciarrone hanno realizzato nel 2010 un libero adattamento del cortometraggio sulle pagine di Topolino. Qui.


    1938


    Costruttori di Barche (Boat Builders)

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    Il 1938 è l'ultimo anno in cui la serie di Topolino può godere di una produzione ingente, dopodiché verrà messa da parte e utilizzata al ritmo di uno o due cortometraggi l'anno, lasciando il ruolo di serie ammiraglia a quella di Paperino. E si può dire che quest'annata conclude proprio in bellezza questa fase, visto che offre al Topo un ruolo d'avventura e ben tre shorts del trio: il primo dei tre è veramente un capolavoro, ed è il conosciutissimo Costruttori di Barche in cui l'umorismo meccanicistico Disney esplode violentemente. I tre che si costruiscono una barca faidate con decenni di anticipo sull'ikea, è un'idea davvero fantastica, e le gag che si susseguono sono veramente riuscite, dallo scafo che si ripiega a fisarmonica al timone che si apre come un ombrello. Lo schema che vuole una scena a testa per ogni componente del trio si incrina di già visto che si preferisce riunire Paperino e Topolino in un'unica gag e dare ben due sketch a Pippo, il secondo dei quali è veramente un capolavoro con Pippo innamorato perso di una polena che crede viva. E il finale per la prima volta vede interagire col trio il resto della gang: c'è un piccolo cameo di Tip e Tap e anche di Orazio e Clarabella, ma sarà Minni a dare il colpo decisivo e innescare la gag finale quando battezzando la nave a suo nome con un colpo di bottiglia causerà un frustrante effetto di ripiegamento che in pochissimo tempo riporterà la barca allo stato originario. Stupendo. Qui.


    La Roulotte di Topolino (Mickey's Trailer)

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    Ed ecco il Capolavoro dei Capolavori, forse il più bel cortometraggio Disney, quello che tutti ricordano con affetto e con cui un sacco di gente ha un rapporto speciale. Il trio stavolta non è impegnato in un lavoro, ma in una semplice scampagnata tra amici, a bordo di una specialissima roulotte capace di assumere ogni aspetto sia internamente che esternamente. Ed è qui che l'umorismo meccanicistico Disney trova la sua celebrazione più grande, nelle bellissime e divertentissime scene in cui la ruolotte cambia forma, in cui da casetta accogliente con sfondo idilliaco torna all'aspetto originario e svela il suo fondale di cartapesta, volto a coprire una discarica, per non parlare poi delle trasformazioni continue dell'unica stanza interna che da camera diventa bagno e infine salotto. E pur essendo molto di più di quanto un cortometraggio offra in media, Mickey's Trailer non si limita a questo ma ci racconta la sua storia, una storia assolutamente demenziale in cui Pippo lascia bellamente andare la macchina per venire a pranzo, salvo poi rendersene conto successivamente, e nella foga di riacquisire il controllo del mezzo sgancia bellamente la roulotte. Ciò che segue è di una deflagrante comicità con la roulotte che senza alcun criterio scorazza per il canyon facendo rischiare la morte ai suoi occupanti, mentre altrove Pippo canticchia tutto contento e sicuro di averla al suo seguito. E sarà solo dopo che i due poveracci avranno rischiato per ben due volte di finire spiaccicati da un treno in corsa che i due mezzi si ricongiungeranno in modo del tutto casuale, facendo esclamare a Pippo le mitiche parole "Vi ho fatto arrivare sani e salvi!". Un capolavoro immortale, di quelli che capitano poche volte nella vita, e che dopo settant'anni non ha ancora esaurito la sua verve comica, al punto di esser stato omaggiato (o scoppiazzato) persino da un recente spot con Aldo Giovanni e Giacomo. Qui la versione originale mentre qui quella in italiano.


    A Caccia di Balene (The Whalers)

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    Dopo due immortali capolavori è dura ripetersi, e pur essendo un corto molto godibile The Whalers è sicuramente inferiore, umoristicamente parlando ai precedenti. Va anche detto però che ha un taglio diverso, più avventuroso: le gag ci sono anche se l'interazione maggiore si ha tra Paperino e Pippo nello sketch del cannone, mentre a Topolino viene dato un ruolo più risicato e una scena un po' fine a sé stessa. Lo schema ormai compromesso è qui nuovamente sbilanciato a favore dei comprimari di Topolino infatti, che saranno i protagonisti della parte più d'azione, in cui si ritroveranno in mare aperto con una balena infuriata (che in realtà sembra più un capodoglio). L'umorismo illogico del Pippo mattatore esploderà anche qui quando durante la distruzione della loro nave ad opera del cetaceo esclamerà tutto contento di aver preso la balena, salvo poi scoprire di avere in mano un pescetto e chiedersi come sia possibile un tale dimagrimento. E con questo corto si può salutare per un po' il trio, che ha allietato la produzione cortometraggistica Disney della seconda metà degli anni 30: ci sarà solo un altro corto con loro nel 1940, in cui però Topolino esibirà il suo look nuovo di zecca, dopodiché per rivedere Paperino, Topolino e Pippo insieme bisognerà aspettare il lungometraggio Fun & Fancy Free. Qui.


    Il Pappagallo di Topolino (Mickey's Parrot)

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    Un momento di respiro per una serie che in quest'anno sta dando il meglio di sé. Il corto stavolta vede come protagonisti Topolino e Pluto (anche se ovviamente Pluto finisce per soffiare spazio al padrone), che pensano che in casa si sia introdotto un pericolosissimo killer, evaso di prigione. Ovviamente le voci che sentiranno apparterranno ad un pappagallo che durante la notte si era riparato nella cantina. Gli equivoci e le gag sono divertenti, ma sono le atmosfere a predominare, e pure l'approccio fintamente thriller della narrazione. Molto bella in particolare la scena in cui Topolino crede di aver dietro Pluto, quando si sta in realtà trascinando dietro un paio di scarponi, e assai divertente il balletto/scaramuccia di Pluto e il Pappagallo sulle note che si erano sentite pure in Woodland Café. Qui.


    Il Piccolo Sarto Coraggioso (The Brave Little Tailor)

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    Ed ecco che Topolino saluta il pubblico dopo un decennio di protagonismo con una grande interpetazione in costume, un'avventura di ampio respiro come ai tempi del bianco e nero, aggiornata tecnicamente alle meraviglie attuali. Contemporaneamente l'evento viene replicato anche nei fumetti, visto che un ciclo di tavole domenicali della serie Mickey Mouse verrà dedicato all'adattamento, mai così fedele, della storia del corto, introdotto con il pretesto narrativo dell'interpretazione per gli studios Disney. La storia del sarto ammazzasette rivive con protagonista un Topolino mai così tridimensionale, sia graficamente - e le morbidezze del tratto dovute a Fred Moore anticipano di molto il restyling che presto Mickey avrebbe avuto - che caratterialmente: è un Topolino umile, spavaldo, un po' sbruffone ma tanto umano quello che bullandosi di aver ucciso sette mosche verrà reclutato per una caccia al gigante salvo poi farsela sotto dalla fifa. Un Topolino che dopo aver empatizzato con il pubblico si dimostrerà un vero eroe, riuscendo con i suoi piccoli mezzi a sconfiggere il secondo dei tre giganti della sua carriera, in ossequio alla filosofia Disney di cui si è sempre fatto portavoce. Un corto spettacolare anche visivamente dove le ambientazioni medioevaleggianti già sperimentate in Biancaneve vengono qui riutilizzate con successo. Una specie di minilungometraggetto che dà l'addio amabilmente al Topolino mattatore dei ruggenti anni 30. Qui il corto in italiano, mentre qui in originale.
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    1939


    Eroe Pubblico n.1 (Society Dog Show)

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    Ed ecco concludersi l'epoca del Topolino anni 30 con gli occhietti privi di bianco, qui sfoggiati per l'ultimissima volta. Il topo ha già però acquisito quella morbidezza delle forme tipica di Fred Moore, che si porterà dietro con il successivo restyling. Il corto è molto bello, anche perché pur avendo Pluto come protagonista, lo mette sullo stesso identico piano di Topolino mostrando il rapporto tra i due: è pure presente una trama vera e propria, che vede partecipare i due ad un concorso di bellezza per cani d'alto lignaggio, dove Pluto sfigurerà salvo poi riscattarsi con una stupenda sequenza d'azione finale. Bellissima la colorazione, lo stile ricco degli sfondi e le gag utilizzate, che vanno oltre le semplici gag fisiche per ironizzare sullo snobismo dell'alta società. E' qui presente per l'ultima volta in un corto "regolare" la cagnetta Fifì, prima fiamma di Pluto, che verrà sostituita nel decennio successivo dalla bassottina Dinah. Fifì apparirà però subito dopo nel cortometraggio/spot pubblicitario per la Nabisco Mickey's Surprise Party, dove tornerà al fianco di Minni per combinare l'ultimo disastro della sua carriera. Qui (mentre qui lo spot Nabisco).


