The Disney Compendium

Il popolo del pianeta Sollazzo e la sua orbita: siti satellite, ricorrenze, fiere ed eventi felici (e non)... Insomma tutto ciò che riguarda non solo il topic ma NOI, le meravigliose persone umane!
  • http://www.ilsollazzo.com/c/disney/sche ... heInternet

    Ed ecco la tanto richiestami scheda del 57° Classico Disney!
  • Ragazzi, è normale che alcune schede del Compendium appaiano senza contenuti? E' un problema mio, o succede anche a qualcun altro?

    (per esempio, andate sui corti di Roger Rabbit)...
  • Dovrebbe essere già stato risolto tutto!
  • Valerio ha scritto:Dovrebbe essere già stato risolto tutto!
    Uhm, a me ancora risultano schede vuote... Sarà davvero un problema mio?
  • Oggi sembrerebbe tutto a posto, grazie.
  • Sei anni fa esatti nasceva il Disney Compendium, il progetto “chiave di volta” di tutto il mio operato online. Ma come è nato il Disney Compendium? Colgo l’occasione di questa celebrazione per raccontarvi qualche retroscena.

    Tutto comincia con un bambino, una collezione e un forte, fortissimo desiderio di mettere ordine. La mia passione per l’animazione disneyana risale all’infanzia, un’epoca in cui il marchio Disney veniva percepito in maniera molto ma molto più “forte” rispetto a oggi. Oggi Disney è sinonimo di potenza, una potenza che per certi versi può far paura e che per molti è quasi una minaccia. Ma quando ero un soldo di cacio Disney nell’immaginario popolare significava altro: qualità, prestigio, cultura. Era una certezza, qualcosa che non si poteva proprio mettere in discussione. Se un prodotto recava il marchio Disney molto probabilmente era qualcosa di irrinunciabile, un qualcosa di cui essere orgogliosi, in grado di far chinare il capo anche all’adulto più scettico. E collezionare Disney era una cosa cool, incentivante, che se lo facevi eri figo. O almeno questo è quello che arrivava a me nella mia bolla percettiva, nel mio contesto sociale e familiare.

    Poi le cose sono cambiate, e la Disney è diventata sempre più grossa, diversificando la produzione. E quindi si sono andate a creare delle differenze, degli scarti qualitativi, è nata l’esigenza di fare dei distinguo. Io con la mia prospettiva di bambino riuscivo comunque ad accorgermene: quando usciva Aladdin al cinema ci andava tutta la famiglia, il film piaceva e interessava a tutti. Ma se in tv trasmettevano episodi della serie tv di Aladdin o se uscivano quei seguiti per il mercato home video già lo sapevi che non sarebbe stato un qualcosa che avresti potuto condividere con i grandi. Questo mio desiderio di distinguo, la volontà di classificare ed elencare in modo intelligente e efficace tutto questo materiale sempre più eterogeneo mi colse quindi già ai tempi delle elementari. All’inizio furono liste molto rozze, tracciate su fogli sparsi e piene di buchi e inesattezze. Elencavo il materiale che avevo, provavo a improvvisare una lista dei classici seguendo i numeretti che nel retro delle vhs ogni tanto mettevano, colmando i vuoti con un po’ di buonsenso e tanta fantasia. Alla fine riuscii a mettere insieme una lista dei classici abbastanza attendibile, anche con l’aiuto del commesso di un Disney Store che vent’anni fa esatti confermò che quanto avevo ricostruito era giusto. O quasi, mancava solo un film, l’undicesimo (The Adventures of Ichabod and Mr. Toad, 1949), della cui esistenza scoprii solo allora.

