[PIXAR #10] Up

Lo studio fondato da John Lasseter che ha inventato la CGI, traendo arte dai poligoni e rivoluzionando lo scenario moderno. E da quando è entrata a far parte della famiglia Disney i benefici influssi si sono diffusi ovunque, portando la Disney verso una rinascita!
  • lol, sul topo lasciamo perdere...
    A Roma non mi risulta, però. Cioè, non stasera in anteprima nazionale, ma ovviamente da domani sarà in ogni dove, e speriamo che incassi decentemente dopo il boom inaudito de L'era glaciale 3...
    “DISCUSSIONE, NON RECENSIONE!”

    :solly:
  • Sto per.
  • Grrrrr ho un topolino che non posso sfogliare apertamente ed un film che non posso vedere prima di sabato... faccio notare che io sono la persona più curiosa che conosca...

    Omhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh...
  • Dio santo, l'inizio è la cosa più bella che mi sia capitato di vedere dai tempi del finale di Ratatouille. Poi vabbè il resto del film è buono, ma l'inizio, l'inizio, L'INIZIO!
  • No, che il resto del film sia solo buono non va per niente bene. A me 'st'andazzo del calo nelle seconde parti non mi sta bene per niente.
    Riguardo all'inizio... mi dispiace ma io sono stato spietato, l'ho trovata una cosa poco originale, come se ci avessero messo una cosa apposta per far piangere... la storia raccontata all'inizio è banale (nel senso che è tipica, anche immaginabile), commuove solo perché il protagonista è vecchio&indifeso e per le musiche del Giacco (che però a me fa commuovere di più in Lost). Poi ovviamente la scena è ottima e commuove comunque, però a me rode tantissimo che la Pixar si adagi sugli allori, quando può ancora dare.

    La poesia in questo film starebbe nei palloncini, ma purtroppo il film non ci si basa più di tanto. Invece dell'avventurina col cattivo (e qui è il vero disastro Pixar, che si era sempre vantata di non fare i classici "cattivi", e invece dopo Auto in WALL-E ecco quest'altro acidone senza ragione) dovevano raccontare un viaggio, magari a tappe... non avrebbero incassato una lira ma avrebbero fatto un capolavoro memorabile. Tipo l'inizio di WALL-E.

    Inoltre qui i personaggi sono davvero miseri. C'era chi paragonava Carl&Russell a Mike&Sulley, ma in realtà non c'è il minimo paragone. Le scaramucce fra Carl e Russell sono -ucce, appunto, e non fanno nemmeno ridere. Carl pensa solo alla moglie (mi sembra Sun nella quinta stagone di Lost -_-), mentre Russell da solo è il personaggio più interessante, per la sua energia e per la sua ingenuità [spoiler](e per le sue fragilità)[/spoiler]. Dug è l'unico che fa ridere, ma questo non basta a empatizzare troppo con lui, [spoiler]e non basta nemmeno il torturarlo (come non bastò l'anno scorso nel finale di WALL-E, quando viene quasi distrutto dall'holodetector).[/spoiler]

    Uffa, non va. Ovviamente Up è un ottimo film, la delusione sta nel non avere la Pixar al massimo delle sue potenzialità. E fino al Natale 2011 non avremo che sequel, quindi non ci si può aspettare troppa innovazione, per poi avere la prima fiaba Pixar, e qui le pressioni per farlo essere simile alle fiabe Disney (o meglio, per accollargli la pesante responsabilità del flop delle fiabe Disney anni 2000) saranno talmente tante che tremo già adesso, e quelli che mi aspettano saranno due anni di agonia nell'attesa di The Bear and the Bow...

    Non è affatto scontato che quest'anno il miglior film d'animazione sia Up... io comincio a propendere per Coraline (nell'attesa di vedere la ranocchia, ovviamente). Però sembra essere solo il mio parere, perché la critica ormai è talmente assuefatta alla Pixar che non la critica più e la osanna a prescindere, perciò sicuramente agli Oscar Up prevarrà come al solito, e forse otterrà pure la fatidica nomination come miglior film. Ma io, di nascosto, credo che tiferò altro...
    “DISCUSSIONE, NON RECENSIONE!”

