[PIXAR #12] Cars 2

Lo studio fondato da John Lasseter che ha inventato la CGI, traendo arte dai poligoni e rivoluzionando lo scenario moderno. E da quando è entrata a far parte della famiglia Disney i benefici influssi si sono diffusi ovunque, portando la Disney verso una rinascita!
  • Fra poco lo vedo.
  • Questa sera mi sono fatto un giro intorno al mondo con i miei amici Saetta e Cricchetto. Soprattutto Cricchetto, che mi ha fatto molto divertire. E sapeste quante ce ne sono capitate! Che bella avventura!
  • Sono da mezz'ora in fila in un ufficio postale. E ne avrò ancora per molto. E sei riuscito a farmi rotflare. Quasi letteralmente.
    Lorenzo Breda
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    If you couldn't find any weirdness, maybe we'll just have to make some!
    Hobbes, Calvin&Hobbes

    [No bit was mistreated or killed to send this message]
  • Visto (io, una mamma e due bambini).
    Film molto carino, d'intrattenimento, con tanta azione e sicuramente non all'altezza dei precedenti Pixar. Che sia il Pixar più squisitamente commerciale lo si intuisce da subito, ma il film è abbastanza riuscito anche se la prima parte tutta alla 007 mi aveva annoiato, salvo poi riprendersi di colpo nel secondo tempo arrivando a farmi cambiare giudizio nel complessivo.

    Non è un capolavoro, ma si lascia guardare e Pipp-, ehm, Cricchetto, ne esce come un gran bel personaggio. Degno di nota Alessandro Siani nei panni di Francesco, assolutamente divertente e riuscito nell'imitare il napoletano di turno. Ma non doveva essere romano, in originale?

    Peccato che le tematiche da spy-story non mi piacciano particolarmente, ed è il motivo per cui non mi ha fatto così impazzire, ma Cars 2 riserva un bel po' di sorprese e di intrattenimento genuino ben fatto, e tutto sommato ne esce fuori un bel seguito.

    Però non ne voglio più, ora la mia attenzione sarà tutta su Brave.

