La Crisi Pixariana

Lo studio fondato da John Lasseter che ha inventato la CGI, traendo arte dai poligoni e rivoluzionando lo scenario moderno. E da quando è entrata a far parte della famiglia Disney i benefici influssi si sono diffusi ovunque, portando la Disney verso una rinascita!
  • Scissorhands ha scritto: E indovina che si è portato Bird?

    http://variety.com/2012/digital/news/an ... 118062706/
    When Brad Bird joined Pixar, he brought secret weapon Andrews along, tapping the Scottish toon talent to serve as his head of story on “The Incredibles.” After the success of that picture, Pixar brass approached Andrews about making his own directing debut, broadening the circle beyond John Lasseter, Andrew Stanton and Pete Docter.
    Vabbé, doveva ovviamente saltar fuori da qualche parte, ed essere collegato a qualcuno del braintrust. Il fatto che sia quello collegato al più esterno non fa che confermarmi che è lui il primo gradino di quella che può considerarsi la perdita d'identità Pixar.
    Mica puoi essere sempre al top! Non a caso tutti sti casini che stanno avvenendo ora sono proprio per evitare che il tutto possa degenerare e far sprofondare la Pixar nello stesso oblio che la Disney ha vissuto nel decennio scorso!
    Se non ci sprofonda, andrà nella dimensione in cui la DW è precipitata, quella dello Smarchio, ovvero ottenere risultati al botteghino in maniera totalmente randomica, senza sfruttare la franchigia data dall'autorevolezza del suo nome. Perché per me rimane sempre una questione di nome. Basta un errore, uno solo perché si perda l'aurea di infallibilità, e venga meno quello che forse dovrebbe essere l'obiettivo primario del marketing: fare il modo che il proprio nome risuoni nella testa del pubblico come una garanzia.
    Ma non c'è una vera categorizzazione in questo. Come dici più sotto la Pixar ha SEMPRE agito per sottrazione. Se vogliamo questo è stato il suo marchio. La sua formula vincente è stata riguardo più il come fare i film che il cosa. Cosa che invece ha fatto la DW. Si è ritagliata due belle formulette con i primi due successi Shrek e Madagascar che ha praticamente riproposto per un decennio (salvo rarissime eccezione)
    Due (o tre?) anni fa a Venezia alla masterclass tenuta proprio dal brain-trust presentarono le non-regole (che di fatto sono regole) che si diedero quando scrissero toy story e che poi sono rimaste:
    No songs
    No happy village song
    No love story
    No villain
    No "I want" moment / song
    Mi sembrano regole del piffero. Le conoscevo, e le ho sempre trovate contraddittorie, poco definenti e scarsamente lungimiranti.

    "No songs" ne comprende altre due (No happy village song, No "I want" moment / song), e vuol dire poco. Potrebbe essere meglio dire "No Musical" e anche questo farebbe a pugni con la presunta anima sregolata e aperta a tutto che dicono di avere. Ma anche considerando sensata questa autolimitazione, non ostracizzerei troppo la musica, che tramite i famosi montaggi viene usata pure da loro per fluidificare la narrazione.
    Rimangono il "No love story" e il "No villain" e pure qui vedo poco senso. A parte che si sono già contraddetti inserendo amori e villain in alcuni loro film, se la tua identità consiste nel prendere le distanze di riflesso da quella altrui significa che ce l'hai solo per il momento. Perché nel momento in cui la tua controparte moltiplica la propria anima, ti ritrovi svuotato del tuo ruolo. E' questo che capita se ci si definisce tramite i "No".
    La Pixar ha in servo il nuovo Docter che ti assicuro sembra eccezionale, e anche il dinosauro ha ottime potenzialità... e il tutto è tipicamente pixariano!
    Possono tenere botta anche per altri 20 anni, non ho detto che sono crepati, ma che se le cose continuano così e non si trovano effettivamente un ruolo, occupando territori che i WDAS per certo non toccheranno, sarà sempre meno sensata la loro esistenza.
  • Questo articolo la dice lunga.

