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Silly Symphony

Inviato: sabato 20 marzo 2010, 21:54
da Valerio
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La serie che durante tutto il corso degli anni 30 ha aiutato Walt Disney e il suo staff ad evolvere l'arte dell'animazione portandola ai massimi livelli. Nata nel 1929 in seguito ad una scherzosa polemica all'interno degli studios su quale fosse la strada da seguire ora che il sonoro era stato introdotto, se lasciarsi guidare da esso o piegarlo alle esigenze narrative, questa serie è la risposta di Walt: "apriamo un filone apposito!". Ed è così che Topolino venne progressivamente liberato dai frivoli balletti che in quel periodo stavano monopolizzandone la serie, per aprirsi a trame più varie e avventurose. I balletti di animali vennero quindi relegati nel loro ghetto...che fu ghetto per molto poco tempo visto che nel 1932, con l'introduzione del colore la musica cambiò. E in meglio.
Infatti pur essendo presenti parecchie genialate nelle prime Silly Simphonies (The Skeleton Dance, Hell's Bells ma anche Springtime erano pieni di belle gag, anche parecchio ritmate e assai visionarie) è innegabile che l'intera fase in bianco e nero contenga molto poco di memorabile, e anzi tenda a venire un po' a noia data la ripetitività dei soggetti. E' con l'introduzione del colore che la serie si converte in contenitore di sperimentazioni di ogni tipo per quel grande progetto che sarebbe stato Biancaneve e i Sette Nani. E' nelle Silly che si sperimenta la caratterizzazione dei personaggi (Three Little Pigs), che si studia il movimento della figura umana (Goddess of Spring), che si introduce la profondità di campo (The Old Mill), è questa la serie che prima ancora di Topolino adotta definitivamente il colore. Ma anche senza tirare in ballo le innovazioni tecniche, non si può fare a meno di notare di come la serie vada via via migliorando grazie alla scelta di raccontare le fiabe, ed è infatti in questo periodo che ogni singolo corto si tramuta in un gioiellino, godibile e interessante per motivi via via diversi. La musica da ragione d'esistere si tramuterà in pretesto, certo, ma non si perderà mai quella magia, quell'incanto fiabesco e quello humor fulminante che sarà il tratto stilistico dei futuri lungometraggi animati: anzi, sarà proprio l'inizio di questo fortunato filone alla fine degli anni 30 a decretare la fine di questa magica serie, che aveva evidentemente trovato il suo scopo, convertendosi al nuovo formato. E non sarà un caso che gli adattamenti a fumetti di lungometraggi quali Biancaneve, Pinocchio e Bambi, sarebbero stati ospitati nello stesso spazio occupato dalla tavola domenicale delle Silly Simphony, come a voler sottolineare il passaggio del testimone.

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1929

La Danza degli Scheletri (The Skeleton Dance)

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Si inizia col botto. Un capolavoro che a distanza di un secolo è ancora fantastico e umoristico fino al midollo. Si sente che c'è tutta la trasgressione Iwerksiana in questo splendido quadretto macabro in cui un gruppetto di scheletri, graficamente neanche troppo caricaturale, esce dalle tombe per scatenarsi in una danza buffissima e a tratti demenziale. Un virtuosismo visivo assolutamente piacevole, dove anche le animazioni frequentemente ripetute sono un valore aggiunto e scandiscono alla perfezione i tempi comici. Il corto è poi arricchito da una colonna sonora da capogiro, ricca di brani classici tra cui la Marcia dei Nani di Grieg. Insomma un capolavoro, tale che il design degli scheletri e l'idea di vederli in un contesto spensierato e umoristico sarebbe poi tornato pochi mesi dopo in The Haunted House in cui il malcapitato protagonista dell'allegro incubo sarebbe stato proprio Mickey Mouse. Qui.


El Terrible Toreador

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L'ambientazione spagnoleggiante descrive una storiella balzana in cui un toreador si contende le attenzioni di una cameriera con un soldatone baffuto. La schermaglia ha poco seguito però, visto che nella seconda fase del corto inizia una buffa corrida con gag simili a quelle di Puss in Boots e Alice the Toreador. L'apice lo si raggiunge alla fine con la gag piuttosto macabra del toro che viene rivoltato come un calzino. Pur discontinua questa seconda Silly si fa notare per una colonna sonora presa di peso dalla Carmen e per essere il primo corto dai tempi dei Laugh-O-Grams a cimentarsi con l'animazione di esseri umani. Il risultato è molto caricaturale e assai poco credibile, e in fin dei conti assomigliano tutti ad animaletti insettosi, ma è pur sempre un inizio. Qui


Springtime

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Inizia qui un ciclo di Silly Simphonies che troverà la sua conclusione solo l'anno prossimo. Si tratta delle quattro stagioni di Walt Disney, con ciascuna un cortometraggio dedicato. Ovviamente sono semplici quadretti naturaleggianti con balletti di animali, un'idea che verrà utilizzata frequentemente in questi primissimi anni, ma di notevole c'è che finalmente liberi dal vincolo del personaggio protagonista, le Silly Simphonies possono sperimentare formule anche continuative e progetti a lungo termine, come dimostreranno poi alcuni sequel, i primissimi mai sfornati da Walt Disney, che troveranno posto proprio in questa serie. Questo primo corto stagionale, che parla della primavera, ci offre un balletto piuttosto gradevole, mai noioso ma con molto ritmo che coinvolge rospi e cicogne al ritmo della Danza delle Ore di Ponchielli. Diversamente dai corti di Topolino dove predominavano i motivetti folk qui Walt sembra voler attingere ad un repertorio più nobile di musica classica, e infatti non si sente solo il ritornello ma il brano viene mostrato per intero con una serie di immagini che si sposano bene con la musica, con ben undici anni di anticipo su Giacinta, Opanova e l'allegro serraglio di Fantasia. Il corto, davvero molto buono è stato scelto per essere citato ne La Carica dei 101: se la musichetta e le immagini iniziali non giungono nuove è infatti perché si tratta del corto che i cuccioli guardano alla televisione a Villa De Mon mentre Orazio e Gaspare cenano. Qui.


Hell's Bells

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Lo humor nero di Iwerks ci regala questa sua ultima grande perla come animatore Disneyano prima di lasciare gli studios. Grottesca e visionaria, con un uso del bianco e nero assolutamente magistrale, la Silly è ambientata all'inferno, dove al cospetto di un buffissimo Satana alcuni diavoletti ballano in maniera assolutamente demenziale e mungono fuoco dalle mammelle di una diavolmucca per portare la cena al grande boss, che non esisterà a divorare per sfizio alcuni servitori. Dal primo all'ultimo minuto il cortometraggio presenta gag brillanti e intelligenti, e per certi versi anche moderne, come quando il drago infernale divora il pipistrello per vedersi spuntare le ali e volare via come un uccellino, con tanto di motivetto buffo. Il corto poi ingrana definitivamente quando un subalterno si ribella dando una lezione al capo e scatenando un comico inseguimento sulle note di Grieg, ennesima conferma di quanto comicità, musica e ritmo sappiano sposarsi bene nell'opera di quel visionario di Ub Iwerks. Capolavoro. Qui.


The Merry Dwarfs

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Un balletto di gnomi, graficamente stilizzati ma dall'inconfondibile tratto stilistico Iwerksiano. Il corto è visivamente assai appagante all'inizio quando mostra gli gnomi intenti alle loro varie attività gnomesche ma diventa ben presto un'occasione per presentare in maniera specchiata sempre le stesse animazioni, finendo per anticipare il periodo meno ispirato che seguirà l'abbandono di Ub e che vedrà questo ciclo ripetersi spesso e volentieri, cambiando solo la tipologia di ballerini. Qui.


1930


Summer

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Viene portato avanti il progetto delle quattro stagioni, iniziato l'anno prima. L'estate Disneyana non è però dello stesso livello della gloriosa primavera. Visivamente è assai più monotona visto che i soggetti sono praticamente solo degli insettini, e anche il livello del balletto non è certo lo stesso. In Springtime c'era la Danza delle Ore, un brano conosciuto e amato, qui c'è un accompagnamento musicale più anonimo. Si fanno ricordare, non si sa se in bene o in male, le sequenza con un disturbantissimo insetto stecco e quelle con gli scarabei stercorari, ma per il resto siamo fortemente in calando. Qui.


Autumn

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Piccola ripresa, non si torna al livello di Springtime anche per via della colonna sonora inferiore, ma visivamente parlando le delizie della stagione si sentono tutte, e col bianco e nero Disneyano si riesce a rendere molto bene la boscosità della situazione, con gli animaletti che in mezzo alle foglie cadenti fanno provviste per l'inverno. Questa terza parte parrebbe anche essere maggiormente narrativa, viste le situazioni in cui i corvi rubano le pannocchie agli scoiattoli e il finale in cui tutti trovano riparo dai primissimi fiocchi di neve (e il corvo lasciato fuori e poi riaccolto ricorda non poco il paio di gambe della Danza degli Scheletri). Qui.


Cannibal Capers

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La Silly razzista! Scherzi a parte è una visione molto ingenua e divertente di un villaggio africano, che il titolo definisce di cannibali, cosa che non ha riscontro alcuno nel corto, in cui al massimo cercano di cucinare una tartaruga. Molto bello e ben ritmato, ci mostra i cannibali come simpatici animaletti stilizzati, con un becco al posto delle labbra e una sfera attaccata a un filo come corpo, molto surreale e divertente l'arrivo del leone finale. Interessante notare come nel corto sia stato in seguito tagliato il finale, senza motivo alcuno, in cui il leone veniva messo in fuga. Nel Treasures inspiegabilmente Maltin inserisce sia la versione completa di finale che quella mozzata, anche se non si capisce che senso abbia il recupero di una versione mutila, non trattandosi di un montaggio diverso, ma proprio di un moncherino. Qui.


Night

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Se non è una Silly stagionale poco ci manca, visto che propone un quadretto musicale assai gradevole fatto di animaletti notturni e scenari lacustri. Varietà visiva e un commento musicale assolutamente degno che include persino il Bel Danubio Blu fanno di questa Silly una di quelle più riuscite di questo periodo di rodaggio. Molto bella la ripresa iniziale sul laghetto con tanto di luna che canta, e l'utilizzo di alcuni animali meno convenzionali come le zanzare o le lucciole clown. Qui.


Frolicking Fish

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Un balletto di pesci. Anche se una parvenza di trama verso la fine pare esserci visto che tra un guizzo e l'altro spunta una piovra molto simile a quella che vedremo l'anno prossimo in The Beach Party e che Topolino combatterà. Anche qui la piovra svolge il ruolo di villain turbando la quiete ridacchiando e divorando gli altri pesci, fino a che verrà messa fuori gioco. Qui.


Arctic Antics

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Idem come sopra, un po' come tutte le Silly del periodo. Stavolta sono di scena gli animali artici. Anche i pinguini che nell'artico non dovrebbero esserci proprio. Apprezzabile il loro numero musicale però, visto che utilizza quella stessa marcetta che in un contesto simile sarà utile a Paperino nel corto Polar Trappers. Per il resto fa piacere vedere gli animatori esercitarsi su trichechi, orsi polari e altri animali un po' insoliti, caratterizzati sempre alla maniera Disney. Particolare il finale sfumato in cui ci si allontana da quel mondo e in primo piano appare un iceberg, una chiusura molto simile a quella di Funny Little Bunnies. Qui.


Midnight in a Toy Shop

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Prima di Toy Story, di Winnie Pooh e di Broken Toys ecco i primi giocattoli Disneyani a prendere vita. Già il titolo di per sé è evocativo, se ci aggiungiamo la tematica intrigante, un bianco e nero suggestivo e la cornice con un ragnetto che si introduce nottetempo nella bottega dei giocattoli per dare inizio a tutto, otteniamo una delle migliori Silly dei primi anni, che fa ben perdonare il fatto che tutto vada a parare nei soliti balletti. Da notare che il ragnetto curioso tornerà come spunto narrativo anche in Egyptian Melodies l'anno successivo. Qui.


Monkey Melodies

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Come anche in Frolicking Fish, si nota la volontà di arricchire il menu con delle piccole trame, per non fossilizzarsi sempre e solo sui balletti. Peccato che questo balletto di scimmie forse stava meglio solo come balletto, visto che la coppietta di scimmiotti protagonisti oltre a ricordarci Topolino e Minni non fa molto altro che scappare dal solito animale villain che in questo caso è il coccodrillo. Poco memorabile. Qui.


Winter

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Le quattro stagioni di Walt Disney trovano qui una felice conclusione. Il corto anche grazie alla sporcizia del bianco e nero ha atmosfere veramente uniche che battono di gran lunga quelle dei tre corti precedenti. La musica ricopre un ruolo minore rispetto a Springtime ma perlomeno sono presenti brani classici a tema, bei balletti e un buon ritmo. La fauna stavolta comprende alci, orsi, ricci e altri mammiferi boschivi. La volontà di raccontare qualcosa che da un po' di tempo a questa parte ha preso piede è qui molto più originale del solito visto che non c'è il solito confronto con un animaletto predatore ma un momento ben più atteso: il giorno della marmotta. Secondo una credenza americana se il secondo giorno di febbraio una marmotta esce dalla sua tana e non riesce a vedere la sua ombra, l'inverno finirà presto. Qualora fosse una bella giornata e l'ombra apparisse, la marmotta dovrebbe spaventarsi e tornare a nascondersi, segno che l'inverno durerà per altre sei settimane. Ovviamente la parte finale del corto è interamente giocata su questa tradizione, rendendo Winter la miglior conclusione possibile di questa atipica quadrilogia. Qui.


Playful Pan

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Un fauno giocondo, graficamente assai poco ispirato, appare e zufolando raduna intorno a sé animaletti vari. Seguono gag e balletti, fino a che un incendio non minaccerà la quiete. Sarà allora che il fauno, messo da parte sin dai primi minuti, tornerà in scena e con il suo flauto riuscirà a domarlo. L'unico elemento ricordabile è la colonna sonora all'inizio e alla fine: il suono del flauto panico è alquanto mistico e un po' atipico per gli standard del periodo. Gli alberi in fiamme ricordano un po' quelli che si vedranno in Flower and Trees. Qui.


1931


Un Nido di Uccellini (Birds of a Feather)

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Definire i ballerini di questo cortometraggio, precursore del gioiello Birds in the Spring, dei semplici uccellini è riduttivo visto che sono presenti cigni, folaghe, e persino un falco. E sarà proprio il falco, rapendo un pulcino, a rappresentare la crisi che tutto lo stormo dei buoni combatterà. E' ormai tendenza comune, espressa anche in Frolicking Fish e Monkey Melodies, quella di non limitarsi più a rappresentar balletti, ma inserire verso la fine un accenno di trama, un predatore o una catastrofe naturale che permette al gruppo di animali di turno di avere una certa unità d'azione e concludere il tutto con un climax. Il trucchetto verrà utilizzato in questo stesso anno anche in The Busy Beavers e The Spider and the Fly. Qui.