    :solly:
  • Ovviamente SPOILER

    Guarda Coraline me lo sono comprato pochi minuti prima di vedere Up e continuo a venerarlo di nascosto, ma quel che mi ha dato il primo quarto d'ora di Up è una cosa del tutto diversa, una fascinazione tipo il finale di Ratatouille. Nel senso che mi ha dato tanto, mi ha commosso sia nella storia, sia nel montaggio per come è stata raccontata la vita di Carl per sfociare in quella scena penosissima ma poetica di lui che per sbaglio fa male all'operaio e se ne dispiace.
    Quello che invece mi ha convinto meno è stato il perché all'improvviso il tema del film sia diventato salvare un uccello che cmq non rischiava granché e perché il cattivo - che prima di rivelarsi tale era un personaggio fantastico - ingaggi lo scontro coi protagonisti quasi senza motivo. Insomma la parte action è più debole. Inoltre non ho neanche ben capito la questione del padre di Russel (immaginario? morto?). Russel come personaggio non è irritante come si pensava giusto perché inserito in un contesto, ma cmq non lo trovo il più interessante, non con un Carl in circolazione.
  • Appena visto e letteralmente adorato; forse il film dell'anno.
    Qualche commento spoiler a caldo, poi cercherò di partorire una rece più completa.
    Elikrotupos ha scritto:No, che il resto del film sia solo buono non va per niente bene. A me 'st'andazzo del calo nelle seconde parti non mi sta bene per niente.
    Per il mio gusto personale, Up non cala minimamente. Certo, cambia notevolmente registro, ma non si poteva fare un film di due ore sui dieci minuti iniziali, sarebbe stato in un certo senso noioso e non avrebbe avuto la medesima efficacia; quell'inizio però sono le fondamenta di tutto il film, senza il quale la storia sarebbe stata "solo" una storiellina action divertente, ma con molto sentimento e molto cuore in meno.
    Elikrotupos ha scritto:La poesia in questo film starebbe nei palloncini, ma purtroppo il film non ci si basa più di tanto.
    No, la poesia non è un'immagine, quella può essere una buona trovata di fotografia e di design.
    La poesia sta nella forza di un ottuagenario che continua a inseguire i suoi sogni girando il mondo al costo di caricarsi (letteralmente) la casa sulle spalle, sta in quello che gli spettatori provano quando Muntz da fuoco alla casa (perchè sappiamo cosa rappresenta al di là della casa), sta nell'immagine delle due poltrone che Carl porta fuori di casa dando a quel gesto una potenza emotiva ancor maggiore.
    I palloncini sono una cosa appetibile per i trailer e per le sfilate sul tappeto rosso, ma una volta visto il film non possono rimanere in mente quelli.
    Elikrotupos ha scritto:Inoltre qui i personaggi sono davvero miseri. C'era chi paragonava Carl&Russell a Mike&Sulley, ma in realtà non c'è il minimo paragone. Le scaramucce fra Carl e Russell sono -ucce, appunto, e non fanno nemmeno ridere. Carl pensa solo alla moglie (mi sembra Sun nella quinta stagone di Lost -_-), mentre Russell da solo è il personaggio più interessante, per la sua energia e per la sua ingenuità [spoiler](e per le sue fragilità)[/spoiler]. Dug è l'unico che fa ridere, ma questo non basta a empatizzare troppo con lui, [spoiler]e non basta nemmeno il torturarlo (come non bastò l'anno scorso nel finale di WALL-E, quando viene quasi distrutto dall'holodetector).[/spoiler]
    Boh, io ho adorato il rapporto tra Carl e Russel, qualcosa mi ha fatto ridere ma non ritengo che le loro scaramucce abbiano quello come scopo principale.
    Au contraire Dug non mi ha fatto ridere granchè, mentre il resto della sala si scompisciava per i vari "Scoiattolo!", ma comunque l'ho trovato una spalla tenera e azzeccata.
    Grrodon ha scritto:Quello che invece mi ha convinto meno è stato il perché all'improvviso il tema del film sia diventato salvare un uccello che cmq non rischiava granché
    Bè insomma, lo stavano per portare in uno zoo (se gli andava bene) allontanandolo dai suoi figli che sarebbero morti.
    E lo spostamento di obiettivi su di lui mi è sembrato naturale quanto sorprendente, il vecchietto Carl mette da parte la sua ostinazione e i suoi sogni per salvare qualcosa che è ancora vivo, invece che continuare a inseguire l'immagine della moglie defunta. E' un "secondo obiettivo" oltre a quello di salvare Russel e un sotto-obiettivo di quest'ultimo (dato che Russell è attaccato a Kevin), salvare qualcosa di vivo invece che l'attaccamento ai ricordi del passato.
    Il messaggio di Ellie sul diario "Ora va' e vivi la tua avventura" mi pare piuttosto chiaro in questo, Carl non deve continuare a inseguire in eterno il loro sogno assieme, può "rifarsi una vita" e Carl lo fa salvando qualcuno al quale nel frattempo si è affezionato (io nel rapporto Carl-Russel ho visto un po' anche un recupero del rapporto paterno che Carl non è riuscito ad avere per l'aborto del figlio, altrimenti non vedo perché lo abbiano inserito (tra l'altro in un film per bambini, mica una cosuccia da niente).
    Grrodon ha scritto:perché il cattivo - che prima di rivelarsi tale era un personaggio fantastico - ingaggi lo scontro coi protagonisti quasi senza motivo.
    Bè, sono arrivati sul dirigibile con l'intento di rubargli l'uccello ( :omg: ), mi pare naturale.
    E poi è cattivo, cosa doveva fare?
    Ed è un film.
    insomma, è divertente: a me ha fatto ridere lo scontro senile tra lo spadone a due mani e la stampella, i crampi e la dentiera, la pattuglia aerea di cani che non può non ricordare Snoopy/Barone Rosso.
    Grrodon ha scritto:Inoltre non ho neanche ben capito la questione del padre di Russel (immaginario? morto?).
    Boh, a me sembra chiaro: viene detto che suo padre è sempre troppo impegnato per stare col figlio, il classico padre in carriera. Quindi, così come Carl finalmente trova un figlio in Russell, Russell trova un padre in Carl.


