[WDAS #36] Mulan
Inviato: mercoledì 14 dicembre 2005, 22:33
Conciso. Non c'è altro modo per definire Mulan di Barry Cook e Tony Bancroft: trovo infatti che la sceneggiatura di Mulan sia quanto di più chiaro, semplice ed efficace si possa trovare nella filmografia disneyana. La trama è scandita perfettamente da un ritmo che rende immediatamente distinguibili le fasi narrative lungo tutti gli 84 minuti di durata della pellicola. I personaggi appaiono geometricamente stilizzati, le ambientazioni, spoglie, sembrano vuote. Eppure l'effetto è ottimo, anche grazie agli eccelsi colori che valorizzano non poco il tutto e che, con un abile gioco di contrasti, rendono immediatamente distinguibili gli elementi su cui si dovrebbe soffermare l'attenzione dello spettatore.
La chiarezza dell'insieme viene messa a dura prova dalla tematica trattata: la guerra. Argomento poco adatto a un classico (sempre che si prendano per buone le famose regole di varietà visiva e di universalità implicitamente applicate agli altri lavori degli studios), la guerra è il perno del film, il quale come una grande ruota...ci gira intorno!
La scena madre del film, ne è la perfetta dimostrazione: l'esercito Unno, immenso e in formazione triangolare, cala da una montagna innevata: nero su bianco. Di fronte al triangolo si erge Mulan, apparentemente intenzionata a colpire con un razzo il generale Shan-Yu, vertice del triangolo. Il razzo però colpisce una rupe e provoca una valanga che seppellisce l'intero esercito. La strage avviene senza il minimo disordine visivo e sceneggiatorio, in un'immagine geometrica di forte impatto per un adulto ma perfettamente comprensibile anche per un bambino. Geniale.
Non c'è una sola vera scena di battaglia in Mulan infatti. La guerra è una presenza incombente (o appena passata) e le poche volte che si mostra lo fa indirettamente. La battaglia finale avviene infatti in ambiente cittadino contro un manipolo di Unni, i pochi rimasti e si traduce in una serie di schematicissimi duelli. Era ovvio che la guerra con la sua entropia non sarebbe mai stata mostrata in un film Disney, figlio di un'estetica intelleggibile e "pulita", e proprio per questo è assolutamente strabiliante la classe con cui il problema è stato aggirato.
Notevoli i personaggi: i soldati Ling, Yao e Chen-Po anche se di sfondo si fanno ricordare. Kahn, il cavallo di Mulan sembra venire dritto dritto dalla Bella Addormentata nel Bosco mentre Cri-Kee, fortemente voluto all'interno del film dal veterano Frank Thomas, incrocia la pantomima di Trilli e la saggezza del Grillo Parlante. La vera star però è Mushu, un istrione degno dei migliori comprimari storici, interpretato magnificamente da Eddie Murphy. In italiano è doppiato da un bravissimo Enrico Papi, che soffia il ruolo al povero Tonino Accolla, doppiatore storico di Murphy. Poco Male, Papi come doppiatore è eccezionale e Accolla avrà modo di rifarsi interpretando il draghetto in Mulan 2 e nella serie tv House of Mouse.
Per la prima volta dopo molti anni Alan Menken non firma la colonna sonora del Classico Disney, e musicalmente il film ne risente: certo è che pur non raggiungendo gli splendori dei precedenti lungometraggi anni 90, del buono indubbiamente c'è. Le canzoni, composte da Matthew Wilder e David Zippel, sono cinque: la melodica Reflection e la buffa Honour to Us All introducono a meraviglia le tematiche del film. A Girl Worth Fighting For è modesta ma funzionale allo sviluppo della trama, mentre True to Your Heart pur concludendo il film in modo festoso, abitudine che prenderà sempre più piede in seguito, è molto pop e stona un po' con lo stile del film. Ma il pezzo migliore è I'll Make a Man of You, "canzone della crescita" profonda e potente, punta di diamante dell'intera opera, che descrive gli allenamenti delle truppe, da pelle d'oca e assai debitrice a certi temi epici di matrice menkeniana.
Mulan è il primo film realizzato dalla succursale dei WDAS (allora WDFA) in Florida, studi che, poco prima di venir brutalmente chiusi da Eisner, ci avrebbero regalato altri due gioiellini: il malinconico Brother Bear e il frizzante Lilo & Stitch che in più di un'occasione avrebbe trovato il modo di citare il suo illustre precursore.