Storielle di Mamma Oca (Mother Goose Melodies)

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Le filastrocche di Mamma Oca sono il corpus di rime a cui più spesso in America si fa riferimento, dal momento che molte di esse si sono radicate nella cultura popolare anglosassone. E' in questa raccolta che trovano spazio i versetti dedicati a celebri e stracitati personaggi come il pigro Little Boy Blue, la povera Bo Peep che ha perso le sue pecorelle, la vecchietta che vive in una casa a forma di scarpa, i tre topi ciechi o anche solo l'Humpty Dumpty di Carrolliana memoria. Questa interessantissima, quando per il pubblico italiano incomprensibile, Silly Simphony fa sfilare molti di loro alla corte del vecchio King Cole, protagonista a sua volta di una filastrocca in cui impartisce svariati ordini alla corte come quello di portargli la sua pipa, i suoi violinisti e soprattutto il suo libro di fiabe. E' aprendolo che ne usciranno altri personaggi, oltre a quelli già citati, come ad esempio Miss Muffett, Simple Simon, Jack & Jill, Jack Horner e persino la stessa Mamma Oca che nell'immaginario è raffigurata come un'oca accompagnata da un'anziana signora. Non manca inoltre il tormentone degli animaletti musicisti con tanto di mucca che salta sulla luna, figura che ricorre persino nel Signore degli Anelli di Tolkien. E' la definitiva presa di coscienza che con una serie come questa è possibile tornare ad approcciarsi al mondo delle fiabe, che Walt non frequenta più dalla chiusura dei Laugh-O-Grams, e abbandonare gli scenari naturalistici che dopo un po' di balletti iniziavano ad essere limitanti. Per giungere ad una definitiva presa di coscienza di ciò si sarebbe però dovuto aspettare il termine dell'anno, quando l'uscita di The Ugly Duckling avrebbe portato avanti questo discorso.
Anche la Silly Who Killed Cock Robin? e il corto del '56 Jack and Old Mac avrebbero attinto a materiale proveniente da questa tradizione. Tuttavia va notato che a ricorrere nella produzione Disney è l'idea di Mamma Oca come collettività di personaggi e situazioni, non stupisce infatti che questo microcosmo sarebbe infatti tornato nelle Silly Simphonies delle due annate successive prima sotto forma di tavole domenicali in cui Buci visita il paese di Mamma Oca e si ritrova a conoscere ogni singolo personaggio, e poi come cortometraggio in Old King Cole, ideale sequel di Mother Goose Melodies, che oltre a ripresentare King Cole avrebbe ampliato l'intero cast. E gli esempi non si concludono qui: infatti la penultima Silly Simphony, Mother Goose Goes Hollywood altro non è che una parodia a tema vip di questo stesso mondo, mentre il mediometraggio del '57 The Truth About Mother Goose avrebbe congedato definitivamente Mamma Oca facendo un'analisi storica sull'origine di alcune filastrocche. Insomma si può davvero dire che la Disney fiabesca che oggi conosciamo trova nelle Silly Simphony e in Mamma Oca il vero punto di partenza. Qui.


Il Piatto di Porcellana (The China Plate)

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La telecamera zooma su un piatto cinese per rivelare che nelle sue decorazioni è racchiuso un mondo, e che una volta animate raccontano una storia. Già il punto di partenza è assai affascinante, la storia poi non è che sia questo granché visto che vede una coppietta di cinesini fuggire da un grottesco imperatore imbufalito perché disturbato nel sonno, ma la forza di questo cortometraggio è quasi esclusivamente visuale. A tratti persino disturbante, specialmente con l'entrata in scena finale del drago. Dopo El Terrible Toreador ecco di nuovo la Disney cimentarsi con un cortometraggio con un cast interamente umano, le cui limitazioni tecniche faranno optare per una caricaturizzazione estrema e ai limiti dell'animalesco. Qui.


I Castori Indaffarati (The Busy Beavers)

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Sembrerebbe un passo indietro incredibile questa Silly che inizia con un semplice balletto di castori, ma poi viene la grande inondazione e gli animatori mostrano i muscoli riuscendo a stupire con sfondi curati e il loro magnifico bianco e nero. Certo, una Silly piuttosto pretestuosa, e sicuramente fra le più dimenticabili, ma tutto sommato superiore alla media dell'anno precedente. Qui.


The Cat's Out

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Angoscioso e dark, questo gioiellino dimostra che quel tratto stilistico umoristicamente grottesco tipico delle prime Silly Simphonies, non se n'è andato via con Ub Iwerks. Un gatto viene messo fuori per la notte e girovagando per il cortile vivrà un'esperienza terrificante. La notte con i suoi rumori, i suoi animali, e le sua oniriche visionarietà sono i protagonisti incontrastati di questo svarione visivo anche piuttosto sadico, che vede il gatto scappare da fenomeni inspiegabili che lo rincorrono come in un incubo ad occhi aperti. Veramente notevole, un corto che anche dopo parecchi decenni riesce a trasmettere parecchio. Qui.


Melodie Egiziane (Egyptian Melodies)

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Sorta di erede morale di Midnight in a Toy Shop, questo corto mette in scena lo stesso ragnetto che nottetempo si era introdotto nel negozio di giocattoli. Qui invece si introduce nella sfinge per vivere una specie di svarione di sapore egiziano con tanto di geroglifici animati e mummie danzanti. Il corto è interessante perché mette in scena alcune sperimentazioni tecniche non da poco, come nella scena in cui il ragno si introduce progressivamente nei meandri della sfinge, ripresa con un piano sequenza in soggettiva che mette in luce la tridimensionalità disegnata a mano del setting. Un altro elemento di modernità sono le dissolvenze e la telecamera che ruota completamente in pieno climax, come a voler sottolineare la follia di tutto questo, e il terrore che prova il ragnetto costretto a fuggire con una versione velocizzata e assolutamente dinamica del piano sequenza iniziale. Notevole e assolutamente godibile. Qui.


The Clock Store

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Tutto inizia con un vecchietto che nottetempo accende i lampioni in una stradina fino a giungere nei pressi di un negozio di orologi. Il tutto ci trasporta in un mondo magico, dalo scenario deliziosamente mitteleuropeo, e il corto, anche se consiste di un semplice balletto di orologi, che durante la notte si danno alla pazza gioia danzando, facendo baldoria e azzuffandosi, si fa ricordare per queste sue atmofere, simili a quelle di Pinocchio. Non è stata e non sarà l'unica volta che di notte un negozio si animerà magicamente: era già successo in Midnight in a Toy Shop e accadrà presto in The China Shop i cui protagonisti verranno anticipati dalle due statuine danzanti ritratte qui. Anche se facilmente dimenticabile, questa Silly attesta un ulteriore balzo in avanti per quanto riguarda lo stile, che col passaggio al colore regalerà grandi soddisfazioni con i suoi scenari da libro di fiabe. Qui.


The Spider and the Fly

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Quello che inizia come un semplice balletto d'insetti, tra cui si distingue una coppietta di moschine, si trasforma in una vera e propria guerra quando il consueto guastatore, stavolta un ragno, arriverà a dividere la coppia. Di certo non memorabile né per trama, né per tematiche, quella Silly è invece interessante per altri motivi e cioè perché contiene i primi accenni di quella tipologia di umorismo tipicamente Disneyana derivata dal New Deal, che promuove l'arte di arrangiarsi, riciclando e riciclandosi nei modi più svariati. Gli insetti, oltre a formare nugoli dalle forme più svariate, utilizzeranno infatti molti oggetti umani riadattati per i loro scopi e viceversa: ecco quindi libellule usate come aerei da guerra, spaghetti crudi trasformati in cerbottane e via dicendo, in una serie di accorgimenti ingegnosi che troveranno piena realizzazione nella Giuncavilla di Buci, di cui questo corto è un antenato lontanissimo. Qui.


The Fox Hunt

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Ed ecco dopo Oswald e prima di Paperino e Pippo la solita caccia alla volpe, quella che culmina con l'equivoco della puzzola, ormai caposaldo umoristico di questo genere di corti. Solo che se in Oswald era un travestimento della volpe e in Paperino un fatale errore, qui si tratta di un inganno che vedrà complici i due animaletti. Ma a parte questo topos proposto più e più volte, il resto del corto, atmosfere a parte, non offre granché di notevole, ma gag piuttosto anonime e piatte. Va però notata una certa volontà di cambiare un po' di cose per quanto riguarda l'animazione della figura umana: questo è infatti il primo corto con un cast completamente umano a non far uso di quella stilizzazione quasi grottesca che rendeva ogni umano una specie di animaletto, vista in El Terrible Toreador e The China Plate. Qui si cerca un caricaturalismo più soft, che pur rendendo assai più insipidi i personaggi rispetto a prima, rimane pur sempre una tappa obbligata per giungere allo stile piacevole che si avrà poi più avanti e che troverà il suo culmine con Biancaneve e i Sette Nani. Qui.


Il Brutto Anatroccolo (The Ugly Duckling)

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A chiunque si sia stupito della mancata morte di Ariel e Quasimodo o delle infedeltà di Hercules e Pinocchio, e coltivasse ancora la pia illusione che Walt Disney abbia impostato la sua opera fiabesca con lo spirito dell'adattatore suggerirei di vedere questo corto, scioccarsi e riprendere in considerazione il discorso. Perché pur costituendo il vero punto di partenza del suo cammino come narratore di fiabe (dopo la prova generale con Mother Goose Melodies), questo Brutto Anatroccolo non ha assolutamente niente della favola di Andersen, a parte il portare avanti la poetica del diverso, del reietto. Perché il brutto anatroccolo è brutto, sì, ma non è un anatroccolo visto che viene fuori da una nidiata di pulcini, con tanto di chioccia che lo respinge. Inoltre nel corto non si fa il minimo accenno alle sue vere origini, non c'è traccia di cigni, ma la rivincita si attua semplicemente salvando il pollaio da un tornado, dopodiché avviene la riconciliazione e l'accettazione nella famiglia, come se niente fosse. Dopo un simile travisamento si capisce bene che quelle di Walt non sono che vaghe ispirazioni, a cui può scegliere di essere più o meno fedele, ma che non sono altro che versioni 2.0 delle fiabe preesistenti, permeate di valori americani.
Ad ogni modo si ha qui la definitiva presa di coscienza che questa serie potrebbe dare molto, moltissimo di più raccontando fiabe, miti e leggende e diventando il laboratorio delle sperimentazioni che sarebbero state poi applicate negli altri campi. Fortunatamente prima di chiudere la serie, alla fine degli anni '30 Walt si sarebbe ricordato di questa fiaba e l'avrebbe raccontata un'altra volta, in una versione sicuramente più fedele. Qui.


1932


The Bird Store

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Il 1932 è l'anno di svolta qualitativa per le Silly Simphony perché con l'introduzione del colore si apre la galleria dei capolavori, e forse il punto più alto dell'animazione cortometraggistica Disney. Tuttavia prima di prepararsi al grande balzo c'è ancora del bianco e nero da smaltire e dei corti piuttosto dimenticabili. Questo ad esempio altro non è che una galleria di cinguettii che all'interno di un negozio un gruppo di volatili di varia foggia emette, fino all'arrivo dell'elemento disturbante, un semplice gatto che verrà messo fuorigioco con delle gag "oggettistiche", esattamente come in The Spider and the Fly. L'unico elemento divertente è vedere le tipologie di uccelli ritratte dagli artisti Disney, tra cui i whooping birds, ma per il resto si tratta di un canovaccio ormai abusato. Qui.


The Bears and the Bees

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Un duo di orsacchiotti simili a Tip e Tap vengono maltrattati da un grizzly prepotente, che verrà punito da un nugolo di api quando proverà a rubare loro del miele. Abbastanza ordinaria come storiella, ma stavolta il corto ha una marcia in più, visivamente parlando, perché si svolge in un paesaggio boschivo e non in mezzo a delle aride gabbiette. Simpatico e per niente male, è però una briciola in confronto a ciò che per quest'anno la serie ha in cantiere. Qui.


Solo Cani (Just Dogs)

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Questo corto è molto particolare anche solo perché...c'è Pluto! E non sarà neanche l'ultima Silly con lui, visto che è prevista la sua partecipazione anche in Mother Pluto. Il motivo della sua presenza è presto detto: pur essendo questa una serie senza personaggi fissi, la si è voluta usare per dare a Pluto un po' di protagonismo a prescindere da Topolino, e visto che a quel tempo non era stata ancora varata la sua serie personale, l'unica scappatoia era questa. Particolarità a parte non si può dire che sia uno dei migliori, visto che a parte la fuga iniziale dal canile di Pluto e un gruppo di altri cani, il resto del corto non si capisce bene che direzione voglia prendere. Con l'arrivo al parco l'intero branco si disperde fino a che Pluto e un piccolo cane non troveranno un osso e inizierà un inseguimento per contenderselo: infine i due avranno la meglio e diverranno amici grazie a un nugolo di pulci provvidenziali che metteranno fuori gioco tutti gli altri cani. Insomma niente di particolarmente interessante, per un corto che è difficile vedere senza perdere attenzione. Ma sarà l'ultima volta che questo succede, perché da qui in poi si cambierà letteralmente musica. Qui.


Fiori e Alberi (Flowers and Trees)

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Ed arriva la grande svolta. Walt Disney, pur avendo quasi ultimato il corto in bianco e nero, lo fa ripartire da capo per introdurre questo secondo grande step della storia dell'animazione, e con l'arrivo del colore in questa serie niente sarà più come prima. I corti di Topolino rimarranno in bianco e nero per altri due anni, mentre le Silly Simphony diventeranno la fucina di creatività che Walt Disney ha sempre sognato, segnando un primato dopo l'altro nel campo delle innovazioni tecniche. Il tutto attraverso pretesti narrativi sempre migliori, che lanciano definitivamente Walt Disney come narratore di fiabe, e talent scout per grandissimi personaggi quali Paperino o Ezechiele Lupo. Non ci saranno più cortometraggi tirati via o esercizi di stile fini a sé stessi (salvo rarissimi casi), ma fiabe, favole, miti, leggende, lanci di nuovi personaggi e persino qualche sequel. Il tutto narrato con un registro più alto, vero anello di congiunzione tra i corti di Topolino e i futuri lungometraggi. Ma oltre a tutto questo, pur apprezzando molto il senso di sporco che il bianco e nero dà a certi di corti di Topolino, è innegabile che col colore le Silly Smphony ci abbiano guadagnato, impreziosendosi dal punto di vista degli sfondi, sempre più curati e fiabeschi. La riprova è questo primo corto a colori, che di per sé non si discosta molto come trama dalle Silly più recenti, con il solito balletto guastato da un elemento di disturbo (qui un lurido tronco d'albero rosicone e piromane), ma l'effetto, la resa sono completamente diverse, con gag e personaggi che restano assai più impressi. La lingua a forma di lucertola del cattivo ad esempio, ma anche il design tra il comico e l'inquietante di molti alberi. Insomma Fiori e Alberi è una festa per gli occhi, e solo un assaggio delle meraviglie che stanno per arrivare. Qui.


King Neptune

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Probabilmente è lo stesso attore che interpreta Nettuno, Noé, Babbo Natale e un po' tutti i panzoni barbuti delle Silly Smphony del periodo, però va riconosciuto che è un personaggio irresistibile in qualunque salsa ce lo vogliano proporre. In questa seconda Silly Simphony a colori si ha una sottile dichiarazione programmatica: la serie non si occuperà solo di fiabe, ma anche di miti e leggende, o comunque creerà la versione Disney di molte icone. Re Nettuno apre la sfilata di figure leggendarie, punendo con i suoi vortici e temporali una nave di pirati che ha osato rapire una sirena. Le sirene sono ritratte in maniera piuttosto ectoplasmica, ma si suppone che fosse per la scarsa dimestichezza che gli artisti Disney avevano con la figura umana più realistica. Curioso poi che abbiano i seni nudi. Prosegue inoltre la tradizione iniziata con Mother Goose Melodies di iniziare a creare canzoni ad hoc da far cantare ai protagonisti delle Silly per presentarsi al pubblico, aumentando la riconoscibilità dei corti e la fidelizzazione a certi personaggi. Qui.