    E pochi anni dopo arrivò il web. E questo fu il giro di boa. Presi le mie liste, le mie cronologie e tutto il materiale che avevo messo insieme e iniziai a diffonderle online, facendomi aiutare da numerosi altri esperti, come Ettore D’Agostino. La mia filmografia iniziò a diffondersi presso i forum legati al fandom disneyano come il Pk-Galaxy/Sbonk o il Papersera, fino a raggiungere ovviamente il mio, la Tana del Sollazzo. Ed è stato lì che un giorno Lorenzo Breda mi propone di trasformarla da semplice “lista testuale” a vero e proprio database da ospitare sul nostro sito. Daria Batolo, in qualità di grafica, si aggrega subito dopo e mi aiuta a portare avanti quella che per molti è un’idea bizzarra, ovvero dare a questo compendio online un look vintage, in controtendenza rispetto a quello che ci si aspetterebbe da un sito internet. Il riferimento visivo dev’essere quello della carta filigranata che faceva da sfondo ai credits dei cortometraggi degli anni d’oro, mentre i bozzetti bianchi che corredano le pagine serviranno a ricordare all’utente dove risiedano i veri muscoli dell’estetica disneyana, ovvero nel disegno. E poi tante immagini, informazioni ma soprattutto liste che non si limitino solo ad essere sterili e banali elencazioni ma suggeriscano al fruitore degli itinerari mentali efficaci per interessarsi alla materia.

    Il primo aprile 2014 il Compendium va finalmente online. La prima scheda pubblicata sarà Frozen, a cui seguiranno tutte le altre della sezione WDAS. I lungometraggi verranno presentati a ritroso, dall’ultimo al primo, mentre i cortometraggi in ordine cronologico. L’idea iniziale è quella di riciclare per le schede i testi che avevo scritto per i forum in quegli anni, ma ben presto mi accorgo che c’è molto, troppo da cambiare. E quello che doveva essere la celebrazione di un lavoro “già fatto”, diventa ben presto un lavoro da rifare daccapo. Con tutto quello che ne consegue sulla mia lucidità mentale. Il supplizio che mi autoinfliggo è di riscrivere nel giro di due anni tutto quanto, chiudendo i lavori in tempi rapidi su quella che ritengo la sezione più importante di tutte. A tratti temo di non farcela, perché il lavoro è grosso, molto grosso e mi porta a dedicarmici quasi tutto il giorno e tutta la notte, con una breve pausa per andare a lavoro o per andare a farmi una corsa. Ricordo che in quel momento là non stavo nemmeno conducendo una gran vita, per cui a questa mia autoflagellazione mi ci aggrappavo, convinto che di questa cosa ci sarebbe stato un gran bisogno. In un web sempre più improntato all’autopromozione, un servizio di pubblica utilità come questo non era solo utile, ma necessario.

    A settembre 2015 vidi la luce in fondo al tunnel e annunciai che avevo smesso di scrivere. La pubblicazione delle schede rimaste continuò con un ritmo di un paio al giorno fino ad arrivare a quella conclusiva, Biancaneve e i Sette Nani, il primo aprile 2016. In due anni esatti la sezione Walt Disney Animation Studios era giunta finalmente al termine. La fine della lavorazione venne salutata positivamente da molti appassionati e addetti ai lavori, come Glen Keane, Silvia Ziche, Casty, Radice e Turconi che ci inviarono gli omaggi grafici che trovate nella galleria. Storici del settore come Didier Ghez, l’archivista Dave Smith e il leggendario Eric Goldberg spesero parole molto buone per l’opera, consigliandola in lungo e in largo, e un bell’aiuto nella sua diffusione ci è giunto anche qui in Italia dal caro Giovanni Muciaccia e dal grande Bruno Bozzetto, che ringrazio ancora tantissimo. Marco Bussagli e Philippe Daverio hanno infine ci dato un riconoscimento bello forte, inserendo il Sollazzo tra le fonti citate a più riprese nel numero di ArteDossier dedicato a Walt.

    Sei anni dopo ecco Disney+ che con i suoi quadratini per certi versi mi ricorda il mio Compendium, per altri non me lo ricorda affatto e mi mostra invece tutta la distanza tra il percepito comune e il mio approccio personale. Nel frattempo non ho mollato la presa. Certo, ho varato e portato a termine molti altri progetti, Il Fumettazzo, I Love Paperopoli, Davvero Italiano e via dicendo. Ma al Compendium rimango legato in un modo speciale, e per quanto possibile ho sempre cercato di tenerlo aggiornato, riorganizzando le sezioni ad ogni mutamento della Disney Company e aggiungendone altre. Come quella di Star Wars che scrissi subito dopo aver finito il progetto WDAS, o quella di Don Rosa per la quale ringrazio il mio compagno di avventura Amedeo Badini Confalonieri. Oggi però mi sento di dire grazie. A me stesso, perché ho fatto il Compendium. Al Compendium, perché ha costruito me stesso. E allo staff del Sollazzo che dopo tanti anni di lavoro non ha ancora smesso di crederci. Grazie Elik, grazie Breda, grazie Daria, grazie Amedeo, grazie Stefano, grazie pure a Manfredi. E adesso torniamo al lavoro. Let’s Disney!
  • Sempre grazie per il Compendium. :)