    In pratica c'è rivalità. Lasseter è scisso. In Pixar i talenti non riescono a esprimersi più come un tempo, mentre in Disney una come Jennifer Lee è riuscita a farsi notare.

    Situazione preoccupante. O molto probabilmente era naturale che andasse così?
  • Per come la vedo io "l'errore" è stato fare Ralph alla disney e Brave alla Pixar.
    Mi spiego... i WDAS nelle "principesse" hanno sempre avuto un grandissimo punto di forza, pensavano di averlo perso e che non ci fosse più interesse ma con Rapunzel hanno "riscoperto" che piacciono ancora. E Frozen è la riprova che ci credono.
    La Pixar oltre all'innovazione tecnologica iniziale ha sempre puntato sulla commedia divertente.
    Con questi due film si sono scambiati le idee... e come risultato la Disney è passata alla commedia caricaturale e tecnologicamente all'avanguardia e la pixar alle principesse... il problema è che mentre la disney ha le potenzialità per "sopravvivere" ad un cambio di immagine repentino (sempre che Planes non l'affossi del tutto) la Pixar non ha dietro di sè quella storia da consentirle di diventare la nuova casa delle principesse.
    Per quanto riguarda la sperimentazione con fotorealismo estremo o cose molto particolari e d'autore devono lasciarle nei corti pixar, ma se vogliono continuare a produrre lungometraggi devono riappropriarsi della loro immagine, certo è che deve essere "d'accordo" la disney decidendo di restare più "ancorata" a progetti tipo frozen, rapunzel e lasciare cose come ralph alla pixar.
    Se la pixar punta solo sui sequel è destinata a chiudere (per quanto toy story 3 sia quello che più mi è piaciuto ed è uno dei pochi casi al mondo dove il terzo film è il migliore di tutti come star wars), così come se si sposta su settori non suoi. Penso che lo spazio ci sia per fare roba buona.
  • Il punto è sempre se consideriamo la company come un qualcosa di unico che partorisce le idee e poi distribuisce i compiti ai reparti più adatti, o se consideriamo indipendenti e quindi in leggera rivalità tra loro questi reparti.

    E mi sa che siamo più vicini alla seconda ipotesi. Ogni studio propone e cerca di realizzare le sue cose. Trovo quindi irreale che se si deve proporre un Big Hero 6 si decida di non farlo per lasciare campo libero alla Pixar. La ripartizione dei compiti sarebbe avvenuta solo se Pixar fosse entrata della company in modo differente da questo, rinunciando alla totale indipendenza del marchio. Invece così non è stato, hanno voluto conservare la tradizione, l'orgoglio e via dicendo e quindi non c'è motivo per cui ai WDAS si debba venire incontro alle esigenze della Pixar.

    Oltretutto i WDAS non penso che abbiano grossi motivi per amarla questa Pixar. Da quando è sorta si sono visti rubare il successo, il posto nel cuore del pubblico, si sono visti considerare obsoleti da un mondo per cui le fiabe, il musical e il 2D erano da buttare. E persino l'identità/marchio che li rendeva riconoscibili è venuta meno, con un mondo incapace di capire che Ralph era loro e Planes no. Direi che ai WDAS hanno tutte le ragioni di aver voglia di dimostrare al mondo la validità della formula antica e anche la loro totale capacità di padroneggiare anche quella più moderna, pure meglio della Pixar.

    Chiamatela rivalsa, rivalità, ma a me sembra abbastanza normale e sano.
  • Per quanto mi riguarda, la crisi Pixar è dovuta solo al fatto che il brain trust si è completamente sfaldato, con Lasseter impegnato più ai WDAS, Stanton e Bird al live action, l'arrivo di nuovi elementi che dovrebbero essere appunto nuovi e fare gavetta, ma vengono invece messi a dirigere film già problematici (vedi Mark Andrews)... Il tutto va unito a direttive della Company che vuole sequelizzare e brandizzare tutto. Finding Dory poi è l'esempio lampante, secondo me... Stanton fallisce con John Carter, e lo mettono subito a fare il sequel. In un periodo di crisi è ovvio che la Company voglia puntare su film che non siano un rischio perché hanno già un fandom alle spalle. Ovvio che a rimetterci è il nome della Pixar.
    Comunque non credo che finiranno per prendere il posto dei DisneyToon, hanno ancora troppe belle teste lì dentro, e Inside Out o Dia De Los Muertos lo dimostrano. Non ce li vedo proprio a far sequel e spin-off per tutta la vita. Le idee "alla maniera Pixar" mi sembra ci siano ancora, ma di certo c'è meno libertà creativa lì che ai WDAS, adesso. Chissà perché questo ribaltamento così improvviso agli occhi della Company...
    Co-founder di Impero Disney