    Pluto Cane da Punta (The Pointer)

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    E arriva il momento del restyling. Walt cerca di rilanciare il suo Topolino utilizzando gli accorgimenti grafici di Fred Moore, e rendendo maggiormente complessa la sua figura, cambiando radicalmente il taglio degli occhi e rendendo più anatomicamente credibile il resto del corpo. Tutto questo viene fatto in occasione dell'uscita di Fantasia. Il fatto che inizialmente sia stato progettato solo il segmento dell'Apprendista Stregone e non l'intero film sballa un po' i piani, e così la presentazione al mondo del nuovo Topolino avviene con un anno d'anticipo sul rivoluzionario progetto musicale. Curiosamente non fu neanche con The Pointer che arrivò il nuovo Mickey ma con il corto pubblicitario per la Nabisco Mickey's Surprise Party che nel Febbraio del 1939 venne proiettato alla New York World Fair, mostrando anche una Minni aggiornata e una colorazione inedita, ricca di ombreggiature. Nel frattempo il passaggio era avvenuto anche nelle strips di Gottfredson con la storia Topolino e Robinson Crusoe dove i nuovi occhietti di Mickey erano "giustificati" dal loro essere un trucco di scena visto che in quella storia Topolino si trovava a girare un film. Con The Pointer però il nuovo Topolino raggiunge le sale con un corto regolare e una resa cromatica davvero unica, che non avrebbe avuto seguito. Il cartone, come il precedente, mette nuovamente sullo stesso piano Topolino e Pluto e ce li mostra durante una battuta di caccia in una foresta americana: Topolino vuole che il suo cane diventi un puntatore, con tutti i bisticci del caso, i due però si divideranno maldestramente salvo poi ritrovarsi in fuga da un grizzly che è la perfetta evoluzione del prototipo incontrato da Penna Bianca e poi da Paperino nei due anni precedenti. Molto divertente l'imbarazzo che prova Topolino al cospetto dell'orso, e il finale che li vede cercare i fagioli in scatola che all'inizio avevano buttato via. La resa cromatica inedita è davvero suggestiva, e ci mostra un uso delle ombreggiature senza precedenti, degli sfondi ottimi e un duo di protagonisti dal colore più sfumato. E sarà uno spettacolo per gli occhi vedere il viso di Topolino e il manto arancione di Pluto arricchirsi di venature rossastre. Qui.


    1940


    Topolino Lupo di Mare (Tugboat Mickey)

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    Ultimo cortometraggio del trio, e unico a mostrarci il Topolino nuovo stile insieme a Paperino e Pippo, come nei corti anni '30. Il corto non raggiunge i livelli di splendore dei predecessori ma è comunque molto buono. L'occasione stavolta è mostrarci i tre alle prese con un rimorchiatore da far partire in tempo per un'emergenza. A Topolino viene concesso un siparietto iniziale con un pellicano, e poi viene subito messo da parte per mostrare Paperino alle prese con uno stantuffo, e soprattutto Pippo impegnato con la caldaia e il carbone. Ovviamente sarà Pippo a offrire i momenti più divertenti, anche se è nelle conclusione che il corto offre il suo meglio quando dopo un climax esagerato con un montaggio frenetico [spoiler]il battello esploderà e si scoprirà che l'emergenza altro non era che una fiction radiofonica[/spoiler]. Un buon arrivederci per il trio, che a parte i corti corali dei primi anni 40 ricomparirà insieme solo nel lungometraggio Fun & Fancy Free, prima di esser messo da parte e riesumato alla fine del secolo per il revival dei Mouseworks e dei Tre Moschettieri. Curiosamente questo corto è stato inserito nella versione italiana dei Treasures con qualche problema: il doppiaggio presente è quello antico cinematografico e non il più recente, e si sentono in sottofondo le voci originali. Qui in originale e qui in italiano, col doppiaggio più recente e non quello presente nel Treasure.


    La Casa dei Sogni di Pluto (Pluto's Dream House)

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    Topolino e la lampada magica. Che parla con un accento black e si occupa di restaurare la casa di Pluto e infine di restaurare Pluto facendogli un bagno. E a conti fatti è veramente eccellente quello che succede, specialmente nella seconda parte dove il povero Pluto viene trascinato da una forza magica fino a una tinozza. Ma il corto prende definitivamente il via nel finale genialissimo quando la radio di Topolino si rompe e sentendo a intermittenza i programmi la lampada inizia a fare a Pluto le cose più strane, mettendogli un cappellino elegante, inserendolo in una bottiglia come veliero, o cercando di affettarlo come gelatina. E il tutto ci porta verso un climax che si rivelerà [spoiler]essere un sogno[/spoiler], ma che nel frattempo fa piegare in due dalle risate, anche solo per le reazioni di Pluto ai comandi random dati alla lampada. Insomma, un utilizzo di Topolino molto risicato, quello di questi ultimi anni, spesso e volentieri in coppia con Pluto, ma pur sempre solo in occasione di idee davvero valide e divertenti. Qui in originale.


    Topolino Va in Vacanza (Mr. Mouse Takes a Trip)

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    Ecco un'altro corto in cui Topolino e Pluto, in onore alla loro amicizia, recitano in coppia avendo lo stesso peso all'interno della trama. E' presente pure un Pietro controllore, disegnato e caratterizzato benissimo, che impedisce ai due di fare il loro viaggio insieme in treno verso Pomona. E' l'occasione per una serie di divertenti gag che vedono Topolino e Pluto nascondersi ovunque mentre il pietride li insegue cercando di far scendere il povero cane. Bello anche l'imprevedibile finale in cui Pietro ha la meglio ma i due arrivano comunque felicemente a destinazione. Insomma si è capito che il nuovo uso di Topolino, in questo rilancio anni '40 consiste nel fargli vivere semplici storielle, contrapponendolo alle altre serie basate sempre e solo su gag fisiche. Da notare che dopo il restyling, per un motivo e per un altro il Topo aveva sempre indossato completini di ogni tipo e quindi questa è la prima volta di una manciata in cui tornerà occasionalmente ai pantaloncini rossi. Qui in originale.


    1941


    Il Piccolo Tifone (The Little Whirlwind)

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    Ecco che Topolino vive la sua ultimissima stagione di gloria. Sono i primi anni '40 e grazie al talento di Fred Moore si decide di portare Topolino un gradino oltre il restyling fatto per Fantasia. Gli vengono disegnate orecchie cave e in prospettiva, ogni tanto spuntano dei denti da roditore e in generale il design diventa ancora più morbido e la sua indole assai più clownesca (e infatti la stessa Minni gli rimprovererà le sue pagliacciate). Anche il vestiario cambia e si preferirà ritrarlo vestito da gagà degli anni '40 piuttosto che con gli antichi calzoncini. La cosa durerà fino al prossimo anno dopodiché la serie e il personaggio cadranno nel dimenticatoio: il corto in questione è un perfetto esempio di cosa possa offrire questo Topolino diverso dal solito. Per guadagnarsi una torta cucinata da Minni (che viene aggiornata automaticamente e specularmente al fidanzato) si offre di pulirle il giardino ma si imbatterà in un piccolo twister, col quale darà vita a gag divertentissime. Il tutto si fa via via più surreale ripiegando in un assurdo climax che cita la Tempesta del Guglielmo Tell che chiudeva The Band Concert, il tutto mentre il nuovo Topolino gommoso e sbarazzino danza e dondola qua e là tra un versaccio e l'altro, come se si trattasse di un bambino iperattivo. Veramente godibile e particolare. Qui in originale e qui in italiano (ma senza credits).


    Un Maggiordomo Quasi Perfetto (A Gentleman's Gentleman)

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    Topolino conserva il suo nuovo design anche se si calma un po' in questo cortometraggio per dare spazio a Pluto. Il cane gli fa da maggiordomo portandogli la colazione a letto e venendo incaricato di andargli a prendere il giornale, e da lì in poi diventerà il vero protagonista del corto, tanto da venir considerato parte della serie Pluto nelle altre filmografie (come del resto Canine Caddy, Lend a Paw, Pluto and the Armadillo e Squatter's Right, inseriti nel treasure di Pluto pur mantenendo i credits di Topolino). Il cane qui ovviamente ci renderà partecipi delle sue difficoltà quando la monetina gli finirà nel tombino e quando poi una tromba d'aria gli farà volare via i fogli del giornale, ma incredibilmente non solo tutto questo non annoia ma diverte non poco specialmente quando Pluto incredulo osserverà che nel supplemento a colori della domenica saranno pubblicati proprio i suoi fumetti. Una gag metafumettistica veramente ben riuscita che si prende gioco del personaggio di Pluto e dello humor stesso che da sempre gli viene associato. Insomma un gioiellino. Qui in versione restaurata anche se l'aspect ratio è leggermente modificato.


    Una Talpa Dispettosa (Canine Caddy)

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    Anche per questo corto vale lo stesso ragionamento del precedente: le title card lo riportano come appartenente alla serie di Topolino, ma nelle filmografie e tra i Treasures si è preferito metterlo tra i Pluto, visto che Pluto è il vero protagonista. Topolino ancora una volta sfoggia il nuovo design ma un'indole più mite rispetto a The Little Whirlwind ed è comunque più presente che in A Gentleman's Gentleman. Per tutta la prima metà del corto infatti i due interagiscono e si hanno varie gag con Pluto che fa da assistente a Topolino golfista, c'è però una seconda parte assai peggiore in cui entra in scena l'antipatico citello che avrà modo di apparire frequentemente anche in seguito. E' il periodo in cui i personaggi animali che importunano Paperino o Pluto sono ancora abbastanza anonimi, lontani dalle irresistibili caratterizzazioni che ne farà Jack Hannah e il gopher in questione ne è un perfetto esempio: bruttoccio graficamente, poco interessante e caratterizzato da un verso a dir poco irritante verrà sciaguratamente affiancato in seguito sia a Pluto che a Paperino. Qui in versione restaurata anche se l'aspect ratio è leggermente modificato.


    I Favolosi Anni di Fine Secolo (The Nifty Nineties)

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    Geniale, corale e atipico, questo ritratto nostalgico e idilliaco degli anni '90 dell'800 mette in scena nuovamente il Topolino clownesco di The Little Whirlwind inserendolo in un contesto assolutamente inedito. Ricco di musica d'epoca con testi ricreati ad hoc, segna l'inizio di un ulteriore nuovo ciclo della carriera di Topolino, che vedrà cortometraggi corali e atipici come quelli che vedremo l'anno successivo (Mickey's Birthday Party e Simphony Hour). In questa ipotetica narrazione di come "il nonno ha conosciuto la nonna" viene anche fatta non poca ironia su come le cose andavano una volta, un'ironia affettuosa e garbata: viene descritta la nascita di un amore come ai vecchi tempi, con un incontro fulmineo al parco e una serata al vaudeville dove viene fatta non poca ironia sugli spettacoli dell'epoca. Impossibile non morire dal ridere davanti alla proiezione strappalacrime a immagini statiche di Father, Dear Father e rimanere impassibili quando viene descritta la pochezza umoristica dei comici d'avanspettacolo dell'epoca Fred & Ward, caricature del patrono estetico del cortometraggio Fred Moore e della colonna umoristica Ward Kimball. Insomma un quadretto d'epoca che vede persino un cameo di Pippo, Paperino, Paperina e Qui Quo e Qua nel finale in cui vengono mostrati i mezzi dell'epoca come il monociclo o le prime automobili. Insomma un gioiello. Qui.