    Una mia riflessione: attualmente io non mi sento tanto vicino alla "nuova" Walt Disney. Deluso dai remake di Dumbo, Il re leone e Alladin, ma colpa mia che continuo a guardarli (con Meleficent 2 però nemmeno ci provo). Deluso da L'ascesa di Skywalker e in parte anche da Frozen 2 (tecnicamente molto bello ma non ne sono rimasto entusiasta). Soprattutto deluso da Toy Story 4. Qua finisce che rimpiangerò lassativo Lasseter!
    Tra gli otre 150 progetti in produzione o annunciati (non è detto che si facciano tutti) ci sarà pure qualcosa che mi piacerà. Nel frattempo i Classici rimangono un rifugio sicuro.
  • http://www.ilsollazzo.com/c/disney/sche ... fSkywalker

    E per quest'anno, gli aggiornamenti ci sono tutti!
  • Ciao a tutti.
    Ho notato che i Pixar Popcorn sono stati prontamente inseriti nel Compendium, nella sezione "Spin-off shorts": ma non meriterebbero anche una sottosezione dedicata? Dopotutto fanno parte di un progetto inedito ed autonomo (tipo Sparkshorts e Short Circuit).
    Segnalo inoltre che mancano (o sono io a non averli trovati) i nuovi corti de "Il mondo di Topolino", il film "Phineas e Ferb: Candace contro l'universo", e i film "Ricrezione: Natale sulla terza strada" e "Ricreazione: Stiamo crescendo".

    PS: quello che è riportato come "Ricreazione: Un nuovo anno", in realtà si intitola "Ricreazione: Un nuovo inizio". Scusate se rompo, ma consulto di continuo il Compendium e se qualcosa non mi torna "me lo segno" (semi cit.) :D
  • I Popcorn sono lì provvisoriamente, ma stiamo pensando di dargli un quadrettino tutto loro. Ma ci sono riorganizzazioni in vista, quindi stay tuned. Con Ettore stiamo lavorando a una riorganizzazione di diverse cose :)
  • Valerio ha scritto:I Popcorn sono lì provvisoriamente, ma stiamo pensando di dargli un quadrettino tutto loro. Ma ci sono riorganizzazioni in vista, quindi stay tuned. Con Ettore stiamo lavorando a una riorganizzazione di diverse cose :)
    Ottima notizia!
    Grazie per la risposta e, come sempre, per il lavoro che svolgete. :)
  • Torna il Disney Compendium.

    Archiviato Pk, Lucca e il MCU, è il momento di tornare a bomba e iniziare a pubblicare le schede mancanti, quelle relative al 2022. Articoleremo il tutto in tre giornate, cominciando oggi con le schede di Baymax! e Zootopia+, la due serie WDAS uscite l’anno scorso.

    Che hanno di speciale?

    Bé, costituiscono un cambio di paradigma, e pure grosso. Prima di Disney+ le serie animate ispirate ai classici Disney le faceva la Walt Disney Television Animation. Si trattava di materiale seriale a basso budget, che seguiva le formule consolidate della tv per ragazzi anni 90.

    Queste no. Sono serie WDAS, realizzate dalle stesse persone che lavorarono al film originale. La qualità è cinematografica, l’animazione è allo stato dell’arte. Si tratta chiaramente di progetti mini, pochi episodi e di breve durata ma il motivo è ovvio: la qualità ha un costo.