Bugs in Love

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Dal 1932 si va ad aggiungere alle strisce di Topolino e alle tavole, una nuova tavola domenicale intitolata alle Silly Simphonies, che inizia col botto proponendo un lungo ciclo che durerà due anni in cui si racconterà la nascita, la crescita e la maturazione del coccinello Buci. Cessato questo ciclo, Buci non scomparirà dai fumetti ma verrà trapiantato un decennio dopo sulle pagine dei comic book per vivere una seconda giovinezza. Ma se si vuole provare a capire quale possa essere l'origine di questo personaggio, e cercare di capire perché proprio lui abbia monopolizzato così a lungo le tavole domenicali delle Silly è a questo corto che bisogna guardare. Certo, gli insetti di Bugs in Love sono ancora piuttosto tozzi e grassocci per somigliare ai futuri Buci e June, ma se si osserva l'evoluzione grafica nella tavola domenicale non si potrà fare a meno di riconoscerne l'identità. Il setting in cui si muovono (la Giuncavilla dei fumetti), la loro stessa natura di coccinelle non fanno altro che suggerire che sia partito da qui il cammino di Buci (e non da The Spider and the Fly, come si credeva un tempo). Questa è inoltre l'ultima Silly Simphony realizzata in bianco e nero prima del definitivo passaggio al colore, e come tale conserva alcune tracce dei vecchi schemi narrativi come ad esempio il cattivo che irrompe sulla scena e guasta i balletti, che qui è un vecchio corvo col cilindro, altro personaggio che apparirà nel fumetto nel ruolo più civile dello sfrattatore dei genitori di Buci. Insomma, un corto interessante e storico sia per l'abbandono del bianco e nero che per il lancio di uno dei personaggi più ricorrenti dell'universo Disney, Topi e Paperi a parte. Qui.


I Pericoli del Bosco (Babes in the Woods)

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Ecco la prima fiaba Disneyana a colori, una riscrittura di Hansel e Gretel, con l'aggiunta di molti elementi nuovi. Ed eccoci di fronte alle nuove Silly Simphony nel ruolo che più si addice loro, e con i suggestivi e fiabeschi sfondi di Albert Hurter, illustratore europeo che ha contribuito in questi anni a dare alle Silly Simphony quel feeling indimenticabile. Boschi, foreste, sentieri, casette e villaggi sono qui ritratti con uno stile particolare, tipico di un libro di fiabe mitteleuropeo. Veramente eccellente, e pieno di quei tocchi tutti Disneyani come possono essere le aggiunte, le modifiche e gli arricchimenti alla storia: è presente ad esempio La Witch Rock, di cui il corto ci spiega l'origine, è presente il villaggetto di gnomi, diretta evoluzione di quei Merry Dwarfs di Iwerksiana memoria, e pure le trasformazioni in animali sono farina del sacco di Disney. Dell'Hansel e Gretel originale rimangono i protagonisti e la casa fatta di dolci, il resto è pura fantasia. Eccezionale. Curioso però che né questo, né Funny Little Bunnies abbiano avuto le canzoni doppiate in occasione dell'uscita del cofanetto evento che fu il primo Treasure dedicato alle Silly Simphony. Qui.


Santa's Workshop

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Ed ecco come il Babbo Natale da poco visualizzato dalla Coca Cola venga qui definitivamente canonizzato e reso protagonista non di uno bensì di una bilogia di cortometraggi che descrivono le fasi del suo lavoro. Questo primo straordinario corto ci immerge nelle atmosfere polari della sua fabbrica di giocattoli, col solito humor Disneyano da catena di montaggio: esilarante vedere gli elfi che spaventano con un ragnetto le bamboline per drizzare loro i capelli e fare la messa in piega, o Babbo Natale stesso che insegna loro a dire "mamma". Babbo Natale è poi un personaggio meraviglioso, forse il migliore dei panzoni Disney, con le sue risate continue, col suo fare sornione e con la sua positività di fondo che lo porta ad incentivare piuttosto che punire i bambini cattivi (memorabile l'Arca di Noè giocattolo con saponetta allegata per il bambino che non si lava mai le orecchie ma che pretende in regalo l'intero zoo). Fantastica anche la colonna sonora, con tanto di marcia militare dei giocattoli che sfilano. Insomma un altro gioiello e un must natalizio, in coppia con il suo sequel dell'anno successivo, ovviamente. Qui il corto in versione originale, mentre Qui la versione in italiano, ma priva della spassosissima scena delle bamboline, censurata per i soliti motivi.


1933


Birds in the Spring

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Di Silly Simphonies aviarie ne avevamo già avute due, Birds of a Feather e The Bird Store ma erano altri tempi, qui siamo ad un livello successivo, più narrativo, meglio orchestrato, visivamente più suggestivo. Si narra la storia di una famigliola di uccellini dalla cova alla schiusa, e della fuga di uno di loro che per pura monelleria si ritrova nel mondo esterno, sino al ricongiungimento a suon di scapaccioni col padre. Divertente, e assolutamente preziosa dal punto di vista tecnico con scene trasognate (inquietante il serpente) e una musica davvero ottima, Birds in the Spring col titolo di Birds of a Feather, omonimo del precedente corto, è anche il secondo corto scelto per esser trasposto a fumetti nella serie di tavole domenicali dedicata alle Silly, che da poco aveva concluso il lunghissimo ciclo di Buci. Graficamente assai simile, fatta eccezione per un accenno di vestiti ai personaggi, la storia si prende qualche libertà come sempre in questo tipo di adattamenti. Qui.


L'Arca di Noè (Father Noah's Ark)

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Ed ecco di nuovo Disney parlarci di miti, leggende e di un evento fondamentale nella Bibbia. E non sarebbe stata l'ultima volta visto che Noé sarebbe tornato negli anni 50, in un mediometraggio in stop motion, e pure in Fantasia 2000 nel segmento dedicato a Paperino. Questa versione della storia è narrata con tutte le meravigliose caratteristiche di quel periodo con tanto di grassone barbuto nel comicissimo ruolo di Noé, dopo aver smesso i panni di Babbo Natale e Re Nettuno, e figli di Noé che con buona pace dei Flintstones improvvisano un sacco di gag facendosi aiutare in maniera molto moderna dai vari animali, usandoli come attrezzi, in maniera molto Disneyana. E' presente anche la gag delle puzzole che rischiano di essere escluse dall'affare per via dell'odore, antenato di quell'altro tormentone dell'estinzione degli animali mitologici che avrebbe trovato una realizzazione magistrale in Fantasia 2000. Il corto prende in esame tutta la storia dalla costruzione dell'arca sino all'arrivo alla nuova terra, passando per il momento di sconforto durante la navigazione e straordinariamente riesce a dare vita a tre canzoni orecchiabili e differenti durante la costruzione, la preghiera e l'esultanza finale. E la scena dell'"Oh Lord" è assolutamente esilarante. Insomma un capolavoro che ha avuto l'onore nel Treasure italiano di beccarsi un doppiaggio fatto ad hoc per l'uscita del dvd, in maniera da rendere cantabili anche per un pubblico italiano queste sciocche ma esilaranti canzoncine. Qui.


I Tre Porcellini (Three Little Pigs)

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Se si dovesse scegliere una Silly Simphony che rappresenti l'intera gloriosa serie sarebbe senza dubbio questa. Con questo corto viene lanciato un microcosmo che avrebbe avuto negli anni un grosso successo, contravvenendo alla regola intrinseca della serie, di avere personaggi one shot, ma anzi avendo ben tre sequel e svariati camei all'interno della filmografia di quegli anni. E pensare che Walt ebbe il suo bel daffare a convincere gli animatori a realizzarlo, visto che i più non erano affatto convinti della sua idea (che va detto prevedeva originariamente però la presenza di due soli porcellini di carattere opposto). Ma una volta realizzata il successo fu incredibile, superiore ad ogni più rosea aspettativa, e il corto rimase in programmazione per mesi e mesi ovunque. E i motivi di un successo tanto enorme sono vari: il primo è sicuramente la metafora alla base del corto che insegna a superare le avversità prendendo le giuste precauzioni, concetto che in piena Grande Depressione diede conforto agli animi degli americani. Il secondo motivo è che con questo cortometraggio si ha il secondo grande successo discografico Disney, la canzone Who's Afraid of the Big Bad Wolf composta da Frank Churchill che spopolò, affiancandosi al Minnie's Yoo-Hoo nel patrimonio musicale Disney. E il terzo è che era stato compiuto un nuovo grande step nella storia dell'animazione, conferendo a tre personaggi apparentemente uguali, Timmi, Tommi e Gimmi e al loro villain Ezechiele Lupo delle caratteristiche diverse, e un temperamento ben preciso, che sarebbe rimasto ben impresso nei cuori degli spettatori e sarebbe sopravvissuto in svariati media. Insomma rendere un mito Topolino, protagonista seriale di qualsiasi cosa e di storielle di ogni tipo, era stato sicuramente più semplice che fare lo stesso con personaggi nati per essere one shot, e si può quindi individuare in questo corto la nascita del metodo Disney per delineare alla perfezione i classic characters, quelli dei lungometraggi, opposti al pantheon degli standard chatacter, ricorrenti per propria natura. A questo piccolo capolavoro sarebbero poi seguite le Silly Simphonies The Big Bad Wolf e Three Little Wolves, per non parlare di The Pratical Pig sorta di pilota di una serie animata abortita completamente dedicata ai porcellini, che anche grazie all'inedito Lupetto avrebbero invece spopolato più tardi nei comic book, conoscendo una seconda giovinezza. Qui il corto originale, mentre qui il doppiaggio italiano, precedente a quello attuale presente nel Treasure, e secondo alcuni pure più bello. Va segnalato che la scena in cui il lupo si traveste da ebreo, completamente ridisegnata in USA è invece presente nell'edizione italiana.


Old King Cole

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Ed ecco un vero e proprio sequel di Mother Goose Melodies, che riporta in auge il corpus di Mamma Oca, visitato da poco pure da Buci nelle tavole domenicali, con tanto di Re Cole che convoca nuovamente i personaggi delle fiabe e delle filastrocche alla sua corte. Stavolta l'escamotage visivo sono in un primo tempo i libri pop-up che si aprono, variazione dei libri animati visti nel corto in bianco e nero, e poi nella seconda parte il vaso di Pandora, da cui escono ulteriori personaggi. Qua e là si può notare anche qualche infiltrato, non appartenente al mondo di Mamma Oca come il pifferaio magico di Hamelin che avrebbe avuto in questo stesso anno un corto dedicato, Cappuccetto Rosso che avrebbe invece dovuto attendere ancora un anno prima di fare la sua comparsa al fianco dei tre porcellini, oppure Riccioli d'Oro e il Gatto con gli Stivali, che Laugh-O-Grams a parte non avrebbero avuto altre apparizioni nel mondo Disney. Ma tutto il resto del cast, King Cole in primis, viene direttamente dal solito corpus di filastrocche anglosassoni: abbiamo alcuni personaggi già visualizzati nella Silly precedente come Little Boy Blue, Bo Peep, Mary, Humpty Dumpty, Simple Simon ma anche alcune new entry che ricevono qui il loro battesimo grafico Disneyano, magari dopo una fugace apparizione nella tavola di Buci: è il caso di Goosey Gander, del Croocked Man (l'uomo tutto storto) o la povera Mamma Hubbard col suo cane, o la vecchietta che vive in una scarpa, per non parlare delle due strane coppie, Jack Spratt, l'uomo magro con la moglie grassa, e Peter, pumpkin eater, che per mantenere la sua donna la fa vivere dentro una zucca vuota. Infine saltano fuori altre figure pure meno note a noi italiani, ma non per questo meno citate in USA come i "gattini che hanno perso i guantini", i tre topi ciechi, i dieci piccoli indiani o i tre saggi di Gotham. E dopo questa carrellata di cultura popolaresca si può dire addio al mondo di Mamma Oca, quello concepito come stilisticamente omogeneo su carta e pellicola, visto che le successive escursioni Disneyane in questo mondo avrebbero avuto ben altro tenore. Certo, le Silly Simphonies si sarebbero occupate nuovamente di tutto ciò, dando però un taglio vip all'intera faccenda. Qui.


Il Paese della Ninna Nanna (Lullaby Land)

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Un capolavoro. Immaginazione, visionarietà e suggestioni infantili anche piuttosto inquietanti si fondono in questo viaggio onirico di un bambino appena addormentato che si ritrova con il suo cagnetto di pezza a gironzolare per il Paese della Ninna Nanna, un mondo fantastico tappezzato di oggetti legati al mondo dell'infanzia, e con una soffice trapunta come terreno. Oggetti che però si è abituati a vedere in mano ai grandi, ed è questo che rende il corto così deliziosamente suggestivo, perché solletica i ricordi sopiti di chiunque facendolo tornare con la mente ad un'età in cui tutto pare irraggiungibile, indefinito. Un corto trasognato, che ha una seconda parte alquanto angosciosa, visto che si svolge nel territorio delle cose proibite, dove è facile combinare disastri e farsi male. Un continuo crescendo di inventiva, valorizzato dalle canzoni tradotte molto bene in italiano per la primissima volta nel Treasure, e che culmina con l'apparizione di due celebrità dell'immaginario infantile: l'uomo nero e Sandman. Spettacolare in ogni suo minuto. Qui nella versione originale, dove però l'audio fa dei salti, e qui in quella tedesca, più sana.


The Pied Piper

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Ed ecco due corti dopo il cameo in Old King Cole, la versione Disney della fiaba del pifferaio magico. Un'interpretazione che mette in luce, come accadrà anche in The Grasshopper and the Ants, l'ottimismo Disney che rende lieto l'amaro, mai troppo gratuitamente ma a ragion veduta. La fiaba originale terminava in modo poco felice, con il pifferaio che infuriato per il mancato pagamento si portava via tutti i bambini di Hamelin, condannando la città all'infelicità: qui il tutto viene ricalcato abbastanza pedissequamente, ma al rapimento finale viene dato un senso diverso. Il pifferaio non ci appare come un villain ma il popolo di Hamelin viene dipinto abbastanza negativamente, visto che spalleggia la truffa del sindaco: per salvare i bambini da un futuro disonesto e dai lavori forzati a cui sono sottoposti quotidianamente, il pifferaio li conduce in un paradiso gioioso dove pure gli handicappati tornano a camminare. Furbo e nello stesso tempo intelligente, e visivamente superbo visto che continua ad essere utilizzato quello stile fiabesco tipico di Albert Hurter. Qui.


The Night Before Christmas

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Seconda e ultima parte della bilogia di Babbo Natale, che può benissimo esser vista in sequenza con Santa's Workshop, molto più di quanto lo si possa fare con i sequel dei porcellini. Si tratta infatti di un vero e proprio secondo atto del corto dell'anno prima, che terminava esattamente dove inizia questo, con Babbo Natale che, caricata la slitta, andava a portare gioia nelle case dei bambini. Qui ci viene mostrata una sua visita tipo, sulle note di un poemetto celebre in America, in una casa particolarmente povera e piena di bambini, sprovvista pure di un albero di natale. Babbo Natale fa le sue cose classiche, ridendo come un matto, addobbando la casa e sguinzagliando i suoi giocattoli per dare gioia e allegria ovunque. Magari non geniale quanto il precedente (che però aveva dalla sua lo humor da catena di montaggio tipico di Disney), ma assolutamente d'atmosfera e scaldacuore. E il personaggio di Babbo Natale che viene visualizzato in questo ciclo dà la paglia a qualsiasi altra interpretazione che ne avrebbero fatto nei decenni a seguire. Qui.

Re: Silly Symphony

Inviato: domenica 21 marzo 2010, 11:41
da Valerio
1934


The China Shop

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Per chi fosse nostalgico delle atmosfere carezzevoli di The Clock Store eccone l'erede morale, che ne eleva a potenza il fascino da vecchio negozietto europeo, con tanto di ebreo dietro il bancone. Ovviamente anche qui si attenderà la sua uscita per scatenare una fantasia di balli, canti e una bella lotta contro uno dei villain più disturbanti di Disney: un satiro di porcellana dalla risata nasale. E' senza dubbio un corto affascinante ma anche parecchio inquietante, come dimostrano le facce che vengono disegnate ai piatti sullo sfondo e altre trovate degne dei corti di Oswald ma inserite in un contento più plausibile. Protagonisti sono i due cicisbei di cui avevamo avuto un'anticipazione nel negozio di orologi, la musica poi è avvolgente e resta impressa e il finale assolutamente arguto. La dimostrazione che fiabe e leggende a parte, le Silly Simhpony avevano raggiunto un livello tecnico tale da esser godibilissime sempre e comunque, anche con quegli stessi canovacci che nel periodo in bianco e nero non le avevano fatte brillare. Altro capolavorone insomma. Qui.


