Ad Annecy hanno proiettato l'inizio e spiegato come funziona il mondo di Inside Out. L'utente Scrooge McDuck del Disney Digital ci è stato e ha descritto ciò che si vede. E a occhio pare geniale, mi sa che la Pixar torna in pista:
Il regista premio Oscar Pete Docter (suoi Monsters & Co. e Up, con cui ha vinto l'ambita statuetta), super ospite al festival di Annecy ed accolto da lunghi minuti di fragorosi applausi dal pubblico della Salle du Haras, ha iniziato la sua presentazione raccontandoci cosa lo ha spinto a realizzare questo film. Osservando sua figlia (voce della bimba Ellie di Up) approdare nella fase adolescenziale, momento che per tutti noi rappresenta uno step in cui si plasma il nostro carattere, si è chiesto come potessero essere rappresentati figurativamente i meccanismi alla base delle emozioni umane. Lasciando voce alle immagini, Docter ha mostrato i cinque sentimenti su cui si basa il film: Gioia (giallo), Tristezza (blu), Paura (viola), Disgusto (verde) e Rabbia (rosso). Essi, in particolare i primi due, saranno alla base della personalità della protagonista: ogni situazione che le si presenterà verrà infatti gestita direttamente dai sentimenti, che prenderanno, letteralmente, il controllo delle azioni della protagonista stessa.
L'inizio del film si apre con la nascita della piccola che apre gli occhi per la prima volta vedendo i suoi genitori. Questo momento rappresenta il primo ricordo della protagonista, e Gioia, primo dei sentimenti a germogliare nella mente della bambina, raccoglierà una sfera gialla che racchiude questo ricordo prezioso. Ogni ricordo della vita, infatti, viene rappresentato come una sfera e il colore di questa sfera è determinato dallo stato d'animo prevalente durante quel momento: la prima volta che la bimba sarà costretta a mangiare anziché giocare farà nascere una sfera blu (Tristezza) che conterrà il ricordo di quel momento, viceversa il primo goal fatto durante una partita ad hockey sarà giallo (Gioia).
Tra tutte le sfere (i ricordi) accumulate durante la giornata, quelle più importanti vengono raggruppate a parte, andando a determinare, giorno dopo giorno, la personalità dell'individuo. Ovviamente una preponderanza di sfere viola (Paura) determinerà una personalità diversa rispetto a chi possiede invece più sfere rosse (Rabbia).
Ci vengono rappresentati anche i genitori della piccola protagonista, un uomo coi baffetti e una donna con l'aria della tipica casalinga americana. Il loro ruolo si manifesta maggiormente nella seconda clip, il momento della cena.
Questa clip si svolge in un momento particolare del film: la famiglia, che prima viveva in una bella casa fuori città nella quale la protagonista poteva divertirsi e divagare con la sua fantasia (sotto i "comandi" di una Gioia euforica), si trasferisce a Los Angeles e la giovane dovrà sopportare il cambio di vita in un momento in cui Gioia e Tristezza si sono perse (letteralmente) nei meandri della mente, lasciando nella "cabina di controllo" gli altri tre stati d'animo, cioè Disgusto, Rabbia e Paura. Durante la cena la madre chiede "com'è andata a scuola oggi?" e le risposte della figlia (nate dai comandi dei tre sentimenti) sorprendono i genitori. È in questo momento che l'attenzione si sposta dunque dentro la mente della madre, dove ritroviamo i cinque sentimenti al comando: al contrario dei sentimenti della figlia, tutti estremamente diversi tra loro per fisionomia e carattere, quelli della madre (e del padre) sono pressoché identici e distinguibili tra loro quasi esclusivamente grazie ai diversi colori. Questo (ha specificato il regista al termine della proiezione) nasce dall'idea secondo la quale via via che un individuo cresce, i suoi sentimenti si razionalizzano, arrivando quindi ad assomigliarsi un po' tutti. La spassosa scena mostra prima un diverbio tra moglie e marito (che nasce all'interno delle rispettive menti) per poi spostarsi alla lite tra il padre e la figlia.
Districandosi tra vari argomenti, dal sogno al de-javù, Pete Docter ha spiegato che per realizzare lo script sono stati ascoltati psicologi e neurologi. Le clip mostrate, tutte pressoché definitive e quasi del tutto prive di frame incompleti (la produzione del film, basandosi su ciò che è stato mostrato, sembra prossima alla conclusione) rivelano uno studio dei personaggi (in particolare i sentimenti) semplicemente sorprendente. A colpire di loro, oltre alle caratterizzazioni psicologiche e le movenze (tutte dipendenti dal tipo di stato d'animo che rappresentano) sono elementi come la pelle e i capelli, assolutamente convincenti e inaspettati: i volti a prima vista "compatti", sembrano invece ad uno sguardo più attento ammassi di polvere, come a rappresentare, di fatto, qualcosa di intangibile.
Il pubblico ha reagito stupendamente alle scene mostrate. Quello che sulla carta appariva come capolavoro annunciato, dopo questi 5 minuti ha ulteriormente incrementato le aspettative.
Ultima nota: se la scena d'apertura di Up, con le musiche di Michael Giacchino, vi hanno commosso, preparate i fazzoletti anche per Inside Out.