    Etre en vie, c’est être en mouvement dans sa pensée, être percuté par des concepts nouveaux, dans ses sensations aussi, dans « faire l’amour » : il y a quelque chose qui s’ouvre. C’est aussi être lié au monde. [Alain Damasio]
  • Valerio, la rivalsa e la rivalità sarebbe "sana" se fosse ad armi "pari" se i gli studi Pixar dopo averli lanciati da soli con tutti i rischi a loro carico, dopo che hanno dimostrato di essere bravi, li svuoti e poi gli dici "provate a farla ora la concorrenza" proprio "sana" non mi pare.
  • Te continui imperterrito a mischiare WDAS e Disney Company.
  • Valerio ha scritto: "No songs" ne comprende altre due (No happy village song, No "I want" moment / song), e vuol dire poco. Potrebbe essere meglio dire "No Musical" e anche questo farebbe a pugni con la presunta anima sregolata e aperta a tutto che dicono di avere. Ma anche considerando sensata questa autolimitazione, non ostracizzerei troppo la musica, che tramite i famosi montaggi viene usata pure da loro per fluidificare la narrazione.
    Rimangono il "No love story" e il "No villain" e pure qui vedo poco senso. A parte che si sono già contraddetti inserendo amori e villain in alcuni loro film, se la tua identità consiste nel prendere le distanze di riflesso da quella altrui significa che ce l'hai solo per il momento. Perché nel momento in cui la tua controparte moltiplica la propria anima, ti ritrovi svuotato del tuo ruolo. E' questo che capita se ci si definisce tramite i "No".
    Mah credo che fossero più che altro delle provocazioni, superate poi da loro stessi, per quanto una certa aderenza ad esse rimanga ancora! Musical nel senso tradizionale del termine non ne hanno fatto ma Brave ha comunque delle I want song (seppur in terza persona alla Tarzan). Per il no villain, ovvio che un cattivo deve sempre esserci. Ma in tutti i film Pixar i cattivi non sono mai così iconici o fondamentali, sono semplicemente funzionali. Il conflitto lo raggiungono con altri mezzi. Penso intendessero questo.
    Le love story anche... non sono mai al centro della storia (toh escludiamo Wall-E), ma ci sono altri tipi di amore (filiale ad esempio o amicizia che è comunque una forma di amore, vabbè che gli americani lovvano tutto anche il cane!).
    Valerio ha scritto:Questo articolo la dice lunga.

    Situazione preoccupante. O molto probabilmente era naturale che andasse così?
    Io credo fosse assolutamente naturale e prevedibile! E come al solito la stampa gonfia sempre il tutto.
    Fino a Ralph (cioè fino a quando non c'era ancora un Brain Trust forte in house) ho letto che portavano sempre i reel in Pixar per avere commenti. Quindi si sono sempre dati una mano. Magari ora sarà la Pixar a portare i loro in Disney XD