    Spettacolo di Beneficenza (Orphan's Benefit) Remake

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    Non si capisce bene quale sia stato lo scopo di realizzare una versione a colori e stilisticamente aggiornata di un vecchio corto. Probabilmente la sua importanza visto che segna il primo incontro tra Topolino e Paperino su grande schermo, o forse il fatto che in quel periodo andavano molto i corti corali (come dimostrerà anche il 1942), o molto più semplicemente visto che è un bel corto, che Walt voleva trasmettere anche alle generazioni successive, visto che in quel periodo non c'era l'home video. Ad ogni modo il corto rimane pressocché identico all'originale anche se viene eliminato il riferimento di Paperino a Jimmy Durante, ormai non più attuale, vengono solamente aggiunti i colori e aggiornata la grafica dei personaggi: Paperino viene completamente ridisegnato, Topolino e gli orfani vengono aggiornati solo per quanto riguarda gli occhi (quindi Topolino non segue il resto degli aggiornamenti di Fred Moore ma ci appare "retrocesso"), Orazio, Pippo e Clarabella vengono ritoccati appena mentre Chiquita rimane pressocché identica. L'unico rimpianto è che da qui in avanti nel riferirsi a questo cortometraggio in vari ambiti divulgativi si citerà sempre e solo la versione a colori, causando non poche perplessità filologiche. Ultima apparizione cinematografica quindi per gli orfani, che vengono d'ora in poi messi da parte. Un bel vedere già visto ma pur sempre un bel vedere. E non sarà l'unico remake di quest'anno. Qui in originale e qui in italiano.


    Qua la Zampa (Lend A Paw)

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    Altro remake, stavolta di Mickey's Pal Pluto cartone dei primi anni 30 che presentava per la prima volta la coscienza di Pluto, che avrebbe poi fatto capolino anche in Mickey's Elephant. Non si capiscono bene le ragioni di questo secondo remake, che tralaltro vince pure l'Oscar di quell'anno, certo è che le differenze con l'originale sono molte. Non si tratta più di un update come nel caso del corto precedente ma di un corto nuovo di zecca, che riprende dall'originale solo la trama e certi dialoghi, e che a quanto pare è dedicato alla fondazione Tailwagger, come si apprende dalla title card. Per il resto il nugolo di gattini che vogliono rubare il ruolo a Pluto sono qui un gattino solo (che nella locandina viene sostituito da Figaro), e Minni è assente. Vengono invece conservate l'interazione tra il Pluto angelo e il Pluto diavolo, la scena del pozzo e molti altri particolari rilevanti. Il corto è assai più riuscito del predecessore, anche solo per la scena nuova di zecca dell'interrogatorio che Topolino (qui munito nuovamente di calzoncini, forse per omaggiare l'originale) fa a Pluto con il pesce rosso a far da testimone. Anche questo corto è spesso ascritto erroneamente alla serie di Pluto. Qui.


    1942


    La Festa di Compleanno di Topolino (Mickey's Birthday Party)

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    Ne è passata di acqua sotto i ponti dal 1931 quando si festeggiò con un cortometraggio il compleanno di Topolino. E adesso è cambiato il setting, il cast e il protagonista stesso, che qui riprende le sembianze alla Fred Moore dei primi anni '40 vestito di tutto punto, con orecchie cave e un atteggiamento sbarazzino assai sopra le righe. Anche qui gli amici si nascondono facendogli una festa di compleanno a sorpresa, gli viene regalato un pianoforte (anzi, un organo elettrico!), e si finisce a far balletti, ma con che stile e potenza espressiva! Non c'è un solo attimo di noia, mentre tutti i personaggi Disney più amati del periodo riescono a dare il meglio di sé, mostrando una certa propensione per la coralità che non avrà eguali in futuro: a parte una Minni più sbarazzina che mai e uno spassosissimo Paperino vestito da messicano (presagio di un futuro vicino?) che si ritrova a ballare con una formosissima Chiquita, si apprezza l'apparizione degli ormai dimenticati Orazio e Clarabella e soprattutto la sidestory di Pippo impegnato a cucinare una torta tra mille surreali imprevisti. Insomma, per celebrare un Topolino più simpatico che mai, ogni titolare di serie (Pluto stranamente escluso) si prende il giusto spazio, tramutando definitivamente la serie di Topolino in un espediente per simpatiche rimpatriate o esperimenti audaci. E la cosa riesce alla perfezione regalandoci un gioiello, un perfetto esempio d'interazione tra personaggi. La banda Disney, differentemente dagli altri personaggi della golden age cortometraggistica, ci appare quindi come un solido e credibile gruppo di amici, ovviamente buffi, ma persone prima ancora che personaggi. Da notare la folle scena del balletto schizofrenico di Topolino che sarebbe stata poi riproposta in mille sale nell'iconografia Topoliniana. Meraviglioso. Qui in inglese e qui in italiano.


    L'Ora della Sinfonia (Simphony Hour)

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    Un capolavoro dietro l'altro. Questo cortometraggio che chiude la fase di restyling alla Fred Moore, presentandoci il Topolino flessuoso con orecchie cave per un ultima volta, ci mostra il Topo nuovamente nell'atto di dirigere un'orchestra come ai vecchi tempi. Un'orchestra composta dai suoi stessi amici, con Orazio e Pippo ai fiati, Clarabella e Chiquita agli archi, Paperino alle percussioni e un Pietride qui chiamato Macaroni, a far da sponsor. Evidentemente in questo tentativo di rilancio si è provato a guardare al passato proponendo spunti e parziali remake dei corti che in pieni anni 30 donavano tanta celebrità a Topolino. In questo gioiello però avviene una svolta, data ovviamente dall'ottimo Pippo che, dopo una prima fase in cui durante le prove il numero riesce alla grandissima, finisce per distruggere tutti gli strumenti musicali la sera dell'esibizione schiacciandoli sotto un ascensore. E si arriva quindi al climax con un esibizione ricca di gag assurde, in cui tutti provano a utilizzare gli strumenti distrutti ottenendo così dei suoni imprevisti, che faranno applaudire Topolino come musicista d'avanguardia. Buffo notare come nella seconda parte il delirio prenda il sopravvento sulla logica mostrandoci Pippo e Orazio cambiare abito, cappello e strumenti musicali a seconda del ritmo e delle esigenze della scena. Un capolavoro in due atti che spinge al massimo le potenzialità di ogni personaggio e chiude in bellezza le carriere di Orazio, Clarabella e Chiquita che da qui in poi verranno definitivamente messi da parte. Topolino vivacchierà ancora, al ritmo di un corto all'anno in media, lasciando però a Pluto d'ora in poi il quasi totale screen time di ogni suo corto. Qui in originale e qui in italiano.


    1943


    Pluto e l'Armadillo (Pluto and the Armadillo)

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    Anno di uscita: 1943. Ambientazione latinoamericana. Voce narrante che introduce il cortometraggio. Ci sono tutti gli ementi per dire che Pluto and the Armadillo (come anche Contrary Condor e The Pelican and the Snipe) altro non sia che uno dei cortometraggi frutto del viaggio di Walt in Sudamerica, incaricato dal governo di rinsaldare i rapporti tra le due Americhe, quattro dei quali erano rifluiti all'interno di Saludos Amigos. E visto che in quel film c'erano Paperino e Pippo, ma mancavano Topolino e Pluto è opportuno pensare che a colmare questa mancanza dovesse essere proprio questo corto, tagliato forse per non abusare di una formula, quella episodica, allora ancora in fase di sperimentazione, ma che avrebbe presto monopolizzato il resto del decennio. Il corto in sé esce all'interno dei Treasures con il logo di Topolino, anche se la maggior parte delle filmografie lo ascrivono a Pluto, dato che Mickey appare poco, solo all'inizio quando il suo aereo fa scalo a Belém, e alla fine, mentre il resto del corto è incentrato sulle simpatiche schermaglie tra Pluto e l'armadillo del titolo. Schermaglie non noiose, al contrario di quanto ci si aspetterebbe, ma molto fantasiose e tenere: all'inizio Pluto è perplesso dalla somiglianza dell'Armadillo chiuso a palla con la sua pallina di gomma, e cerca di dargli fastidio ma quando per sbaglio farà scoppiare la sua palla e crederà di aver inavvertitamente ucciso l'armadillo, il corto dà il meglio, con un Pluto in lacrime che non può che fare un'immensa pena. Un gioiellino insomma, che riesce a far empatizzare lo spettatore con le sciocchezze di Pluto come raramente accade nei cortometraggi. Qui.