    Comunque giunti a 'sto punto chissene di Lassater e Stanton, ormai sono Brad Bird e Pete Docter i veri registi talentuosi in Pixar.
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    La Pixar ha accompagnato intere platee cinematografiche in avventure che hanno come personaggi principali giocattoli, insetti, mostri, supereroi, pesci, automobili, topi e robot; a rendere ancora più improbabile questo campionario d'eroi arriva ora Carl Fredricksen, un anziano ometto con l'animo da esploratore pronto ad affrontare un viaggio spericolato per realizzare i propri sogni.
    L'incipit del film è il vero cuore di tutta la vicenda: attraverso un montaggio piuttosto serrato seguiamo i momenti salienti della vita del protagonista, presentati in un modo così toccante e ricco di sentimenti che queste scene possono essere considerate le fondamenta dell'intera trama. Il viaggio intrapreso, i pericoli da affrontare, i rischi e i sacrifici compiuti dallo scorbutico vecchietto sono vissuti con grande partecipazione da parte degli spettatori proprio grazie alle prime scene che sanno trasmettere quanto sia preziosa per Carl la sua casa, con la quale (o meglio, a bordo della quale) deciderà di attraversare il mondo.
    La caratterizzazione del personaggio è credibile, l'ostinazione e gli atteggiamenti scontrosi del vecchietto sono giustificati dalle esperienze vissute, alcune delle quali vanno a toccare corde che, come la Pixar aveva già fatto in passato, non sono una scelta facile e immediata in un film per bambini. Il carattere brusco di Carl trova un degno contraltare nell'energico ed entusiasta Russell, un giovane boy-scout che si prefigge come missione l'aiutare l'anziano signore, fino a ritrovarsi accidentalmente coinvolto in una traversata continentale.
    La vita sedentaria del burbero ottuagenario si trasforma all'improvviso in una movimentata avventura che dimostra come non esista un'età massima per provare a realizzare i propri sogni; la tenacia e la perseveranza di Carl nel perseguire il suo obiettivo sarà messa di fronte a un bivio, sicuramente una scelta difficile per una persona di una certa età e una brusca quanto inaspettata virata nella morale del film.
    Il rapporto tra i due protagonisti è simpatico e si arricchisce man mano che il viaggio prosegue, conquistando un'affascinante profondità; Carl probabilmente vede nel paffuto boy-scout un figlio mai avuto, mentre Russel riesce a trovare nell'anziano signore una figura paterna troppo assente nella sua vita.
    A fare compagnia alla bizzarra coppia di esploratori ci sono Russel e Kevin, rispettivamente un cane dotato di un apparecchio in grado di trasformare in parole i suoi pensieri e un enorme uccello tropicale dal piumaggio variopinto; entrambi sono simpatici e risultano comprimari ben costruiti, che pur senza rubare troppo spazio ai due protagonisti hanno un proprio ruolo definito nell'economia narrativa.
    Ad ostacolare Carl & co. durante la loro passeggiata nella giungla ci sarà un gruppo di avversari pittoreschi e divertenti, che danno il loro meglio in una sequenza d'azione finale che impegna i protagonisti in uno scontro su più livelli assolutamente fuori dall'ordinario.
    La regia di Pete Doctor riesce a confezionare la storia con un ritmo efficace grazie ad un ottimo utilizzo del montaggio, sapendo anche prendersi in alcuni momenti il tempo necessario per soffermarsi sui paesaggi esotici e sui; le inquadrature sono ben studiate e riescono ad essere migliorate dal Digital 3D, in grado di arricchire certe scene (da quelle tranquille alle più movimentate) pur senza scadere mai nel virtuosismo eccessivo, finalizzato solo a far sfoggio della profondità aggiuntiva. Le musiche sognanti di Micheal Giacchino sottolineano l'intero viaggio, trasformando in note l'incanto che deriva dall'assistere a una casa volante come ad altre scene magiche del film.
    Buono anche il doppiaggio italiano, che fortunatamente non si affida a doppiatori VIP per soli scopi promozionali, ma va a pescare ottimi attori del calibro di Arnoldo Foà, Neri Marcorè e Giancarlo Giannini (quest'ultimo eccezionale voce di Carl Fredricksen).