    Che ci sia della rivalità per me è ottimo, perché spinge sempre a far meglio, e noi pubblico (e l'arte in generale) ci guadagnamo. Se poi è all'interno magari e anche meglio perché si evitano sgambetti e scorrettezze. Per lo meno a livello di distribuzione non assisteremo (spero) a sovrapposizioni scandalose (vi ricordate quando la Disney rimise al cinema il re leone per affossare L'incantesimo del Lago, tra l'altro di un artista ex Disney?) . E spero si arriverà a un punto dove la collocazione del film dipenderà dalla sua effettiva qualità e non dal marchio. Da quanto la Pixar è in auge ha sempre reclamato (o semplicemente lo si è sempre dato per default) il più redditizio slot estivo!
    Come dice Lasseter "è sempre la migliore idea quella che vince" a prescindere da dove venga. E mi sembra un'ottima strategia tout court.
    ElCero ha scritto:Per come la vedo io "l'errore" è stato fare Ralph alla disney e Brave alla Pixar.
    Mi spiego... i WDAS nelle "principesse" hanno sempre avuto un grandissimo punto di forza, pensavano di averlo perso e che non ci fosse più interesse ma con Rapunzel hanno "riscoperto" che piacciono ancora. E Frozen è la riprova che ci credono.
    La Pixar oltre all'innovazione tecnologica iniziale ha sempre puntato sulla commedia divertente.
    .
    eresiaaaaaa XDXD :P

    Ho capito quello che intendi ma attenzione. Perché porre paletti di questo tipo? Ogni artista deve avere la completa libertà di esprimersi. Poi ovvio che ognuno ha i suoi punti forti.
    Ma non è che la Pixar ha voluto fare una fiaba musical Disney... anzi ha cercato di allontanarsene in tutto e per tutto. Perché no? I problemi di Brave non riguardano né il genere né l'approccio (non a caso è una fiaba originale, cosa che la Disney non ha mai fatto). E sulla carta aveva le potenzialità per spaccare di brutto (per quanto io sia sempre stato, e sono tuttora, uno dei più fieri sostenitori del film pur riconoscendo le sue pecche XD).
    Ralph anche è un gioiello incredibile e tu volevi abortirlo sul nascere o peggio outsoursarlo altrove? Non sarebbe affatto stato la stessa cosa, perché è proprio la sensibilità del film (a prescindere dal genere) che è squisitamente disneyano.

    Secondo me Lasseter, per quanto non si sia espresso in maniera perfettamente esaustiva, ha ben chiare le anime della attuale company. Poi ovvio ci sono dei compromessi a cui lui stesso deve sottostare.. sequel vari etc... :(
    Valerio ha scritto: E mi sa che siamo più vicini alla seconda ipotesi. Ogni studio propone e cerca di realizzare le sue cose. Trovo quindi irreale che se si deve proporre un Big Hero 6 si decida di non farlo per lasciare campo libero alla Pixar. La ripartizione dei compiti sarebbe avvenuta solo se Pixar fosse entrata della company in modo differente da questo, rinunciando alla totale indipendenza del marchio. Invece così non è stato, hanno voluto conservare la tradizione, l'orgoglio e via dicendo e quindi non c'è motivo per cui ai WDAS si debba venire incontro alle esigenze della Pixar.
    Vero, ma il tutto è diventato proprio un business plan riciclato poi con la Marvel e la Lucas. La Disney compra ma lascia (quasi) totale libertà creativa... certo premendo fortemente in alcune direzioni laddove il mercato lo richieda!
    Iry Pixar ha scritto: Chissà perché questo ribaltamento così improvviso agli occhi della Company...
    Perché a Hollywood è sempre stato così: vali sempre quanto li tuo ultimo film. :(

    Concludo con i commenti da TAG BLOG:
    http://animationguildblog.blogspot.fr/2 ... horse.html

    This is really pretty simple.

    The two studios/divisions have different work forces doing different projects with different pipelines. Not unlike a single animation studio with different projects and different crews/pipelines. (Where one project, say, is CGI and one is hand-drawn.)

    The Good Dinosaur wasn't delayed because John Lasseter wasn't paying enough attention to Pixar. The Good Dinosuar was delayed because sometimes, here and there, with even the most talented people, stuff happens. Characters don't jell and stories don't come together and retooling is in order. This has been happening since the days of Snow White and Pinocchio.

    And Frozen wasn't a hit because John Lasseter was lavishing oodles of loving care on The Hat Building in Burbank. It's because creative projects move to their own rhythms, and sometimes the end results and terrific, and sometimes less than terrific. (Cars 2 ain't up to the creative level of Toy Story 3, even though both were made with many of the same bright minds. And John L. was devoting lots of time to Cars 2 as director. Sometimes the choices made are simply less than sterling.)

