Roger Rabbit
Inviato: venerdì 18 febbraio 2011, 14:58
Visto che l'anno precedente, benché sotto il logo Touchstone, il lungometraggio a scrittura mista Chi Ha Incastrato Roger Rabbit? aveva avuto un grandissimo successo, alla nuova Disney si pensa bene di utilizzare il personaggio di Roger Rabbit ad ogni occasione. Eccolo infatti spuntare nei parchi, eccolo in alcune animazioni realizzate ad hoc per programmi televisivi che celebrano la nuova Disney, il tutto fino a che non si raffredderanno i rapporti con la Amblin, coproprietaria del personaggio. E' quindi una breve primavera quella che il coniglio Roger conosce, eppure all'interno di questo periodo possiamo trovare un terzetto di cortometraggi veramente meritevoli, prodotti tra il 1989 e il 1993. Lo spunto lo fornisce il lungometraggio d'origine, che presentava Roger come l'ipotetica star di una fittizia serie di cortometraggi prodotti dallo studio Maroon Cartoon, anch'esso fittizio. E' quindi l'occasione di produrre veramente una manciata di quei corti, un po' per sfottere, un po' per omaggiare lo stile esagerato dei corti della golden age, prodotti dalla Warner Bros o dalla MGM. Lo stile di Chuck Jones, ma soprattutto quello di Tex Avery vengono continuamente tirati in ballo in quella che è da un lato una gustosa parodia, dall'altro l'occasione per tornare a produrre una serie di cortometraggi come da tempo non se ne vedevano in Disney, con tanto di series card, e per giunta con l'animazione tradizionale, che di recente era stata un po' messa da parte per privilegiare le nuove tecniche sperimentali. I tre corti vengono in un primo momento riuniti nella vhs Ecco Roger Rabbit! venduta da noi in coppia con il lungometraggio, e poi, nell'era del dvd, inseriti come extra dell'edizione speciale doppiodisco.
1989
Tummy Trouble (Tummy Trouble)
Diretto da Rob Minkoff e prodotto da Don Hahn, questo primo corto viene proiettato prima di Tesoro, mi si Sono Ristretti i Ragazzi! e mantiene le promesse, rispettando la sua natura "mimetica", con una strizzata d'occhio anche al mondo fuoriscena conosciuto nel lungometraggio. Viene realizzata una locandina abbastanza old-fashoned, vengono filmati i titoli di testa della Maroon Cartoon con tanto di series card in linea con le serie Disney anni '40, rispettando quanto visto in apertura del lungometraggio, e viene persino realizzata una title card perfettamente in linea con le antiche usanze. Curiosamente il corto viene distribuito sotto il logo Walt Disney Pictures, con tanto di castello, senza utilizzare alias di alcun tipo (anche se nei titoli di testa è presente il nome di Steven Spielberg, e la locandina specifica che è prodotto anche dalla Amblin), rivelando quindi che c'è la Disney dietro il brand e che la Touchstone era un nome fittizio. Ovviamente viene ripreso lo schema già visto nel corto all'inizio del film, cosa che rimanda ancor di più ai corti di quegli anni che declinavano all'infinito e con ogni variante possibile sempre la stessa storia: Roger Rabbit si ritrova a far da badante a Baby Herman e cercando di evitare che si faccia male si ritroverà coinvolto in disastri e gag surrealissime. La filosofia dell'esagerazione e della gag assurda questa volta si applica allo scenario ospedaliero: per un'incredibile serie di coincidenze e eventi casuali, Baby Herman e Roger Rabbit ingoiano a turno un sonaglino e vengono sballottati da un reparto all'altro dell'ospedale, l'uno indifferente alla cosa, l'altro preoccupatissimo. Ovviamente il tutto immerso in uno scenario ai limiti dell'impossibile e disseminato di citazioni al mondo dell'animazione Disneyana e non (dai quadri svettano i tre lupetti, il Mad Doctor e persino Koko the Clown, mentre in ascensore troviamo stranamente Droopy della MGM). Stranamente c'è un'apparizione anche di Jessica Rabbit, che da quel che si desumeva dal film non lavorava alla stessa serie di Roger, ma che evidentemente si è voluta inserire per restituire il classico feeling, e a questo proposito va anche detto che questo è l'unico corto dei tre che si conclude regolarmente, e che solo dopo il cartellone col The End passa alla fase live action in cui finite le riprese i personaggi tornano nei loro ruoli e vanno a casa. Qui.