    Un'altra perla del cinema d'animazione regalataci dalla Pixar, dotata di una trama e personaggi costruiti con una profonda dose di sentimenti, ma soprattutto un'opera che sa osare sperimentando una storia senile assolutamente non convenzionale ma che è comunque adatta anche a un pubblico infantile.
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  • Permettetemi di riesumarmi dal campo santo degli utenti inattivi e turbare le vostre discussioni con una mia inutile allorché non richiesta accozzaglia di prime impressioni

    In ordine prettamente cronologico, viene Parzialmente Nuvoloso. Bello è bello, eh, però è banaluccio (sugli standard Pixar, beninteso). Parzialmente comico, Parzialmente commuovente, Parzialmente da riflessione, è un mezzo pout pourri senza scintilla che lo accenda. Anche perché dopo Presto, qualsiasi cosa ti sembrerà lento e banale.

    Passando ad Up, beh, i primi dieci minuti sono un miele gentilmente offerto, e IMHO un pochino forzato, miele che cola ed invischia la pellicola. Poi vabbè, poi ci si libra in aria insieme alla casa/talamo di Carl. Penso, en passant, a chi sosteneva che un film con un vecchio, chiamiamolo così, beh, non avesse speranze. Il modo in cui, invece, il "vecchietto" subisce una trasformazione, illustrata e non semplicemente propinata, degna di un romanzo picaresco, beh, è incredibile. Lo spostamento del focus dal sogno della casa all'uccello raro è altrettanto geniale: una trama che potrebbe sembrare bloccata trova uno sbocco che appare naturalissimo e si dipana con infinita semplicità.

    Sempre a pelle, e quindi personalissimamente, ma Dug è veramente un gran personaggio. Diverte ma si tiene il suo spazio, non invade, non prevarica. A volte le cose più semplici sono quelle che vengono meglio.

    Solita menzione d'onore per le scene surreali che si vengono a creare: una su tutte, Russel che struscia sul vetro del dirigibile seguito dagli occhi di Muntz. Meraviglioso.

    Finale forse un tantino prevedibile ma qualsiasi altra cosa sarebbe stata sbagliata. Anche se ci devo pensare.

    Oscar per i titoli di coda. Dovrebbero introdurlo e consegnarlo direttamente alla Pixar. Sono un'opera d'arte.

    Capitolo film dell'anno: ci sarebbe anche inglorious basterds, ma una candidatura è tutt'altro che fuori luogo. *

    Però, fatemelo dire, Wall-E sta avanti di una lunghezza. E´qualcosa di totalmente diverso da quanto si fosse visto prima; è quasi un film muto, e che cavolo.

    * Epperò se l'Oscar non l'ha vinto Wall-E...
    Saluti,
    Flash
  • Flash ha scritto:Solita menzione d'onore per le scene surreali che si vengono a creare: una su tutte, Russel che struscia sul vetro del dirigibile seguito dagli occhi di Muntz. Meraviglioso.
    Anche se era già presente nel trailer, quella scena mi ha ricordato la sequenza analoga nella storia di Rat-Man "Legami di sagnue" :P
    Ah, mi ero dimenticato di citarla, io ho trovato altrettanto divertente la surreale fantasia (in stile Scrubs) di Carl che immagina di calare Russel con un lenzuolo facendolo precipitare :D
    Capitolo film dell'anno: ci sarebbe anche inglorious basterds, ma una candidatura è tutt'altro che fuori luogo. *
    Sono combattuto anch'io sugli stessi due film, ora come ora.
    Certo, deve ancora uscire il ranocchio Disney e potrebbero esserci sorprese dell'ultimo momento (Spike Jonze?), ma credo che a fine anno mi ritroverò a riflettere su quelle due pellicole, ugualmente belle anche se agli antipodi, come tipologia di film.
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  • DeborohWalker ha scritto: il vecchietto Carl mette da parte la sua ostinazione e i suoi sogni per salvare qualcosa che è ancora vivo, invece che continuare a inseguire l'immagine della moglie defunta.
    Vero, la cosa interessante di Carl è proprio il fatto di essere un "personaggio non cresciuto". Carl non è mai maturato, è rimasto il bambino muto affascinato prima da Muntz e poi estasiato da Ellie. E lo scontro con Muntz quindi non è tanto uno scontro tra "buono" e "cattivo" quanto uno scontro con i propri sogni, con l'immagine idealizzata di Muntz. Carl a 80anni sogna ancora l'avventura così come la sognava da bambino guardando i cinegiornali.
    Perciò, apparentemente Up ci mostra un vecchio triste e solo che trova la forza di evadere, di volare e di provare finalmente a realizzare i sogni di una vita e a gettarsi nell'avventura... ma in realtà Up ci racconta anche la storia di un uomo che a 80anni è finalmente costretto a crescere, a diventare autonomo, a uscire dal rapporto - bellissimo, stupendo - ma troppo simbiotico e sbilanciato con la moglie. E infatti alla fine Carl diventa padre, cioé si assume la responsabilità della vita di un'altro.