    Frozen was in development for years before it got a green light, as was Tangled before it. You didn't see the press saying the problem was John Lasseter's inattention. Because when those movies had their hiccups, they hadn't been greenlit and were off the media radar. So nobody was writing, "The Rapunzel picture is stumbling because John Lasseter is spread too thin."
  • Crisi è una parola grossa, come dice Scissor.
    Che la Pixar negli ultimi 2-3 anni non sia più al top come era nella prima metà degli anni 2000 sono d'accordo: tra secondi tempi dei film che non riuscivano a brillare quanto la prima metà (Wall-E, Up), la macchina dei sequel che porta a prodotti anche carini ma evitabili (Cars 2) e un progetto ambizioso che persino io vedo come un mezzo passo falso (Brave... ma solo mezzo, eh! ;) ), non posso che evidenziare anch'io un calo qualitativo nella casa della lampada.
    Ma crisi mi pare eccessivo: mi pare molto meno "crisi" questo periodo che sta passando la Pixar rispetto a quello subito dai WDAS nello scorso decennio, in cui non sapevano dove andare a parare, le provavano tutte e senza mai raggiungere un successo sperato, ma anzi finendo per confondere le idee anche ai più fieri sostenitori degli Studios.
    La Pixar, invece, a fronte di un calo nella qualità delle storie che porta al cinema e di un riciclo di proprietà intellettuali, mi pare che sia sempre pienamente cosciente della propria identità, e questo è già molto importante per il futuro, considerando che è proprio quando i WDAS hanno ricordato e abbracciato la loro identità che hanno ricominciato l'attuale rinascita.
    Dal punto di vista tecnico/d'animazione, invece, non riscontro problemi particolari. Il modo di realizzare gli umani in CGI è una scelta stilistica chiara e definita, come Valerio stesso ricorda spesso. Certo, attualmente la Disney sta ottenendo risultati estetici migliori, ma questo non rende automaticamente insulso e fuori posto quel che propone la Pixar.

    Non so se fra 10, 20 o 30 anni la Pixar imploderà perdendo il proprio senso di esistere perché non ha più di innovare... può essere, come può non essere, e questo anche a seconda di come proseguirà il lavoro dei WDAS nei prossimi anni. Ma mi pare che iniziare fin d'ora a decretare la morte della Pixar sia piuttosto prematuro e pretestuoso, tra l'altro è un atteggiamento che ha già un precedente in Franz ricordo :P Inoltre, proprio nell'anno in cui la casa di produzione ha portato al cinema un film che fonde molto bene la voglia di sfruttare i propri brand con una storia che ha senso vedere al cinema, come è Monsters University, mi sembra eccessivo fasciarsi la testa.
    In alcuni passaggi di quanto scritto da Valerio nell'esposizione della sua tesi, peraltro, mi pare di ravvisare una volontà di tumulare la Pixar proprio ora, alla luce del fatto che i WDAS con Frozen (che corona il percorso degli ultimi anni, con picchi in Rapunzel e Ralph) sono tornati sulla cresta dell'onda come consenso sia di critica che di pubblico (e quindi di incassi). Io ritengo invece che i due studios possano coesistere, e per ora non vedo particolari conflitti d'interessi tra le due produzioni, nonostante in alcuni casi possano sicuramente esserci delle sovrapposizioni di temi e intenti.
    Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
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  • Bramo ha scritto: Dal punto di vista tecnico/d'animazione, invece, non riscontro problemi particolari. Il modo di realizzare gli umani in CGI è una scelta stilistica chiara e definita, come Valerio stesso ricorda spesso. Certo, attualmente la Disney sta ottenendo risultati estetici migliori, ma questo non rende automaticamente insulso e fuori posto quel che propone la Pixar.
    Non lo rende insulso e fuori posto. Lo rende inferiore. Frozen mostra delle sensibilità nel movimento e nella recitazione che Brave non ha, pur essendo cmq bello a vedersi. Non è più neanche una questione di scelte stilistiche, qui è stato fatto proprio un passo avanti nel connettersi visivamente al pubblico. Un passo avanti che non può essere ignorato. Ed è un passo avanti che è stato fatto perché dietro la CGI WDAS attualmente c'è un nucleo di virtuosi del 2D che in Pixar non c'è, pur essendoci bravi animatori. Non penso sia una questione di gusto, da qui in poi niente potrà mai permettersi di essere come prima.
    In alcuni passaggi di quanto scritto da Valerio nell'esposizione della sua tesi, peraltro, mi pare di ravvisare una volontà di tumulare la Pixar proprio ora, alla luce del fatto che i WDAS con Frozen (che corona il percorso degli ultimi anni, con picchi in Rapunzel e Ralph) sono tornati sulla cresta dell'onda come consenso sia di critica che di pubblico (e quindi di incassi). Io ritengo invece che i due studios possano coesistere, e per ora non vedo particolari conflitti d'interessi tra le due produzioni, nonostante in alcuni casi possano sicuramente esserci delle sovrapposizioni di temi e intenti.
    Infatti non ho parlato di morte della Pixar. Qualora succedesse ci sarebbero molti passaggi prima, e prima di un altro decennio non accadrebbe, chiaramente. Ho solo messo insieme tre fattori: il calo qualitativo Pixar, il nuovo step della CGI WDAS, e poi Ralph, una sottile dichiarazione di guerra, da parte degli studios gemelli (e un po' rivali). Se non ci fosse stato Ralph la politica WDAS di non sconfinamento sarebbe stata chiara e a favore della Pixar, ma quelli non hanno alcuna intenzione di distribuirsi alcun ruolo.