    1946


    Due Scoiattoli Dispettosi (Squatter's Rights)

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    Sono passati ben due anni in cui non è uscito un solo cortometraggio dedicato a Topolino. Con Squatter's Rights la serie sembra voler riprendere, anche se il protagonista continua ad essere sempre Pluto, cosa che fa ascrivere alla sua serie il corto in svariate filmografie. Il Topolino qui ritratto è ormai ben distante da quello sbarazzino dei primi anni '40 ma molto diverso dal borghesucolo dei corti anni 50, una sorta di via di mezzo che graficamente parlando non avrà molte altre occasioni di essere ritratta (se non l'anno prossimo con Mickey's Delaied Date). Va anche detto che appare come comprimario e che il corto è invece dedicato alla schermaglia tra Pluto e Cip e Ciop, qui alla loro seconda apparizione dopo il Private Pluto di tre anni prima. Ancora indistinguibili, privi di nome e di favella comprensbile (perlomeno nella versione originale) i due scoiattoli avrebbero avuto un battesimo vero e proprio solo l'anno seguente, quando avrebbero debuttato come rivali di Paperino, abbandonando (quasi definitivamente) il povero Pluto. Il corto è molto grazioso, si respira una bellissima aria montana, essendo ambientato nella baita di Topolino, e termina con una deliziosa gag di un Pluto che macchiatosi di ketchup crede e fa credere al suo padrone di essere in fin di vita. Qui in originale e qui in italiano.


    1947


    Topolino Fa Tardi (Mickey's Delayed Date)

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    Dopo essersi fatto rubare la scena da Pluto per tutti gli anni '40 ecco che la serie di Topolino si riappropria del suo protagonista...quantomeno per metà, dal momento che d'ora in poi si tenderà, intelligentemente, a dare la stessa importanza nella trama sia al cane che al padrone, rendendoli parimenti protagonisti di queste ultime avventure. Mickey's Delayed Date è infatti un corto in cui si torna a parlare della vita di Topolino, del suo rapporto con Minni (alla sua ultima apparizione al fianco del fidanzato), e in cui si riprende il filo della sua quotidianità. E' un Topolino un po' invecchiato, meno brillante e assai più borghese ma perlomeno presente, un personaggio che non si presta troppo a gag fisiche ma su cui vale la pena imbastire un po' di trama. E la trama in questione lo vede prepararsi per andare ad un ballo in maschera con Minni, e fare tutto in fretta dal momento che è tardi e Minni è furiosa. C'è una prima parte in cui Topolino si prepara e l'accento viene messo su Pluto e sulla sua ben poco brillante scaramuccia con un cilindro "magico", e una seconda che vede Topolino correre all'impazzata per le strade della città un po' come il topo Abner di The Country Cousin cercando di arrivare in tempo, e ignaro del fatto che Pluto gli sia alle calcagna per riportargli i biglietti per il ballo, dimenticati a casa. C'è pure spazio per una bella scena finale con un simpatico colpo di scena e un momento molto bello di complicità tra cane e padrone, che fa pensare che sia stato un peccato che il personaggio che aveva dato inizio a tutto sia finito così presto nel dimenticatoio. Qui.


    1948


    Topolino in Australia (Mickey Down Under)

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    Dopo i fasti di Mickey's Delayed Date, ecco che questo nuovo brevissimo corso con Topolino e Pluto coprotagonisti continua con un viaggetto in Australia. Il corto si struttura a sequenze alternate che ci mostrano Pluto alle prese con un boomerang e Topolino di fronte ad uno struzzo arcigno, reo di aver provato a sottrargli un uovo. Niente di impressionante, e anzi, il corto si rivela abbastanza sottotono strappando una risata solo nella mitica scena in cui Pluto mangia il boomerang e gli si deforma il muso in mille modi. Dimenticabile. Qui in originale e qui in italiano.


    Topolino e la Foca (Mickey and the Seal)

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    Si conclude qui la brevissima stagione di coprotagonismo tra Topolino e Pluto. Dopo Mickey and the Seal la serie verrà messa nuovamente da parte, fino agli anni 50 in cui verrà riesumata come rimpiazzo della defunta serie di Pluto, e in cui i ruoli torneranno ad essere sbilanciati. Il corto in questione è un gioiellino che ci mostra un Topolino in forma anche se borghese come non mai, ed è sicuramente migliore sia di Pluto's Playmate che di Rescue Dog, gli altri due corti in cui appariva la piccola foca. L'esserino segue Topolino fino a casa scappando dallo zoo: seguiranno alcune scene davvero memorabili come quella della vasca da bagno mentre Pluto con ogni mezzo cercherà di mettere in guardia Topolino della presenza dell'intruso. Un corto dotato di storia che oltre a presentarci un'inedita interazione tra Topolino e uno dei comprimari solitamente affiancati a Pluto, ci immerge ancor più nella nuova quotidianità del Topo mostrandoci la sua routine. Sarà l'ultima volta che vedremo la fochina, anche se verrà reintrodotta nella House of Mouse con il nome di Salty e le sarà dedicato persino un episodio. Va ricordato che da questo cortometraggio Stefano Ambrosio ha tratto il primo della serie di recenti liberi adattamenti pubblicati sul settimanale. Qui in originale, qui in italiano.


    1951


    L'Orsetto Lavatore (R'Coon Dawg)

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    Dopo ben due anni di buco la serie di Topolino, un tempo principale, viene riesumata per un quartetto di corti che vedono come protagonista Pluto, infrangendo quel delicato equilibrio tra cane e padrone che si era instaurato di recente in corti quali Mickey's Delayed Date o Mickey and the Seal. Topolino torna ad essere quindi una comparsa lasciando il ruolo di mattatore a Pluto e il motivo è da ricercarsi nella chiusura della serie di Pluto avvenuta proprio in quest'anno. E' chiaro che quindi la riapertura della serie di Topolino è un ripiego un po' ipocrita per non cambiare troppo le carte in tavola, limitando il numero di serie attive (probabilmente per questioni di tasse?). Ad ogni modo l'inizio di questo ultimissimo canto del cigno per la serie non è affatto male, ed è piuttosto divertente vedere Topolino e Pluto a caccia di procioni venir beffati da uno di loro. Ovviamente la gag che fa la differenza è quella che vede il naso di Pluto trasmettere al suo cervello un'immagine precisa di ciò che odora, espediente che viene sfruttato dal procione per confondergli le idee mischiando profumi e creando uno svarione di mostri di Frankenstein davanti agli occhi di Pluto. E oltre a questa cosa surreale abbiamo anche un finale divertentissimo con il cappello di Topolino usato a mo' di marionetta dal procione per fingere di avere una prole e salvarsi la pelle. Buono. Qui.


    1952


    La Festa di Pluto (Pluto's Party)

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    Disegnato con una stilizzazione poco piacevole, imborghesito fino al midollo, dagli atteggiamenti banalotti e incapace di capire le situazioni come invece sembra riuscire a fare Pluto, Topolino sembrerebbe entrato ufficialmente nel meccanismo dell'idiozia. Non stupisce quindi che in questi suoi ultimi tre corti si scelga di perpetuare il meccanismo umoristico che vede Pluto perennemente in difficoltà nel cercare di far presente a Topolino i suoi disagi, rimanendo inascoltato. In questo corto particolarmente abbiamo una situazione a dir poco penosa: è il compleanno di Pluto, e credendo di farlo felice Topolino gli organizza una festicciola in giardino con un esercito di topini, che sembrerebbero essere la perfetta evoluzione degli orfani degli anni '30. Il problema che, anche senza la malignità di un tempo, questi bimbetti finiranno per deludere Pluto in tutti gli aspetti, dal regalo al comportamento generale e al povero Pluto rimarrà la frustrazione di non potersi lamentare pena i rimbrotti del cieco Topolino. E fa una certa pena veder finire la festa con Pluto rimasto a singhiozzare al tavolo per non aver avuto neanche una fetta di torta, anche solo per le aspettative che sembrava avere all'inizio. Malinconico ma molto bello. Qui.


    L'Albero di Natale di Pluto (Pluto's Christmas Tree)

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    Dopo gli esordi in Private Pluto e Squatter's Rights e dopo il blitz in Food for Feudin', ecco che Cip e Ciop vengono a dare il loro estremo saluto a Pluto in questo corto natalizio che racconta una scaramuccia intorno all'albero di Natale. Ovviamente le modalità sono le stesse del corto precedente con Pluto che cerca in tutti i modi di far presente a Topolino che sull'albero da poco portato in casa ci abitano due scoiattoli, con Topolino troppo preso dalle sue banalità per dargli il minimo ascolto. Gag divertenti, buona atmosfera e una bella sorpresa sul finale dove il contrasto viene sciolto da un canto natalizio che echeggia dal cortile di Topolino: a intonarlo sono Paperino, Minni e - udite udite! - Pippo, tornato ad essere sé stesso, mentre contemporamente nella sua serie era stato rimpiazzato dal modello grafico di George. Qui invece oltre al suo ruolo in mezzo agli amici di Topolino, Pippo recupera anche il suo aspetto fisico tradizionale con i dentoni e la testa completamente nera, senza linea rosa a dividerla dagli occhi. Un modo per marcare la differenza dal suo alter ego? Qui in originale, qui in italiano.


    1953


    Topolino a Pesca (The Simple Things)

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    Le cose semplici. Quelle a cui è rimasto legato Topolino, condannandosi all'estinzione, e che vengono celebrate dalla canzoncina che apre e chiude il corto. Una canzoncina graziosa va detto se non fosse per il malinconico significato che si porta dietro. Siamo giunti al capolinea, qui si chiude la fortunata serie di cortometraggi di Mickey Mouse, la prima ad aver dato a Walt il successo. E si chiude tutt'altro che in bellezza con un corto in cui Topolino va a pesca e la scena gli viene rubata continuamente da Pluto, il quale cerca vanamente di renderlo partecipe dei suoi disagi senza che Topolino, ormai troppo sempliciotto, se ne curi. Gli anni '50 avanzano e con essi la stilizzazione: l'anno prossimo verrà sperimentata l'animazione ridotta, ma nel frattempo si può assistere ad un impoverimento grafico e stilistico che non fa certo prigionieri. Topolino disegnato così è alquanto sgradevole, lontanissimo dalla simpatia che Fred Moore gli aveva iniettato con il suo restyling di tredici anni prima. Le gag con cui Pluto cerca vanamente di coinvolgerlo sono altalenanti: dopo una prima parte incentrata sull'ostrica che finisce in bocca a Pluto, comandandone i movimenti facciali, veramente buffa e riuscita, ne arriva una seconda alquanto irritante e soporifera, con un brutto gabbiano a far da padrone. Un finale sottotono per una delle serie che hanno fatto la storia del cinema. Ben venga quindi Runaway Brain che nel 1995 avrebbe riesumato in pompa magna la produzione cortometraggistica del Grande Topo, sia pure per un unico gioiello. Qui in originale, qui in italiano.