La Cavalletta e le Formiche (The Grasshopper and the Ants)

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Riuscire a cavarsela senza rinunciare alla propria natura bensì ingegnandosi per renderla conciliabile con le esigenze altrui. Chiunque abbia da ridire sul finale diverso di questa fiaba ha capito ben poco della filosofia di Disney, del suo innato ottimismo tipico di un'America vogliosa di rinascere. La cavalletta del titolo (che curiosamente sostituisce la cicala) è però in tutto e per tutto identica al personaggio della fiaba di Esopo, e la storia viene infatti raccontata fedelmente - a parte il fatto che le formiche qui sono tante - fino all'intelligente svolta finale, in cui la regina delle formiche dopo il rimbrotto convince la cicala a continuare a suonare, ma come lavoro per poter star da loro. Il lieto fine migliore e più intelligente che si possa immaginare, che rifugge una certa etica castrante del tempo che fu per consegnarci un insegnamento moderno e niente affatto buonista. E oltre a tutto questo aggiungiamo che questo capolavoro lancia una musichetta che avrà largo seguito negli anni a seguire: il doppiatore del personaggio è infatti Pinto Colvig, che quando poi dovrà dare un tema da far canticchiare a Pippo utilizzerà quasi sempre The World Owes Me a Living, la canzone della cavalletta, simbolo dell'ingenua spensieratezza dei sempliciotti. Va segnalato che da qui in poi viene introdotto (non definitivamente) nei titoli di testa il logo migliore della serie, quello con lo sfondo di stoffa che diverrà una presenza costante nei cortometraggi Disney. Qui.


I Coniglietti Buffi (Funny Little Bunnies)

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Dare del capolavoro ad ogni Silly Symphony di questi anni può apparire poco credibile, ma è così. Qui si parla di Pasqua e ci viene mostrato da Disney un bel dietro le quinte su come nascono le uova di Pasqua, trasportandoci nel fatato mondo dei coniglietti pasticceri che preparano squisitezze per il grande evento. Un must da vedere e rivedere ogni anno in periodo di festitivtà pasquali, e anche solo per ammirare come lo scorrere del tempo non abbia minimamente inficiato questa sublime sinfonia di disegni, colori, gag e tanta bella musica. Perché se c'è una Silly Symphony che può far andare a tempo di musica il proprio cuore è senza dubbio questa. Gag sublimi, tanta tenerezza e un motivetto che non esce più dalla testa: sì, senza dubbio l'ennesimo capolavoro. Qui.


Il Lupo Cattivo (The Big Bad Wolf)

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Cappuccetto Rosso incontra i tre porcellini. Disney era stato sempre contrario ai sequel, ma dopo un anno di lettere che gli chiedevano "ancora porcellini" riuscì a trovare un modo intelligente di dare un seguito alla sua grande hit dell'anno precedente. Il modo migliore era integrare questo seguito con un qualcosa di non ancora fatto e questo qualcosa era Cappuccetto Rosso la cui fiaba si sposa benissimo con l'idea di un sequel dei porcellini, visto che il lupo può benissimo essere lo stesso (e beccarsi gli onori del titolo) e Gimmi incarnare ottimamente il ruolo del cacciatore. Timmi e Tommi servono a metterla sulla cattiva strada, la scorciatoia per la foresta e il meccanismo narrativo è così ben avviato. Si inaugura così questo breve filone, con il lupo che per tentare le sue prede si traveste regolarmente da donna: inoltre in questo e nei prossimi corti saranno presenti citazioni, richiami, l'immancabile reprise del famoso tema e soprattutto un po' di sana continuity, con Gimmi stavolta occupato a costruire un'ala alla sua casa di mattoni che possa ospitare gli sciocchi fratelli. E anche lo stile grafico progredisce rapidamente, per giungere sempre più a quel capolavoro stilistico che sarà The Pratical Pig. Qui.


La Gallinella Saggia (The Wise Little Hen)

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Ed eccoci al famigerato esordio di un giovanissimo Paperino, che passa le sue giornate a fannulloneggiare con il suo compare Meo Porcello (Peter Pig) con notevole disappunto della gallinella saggia, in una reinterpretazione del raccontino morale "The Little Red Hen" (che era anche il manuale che utilizzava la gallina comunista di Alice's Egg Plant, per la cronaca). E si spiega anche il motivo per cui Paperino parla così al giorno d'oggi: anche gli altri personaggi del corto come la Gallina e Meo parlano modulando a mo' di parole i loro versi animaleschi. Curioso ma coerente che questo elemento (oltre al tormentone "oh boy!") ce lo siamo potuti portare avanti fino ad oggi. Per il resto il corto è un gioiello, anche a prescindere dal celebre esordio, sia per le atmosfere rurali che per l'andamento del racconto, minimalista ma ben scandito, mai noioso e visivamente piuttosto attraente. Da notare che il finale dove i due fannulloni si puniscono a vicenda è ripreso pari pari a Rival Romeos, il corto di Oswald. Questo setting avrebbe poi fatto fortuna a fumetti, e specialmente nelle tavole domenicali delle Silly, dove con i disegni di Taliaferro Paperino e Meo avrebbero stazionato per un bel po' di settimane, seguendo il ciclo di Peculiar Penguins. Il corto è stato doppiato in italiano piuttosto bene da poco tempo, in occasione dell'uscita del Treasure nel nostro paese, mentre del personaggio di Meo Porcello va detto che sarebbe stato poi utilizzato parecchio qui in Italia da Pedrocchi qualche anno dopo, e che poco tempo fa è rispuntato sulle pagine di Topolino nel ruolo di nipote del sindaco di Paperopoli, con tanto di Club dei Fannulloni, e col nome nuovo di zecca di...Pigeon Pig. Qui.


Il Topo Volante (The Flying Mouse)

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Ed ecco un'altra fiaba creata dal nulla, con uno stile veramente unico. Begli sfondi ed un colore dosato in modo veramente unico che descrive la giornata di maturazione di un topino che, desideroso di volare, incontra una fata che esaudisce il suo desiderio. Ovviamente una volta soddisfatto ci sarà la lezione da imparare, e in questo la moraletta funziona abbastanza bene, ma la scena madre rimane sempre l'incontro con i pipistrelli che con la loro canzonatura You're Nothin' But A Nothin' aggiungono un nuovo successo alla serie di canzoni Disney. Per il resto la solita sequela di ottime gag meccaniche quando la sua famiglia non lo riconosce e rinchiude in sé la zucca dove vivono. Altro ottimo lavoro. Qui.


Pinguini Innamorati (Peculiar Penguins)

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Ecco il corto da cui è tratto il ciclo di tavole che si colloca tra Bird in the Spring e The Wise Little Hen, anche se curiosamente è uscito successivamente al cinema rispetto a Paperino & co. Ad ogni modo si tratta di un corto molto carino, specialmente per la canzoncina che lo apre e lo chiude, che descrive la vita dei pinguini. Poi una volta conclusa seguiamo un'avventurina abbastanza nello standard, con uno squalo a inseguirli, che ricorda un po' il vecchio modo di fare Silly Symphonies, ma anche qui c'è del notevole e cioè le gag col pesce palla e la morte orribile dello squalo alla fine, che rimane piuttosto impressa. Chiude il corto un simpaticissimo reprire della canzoncina iniziale. Piuttosto buono anche se per forza di cose non al livello del resto. Il corto rientra tra quelli doppiati ad hoc in occasione dell'uscita del Treasure in Italia. Qui.


The Goddess of Spring

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In quel periodo Disney aveva già iniziato a progettare la sua follia, quel Biancaneve che nel 1937 avrebbe cambiato la faccia dell'animazione per sempre. Ma i personaggi umani, specie se "belli" o anatomicamente precisi sono sempre piuttosto ardui da disegnare ad animare, ed ecco il motivo per cui si iniziò un lavoro certosino su questo aspetto. I primi risultati non furono molto incoraggianti, e infatti sia la fatina del Topo Volante che la protagonista di questo corto appaiono piuttosto gommose e poco naturali. Si tratta infatti di una rivisitazione del mito di Persefone, qui vista in salsa meno greca e più "universale", con il diavolo a sostituire Ade. Anche se la dea della Primavera è alquanto impressionante, specie quando volteggia a mo' di spettro, il resto del corto è assai interessante, a partire dal tono operistico con cui il diavolo apostrofa più volte la ragazza, rivelandosi abbastanza preoccupato a farla sorridere e quindi più profondo che in apparenza. Ovviamente però il punto forte è lo humor con cui sono tratteggiati i diavoletti del sabba infernale, che si contrappone alla stucchevolezza visiva del mondo in superfice fatta di putti piuttosto bruttocci. Qui una versione del corto non restaurata, mentre qui la versione restaurata ma mal riversata su youtube.


The Hot Chocolate Soldiers da The Hollywood Party

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In quest'anno esce The Hollywood Party della MGM, un lungometraggio in bianco e nero piuttosto pretestuoso in cui mezza Hollywood è riunita per una festa, e ovviamente a testimonianza della sua importanza anche Walt viene invitato a partecipare attraverso i suoi disegni animati. Ecco quindi che ad un certo punto nel bel mezzo della festa appare Topolino, in dimensioni alquanto ridotte, che duetterà in maniera piuttosto impertinente con quel Jimmy Durante che in quel periodo era protagonista di molte gag. Dopo l'ovvio "Ah-cha-cha-cha" di Topolino ecco che gli viene richiesta un'esibizione ed ecco servito su un piatto d'argento il pretesto per inserire una specie di Silly Symphony, per giunta a colori: è solo il primo di tre casi in cui all'interno di un lungometraggio non Disney verrà ospitato un cortometraggio Disneyano. Anche se non propriamente una Silly, questo corto ne replica il feeling e la struttura, inscenando con un anno di anticipo su Pasticciopoli, una guerra tra personaggi fatti di cioccolato, marzapane e dolciumi. Simpatico anche se musicalmente un po' datato e tutto sommato inferiore alle sublimi orchestrazioni e canzoncine delle vere Silly Symphonies, il corto ha un finale alquanto strano con i soldati sciolti dal sole all'improvviso. Una particolarità nella filmografia Disney che avrebbe potuto essere inserita come extra nei Treaures ma che per un problema di diritti, si immagina, ne è rimasta fuori. Qui l'intero pezzo con tanto di introduzione con Topolino.


Servant's Entrance da Servant's Entrance

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Straordinariamente il secondo caso di animazione Disney in trasferta si ha questo stesso anno, nel lungometraggio Servant's Entrance della 20th Century Fox. Se The Hot Chocolate Soldiers era una vera e propria Silly Symphony questa parte animata è molto meno estrapolabile, anche se condivide con le Silly la sua estetica. Si tratta, si pensa, della scena iniziale del lungometraggio dove una ragazza nel dormiveglia riceve la visita di Humpty Dumpty e di alcuni oggetti da cucina animati, che per motivi non ben chiari la mettono sotto processo per perdonarla subito dopo. Evidentemente pur essendo un segmento a sé per capirlo appieno bisognerebbe aver visionato l'intero lungometraggio, ad ogni modo è interessante anche solo perché riprende in bianco e nero un modo di visualizzare personaggi che ormai da tempo veniva fatto a colori e la cosa è un po' straniante. Notevole però che sia presente Pinto Colvig al doppiaggio di una zuccheriera. Un piccolo raro tesoro che era rimasto celato a lungo e che da pochissimo tempo è stato scoperto. Qui.


1935


La Lepre e la Tartaruga (The Tortoise and the Hare)

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Ecco che per inaugurare il 1935 Walt Disney prende un'altra fiaba della tradizione "corta" in stile Esopo o La Fontaine e la rende un mito. Ed è subito Oscar. Come per I Tre Porcellini anche qui i personaggi del corto vengono caratterizzati in maniera così convincente che sarebbero poi stati utilizzati anche in seguito sia in occasionali camei (Mickey's Polo Team) che in un vero e proprio sequel. E non solo, Max Leprotto e Tobia Tartaruga sarebbero diventati, iconicamente parlando, dei miti Disney anche in ambito fumettistico nella sequenza di tavole domenicali intitolata Il Mistero del Collegio e persino nella limitatissima produzione inglese che vedeva Tobia fare coppia con...Pippo, nel ruolo di detective. Per non parlare poi degli influssi in campo extra-Disney, visto che per molti, animatori Warner inclusi, Max è il prototipo di Bugs Bunny, e la celebre gag del velocista che gioca a tennis da solo ha avuto origine qui. Per il resto stiamo parlando di un corto leggendario che racconta in modo simpatico e arguto una storia che sembra essere nata per questo. Qui.


Re Mida (The Golden Touch)

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Nell'ultima regia (di poche) firmata da Walt Disney troviamo una versione medioevizzata del mito greco di Re Mida, particolarmente riuscita visto che si incentra tutta sull'indimenticabile figura del Mida disneyano, assai debitore graficamente parlando dell'Old King Cole di un paio d'anni prima, ma con un indole assai diversa. Pur essendo avido e assolutamente infantile, la sua ingenuità lo rende simpatico al pubblico, e le buffe canzoni fanno il resto, rendendo questa una delle Silly migliori del periodo. Bellissimo l'entusiasmo iniziale, fino alle scenate di panico finali, con tanto di trovate grafiche nella mitica scena del pranzo, fino ad una liberatoria dichiarazione di americanità quando Mida decide di rinunciare a tutto ciò che possiede per un hamburger, e povero in canna rimane estasiato quando si accorge che è con cipolla. Geniale e graffiante. Qui la versione ridoppiata per il treasure (il precedente doppiaggio aveva la voce di Mazzotta per il folletto, ma le canzoni erano rimaste in inglese) mentre qui la versione originale.


Il Piccolo Brigante (The Robber Kitten)

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La fiabetta medioevaleggiante di Ambrogio, il gatto malandrino, è una Silly Simphony piuttosto famosa, dal momento che si becca pure l'adattamento in tavole domenicali quello stesso anno. Tutte le Silly del periodo sono ben conosciute, perchè hanno lanciato personaggi che sarebbero stati poi ricordati a lungo, sequellizzati, trasposti in ogni modo, siamo nel periodo di massima gloria per questa splendida serie. Il corto in questione non fa eccezione, anche se parrebbe non esser stato ispirato da alcuna fiaba preesistente, dal momento che segue l'inedita vicenda di un gattino che sogna di diventare un brigante, fino a che non ne incontra uno sul serio. Divertente l'incontro tra i due e la conseguente canzoncina Dirty Bill, e curioso che nel finto flashback sulla rapina di Ambrogio appaiano personaggi umani in un contesto di animali antropomorfi. Qui.


Giochi nell'Acqua (Waterbabies)

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In un periodo di capolavori è facile che non appena si tiri un po' il fiato esca subito un corto non all'altezza delle aspettative. Ed ecco che anche le Silly Simphonies a colori hanno così la loro pecora nera, il parecchio sottotono Waterbabies. Il corto altro non è che un semplice quadretto che descrive una giornata dei Waterbabies, sorta di puttini dalla grafica alquanto stucchevole che vivono nelle ninfee e passano la vita a trastullarsi con ranocchi e insetti. L'estetica un po' sgradevole dei protagonisti e la struttura che tanto ricorda la fase in bianco e nero a suon di balletti contribuiscono a rendere piuttosto noioso questo corto, e a differenza delle altre Silly, parecchio indigesto per un pubblico moderno. Non sarà però l'ultima Silly a condividere il tema dei bimbetti graziosi impegnati in varie attività, come si vedrà anche in Winken, Blinken and Nod e Merbabies, ma i risultati saranno sempre e comunque migliori. Qui.