    Ripeto, la Pixar potrebbe ancora avere un brillante futuro, ma...fuori dalla Company. Con una normale rivalità si otterrebbero risultati artistici interessanti e una certa libertà, ma col fatto di essere gemelle nello stesso grembo risulta inevitabile che una presto o tardi impoverirà l'altra. La natura ha in odio le ridondanze, e il sistema le dà ragione.

    Quel che è certo è che non mi sembra che la company sia capace di dare ai due studios un ruolo che non li porti a non pestarti i piedi.
  • Valerio ha scritto: Non lo rende insulso e fuori posto. Lo rende inferiore. Frozen mostra delle sensibilità nel movimento e nella recitazione che Brave non ha, pur essendo cmq bello a vedersi. Non è più neanche una questione di scelte stilistiche, qui è stato fatto proprio un passo avanti nel connettersi visivamente al pubblico. Un passo avanti che non può essere ignorato. Ed è un passo avanti che è stato fatto perché dietro la CGI WDAS attualmente c'è un nucleo di virtuosi del 2D che in Pixar non c'è, pur essendoci bravi animatori. Non penso sia una questione di gusto, da qui in poi niente potrà mai permettersi di essere come prima.
    Insomma... in teoria sono scelte stilistiche, magari proprio dettate da limitazioni tecniche. Dipende sempre dal tipo di acting che vuoi fare.