    1983


    Il Canto di Natale di Topolino (Mickey's Christmas Carol)

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    E venne il momento di parlare del capolavoro fra i mediometraggi Disney, il gioiello per eccellenza, il compagno fedele di ogni Natale ormai da quasi trent'anni a questa parte, il cartone animato che prese i personaggi Disney e dimostrò che li si poteva utilizzare anche per raccontare trame drammatiche, senza rinunciare al loro lato umoristico, ma soprattutto l'opera che dimostrò che nei ragazzi della seconda generazione Disney c'era un potenziale sconfinato che avrebbe portato alla leggendaria rinascita di sei anni dopo. Tutto nasce da un disco, uno di quelli che raccontavano la fiaba come andavano di moda molto tempo fa: per questo disco erano stati chiamati fior fior di doppiatori, che interpretavano magistralmente la storia di Dickens con i personaggi amati, e cosa ancor più fondamentale nel ruolo di Scrooge c'era proprio Paperone, per la prima volta con la voce di Alan Young. Quando si decise di creare una featurette con gli standard characters su una storia così bella non si potè fare a meno di pensare al disco di qualche tempo prima e Alan Young venne quindi ingaggiato come doppiatore ufficiale di Paperone, quale sarebbe rimasto per molti anni a venire. Il resto del cast vedeva per la prima volta su grande schermo la nuova voce di Topolino Wayne Allwine e per l'ultima volta il caro vecchio Clarence Nash a doppiare Paperino: e non sono gli unici nomi sorprendenti a far capolino dai credits, infatti c'è un giovanissimo John Lasseter, dei giovani Glen Keane e Mark Henn e persino Mark Dindal. A dirigere ecco il veterano Burny Mattinson, presente agli studios da parecchio tempo e ancor'oggi in attività con il nuovo lungometraggio Winnie the Pooh. Poi ecco un giovane Don Hahn come assistente di produzione, il veterano Eric Larson maestro della nuova generazione che figura come consulente dell'animazione e persino Irwin Kostal che già aveva supervisionato e arrangiato la musica dei fratelli Sherman per i lungometraggi a scrittura mista degli anni '60 e '70 e che qui compone le musiche e la bellissima e commovente canzone Oh, What a Merry Christmas Day che accoglie carezzevolmente lo spettatore lungo tutti i titoli di testa, realizzati meravigliosamente con quell'effetto antico che partendo da una rivisitazione della series card di Mickey Mouse creata per l'occasione, conduce per mano alla stupenda Londra che fa da teatro alla vicenda. E una volta dentro diventa una gara: non si capisce bene se sia l'atmosfera generale, l'animazione curatissima, la sceneggiatura perfettamente calibrata, i dialoghi brillanti o lo straordinario carisma dei personaggi a compiere il miracolo ma questo accade sotto i nostri occhi consegnandoci la miglior trasposizione del libro di Dickens di sempre.
    Escluse le due sigle Disney siamo alla seconda apparizione cinematografica di Zio Paperone dopo il mediometraggio Paperone e il Denaro, e il personaggio torna qui alle origini ad interpretare quello Scrooge che aveva ispirato Carl Barks tanti anni prima: si tratta di un magnifico Paperone assai più vicino al modello conosciuto, se non fosse per quelle basette grigie che conferiscono alla figura un certo fascino, ed è straordinario che Paperone abbia il ruolo di protagonista in quello che è il grande ritorno dei personaggi standard sulla scena, e per giunta in un cartone animato intitolato a Topolino! Il topo interpreta invece lo sfruttato Bob Cratchit con famigliola al seguito composta da Minni, e da tre topini che si può ipotizzare siano Tip, Tap e una topina anonima (anche se non si sa ben dire se il ruolo del piccolo Tim sia di Tip o di Tap), inoltre Mickey viene qui animato dal futuro grande nome dell'animazione Mark Henn che firmerà la maggior parte delle principesse Disney da Jasmine a Tiana passando per Mulan. Poi c'è Paperino nel ruolo del nipotino Fred e Pippo in quello spettrale di Jacob Marley, che però viene sfortunatamente sbagliato nella colorazione facendo risultare la parte nera intorno agli occhi come rosea (anche se in realtà il personaggio è completamente grigiastro, essendo un fantasma), forse un residuo di insicurezza dopo anni e anni in cui Pippo aveva assunto fattezze differenti? Tralaltro fu un altro bell'azzardo quello di far interpretare a Pippo il ruolo spaventoso di un fantasma e per giunta di una persona che confessa di essere stata in vita un poco di buono, eppure la cosa riesce e Pippo risulta perfettamente a metà strada tra l'inquietante (la scena del battente è tremenda) e il buffo, senza esserne snaturato. Gli altri due spettri sono interpretati da personaggi imprevedibili provenienti dagli ambiti più disparati: abbiamo infatti il Grillo Parlante di Pinocchio nel ruolo dello Spirito dei Natali Passati, il gigante Willie di Fun and Fancy Free in quello dello Spirito dei Natali Presenti, tralaltro notevolmente rabbonito rispetto alla sua prima apparizione e animato da un giovanissimo asso dell'espressività come Glen Keane. Infine un Gambadilegno minaccioso e in formissima interpreta il ruolo dello Spirito dei Natali Futuri, consegnandoci una scena finale di tale impatto da esser stata citata ossequiosamente anche nel recente A Christmas Carol in motion capture di Zemeckis. Una cosa strana è che nel ruolo della fidanzata del passato di Scrooge abbiano messo Paperina e non Doretta Doremì, che probabilmente non era considerata sufficientemente conosciuta all'epoca. C'è poi una miriade di personaggi standard che hanno dei camei come Cip e Ciop, Chiquita, Orazio e Clarabella, Patrizio e Patrizia, Qui, Quo Qua, Ciccio e persino Nonna Papera che non si vedeva animata dai tempi dello special tv This is Your Life, Donald Duck, mentre il resto del cast è stato accuratamente selezionato da altri ambiti come quello delle Silly Simphonies e dei corti in genere (i tre porcellini, Ezechiele e persino i tre lupetti appaiono più volte, e nella folla si scorge persino il sindaco di Chicken Little) e dei lungometraggi Disney con animali antropomorfi o quasi: ecco quindi il segretario del re di Pomi d'Ottone e Manici di Scopa, mezzo cast di Robin Hood, gli orsi di Bongo e i Tre Avventurieri, lo zio Reginaldo degli Aristogatti ma soprattutto la gang del Vento tra i Salici da Le Avventure di Ichabod e Mr. Toad che in virtù della loro integrabilità sono stati usati benissimo e su più livelli: ecco quindi Topos e Talpino nel ruolo dei raccoglitori di elemosina, Taddeo in quello di Fezzywig, MacTass tra la folla della festa, Cirillo Belsedere come cavallo di Paperino e le faine a far da becchini nella scena finale. Insomma il meglio del meglio dell'antropomorfismo Disney al servizio della Signora delle trame raccontata con tale pathos e sentimento che è impossibile non farsi scendere una lacrimuccia in scene chiave come Topolino che piange la morte del figlio o la redenzione finale di Scrooge che è qualcosa di meraviglioso. Insomma, un gioiello che è stato fortunatamente inserito nel quarto treasure dedicato a Topolino finalmente nel suo formato widescreen originale e che merita di essere amato sempre più e preso ad esempio come modo migliore di trattare questi personaggi indimenticabili. Qui, qui e qui.


    1990


    Il Principe e il Povero (The Pince and the Pauper)

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    La rinascita è avvenuta, e con il sistema delle CAPS da Bianca e Bernie nella Terra dei Canguri, al quale questo mediometraggio fu abbinato nei cinema, è diventato possibile colorare al computer e comporre digitalmente le immagini. E' una Disney più fresca, dinamica e che ha una gran voglia di esibirsi al massimo delle sue potenzialità, e di riprendere i personaggi standard, che come si è visto nel decennio passato offrono ancora un grandissimo potenziale e sono letteralmente amati dal nuovo team di animatori. Lasciato da parte lo scenario urbano di Soccermania viene confezionato un nuovo mediometraggio Disney in costume, concepito per affiancarsi idealmente al Canto di Natale di Topolino nel suo reinterpretare dei classici della letteratura, dimostrando ancora una volta l'estrema versatilità di questi personaggi capaci di rappresentare qualsiasi storia. Stavolta però il cast è assai più limitato: abbiamo Topolino, Pippo, Paperino, Pietro, Pluto usati come sempre, mentre Clarabella e specialmente Orazio sono usati in maniera un po' insolita, l'unica presenza un po' particolare sono le faine che dai tempi di Le Avventure di Ichabod e Mr. Toad e passando per How to Be a Detective, Chi Ha Incastrato Roger Rabbit e Canto di Natale di Topolino si sono ormai candidate a diventare la moltitudine delinquenziale per eccellenza in casa Disney. Va detto però che per esigenze di copione Topolino recita in un doppio ruolo, quello del duo del titolo, anzi si potrebbe forse dire che il ruolo del Principe, un Topolino un po' sbruffoncello e sicuro di sé potrebbe idealmente andare al Re Sorcio di Gottfredsoniana memoria che aveva avuto modo di far vivere al Topolino degli anni 30 un'avventura molto simile. Attuato il celebre scambio di ruoli tra i due Topolini, il mediometraggio si focalizza su una frenetica corsa contro il tempo per rimettere a posto le cose, mentre dietro le quinte Pietro nel ruolo del capitano delle guardie trama per approfittarsi della situazione e prendere il potere, il tutto raccontato in soli venticinque minuti. Ecco, dovendo trovare un difetto non si può fare a meno di accorgersi che i ritmi sono troppo veloci e che la storia avrebbe avuto bisogno di maggior spazio, dato il suo ampio respiro: se il Canto di Natale era perfettamente calibrato per la sua durata, questo Principe e il Povero è troppo rapido in alcuni passaggi, ha dei climax davvero potenti che vengono tremendamente sacrificati dal troppo movimento. Viene da pensare che il formato ideale per una storia simile sarebbe stato il lungometraggio, al quale però probabilmente non era possibile dedicarsi visti i progetti grossi che bollivano in pentola. Ci troviamo comunque di fronte ad un'opera di tutto rispetto, con alcune scene veramente potenti, come quella della morte del re, e una musica molto suggestiva (forse anche un po' invasiva?), e soprattutto con una reinterpretazione moderna dell'animazione dei personaggi classici ad opera del talento emergente Andreas Deja che qui fa da supervisore generale insieme a Dale Baer. Agli storyboard invece troviamo future glorie come Gary Trousdale e Kirk Wise, Burny Mattinson, Mark Dindal e persino Daan Jippes che fumettisticamente farà storia a sé. Musicalmente si è già detto delle potenti strumentali, ma è presente pure una canzone, cantata da Topolino e Pippo, sorta di parodia de La Donna è Mobile del Rigoletto: questa pratica di ricantare in modo parodico alcune arie famose sarà poi riutilizzata nel lungometraggio direct to video I Tre Moschettieri. Insomma pur inferiore al Canto di Natale questo Principe e il Povero è un altro ottimo esempio di come creare un piccolo evento coi personaggi standard: Topolino sarebbe riapparso nei cinema pochi anni dopo con il corto Runaway Brain, ma il formato mediometraggio non sarebbe mai più stato usato per quasi vent'anni agli studios, fino all'arrivo di Prep and Landing. Qui, qui e qui.


