[PIXAR #13] Ribelle - The Brave

Lo studio fondato da John Lasseter che ha inventato la CGI, traendo arte dai poligoni e rivoluzionando lo scenario moderno. E da quando è entrata a far parte della famiglia Disney i benefici influssi si sono diffusi ovunque, portando la Disney verso una rinascita!
  • Brave ha appena soffiato l'Oscar a Wreck-It Ralph...
  • .
  • La Pixar è proprio il Barcellona del cinema.

    [A me il Barcellona sta antipatico.]
    Lettere - Visioni - Lucidità - TAYLOR SWIFT SHAKIRA

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  • Dottor Paperus ha scritto:Brave ha appena soffiato l'Oscar a Wreck-It Ralph...
    che vergogna!
    Il mio Twitter!
  • Credo sia l'Oscar d'animazione più assurdo da quando è stata ideata la categoria.
    No, davvero.

    Posso capire (ma non condividere) Shrek che batte Monsters. Inc, posso capire che Nemo si mangi Belleville perché al botteghino aveva addirittura battuto Il Re Leone e ciò era un Evento... ma Brave? Perchè?
    Con Ralph, Paranorman...
    Boh.
    Deboroh troppppppppo Web 2.0!
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  • Perché avevano già dato l'Oscar ai WDAS per Paperman, e hanno pensato che già fosse stato una grande vergogna, per cui hanno equilibrato votando il Pixar a occhi chiusi. Ma del resto la Pixar possiede l'Academy da tempo immemore, c'è poco da dire. Vogliamo ricordare la MANCATA Nomination di Rapunzel? O I See the Light battuta dalla canzone dei credits di Toy Story 3? Newman premiato in quel caso e non l'anno prima quando tutta la ost di un WDAS era sua? Non era già evidente all'epoca questa situazione?

    E così, nel 2013, dopo ben dodici anni dalla creazione della categoria che i WDAS hanno INVENTATO, la verità emerge. E cioé che neanche con un filmone avrebbero mai avuto speranza di farcela contro un filmino Pixar.

    Teste di cazzo.
  • Un'oscar veramente buttato alle ortiche, Ralph doveva vincere!
  • Che diarrea.
  • Bof. Che tristezza.
    Perchè pirati si nasce, e all'arrembaggio si va, con la bandiera che sventola, per dire "siamo qua!".
  • Mah, tanto ho perso fiducia nell'Academy da una vita...

    Però :muori: comunque
  • E' praticamente incommentabile.
    Co-founder di Impero Disney

    Etre en vie, c’est être en mouvement dans sa pensée, être percuté par des concepts nouveaux, dans ses sensations aussi, dans « faire l’amour » : il y a quelque chose qui s’ouvre. C’est aussi être lié au monde. [Alain Damasio]
  • Allora, comincio subito col dire che sono d'accordo con tutti quelli che sostengono che Brave non fosse da Oscar. Degli altri nominati ho visto purtroppo solo Ralph, e già lui meritava molto di più del film Pixar 2012. E per trailer e featurette che ho visto di ParaNorman, direi che anche lui ha quel quid di interesse che potrebbe portare a dargli maggiore attenzione (senza contare lo snobbatissimo 5 Leggende, che nemmeno era tra i nominati pur essendo migliore di Brave).
    Scandalo, vergogna, motivo di incazzatura? No. Non ho mai seguito gli Oscar con particolare attenzione, e quando negli ultimi anni dedicavo un po' più di spazio ai premi dell'Accademy capivo una realtà semplice e universale, la stessa che si verifica in Italia in ambiti come la musica (Festival di Sanremo) e i libri (Premio Strega): chi vince, spesso anche chi gareggia, non è necessariamente il vero migliore di quella categoria. Può capitare che effettivamente vengano dati riconoscimenti a prodotti di oggettivo rilievo, ma la maggior parte delle volte vince qualcun altro. Per vari motivi, che vanno dalla soggettività del giudizio alla composizione della giuria, dalle simpatie/antipatie personali a interessi forti, da condizionamenti sulle aspettative dei risultati a volontà di puntare sulla scelta più "facile".
    I concorsi non rispecchiano per forza di cose la miglior opera. Ciò non toglie che sia interessante osservarne i risultati, visto che chi emette il giudizio in questi casi è sempre una persona che ha un curriculum che motiva la sua presenza a giudicare, ma sempre tenendo conto che possono esserci infiniti fattori che premiano questo o quel candidato, e che non tutti questi fattori afferiscano per forza ad un valore assoluto. Per questo vivo questa vittoria in modo piuttosto sereno, consapevole comunque che pubblico e critica hanno già dato un buon riscontro a Ralph e sottolineato i difetti di Brave, Oscar o non Oscar.

