[PIXAR # 4] Monsters & Co.
Inviato: venerdì 17 febbraio 2006, 23:14
Monsters & co. (Monsters, inc. - 2001)
Regia: Pete Docter (co-diretto da Lee Unkrich e David Silverman)
Sceneggiatura: Andrew Stanton, Daniel Gerson
Guest voices originali: Billy Cristal, John Goodman, Steve Buscemi, Bonnie Hunt
Guest voices italiane: Marina Massironi, Loretta Goggi
Colonna sonora: Randy Newman
I bambini hanno paura dei mostri, lo sanno tutti. Quello che pochi sanno è che anche i mostri hanno paura dei bambini. Dal loro mondo dei mostri, arrivano nelle camerette dei cuccioli di uomo tramite apposite porte per spaventarli e rubare dalle loro urla preziosa energia che alimenta la vita elettrica di Mostropoli. Ma guai a toccare un bambino o qualcosa che gli appartiene. Sono altamente tossici! Così, per questo arduo compito di succhiare energia dalle urla di terrore dei bambini vengono accuratamente selezionati esperti Spaventatori che lavorano per la Monsters & company, di proprietà del signor Waterloose da varie generazioni. Il migliore spaventatore a disposizione dell'azienda è il pelosissimo James P. Sullivan (voce di John Goodman), assistito dall'immigrato polacco Mike Wazozski, piccolo, palloidale, verde e monocolo (Billy Cristal). Ad insidiare il primato di Sulley c'è il viscido Randall (Steve Buscemi), camaleontico e dalle intenzioni poco rassicuranti. Una piccola e letale bambina, Boo, una sera esce dal suo mondo per entrare in quello dei mostri. A beccarla è il terrorizzato Sulley, che se la porta in un ristorante giapponese dove le sfugge di mano e crea il panico. Tentando di riportare nel suo mondo la bambina, Mike e Sulley scopriranno il malvagio piano di Randall e *** (evito di spoilerare, ma tanto si sa ) per contrastare la crisi energetica dovuta al fatto che ormai i bambini si spaventano difficilmente per dei mostri.
Ormai alla Pixar, dopo quindici anni dagli esordi nel mondo dell'animazione, ci hanno preso la mano con i computer, e con i loro software realizzati e sviluppati specificamente per i loro film (e rivenduti con enorme successo a tutti quelli che dopo si sono cimentati con l'animazione computerizzata). E, parlando di mostri, si sono adattati. Perchè solo dei "mostri" possono riuscire a creare al computer un personaggio che è davanti ai nostri occhi per tutta la durata del film, è enorme, ed è PELOSO. Pelo per pelo, con un realismo impressionante, il folto mantello di Sullivan è un capolavoro finora insuperato, che riscatta la Pixar (e la Disney, di riflesso) dalla cronica imperfezione nei disegni e nell'animazione degli esseri umani. Ma il pelosone è solo la punta dell'iceberg di un riconosciuto capolavoro del cinema, pur trattando di un tema "infantile" per definizione; tema al cui servizio viene messa una sceneggiatura da manuale, capace di intrecciare gli ingredienti tipici del successo: gli eroi, la missione, i cattivi, l'amore, l'amicizia e vagonate di risate (grazie sia alle gag, che all'ottima caratterizzazione di Mike Wazozski (e all'incontenibile interpretazione di Billy Cristal), che ne fa un classico dei personaggi Disney). Non manca nemmeno un topos dei film Disney, lo scontro finale con il cattivo, che inizia con la spettacolare corsa nella "sala delle porte" e finisce con un mare di badilate in una roulotte. "Alta tensione" e ottima sceneggiatura quando i due eroi vengono brutalmente esiliati sull'Himalaya, dove incontrano un simpatico Abominevole Uomo delle Nevi, la cui simpatia è decisamente fuoriluogo (per i protagonisti) ma un contrasto perfettamente orchestrato (per noi spettatori). Cigliegina sulla torta sono le tenerissime fatture di Boo, la bimbetta dalle risatine acute e dalla voglia di coccole dal pelosone blu, in preda a meravigliose convulsioni quando crede che la bimba sia finita in mezzo ai rifiuti destinati alla pressa.
Autocitazione del passato e del futuro in una delle scene finali, quando Boo mostra i suoi giocattoli a Sullivan. Gli mostra Jessy, la bambola cowboy di Toy Story 2 (film precedente), e anche un pupazzetto a forma di pesce pagliaccio, che presagiva l'imminente arrivo del film "Alla ricerca di Nemo". Volendo essere pignoli, nella stanza da letto di Boo rotola anche la palla con cui gioca il piccolo lampadino Luxo Jr nel cortometraggio Pixar omonimo.