Pasticciopoli (The Cookie Carnival)

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E dopo la defaillance di Waterbabies si ritorna a livelli di eccellenza assoluta con un corto così riuscito da beccarsi la successiva sequenza di tavole domenicali della serie. Sarà con corti di questo genere (ad esempio Music Land) che nascerà quello humor di paradosso che molti decenni dopo avrebbe aiutato i pionieri della CGI a creare i primi film ambientandoli di volta in volta in mondi sempre diversi, in cui specchiare deformandoli i vizi e le virtù dell'umanità. E' infatti assai arguto vedere nella ricerca della reginetta del carnevale del paese dei dolci il protagonista Pan di Zenzero agghindare la sua protetta spruzzandole addosso un vestito fatto di crema, usando un marshmallow come cipria e via dicendo. Oppure vedere fra i pretendenti al ruolo di re del carnevale delle effemminate torte paradiso, o degli ubriachissimi babà al rum. Ma non solo, il corto è stupendo anche per la sua fantastica musica e le numerose canzoncine che lo percorrono da cima a fondo e che finalmente dopo anni sono state tradotte e doppiate in occasione dell'uscita italiana del treasure. Qui la versione italiana mentre qui quella originale.


Chi ha Ucciso Robin? (Who Killed Cock Robin?)

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Tra le filastrocche dell'onnipresente Mamma Oca è presente la celebre Chi ha Ucciso il Pettirosso? che nel corso dei secoli è stata caricata più volte di significati diversi, a seconda del contesto storico in cui veniva riproposta. E' ciò che racconta anche lo stesso Walt Disney con un excursus storico di questi mutamenti di significato nell'estratto da Disneyland presente nel treasure come easter egg: la versione proposta da Walt e dai suoi animatori a metà degli anni '30 è un ritratto della società dell'epoca, con tanto di attori famosi presi come riferimento. Al processo per l'assassinio del pettirosso Robin partecipano come testimoni e imputati alcune caricature di celebri figure dell'epoca, come ad esempio Jenny Wren, l'uccellina prosperosa, caricatura dell'attrice Mae West, e persino un corrispettivo struzzesco di Harpo Marx. Un corto forse non fruibilissimo da tutti al giorno d'oggi, ma salvato da un buon doppiaggio realizzato per l'occasione dell'uscita del Treasure, e soprattutto dal personaggio del pubblico ministero interpretato da un espressivissimo e ottimamente animato pappagallo. Qui.


Il Paese della Musica (Music Land)

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Ed ecco l'umorismo paradossale divenire scienza e genio. Un mondo musicale in cui i generi opposti si fanno la guerra tra loro, con tanto di amore alla Giulietta e Romeo tra un sax dell'Isola del Jazz e una violina della Terra della Sinfonia è già di per sé una genialata ma qui è solo lo spunto di partenza per riempire il corto di un sacco di gag incredibili e che hanno fatto scuola. La prigione a forma di metronomo, la richiesta d'aiuto scritta a mo' di pentagramma con tanto di stonatura d'ortografia, le canne dell'organo e le campane degli ottoni trasformati in fucili e cannoni, e il matrimonio finale sono solo alcuni tra i motivi per venerare questo capolavoro. E il Re del Jazz è un personaggio assolutamente irresistibile, specie quando palpeggia la giovane ukulele. Apprezzabilissime infine le scenografie fortemente a tema che dimostrano come per un singolo cortometraggio in quel periodo si concepisse quasi un mondo grafico a sé. Qui.


Three Orphan Kittens

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Con Biancaneve ormai alle porte e le fiabe più famose già adattate, ecco che le Silly iniziano a vivere un po' di rendita: le fiabette diminuiscono sensibilmente e in compenso appaiono sequel con personaggi già amati o cortometraggi che sono un puro e semplice pretesto per allenare gli animatori, come questo. Il canovaccio è infatti alquanto risibile, con tre gattini abbandonati che si introducono in una casa per combinare disastri: bellissima l'atmosfera, piuttosto noiose le gag, che hanno del plutesco. Ma lo scopo principale del corto è alquanto evidente nelle scene in cui i gattini scivolano sul pavimento e si ottiene un effetto di tridimensionalità straordinario per quel tempo. Questa prodigiosa macchina tecnica vince l'oscar come miglior cortometraggio, si aggiudica la nuova sequenza di tavole domenicali, si guadagna un sequel per l'anno successivo, e si fa ricordare anche per la presenza della figura della governante nera, quella specie di Mammy di cui non si vede mai il viso e che ricorrerà più avanti anche in Pantry Pirate, in Figaro & Cleo e soprattutto nei primissimi corti di Tom & Jerry di Hanna e Barbera. Qui il corto integrale, qui invece la versione restaurata ma priva di credits.


Cock o' the Walk

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Un magnifico e ottimamente coreografato balletto aviario con volatili da cortile che basterebbe da solo a reggere il corto senza rischiare di ricordare la fase in bianco e nero, è ottimamente arricchito da una cornice narrativa che mostra il triangolo che si viene a creare in una coppia quando in paese giunge Cock O' the Walk, un gallo cedrone campione di pugilato. La disputa amorosa è assolutamente ben resa e i momenti comici non mancano, complice un design sempre più ricco e una colonna sonora assolutamente ben ritmata. Veramente bello. Qui.


Broken Toys

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In questa ultima Silly Simphony del 1935 tornano le atmosfere natalizie, quando un gruppo di giocattoli abbandonati in una discarica decidono di rimettersi in sesto con mezzi di fortuna per donarsi all'orfanotrofio. Molte trovate sono veramente belle e disneyane, specie i vari modi che i giocattoli escogitano per aggiustarsi, e alcune scene pure parecchio emozionanti, come quando viene eseguita la delicatissima operazione ridare la vista a una bambola senza occhi. Insomma il precursore ideale di Toy Story se non fosse per un particolare: molti personaggi sono qui ricalcati sulle fattezze di attori del periodo, che tra un ammiccamento e l'altro finiscono per rendere incomprensibile la metà del parlato presente lungo tutto il cortometraggio. Il rischio era stato corso anche in Who Killed Cock Robin? dove però il camuffamento era maggiore e la contestualizzazione non faceva inarcare troppe sopracciglia. Tuttavia il corto resta assai godibile, pure visivamente, e il finale toccante. Qui.


1936


Elmer l'Elefante (Elmer Elephant)

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La parabola del diverso che si riscatta trova una delle sue più felici realizzazioni in questo excursus Disneyano in una giungla di animali antropomorfi. L'elefante Elmer preso in giro per il suo naso saprà riscattarsi usandolo come pompa durante l'incendio che minaccia la casetta della tigrotta dei suoi sogni: niente di troppo originale ma bello il fatto che sia inserita in un contesto preadolescenziale con tanto di bulli e ragazzate, cosa che le regala un gusto inedito e una certa celebrità. Verrà infatti scelta per la successiva sequenza di tavole domenicali e si progetterà pure un sequel, Timid Elmer, che non andrà però in porto e verrà riadattato come storia a fumetti nella produzione sindacata. Elmer, che da noi in un primo tempo era conosciuto come "Fuffo, l'elefante buffo", appare quello stesso anno in Toby Tortoise Returns, facendo un cameo con la sua Tillie Tiger. Si ricordano volentieri pure gli alleati che Elmer troverà nel corto: una vecchia giraffa assente nella storia a fumetti ma non nel suo sequel, e uno stormo di pellicani accumunati a lui dall'handicap del grosso naso, e quindi occasione utile per regalarci uno delle ultime apparizioni dell'Ah-cha-cha-cha di Jimmy Durante, autentico erede del Mammy! come tormentone del periodo. Qui.


I Tre Lupetti (Three Little Wolves)

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A Walt Disney vengono continuamente richiesti sequel del suo successo I Tre Porcellini. Lui è contrario, se non tramite vari escamotage, e quindi dopo The Big Bad Wolf che oltre ad essere un secondo episodio era la versione ufficiale Disneyana della fiaba di Cappuccetto Rosso, ecco arrivare Three Little Wolves che utilizza il cast dei personaggi amati (già rivisto comunque in Mickey's Polo Team), arricchito dei tre lupetti figli di Ezechiele, per raccontare però un'altra celebre fiaba, quella del pastorello che gridava sempre "Al lupo! Al Lupo!" per poi non essere creduto alla fine, con Timmi e Tommi ovviamente nel ruolo dei falsi allarmisti. Questo terzo episodio del filone è anche superiore al secondo, dal momento che tecnicamente parlando sono stati fatti passi da gigante, i personaggi sfoggiano un'espressività che prima non c'era, e anche lo humor è sempre più graffiante ed esplosivo: fantastico il Lupo che all'inizio del corto canta la celebre canzone Schnitzelbank, con perfetto accento tedesco, storpiandola mentre cerca di insegnare ai figli come si cucina il maiale, bello anche che catturi i porcellini travestendosi da Bo Peep e che loro credano che la pastorella abbia mire "sconvenienti" su di loro. Intrigante il modo in cui la situazione si risolve, sfruttando il celebre soffio del Lupo, e geniale il climax finale con la macchina ammansitrice di Gimmi che riempie di botte il Lupo a tempo di musica con la canzone Who's Afraid of the Big Bad Wolf?. Dopo questa felice interpretazione, che viene promossa sui giornali con un ciclo di tavole domenicali veramente lungo che racconta ben tre storie con protagonisti porci, lupo e relativa figliolanza, questo celebre cast si congederà dalle Silly Simphony per dare inizio a una serie personale che però non andrà mai oltre il primo cortometraggio, trovando maggior fortuna nei comic book dove però il trio di lupetti cattivi verrà rimpiazzato da un unico lupetto buono, che darà modo a Ezechiele di vivere ancora a lungo di questo paradossale spunto narrativo.
Qui la versione originale del corto, mentre qui la versione doppiata presente nel Treasure. Da youtube è purtroppo assente il precedente doppiaggio italiano in cui Ezechiele conservava intatto l'accento tedesco.


Toby la Tartaruga è Tornata (Toby Tortoise Returns)

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Ed ecco un altro sequel, stavolta del grande successo The Tortoise and the Hare che aveva lanciato Max e Toby l'anno precedente. Stavolta si tratta proprio di un secondo atto, senza troppi pretesti narrativi che non siano quello della rimpatriata: i due personaggi si sfidano stavolta su un ring di boxe, circondati da un pubblico composto da personaggi già visti nelle precedenti Silly Simphony: c'è Gimmi a suonare il gong, Elmer, Tillie e gli altri due porcellini seduti vicino. E non solo, è possibile scorgere anche Ezechiele, Pippo, Zozzo Bill, Orazio e Paperino di sfuggita nella scena in cui entra un'altra vecchia conoscenza: Jenny Wren di Who Killed Cock Robin?, che in un paio di scene sedurrà Toby dandogli quella spinta in più per vincere. La vittoria però a differenza del corto precedente, tratto da una favola di Esopo, giungerà del tutto inaspettata, quando il trucchetto di Max di riempire il guscio di Tobia di petardi (consigliatogli dall'Harpo Marx struzzesco visto in Robin) gli si ritorcerà contro, nella bella sequenza con sottofondo di Stars & Stripes. Insomma molto gradevole, più per il piacere di rivedere personaggi amati che altro. Qui.


Three Blind Mouseketeers

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La celebre filastrocca di Mamma Oca Three Blind Mouse viene combinata con il gioco di parole mouseketeers (mouse + museketeers), che avrebbe poi spopolato negli anni '50 nell'ambito del programma Mickey Mouse Club, per dare vita a una Silly che descrive la caccia al formaggio di un trio di topolini moschettieri ciechi che devono difendersi dal grasso Capitan Gatto. Le atmosfere sono davvero molto belle e si vede che oramai il livello è quello che vedremo in Biancaneve e Pinocchio, peccato però che segni una svolta per la serie, che in questi ultimi anni inizia a farsi meno narrativa: pure la musica conta sempre meno se non come commento alle gag slapstitck e minimaliste che avvengono sullo schermo. Insomma inizia ad affermarsi quel tipo di humor che invece spopolerà negli anni 40. Qui la versione originale, mentre qui quella doppiata ma senza credits.


Il Cugino di Campagna (The Country Cousin)

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Un adattamento della favola del Topo di Campagna e il Topo di Città ancora mancava nel patrimonio Disneyano ed ecco quindi che questo cortometraggio riempie quel vuoto, lo fa però seguendo questo nuovo stile meno narrativo e più minimalista. Abner e Monty sono due personaggi riusciti, e l'ambiente in cui si muovono ricorda non poco lo stile ricco del periodo (Tom & Jerry ad esempio), eppure lo humor e le gag sono piuttosto noiose, con scene tirate troppo per le lunghe, buone per quel periodo (il corto vince pure l'Oscar!) ma ormai datate ai giorni nostri. La cornice però è molto valida e la sequenza di fuga finale in giro per la città è da mascella spalancata. Qui.


"Mamma"...Pluto (Mother Pluto)

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Ecco la seconda e ultima Silly Smphony dedicata a Pluto, dopo Just Dogs che era in bianco e nero e aveva segnato l'inizio della sua carriera da solista. Carriera che in questo periodo il povero cane cercava di portare avanti intrufolandosi con ruoli da protagonista nella serie di Topolino (Pluto's Judgement Day, ad esempio) o intrufolandosi al fianco di Paperino in Donald and Pluto. L'anno seguente avrebbe avuto una serie personale e questi ruoli di compromesso sarebbero spariti, tuttavia non si può certo dire che questo cortometraggio non stia bene nelle Silly Simphonies, e sicuramente è un risultato migliore del discontinuo Just Dogs. La storia vede Pluto divenire la mamma di una nidiata di pulcini che però alla fine gli vengono strappati. E la cosa è triste, molto triste, e anche se il lieto fine è dietro l'angolo il corto qualcosa emotivamente parlando lo smuove. E la musica è presente, non solo come commento alle gag, si sposa bene con le immagini in un quadretto campestre davvero prezioso, da meritarsi una bella sequenza di tavole domenicali nella produzione sindacata. Bello e tenero. Qui.


More Kittens

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Ed ecco arrivare il terzo e ultimo sequel di un'annata che ha visto un'infornata di Silly Simphony mai così autoreferenziali, qui si parla di Three Orphans Kittens, che tanto successo aveva avuto l'anno precedente. Se quel corto era però una lunga sequela di gag casalinghe questo non è da meno, anche se sposta l'attenzione sul cortile. I tre gattini vengono messi in giardino dalla governante nera del primo episodio e lì incontrano quello stesso cane San Bernardo visto in Alpine Climbers quest'anno e qui ripreso. Si tratta di Bolivar, che qui ha ancora il primitivo nome di Toliver - storpiatura di Al Taliaferro - che sarebbe successivamente diventato un personaggio di spicco nell'ambito delle strisce giornaliere di Paperino. Bolivar li protegge tra le ali della sua bocca e vigila su di loro mentre avvengono alcune gag anche piuttosto noiose in cui i gattini inseguono una tartaruga, una mosca, un uccellino e via dicendo (l'unica gag che si ricorda è l'uccellino che fischietta Who's Afraid of the Big Bad Wolf?). Insomma, la vera attrazione del corto è il massiccio cagnone, con le sue animazioni comiche e sofisticate. Qui.


1937


Caffè nel Bosco (Woodland Cafè)

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Nel 1937 escono soltanto tre Silly Simphonies, dal momento che gli sforzi degli studios erano concentrati con quella Silly Simphony formato gigante che era Biancaneve e i Sette Nani. Sono però tre cortometraggi molto importanti. Il primo è Woodland Café, un vero capolavoro di ritmo ed estetica, che riprende in mano il concetto di mondo degli insetti visto in The Spider and the Fly e Bugs in Love reinventandolo completamente e dandogli un taglio assolutamente culturale. Woodland Café è infatti il ritratto di un'epoca, ci mostra cosa sono stati gli anni 30, coi loro night, jazz club, i musicisti neri che suonavano nei locali e l'alta borghesia che li frequentava. Il corto "racconta" una serata ad un Café con musica, balli, canti e persino una sorta di spettacolo dentro lo spettacolo con il balletto di seduzione di un ragno e una mosca . Assolutamente strepitoso con una musica d'altissimo livello che immerge lo spettatore in quelle atmosfere adesso nostalgiche ma che al tempo del cortometraggio erano assolutamente d'attualità. Il tutto senza che con questo suo essere attuale il corto ci sembri invecchiato di un briciolo. Potenza del capolavoro. Qui.