    1995


    Topolino e il Cervello in Fuga (Runaway Brain)

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    Topolino torna al cinema in un nuovo cortometraggio animato. Non un mediometraggio, non un racconto in costume, non un'avventura dell'intera banda Disney, ma un corto su di lui di lunghezza standard, come non se ne vedevano dai tempi di The Simple Things. Esattamente come ai vecchi tempi. La cosa ha dell'incredibile, e dell'insolito, anche perché, pur avendo la forma di un corto, Runaway Brain non ne ricalca la struttura, ma è una sorta di piccolo kolossal d'azione e avventura basato sulla storia più che sulle gag: il tutto in meno di otto minuti. Eppure funziona meravigliosamente, pure meglio del Principe e il Povero, tanto che questo nuovo Topolino, tanto dinamico quanto classico (torna a indossare i calzoncini rossi!), così simpatico e moderno allo stesso tempo, fa scuola e viene riproposto proprio così, mantenendo intatto pure il design di casa sua, persino nei Mickey Mouse Works, il programma televisivo di rilancio dei corti che quattro anni dopo verrà iniziato da Roy Disney. Runaway Brain ci mostra un Topolino che per fatale equivoco si vede scambiare il cervello con quello di un mostro enorme dalle fattezze pietridi, con le logiche conseguenze del caso: vedremo quindi un mostrone enorme comportarsi in modo topolinesco, e un Mickey Mouse ferino, visione un po' disturbante che spingerà la Germania a eliminarlo dal Treasure Topolino Star a Colori Vol. 2 (con disagio di noi italiani, dato che la nostra versione è clonata da quella tedesca). Ovviamente la cosa poi si tradurrà in una corsa a perdifiato per rimettere le cose apposto, con una spruzzatina di King Kong nella parte finale, dove Topolino riappropriatosi del suo corpo salva Minni dal mostrone sulla cima di un grattacielo, il tutto con un comparto visivo veramente sconvolgente. Le gag sono veramente fantastiche (il picchiaduro di Cucciolo, il cervello tripartito di Topolino) e ci sono pure delle citazioni niente male a Steamboat Willie, all'Esorcista e persino a Frank Thomas e Ollie Johnston nel nome dello scimpanzè (il Dr. Frankenollie) che nel suo laboratorio crea il disastro. E' inoltre notevole che il Dr. Frankenollie ricordi quegli scenziati pazzi dalle fattezze di primati visti nella celebre storia a strisce di Gottfredson Topolino e Orazio nel Castello Incantato. Insomma siamo davanti a un corto storico perché oltre a costituire un evento di per sé il ritorno al cinema di un corto di Topolino, ci mostra il miglior modo di svecchiare un personaggio, nonché un impiego veramente sopraffino dello scenario urbano, riavvicinando così il mondo animato a quello fumettistico. Ma in verità c'è anche un altro motivo per cui Runaway Brain è importantissimo: ed è il fatto che questo è il primo prodotto degli studios parigini dei fratelli Brizzi dopo il passaggio da Walt Disney Television Animation a Walt Disney Feature Animation. Lo studio francese in precedenza si occupava di serie televisive e solo di recente era stato considerato il più adatto per realizzare lungometraggi cinematografici tratti da esse: Dopo Zio Paperone alla Ricerca della Lampada Perduta, il secondo lungometraggio in lavorazione doveva essere inizialmente il film di Ecco Pippo! ma le cose cambiarono quando la Walt Disney Feature Animation ci mise del suo e portò il film su binari molto più classici. L'ottimo risultato finale del "semicanonico" In Viaggio con Pippo convinse la dirigenza a trasformare questi studi minori nella seconda succursale ufficiale della WDFA dopo il distaccamento di Florida, una scelta che avrebbe potato questi studios a partecipare attivamente alla produzione di capolavori quali Il Gobbo di Notre Dame, Tarzan, Fantasia 2000, Atlantis, Destino e via dicendo. Ma come prima produzione, una sorta di test, si decise di produrre questo corto di Topolino, motivo per cui l'ottimo Andreas Deja venne mandato a Parigi per dare lezioni e supervisionare personalmente l'intera produzione del corto. Il corto venne abbinato nelle sale americane a Un Ragazzo alla Corte di Re Artù ma internazionalmente si optò assai più logicamente per abbinarlo a In Viaggio con Pippo in un unico spettacolone a base di standard character, sottolineando tralaltro la medesima paternità creativa delle due pellicole. Qui.
  • Tutti in Scena! (Get a Horse!) 2013

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    1. La Costante Disneyana

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    Nell’ultimo secolo molti hanno cercato di codificare le regole che potessero definire lo spirito Disney, fallendo clamorosamente. Novant’anni di storia sono tanti, e in questo lungo periodo il marchio è stato associato ai prodotti più disparati, rendendo difficile stabilire una costante. Eppure una regola d’oro c’è, che ci portiamo avanti sin dal tempi di Walt: andare sempre avanti, ma nel rispetto della tradizione. La storia disneyana è la storia della ricerca di un giusto compromesso tra antico e moderno, studiando il modo migliore per ottenere quel delicatissimo equilibrio che permetta ai prodotti con questo marchio di diventare dei veri e proprio classici universali. Nel 2012 l’uscita del rivoluzionario corto “Paperman”, realizzato con una tecnica d’animazione ibrida, capace di fondere insieme computer grafica e disegno a mano, sbalordisce il pubblico, dandoci il punto di vista dei Walt Disney Animation Studios sullo spinoso problema della rivalità tra le due tecniche. Ma ancora prima che lo scenario cinematografico metabolizzi questa rivoluzione, ecco che i WDAS l’anno seguente propongono “Get a Horse!”, bizzarro cortometraggio che pone in relazione le due tecniche in modo ancora diverso e assolutamente originale. E non è l’unica sua particolarità, dal momento che il corto in questione segna il ritorno sul grande schermo del Mickey Mouse dei Walt Disney Animation Studios, nel suo primo cortometraggio “ufficiale” da molti anni a questa parte.

    2. Un Topo WDAS

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    Per capire il significato di questo ritorno di Topolino nelle mani dello studio che l’ha inventato bisogna ripercorrere le tappe più importanti della sua carriera. Dopo i ruggenti anni 30, il Topo era andato incontro ad un lento declino. Il mondo del dopoguerra non aveva più bisogno dell’entusiasta eroe del “New Deal”, e così furono proprio i suoi stessi comprimari a scalzarlo dai cuori di un pubblico sempre più disincantato: nel 1953, con il corto “The Simple Things”, la serie venne brutalmente interrotta. Ci vollero ben trent’anni e una nuova generazione di animatori per far vivere a Topolino delle nuove avventure sul grande schermo: il capolavoro “Canto di Natale di Topolino” (1983), il delizioso “Il Principe e il Povero” (1990) e l’adrenalinico “Topolino e il Cervello in Fuga” (1995) costituirono un ritorno in grande stile per il caro vecchio Mickey Mouse. Eppure, se escludiamo il breve cameo in “Fantasia 2000”, gli studios non toccarono più il personaggio di cui furono i creatori.

    3. Un Topo TV

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    Topolino però non sparì davvero dalla circolazione. Il buon Mickey venne invece “ereditato” dai reparti televisivi, pronti ad impiegarlo in una moltitudine di progetti diversi. Uscirono infatti alcuni lungometraggi direct to video a lui intitolati, come il riuscitissimo “I Tre Moschettieri” e due film a tema natalizio. Vennero inoltre realizzate alcune serie televisive con lui protagonista: la deliziosa “Mickey Mouse Works”, la bizzarra "House of Mouse” e infine la svilente serie prescolare “Mickey Mouse Clubhouse”. Quest’ultima causò a Topolino un danno d’immagine notevole, collegandolo per anni ad un prodotto dal target basso e invalidando quell’idea di intrattenimento per tutti tanto cara a Walt. Ci voleva un forte scossone per togliersi di dosso questa cattiva fama. Neanche a farlo apposta, fu proprio dalla Disney Television che questo scossone arrivò. L’arrivo della recente serie di corti televisivi animati in flash fu un vero e proprio shock: i personaggi vennero ridisegnati con uno stile più moderno e nel contempo ispirato agli anni 30, e l’umorismo era qualcosa di veramente nuovo. Moderni, dinamici, irriverenti ma nel contempo rispettosi dei personaggi, questi corti televisivi aiutarono Topolino a risalire la china nel corso del 2013, stimolando un po’ di sana rivalità anche dalle parti dell’hat building. Potevano i WDAS restare a guardare mentre qualcun’altro rilanciava il loro personaggio?