    Ciò detto, ho finalmente avuto tempo di visionare il dvd del film chiudendo alfine il cerchio della mia Brave-experience. Non è vero, diranno alcuni, quello accadrebbe se tu avessi visto il blu-ray. Il mio handicap dell'home video invece prosegue spavaldo, ma da quel che ho potuto vedere stavolta il mio essere acquirente di serie B non mi ha privato di cose essenziali. Le clip presenti nel BD, dai titoli, non mi paiono così ricche o interessanti da rimanere così tanto danneggiato dalla loro assenza. Quindi tutto sommato non mi sento nemmeno defraudato, una volta tanto. L'unica cosa che contesto è il prezzo, che ormai si è attestato sui 14-15 euro all'uscita. Bene, visto che in passato la media era di 20 euro, ma 15 euro rimangono tanti per un dvd a disco singolo che contiene il film, 2 corti, il commento audio e stop. Mi sto rassegnando al fatto che, se per vari motivi ancora non passo al BD, il dvd ormai avrà questo tipo di trattamento, ma allora che rivedessero la politica dei prezzi.
    Ad ogni modo, rassegnato dicevo. Com'è possibile, visto che sono un amante degli extra, dei contenuti speciali, dei making of? Perché sto finalmente iniziando ad apprezzare il commento audio. Datemi il commento audio e non mi lamenterò (troppo) dell'assenza di un documentario che tracci il dietro le quinte del film, visto che il regista che parla per tutta la durata delle pellicola sopperisce in modo esaustivo alle informazioni sulla realizzazione dell'opera. Forse il commento audio non è dei migliori, nel caso di Brave, ma anche con alcuni orpelli inutili mi è servito in molti punti per avere un'idea maggiormente chiara su alcune scelte di trama, su giustificazioni narrative e sull'impostazione generale che si è voluta dare ad un film che, comunque, ha sicuramente avuto una genesi frastagliata e complessa. Ho trovato utile capire quali fossero i temi principali su cui si sono voluti focalizzare e soprattutto come si voleva trattarli. Mi è servito ad apprezzare maggiormente un film che rimane imperfetto ma che comunque ha molti punti lodevoli.
    Sui corti, niente da dire ovviamente su La Luna, la cui presenza era scontata e dovuta e che continua ad essere un capolavoro; La Leggenda di Mor'du è particolare nella realizzazione, non è niente di che ma è simpatico e sopperisce al bisogno di raccontare in modo più chiaro la storia sul crollo dell'Antico Regno e sulle origini del terribile orso.
    Per il resto il dvd grigiastro non offre nulla ma, ripeto, ormai ho chiuso i conti con 'sta storia ed evito polemiche. Mi accontento del commento audio.