1990
Rollercoaster Rabbit (Rollercoaster Rabbit)
Un anno dopo ecco arrivare il secondo corto, questa volta animato dallo studio satellite di Florida, e ambientato in un luna park e assolutamente più in linea con il "pilot" visto in apertura del lungometraggio. Non ci sono momenti di calma, stacchi temporali come nel precedente ma è tutto assolutamente aderente allo schema: la mamma di Baby Herman fa le sue raccomandazioni a Roger e non appena si assenta inizia l'inseguimento che porta Roger e Baby Herman a visitare in modo tragicomico ogni attrazione del parco, per finire sulle montagne russe. C'è però una differenza: non si sa se per alcune gag troppo spinte o cosa, ma non c'è il logo Disney all'inizio del corto, bensì il logo Touchstone. Un bel passo indietro per una Disney che torna a utilizzare un suo personaggio nascondendosi dietro un logo, creando tralaltro una disomogeneità all'interno di questa stessa serie. Anche stavolta ci sono i consueti camei, ad esempio Clarabella all'inizio, ma poi si torna nel tradizionale e ecco rispuntare sia Droopy, ormai presenza fissa, sia Jessica Rabbit. Infine da qui in poi i corti non verranno mai veramente conclusi ma sfoceranno nel live action quasi sempre sul più bello, con Roger che fa delle cose così assurde da uscire dalla pellicola e giustificare un ritorno sia pure per pochi secondi alla scrittura mista. Il corto viene abbinato stavolta all'uscita nelle sale del lungometraggio targato Touchstone Dick Tracy ma sarebbe stato in seguito ripresentato insieme a Toy Story, rimpiazzando il quarto corto di Roger, ormai cancellato. Qui.
1993
Trail Mix-Up (Trail Mix-Up)
Abbinato al live action Sulle Orme del Vento esce il terzo e ultimo corto di Roger Rabbit. Non doveva certo essere l'ultimo, ma subito dopo i rapporti con la Amblin si raffreddarono e si preferì lasciare da parte il coniglio. Anche questo, come Rollercoaster Rabbit e il corto dell'anno prima Off His Rockers, è stato animato agli studios di Florida, e per la prima volta il regista non è Rob Minkoff bensì Barry Cook, regista di Off His Rockers e del futuro Mulan. Stavolta niente logo Touchstone, si torna come per Tummy Trouble al classicissimo castello su sfondo blu della Walt Disney Pictures. Lo schema del corto è il solito, solo che stavolta l'ambientazione è il parco nazionale di Yellowstone con pinete, segherie e quant'altro. Il bellissimo setting e il fatto che siano passati alcuni anni dal primo corto rende il look di questo corto davvero bello, i colori sono vibranti, ma ovviamente è sulle gag assurde che si punta come sempre e questa volta si decide di spingere sul pedale dell'accelleratore. Ovviamente non mancano le solite citazioni, con Jessica questa volta nei panni di una ranger sexy, il pesticida di Roger targato Mink-Off, il solito Droopy, e persino il Genio, Topolino, Envirude e altri celebri personaggi intravedibili nei panni di alcuni api nella scena in un Roger le sputa. L'estrema assurdità di questo corto si riflette in pieno nel suo finale, in cui come sempre il corto non viene concluso e i personaggi vengono sparati fuori dagli studios fino ad atterrare nel monte Rushmore, piantando una bandiera sul terreno che ha l'effetto di sgonfiare lo stesso pianeta . Insomma cartone e realtà si fondono nella maniera più imprevedibile di tutte, in quello che è un finale travolgente per la serie anche se ovviamente non era inteso per esserlo. C'era di sicuro in lavorazione un quarto corto, da proiettare con Toy Story, che venne appunto rimpiazzato da Rollercoaster Rabbit, dopodiché il personaggio scomparve dai cinema, dai parchi, dal merchandising. Solo adesso con la rinnovata collaborazione con Zemeckis (anche se ahimé a base di motion capture) si è tornato a parlare del personaggio e di un suo ipotetico sequel. Qui.