    Il corto di Toy Story mi ha proprio deluso, fail. :(
  • Li hai poi visti i Cars Toons? Sono molto utili a inquadrare bene anche la scena finale a Radiator Springs e a entrare bene in questo universo. La scena finale con Cricchetto che la spara grossa e Holly e McMissile che arrivano a confermare la sua versione è un riferimento neanche troppo velato a quei corti.
  • Andrea87 ha scritto:ma perchè per la parte della "più grande spia del mondo" hanno preso Michael Caine e non un più appropriato Sean Connery o al limite Roger Moore?
    Credo lo abbiano scelto anche perché Michael Caine ha interpretato cinematograficamente un altro famoso agente segreto della letteratura, Harry Palmer creato da Len Deighton, personaggio fittizio famoso in Inghilterra almeno quanto Bond.
    Ecco il primo film, Ipcress: http://it.wikipedia.org/wiki/Ipcress
    Harry Palmer nasce come una specie di "parodia" - comunque seria - di James Bond, ironizzando sulla sovrumanità dell'agente 007, che si sostanzia nell'opposta figura di Palmer, individuo pieno di problemi. Ecco, i James Bond cinematografici sono più film d'azione che di spionaggio vero e proprio, mentre Ipcress con la sua freddezza e nebulosità è quello che si definisce proprio "film di spionaggio". E... no, Cars 2 non l'ho ancora visto :)
    "We Have All The Time In The World" George Lazenby (e Louis Armstrong) in Agente 007 - Al Servizio Segreto di Sua Maestà (1969)
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    E' molto interessante analizzare il rapporto tra la Pixar e il concetto di sequel. Gli artisti di Emeryville hanno sempre dimostrato di avere in odio i sequel commerciali e per giunta direct to video che la Disney aveva realizzato a partire dalla fine degli anni '90. "Un sequel si fa solo se a farlo sono i creatori originali e per giunta se c'è una buona storia da raccontare", ha sempre detto John Lasseter, e a dimostrarlo ecco il terzo film degli studios, quel Toy Story 2 che nei piani della Disney avrebbe dovuto essere niente di più di un cheapquel da cassetta, ma che invece grazie alla "ribellione" Pixar, qualitativamente riuscì a scavalcare l'originale, diventando un successo di pubblico e di critica. Quando la Pixar venne acquisita per porre rimedio agli scempi operati sotto la gestione Eisner, John Lasseter si ritrovò a dover chiudere addirittura lo studio che stavano allestendo col preciso intento di sequelizzare i film prodotti fino a quel momento con la Pixar, ereditando l'onere di realizzare Toy Story 3. Sappiamo tutti com'è andata anche in quel caso, e il trionfo di pubblico e critica che anche questa volta seguì, grazie ad un film che sembrava esser stato previsto da sempre come chiusura di un meraviglioso trittico.
    A far inarcare non poche sopracciglia fu l'annuncio immediatamente successivo di un sequel di Cars, il lungometraggio Pixar comunemente considerato meno riuscito. Di certo quella di Cars non era una storia che abbisognava di un seguito, ma il mondo automobilistico di John Lasseter del resto si prestava a numerosi approfondimenti, data l'immensa versatilità di molti suoi personaggi, per cui un sequel ci poteva anche stare. Ma perché scegliere di produrlo? Il motivo è presto detto: sebbene Cars non fosse stato un successone, la sua linea di merchandising aveva fatto fare alla Disney un sacco di soldini, e con la forte crisi che c'era in giro si può ben capire che l'azienda abbia scelto il 2011 come "anno sabbatico" dedicato al restauro di vecchi brand piuttosto che a nuovi progetti, dal Winnie the Pooh dei WDAS al ritorno dei Muppet e di Pirati dei Caraibi.
    La Pixar per la prima volta si dedicava ad un progetto commerciale, alla stregua della concorrenza, e sotto l'evidente pressione delle alte sfere, in barba all'indipendenza creativa prevista dagli accordi pre-acquisizione. Per di più il tutto avveniva ad un solo anno di distanza da un altro sequel, e in previsione di far uscire poco dopo persino un prequel di Monsters & Co. Insomma uno scenario capace di scioccare il fandom lasciando pubblico e critica molto perplessi su cosa si fosse rotto nelle dinamiche produttive di Emeryville, da sempre patria dell'espressione artistica libera.
    Tra legittimi dubbi e profezie millenaristiche della frangia di fan più estremisti, non ci si accorgeva però del progetto che sembrava stare dietro all'uscita di questo film, e del fatto che la regia poco dopo l'inizio dei lavori venne messa in mano allo stesso John Lasseter. Quello stesso Lasseter ormai impegnato nella guida di ben due studios paralleli, uno dei quali in piena rinascita, e che per questo motivo aveva affidato in toto a Lee Unkrich la regia di Toy Story 3, tornava a dirigere un film, e guarda un po', proprio il più biasimato, quello su cui nessuno avrebbe mai puntato. L'amore di John verso le sua macchinine è sconfinato, ma è impossibile non vedere in questa scelta anche un modo per tenere sotto controllo diretto il lungometraggio più discusso e discutibile mai prodotto in Pixar.