    Per cui, sì, forse come diceva Elik all'inizio ci commuoviamo perché ci troviamo di fronte un vecchietto solo e triste accompagnato dalle musiche di Giacchino... ma poi impariamo a vedere che questo tipo di commozione è fuori luogo, perché non è di questo compatimento superficiale che Carl ha bisogno.
    Oltretutto, l'incipit non è così banale. E se ci si commuove è perché ci viene narrata una vita: conosciamo un bambino, lo vediamo crescere (in maniera realistica, tra l'altro... i problemi economici, e l'aborto: come diceva Deboroh, non è una cosuccia da niente... tant'è che nella riduzione a fumetti su Topolino l'aborto non compare), e infine soffrire per un lutto. Inevitabile identificarsi, e piangere con lui.

    E, visto che si parlava di Coraline e ci si chiedeva se fosse meglio di Up: Coraline è un gran bel film, concettualmente complesso, ricco, affascinantissimo. Tuttavia per me ha una pecca sull'animazione dei personaggi: l'espressività dei volti è già vista, le smorfiette di Coraline non sono solo sue, sono quelle che possiamo trovare sulle facce di molti altri personaggi animati. La rabbia di Coraline non è la rabbia di Coraline, è la rabbia così come si è soliti rappresentarla sulla faccia di una bamboletta animata.
    Cosa che invece, a mio parere, non accade in Up dove invece ho trovato veramente sorprendente il modo di trattare l'espressività dei protagonisti. Abbiamo fisionomie assolutamente non realistiche (Carl è un cubo, Russell una pallottola) ma degli sguardi e delle espressioni assolutamente reali. Carl e Ellie bambini mi hanno molto colpita in questo senso.
    I do not fit. I know that.
  • Aborto? Da cosa lo si evince? Io pensavo solo a infertilita`.
    Oannes, the Fish-Man!
    The one who taught mankind wisdom.
  • Bè, subito prima della scena in cui sono dal dottore e lei piange (quindi sì, potrebbe anche essere infertilità) si vedono Carl e Ellie che preparano la camera del bambino: c'è il lettino con sopra i giochi da neonato e stanno ridipingendo la parete con immagini adatte a un bambino (tra cui una cicogna col fagotto, era l'occasione per autocitarsi disegnando la cicogna di Party Cloudy :P)...
    Mi sembra abbastanza improbabile che una coppia prepari tutto ciò prima ancora che la donna sia incinta.
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  • Visto oggi ma col corto tagliato...


    Grrrrrrrrrrraurl, sgruntiximus...



    Non vedo l'ora di rivedere questo capolavoro, e con ciò ho detto tutto, fin'ora...