Little Hiawatha

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Penna Bianca è un celeberrimo personaggio Disney, famoso per essere apparso in un gran numero di storie a fumetti sui comic book americani, e persino in un ciclo di tavole domenicali. Le sue origini però sono da rintracciarsi in questa Silly Simphony che riprende un antico poemetto indiano sulla figura di un condottiero, mostrandocelo però da piccolo durante una sua battuta di caccia. Le atmosfere, stupende, sono sicuramente un'ulteriore sperimentazione di ciò che si vedrà in Biancaneve data anche la fauna che l'indianino incontra. Purtroppo però ad una tale importanza non corrisponde un'adeguata bellezza e il corto infatti tende ad annoiare, essendo basato sulle facezie che avvengono tra l'indianino e gli animaletti che gli sfuggono. Ci sono anche alcuni aneddoti simpatici come quando non riesce ad uccidere un coniglietto con gli occhioni o l'inseguimento finale con la fuga da un grizzly, ma il corto rimane il più debole di questa triade. Qui.


Il Vecchio Mulino (The Old Mill)

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Riunire in un solo cortometraggio il fascino e l'estetica di Biancaneve, Pinocchio, Fantasia e Bambi non dev'essere stato semplice, considerando sopratutto la non esistenza dei film in questione, all'epoca di realizzazione. Quel che è certo è che ci troviamo davanti ad una sorta di miracolo artistico, che non solo serve a Walt Disney per sperimentare la multiplane camera, in vista di un suo massiccio utilizzo nei lungometraggi, ma che contiene in sé un decennio di progressi nel campo dell'animazione. Pur non raccontando niente, se non un temporale che sconvolge la vita di vari gruppi di animaletti che si annidano in un antico mulino a vento, il corto non è un semplice sfoggio di tecnica ma contiene in sé una sensibilità artistica notevole, che impedisce allo spettatore di annoiarsi, preso com'è dalle innumerevoli meraviglie che gli vengono messe davanti agli occhi. Dalla telecamera che sale in cima al mulino elencando tutte le tipologie di animaletti nascosti nelle varie nicchie, all'entrata in scena dei pipistrelli con la musica che si fa drammatica, fino ad arrivare al laghetto circostante con il gracidar delle ranocchie a rompere il silenzio. Per non parlare dei grilli contro luce, delle lucciole che illuminano il lago, dello sconvolgimento portato dal maltempo fino all'arrivo dell'alba e lo sbocciare di nuova vita con la schiusa delle uova. Un realismo mai finora portato sugli schermi, che non potrà fare a meno di emozionare, commuovere e far temere per la povera uccellina che rischia di venir schiacciata dalla ruota dentata. Meraviglioso, e vincitore di un meritatissimo Oscar. Qui.


1938


Moth and the Flame

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Il 1938 è l'ultimo anno di massiccia produzione delle Silly Simphonies, dopo un 1937 per ovvie ragioni un po' spoglio e un 1939 in cui ne avremo solo una. Le Silly di quest'anno continuano a mostrare i progressi compiuti nel campo della tecnica grazie a Biancaneve, e a fungere da palestra per la realizzazione degli imminenti Pinocchio e Fantasia. Un gioiello per quanto riguarda gli sfondi è Moth and the Flame, capolavoro stilistico che segue l'avventura di una coppia di tarme all'interno di una vecchia bottega di costumi. Le atmosfere sono fantastiche, e anticipano di molto Pinocchio, ma il meglio arriva quando da una candela si sprigionerà una fiamma tentatrice, dal design veramente accattivante, che cercherà di accaparrarsi la femminuccia della coppia arrivando a far scoppiare l'incendio. Trovate grafiche e cromatiche davvero meravigliose, che fanno passare in secondo piano la guerra che ne scaturisce, che ricorda non poco le antiche Silly come The Spider and the Fly, con le sue gag da riciclo e un nugolo di moschine nel ruolo dei rinforzi. Unica gigantesca pecca è il design del maschio di tarma, che è davvero inguardabile, sembra un piccolo pagliaccetto e non si capisce il perché di un tale sbalzo qualitativo in un contesto, quello Disneyano, che fa dell'appeal visivo la prima arma. Comunque molto buono. Qui.


Sognando tra le Stelle (Wynken, Blynken and Nod)

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Quella che potrebbe sembrare l'ennesima variazione sul tema delle avventure di bimbetti è in realtà una piccola perla che si avvicina più a Lullaby Land che a Waterbabies. Il cortometraggio è tratto da una poesia di Eugenie Field, conosciuta come Ninna Nanna Olandese, in cui si descrive un'onirica battuta di pesca da parte di tre bimbetti, che si divertono a pescare delle stelline navigando nei cieli con una sorta di enorme zoccolo. Anche se verso l'inizio ci si potrà annoiare vedendo l'umorismo fisico tipico di Pluto adattato a dei bebè, ben presto il corto mostra tutte le sue potenzialità tecniche e visionarie quando scoppierà un temporale e dei nuvoloni con facce umane cominceranno a sballottare l'imbarcazione soffiando i loro venti. Inquietante, poetico e suggestivo, il corto si conclude poi con la fine del sogno e la scoperta che [spoiler]la nave era solo una culla, e che i tre fratellini, Wynken, Blynken e Nod, altro non erano che proiezioni diverse dello stesso bambino che li sognava[/spoiler]. Da notare che questo corto, incluso come easter egg nel Treasures, è uno di quelli che sono stati doppiati in italiano appositamente per il dvd. Qui


La Sinfonia della Fattoria (Farmyard Symphony)

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In questo capolavoro visivo e musicale, Walt Disney si spinge al massimo per dar sfoggio di una tecnica sempre più perfetta, che restituisce un realismo davvero mai visto prima in un quadretto campestre. Una fattoria si risveglia e animale dopo animale veniamo introdotti in un mondo fatto di sottotrame minimaliste ben intrecciate. E il tutto incredibilmente non solo non annoia minimamente ma affascina e interessa anche grazie al riuscitissimo mix tra buone gag, meraviglie visive, realismo ben dosato e soprattutto una colonna sonora da inchini, in cui vengono eseguiti moltissimi brani di musica classica anche famosi come la Pastorale di Beethoven, l'Overtoure del Barbiere di Siviglia, ma soprattutto La Donna è Mobile dal Rigoletto che serve come duetto tra un gallo e una giovane gallinella, della cui sottotrama amorosa parteciperà l'intera fattoria. Affascinante, coinvolgente e assolutamente d'atmosfera, è forse il risultato che più si avvicina allo stile morbido ed espressivo che poi verrà utilizzato in Pinocchio. Il corto è stato uno degli ultimi a beccarsi l'adattamento fumettistico nell'ambito delle domenicali, anche se sarebbe stato tutto focalizzato sul personaggio del maialetto in cerca di cibo. Qui.


Merbabies

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Con un lungometraggio appena prodotto e due in cantiere in uscita nello stesso anno alla Disney si sente il bisogno di diminuire la produzione di Silly Simphony e così questa sorta di erede morale, ma infinitamente più riuscito, di Waterbabies, viene affidato per la primissima volta ad uno studio d'animazione esterno. I direttori dell'animazione sono però Hugh Harman e Rudolf Ising che con Walt avevano lavorato ai tempi dei Laugh-O-Grams, e il risultato è decisamente buono, per quanto possa esser buono un corto che parta dal presupposto di mostrarci il mondo dei sirenetti, stucchevoli poppanti che nascono dalla schiuma del mare: a differenza di Waterbabies in cui per tutta la durata si vedevano bimbetti seminudi fare un sacco di cose, qui con la scusa di mostrarci un circo acquatico ci si concentra su animali marini che svolgono il ruolo di animali terrestri, e la cosa è molto divertente. Si vedono infatti polipi comportarsi da elefanti, lumache marine interpretare le foche, ippocampi nel ruoli di muli e via dicendo. Il corto stilisticamente parlando ben si integra con lo stile Disneyano delle Silly Simphony...però di qualche anno prima! Infatti Merbabies, effetti acquatici a parte, è per forza di cose tecnicamente meno avanzato di certe recenti meraviglie viste nella serie, come Farmyard Symphony o The Old Mill, e più vicino alle Silly del 1935/36. Stilisticamente parlando però si raggiunge un buon livello di Disneyanità anche grazie alle gag animalesche, che rendono indolore questa prima produzione fuorisede. Ci saranno infatti altre due occasioni in cui alla Disney per mancanza di tempo o di risorse si affiderà ad uno studio esterno un progetto: avverrà nel 1983 con Il Compleanno di Ih-Oh e nel 2006 con il lungometraggio The Wild, anche se i risultati non saranno altrettanto felici quanto nel pur sempre molto Disneyano Merbabies. Qui.


Mother Goose Goes Hollywood

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Ed ecco la terza incursione delle Silly Simphony animate nel mondo di Mamma Oca, visto come raccolta antologica, dopo Mother Goose Melodies e Old King Cole, solo che adesso le fattezze di quei personaggi creati per quei due corti e per le tavole di Buci vengono messe da parte per creare un ibrido curioso con le star di Hollywood del periodo. Avevamo già visto le star in Mickey's Gala Premiere, in Mickey's Polo Team e pure in Broken Toys, dove però erano sempre state inserite in un preciso contesto, in una trama o comunque messe a confronto con Topolino (e in futuro con Paperino). Questo corto è il momento di celebrità per le celebrità, che in maniera assolutamente autoreferenziale storpiano le celebre rimette di Mamma Oca interpretandone i personaggi, non rinunciando ai loro atteggiamenti e tormentoni che a quel tempo devono aver veramente divertito il pubblico, ma che a noi appaiono ormai incomprensibili, quando non fuori luogo e malinvecchiati. La Silly Symphony, che data la sua scarsa musicalità è ben poco Silly Symphony e assomiglia più ad uno Special Cartoon, la serie nata come rimpiazzo, è strutturata a sketch singoli, che vengono mostrati pagina dopo pagina, non senza qualche contaminazione o tormentone ricorrente come quello di Katherine Hepburn che nel ruolo di Bo Peep cerca le sue pecorelle lungo tutta la durata del corto. Per il resto abbiamo Hugh Herbert nel ruolo di King Cole, coi violinisti interpretati dai fratelli Marx, Charles Laughton, Spencer Tracy e Freddie Bartholomew nel ruolo dei tre saggi di Gotham, W.C. Fields che interpreta Humpty Dumpty, Laurel & Hardy nel ruolo di Simple Simon e del cuoco, Greta Garbo nel ruolo di See-Saw Margery Daw e via dicendo. Sono presenti anche altri topos quali la torta di Jack Horner, popolata da Cab Calloway e i suoi musicisti neri, Little Boy Blue interpretato da Wallace Beery e un finale musicale dove sotto la celebre casa a forma di scarpa si danno appuntamento tutti e si possono citare anche Clark Gable o Fred Astaire senza dare loro un ruolo preciso all'interno del pantheon di filastrocche. E come se non bastasse fanno un cameo anche alcune celebrità fittizie come il Disneyano Paperino e il pupazzo Charlie McCarthy che apparirà anche in Fun & Fancy Free, per non parlare della stessa Mamma Oca che apre il corto ruggendo come il leone MGM. Insomma un ritratto dell'epoca, che rimane appunto dell'epoca e che al giorno d'oggi circola spesso e volentieri stagliuzzato e remixato a causa delle miriadi di gag e riferimenti black. Una Silly che è quasi impossibile decifrare al giorno d'oggi sia per il fattore deteriorante da sempre associato al vippume che per l'ignoranza dilagante verso questa raccolta di filastrocche che a quel tempo veniva addirittura data per scontata. Non sarebbe stato l'ultimo excursus di Walt nel mondo di Mamma Oca, visto che nel 1957 avrebbe prodotto un mediometraggio per scoprire come nacquero alcune filastrocche. Le star sarebbero invece apparse ancora l'anno successivo in The Autograph Hound, ultimo excursus Disneyano in campo metacinematografico. Qui la versione originale e qui un doppiaggio italiano.


1939


Il Porcellino Pratico (The Practical Pig)

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Silly Simphony o non Silly Simphony? Pur essendo stata pubblicizzata come una Silly, con tanto di ciclo di tavole domenicali pubblicato in largo anticipo e locandina riportanti il celebre logo, una volta al cinema gli spettatori si ritrovano davanti un logo tutto nuovo che sembra preludere ad una serie regolare con protagonisti Gimmi, Timmi, Tommi ed Ezechiele. Non si sa, conoscendo Walt, quanto questa idea gli andasse a genio visto che non vedeva di buon occhio i sequel, certo è che d'altra parte trasformare la solita formuletta in un contesto narrativo parallelo a quello dei soliti personaggi poteva essere interessante anche nell'ottica di espandere questo mondo. Ciò non sarebbe stato fatto se non nei comic book, dove grazie all'arrivo di Lupetto, Ezechiele avrebbe goduto di una seconda giovinezza e di un pretesto narrativo molto interessante, e quindi The Practical Pig ad oggi rimane il primo ed ultimo corto appartenente alla serie personale dei porcellini, una serie abortita e quindi per molti storici del cinema una semplice Silly Simphony dallo strano logo realizzata così dato il periodo di congiuntura in cui è uscita. Quel che è certo è che andando a valutare i contenuti del corto, ci si trova davanti ad un upgrade davvero impressionante, rispetto ai corti precedenti: non solo grazie al tocco di Fred Moore la grafica si è arricchita rendendo i porcellini più tondi ed espressivi, ma assai piacevoli sono pure le sembianze e le espressioni del lupo, c'è un maggior approfondimento sui personaggi e una caratterizzazione sempre migliore di ognuno di loro. Anche dal punto di vista degli sfondi si sentono tutti i progressi compiuti in un decennio di Silly Simphony, e il risultato finale è che questo Practical Pig assomiglia più a Pinocchio che agli altri cortometraggi. Certo, la trama è abbastanza classica con il solito rapimento del lupo, e senza neanche un pretesto fiabesco impiantato nella storia, ma il modo in cui il tutto viene rinnovato ha dell'ammirevole. Anche la regia si è fatta più moderna, dinamica, e sente il bisogno di variare la formula: ecco quindi l'erede dell'ammansitore per lupi, la macchina della verità con cui un Gimmi più accigliato che mai tortura Ezechiele con inquadrature frenetiche, brusche carrellate e movimenti di camera impensabili pochi anni prima. Bellissima l'ultima inquadratura del Lupo sparato in aria come un razzo, come anche l'interazione con i tre lupetti alla loro ultima apparizione, e persino le gag sono assolutamente fulminanti, con il Lupo che bugia dopo bugia si fa sempre più male, la lettera di Ezechiele tutta sgrammaticata o Gimmi che nel finale riceve un piccolo scorno che incrina leggermente la sua intoccabilità di saggio. Insomma sarà anche un unicum ma The Practical Pig rimane un gioiello, che dimostra come a livello stilistico il periodo che va a cavallo degli anni 30 e 40 sia assolutamente il migliore. Qui.