    4. Antico per Finta

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    Fu proprio quando venne proposto ai WDAS di dare qualche idea ai loro colleghi del reparto televisivo all’opera sulla nuova serie, che la regista Lauren MacMullan decise invece di fare di testa sua, proponendo a John Lasseter di realizzare “Get a Horse!”. Esattamente come nella serie di corti televisivi, anche qui il modello di riferimento di Topolino sarebbe stato quello anni ‘30, amatissimo dalla MacMullan per la sua freschezza. Lo scopo sarebbe stato camuffare il più possibile il cortometraggio, spacciandolo per un corto antico, ritrovato fortuitamente in una collezione privata. Per ottenere l’effetto vintage si è infatti cercato di riprodurre il più possibile lo stile fatto di cerchi e tubi di gomma, tipico di Ub Iwerks, mentre con dei filtri speciali è stata appositamente invecchiata la pellicola, in modo da aumentare l’illusione. Il corto è stato fatto precedere dal classicissimo “Minnie’s Yoo-Hoo”, tema musicale che apriva ogni episodio della gloriosa serie, e il doppiaggio è stato affidato a… Walt Disney! Questa si è rivelata l’impresa più ardua. Walt aveva doppiato Mickey lungo tutta la prima fase della sua carriera, per cui c’era una gran disponibilità di suoni e vocalizzi già campionati, ma per ottenere alcune esclamazioni completamente nuove come “Red?” è toccato lavorare di fino, mixando e combinando altri suoni. Responsabile dell’animazione tradizionale presente nel corto è il veterano Eric Goldberg, già animatore del Genio di “Aladdin”, della “Rapsodia in Blu” in “Fantasia 2000” e uno degli ultimi numi tutelari del disegno a mano rimasti ai WDAS. Goldberg ha riportato sulla scena Topolino e Minni così come apparivano nel 1928, aggiungendo al cast anche Orazio, Clarabella e ovviamente Pietro Gambadilegno, il quale, sbraitando l’esclamazione del titolo contro il carrozzone su cui danza e balla la gang di Topolino, li invita a farsi da parte, cercando di sorpassarli con la sua primitiva automobile.

    5. Oltre la Quarta Parete

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    E’ solo quando Pietro afferra Topolino e lo scaraventa contro lo schermo, rompendo letteralmente la quarta parete, che il trucco viene svelato. Mickey approda dall’altro lato… a colori e in CGI, e da quel momento in poi si scatena un putiferio di creatività: separati dalla “quarta parete”, Topolino e Pietro si danno battaglia ricorrendo a trucchi di ogni tipo, in un continuo crescendo di follia. CGI e animazione tradizionale si scambiano di posto, l’intero cast fa continuamente avanti e indietro tra i due lati dello schermo, strapazzandolo di continuo e giocando con lo stesso formato panoramico. Si tratta quindi di un magnifico virtuosismo meta-cinematografico, un vero e proprio “dialogo” tra le due tecniche di animazione, messe finalmente faccia a faccia. Per supervisionare l’animazione CGI è stato chiamato Adam Green, già noto ai WDAS per aver lavorato a “Bolt” e “Ralph Spaccatutto”. Il lavoro svolto da Green è magnifico nella sua semplicità: di certo la sua CGI non ha la sofisticatezza dell’animazione umana vista in “Rapunzel” e “Frozen”, ma è una perfetta trasposizione tridimensionale dello stile minimalista e gommoso tipicamente Iwerksiano. E c'è anche un cameo di Oswald!

    6. Tutti in Scena, per Davvero

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    “Get a Horse!” è stato presentato in anteprima ad Annecy, dove è stata colta l’occasione per amplificare in grande stile lo scherzetto alla base del progetto, annunciando il ritrovamento di quello che in origine era il quarto corto di Topolino, uscito nel 1928 e da collocarsi tra “Steamboat Willie” e “The Barn Dance”. La regista si è spacciata come restauratrice, e il pubblico non ha potuto fare a meno di stupirsi quando, grazie alla stereoscopia, si è trovato di fronte all’inaspettato colpo di scena. L’ottimo successo di critica e di pubblico è poi continuato qualche mese dopo con l’uscita ufficiale nelle sale abbinato a “Frozen”, confermando l’ottima abitudine, iniziata con “la Ballata di Nessie” e continuata con “Paperman”, di sfruttare l’uscita nei nuovi lungometraggi come vetrina per queste piccole perle, come da anni fa la Pixar. La carriera cinematografica del figliol prodigo Mickey Mouse, tornato protagonista di un corto WDAS dopo ben diciott’anni, sembra non fermarsi qui. All’hat building qualcos’altro bolle in pentola. Che sia arrivato il momento di lasciarsi alle spalle esercizi di stile e nostalgie per iniziare una nuova stagione di avventure?
  • Qualche domanda sui corti del 1928:

    - perchè Steamboat Willie è messo come primo nel Treasures? Vogliono dargli ancor più importanza vendendolo come "il primo corto di Topolino in assoluto", oppure Plane Crazy e Gallopin' Gaucho sono in ordine di distribuzione dato che sono stati musicati dopo?

    - come mai nel Treasures alcuni corti sono col titolo in inglese e altri in italiano? Quelli in italiano erano già stati distribuiti in italiano in precedenza e in quell'occasione gli era stata assegnata una traduzione?

    - Sono io miope o nel Treasures manca The Barn Dance? Se è davvero così, i Treasures non dovevano essere la collezione iper-uber-completa?
    Grrodon ha scritto:Topolino Gaucho (The Gallopin' Gaucho)
    una Minni che per la prima volta sfoggia un reggiseno.
    Per me ha ben poco del reggiseno, è più probabile che siano due cerchi su una maglietta nera, una sorta di prototipo dei pois del vestitino rosso con cui sarà famoso...

    Ho notato che a parte Plane Crazy il pappagallo di Minnie è un personaggio ricorrente, forse il suo aspetto l'aveva reso così simpatico a Walt e Ub al punto da volerne fare quasi una comparsa fissa del cast... E in The Barn Dance potremmo essere al cospetto di una versione preliminare di Piedidolci!
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  • -Steamboat Willie viene ovuqnue considerato l'esordio ufficiale di Topolino, anche se così non è. Evidentemente pur di farlo risultare tale hanno considerato non canonica la circolazione su scala locale dei primi due in versione muta. Ma resta il fatto che sono stati creati prima, hanno uno stile grafico precedente e vanno visti prima, anche se il primo a passare nei cinema grossi rimane Steamboat Willie.

    -Nel treasures i corti col titolo in italiano sono quelli che sono arrivati in italia nei vari programmi Disney tipo Disney Club o sul Disney Channel, insomma sono quelli in Italiano. Come dici? Nel treasures sono tutti in inglese? Bé lì è perché hanno voluto sbattersi poco e non recuperare i doppiaggi, ma ti garantisco che in molti casi c'erano, ed erano pure belli! Pensa che per il treasures delle Silly alcuni doppiaggi sono stati fatti appositamente, che differenza da allora...

    -Completa è completa, ma tu bel distrattone ti sei lasciato sfuggire l'esistenza di un Topolino in b/n vol. 2. (avevo anche messo l'immagine). Che per ora hanno solo americani e spagnoli e chissà se e quando arriverà da noi. Speravo in quest'anno ma evidentemente l'era del blu-ray ha raso al suolo questi progetti. Se entro l'anno non esce penso che si possa anche comprare all'estero, tanto vista la poca voglia che hanno avuto di inserire i corti in italiano nel primo volume non penso che lo farebbero poi. Anzi, penso che sarebbe da avere in versione italiana giusto per i sottotitoli alle introduzioni di Leonard Maltin.

    -No, non sono pois. Sono le TETTE DI MINNI. Solo che ha poco seno. Infatti non avrà mai alcun abito a pois nei cartoni ma il toracino nudo.
  • Grrodon ha scritto:-Completa è completa, ma tu bel distrattone ti sei lasciato sfuggire l'esistenza di un Topolino in b/n vol. 2. (avevo anche messo l'immagine).
    Ehhh? Per sapere dell'esistenza sapevo, ma avevo dato per scontatissimo che fossero suddivisi in ordine cronologico, col volume 1 che si ferma a un tal anno e da lì in poi riprendono nel volume 2.
    Non un rimescolone cronologico tra i due cofanetti, magari con i corti "da serie A" nel primo e "da serie B" nel secondo (o non so quale altro criterio sia stato usato per la suddivisione).
    Mah, è contrario ad ogni logica di collezione, mi sembra insensato.
    Non oso immaginare la rabbia che deve aver provato la tua indole catalogatoria una volta appreso di questa divisione alla katso.
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  • Diciamo che ne ho capito le ragioni, visto che non è capitato solo ai topi b/n ma anche alle Silly. Evidentemente sono cofanetti che Maltin ha composto quando non aveva ancora la sicurezza al 100% che la Disney gli avrebbe permesso di utilizzare i Treasures come cronologicona (e infatti non viene mai detto ufficialmente questa cosa, essendo contraria alle politiche Disney fatte di compilation scrause, ma sempre fatta intendere, almeno nei primi tempi), e così ha cercato di coprirsi le spalle inserendo sia in Topo b/n 1 che in Silly 1 "casualmente" la metà esatta del corpus complessivo. In caso di via libera sarebbe così bastato un volume 2, sennò ci sarebbe stata comunque la consolazione di aver realizzato un best of. Addirittura per riuscire nell'impresa Maltin ha letteralmente barato col dvd delle Silly rimpinzandolo all'eccesso e arrivando a nascondere corti qua e là come easter eggs non ufficializzati pur di riuscire ad arrivare esattamente a metà.
    Ci è riuscito e infatti nelle wave successive gli hanno concesso di completare ciò che aveva iniziato, ecco il motivo per cui abbiamo un volume intitolato "More Silly Simphonies", ad esempio. E' chiaro che dovendo scegliere ha dovuto mettere i suoi preferiti, o comunque i migliori nei primi volumi delle due collane, col risultato che abbiamo un meglio di e un peggio di. Ma ovviamente sono valutazioni spesso relative (che ci farebbe sennò Haunted House nel volume 2 anziché nell'1?).