    Ognuno ci ha visto qualcosa nella scena dal ginecologo: l'amica di mia sorella addirittura un tumore alle ovaie... improbabilissimo.
    Piuttosto credo nell'infertilità poichè altrimenti ci avrebbero riprovato e molte coppie durante l'attesa del loro pargolo, che ci sia o no, fanno i preparativi più disparati (ad esempio la mia camera era arredata alla mia nascita di verde, nell'indecisione...).
  • Ma il bello è anche quello (perdonate la rima): ognuno può legger in quella scena, in quegli eventi, un messaggio che è quasi plasmato da se stesso, senza che il film ti obblighi in alcun modo ad una certa chiave che sarebbe, probabilmente, meno gradita di quella che si fornisce, da sè, un fruitore autonomo.
    :???: :D
    Saluti,
    Flash
  • Icnarf ha scritto: Piuttosto credo nell'infertilità poichè altrimenti ci avrebbero riprovato
    Sicuramente successivamente il problema era diventato l'infertilità, ma credo che all'inizio lei fosse incinta e perda poi il bambino...come diceva Deboroh, avevano preparato la cameretta! Non si prepara la culla solo perché si pensa che sarebbe bello avere un piccino in casa.
    Almeno, non mi risulta...
    I do not fit. I know that.
  • Un po' di risposte, accumulate a causa di una schifosa connessione a internet...
    DeborohWalker ha scritto:
    Elikrotupos ha scritto:La poesia in questo film starebbe nei palloncini, ma purtroppo il film non ci si basa più di tanto.
    No, la poesia non è un'immagine, quella può essere una buona trovata di fotografia e di design.
    La poesia sta nella forza di un ottuagenario che continua a inseguire i suoi sogni girando il mondo al costo di caricarsi (letteralmente) la casa sulle spalle, sta in quello che gli spettatori provano quando Muntz da fuoco alla casa (perchè sappiamo cosa rappresenta al di là della casa), sta nell'immagine delle due poltrone che Carl porta fuori di casa dando a quel gesto una potenza emotiva ancor maggiore.
    I palloncini sono una cosa appetibile per i trailer e per le sfilate sul tappeto rosso, ma una volta visto il film non possono rimanere in mente quelli.
    non intendevo "l'immagine dei palloncini" infatti, ma l'idea di alzarcisi in volo e farci un viaggio, usando come timone la banderuola sul tetto, ecc... il fatto è che Carl non fa un viaggio: Carl va in sudamerica a scazzottarsi con un cattivone. Il viaggio non c'è, il viaggio consiste solo nell'alzarsi sui tetti della città e nell'affrontare un temporale. Bello anche il trascinarsi la casa nella giungla, ma poi arriva il cattivone e il film si occupa solo di quello.
    DeborohWalker ha scritto:E lo spostamento di obiettivi su di lui mi è sembrato naturale quanto sorprendente, il vecchietto Carl mette da parte la sua ostinazione e i suoi sogni per salvare qualcosa che è ancora vivo, invece che continuare a inseguire l'immagine della moglie defunta. E' un "secondo obiettivo" oltre a quello di salvare Russel e un sotto-obiettivo di quest'ultimo (dato che Russell è attaccato a Kevin), salvare qualcosa di vivo invece che l'attaccamento ai ricordi del passato.
    ma cosa può importare a Carl di un uccello? Mi sembra una decisione di un'idealismo buonista che in un vecchietto scorbutico stona terribilmente. L'idea del vecchietto scorbutico che ha un fondo di bontà è buona (Clint Eastwood docet), ma che poi si appiattisca fino a diventare un eroe disneyiano è un peccato.
    E' irreale che Carl si appassioni a Kevin solo perché "ha figli", mi sembra una bambinata moralista bell'e buona, altro che Pixar.
    Ma poi è un gran peccato che la missione di esaudire il sogno di sua moglie si riduca a recuperare un bambino dalle grinfie del cattivone (anche lì, lo salva solo perché è bambino, altrimenti se fosse stato un suo coetaneo l'avrebbe ben lasciato lì a scazzottarsi con Muntz).
    Sono tutte bambinate che potevano non essere bambinate, è questa la delusione enorme che mi provoca questo film. Poi, come ricordava Ivy, Carl può essere un buon personaggio se si analizza il suo essere rimasto bambino, il suo scontro con i suoi "vecchi sogni", il "diventare padre", ecc... ma tutto questo nel film non c'è, è castrato dalla missioncina di salvare l'uccello dal perfido scienziato/archeologo/zoologo pazzo (che poi mi scoccia pure questa demonizzazione della ricerca e della scienza veicolata tramite un film per ragazzi, e mi scoccia ancora di più se è un film Pixar), e da tanti altri buonismi. Tutti questi sottotesti per definire ben costruito un personaggio li si possono trovare pure nel protagonista di Kung Fu Panda, per dire, ma sono sottotesti scovati a posteriori, non sono nel film, il film li ignora in favore di altre cose meno rilevanti e più accattivanti. Cosa che degli altri ottimi personaggi dei film Pixar o di altri ottimi film d'animazione (Coraline, Ponyo, perfino Happy Feet) non si può proprio dire.
    In Ratatouille, per esempio, non c'è una missione, ma una "descrizione". Non mi interessa sapere che fine farà Remy, mi interessa vederlo cucinare/crescere. Non mi interessa sapere se Carl salverà Kevin, mi interessa vederlo vagare per la giungla, magari incontrando non animali ma della gente indigena, insomma un road movie coi fiocchi.
    Up è un film per ragazzi (a parte l'inizio, magari), altri Pixar no. Up (inizio escluso) è molto più buonista di Cars.