    Uno stratagemma molto intelligente per fidelizzare il pubblico, fu inoltre la realizzazione dei Cars Toons incentrati sulle Mater's Tall Tales, ovverosia sulle sparate di Cricchetto, nove cortometraggi spalmati lungo i tre anni precedenti all'uscita del film e usciti per vari circuiti (dalla televisione alle sale cinematografiche, passando per il Blu Ray), con lo scopo di dimostrare al pubblico che il mondo di Cars era vivo e pieno di potenzialità. I corti in questione raggiunsero pienamente lo scopo, mostrandoci aspetti di questo mondo ancora non visti tipo le astronavi, rilanciando il personaggio di Cricchetto come vero e proprio mattatore, e fornendo un simpaticissimo e sfizioso ponte tra i due film.
    Cars 2 è infatti il film di Cricchetto, come il primo lo era stato di Saetta. La trama fonde due storyline parallele in un unico intreccio, ovverosia una corsa intorno al mondo fatta per promuovere un carburante alternativo e che sembra voler essere sabotata da qualcuno con loschi interessi. La parte sulle corse automobilistiche è affidata infatti ad un Saetta che ha ormai compiuto il suo percorso di maturazione come personaggio, mentre quella spionistica più adrenalinica viene completamente affidata a Cricchetto, che ovviamente sfoggerà ogni meccanismo umoristico del repertorio di Pippo passando da campagnolo perso nel grande mondo a genietto del pensiero laterale, stupendo tutti per la sua imprevedibilità e genuinità. Il film si snoda attraverso varie tappe di questo mondo assurdo, ovvero Giappone, Italia e Gran Bretagna con un blitz in Francia e con l'americanissima Radiator Springs a far da "base", ovviamente portando la narrazione sempre su due livelli, e cogliendo l'occasione per mettere a dura prova l'amicizia dei due personaggi principali, minata dal pregiudizio sul fatto che Cricchetto sia un disadattato. Insomma, niente di nuovo: il film è sicuramente ingenuo e prevedibile sotto molti aspetti, come del resto lo era il predecessore. Solo che il predecessore toccava una tematica delicata, quella del prendere la vita con calma senza aver fretta di arrivare, tematica che qui non trova certo un degno corrispettivo. Sul fatto che sembri più un Cars Toons allungato, come molti hanno detto, non si può che concordare, solo che questo non è affatto un difetto data la grande qualità di molti di quei corti (e il riferimento diretto ad essi sul finale è un chicca non da poco). L'inizio è illuminante: il film parte con un teaser che precede il titolo vero e proprio dove si presenta uno dei nuovi personaggi, l'agente segreto Finn McMissile, mentre segretamente si infiltra in una piattaforma petrolifera. Una sequenza d'azione veramente spiazzante che spinge sul pedale dell'improbabile, ricordandoci ogni secondo che i protagonisti sono veicoli, e quindi giocando su questo effetto straniamento. Vedere un'auto che spara, che cammina su una corda sospesa, che si fa trasportare da una nave chiacchierando normalmente con lei, fa ben capire quante trovate possa ancora offrirci questo mondo, e lo stacco su Cricchetto che entra in scena allegramente mentre va al lavoro immerso nel suo ordinario status quo ci fa invece capire che grazie a Cars e ai Cars Toons è stato creato pure un cast di personaggi amabili, immediati, semplici, su cui si può benissimo raccontare molte storie senza temere di rovinarli. Una sorta di corrispettivo Pixar degli standard characters Disney, pronti a intrattenere con mille avventure.
    Detto questo non si può fare a meno di riconoscere come Cars 2, pur essendo nato da presupposti radicalmente differenti e sicuramente meno nobili di un Cars, di cui più che un sequel è uno spin-off, dimostra di essere un film più ricco, meglio gestito. Il primo Cars proprio in virtù della sua morale, finiva per essere un film lento, con poco da offrire, rispetto alle sue due ore di durata. Qui le cose vanno decisamente meglio, perché allo spettatore non viene concesso un momento di respiro: gag visive a ripetizione, idee intelligenti, trovate geniali ogni mezzo secondo che giocano sulla psicologia irresistibile di Cricchetto, oppure sui continui e intriganti paradossi di un mondo improbabile come questo. Le finezze sono tante, troppe, e nascono dalla natura stessa dei protagonisti (ci si spinge persino a chiedersi come funzionino la riproduzione e la crescita!) e dal setting in cui di volta in volta vengono immersi. Anche solo gli stereotipi sui paesi di cui da bravo film americano Cars 2 è pieno, forniscono polpa e sostanza. Vedere il giappone ipertecnologico, vedere i gabinetti che qui diventano luoghi di manutenzione, il wasabi, oppure la città italiana di Santa Ruotina, per non parlare di Londra e della sequenza all'interno del Big Ben (vedere un carro attrezzi appeso con una corda agli ingranaggi è disturbante e nel contempo visionario), e di vip come il Papa o la regina d'Inghilterra rigorosamente macchinizzati, rende l'idea del livello di cura e della voglia di riempire fino all'orlo questo film di trovate di ogni tipo. E dove non arriva lo humor, arrivano i personaggi, che dopo un lungometraggio e ben nove corti (anzi dieci contando anche Mater and the Ghost Light) hanno ormai avuto modo di mettersi in luce tutti uno per uno e di far affezionare il pubblico, da Guido e Luigi, passando per Fillmore e il Generale. Una menzione per Hudson Hornet, forse primo personaggio Disneyano a morire fuori scena e venir ricordato in un sequel, e tutto a causa della mania degli americani di considerare personaggi e i loro doppiatori come un tutt'uno.