    Ad oggi costituiscono forse lo sforzo più grosso fatto dalla Disney “vera” per la piattaforma. Recuperatele perché meritano davvero. E a modo loro “risolvono” un guaio, rimangiandosi un errore commesso ancora negli anni 80, ovvero la costruzione di una “Disney di seconda fascia”, diluendo il prestigio del brand. Un errore che sul breve termine diede frutti, ma di cui 40 anni dopo stiamo ancora pagando il costo.

    https://www.ilsollazzo.com/c/disney/scheda/Baymax

    https://www.ilsollazzo.com/c/disney/scheda/ZootopiaPlus
  • Il 2022 è stato il primo anno davvero controverso per Disney, e le schede Compendium che pubblichiamo oggi un po’ lo riflettono. Se volevate la scheda di Strange World dovrete aspettare fino a domani, però. Prima di affrontare l’elefante nella stanza, c’è dell’altro. Tre corti, tanto per cominciare: Reflect, Mickey in a Minute e Oswald the Lucky Rabbit.

    https://www.ilsollazzo.com/c/disney/scheda/Reflect

    https://www.ilsollazzo.com/c/disney/sch ... yInAMinute

    https://www.ilsollazzo.com/c/disney/sch ... uckyRabbit

    Se il primo dei tre, il corto body positive, chiude la stagione degli shortcircuit in maniera un po’ strana e improvvisa, gli altri due rappresentano un delizioso antipasto di ciò che i WDAS proporranno con Once Upon a Studio. Mark Henn, Randy Haycock e Eric Goldberg rispolverano il 2D per omaggiare Mickey e Oswald e il risultato fa venire una gran fame. Ne vogliamo ancora, e a quanto pare ne avremo.

    https://www.ilsollazzo.com/c/disney/scheda/Disenchanted

    E poi c’è Disenchanted, il sequel di Come d’Incanto. I WDAS non hanno formalmente partecipato alla sua realizzazione, ma abbiamo scelto di includerlo in questa trattazione per questioni di affinità. E anche per fotografare la situazione attuale dei film a scrittura mista e in generale del live action disneyano in questo periodo, un quadro che non fa stare certo allegri.

    Passo e chiudo, intanto leggete queste, noi ci vediamo domani con Strange World. E allora sì, che ci sarà di che discutere.
  • “Il primissimo seme di quello che poi divenne Strange World venne piantato nel 2017. All’epoca il regista Don Hall rimase colpito da una conversazione ascoltata di sfuggita tra i suoi bambini e alcuni ragazzi in merito al cambiamento climatico. Lo scambio era stato condotto con la leggerezza tipica della giovane età, eppure nella mente del padre iniziarono a farsi strada alcune riflessioni, legate alla percezione che le nuove generazioni hanno delle tematiche ecologiche e le diverse sensibilità che si stanno sviluppando a riguardo. Lentamente il seme germogliò in una storia, e ben presto Don Hall portò sul posto di lavoro questo spunto, trapiantandolo in un racconto di stampo avventuroso. Il nuovo film avrebbe parlato non solo del rapporto tra l’uomo e la natura, ma anche e soprattutto di conflitto generazionale, sottolineando le differenze di mentalità che ci separano dai nostri genitori e dai nostri figli.”

    La cavalcata del Disney Compendium lungo la produzione WDAS del 2022 culmina oggi, con la scheda di Strange World, 61° classico Disney, e ad oggi uno dei più sottovalutati. Da Miyazaki ad Hergé, passando per Lovecraft e Clark Ashton Smith, Strange World è ad oggi uno dei WDAS più “contaminati” in assoluto, una fonte inesauribile di spunti artistici e visivi. In attesa di Wish, che arriverà fra poco più di un mese, vi invito a riscoprire questa pellicola attraverso una disamina dettagliata, condotta documentandomi sullo splendido artbook della chronicle book uscito l’anno scorso.

    https://www.ilsollazzo.com/c/disney/scheda/StrangeWorld
  • 10 anni fa esatti nasceva The Disney Compendium.

    Traguardone, devo dire. Pensare che era partito tutto come una semplice “messa in bella” dei testi e delle liste che avevo prodotto nei miei primi 30 anni di vita. Ma, tempo una settimana, mi resi conto che ero stato troppo ottimista. Non puoi semplicemente mettere in bella materiale vecchio di decenni, perché tutto evolve, la scrittura, la prospettiva, la ricerca, tu. E così le correzioni diventano integrazioni, e le integrazioni diventano riscritture. Mi ritrovai quindi per le mani una bella gatta da pelare: quasi un secolo di storia da analizzare di nuovo. Chinai il capo e accettai le conseguenze di ciò che mi ero autoinflitto.