    Poi volevo chiarire sulla "banalità" dell'inizio di Up. Non è banale ciò che racconta, è banale che la Pixar abbia voluto inserire a tutti i costi la scena triste, infilandoci la morte e addirittura l'aborto (nemmeno io avevo pensato all'aborto, a prima vista), cosa che ha già fatto in altri film (Toy Story 2, Nemo) e forse comincia a diventare un trucchetto da quattro soldi. Carl viene fuori come un povero disgraziato a cui la vita ha tolto tutto e che viene pure portato in tribunale, è ovvio che commuova.
    DeborohWalker ha scritto:la tenacia e la perseveranza di Carl nel perseguire il suo obiettivo sarà messa di fronte a un bivio, sicuramente una scelta difficile per una persona di una certa età e una brusca quanto inaspettata virata nella morale del film.
    Quale virata? Quale bivio? Quale obiettivo?
    DeborohWalker ha scritto:Il rapporto tra i due protagonisti è simpatico e si arricchisce man mano che il viaggio prosegue, conquistando un'affascinante profondità;
    Perché tu non t'eri immaginato che andava a finire che alla fine si sarebbero voluti bene? Che diventavano idealmente il figlio e il padre che non avevano potuto avere? Lo scorbutico che nasconde un fondo di bontà? A me sembrano lezioncine morali già viste e per niente profonde, trucchetti da cui la Pixar di solito si tiene alla larga (tranne nei momenti in cui è costretta dalla Disney, momenti che purtroppo appestano tutta la filmografia Pixar, ma questo film in particolare lo appestano tutto).
    DeborohWalker ha scritto:Ad ostacolare Carl & co. durante la loro passeggiata nella giungla ci sarà un gruppo di avversari pittoreschi e divertenti, che danno il loro meglio in una sequenza d'azione finale che impegna i protagonisti in uno scontro su più livelli assolutamente fuori dall'ordinario.
    Sembri uno di quelli degli uffici stampa... prendi i difetti e li propini come pregi... quale scontro su più livelli? E' un brodo allungato, un battaglia forzatamente casinista, senza ragioni precise. Non basta salire/scendere e entrare/uscire da un dirigibile in volo per fare uno "scontro su più livelli assolutamente fuori dall'ordinario"...
    Ivy Walker ha scritto:E, visto che si parlava di Coraline e ci si chiedeva se fosse meglio di Up: Coraline è un gran bel film, concettualmente complesso, ricco, affascinantissimo. Tuttavia per me ha una pecca sull'animazione dei personaggi: l'espressività dei volti è già vista, le smorfiette di Coraline non sono solo sue, sono quelle che possiamo trovare sulle facce di molti altri personaggi animati. La rabbia di Coraline non è la rabbia di Coraline, è la rabbia così come si è soliti rappresentarla sulla faccia di una bamboletta animata.
    Cosa che invece, a mio parere, non accade in Up dove invece ho trovato veramente sorprendente il modo di trattare l'espressività dei protagonisti. Abbiamo fisionomie assolutamente non realistiche (Carl è un cubo, Russell una pallottola) ma degli sguardi e delle espressioni assolutamente reali. Carl e Ellie bambini mi hanno molto colpita in questo senso
    A me sinceramente Coraline è sembrata più espressiva di qualunque altro protagonista in stop-motion che abbia mai visto. Forse la cosa forzata è che fa SEMPRE smorfie, troppe.
    Riguardo a Up, a me il design dei personaggi non è mai piaciuto (a parte Dug, che è un semplice cane, molto bello... mentre gli altri cani sono dei bruttissimi robi sproporzionati). Certo, ha una sua logica (il cubo, l'ovoide), è una scelta. Una scelta che a me personalmente non piace. Ma fosse solo questo...
    “DISCUSSIONE, NON RECENSIONE!”