Colonna sonora di Randy Newman, come i precedenti film Pixar, e una sola canzone sui titoli di coda, cantata da John Goodman e Billy Cristal (e in italiano da Adalberto Maria Merli e Tonino Accolla) "If I didn't have you", canzone sull'amicizia come quella di Toy Story, che vince il premio Oscar come miglior canzone. Magra consolazione per non aver vinto nella neonata categoria di miglior film d'animazione, in gara con il film di Jimmy Neutron e con il vincitore Shrek.
Titoli di testa realizzati in animazione bidimensionale, con una sinfonia di porte che si aprono e chiudono e spaventosi mostri stilizzati che si mangiano i nomi della Pixar e della Disney. Geniale. Ma se è geniale l'inizio, e anche il mezzo, figurarsi la fine!
Nei titoli di coda, dal primo all'ultimo nome, si consuma l'Estasi, lunga e appagante, dei finti errori dei protagonisti, con l'immancabile autocitazione (il dinosauro Rex, di Toy Story), e un finale che trasuda genio da ogni fotogramma: i protagonisti della storia hanno organizzato un musical interpretato dai dipendenti della Monsters & co. che racconta tutta l'avventura appena passata, intitolato "Su riporta quell'affare dove stava, da' retta a me" (in originale "Put that thing where it came from or so help me"). Pagherei oro per tornare indietro nel tempo ed essere fra quelli che hanno assistito alla prima cinematografica originale e sono stati i primi a godere di questa trovata eccezionale. La Pixar merita ogni goccia del successo che ha avuto e sta avendo.
Con Monsters & co., la Pixar entra definitivamente nella storia del cinema, e non solo per il record di aver realizzato il primo film interamente al computer, ma perchè formata da un nucleo di "fondatori" (tuttora attivi) amici, giovani, e che hanno fatto e fanno cinema con passione. E ancora non sapevano cosa avrebbe riservato loro il futuro...
Passiamo al DVD. In Italia è disponibile, attualmente, l'edizione ad un disco. Tsk. Un rapido giro su ebay, ed ecco che spunta fuori dal mercato svizzero (senza il fastidioso bollino SIAE, che sulle edizioni cartonate è una vera crudeltà) la vecchia edizione italiana, a due dischi, giustamente chiamata De Luxe, in cofanetto e custodia cartonata. Un bijoux! Il primo disco manca completamente di extra (non so se anche nell'edizione con il disco unico), ma ha ovviamente l'immancabile commento audio di tutto il film. Nel secondo disco c'è praticamente L'UNIVERSO. Tutto. Una delle più belle collezioni di extra che un film abbia mai avuto. Presenti gli errori e il musical dei titoli di coda nel formato a schermo intero (e senza titoli di coda, quindi ), il cortometraggio tratto dal film ("La nuova macchina di Mike") candidato all'Oscar come miglior cortometraggio d'animazione l'anno successivo, e il cortometraggio Pixar "Pennuti spennati", vincitore dell'Oscar nello stesso anno del film. Entrambi i cortometraggi sono disponibili anche con il commento audio dei registi. E poi decine di lunghissimi filmati, come il making of, il backstage, la visita ai paradisiaci studios Pixar, in California, speciali sulla musica e il suono, e poi gallerie di immagini e bozzetti e dimostrazioni interattive della nascita di alcune scene. Sono presenti poi tutti i trailer, compresi quelli realizzati espressamente per la pubblicità, e non tratti da scene del film, come ad esempio il trailer che è stato mandato (non credo in Italia, perchè difficilmente traducibile, dato che si basa su giochi di parole) prima della proiezione di Harry Potter nei cinema, dove Mike e Sulley giocano a mimare titoli di film e Sulley mima appunto Harry Potter, ma Mike non indovina (e, nei vari tentativi, spara anche un'autocitazione del doppiatore Billy Cristal, citando "Harry, ti presento Sally"). Splendida la descrizione (con l'elenco delle scene, le note di produzione e le biografie degli attori) della recita aziendale che si vede alla fine dei titoli di coda. Presente la tradizionale intervista ai protagonisti di due minuti e mezzo, espressamente animata per l'edizione in dvd. Interessante la "preistoria dei mostri", il manuale del dipendente (altamente interattivo, ma in inglese). Che dire poi degli easter eggs che mostrano vari filmati girati negli studi della Pixar fra cui l'APPASSIONANTE gara di aeroplanini di plastica da buttare nell'immenso atrio? Come diceva un poeta genovese, "Invidia, tremenda invidia".