Il Brutto Anatroccolo (The Ugly Duckling)

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E' da Mother Goose Goes Hollywood che il logo delle Silly Simphonies non viene più utilizzato. Dei due corti affini alle Silly che escono quest'anno, The Pratical Pig viene battezzato come Three Little Pigs Cartoon (anche se si tende ad ascriverlo comunque a questa serie), divenendo il pilota di una serie che non verrà portata avanti, mentre The Ugly Duckling esce privo di qualsiasi logo come se fosse uno Special Cartoon. Non c'è alcun dubbio comunque che senza stare a sottilizzare troppo questo secondo e assolutamente più fedele Brutto Anatroccolo della filmografia Disney vada considerato, sia per registro che per stile, l'ultima vera Silly Simphony. E' confrontando le due versioni della fiaba che si nota come in un decennio Walt Disney abbia cambiato radicalmente il volto dell'animazione, con personaggi che oramai per complessità e cura non hanno più niente a che vedere con le stilizzazioni di anni prima, uno humor più raffinato e uno storytelling evoluto che racconta finalmente come si deve una storia struggente. E il corto ha subito un successo incredibile, e gli viene dedicato l'ultimo vero adattamento in tavole domenicali della serie Silly Simphony che contrariamente alla serie animata continuerà ancora a lungo ospitando personaggi sempre diversi e trasformandosi in un contenitore generico. La musica di questo secondo Ugly Duckling è bellissima, e molte scene memorabili, come il litigio tra i genitori adottivi, e soprattutto il finale in cui Walt sceglie di non far crescere l'anatroccolo ma di fargli scoprire le sue origini facendogli incontrare una famiglia di cigni. Bellissimo corto e il miglior modo di dare l'addio alle Silly Simphony, la serie di cortometraggi Disney che più di ogni altra ha contribuito a formare l'arte dell'animazione portandola a livelli di assoluta eccellenza. Qui.

Re: Silly Symphony

Inviato: lunedì 22 marzo 2010, 13:59
da DeborohWalker
Mah.
Dopo aver scoperto col Treasures di Topolino che i corti sono suddivisi tra i volumi per priorità qualitativa, addentrandomi nelle Silly Simphonies mi accorgo che qui la situazione è ancor peggiore: i corti all'interno dello stesso DVD non sono neanche in ordine cronologico ma raccolti in aree tematiche, alla stregua dei DVD frittole dei Simpson da scatolone del supermercato con episodi a caso messi assieme perché sì.
E in questa confusione si rasenta la follia con alcuni corti che, per via della sezione di Maltin, sono presenti fino a tre volte.
Mah.

Comunque sono piacevoli, anticipano di un bel po' il concetto di Fantasia (infatti io ho sempre ridimensionato l'enormità di quel progetto, dato che aveva già avuto precedenti di successo).
Springtime
Qui le rane sono abbastanza evidentemente una prova tecnica di Flip The Frog, dato che la forma e le movenze ricordano tanto il successivo eroe di Iwerks. (a proposito, qualcuno ha i diritti per fare una sorta di Treasure di Flip the Frog, che mi interesserebbero tanto?)

Re: Silly Symphony

Inviato: lunedì 22 marzo 2010, 17:32
da Valerio
Deboroh, vorrei azzannarti le orecchie. Sconcordo assolutamente sulla follia del lavoro di Maltin facendoti notare a quale wave appartengono questo volume e Topolino b/n 1: prima e seconda. E come già ti dissi questo volumi sono così per dei motivi precisi, dovuti alle incertezze degli inizi. Incertezza che è andata via via scomparendo visto che già Topolino, pur procedendo per balzi, è in ordine cronologico, e così anche i rispettivi volumi di completamento.
La suddivisione per sezioni non è poi così niubba se noti visto che c'è la sezione delle fiabe, quella dei balletti, quella dei personaggi ricorrenti (che praticamente contiene l'omnia dei tre porcellini). E la selezione di Leonard non è che contenga dei doppioni ma è una semplice interfaccia aggiuntiva per accedere ai corti in maniera differente. E se noti grazie a questo stratagemma Leonard è riuscito a rendere direttamente accedibili un paio di Silly che erano state inserite come easter eggs.
Insomma siamo davanti a un volume prezioso che presenta la crema di tutta la produzione, lasciando fuori molto poco di indimenticabile. D'altronde non voglio neanche figurarmi cosa sarebbe accaduto se al posto di questo fosse uscito un volume cronologico con due dischi di balletti in b/n. Probabilmente non sarebbe proseguita la collana.

Ah, e Fantasia è un progetto assai più grosso di qualsiasi Silly, Debbie. Anche solo per registro, varietà stilistica, nobiltà d'intenti, resa tecnica etc. E' una roba spaventosa.

Inviato: lunedì 22 marzo 2010, 19:04
da DeborohWalker
Grrodon ha scritto:Deboroh, vorrei azzannarti le orecchie. Sconcordo assolutamente sulla follia del lavoro di Maltin facendoti notare a quale wave appartengono questo volume e Topolino b/n 1: prima e seconda.
Perfetto. E visto che gli altri Treasures di quelle wave presentano in ordine cronologico quello che non è stato escluso, pareva brutto farlo anche per le Silly Simphonies. In effetti è vero, premio l'originalità di questa indicizzazione mattacchiona.
Grrodon ha scritto:E la selezione di Leonard non è che contenga dei doppioni ma è una semplice interfaccia aggiuntiva per accedere ai corti in maniera differente.
E' vero, mi rimangio l'accusa basata sul libretto del DVD, che segnalava Skeleton Dance e Fiori e Alberi nella selezione di Maltin su entrambi i dischi. Ho controllato e il danno è ridimensionato, è solo il libretto ad essere sbagliato (non è la prima volta, avevo già notato errori anche nel DVD di Mickey in b/n e Oswald, uff).

Re: Silly Symphony

Inviato: lunedì 22 marzo 2010, 19:29
da Valerio
Lol ma davvero consulti quell'opuscolo fallato? Non solo non ci sono tutti i corti, ma ci sono titoli inventati, roba inesistente, addirittura è presentato come corto il titolo italiano di una compilation che conteneva delle Silly, insomma un disastro. E in tutto questo sfuggono info importanti il fatto che nella selezione di Leonard è presente il diretto link alla La Cavalletta e le Formiche, corto nascosto come easter eggs.

Quanto ai compagni di wave: nella prima escludendo Davy Crockett e Disneyland rimane Mickey a colori che è per forza di cose cronologico visto che è il meglio del meglio (e cmq parte da metà produzione), mentre nella seconda c'era il Drago e Pippo, che di per sé era completo...quindi non capisco di cosa lamentarsi (e poi già il titolo di Silly 2 è MORE SILLY SIMPHONIES come a dire "la MERDA che rimane, e che quindi tanto vale metterla in ordine di data").

Inviato: mercoledì 24 marzo 2010, 02:26
da DeborohWalker
Night
Qui compare baby-Flip the Frog, in arrivo a breve dalla stessa penna di Iwerks. Boh, a me la caratterizzazione di queste rane piace proprio un sacco, anche più del celebre topo, ed è diversi gradini sopra ai ranocchi usciti al cinema pochi mesi fa.
Arctic Antics
Ma quant'è bello "l'effetto speciale" dell'acqua quando l'orso polare nuota sotto la sua superficie, con l'immagine distorta: un virtuosismo non da poco, se consideriamo l'epoca.

Re: Silly Symphony

Inviato: sabato 27 marzo 2010, 02:24
da Andrea87
non si vedono le immagini del '29 :P

Re: Silly Symphony

Inviato: sabato 27 marzo 2010, 11:39
da Valerio
Uh? Sarà una cosa di imageshack, domani si ripiglieranno.

Re: Silly Symphony

Inviato: mercoledì 31 marzo 2010, 15:55
da Andrea87
mentre Qui la versione in italiano, ma priva della spassosissima scena delle bamboline, censurata per i soliti motivi.
sicuro che sia stata censurata? Io l'ho vista questo natale in un passaggio su Toon Disney :P

Re: Silly Symphony

Inviato: mercoledì 31 marzo 2010, 16:01
da Valerio
E' censurata nel video che ho linkato, l'unico in Italiano (che suppongo provenga dalla versione R2 di una recente compilation natalizia, di quelle per mocciosi senza un Maltin che piuttosto che operare certi tagli cede al compromesso del vault). Ma in tutte le altre versioni ovviamente non lo è, trasmissione italiana inclusa.

Inviato: sabato 10 aprile 2010, 02:54
da DeborohWalker
Il Piatto di Porcellana (The China Plate)
A tratti persino disturbante, specialmente con l'entrata in scena finale del drago. Dopo El Terrible Toreador ecco di nuovo la Disney cimentarsi con un cortometraggio con un cast interamente umano, le cui limitazioni tecniche faranno optare per una caricaturizzazione estrema e ai limiti dell'animalesco.
Mah. Forse il più bruttino di questi anni, saranno gli occhi a mandorla ma i personaggi non sanno essere espressivi e anche le animazioni sono piuttosto grottesche. Se non fossi stato conscio di aver inserito nel lettore DVD il Treasures delle Silly Symphonies, probabilmente non avrei mai pensato potesse essere Disney.
I Castori Indaffarati (The Busy Beavers)
Certo, una Silly piuttosto pretestuosa, e sicuramente fra le più dimenticabili, ma tutto sommato superiore alla media dell'anno precedente.
Ma perchè, poverina?
A me invece è piaciuta un bel po', con i castori che lavorano giulivi e anche alcune scene "di massa" con tutti i castori che si muovono in sincrono che all'epoca devono aver avuto un certo impatto. E poi la storia dai ballettini prende pure una piega epica, con tanto di inondazione (bella visivamente!) che rischia di distruggere la foresta...
Melodie Egiziane (Egyptian Melodies)
Il corto è interessante perché mette in scena alcune sperimentazioni tecniche non da poco, come nella scena in cui il ragno si introduce progressivamente nei meandri della sfinge, ripresa con un piano sequenza in soggettiva che mette in luce la tridimensionalità disegnata a mano del setting.
Mamma mia, che figata tecnica!
Davvero bella, il resto del corto non offre granchè a mio parere, ma questa sequenza è prospettivamente perfetta, oggi non si sognano nemmeno di fare qualcosa di simile senza sfruttare il computer.
The Cat's Out
Un gatto viene messo fuori per la notte e girovagando per il cortile vivrà un'esperienza terrificante.
...riciclando per l'ennesima volta la gag delle nove vite dei gatti. Un po' ci mancava, erano un paio d'anni che non veniva usata.
The Clock Store
Ma che meraviglia di fluidità sono le due statuine di ballerini sopra il carillon? Hanno animazioni tre spanne sopra tutto il resto... Rotoscope?
Il Brutto Anatroccolo (The Ugly Duckling)
Questo Brutto Anatroccolo non ha assolutamente niente della favola di Andersen, a parte il portare avanti la poetica del diverso, del reietto.
Ma allora il punto è (non tanto per i film, ma per corti come questo) perché chiamarlo "Il Brutto Anatroccolo"?
Ci sono persone che hanno preso solo lo spunto di partenza e poi hanno fatto film diversi, però poi l'hanno chiamato Stitch, non "Il Brutto Anatroccolo Spaziale". Vabbè.
Comunque il look dell'animaletto e la sua espressività mi piace molto di più qua che ne suo "remake" successivo, checchè dica Martin sull'evoluzione del character design Disney negli anni.
Bugs in Love
Questa è inoltre l'ultima Silly Simphony realizzata in bianco e nero prima del definitivo passaggio al colore,
Come mai Fiori e Alberi è addirittura stato rifatto da capo per poter proporlo in technicolor, invece questo è stato fatto in bianco e nero dopo che già altri due Silly Simphonies erano arrivate sul mercato?
I Pericoli del Bosco (Babes in the Woods)
Ecco la prima fiaba Disneyana a colori, una riscrittura di Hansel e Gretel, con l'aggiunta di molti elementi nuovi.
Ma che bella, probabilmente la migliore Silly finora!
Tra l'altro c'è veramente molto in comune con Biancaneve, sia esteticamente, che narrativamente con l'inserimento dei nani (tutti uguali, ma sono dei prototipi dei celebri sette) e lo scontro finale con la strega.
Suggestiva la Witch Rock introdotta all'inizio del corto e poi ripresa nella conclusione.


Comunque ho notato che subito prima dell'avvento del colore, gli animatori Disney erano impegnati in una serie di corti che potrebbero essere definiti quasi "didattici", una carrellata di elementi diversi appartenenti alla stessa categoria: c'è il corto dei cani, quello degli uccelli "selvaggi", quello degli uccelli "da gabbietta", quello con gli animali della foresta, quello con fiori e alberi...
Me li vedo gli animatori che si concentrano su un determinato ambito studiando e osservando le diverse razze o esemplari per scoprire come rappresentarli e animarli nel modo migliore. Sicuramente un processo che magari ha "penalizzato" quei corti specifici che sono meno interessanti narrativamente, ma ha creato un bagaglio di esperienza visiva che ha arricchito i corti successivi con trame più complesse e anche nei lungometraggi, dove gli animatori hanno potuto sfruttare quanto appreso in quella fase.

Re:

Inviato: sabato 10 aprile 2010, 13:12
da Valerio
DeborohWalker ha scritto: Mah. Forse il più bruttino di questi anni, saranno gli occhi a mandorla ma i personaggi non sanno essere espressivi e anche le animazioni sono piuttosto grottesche. Se non fossi stato conscio di aver inserito nel lettore DVD il Treasures delle Silly Symphonies, probabilmente non avrei mai pensato potesse essere Disney.
E aspetta di vedere Goddess of Spring, con Persefone che volteggia in maniera gommosa. D'altronde questo era il livello dell'animazione umana all'epoca. E il primo risultato soddisfacente fu proprio Biancaneve.
Ma perchè, poverina?
A me invece è piaciuta un bel po', con i castori che lavorano giulivi e anche alcune scene "di massa" con tutti i castori che si muovono in sincrono che all'epoca devono aver avuto un certo impatto. E poi la storia dai ballettini prende pure una piega epica, con tanto di inondazione (bella visivamente!) che rischia di distruggere la foresta...
E infatti l'ho detto che si riscatta un bel po', ma di base parte sempre come una Silly di ballettini, che giunti a questo momento della storia Disney erano più un more of same scorciatoia che altro. E infatti sono agli sgoccioli.
The Clock Store
Ma che meraviglia di fluidità sono le due statuine di ballerini sopra il carillon? Hanno animazioni tre spanne sopra tutto il resto... Rotoscope?
Boh però li rivedrai presto e animati ugualmente bene e come protagonisti.
Il Brutto Anatroccolo (The Ugly Duckling)
Ma allora il punto è (non tanto per i film, ma per corti come questo) perché chiamarlo "Il Brutto Anatroccolo"?
Ci sono persone che hanno preso solo lo spunto di partenza e poi hanno fatto film diversi, però poi l'hanno chiamato Stitch, non "Il Brutto Anatroccolo Spaziale". Vabbè.
Ma credo che queste pippe mentali non se le facessero neanche a quel tempo, il titolo lo davano completamente a cavolo (tantevvero che il Cappuccetto Rosso Disney, che sarà anche un sequel dei porcellini, sarà pure più fedele ma avrà come titolo The Big Bad Wolf) e non si ponevano chissà quale problema epico. Anche se Bordy aveva avanzato la teoria che la genialità del corto starebbe nel fatto che non si tratti di un cigno ma proprio di un anatroccolo, che con le sue capacità anatroccolesche mette in salvo i pulcini.

Bugs in Love
Come mai Fiori e Alberi è addirittura stato rifatto da capo per poter proporlo in technicolor, invece questo è stato fatto in bianco e nero dopo che già altri due Silly Simphonies erano arrivate sul mercato?
Perché evidentemente Walt puntava più su Fiori e Alberi per proporre la novità, o forse semplicemente per via di qualche sfasamento produttivo o ragione contrattuale. Pure Topolino avrà ancora due corti in b/n dopo The Band Concert prima di passare definitivamente al colore.