    Una cosa abbastanza insolita è che la colonna sonora del film passa da Randy Newman a Michael Giacchino. Un passaggio di testimone avvenuto in questi anni, che ha visto Giacchino emergere per la sua versatilità e realizzare colonne sonore di ogni tipologia come quelle di Lost, Fringe, dei corti classici Disney e degli ultimi Pixar. Però non era mai accaduto fin'ora che un sequel Pixar non portasse la firma del compositore dell'originale, e infatti Randy era stato chiamato per tutti e tre i Toy Story. Probabilmente ciò è dovuto al cambio di tematiche e setting di questo film, unito al fatto che nel primo Cars non è che si sentissero poi così tanto le sonorità di Newman, schiacciate dal quantitativo di canzoni moderne che facevano capolino qua e là. In questo caso si tenta la strada ibrida con due canzoni preesistenti, You Might Tink (1984) dei Cars (!!) e reinterpetata dai Weezer, e Polyrhythm (2007) delle giapponesi Perfume, e ben tre canzoni originali, due scritte da Brian Paisley che aveva già realizzato per il primo Cars la bellissima Behind the Clouds, Collision of Worlds e Nobody's Fool e infine Mon Coeur Fait Vroum scritta dallo stesso Giacchino!
    La critica non è stata buona con Cars 2 come del resto si poteva immaginare, e ovviamente il passaparola del pubblico ha fatto il resto limitando di molto gli incassi, che comunque rimangono buoni anche se inferiori alle aspettative, ma del resto è abbastanza ovvio che accada questo. Dopo che sforni un capolavoro dietro l'altro se ti fermi a tirare il fiato proponendo un piccolo divertissement, in attesa di nuove sfide come potrà esserlo Brave l'anno prossimo, la gente ti salta alla gola comunque. Una buona fama non ammette sconti, anche quando si cerca di diversificare la produzione. E' il motivo per cui personalmente penso che Cars 2 sia valido e giustificabile, con tanti saluti a chi si aspetta il capolavorone ogni anno. Certo che qualora dopo Monsters University prendessero a uscire Cars 3 e Toy Story 4 bisognerebbe prendere atto che qualcosa è cambiato davvero a Emeryville e iniziare a preoccuparsi, ma per adesso non trovo niente di sbagliato nell'averci voluto raccontare per quest'anno "solo" una bella avventura di Saetta e Cricchetto!
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    Eh, quando un film entra nel cuore di tutti. L'edizione che ho preso a Lucca ho finito di visionarla oggi al 100% col commento audio e tutto e quindi ecco i miei due cent.
    Innanzitutto chiunque abbia preso la versione 3d ha fatto una cazzata. Grossa anche. Ma l'ha fatta perché la cazzata l'ha fatta la Disney, che nell'era del blu-ray mette continuamente in discussione la struttura delle sue edizioni. La versione 3d infatti include un disco col film in 3d e uno col film in 2d. La versione normale contiene, come giusto che sia, il disco col film (ovviamente in 2d), più quello con I CONTENUTI SPECIALI. Sì, in pratica chi ha il film in 3d non ha i contenuti speciali e viceversa, rendendo inutile l'acquisto della versione 3d per chi ancora un televisore 3d non ce l'ha e pensava di star facendo un investimento sul futuro. E pensare che all'inizio dell'era BD circolavano addirittura le triplo disco, con due dischi bd + 1 dvd.
    Io mi sono accorto di questa cosa e ho immediatamente rivisto le mie politiche collezionistiche tornando ai dischi in 2d, altri non sono stati così previdenti e l'hanno presa nel didietro, vero andrea87?
    Sorvolando sulla questione spinosa e entrando nel merito degli effettivi contenuti, questo film Pixar ha i contenuti tipici dei film Pixar. Tanti, troppi. Nel disco 1, quello comune ad entrambe le edizioni troviamo ovviamente il commento audio, soddisfacente e fatto dal caro vecchio John, che mostra quanto in questo film lui credeva, il corto di Toy Story, proiettato al cinema, e il corto spin-off inedito, che è la nuovissima Tall Tale di Cricchetto, che ho già avuto modo di recensire nell'apposito thread sui corti Pixar.
    Il disco 2, quello "esclusivo", è strutturato in modo molto grazioso, con la mappa del pianeta da esplorare e le clip relative ai making of delle varie tappe che i nostri eroi fanno nel film. Ovviamente ci sono anche le clip relative alle tappe tagliate, o ridotte tipo la Germania o la Francia, ma in definitiva è tutto molto simpatico, e condito di easter eggs e extra di ogni tipo come animazioni bonus in cui Cricchetto dà vita a gag di vario tipo, che è un peccato non possano essere visionate da tutti. Ovviamente dopo un po' la solita frammentarietà tipicamente Pixariana si fa sentire e si rimpiange un bel makingoffone unico come quelli che invece propongono i WDAS, ma giunti ormai al dodicesimo film Pixar ormai dovremmo aver capito come sono le loro politiche in merito ai contenuti speciali.
    Insomma, chi si è perso questo disco si è perso un vero e proprio pezzo dell'edizione. Ciò è male, anche perché fa ben capire che in questo caotico periodo di passaggio tra i formati d'ora in poi potremmo scordarci le doppiodisco, in virtù di combo di vario tipo (sono previste sia le 2d+3d che il ritorno delle bd + dvd) che renderanno sempre più disomogenee le nostre collezioni.
  • Grrodon ha scritto:Io mi sono accorto di questa cosa e ho immediatamente rivisto le mie politiche collezionistiche tornando ai dischi in 2d, altri non sono stati così previdenti e l'hanno presa nel didietro, vero andrea87?
    presente!