    Quei primi due anni di lavoro la crew del Sollazzo se li ricorda bene. Ettore, Daria, Breda e molti altri si ritrovarono a far uscire una media di due schede al giorno, fino a coprire l’intera filmografia WDAS. E oltre alle schede vere e proprie vennero aperte sezioni, liste secondarie su documentari, fumetti, parchi. Ogni giorno il pubblico attendeva l’uscita di almeno due corti, e ogni giorno le relative schede arrivavano e nessuno rimaneva deluso.

    Il periodo, e chi mi conosce lo sa, non fu certo uno dei migliori della mia vita. Ma andai avanti con forza, e ancora oggi mi chiedo cosa mi abbia dato una tale spinta, e che cavolo di fortuna sia stata avere uno staff in grado di dare corpo alla mia visione, sia pur tra mille tribolazioni. Se guardiamo oggi internet e quel che è diventato, sembra quasi impossibile che sia successa una cosa del genere. Ad animarci fu l’idealismo, la consapevolezza di star costruendo questo “giocattolo” un po’ per appagare noi stessi, un po’ per dare alla rete uno strumento in grado di rimanere, che potesse aiutare a divulgare un argomento che ci stava a cuore. Fu il nostro “momento Hyperion”, e se conoscete un po’ di storia disneyana dovrebbe essere chiaro quel che intendo.

    Fu altruismo? Uhm. Non penso, o comunque non solo. Penso che anche l’atto di divulgazione più disinteressato nasconda un doppio fine. Perché divulgare significa anche alterare il proprio ecosistema culturale, in modo da renderlo più compatibile a noi. Più l’argomento è di nicchia e più questa necessità si fa sentire. E Disney, almeno per come lo intendo io, per una serie di sfortunati eventi di nicchia lo è diventato.

    Però il Compendium ha fatto del bene, e questo è un dato di fatto. La gente mi scrive per ringraziarmi di quanto questo lavoro abbia migliorato le loro vite, dando loro nuove nozioni, nuove sensibilità e una maggior comprensione di cosa sia l’arte disneyana. Mi scrivono per segnalarmi il suo utilizzo nelle loro tesi di laurea, cosa che mi fa sempre un gran piacere. E ha avuto un certo riconoscimento presso storici, filologi e archivisti sia di settore che non. Marco Bussagli e Philippe Daverio ne hanno parlato a più riprese nel numero di Art e Dossier dedicato a Walt Disney, ad esempio. Inoltre, lo schema di analisi che ho adottato per il Compendium mi ha fornito la chiave giusta per affrontare l’altra mia grande impresa, quella di Pk Omnibus, le cui introduzioni alle storie seguono fedelmente quel tipo di struttura.

    E quindi è bene che il Compendium vada avanti, aggiornandosi e riflettendo le evoluzioni che nel frattempo stanno investendo il mondo Disney. Non sarà mai davvero finito e finché avrò forza vedrò di aggiornarlo dove posso. Nuove persone, come Manfredi Pumo o Diego Bordessa stanno imparando a mettere le mani in quel database, aggiungendo voci, informazioni e dettagli vari. E ci sono piani per ulteriori evoluzioni. Ma, cosa più importante, da qualche tempo è stato avviato un nuovo ciclo di “messa in bella”. Gli studi degli storici di settore come JB Kaufman, David Gerstein e Didier Ghez proseguono, e anche grazie all’aiuto di Ettore, i loro testi accademici finiscono regolarmente ad arricchire la mia biblioteca. E ogni volta che ne leggo uno provvedo ad aggiornare l’area ad esso collegata. Accadde un paio d’anni fa, quando rimodellai le schede dei classici Disney dal 2010 a oggi, ed è appena accaduto di nuovo. Provate a farvi un giro nella Silent Era. Tutte le schede relative a Laugh-O-Grams, Alice Comedies e Oswald the Lucky Rabbit sono state riscritte e possono esser lette di seguito in modo da ottenere una trattazione completa di quelli che furono i primi anni di Walt, prima dell’avvento di Topolino.

    Grazie per l’attenzione che mi avete riservato in questi primi dieci anni. Vi prometto che andremo avanti con passione genuina e soprattutto integrità. Questa materia se lo merita.
  • Grazie mille per il tuo lavoro, Valerio.

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