Comunque ho notato che subito prima dell'avvento del colore, gli animatori Disney erano impegnati in una serie di corti che potrebbero essere definiti quasi "didattici", una carrellata di elementi diversi appartenenti alla stessa categoria: c'è il corto dei cani, quello degli uccelli "selvaggi", quello degli uccelli "da gabbietta", quello con gli animali della foresta, quello con fiori e alberi...
Me li vedo gli animatori che si concentrano su un determinato ambito studiando e osservando le diverse razze o esemplari per scoprire come rappresentarli e animarli nel modo migliore. Sicuramente un processo che magari ha "penalizzato" quei corti specifici che sono meno interessanti narrativamente, ma ha creato un bagaglio di esperienza visiva che ha arricchito i corti successivi con trame più complesse e anche nei lungometraggi, dove gli animatori hanno potuto sfruttare quanto appreso in quella fase.


Bé sono i soliti corsi e ricorsi storici: più che corti didattici li vedo come antenati dei vari "mondi di" che Pixar e Dreamworks agli albori della CGI proponevano al pubblico, prima di passare ad altre tipologie di storie, una volta che la tecnica era stata collaudata un po' con tutto.

Re: Silly Symphony

Inviato: martedì 20 aprile 2010, 15:22
da Donald Duck
Grrodon ha scritto: Per non parlare poi degli influssi in campo extra-Disney, visto che per molti, animatori Warner inclusi, Max è il prototipo di Bugs Bunny.
E inoltre ripresero questa fiaba parodiando, in definitiva, la Silly, con due cartoni che si possono definire sequel tra loro, Tortoise beats hare e Tortoise wins by a hare, in quanto il secondo nei primi minuti ripresenta buona parte del primo cartoon.
Poi ci sarebbe anche un terzo, Rabbit transit, ma è venuto anni dopo.

Re: Silly Symphony

Inviato: giovedì 22 aprile 2010, 01:52
da DeborohWalker
The China Shop
Altro capolavorone insomma.
Già. Direi il migliore dell'annata 1934. E' un reato che non sia stato inserito nel primo Treasures.
La Cavalletta e le Formiche
Il lieto fine migliore e più intelligente che si possa immaginare, che rifugge una certa etica castrante del tempo che fu per consegnarci un insegnamento moderno e niente affatto buonista.
Bè, insomma... :omg:
Fortunatamente qualche mese dopo Disney farà "La Gallinella Saggia", che a ben guardare è la stessa storia, ma con una morale costruttiva e tutt'altro che buonista.
I Tre Lupetti
per raccontare però un'altra celebre fiaba, quella del pastorello che gridava sempre "Al lupo! Al Lupo!" per poi non essere creduto alla fine, con Timmi e Tommi ovviamente nel ruolo dei falsi allarmisti.
Sì, peccato che la terza volta (quella in cui nella favola originale il lupo c'è davvero ma non si crede all'allarme) qui accade che i porcellini siano stati rapiti e il maiale austero va a salvarli nonostante i precedenti falsi allarmi, contraddicendo così la morale originale.
Quindi bambini, continuate pure a dire le bugie, tanto le persone vi daranno retta comunque!
Toby la Tartaruga è Tornata
i due personaggi si sfidano stavolta su un ring di boxe, circondati da un pubblico composto da personaggi già visti nelle precedenti Silly Simphony: c'è Gimmi a suonare il gong, Elmer, Tillie e gli altri due porcellini seduti vicino. E non solo, è possibile scorgere anche Ezechiele, Pippo, Zozzo Bill, Orazio e Paperino di sfuggita nella scena in cui entra un'altra vecchia conoscenza: Jenny Wren di Who Killed Cock Robin?, che in un paio di scene sedurrà Toby dandogli quella spinta in più per vincere.
Belle tutte queste comparsate, come se esistesse un SillySymphonies-Universe nel quale, in zone differenti, vivono tutti i personaggi visti finora. Si poteva sfruttare di più questa idea, un po' come avviene per i Topi e i Paperi che di tanto in tanto si incontrano.
Three Blind Mouseketeers
La celebre filastrocca di Mamma Oca Three Blind Mouse viene combinata con il gioco di parole mouseketeers (mouse + museketeers)
Ecco, queste sono le cose che mi fanno rabbia nella "creatività" di Disney.
Prendi due storie che apparentemente non c'entrano nulla e le fondi: i tre topini ciechi e i tre moschettieri.
Ok, idea fantastica che si presta a utilizzi fantastici.
Peccato che poi guardando il corto non c'è NULLA nè dell'una nè dell'altra storia.
I topi sono ciechi e moschettieri solo perchè fa comodo per richiamare le due celebri storie nel titolo e nella locandina, ma nulla di più. Nella storia non c'è nulla di Dumas, il corto è una qualsiasi caccia al topo stile Tom & Jerry dove i topi non fanno alcun utilizzo del proprio "mestiere", dato che gli spadini sono utilizzati solo per qualche gag e per affettare una salsiccia/punchingball.
E i topini ciechi? Mah, quelli sono usati ancor meno, dato che non si muovono con troppi impedimenti e durante gli inseguimenti si voltano addirittura indietro per guardare a che punto sia il gatto.
Ora mi chiedo: perché allora scomodare le storie pre-esistenti? Capisco la volontà di cambiare e in certi casi ha pure migliorato le storie originali, ma superata una certa soglia non ha alcun senso, tanto vale creare una Silly Symphonies originale.
"Mamma"...Pluto
Ecco la seconda e ultima Silly Smphony dedicata a Pluto, dopo Just Dogs che era in bianco e nero e aveva segnato l'inizio della sua carriera da solista.
Bè, devo dire che il passaggio di Pluto al colore gli fa immensamente bene, sembra quasi il fattore che gli fa saltare un colossale balzo in avanti nella sua caratterizzazione grafica: così mi sembra quasi la sua versione definitiva, qando i precedenti corti in b/n sembravano un bel po' indietro.
Unico appunto da fare è la schizofrenia di Pluto, in certi momenti passi dalla rabbia all'amore materno nei confronti dei pulcini troppo rapidamente, in modo quasi immotivato.
Ma la cosa che mi ha più sconvolto è il finale dove si vede distintamente il profilo di Pluto con il bordo "mosso" come se avesse del pelo arruffato... Ma Pluto ha del pelo addosso? Il suo manto arancione è peloso? Io me lo ero sempre immaginato come la pelle di Pluto, non una razza canina dotata di pelo!

Re: Silly Symphony

Inviato: giovedì 22 aprile 2010, 02:32
da LPSO
DeborohWalker ha scritto: Ma Pluto ha del pelo addosso? Il suo manto arancione è peloso? Io me lo ero sempre immaginato come la pelle di Pluto, non una razza canina dotata di pelo!
Ma come! Nei corti quando si gratta si vede benissimo che ha il pelo!

LOLLISSIMO, comunque, per l'epiteto dato a Gimmi di "maiale austero".

Re: Silly Symphony

Inviato: giovedì 22 aprile 2010, 02:40
da Valerio
1) Cavalletta. Dov'è che la morale della cavalletta non sarebbe costruttiva? "Continua a fare quello che ti piace ma trasformalo in un lavoro" non è forse un incoraggiamento a non tradire il proprio spirito cercando comunque di adempiere al proprio dovere civico? Non mi pare che non sia costruttivo, una semplice punizione non lo sarebbe stata affatto. Qui c'è una morale propositiva, che intelligentemente trova una terza via che accontenta tutti. Ed è una bella lezione di vita tuttora attuale. Il buonismo è altro, per cortesia e sono sterotipi da sempre associati a Disney con una certa dose di superficialità.


2) Lupetti. Di certo non si poteva far MORIRE Timmi e Tommi. La punizione c'è, ed è il fatto che se la vedano veramente brutta anziché venir salvati subito. Imparano qualcosa dall'esperienza? Direi di sì, e inoltre essere messi alle strette in quella maniera dà loro modo per una volta nelle loro misere vite di usare un po' il cervello e trovare un modo (pure figo) per salvarsi in corner.


3) Moschettieri. Lol, che dici? Il corto è anche biasimevole per questo suo limitarsi alla schermaglia, ok. Ma in tutto questo non c'è minimamente da aspettarsi un'aderenza al testo originale. In un corto poi. E bada che per testo io intendo quello di Dumas perché non so cosa credi che sia l'altra fiaba. In genere queste rimette di Mamma Oca non sono neanche storie ma filastrocchette che descrivono un personaggio o una figura, e non c'è modo di trarci una STORIA.

Re: Silly Symphony

Inviato: giovedì 22 aprile 2010, 10:25
da DeborohWalker
1) Mah, effettivamente può essere anche come dici tu, si può ribaltare qualunque storia e trovargli una morale di fondo comunque.
Però a mio parere quel messaggio propositivo non passa, la cicala è "solo" una girandolona che non vuole lavorare, non viene mai rappresentata come una che si impegna in quello che le piace, mentre magari le formiche brontolone pensano che suonare sia inutile. Per veicolare quella morale secondo me si doveva seguire quella strada, altrimenti sono capaci tutti di redimersi, andare al Grande Fratello e in 5 minuti trovare lavoro anche se non si è fatto nulla per tutta la vita.

2) Sì, ma se la vedono brutta per il trappolone del lupo vestito da pastorella, non c'è alcun legame coi precedenti falsi allarmi. Poi si inventano la scusa di far suonare la tromba ai propri nemici, ma non c'è alcuna "punizione" per aver suonato la tromba in precedenza senza che servisse veramente...
Avrebbe avuto senso se ad esempio la terza volta che suonano la tromba Jimmy non li ascolta e ALLORA vengono rapiti, poi dopo altre 4-5 volte che Jimmy sente suonare la tromba (dai lupi) scocciato va a controllare e trova i porcellini, che però intanto se la sono vista brutta.
Così com'è il corto, sarebbe potuto benissimo essere iniziato quando Timmi e Tommi vanno nel bosco e incontrano il lupo-pastorella, dato che non c'è nessun rapporto causa-effetto tra i falsi allarmi e quello che avviene dopo, diversamente dalla favola originale.

3) Guarda, va bene la non aderenza al testo originale. Però un minimo sì.
Succede anche a me col teatro ragazzi, in una rassegna posso inserire lo spettacolo "Peter Pan" e lo spettacolo "Il pirata Franco": il primo so già che avrà più spettatori perché è più conosciuto, è una storia nota, dà sicurezza agli spettatori, blablabla.
Lo stesso sapeva anche Walt Disney, in un periodo in cui i corti animati erano ancora "relativamente" agli inizi, non esistevano i trailer e il media non era ancora sviluppato come è oggi. E' uno specchietto per le allodole per il pubblico, quello che oggi sono i doppiatori VIP.
Però io non posso mettere in cartellone "Peter Pan" e poi quando la gente vede lo spettacolo si ritrova con "Il pirata Franco"; magari la seconda storia è anche più bella, però se l'ho promossa come "Peter Pan" c'è qualcosa che non va.
Allo stesso modo non vedo il motivo di chiamare questo corto "Three Blind Mouseketeers" e poi non c'è nulla delle storie citate nel titolo, se non le divise e gli occhiali scuri, elementi che sembrano proprio inserite dopo aver pensato al titolo e non viceversa.
Immaginati di tornare indietro nel tempo e andare al cinema a vedere "La Bella e la Bestia": la storia che ti ritrovi raccontata però non è quella della Bella e la Bestia, ma è quella della Principessa e il ranocchio. Ok, lei è bella e lui è in un certo senso "una bestia", ma non chiamarlo La Bella e la Bestia, perchè quello rievoca chiaramente una storia che è nell'immaginario delle persone e non ritengo sia giusto fare pubblicità ingannevole col titolo.
Poi per carità, sono il primo a pensare che le versioni Disney di Pinocchio, Aladdin o altre storie siano migliori rispetto alle versioni originali, però mantengono la filosofia di fondo e anche gli elementi principali della trama; al di là del migliore o peggiore però non mi fa impazzire quando il film (o corto che sia) ha ben poco a che vedere con quanto annunciato precedentemente ("Ok ragazzi, ora vi racconterò la storia dei tre moschettieri").
E' liberissimo di chiamarlo in un altro modo senza scomodare storie già esistenti, in questo corto ad esempio poteva benissimo vestire i tre topi da pirati e intitolarlo "I topirati" e il succo del corto non sarebbe affatto cambiato; inoltre si risparmiava Deboroh che brontolava per il maltrattamento della storia classica.
Se prendi una storia col suo titolo e il suo immaginario a seguire, hai il dovere di usarla. Puoi modificarlo, peggiorarlo, migliorarlo, ma quella è. Una volta superato un certo limite, le differenze con l'originale sono troppe e allora amen, te ne rendi conto e lo ribattezzi.
Altrimenti fai vestire da sultano Elmer e il suo corto invece che "Elmer l'elefante" lo intitoli "Aladdin". A te sta bene?

Re: Silly Symphony

Inviato: giovedì 22 aprile 2010, 11:28
da Andrea87
DeborohWalker ha scritto:inoltre si risparmiava Deboroh che brontolava per il maltrattamento della storia classica.
perchè negli anni '30 Walt Disney sapeva che 80 anni dopo ci sarebbe stato un nerd che avrebbe rivoltato come un calzino i suoi corti per trovare il pelo nell'uovo -_-

suvvia... a me quel corto sta anche simpatico! forse perchè ce l'avevo in una vecchia VHS "I tre porcellini e altre storie" (anche se non ho mai capito come mai in quella raccolta omisero il primo sequel dei maialotti, quello con Cappuccetto Rosso)

Re: Silly Symphony

Inviato: giovedì 22 aprile 2010, 12:05
da Valerio
1) la cicala è "solo" una girandolona che non vuole lavorare, non viene mai rappresentata come una che si impegna in quello che le piace <<< eh bravo, hai scoperto l'acqua calda. Ovvio che è una girandolona che non vuole lavorare, lo è per tutto il corto tranne che alla fine e di certo non potevano inserirci scene con lei che prepara i programmi musicali migliori per intrattenere meglio le formiche. Basta quella scena finale con tutte le formiche che ballano e si divertono per dimostrare come prima suonasse solo per sé e adesso invece lo faccia per mettersi al servizio della comunità delle formiche e guadagnarsi il pane. E, sì, quello dell'artista è un lavoro più che valido, se lo si sa adattare alle esigenze del prossimo. Quindi il messaggio non solo passa ma è anche cento volte più costruttivo di un "la cicala muore" o "la cicala diventa una formica". Quello sì che sarebbe stato scontato, banale e poco costruttivo.

2) queste mi sembrano minuzie prive di senso nel mettersi a giudicare o criticare un corto di ottant'anni fa, in cui è già tanto che sia presente un pretesto narrativo che giustifichi la sua esistenza. Ad ogni modo che suonino il corno prima o dopo è irrilevante, la loro situazione mi risulta precipiti comunque in ogni caso dopo che la suonano e Gimmi non li ascolta visto che subito dopo vengono immobilizzati e messi nel piatto per tutto il tempo della preparazione della ricetta prendendosi uno spavento che se fossero stati più oculati sarebbe sicuramente durato di meno. Tutti qui. Poi ovviamente questo è il sequel dei porcellini, più che l'adattamento della storiella dell'allarmista, quindi prendiamo per buona la presenza della sottotrama del corno che c'è ed è innegabile e focalizziamoci sulle cose davvero importanti.

3) vedo che non ci capiamo.

Three blind mice. Three blind mice.
See how they run. See how they run.
They all ran after the farmer's wife,
Who cut off their tails with a carving knife,
Did you ever see such a sight in your life,
As three blind mice?


Questa è una delle DUE storie su cui si sarebbe basata la truffa di Walt Disney, secondo te. Leggila bene, ti pare il caso?
Per quanto riguarda Dumas, mi spiace dovertelo dire ma nell'immaginario popolare americano dire "i tre moschettieri" rievoca tre tizi vestiti da moschettieri molto più di tutta la storia che c'è dietro, altrimenti come spieghi quel filone di corti di Tom & Jerry sui tre moschettieri, in cui il tutto si limita all'ambientazione senza alcun legame con la storia originale? Il titolo è un semplice gioco di parole, in cui c'è troppo topismo e cecità perché qualche spettatore sano di mente si aspetti davvero che da un Frankenstein simile possa anche solo scaturire qualcosa di simile a un adattamento.