    a mia discolpa posso dire:

    1) il negozio mio abituale porta i BD su ordinazione, quindi non potevo confrontare cosa effettivamente c'erano nei pacchi
    2) io la tv 3d la ho, quindi non era affatto un investimento sul futuro ma sul presente!
    3) fu un regalo di mia sorella che poverina è nella seminiubbità, ci provo ogni tanto io a smuoverla dal suo torpore...


    comunque, alla fini chissenefrega: ho il film in 3D, il film in 2D i corti principali e il commento di Lasseter... del resto mi importa il minimo (non che gli altri pixar avessero grandi extra, vedi i pacchissimi Buzz nello spazio :ops: )
  • Perso al cinema, me lo sono fatto regalare in dvd per Natale... ma solo ieri sera ho avuto finalmente occasione per vedermi il Pixar del 2011, con un ritardo a dir poco imbarazzante.
    Chissà se freudianamente i vari commenti negativi hanno influito in tal senso con il posticipare la visione delle nuove avventure di Saetta e Cricchetto, ma quasi come sfida alla conferma di pochi giorni fa dell'esclusione di Cars 2 dagli Oscar, ho finalmente potuto godermi la pellicola.
    Oh, a me è piaciuto, e neanche poco.
    Voglio dire, certamente non siamo ai livelli di artisticità di altri titoli ben più ambiziosi dello Studio, come potevano essere Ratatouille o Wall-E, e nemmeno siamo dalle parti del sequel malinconico e da parabola di Toy Story 3. Qui la Pixar, con Lasseter in prima fila rimettendosi dopo anni alla regia, decide di optare per un'operazione con molte meno pretese, semplicemente riportare al cinema quei personaggi entrati ormai nell'immaginario per un'avventura molto movimentata e divertente, un divertissement che non si preoccupa di avere diversi livelli di lettura o sperimentalismi nella trama o nella gestione del medium, ma ma semplicemente di intrattenere il pubblico con un film piacevole ma che non rinuncia comunque a una trama di tutto rispetto.
    Sì, perchè non è che se la Pixar rinuncia alla filosofia nelle sue storie allora diventa Dreamworks, fortunatamente ci sono vari livelli di grigio tra le due cose ed è qui che si piazza Cars 2: l'idea di un giro attorno al mondo, lo status quo ricreato di cui diceva giustamente Grrodon, la spy-story che è il vero corpo del film con tutti i riferimenti del caso, l'indagine collegata con conseguente colpo di scena assolutamente ben gestito... e poi è interessante la dinamica ecologista sfruttata in modo intelligente e non pedante, anzi, con un'allegoria riuscitissima!
    Su tutto questo svetta Cricchetto: personaggio che mi era stato simpatico ai tempi del primo Cars, pur senza colpirmi in particolar modo, che ho apprezzato di più con i Cars Toons e che qui mi ha fatto innamorare di sè. Concordo con Grrodon, ora, Carl Attrezzi è il Pippo di Lasseter e della Pixar in generale. C'è tutto quello che costituisce lo storico personaggio nell'atteggiamento e nelle movenze di Cricchetto.