    Due parole sul film, che ho finalmente avuto la possibilità di rivedere dopo l'esperienza al cinema dello scorso ottobre. La seconda visione mi ha portato ad apprezzare nuovamente Brave. Sì, con meno entusiasmo e trasporto di quanto non avessi provato in sala, ma ai miei occhi rimane un buon film. Non all'altezza di altri Pixar, con i suoi difettucci di trama, con qualche gag non proprio riuscita, ma nel complesso mi ritrovo tra le mani un film che parla in modo riuscito e realistico dello scontro generazionale tra una madre e una figlia ambientato in una Scozia magica e di sapore fiabesco. Una protagonista dal carattere molto forte e sfaccettato, che compie scelte irresponsabili, certo, ma come succede a moltissimi adolescenti della sua età. E come molti coetanei, arriva un momento in cui si scontra con le conseguenze delle proprie azioni, e deve venirne a capo con le proprie forze. Merida lo fa, si rimette in gioco per rimediare al proprio errore derivato dall'egoismo, e tramite i propri sforzi matura e acquisisce consapevolezza di sé e di cosa comporta la vita civile: prendersi delle responsabilità. Ma il fatto che la cosa sia reciproca è un altro punto di forza della storia: perché in questo dramma anche la madre matura, arrivando a comprendere che se la figlia si è spinta tanto oltre forse quella fiamma che ha dentro è un po' di più di un capriccio senza senso, qualcosa che val la pena di essere ascoltato. E allora ecco il venirsi incontro, che non è senza senso o pretestuoso, perché Merida si è meritata questa nuova forma mentis della madre quando si è resa conto che era ora di crescere. E lì la madre si è resa conto contemporaneamente che la figlia è cresciuta, ma che non tutte le regole che le ha trasmesso forse sono davvero corrette.
    Ne esce un ritratto generazionale ideale, in cui si dimostra come una volta che si abbandona lo scontro frontale a tutti i costi e si inizia a venirsi incontro, le parti sono maggiormente disposte a riflettere criticamente sulle proprie posizioni per capire il motivo per cui l'altro le contesta. E può quindi capitare che si arrivi ad un compromesso che si avvicina molto alla soluzione migliore di un dato problema.
    Questa, in sintesi, è la parabola che ho visto io in Brave, il tutto all'interno di un racconto fantasy-favolistico sui generis. E quindi rimane un film che personalmente rivedrò volentieri e che non mi sento affatto di definire un fail. Un Pixar dalla sceneggiatura un po' pasticciata, con qualche inciampo. Un Pixar minore, sì, ma se appunto è questo il punto più basso che possono toccare gli studios di Lasseter, ci metterei la firma.
    Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
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  • lol, ma hanno corretto il modello di Merida?

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  • Ad ogni modo, rassegnato dicevo. Com'è possibile, visto che sono un amante degli extra, dei contenuti speciali, dei making of? Perché sto finalmente iniziando ad apprezzare il commento audio. Datemi il commento audio e non mi lamenterò (troppo) dell'assenza di un documentario che tracci il dietro le quinte del film, visto che il regista che parla per tutta la durata delle pellicola sopperisce in modo esaustivo alle informazioni sulla realizzazione dell'opera. Forse il commento audio non è dei migliori, nel caso di Brave, ma anche con alcuni orpelli inutili mi è servito in molti punti per avere un'idea maggiormente chiara su alcune scelte di trama, su giustificazioni narrative e sull'impostazione generale che si è voluta dare ad un film che, comunque, ha sicuramente avuto una genesi frastagliata e complessa. Ho trovato utile capire quali fossero i temi principali su cui si sono voluti focalizzare e soprattutto come si voleva trattarli. Mi è servito ad apprezzare maggiormente un film che rimane imperfetto ma che comunque ha molti punti lodevoli.
    Quando leggo queste cose, mi chiedo se siate amanti del BUON cinema, o se siate solo dei fans della parte freddamente "tecnica"

    Un film che ha bisogno che il regista ti venga dietro le spalle a spiegarti passo-passo cosa ha fatto e perchè, dimostra che NON è un buon regista, e il film non è un buon film.

    I fim migliori sono quelli che appagano pienamente l'occhio e lo spirito dello spettatore, sono quelli la cui struttura si regge in pedi da sola, che comunica da sè tutto ciò che il regista voleva comunicare.

    Se ci sono intoppi tali che uno spettatore non li comprende finchè non glieli spiegano direttamente, significa che il film è monco, è "sbagliato"; e che ilo regista non sa fare il suo lavoro, chè "raccontare chiaramente".
    In sostanza che è fatto male.

    Poi ci può stare che la PIXAR abbia un credito residuo tale da passarci sopra, o da darle il beneficio del dubbio, ma un 'fail' simile devono pregare che resti isolato, o il credito residuo, rischia di erodersi molto più in fretta, le volte successive.
    La mia gallery su Deviant Art (casomai a qualcuno interessi =^__^=)
  • FaGian ha scritto: Un film che ha bisogno che il regista ti venga dietro le spalle a spiegarti passo-passo cosa ha fatto e perchè, dimostra che NON è un buon regista, e il film non è un buon film.
    Ma che magari lo spettatore vuole essere un buon studioso, che cerca di indagare e capire bene i perché e i percome il film non sia perfettamente riuscito. Dato che questo dal post di Bramo non viene assolutamente messo in dubbio.
  • Anni fa vidi un documentario sul dietro le quinte di "A qualcuno piace caldo", con una lunga intervista a Billy Wilder 8che tra l'altro mi piacerebbe recuperare, da qualche parte).