    :solly:
  • Elikrotupos ha scritto:Il fatto è che Carl non fa un viaggio: Carl va in sudamerica a scazzottarsi con un cattivone. Il viaggio non c'è, il viaggio consiste solo nell'alzarsi sui tetti della città e nell'affrontare un temporale. Bello anche il trascinarsi la casa nella giungla, ma poi arriva il cattivone e il film si occupa solo di quello.
    Mah, io non la vedo così. Io penso che Carl faccia un viaggio, arrivi in America meridionale ma atterrando nel posto sbagliato, per cui deve trascinarsi la casa vino alla meta prestabilita. Durante il viaggio com'è ovvio che sia ci sono degli ostacoli: Carl poteva incontrare dei cani cattivi, superare un incendio, incontrare un cattivone e poi fare un gran finale con la casa volante, tutte cose slegate una dall'altra, in una sorta di road movie episodico. Per una maggiore compattezza narrativa si sono accorpati tutti questi elementi riconducendoli ad un unico villain.
    Elikrotupos ha scritto:Quale virata? Quale bivio? Quale obiettivo?
    E' irreale che Carl si appassioni a Kevin solo perché "ha figli", mi sembra una bambinata moralista bell'e buona, altro che Pixar.
    Ma poi è un gran peccato che la missione di esaudire il sogno di sua moglie si riduca a recuperare un bambino dalle grinfie del cattivone (anche lì, lo salva solo perché è bambino, altrimenti se fosse stato un suo coetaneo l'avrebbe ben lasciato lì a scazzottarsi con Muntz).
    E' questo il punto, l'obiettivo di esaudire il sogno della moglie non "si riduce" a recuperare un bambino. Cambia in: recuperare un bambino.
    E non è cosa da poco: per un vecchietto reso scorbutico dalle esperienze vissute, è difficile separarsi dal passato, cambiare le proprie posizioni (un esempio di come questo sia radicato in Carl è la scena della cassetta della posta). Il grande passaggio della storia che arricchisce il protagonista è appunto il lasciarsi alle spalle la sua irremovibilità che faceva parte di lui dalla morte della moglie, facendo spazio ad un "interesse per la vita". Riesce a superare la morte della moglie e fare qualcosa di costruttivo per chi è ancora vivo, che sia il boyscout petulante o una nidiata di uccellini. Potrai trovarla una bambinata disneyana, ma a me sembra che il suo graduale affezionarsi alle due creature sia ben costruito. Avresti forse trovato più sensato che li lasciasse morire?
    Elikrotupos ha scritto:Carl può essere un buon personaggio se si analizza il suo essere rimasto bambino, il suo scontro con i suoi "vecchi sogni", il "diventare padre", ecc... ma tutto questo nel film non c'è, è castrato dalla missioncina di salvare l'uccello dal perfido scienziato/archeologo/zoologo pazzo
    Boh, tu la vedi come una castratura, io quello lo vedo come un mezzo per trasmettere la prima cosa.
    Elikrotupos ha scritto:Non mi interessa sapere se Carl salverà Kevin, mi interessa vederlo vagare per la giungla, magari incontrando non animali ma della gente indigena, insomma un road movie coi fiocchi.
    Eh, vabbè, io invece volevo che Up fosse un dramma shakesperiano e che ci fosse almeno uno yo-yo, però non è così quindi il film fa schifo.
    Poi volevo chiarire sulla "banalità" dell'inizio di Up. Non è banale ciò che racconta, è banale che la Pixar abbia voluto inserire a tutti i costi la scena triste, infilandoci la morte e addirittura l'aborto (nemmeno io avevo pensato all'aborto, a prima vista), cosa che ha già fatto in altri film (Toy Story 2, Nemo) e forse comincia a diventare un trucchetto da quattro soldi. Carl viene fuori come un povero disgraziato a cui la vita ha tolto tutto e che viene pure portato in tribunale, è ovvio che commuova.
    Eh, facciamo una colpa alla Pixar di saper fare scene emozionanti.
    Vogliamo parlare di quel trucchetto della Disney di mettere sempre canzoni e di fornire un lieto fine ai film così la gente esce felice dalla sala? Mah.
    Secondo me non è importante la presenza di certi elementi, ma il modo in cui sono presentati, e Up lo fa benissimo.
    Perché tu non t'eri immaginato che andava a finire che alla fine si sarebbero voluti bene? Che diventavano idealmente il figlio e il padre che non avevano potuto avere? Lo scorbutico che nasconde un fondo di bontà? A me sembrano lezioncine morali già viste e per niente profonde, trucchetti da cui la Pixar di solito si tiene alla larga (tranne nei momenti in cui è costretta dalla Disney, momenti che purtroppo appestano tutta la filmografia Pixar, ma questo film in particolare lo appestano tutto).
    Sì, me lo aspettavo. Ma ripeto è il modo in cui tutto ciò è stato messo in scena. A mio parere non è retorico, per te sì.
    Anche ne "Le follie dell'imperatore" sai che alla fine i due protagonisti diventeranno amici e quello che all'inizio è scorbutico e sarcastico poi si ammorbidirà, ma comunque la storia è divertente e la relazione tra i due è ben costruita, con tutti quei momentini in cui passo passo i due si avvicinano sempre più. Lo stesso a mio parere avviene in Up.
    quale scontro su più livelli? E' un brodo allungato, un battaglia forzatamente casinista, senza ragioni precise.
    Mi riferisco al combattimento tra uno spadone a due mani e il "bastone da passeggio" (decisamente ordinario, ho visto le stesse armi in tutti gli Star Wars e nel Signore degli Anelli), a Russel contro gli altri cani, ai tre cani in versione "Barone Rosso"...
    Tu lo vedi confusionario, per me sono tre sequenze divertenti montate sapientemente.
    Deboroh troppppppppo Web 2.0!
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  • Dio Elik qualche difettuccio in Up magari ce lo vedrei pure io...ma a leggerti così sembri un DANNATO COMUNISTA!
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