    Insomma, se a costruzione in sè della trama non è niente di innovativo (intendo il climax che porta alla crisi dei rapporti tra Saetta e Cricchetto), è sicuramente gestita bene e la sua intersezione con la trama di spionaggio risulta vincente. Ottimo il prologo, peraltro, in perfetto stile 007 (così come lo è il cattivo monocoluto) e ottima tutta la dinamica degli equivoci tra McMissile e Cricchetto che riporta ad alcuni classici di Hitchcock.

    Cars Toon allungato? Forse, ma solo in minima parte: la durata da lungometraggio e la conseguente maggior elaborazione della storia consente di andare a un gradino successivo, mantenendo in più punti l'elemento vincente di quella serie di corti e unendola al contempo con una trama di ampio respiro e più complessa.

    Io me lo sono goduto, senza troppi problemi o confronti. Probabilmente sono riuscito a prendere il film per quello che è, e pur non ritenendolo certo un capolavoro posso sicuramente dire di esserne soddisfatto.

    Il corto bonus contenuto nel dvd è simpatico e altro non è con l'ultimo tassello delle Incredibili Storie di Carl Attrezzi. Folle ed esagerato come da regola, non mi ha però colpito come i suoi predecessori. Stessa cosa posso dire di Vacanze Hawaayane, il corto di Toy Story, che a fronte di alcune gag e battute a dir poco geniali non colpisce come mi aspettavo.
    Ah, un assist per far dire a Grrodon "te l'avevo detto, pirla": il dvd oltre che essere povero è pure truffoso, dal momento che sul retro promette il commento audio di cui invece non c'è traccia -_-
    Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
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  • Comunque il solo fatto che si parli di Cars Toon allungato, magari inconsapevoli del fatto che i Cars Toon sono stati ideati qualche anno fa nell'ambito di un più grosso progetto di traino a Cars 2 (insomma, Cars 2 viene prima dei Cars Toon), credo la dica lunga sulla fondatezza di certe critiche al franchise delle macchinine occhiute (merchandising a parte). Mi riferisco a critiche esterne eh, per una volta non sto polemizzando col sollazzo :P
    Cioè, io non sono mai stato d'accordo con l'ondata di sequel e corti, nel complesso. Però c'è chi sfrutta i franchise bene e chi no. Sono lieto che la Pixar li sfrutti bene, io comunque preferirei che evitasse del tutto.
    “DISCUSSIONE, NON RECENSIONE!”

    :solly:
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