    Il mio punto di vista è che questo è già un grande risultato, specie per me che ho passato una vita a cercare di registrare i corti che mi mancavano ogni week-end, o coprando vhs colme di doppioni e triploni. Se anche questi volumi sono "poco ortodossi" non me ne frega nulla, perché sono la riprova che Maltin è un eroe. Punto.
  • carissimo grr, ma perchè non fai un post per ogni annata? -_-

    miglioreresti la lettura per chi, come me, legge di passo passo le tue aggiunte...
  • Curioso che tu me lo chieda proprio quando ho postato la nuova annata in un nuovo post.
    Perchè:

    1) Le annate non sono omogenee

    2) dovrei aprire topic con qualcosa come seicento post vuoti all'inizio e mi parrebbe una cosa ridicola.

    Quindi alla fine il criterio è che uso un post a Treasure, generalmente. Tranne nei casi di Treasure non cronologici come MIckey in b/n o la Silly, dove vado un po' a buon senso (ho calcolato che dopo una trentina o una quarantina di corti è meglio cambiare post), oppure nel caso del treasure di Pippo, unico ma riempito fino all'inverosimile, e quindi diviso in due post.
  • potresti semplicemente fare: 1^ post indice, coi link alle varie annate; e poi ogni volta che fai una nuova rece dell'annata inserisci il post in quel momento spostando nel suo spazio riservato...

    [edit]non so se è molto chiaro, casomai cancella tutto :asd:[/edit]
  • Non penso che sia possibile spostare o anticipare alcun post. Ma cmq queste cose sono un po' OT, mi sbatto come una locomotiva per analizzare i corti, quindi parliamo di quelli, miseriaccia!
  • Bè, in realtà non cambia granchè se li fai in post separati quando li hai già "prenotati" all'inizio postando post vuoti che dovranno essere riempiti successivamente, perchè rimane comunque un malloppone unico tutto nella prima pagina lentissimo da caricare... Da quel punto di vista, se vuoi adottare per un dibattito in un forum l'impostazione "da sito" con tutto all'inizio come piace a te, come fai ora è indifferente al postare tutto in un post unico, tanto varrebbe allora che facessi così.
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  • Il punto è che ora vedi un sacco di post vuoti (e non è il massimo), ma erano preventivi. Ora più di quattro post vuoti (per Paperino) non ne vedrete più. Di mio ne farei anche uno solo per tutti i corti, ma è che quando li aggiorno ci mette un sacco a caricarsi, quindi ora l'uguaglianza è più o meno quella di un post per Treasure. Comunque sono casi rari, perché poi avrete un sacco di thread con pochi corti l'uno, assai più navigabili (il thread di Figaro, quello di Donald & Goofy, quello sul Grillo, etc).
  • Grrodon ha scritto:Ci sarebbe in verità una quarta occasione in cui Pluto favellerà, e cioè in una storia a strisce di Gottfredson di metà anni '40 in cui per un incantesimo si ritroverà a poter esprimere i suoi sentimenti per il suo padrone, salvo perdere l'uso della parola sul più bello a causa del sadismo dell'incantatrice.
    In verità, almeno nell'ambito dei cartoni, Pluto parlerà un'altra volta prima di questa storia di Gottfredson, ed è nell'assai vicino cartoon "Mickey steps out".

    A parte questo piccolo appunto, voleva essere solo un messaggio per d'apprezzamento per il lavoro di Grrodon, e ovviamente per la maggior parte dei corti recensiti finora.
    Quelli del 1933 sono davvero fantastici, tra questi amo particolarmente "Mickey's good deed", trasmesso tutti gli anni a Natale dalla Rai colorizzato, e "Building a building".
    Ultima modifica di Donald Duck il martedì 27 luglio 2010, 13:44, modificato 2 volte in totale.
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    Pure su YouTube: https://www.youtube.com/channel/UCBsX4Y ... LjrjN8JvEQ.
  • Bello che tu abbia citato Casty, bella ed efficace la spiegazione dell'intrusione di "Donald and Pluto" e bellissimo "Attraverso lo Specchio".

    Sono sempre, sempre rimasto affascinato fin da piccolo dal mondo Disney inteso come un grande giocattolone, surreale, favolistico e quant'altro. E ho sempre avuto il desiderio di vedere questo corto e l'ho potuto soddisfare solo qualche anno fa grazie ad un passaggio in Rai. Topolino con gli occhi a spicchietti e i calzoncini in una storiella visionaria e scanzonata è una gioia visiva.
  • Premesso che Clock Cleaners è un capolavoro, gli ho sempre anteposto il mio corto del trio preferito da sempre (e sul mio podio personale di tutti i corti), Lonesome Ghosts. Ho sempre adorato l'atmosfera cupa e fantastica che vi si respirava, e i fantasmi hanno una stilizzazione grafica perfetta, mai visto altri spettri più belli.

    Tra l'altro per chi non l'avesse notato, c'è un piccolo blooper nel corto: quando Pippo è incastrato nel mobile con la testa che fuoriesce da una crepa, nella sequenza in cui si abbassa all'interno il buco per la testa non compare più. :P
  • Spettacolo di Beneficenza
    E' infatti qui che avviene lo storico incontro tra Topolino e un Paperino dalle zampe nere, qui tornato al bianco e nero dopo l'esordio in The Wise Little Hen. Questo trapianto al cast degli standard characters avviene con successo, e Paperino dopo aver sfoggiato al suo esordio la voce paperosa e il tormentone "Oh boy!", viene qui arricchito di un temperamento collerico e di un modo di arrabbiarsi e di agitare i pugni che rimarrà nella storia del personaggio.
    Il Cane Rapito
    L'accoppiata Topolino e Pippo è opera di Floyd Gottfredson che la sperimenta nei fumetti, ma prima del trio non ha alcuna corrispondenza nell'animazione, tantevvero che il partner che viene affibbiato qui ad un Topolino poliziotto altri non è che Paperino, ancora con le zampe nere.
    Oibò, e così Paperino si unisce al Topo prima di Pippo?
    Bizzarro, non capisco come mai, dato che finora era comparso solo nella Gallinella Saggia, dove non faceva poi granchè di memorabile per accattivarsi le simpatie del pubblico, a differenza della risatona buffa di Pippo e le prime goffaggini da comprimario...
    E' bastato il character design di Paperino a farlo reclamare a gran voce dal pubblico? O è stato Disney e il suo staff che hanno provato a spingerlo in primo piano?
    Chissà poi perché invece Paperino si è guadagnato un suo "mondo" mentre Pippo è stato accoppiato a Topolino, invece di ottenere una sua "Cagnopoli"...
    Mickey's Kangaroo
    è però interessante perché scopriamo la vera voce di Pluto, dal momento che pur non parlando, ci sono varie scene in cui guarda in camera e confida al pubblico i suoi pensieri ostili nei confronti dei nuovi arrivati.
    E direi che le sue smorfie rabbiose in primo piano, così come i suoi occhioni cigliati da mamma nel finale, sono le espressione più grottesche che io abbia mai visto nel povero cane arancione.
    Pattinare, che Passione!
    Questo sì che è un capolavoro, direi il primo cortometraggio che sa utilizzare alla perfezione la banda Disney.
    Topolino e Minnie con belle scene romantiche, Paperino e Pluto gag slapstick, mentre Pippo ha i momenti più surreali; tutto questo viene tenuto insieme dal microcosmo laghetto ghiacciato popolato da personaggi conosciute e comparse create per l'occasione, ma soprattutto da un finale epico nel quale confluiscono tutti i minisiparietti sfruttando una struttura narrativa davvero valida.
    Una Pozione Combina-Guai
    Simpatico e originale, e segna l'abbandono di Pietro come personaggio vero e proprio e l'inizio del suo utilizzo come figura negativa generica.
    Perchè avverrebbe qui questo "esordio"? D'altronde proprio l'anno precedente era stato addirittura una sceriffo, una figura dalla parte della legge che però in quell'occasione era un villain...

    Un paio di curiosità:
    - nonostante abbiano poche battute, le guest star VIP immagino siano sempre state doppiate da imitatori... Per caso si conosce di qualche eccezione in cui un personaggio si è prestato per "interpretarsi", vista la notorietà che aveva Topolino in quei tempi?
    - In Italia questi corti come arrivarono le prime volte? Qualcuno fu proiettato al cinema in quegli anni? Si doppiavano già all'epoca o si sottotitolavano? Venivano fatte schermate per l'occasione per i titoli per coprire la dicitura americana "Mickey Mouse"?
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  • DeborohWalker ha scritto: Oibò, e così Paperino si unisce al Topo prima di Pippo?
    Bizzarro, non capisco come mai, dato che finora era comparso solo nella Gallinella Saggia, dove non faceva poi granchè di memorabile per accattivarsi le simpatie del pubblico, a differenza della risatona buffa di Pippo e le prime goffaggini da comprimario...
    Penso che il successo di Paperino sia da ricercarsi nella voce particolare, penso, ai tempi, molto apprezzata dal pubblico.
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