    Tra le varie curiosità che spiegò, ricordo che giustificò la scena di Jack Lemmon con le marcas (quando spiega a Tony Curtis che si è "fidanzatA" con Osgood), perchè la sequenza di battute pronunciate era talmente fitta, che gli spettatori avevano bisogno di una pausa tra l'una e l'altra , per non perdersi le successive, a causa delle risate.

    Ora, per quanto la cosa possa essere interessante (e per me lo è, dimostra la genialità del più grande regista della storia del cinema), la visione del film non viene scalfita dal saperlo o meno.

    La scena funziona e lo spettatore, che voglia approfondire e studiare la materia, o meno, se la gode in ogni caso.

    In "BRAVE" certe scene lasciano perplessi, e solo grazie alla spiegazione del Regista, in sottofondo, puoi capire il perchè sia stata girata.
    Ma questo vuol dire che la scena in se è stata fatta male, che avrebbe dovuto essere fatta diversamente, per centrare il bersaglio.
    Se così non è, la scena è sbagliata, e non c'è giustificazione o commento audio che tenga.

    Alla scuola del fumetto, anni e anni fa, l'insegnante mi spiegò che ogni tavola, e ogni vignetta, devono essere studiate per comunicare al volo e chiaramente il loro messaggio al lettore, perchè "non puoi stare dietro le spalle di ogni lettore e spiegargli i motivi delle tue scelte grafiche/narrative".
    Ecco, con il commento audio, i registi "cani", hanno smentito questa regola, con il risultato che non cercano di fare meglio il loro lavoro, ma si preoccupano solo di far sapere a tutti le loro scuse puerili, continuando a lavorare male.
    La mia gallery su Deviant Art (casomai a qualcuno interessi =^__^=)
  • Ti rendi almeno conto che quei tutti che poi si guardano il commento audio sono solo una minima percentuale di appassionati e studiosi desiderosi di approfondire la materia, come si farebbe con qualsiasi trattato sul tema (qualora esistesse), e che il regista al momento di proporre il suo prodotto e vedere se farà presa, non punta assolutamente su quei quattro gatti che giocano a fare gli studiosi?

    Senza contare che, sì, sono pure io del partito che la favoletta del film che si fa apprezzare solo dopo anni e anni di studio attento sia una scorciatoia concettuale (odio Akira, infatti), però sta di fatto che e' vero CHE CON UN GIUSTO APPARATO CRITICO che mostra le cose nella giusta prospettiva la nostra percezione dell'opera possa migliorare. Perché le opere non saranno perfette, ma spesso non lo sono neanche gli spettatori. E spesso l'imperfezione dello spettatore è dovuta a miliardi di variabili infinitesimali.
  • "A qualcuno piace caldo" fa sbellicare sia il nerd colto, che lo spettatore occasionale, questo significa che è un buon film a prescindere dalle "imperfezioni" degli spettatori, di cui parli.

    In fondo stiamo dicendo la stessa cosa: un buon film è tale senza bisogno delle giustificazioni/spiegazioni del regista.

    Chiunque mi venga a dire che ha rivalutato un film, perchè il regista glielo ha spiegato, non ha capito nulla di cinema, IMHO.
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  • FaGian ha scritto: Chiunque mi venga a dire che ha rivalutato un film, perchè il regista glielo ha spiegato, non ha capito nulla di cinema, IMHO.
    Immagino che tu adesso stia parlando in generale, ad ogni modo mi preme precisare una cosa del post che scrissi: non è che prima il film mi facesse schifo o avesse alcuni passaggi che non mi erano chiari e poi, dopo aver ascoltato il commento audio, ho cambiato idea, eh :P
    Basta andare a vedere il commento che scrissi ai tempi della visione al cinema per rendersi conto che io avevo già apprezzato Ribelle alla prima visione, riconoscendo alcuni difetti ma promuovendolo in generale. Il commento audio è semplicemente servito, come ha precisato giustamente Valerio, a inquadrare meglio alcune scelte di sceneggiatura da parte degli autori, ma non mi ha spiegato cose che mi erano oscure e indecifrabili e che, una volta spiegate, hanno acquisito senso e il mio plauso. Semplicemente, ho potuto approfondire determinate decisioni, e quindi acquisito maggior consapevolezza nella fruizione dell'opera.
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