Regia: Pete Docter (co-diretto da Lee Unkrich e David Silverman)
Sceneggiatura: Andrew Stanton, Daniel Gerson
Guest voices originali: Billy Cristal, John Goodman, Steve Buscemi, Bonnie Hunt
Guest voices italiane: Marina Massironi, Loretta Goggi
Colonna sonora: Randy Newman
I bambini hanno paura dei mostri, lo sanno tutti. Quello che pochi sanno è che anche i mostri hanno paura dei bambini. Dal loro mondo dei mostri, arrivano nelle camerette dei cuccioli di uomo tramite apposite porte per spaventarli e rubare dalle loro urla preziosa energia che alimenta la vita elettrica di Mostropoli. Ma guai a toccare un bambino o qualcosa che gli appartiene. Sono altamente tossici! Così, per questo arduo compito di succhiare energia dalle urla di terrore dei bambini vengono accuratamente selezionati esperti Spaventatori che lavorano per la Monsters & company, di proprietà del signor Waterloose da varie generazioni. Il migliore spaventatore a disposizione dell'azienda è il pelosissimo James P. Sullivan (voce di John Goodman), assistito dall'immigrato polacco Mike Wazozski, piccolo, palloidale, verde e monocolo (Billy Cristal). Ad insidiare il primato di Sulley c'è il viscido Randall (Steve Buscemi), camaleontico e dalle intenzioni poco rassicuranti. Una piccola e letale bambina, Boo, una sera esce dal suo mondo per entrare in quello dei mostri. A beccarla è il terrorizzato Sulley, che se la porta in un ristorante giapponese dove le sfugge di mano e crea il panico. Tentando di riportare nel suo mondo la bambina, Mike e Sulley scopriranno il malvagio piano di Randall e *** (evito di spoilerare, ma tanto si sa ) per contrastare la crisi energetica dovuta al fatto che ormai i bambini si spaventano difficilmente per dei mostri.
Ormai alla Pixar, dopo quindici anni dagli esordi nel mondo dell'animazione, ci hanno preso la mano con i computer, e con i loro software realizzati e sviluppati specificamente per i loro film (e rivenduti con enorme successo a tutti quelli che dopo si sono cimentati con l'animazione computerizzata). E, parlando di mostri, si sono adattati. Perchè solo dei "mostri" possono riuscire a creare al computer un personaggio che è davanti ai nostri occhi per tutta la durata del film, è enorme, ed è PELOSO. Pelo per pelo, con un realismo impressionante, il folto mantello di Sullivan è un capolavoro finora insuperato, che riscatta la Pixar (e la Disney, di riflesso) dalla cronica imperfezione nei disegni e nell'animazione degli esseri umani. Ma il pelosone è solo la punta dell'iceberg di un riconosciuto capolavoro del cinema, pur trattando di un tema "infantile" per definizione; tema al cui servizio viene messa una sceneggiatura da manuale, capace di intrecciare gli ingredienti tipici del successo: gli eroi, la missione, i cattivi, l'amore, l'amicizia e vagonate di risate (grazie sia alle gag, che all'ottima caratterizzazione di Mike Wazozski (e all'incontenibile interpretazione di Billy Cristal), che ne fa un classico dei personaggi Disney). Non manca nemmeno un topos dei film Disney, lo scontro finale con il cattivo, che inizia con la spettacolare corsa nella "sala delle porte" e finisce con un mare di badilate in una roulotte. "Alta tensione" e ottima sceneggiatura quando i due eroi vengono brutalmente esiliati sull'Himalaya, dove incontrano un simpatico Abominevole Uomo delle Nevi, la cui simpatia è decisamente fuoriluogo (per i protagonisti) ma un contrasto perfettamente orchestrato (per noi spettatori). Cigliegina sulla torta sono le tenerissime fatture di Boo, la bimbetta dalle risatine acute e dalla voglia di coccole dal pelosone blu, in preda a meravigliose convulsioni quando crede che la bimba sia finita in mezzo ai rifiuti destinati alla pressa.
Autocitazione del passato e del futuro in una delle scene finali, quando Boo mostra i suoi giocattoli a Sullivan. Gli mostra Jessy, la bambola cowboy di Toy Story 2 (film precedente), e anche un pupazzetto a forma di pesce pagliaccio, che presagiva l'imminente arrivo del film "Alla ricerca di Nemo". Volendo essere pignoli, nella stanza da letto di Boo rotola anche la palla con cui gioca il piccolo lampadino Luxo Jr nel cortometraggio Pixar omonimo.