    In AM hanno sempre sottolineato la differenza di stile ad esempio della Blue sky che è molto "wacky", eccessiva, più sul versante warnerbrosiano, contrapposto alla recitazione più naturale dei film Pixar e Dreamworks... la Disney invece ha sempre avuto un suo stile nella recitazione, ricercato, a tratti eccentrico e manierista, che sembrava impossibile replicare in CG. Ora hanno dimostrato il contrario. Che sia migliore dipende. Per Merida quel tipo di recitazione e di conseguenza di animazione va più che bene, è di suo ottimo!
    Ci sono sottili finezze anche li, ma è tutt'altro registro.
    Che poi abbiano scelto questa strada perché non sanno animare come ora sanno animare in Disney è un altro discorso!
    Ma questo è anche un modo per differenziare i due studi e va bene così!
  • Scissorhands ha scritto: Insomma... in teoria sono scelte stilistiche, magari proprio dettate da limitazioni tecniche. Dipende sempre dal tipo di acting che vuoi fare.
    Scissorhands ha scritto: Che poi abbiano scelto questa strada perché non sanno animare come ora sanno animare in Disney è un altro discorso!
    Ma questo è anche un modo per differenziare i due studi e va bene così!
    Sono molto d'accordo con queste due affermazioni di Scissor, che esprime quello che avrei voluto rispondere io (e quindi mi risparmia la fatica :P ).
    Può anche essere inferiore la resa stilistica Pixar, rispetto a quanto stanno facendo gli Studios disneyani principali, ma è una direzione che, salvo ripensamenti filosofici improvvisi, è quella scelta fermamente dalla casa della lampada. E, come dice giustamente Scissor, permette quel minimo di distinzione - anche se solo grafica - con i film WDAS, che mi pareva un po' il fulcro della discussione nelle sue ultime battute.
    Dal punto di vista narrativo posso anche essere d'accordo, come ho detto nel mio post di ieri, che temi e in alcuni casi anche sensibilità delle due case si sovrappongano, ma non lo vedo un problema così drammatico. Anche perché comunque in questi due decenni la Pixar ha avuto modo di essere riconoscibile presso il pubblico, nei limiti di quanto possa esserlo verso una platea generalmente poco interessata a chi realizza un film d'animazione piuttosto di un altro.
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  • Io personalmente questo far di inferiorità virtù lo vedo come un accontentarsi, e per quanto possa funzionare perché tanto lo sappiamo che il pubblico non ha la sensibilità di accorgersi di nulla, non è esattamente quello che ci vuole per evolvere con orgoglio in campo artistico.

    Infatti non ho detto che la Pixar non ha più incassi, qualità etc. Ho detto che non ha più un ruolo. E questa cosa non ti fa materialmente morire fuori, ma ti spegne da dentro.
  • Valerio ha scritto:Anche io penso che si riprenderà, e questa sorta di "crisi" della Pixar finirà, sulle brevi distanze.

    Ma sulle lunghe, no.

    La Pixar sta attraversando una crisi invisibile molto più profonda, che è la crisi d'identità. La crisi di uno studio che ha detto quello che doveva dire, ha avuto un preciso ruolo nel grande schema delle cose e l'ha concluso. La Disney Company riassorbendo in sé il fenomeno Pixar l'ha in un certo senso "smembrato", ne ha assorbito le innovazioni tecniche e tematiche a beneficio dei WDAS, che oggi padroneggiano a 360° ciò che un tempo era di proprietà Pixar, ha dirottato parte del team principale (Lasseter, Stanton, Bird) in altri progetti, e ha ripensato la produzione stessa di Emeryville incentrandola sui franchise. Un film come Brave dimostra che l'identità Pixar stava tutta esclusivamente nelle sue origini: una cellula formata da un ristretto numero di persone, derivate da Disney ma con voglia di fare le cose a modo loro. Una volta che questo nucleo ha detto il suo, o viene coinvolto altrove, e chi rimane si trova a dover estremizzare i tratti caricaturali degli essere umani per riaffermare la propria identità, appropriandosi delle briciole lasciate dalla rivoluzione WDAS, significa che l'identità e la genialità stanno in realtà già traballando. Produttivamente siamo arrivati al punto in cui la Pixar non serve più a nulla, o perlomeno non serve come entità autonoma, se non a disperdere le energie, a confondere le idee al pubblico e a creare una concorrenza interna. E' una ridondanza che la company attualmente produca film d'animazione distribuendoli attraverso due etichette che si sforzano di apparire distinte, quando non c'è più una reale ragione per farlo.
    Trovo davvero difficile non sottoscrivere ogni parola di questo post, perché mi pare che senza andare in ulteriori microtomiche eviscerazioni qui si sia magnificamente espressa la figura totale della situazione, la figura di insieme, che in fondo è quello che più di tutto conta.
  • Rendering pittorico per i prox film Pixar?

    http://www.cartoonbrew.com/cgi/pixar-ma ... 95205.html

    Verrà quindi meno uno dei tratti distintivi di tutta la filmografia pixariana?
  • Immagine

    Oh. Qualche considerazione basata sull'articolo:

    Per anni e anni l'animazione Pixar è stata caratterizzata dalla ricerca di un rendering sempre più fotorealistico. Per rendering fotorealistico non si intende l'animazione, che in Pixar è invece da sempre stata votata alla caricatura minimalista e alla stilizzazione. Il rendering riguarda altri aspetti, come appunto la resa cromatica, le texture, l'aspetto generale degli ambienti e l'illuminazione, che alla Pixar ha da sempre cercato di imitare la realtà. Il corto The Blue Umbrella è stato il punto d'arrivo di questo processo, dato che era visivamente indistinguibile dal live action. Ai WDAS invece si è sempre cercato di fare l'opposto. Animazioni più realistiche e meno stilizzate e caricaturali, immerse però in scenari idealizzati, fiabeschi, non realistici. Negli ultimi anni i WDAS hanno avvicinato in questo modo la CGI alle tecniche tradizionali, sia con esperimenti quali Paperman, sia grazie all'aspetto meraviglioso dei background di Frozen, o Ralph Spaccatutto. Il pubblico ha gradito molto questi nuovi modelli estetici, e di conseguenza è forse giunto il momento per la Pixar di rivedere un po' le sue posizioni in materia.
    L'estate scorsa infatti i pixariani hanno presentato al Siggraph un progetto per un nuovo software che permetterà di dare alle animazioni un rendering pittorico. La cosa ha dell'incredibile perché segna un completo cambio di rotta per lo stile Pixar. Il test d'animazione mostrato alla fiera mostrava infatti un omino che pattinava, dall'aspetto come sempre caricaturale (e un po' warneriano) ma caratterizzato da una resa...dipinta! Il software in questione permette di dipingere direttamente sopra i fotogrammi chiave di una determinata animazione. Pensa lui poi ad armonizzare il tutto, intercalando in automatico. E' lo stesso principio alla base di Meander, il software che ci regalò Paperman, solo che lì a venir intercalata automaticamente era la linea, mentre qui è il colore. Secondo l'autore dell'articolo non ci vorrà poi molto per riuscire a vedere questo sistema integrato in qualche cortometraggio e poi magari anche in un lungometraggio.


    E ora qualche considerazione personale:

    Sono combattuto.

    PRO

    - E' sicuramente una vittoria schiacciante per il modello estetico proposto dai WDAS, che come ai vecchi tempi torna a imporsi sul mercato. Questo fa piacere, perché è il ruolo che ai bei tempi ha sempre avuto e che era ora tornasse ad avere.

    - La ricerca incessante di fotorealismo va bene per gli effetti speciali, ma come bandiera stilistica per uno studio d'animazione non è mai stata il massimo. Il fotorealismo tende a invecchiare e a farsi superare facilmente, la sua resa tende ad essere piuttosto fredda e il suo cattivo utilizzo ha causato mostri quali la mocap di Zemeckis. Inoltre è "filosoficamente" distante dal concetto stesso di animazione, dato che spinge a chiedersi perché non girare direttamente in live action.

    CONTRO

    - La Pixar si ritrova privata di un altro elemento distintivo, e quindi ancora una volta di un suo perché.

    - Paradossalmente si candida invece a far concorrenza interna ai WDAS, inventando un software che spinge all'estremo quella che era la loro identità stilistica, difatto rubandogliela e inasprendo il conflitto d'interessi in atto tra i due studi d'animazione gemelli.
  • Io ho sentito anche un rumor su Indy Pixar.
    La Disney ha comprato i diritti di Indiana Jones, che però si basa su Harrison Ford.
    O si fa un reboot, o la soluzione è... animazione!
    Ford doppiatore tanto ce lo si può ancora giocare anche se non può più fare le capriole.

    Ma tanto sembrano tutte fantasie nerd, quindi queste voci lasciano il tempo che trovano fino a che non c'è qualcosa di più credibile...
    Deboroh troppppppppo Web 2.0!
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  • Sul nuovo software, non so che dire... ho un po' di paura per la Pixar, perché la DIsney è abbastanza grossa per poter sopperire a qualsiasi crisi... ma non vorrei che alla Disney decidano di staccar loro la spina, se quest'ultima non dovesse riuscire a risollevarsi...
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