Colonna sonora di Randy Newman, come i precedenti film Pixar, e una sola canzone sui titoli di coda, cantata da John Goodman e Billy Cristal (e in italiano da Adalberto Maria Merli e Tonino Accolla) "If I didn't have you", canzone sull'amicizia come quella di Toy Story, che vince il premio Oscar come miglior canzone. Magra consolazione per non aver vinto nella neonata categoria di miglior film d'animazione, in gara con il film di Jimmy Neutron e con il vincitore Shrek.
Titoli di testa realizzati in animazione bidimensionale, con una sinfonia di porte che si aprono e chiudono e spaventosi mostri stilizzati che si mangiano i nomi della Pixar e della Disney. Geniale. Ma se è geniale l'inizio, e anche il mezzo, figurarsi la fine!
Nei titoli di coda, dal primo all'ultimo nome, si consuma l'Estasi, lunga e appagante, dei finti errori dei protagonisti, con l'immancabile autocitazione (il dinosauro Rex, di Toy Story), e un finale che trasuda genio da ogni fotogramma: i protagonisti della storia hanno organizzato un musical interpretato dai dipendenti della Monsters & co. che racconta tutta l'avventura appena passata, intitolato "Su riporta quell'affare dove stava, da' retta a me" (in originale "Put that thing where it came from or so help me"). Pagherei oro per tornare indietro nel tempo ed essere fra quelli che hanno assistito alla prima cinematografica originale e sono stati i primi a godere di questa trovata eccezionale. La Pixar merita ogni goccia del successo che ha avuto e sta avendo.
Con Monsters & co., la Pixar entra definitivamente nella storia del cinema, e non solo per il record di aver realizzato il primo film interamente al computer, ma perchè formata da un nucleo di "fondatori" (tuttora attivi) amici, giovani, e che hanno fatto e fanno cinema con passione. E ancora non sapevano cosa avrebbe riservato loro il futuro...
Passiamo al DVD. In Italia è disponibile, attualmente, l'edizione ad un disco. Tsk. Un rapido giro su ebay, ed ecco che spunta fuori dal mercato svizzero (senza il fastidioso bollino SIAE, che sulle edizioni cartonate è una vera crudeltà) la vecchia edizione italiana, a due dischi, giustamente chiamata De Luxe, in cofanetto e custodia cartonata. Un bijoux! Il primo disco manca completamente di extra (non so se anche nell'edizione con il disco unico), ma ha ovviamente l'immancabile commento audio di tutto il film. Nel secondo disco c'è praticamente L'UNIVERSO. Tutto. Una delle più belle collezioni di extra che un film abbia mai avuto. Presenti gli errori e il musical dei titoli di coda nel formato a schermo intero (e senza titoli di coda, quindi ), il cortometraggio tratto dal film ("La nuova macchina di Mike") candidato all'Oscar come miglior cortometraggio d'animazione l'anno successivo, e il cortometraggio Pixar "Pennuti spennati", vincitore dell'Oscar nello stesso anno del film. Entrambi i cortometraggi sono disponibili anche con il commento audio dei registi. E poi decine di lunghissimi filmati, come il making of, il backstage, la visita ai paradisiaci studios Pixar, in California, speciali sulla musica e il suono, e poi gallerie di immagini e bozzetti e dimostrazioni interattive della nascita di alcune scene. Sono presenti poi tutti i trailer, compresi quelli realizzati espressamente per la pubblicità, e non tratti da scene del film, come ad esempio il trailer che è stato mandato (non credo in Italia, perchè difficilmente traducibile, dato che si basa su giochi di parole) prima della proiezione di Harry Potter nei cinema, dove Mike e Sulley giocano a mimare titoli di film e Sulley mima appunto Harry Potter, ma Mike non indovina (e, nei vari tentativi, spara anche un'autocitazione del doppiatore Billy Cristal, citando "Harry, ti presento Sally"). Splendida la descrizione (con l'elenco delle scene, le note di produzione e le biografie degli attori) della recita aziendale che si vede alla fine dei titoli di coda. Presente la tradizionale intervista ai protagonisti di due minuti e mezzo, espressamente animata per l'edizione in dvd. Interessante la "preistoria dei mostri", il manuale del dipendente (altamente interattivo, ma in inglese). Che dire poi degli easter eggs che mostrano vari filmati girati negli studi della Pixar fra cui l'APPASSIONANTE gara di aeroplanini di plastica da buttare nell'immenso atrio? Come diceva un poeta genovese, "Invidia, tremenda invidia".